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5 invenzioni geniali

Oggi parleremo di 5 invenzioni geniali riscontrabili nella vita quotidiana di milioni di persone in tutto il mondo. Invenzioni-oggetti di uso quotidiano, che hanno contribuito a rendere la nostra vita più facile e, a volte, persino più divertente. Anche perché non sempre le scoperte utili e di largo consumo devono  necessariamente essere sconvolgenti o impressionanti, tali da incidere e condizionare profondamente il cammino dell'umanità. 

Vediamole insieme.

1. Il telefono (1871)

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L’invenzione del telefono è stata controversa e la relativa disputa dura da oltre un secolo, ma ormai è accettato da tutti: il telefono non fu inventato da Alexander Graham Bell, come continuano a riportare i libri di testo, ma dall'immigrato fiorentino Antonio Meucci, uno sfortunato quanto geniale inventore dilettante, morto in povertà a New York nel 1889, dopo essere stato defraudato del brevetto.

Il 12 dicembre 1871, con atto notarile stipulato dal notaio Angelo Bertolino di New York, l'inventore fondò con altri tre partner italiani la "Telettrofono Company", il cui obiettivo primario era, come recitava il contratto, quello di "effettuare tutti i necessari esperimenti per la realizzazione del 'Telettrofono,' ossia della trasmissione della parola (voce umana) attraverso fili elettrici, inventata da Antonio Meucci". La povertà e la scarsa conoscenza dell'inglese e del mondo degli affari impedirono a Meucci di finanziare il processo del verdetto, costringendolo a limitarsi a una notifica nel 1871, in attesa di trovare altro denaro (ca. $ 250) per depositare un brevetto regolare e più dettagliato sul suo telettrofono.

L'inventore consegnò alcuni prototipi alla Western Union, la società dei telegrafi. Nel giro di un anno, per la morte o la partenza da New York dei suoi tre soci si è dissolta la Telettrofono Company. Antonio Meucci si rivolse, allora, nell'estate del 1872, al Vice Presidente dell'American District Telegraph Co. di New York, Edward B. Grant, affinché gli fosse concesso di sperimentare il suo telettrofono nelle linee telegrafiche di quella compagnia. Poiché Grant, dopo aver promesso il suo aiuto, tergiversava, adducendo pretesti vari, dopo due anni Meucci richiese la restituzione delle descrizioni e disegni dati a Grant, il quale, però, rispose di averli smarriti e rifiutò all'inventore i soldi per rinnovare la notifica del 1874.

In questo modo, 2 anni dopo, la Western ottenne il brevetto, attribuendo l'invenzione a Bell, che aveva lavorato sui prototipi di Meucci. Indignata la comunità italiana fece quadrato attorno all'immigrato fiorentino, il quale reclamò in ogni sede ed in ogni occasione la sua priorità, e, dopo un decennio, ottenne l'intervento del governo. Il 13 gennaio 1887, il brevetto di Bell fu annullato per frode e dichiarazione di falso, annullamento poi sancito dalla Corte Suprema. Ma Meucci moriva nel 1889 e il brevetto Bell, che scadeva nel 1893, non fu più contestato.Solo nel 2002, dopo 113 anni, il governo americano, ha finalmente attribuito l’invenzione del telefono a Meucci. 

2. L'Aspirina (1899)

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Nel 1899, Felix Hoffmann, un chimico tedesco che lavorava presso l'azienda farmaceutica Friedrich Bayer & Company, si mise a studiare assiduamente le già ben note proprietà dell'acido salicilico (ricavato dalla pianta del salice) come antipiretico, antidolorifico e antiflogistico, nel tentativo di eliminare gli effetti collaterali. Già nel 400 a.C. Ippocrate prescriveva corteccia e foglie di salice come analgesico e antipiretico. L'acido salicilico, infatti, non poteva essere somministrato puro, poiché avrebbe creato gravi irritazioni alle mucose della bocca, della gola e dello stomaco. Per non parlare del sapore dolciastro sgradevole per cui fu impossibile indurre la maggior parte dei malati ad assumerlo.

Così facendo, Hoffmann riscoprì una vecchia formula ideata da un collega francese, Charles Frederic Gerhardt. Nel 1853, Gerhardt aveva trasformato l'acido salicilico in acido acetilsalicilico (ma in forma impura e non stabile) che, pur mantenendo le medesime proprietà, era meno irritante per lo stomaco. Gerhardt non aveva avuto alcun interesse commerciale in proposito e aveva subito abbandonato la scoperta. Hoffmann perfezionò la formula e sperimentò il nuovo preparato sul padre che soffriva di artrite.

Visti i buoni risultati, il chimico convinse la Bayer a produrre la nuova medicina. Ma già prima di Gerhardt, nel 1856, fu il chimico italiano Raffaele Piria a scoprire per primo che dalla salicina si poteva giungere all’acido salicilico, facilitandone l'impiego e aprendo così la strada alle future sintesi industriali. L'acido acetilsalicilico venne registrato il 6 marzo 1899 con il numero 36443 nel registro dei marchi commerciali dell'Ufficio Brevetti Imperiali di Berlino e commercializzato come medicamento antipiretico. Il nome Aspirin deriverebbe da "A" (iniziale di acetilsalicilico), "spir" (da Spiraea ulmaria, il nome scientifico del salice) e "in", usuale suffisso per le medicine più comuni.

Dopo la fine della prima guerra mondiale e precisamente con il Trattato di Versailles (1919), la Bayer ha perso il diritto ad usare il proprio marchio in molte nazioni e tutti i relativi diritti vennero ceduti ed estesi alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti d'America, come compensazione dei danni di guerra.  Concepita inizialmente come un medicamento antiflogistico, antipiretico, antidolorifico e utilizzata in seguito nella prevenzione di malattie cardiovascolari, oggi esistono più di 400 preparati che contengono l'aspirina e nei soli Stati Uniti se ne producono annualmente oltre 16.000 tonnellate, pari a 80 milioni di compresse.

3. I surgelati (1923 )

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Clarence Birdseye nacque a Brooklyn, New York, nel 1886. Di professione faceva il tassidermista, ma ha anche lavorato come naturalista per il governo statunitense in Labrador, Canada, negli anni 1912-1915. II merito di Birdseye fu di applicare su scala industriale ciò che aveva osservato direttamente in quella remota regione canadese: là i pescatori indigeni preservavano il salmone appena pescato, ripulito e tagliato in pezzi, rapidamente in barili pieni di acqua marina, che immediatamente ghiacciava a causa  della bassa temperatura.

Ebbe così l'intuizione che un rapidissimo congelamento, a temperature molto basse, fosse in grado di conservare il cibo inalterato per lungo tempo, dimostrando che al momento in cui veniva consumato quel pesce non aveva niente di diverso, come sapore, come consistenza di carne, da uno appena pescato. I congelati devono essere portati in tempi brevissimi a una temperatura di –18 °C o più bassa. Con un investimento di soli 7 dollari, nel 1923 Birdseye inventò ed in seguito perfezionò un sistema di confezionamento e di surgelamento del cibo. Fu un vero successo.

La tecnica si sviluppò velocemente e fu subito chiaro che più veloce era il congelamento dei cibi migliore risultava la qualità del cibo all'atto del suo utilizzo, anche molto tempo dopo il processo di surgelazione (fino a sei mesi dopo). Nel 1929, la Goldman-Sachs Trading Corporation e la Postum Food Corporation (che successivamente diventeranno la General Food Corporation) acquistarono marchio e brevetto da Birdseye, pagandoli ben 22 milioni di dollari. I primi surgelati furono messi in commercio l'anno dopo, a Springfield, Massachusetts, con il marchio di Birds Eye Frosted Foods.

4. La pentola a pressione (1679)

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Nel 1679, il fisico di origine francese e rifugiato in Inghilterra, Denis Papin,  inventò la pentola a pressione che, grazie al vapore compresso, cuoceva i cibi in minor tempo rispetto ai sistemi tradizionali, preservandone gli elementi nutritivi. In pratica Papin non fece altro che apportare piccole modifiche alla macchina a vapore di Savery, tra cui riuscire a renderla più sicura aggiungendo una valvola in cuoio sopra a un foro praticato sulla caldaia. Questa sua idea viene sfruttata tuttora in cucina, ed è la pentola a pressione.

In una normale pentola, la temperatura dell’acqua non supera mai i 100 °C. Nella pentola chiusa ermeticamente, l’acqua evapora aumentando la pressione di vapore e la temperatura dell’acqua raggiunge i 120 °C e 1 bar (2 ata). Il prototipo scoperto da Papin si chiamava digesteur e non ebbe successo commerciale. Ma da qui al suo impiego casalingo, ne passò di tempo.

Tutto ebbe inizio negli Stati Uniti nei primi anni del secolo scorso, dove tra il 1919 e il 1920 morirono oltre 30 persone di botulismo (un'intossicazione alimentare provocata dall'ingestione di alimenti in cui è presenta la tossina del batterio Clostridium Botulinum). Il dipartimento dell'Agricoltura, preoccupato per questo ripetersi di tali eventi gravissimi, raccomandò alle industrie alimentari di utilizzare la cottura a vapore, per eliminare ulteriori temibili infestazioni. Ma queste autentiche caldaie a vapore erano troppo grandi per il fabbisogno domestico.

E così, bisognerà aspettare fino al 1938, quando Alfred Vischer riuscirà a produrre a New York la prima "casseruola a vapore" progettata per uso domestico: la Flex-Seal Speed Cooker. Il boom commerciale della pentola a pressione, però, lo si avrà soltanto durante gli anni Sessanta.



5. Il cruciverba (1913)

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Anche i giochi enigmistici hanno i loro inventori. Le parole crociate, per esempio, furono inventate da un giornalista di Liverpool, Arthur Wynne. Il gioco "Word-cross puzzle" (poi divenuto "Cross-word", pare per errore tipografico) apparve, per la prima volta nella storia, il 21 dicembre 1913, nell'edizione domenicale del New York World, nell'inserto di giochi e fumetti Fun (foto accanto). Naturalmente, il cruciverba non possedeva ancora la forma di quelli odierni. Il disegno assomigliava più a una losanga che a un rettangolo.

Non sono pochi, invece, quelli che riconoscono la paternità del cruciverba all'Italiano Giuseppe Airoldi, il quale costituì il Gruppo Enigmofili di Lecco e che con lo pseudonimo di Inno Minato, il 14 settembre del 1890, pubblicò sul “Secolo illustrato” un cruciverba che non aveva avuto, però, successo. Al di là di questa controversa questione, è indubbio che i cruciverba ovvero i cross-world puzzles conquistarono tutti e oggi sono uno dei giochi enigmistici più diffusi al mondo; nel 1925 fecero ingresso in Italia su "La Domenica del Corriere" e il risultato fu di enorme successo, tanto che molti periodici crearono apposite rubriche.






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