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5 piante da terrazzo: tutti i segreti per avere successo

Le piante domestiche – quelle da appartamento, da terrazzo e da giardino –, disgraziate rappresentanti del mondo vegetale, costrette a un’innaturale vita di clausura all’interno delle mura delle nostre abitazioni, sono anche gli unici vegetali non commestibili, dei quali la maggior parte della popolazione, sempre più distaccata dalla sua originaria dimensione naturale, abbia una qualche vaga nozione.

Chi non ha avuto per qualche tempo in casa una piantina grassa, una stella di Natale, un geranio?

Queste poverette, seviziate da maschi incuranti che le seccano o da femmine iperprotettive che le affogano, rimangono l’ultimo avamposto verde nelle nostre case. L’ultimo ancestrale ricordo di un tempo in cui la nostra sopravvivenza dipendeva dal rapporto continuo con le piante.

Quando la primavera arriva, risvegliando istinti sopiti, è difficile resistere alla tentazione di acquistare piante fiorite da disseminare dentro e intorno alle nostre abitazioni. Il fatto è che, per quanto belle e utili, le piante finiscono sempre per essere viste come oggetti, magari squisite suppellettili o desiderabili ornamenti, ma sempre oggetti inanimati.

Anche se razionalmente sappiamo fin dall’infanzia che si tratta di organismi viventi, di fatto tendiamo a rimuovere questa evidenza. Ciò che sfugge a molti è che le piante non sono soltanto organismi viventi ma anche organismi incredibilmente attivi, in grado di sentire l’ambiente che li circonda e di mettere in atto tutte le migliori strategie di sopravvivenza.

Distinguono le diverse lunghezze d’onda della luce, percepiscono piccolissimi gradienti chimici, sentono i campi magnetici ed elettrici e il campo gravitazionale, avvertono numerosi parametri fisici.

Cosa forse ancora più eccezionale, rispondono ai cambiamenti registrati nell’ambiente in cui vivono, adattandosi attraverso modificazioni del loro metabolismo e persino, se necessario, della loro fisiologia.

Pensate: comunicano tra di loro e con gli animali attraverso l’emissione di sostanze volatili; sono capaci di assolvere a cure parentali per lunghissimi periodi come solo gli animali superiori e l’uomo sono in grado di fare; sanno come difendersi dalle aggressioni, magari contando su alleanze, e sono in grado di fare cose ancora più sorprendenti.

Oggi abbiamo scelto per voi 5 meravigliose piante da terrazzo con tutti i relativi segreti sulla propria coltivazione per avere successo.

1. Camelia

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  • Note di coltivazione
    Sono arbusti sempreverdi, originari di Cina, Giappone, Corea e India settentrionale.
    Hanno foglie coriacee, lucide, e fiori composti da un numero variabile di petali, disposti in modo diverso, tanto che si distinguono fiori semplici, semidoppi, a forma di anemone o di peonia.
  • Esposizione e temperatura
    Prediligono le posizioni semiombreggiate.
    Sono particolarmente sensibili ai venti, sia quelli freddi che danneggiano le gemme, sia quelli caldi e asciutti che disidratano le foglie.
    In generale non temono il freddo, ma non tollerano gli sbalzi improvvisi di temperatura e le gelate fuori stagione.
    Per precauzione, è meglio proteggere il vaso con della paglia per scongiurare il congelamento delle radici e avvolgere la chioma con tessuto-non tessuto; in caso di inverni particolarmente rigidi ritiratele in un locale luminoso ma non riscaldato.
  • Terriccio e concimazione
    Vogliono un terriccio leggermente acido (pH tra 5 e 6), sciolto, leggero; usate quello già pronto per acidofile oppure preparatelo mescolando terra d’erica e terra di castagno con l’aggiunta di un po’ di torba e di lapillo.
    A ogni primavera, mescolate al terriccio un concime a lenta cessione (cornunghia, letame pellettato), in piccole dosi.
  • Innaffiatura e umidità
    Non lasciate mai seccare il terriccio, che deve mantenersi sempre fresco; se l’acqua è molto calcarea, aggiungete qualche goccia di aceto e lasciatela decantare per mezza giornata. Attenzione ai ristagni nel sottovaso. Di sera, in estate, bagnate anche le foglie.
  • Cure particolari
    Subito dopo la fioritura, eseguite una leggera potatura di riordino eliminando i rami secchi, malformati o deboli, sfrondando e regolando la forma della chioma.
  • Moltiplicazione
    Se siete molto pazienti, potete tentare di moltiplicare le camelie per talea: ci mettono almeno 3 mesi per radicare e potrete metterle a dimora nel vaso definitivo solo dopo 2 anni.
  • Rinvaso
    Tutti gli anni, in autunno, nei primi due o tre anni di vita, successivamente ad anni alterni usando vasi di poco più grandi del precedente.
  • Le specie
    La più conosciuta, che ci ha dato un numero incredibile di ibridi, è Camellia japonica.
    Tra le più eleganti e pregiate è C. reticulata, dalle foglie venate e seghettate; la più precoce è C. sasanqua, che ha rami fini e rossicci, foglie strette e fiori semplici, bianchi, leggermente profumati, che durano un solo giorno; C. williamsii è quella che fiorisce più a lungo, da novembre a maggio; C. sinensis è la pianta del tè, dalle piccole corolle bianche.

 

2. Falso gelsomino

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  • Note di coltivazione
    Il rincospermo (Trachelospermum jasminoides o Rhyncospermum jasminoides) è un rampicante sempreverde; i rami possono raggiungere gli 8 metri di lunghezza.
    Le foglie sono ovali-appuntite, coriacee, lucide, di un bel verde intenso, i fiori profumatissimi, piccoli, bianco avorio, a forma di stella, con i cinque petali leggermente ruotati nella stessa direzione.
  • Esposizione e temperatura
    Vuole una posizione ben soleggiata. Ha una buona resistenza al freddo e tollera temperature fino a 8 °C sotto lo zero, purché al riparo di un muro.
    Nel caso di piante giovani, è comunque consigliabile proteggerle dal freddo avvolgendole con tessuto-non tessuto e pacciamandole alla base con paglia o scaglie di corteccia.
  • Terriccio e concimazione
    Non ha particolari esigenze, per cui potete anche usare un terriccio universale, arricchito con una manciata di stallatico o cornunghia.
    Da marzo a settembre una volta al mese concimatelo con un fertilizzante liquido a basso contenuto di azoto.
  • Innaffiatura e umidità
    In estate innaffiatelo con regolarità e non trascurate qualche innaffiatura anche in inverno se il vaso si trova in una posizione in cui non arrivano la pioggia e la neve.
  • Cure particolari
    Dopo la fioritura accorciate i getti che hanno fiorito e quelli che danno all’insieme un aspetto disordinato.
    Ogni tre o quattro anni, sempre dopo la fioritura, sfoltite la massa di vegetazione eliminando i rami vecchi e accorciando quelli troppo lunghi.
  • Moltiplicazione
    Per talea da luglio a settembre. Prelevate porzioni di 8-10 centimetri dall’apice dei giovani rami, eliminate le foglie più basse e piantatele singolarmente in vasetti contenenti torba e sabbia in parti uguali.
    Sistemate i vasetti in un luogo luminoso, mantenendo il substrato sempre leggermente umido. Le talee saranno pronte per il trapianto nella primavera successiva.
  • Rinvaso
    Le radici tendono a riempire il vaso molto in fretta, per cui sarebbe necessario rinvasarlo ogni due o tre anni, operazione non molto agevole visto che il falso gelsomino ha bisogno di contenitori profondi e larghi almeno 40-50 centimetri.
    Si può ovviare sostituendo ogni anno a primavera lo strato superficiale con nuovo terriccio mescolato a concime organico.
  • Le varietà
    ‘Star of Toscane’ (fiori di colore giallo carico); ‘Tricolor’ (foglie verdi variegate di bianco crema e cremisi); ‘Variegatum’ (foglie variegate di giallo e fiori di colore giallo chiaro), ‘Wilsonii’ (vegetazione compatta che ne consente l’utilizzo anche come ricadente, foglie strette, con nervature ben marcate ed evidenti, che in autunno assumono una colorazione rossiccia).

 

3. Ciclamino

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  • Note di coltivazione
    I “ciclamini dei fioristi”, quelli da coltivare in vaso su terrazze e balconi, discendono dalla specie spontanea Cyclamen persicum.
    Sono provvisti di un tubero dal quale si originano direttamente i piccioli fogliari e gli steli che portano i fiori.
    Le foglie sono tipicamente cuoriformi, con la pagina inferiore rossastra, mentre quella superiore presenta variegature più chiare.
    I fiori hanno cinque petali saldati alla base che, a maturità, si retroflettono verso l’alto.
  • Esposizione e temperatura
    Richiedono molta luce, quindi collocateli in pieno sole o a mezz’ombra. Tollerano temperature prossime allo zero, mentre soffrono molto quando il termometro supera i 20 °C.
  • Terriccio e concimazione
    L’ideale sarebbe la terra di bosco, altrimenti usate il terriccio universale, arricchendolo però con terriccio di foglie e con una manciata di sabbia di fiume.
    Una volta ogni due mesi concimate con un fertilizzante liquido per piante da fiore diluito nell’acqua di innaffiatura.
  • Innaffiatura e umidità
    Innaffiateli poco e spesso in modo da mantenere il terriccio sempre leggermente umido.
    Il modo migliore per bagnarli è riempire di acqua il sottovaso e dopo mezz’ora eliminare il liquido che non è stato assorbito dal terriccio.
  • Cure particolari
    Eliminate prontamente le foglie ingiallite e i fiori appassiti.
    Questi ultimi vanno staccati afferrandone il peduncolo, esercitando una lieve torsione e tirando con un colpo secco: il gambo verrà via intero senza lasciare ferite. Non usate mai le forbici.
  • Moltiplicazione
    Si può tentare la semina, ma è un processo lungo e dall’esito incerto: ammesso che nascano, le nuove piantine ci mettono oltre un anno prima di fiorire.
  • Rinvaso
    A fine fioritura, quando le foglie appassiscono e il tubero va in riposo, trapiantateli con l’intero pane di terra in un vaso leggermente più grande, contenente un terriccio per piante da fiore.
    Manteneteli quasi asciutti per una ventina di giorni, poi riprendete a bagnarli regolarmente e concimateli una volta al mese fino all’autunno.
    La fioritura riprenderà ai primi freddi, anche se meno abbondante di quella del primo anno.
  • Le varietà
    Sono centinaia, riunite in cinque gruppi in base alle dimensioni: standard a fiore grande (formano un cuscino largo fino a 50 centimetri e hanno fiori di 7-12 centimetri); compatti a fiore grande (25 centimetri di diametro, fiori di 7-12 centimetri); medi (18-20 centimetri di diametro, fiori di 4-7 centimetri); miniatura (10-15 centimetri di diametro, fiori di 1,5-3 centimetri); micro (6-7 centimetri di diametro, fiori di 1,5 centimetri).

 

4. Geranio

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  • Note di coltivazione
    Dire gerani significa entrare in un vero e proprio universo di piante di cui è impossibile stabilire il numero esatto tra specie, ibridi e varietà.
    Per comodità vengono suddivisi in quattro grandi gruppi.
    Gli Zonali (Pelargonium zonale) sono i più comuni e diffusi. Hanno fusto eretto, semilegnoso alla base, foglie tondeggianti ricoperte da una leggera peluria e caratterizzate da una maculatura marrone a forma di corona. I fiori, riuniti in infiorescenze a ombrella, hanno una corolla irregolare, semplice con cinque petali o doppia. Vengono a loro volta divisi in due sottogruppi: Stellati o ‘Stellars’ (con foglie a cinque punte e petali a punta) e gerani a foglia variegata.
    Gli Edera (Pelargonium peltatum) o Parigini hanno fusto erbaceo, flessibile, ricadente. Le foglie sono lucide e lisce, prive di peluria, con il margine intero che forma cinque lobi, come nell’edera. I fiori possono essere semplici, doppi o stradoppi.
    Agli Odorosi o Profumati appartengono specie e varietà diverse, tutte accomunate dalle foglie ricche di composti volatili dall’aroma più vario.
    Gli Imperiali (Pelargonium grandiflorum) o Grandiflora si distinguono per l’imponenza e per la spettacolarità dei fiori, che sono i più grandi dell’intero genere Pelargonium (7-10 centimetri di diametro per ogni singola corolla) e sovente sono bicolori o tricolori, con macchie e disegni screziati.
  • Esposizione e temperatura
    Pur essendo originari del Sudafrica, i gerani si adattano a vivere anche dove il clima non è proprio ottimale, a patto che siano protetti in inverno; l’ideale sarebbe ricoverarli in serra, dove la luce è sempre abbondante e la temperatura non scende sotto lo zero, altrimenti vanno coperti con tessuto-non tessuto.
    Hanno assolutamente bisogno di luce e sole; l’unico periodo in cui vanno leggermente ombreggiati è quando sono stati trapiantati da poco, per evitare che i giovani boccioli fiorali soffrano.
    Temono le gelate tardive, per cui è consigliabile metterli in vaso all’aperto solo quando le temperature notturne non scendono sotto i 10 °C.
  • Terriccio e concimazione
    Esistono terricci già pronti specifici per gerani, composti in prevalenza da torba bionda fibrosa con una bassa percentuale di argilla (10-15%) e sabbia grossolana (10%).
    Se volete prepararlo da voi utilizzando materiali naturali, mescolate della buona terra da giardino (60%), terriccio di foglie (20%) e sabbia di fiume (20%).
    Appena acquistate le piante sono in grado di sopravvivere con risorse proprie per almeno 20-30 giorni grazie al fertilizzante sempre presente nel terriccio con cui vengono commercializzate.
    Trascorso questo periodo concimatele ogni 12-15 giorni con un fertilizzante liquido da aggiungere all’acqua di innaffiatura.
  • Innaffiatura e umidità
    In primavera innaffiateli ogni due o tre giorni, in estate anche ogni giorno, sempre ricordando che i gerani temono molto di più l’eccesso di acqua che la carenza, quindi non inzuppate troppo il pane di terra.
    Potete anche bagnarli riempiendo d’acqua il sottovaso, evitando però i ristagni. Non usate acqua troppo calcarea.
  • Cure particolari
    Eliminate prontamente i fiori appassiti e le foglie disseccate, rotte o malate, e se volete gerani ben accestiti (cioè con un cespo ben sviluppato) e compatti cimateli in corso di vegetazione: asportando la gemma apicale del fusto e dei rami si ha come effetto il risveglio delle gemme sottostanti, che daranno vita a nuovi rametti.
    A fine inverno potateli energicamente accorciando tre quarti dei rami ed eliminando i fusti più vecchi.
  • Moltiplicazione
    Per talea, preferibilmente nel mese di agosto. Prelevate dei getti apicali sani e vigorosi, tagliandoli sopra il terzo nodo a partire dall’apice.
    Dopo aver eliminato tutte le foglie tranne due, lasciate asciugare le talee in un luogo ombreggiato per almeno 24 ore, poi piantatele in vasetti contenenti un miscuglio di torba e sabbia ben inumidito.
    Dopo una settimana, bagnate le talee immergendo i vasetti in una catinella piena di acqua.
    La radicazione avviene in una ventina di giorni.
  • Rinvaso
    Ogni anno subito dopo la potatura.
  • Le varietà
    Fra gli Zonali, ‘Bernaier’ (fiore semplice con petali rosso ciliegia), ‘Brasil’ (fiore semplice fucsia con macchia più scura al centro), ‘Charmant’ (fiore semidoppio rosa corallo), ‘Icecrystal’ (fiore semidoppio malva chiaro con pennellate fucsia alla base dei petali).
    Fra gli Edera, ‘Crocodile’ (foglie segnate da una fitta e sottile trama di linee bianche, fiori semplici color fucsia), ‘Duc d’Anjou’ (foglie con margine bianco, fiori semplici, rossi), ‘Gen Teo’ (fiore stradoppio malva intenso), ‘Harlequin Mahogany’ (fiore semidoppio rosso scarlatto con screziature bianche), ‘Lakeland’ (varietà mini alta circa 20 centimetri, con foglie verde acido e fiori lilla).
    Fra gli Odorosi, ‘Bitter Lemon’ (foglie al profumo di limone), ‘Charity’ (sandalo e scorza di arancia), ‘Eucalyptus’ (eucalipto), ‘Fair Ellen’ (sandalo e resina), ‘Lady Mary’ (noce moscata e nocciola), ‘Lady Plymouth’ (profumo di agrumi e rosa), ‘Lilian Pottinger’ (menta e mela verde).
    Fra gli Imperiali, ‘Aztec’ (fiori bianchi soffusi di rosa, con vistose macchie rosse), ‘Black Butterfly’ (fiori rosso molto scuro con sfumature nere), ‘Black Night’ (rosso porpora con la parte centrale bianca venata di rosso), ‘Dollar Bute’ (rosso mogano scuro con margini rosa), ‘Hazel’ (fiori molto grandi color fucsia, con i petali superiori macchiati di marrone e quelli inferiori arricchiti da sfumature scarlatte).

 





5. Viola del pensiero

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  • Note di coltivazione
    Le viole del pensiero, indicate con il nome scientifico di Viola x wittrockiana (o V. tricolor hortensis e V. tricolor maxima), sono il risultato di innumerevoli incroci tra la specie spontanea Viola tricolor e altre specie, tra cui V. lutea e V. altaica.
    Sono piante erbacee biennali, con foglie ovate o lanceolate, spesso di dimensioni diverse nella stessa pianta: più larghe e arrotondate quelle basali, più strette e lunghe quelle inserite sullo stelo.
    Il fiore, largo 6-10 centimetri, è formato da cinque petali, di cui quello inferiore si prolunga posteriormente a formare un’appendice chiamata sperone.
  • Esposizione e temperatura
    Tendenzialmente amano gli ambienti luminosi e aerati, però mal sopportano il forte caldo estivo.
    L’ideale è posizionarle a est oppure a ovest, dove il sole arriva solo per qualche ora al giorno, o ancora in mezz’ombra, sotto la chioma non troppo fitta di alberi e arbusti.
  • Terriccio e concimazione
    Non hanno particolari esigenze, tuttavia un terriccio leggero, ben drenato e arricchito di sostanza organica sarà sicuramente gradito.
    A partire dalla fioritura, ogni 8-10 giorni concimatele con un prodotto liquido per piante da fiore da aggiungere all’acqua di innaffiatura.
  • Innaffiatura e umidità
    Bagnatele con regolarità, in modo che il terriccio non si asciughi mai del tutto tra una innaffiatura e l’altra, ma senza eccedere. Come sempre evitate i ristagni.
  • Cure particolari
    Per avere una fioritura abbondante, eliminate prontamente i fiori appassiti in modo che la pianta non sprechi energie per formare i frutti. Eventualmente, se il cespo fosse troppo fitto, sacrificate qualche fusticino.
  • Moltiplicazione
    Per semina, nel mese di agosto, in cassette contenenti un miscuglio di terriccio universale, torba e sabbia in parti uguali.
    Mantenete il substrato sempre leggermente umido e riponete la cassetta al riparo, in serra o in un cassone vetrato.
    Quando le piantine avranno raggiunto una dimensione sufficiente per essere maneggiate senza pericolo di danneggiarle, trapiantatele in vasetti singoli di 8 centimetri di diametro e manteneteli al coperto fino a marzo-aprile, quando finalmente le sposterete nel vaso definitivo.
  • Le varietà
    Sono numerosissime e riunite in serie a seconda delle dimensioni dei fiori e del periodo di fioritura.
    Ne citiamo alcune a titolo di esempio: ‘Alpenglow’ (fiori rossi con cuore nero); ‘Bingo Deep Purple’ (viola intenso effetto velluto); ‘Chalon’ (fiori con petali leggermente increspati, in cui si mescolano i colori blu, giallo, arancio, rosso); ‘Coronation Gold‘ (giallo intenso con cuore giallo); ‘Flambé’ (giallo-bronzo con sfumature rosa e albicocca); ‘Jolly Joker’ (viola scuro con centro arancione); ‘Rose Shade’ (viola con il cuore giallo).

 








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