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5 posti impenetrabili della Terra

La Terra è ancora piena di posti impenetrabili.

Non perché remoti, ma perché le persone comuni non ci possono entrare.

Dagli Stati Uniti d’America, al Giappone, Norvegia, India, passando per l’Italia.

Questi cinque luoghi – tra isole proibite, archivi, basi militari e cave sotterranee – sono tra i più impenetrabili del mondo.

Scopriamoli insieme.

1. Archivio segreto - Vaticano

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Nel cuore di Roma, nella Città del Vaticano, c’è una biblioteca speciale: l'Archivio segreto vaticano.

Istituito nel 1612 da papa Paolo V, con la nomina del suo primo custode, Baldassarre Ansidei, contiene documenti dal 8° al 21° secolo, alcuni dei quali “top secret”.

È l’archivio centrale della Santa Sede e conserva tutti gli atti e i documenti relativi al governo della Chiesa universale.

La custodia e la valorizzazione del patrimonio archivistico, al servizio della Sede Apostolica e del mondo della cultura, costituiscono, ormai da quattrocento anni, l’attività propria dell’Archivio Segreto Vaticano, universalmente considerato, per la ricchezza e la varietà delle sue fonti, uno dei centri di ricerche storiche più importanti e celebri al mondo.

Lungo i suoi 85 km di scaffali custodisce più di 35mila testi quali la bolla pontificia (comunicazione ufficiale) di papa Leone X che, nel 1521, ha scomunicato Martin Lutero, il creatore della Chiesa protestante.

Oppure le trascrizioni del processo ai misteriosi Cavalieri Templari, celebrato dalla Chiesa nel 14° secolo.

E ancora: lettere di Alessandro Manzoni, Giacomo Leopardi che nel 1825 chiede d’essere assunto nell’Amministrazione pontificia, Abramo Lincoln che nel 1863 si rivolge a Pio IX chiamandolo “great and good friend” (grande e buon amico), una comunicazione del nunzio apostolico in Belgio che nel 1924 informa la Segreteria di Stato della “morte religiosa” di Giacomo Puccini, ecc..

L'Archivio segreto vaticano non è un luogo del tutto impenetrabile, visto che in 400 anni di esistenza molti cardinali ne hanno percorso i corridoi.

Ma è un posto in cui è comunque difficilissimo entrare. Solo studiosi qualificati possono sperare di camminare in quelle sale.

Prima, però, devono elencare i loro titoli accademici, dire il motivo della visita, mostrare una lettera di presentazione di un istituto di ricerche storiche e infine... sperare che la loro domanda venga accolta.

2. Area 51 - Stati Uniti

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A circa 150 km a nord della città di Las Vegas (Nevada, Usa) si trova una delle basi militari più note e, nello stesso tempo, più segrete del mondo: Area 51.

È più estesa della Sardegna ma nessun civile può entrarci o fotografarla, pena l’arresto immediato, la condanna a 1 anno di prigione e 4.500 euro di multa.

Si suppone che all’interno di questa base ci siano speciali tecnologie, straordinari reperti archeologici e cadaveri e resti alieni.

È così segreta che il governo degli Usa ne ha ammesso l’esistenza solo nel 2003: 48 anni dopo la costruzione. Le leggende che circondano la base nascono dal famoso ‘Incidente di Roswell‘ del 1947.

In quell’anno a Roswell, una cittadina del New Messico, si schiantò un mezzo militare, ma molti appassionati e anche scienziati sono concordi nell’affermare che l’incidente fu causato dall’impatto con un disco volante alieno.

Non è vero ma è un fatto che, dagli Anni ’50 del secolo scorso, nell'Area 51 vengono collaudati armamenti segreti. Per esempio l’aereo-spia U-2 che, quando i satelliti ancora non esistevano, volava ad altissima quota per spiare l’Unione Sovietica.

Per raggiungere quest’immensa area bisogna percorrere una strada sterrata che costeggia tutta la zona montuosa, che, cela la vista che accede alla base. È super protetta da telecamere, satelliti e da aerei,militari,elicotteri.

 

3. Deposito globale di sementi - Norvegia

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Il “Deposito globale di sementi delle isole Svalbard” (Svalbard Global Seed Vault) si trova sull’isola di Spitsbergen, ad appena 1.200 km dal Polo Nord.

La banca sotterranea di semi, chiamata anche Sotterraneo del Giudizio Universale dai media, fu aperta ufficialmente il 26 febbraio 2008, per servire come rete di sicurezza finale per una delle risorse naturali più importanti del mondo.

L’obiettivo è quello di contrastare la perdita della diversità delle colture, ma anche quello di prevenire un eventuale collasso della produzione alimentare globale.

Il presidente della Commissione europea non esitò a definirlo “un giardino dell’Eden ibernato, dove la vita può essere mantenuta in eterno, qualsiasi cosa succeda al mondo”.

La banca è il proprietario dell’edificio e il depositante è il proprietario del contenuto della cassetta, così come il governo norvegese è proprietario dell’edificio mentre le banche del gene lo sono dei semi.

Dal 2008 il deposito protegge dalle catastrofi naturali (inondazioni o siccità) o umane (le guerre) 250 milioni di varietà di semi fondamentali per la vita sulla Terra. Per es. i cereali (frumento, riso e mais), i frutti (la mela e la noce di cocco), i tuberi (la patata) e le verdure.

Il deposito, a prova di terremoto e di bomba atomica, è stato scavato 120 metri dentro una montagna sempre coperta di ghiaccio: il freddo polare delle Svalbard conserverà per migliaia di anni gli speciali pacchetti dei semi.

Nel deposito è difficilissimo entrare. Non solo perché non c’è nessuno che apra la porta ma, soprattutto, perché la sicurezza è degna di una banca. E i permessi per visitarlo sono dati solo a pochi ricercatori o a selezionatori di semi.

4. Santuario di Ise - Giappone

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Il Grande Santuario di Ise, che si trova a circa 1 ora e 30 minuti di treno da Nagoya, è il più sacro dei templi della religione shintoista giapponese, e come tale riceve oltre sei milioni di pellegrini e turisti ogni anno.

Costruito intorno all’anno 690, è formato da oltre un centinaio di templi dedicati ad Amaterasu, la dea del Sole.

Nel tempio pare sia conservato uno degli oggetti più preziosi per i giapponesi: lo specchio sacro di Amaterasu, usato nientemeno che dal primo imperatore giapponese attorno al 600 a.C.

Non lo si sa per certo perché, nel Grande Santuario, può entrare una sola sacerdotessa (secondo la tradizione deve essere parente della famiglia reale giapponese).

Essa è ritenuta intermediaria tra le divinità e i fedeli e che, insieme agli altri sacerdoti shinto, prega per la prosperità nazionale, il benessere del popolo e per la pace in Giappone e nel resto del mondo. Ancora oggi questa carica è tenuta da una rappresentante della casa Imperiale.

E così i cittadini giapponesi, come i visitatori stranieri, possono avvicinarsi solo al primo ingresso della costruzione, riuscendo a vedere così solo il tetto di paglia.

Un’altra cosa strana è che per seguire il precetto scintoista di “morte e rinascita”, il Santuario di Ise viene demolito e ricostruito ogni 20 anni: le prossime demolizione e ricostruzione avverranno nel 2033.



5. Isola di North Sentinel - India

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North Sentinel è un posto da evitare a tutti i costi. Infatti, su quest’isoletta di appena 75 km2 dell’arcipelago delle Andamane (nell’oceano Indiano), gli abitanti sono molto ostili e detestano tutti gli estranei.

Qualche visitatore non ha voluto ascoltare i suggerimenti di starsene alla larga ed è stato convinto a... fare dietro front con tiri di lance e frecce.

Nel 2006 due incauti pescatori raggiunsero North Sentinel e, avvicinandosi troppo alla spiaggia, furono uccisi da alcuni membri della tribù sentinelese.

Gli indigeni di quest’isola, appartengono a una tribù africana arrivata forse a North Sentinel addirittura 60 mila anni fa e che, ancora oggi, vive del tutto separata dal mondo moderno.

Dalle osservazioni aeree pare che si tratti di una popolazione di cacciatori, pescatori e raccoglitori: sembra che non conoscano l’agricoltura e, nonostante le loro abitudini e conoscenze siano mutate col passare dei secoli, è come se fossero fermi all’età della pietra.

I sentinelesi, pochissimo conosciuti e studiati per via del loro pessimo carattere, sono cacciatori e raccoglitori (non coltivano i campi) e vivono in villaggi di capanne nella fitta foresta che ricopre l’isola.

Il territorio apparterrebbe all’India, ma il governo ha rinunciato a far valere i propri diritti, proprio per le violente reazioni degli abitanti.

Agli esploratori, però, ha fatto divieto di avvicinarsi e di fermarsi a tre miglia dall’isola per salvare la propria pelle.

Nel 1964 il governo indiano l’ha dichiarata zona proibita: a chiunque è vietato avvicinarsi a meno di 3 miglia dalla spiaggia.

Tuttavia, nel 1991, accettarono alcune noci di cocco da parte di una spedizione di antropologi e funzionari governativi indiani. Da allora non ci sono stati ulteriori sviluppi.






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