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8 consigli utili per prendere cura del nostro gatto

Una qualità che i gatti possiedono è la capacità di avere un bell’aspetto praticamente in qualsiasi momento del giorno e della notte.

La straordinaria flessibilità di questo animale gli consente di toelettarsi in posti dove noi non ci sogneremmo neppure di poter arrivare.

Tuttavia, per mantenere i nostri gatti in condizioni sempre ottimali ci sono alcune utili strategie con cui possiamo aiutarli. Per esempio, abbiamo gatti con un mantello così lungo e folto da formare nodi?

Aiutiamoli a non diventare rasta! Noi confiniamo i gatti dentro casa, ma non vogliamo che i nostri piccoli predatori si affilino le unghie sui mobili, perciò gliele tagliamo.

Diamo loro cibo prelibato invece che qualche topino, perciò dobbiamo tenere conto del fatto che potrebbero avere qualche problema ai denti.

Ma niente paura: se i nostri piccoli felini vengono abituati sin da piccoli ad accettare di essere manipolati il minimo necessario per la cura generale della loro salute e del loro aspetto, quei momenti possono diventare anche un’occasione per rafforzare il legame tra noi.

Purtroppo non sono sempre rose e fiori per tutti. Vediamo 8 consigli utili per prendere cura del nostro gatto!

 

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1. Toelettatura

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1. PERCHÉ TOELETTIAMO IL NOSTRO MICIO? E COME?

La maggior parte dei gatti trascorre una parte significativa della sua giornata a toelettarsi.
I loro corpi sono incredibilmente flessibili e possono piegarsi per consentire loro di raggiungere tutte le parti del corpo con facilità (anche se purtroppo non è sempre così quando invecchiano).
La lingua del gatto è ricoperta da papille cornee rivolte all’indietro, che si prestano a toelettare il mantello alla perfezione e con efficacia, rimuovendo sporco e peli morti.
Nel mantello di un gatto si riscontrano tre tipi di pelo: sottopelo, pelo di copertura e pelo di guardia.
La maggior parte del mantello (solitamente circa i tre quarti), è costituita dal sottopeIo, mentre il resto è formato dal pelo di copertura; entrambi spuntano e crescono in ciuffetti da singoli follicoli.
Alcuni gatti di razza hanno il mantello formato da diverse proporzioni di questi tre tipi di pelo, e questo li distingue dagli altri.
Questi peli si compattano e vengono evacuati oppure vomitati sotto forma di una pelosa salsiccia marrone sul tappeto del salotto. Non è certo una delle abitudini più piacevoli del gatto.
La toelettatura ha diverse funzioni importanti:
- rimuove i peli morti e liscia il mantello per isolare il corpo con maggiore efficienza;
- sparge sul mantello la saliva che successivamente evapora, regolando la temperatura del corpo nei mesi caldi;
- mantiene il mantello impermeabile stimolando le ghiandole alla base dei peli;
- sparge sul mantello il sebo, che produce, quando esposto alla luce, vitamina D, successivamente ingerita dal gatto;
- sparge l’odore del gatto su tutto il corpo (spesso i gatti si toelettano dopo essere stati toccati o accarezzati, in modo da sentire il sapore di ciò con cui sono venuti in contatto e- ripristinare il proprio odore);
- rimuove i parassiti;
- rafforza i legami sociali quando i gatti si toelettano l’un l’altro.
La toelettatura migliora il tono muscolare e stimola la pelle a produrre oli, dando al mantello una sana brillantezza. Il nostro gatto rimuove da solo una grossa quantità di pelo morto quando si toeletta, ma se prendiamo l’abitudine di spazzolarlo ogni giorno, in particolare quando c’è la muta, possiamo rimuovere gran parte del pelo e prevenire la formazione di palle indigeste nel suo stomaco.
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2. DAVVERO È MEGLIO COMINCIARE QUANDO IL MICIO È PICCOLO?

Sarebbe meglio abituare il gattino a essere toelettato fin da quando è molto piccolo.
Aumentiamo gradualmente il tempo che trascorriamo a toelettarlo finché ci permetterà di farlo senza problemi o magari sarà lui stesso a chiedercelo.
Alla fine il piccolo sarà più che felice di lasciarsi toelettare dappertutto e per lui diventerà parte di una routine quotidiana.
Potrebbe anche opporre resistenza, spingendovi a rimandare continuamente il momento fatidico.
Se il gatto è abituato a essere manipolato sin da piccolo, come abbiamo già detto, sarà anche più facile per il veterinario visitarlo, perché l’animale saprà cosa aspettarsi e non ci saranno brutte sorprese.
In questo modo le visite all’ambulatorio saranno meno stressanti per tutti. Purtroppo a volte è impossibile impedire che si formino nodi nei gatti a pelo lungo.
Se ce ne sono tanti potrebbe essere opportuno rasarli completamente e ripartire con il piede giusto.
A quel punto ci ritroveremo con un bellissimo micio con il pelo solo su coda, testa e zampine finché il mantello non ricrescerà.
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2. Lavare i denti

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3. SI POSSONO LAVARE I DENTI AL GATTO? E COME SI FA?

Il modo migliore per evitare seri problemi dentali al gatto è fare un po’ di profilassi dentale ogni giorno.

La placca e il tartaro possono accumularsi sui denti e portare alla formazione di infezioni ai margini delle gengive. Le gengive con il tempo si ritirano e i denti cominciano a essere instabili.

La pulizia dei denti e le eventuali estrazioni sono effettuate in anestesia generale dal veterinario: si tratta di ablazione del tartaro con gli ultrasuoni, rimozione di denti malati o che si muovono e lucidatura finale.

È  un processo costoso che può essere evitato se cominciamo sin da piccoli e abituiamo il gattino a farsi lavare i denti regolarmente.

Alcune diete con cibo secco affermano di ridurre l’accumulo di placca e tartaro sui denti, ma non possono comunque sostituire un’igiene dentale più diretta. Anche i biscotti e i gel per l’igiene orale sono utili: il nostro veterinario potrà darci consigli in proposito.

Ma attenzione: i denti del gatto sono piccoli e con un normale spazzolino si rischia di grattare le gengive. Cominciamo sempre l’attività quando il nostro micio è rilassato e tranquillo. Iniziamo strofinando delicatamente con l’indice o il medio la bocca del gatto.

Una volta che questo sfregamento verrà accettato, inseriamo con delicatezza il dito nella bocca facendolo scivolare dentro fino al punto in cui il labbro inferiore e quello superiore si uniscono.

Poi muoviamo il dito leggermente avanti e indietro e su e giù lungo il margine della gengiva per far abituare il gattino ai movimenti associati al lavare i denti.

 

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3. Dare lo sciroppo o una pastiglia al nostro micio

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4. POSSIAMO DARE DA SOLI, A CASA, UNO SCIROPPO AL GATTO? COME?

A volte potrà capitare che il nostro veterinario ci prescriva importanti medicine in forma liquida o di sciroppo.
Queste medicine potrebbero essere più accettabili per quei gatti che faticano a prendere le pasticche, ma il gusto è spesso adatto a un paziente pediatrico e i gatti non apprezzano particolarmente cose che sanno, per fare un esempio, di frutta!
In qualche occasione, potremmo anche avere la necessità di somministrare al nostro gatto cibo in forma liquida, perciò è importante sapere come farlo nel modo giusto senza rischiare che gli vada di traverso.
Ecco una guida passo-passo per ridurre al minimo lo stress in questi casi. Controlliamo il dosaggio prima di somministrare il farmaco e scuotiamo la boccetta se necessario.
Se il micio oppone troppa resistenza, verifichiamo se il liquido può essere mischiato al cibo. In questo caso, riscaldiamo leggermente il cibo per esaltarne il sapore e con un po’ di fortuna riusciremo anche a mascherare il gusto della medicina.
In caso contrario sistemiamo il gatto su un tavolo e, parlandogli amorevolmente, posiamo una siringhetta senza ago dietro il canino (sul lato della bocca) e spingiamo.
Se tossisce, interrompiamo l’operazione e abbassiamogli la testa. Una volta che avrà ingerito l’intera dose, diamogli un premietto!
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5. DOBBIAMO DARE UNA PASTIGLIA AL NOSTRO MICIO. COME FACCIAMO? POSSIAMO FARLO SENZA L’AIUTO DEL VETERINARIO?

Partiamo con una buona notizia. È molto più facile somministrare pillole a un gatto abituato a essere toccato intorno alla testa e alla bocca.
Se prendiamo un gattino, facciamo in modo che si abitui proprio a questo. In primo luogo controlliamo se le pasticche possono essere ridotte in polvere, o le capsule svuotate, e il farmaco aggiunto nel cibo.
Alcuni farmaci in capsule perdono il loro gusto amaro se vengono tenuti in frigorifero, perciò consultate il veterinario in proposito.
Scegliamo poi qualcosa di appetitoso e riscaldiamolo un po’, prima di sbriciolare la pastiglia e farne una polpettina. In alternativa si possono usare prosciutto, formaggio morbido, pasta d’acciughe, sardine o tonno.
Se, invece, il farmaco deve essere ingoiato, facciamo in modo che avvenga il più delicatamente e velocemente possibile: meno si tiene fermo un gatto, meglio è.
Incliniamo dolcemente la testolina del gatto all’indietro, favorendo l’apertura della bocca e lasciamo cadere la pasticca sul retro della lingua.
Chiudiamo delicatamente la bocca del gatto e continuiamo a tenergli la testa rivolta verso l’alto per qualche secondo.
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4. Collirio e problemi alle orecchie

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6. AI GATTI SERVE IL COLLIRIO? POSSIAMO METTERGLIELO NOI?

I nostri micioni, per curare una rinite o una brutta congiuntivite possono eccome aver bisogno del collirio.
La pratica non è facile e molto spesso non piace ai nostri piccoli amici di casa. Sono farmaci estremamente efficaci ed è essenziale che il nostro gatto ne riceva la giusta quantità al momento opportuno.
Puliamo prima ogni secrezione intorno all’occhio con un batuffolo di cotone inumidito e teniamo la testa del gatto.
Poi incliniamola un po’ all’indietro e apriamo l’occhio, se necessario, sollevando la palpebra. Applichiamo il numero di gocce stabilito e aspettiamo che il gatto batta la palpebra prima di liberarlo.
Assicuriamoci che la punta del dosatore non tocchi l’occhio. Anche con le pomate è più o meno lo stesso.
Chiudiamo l’occhio del gatto e massaggiamo delicatamente con il pollice e l’indice per spargere la pomata.
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7. SE IL MICIO HA PROBLEMI ALLE ORECCHIE POSSIAMO METTERGLI LE GOCCE?

La pulizia dell’orecchio del gatto si concentra sostanzialmente sulla parte esterna, per evitare spiacevoli conseguenze come la perforazione del timpano o infezioni ai centri dell’equilibrio, perciò non facciamoci tentare dall’idea di utilizzare cotton fioc, o peggio armeggiare nei punti che non potete vedere.
L’orecchio esterno non ha bisogno di troppe presentazioni, spesso è definito anche la “pinna” del gatto per la sua forma a punta, che ricorda appunto le estremità dei pesci.
Per le operazioni più delicate, invece, affidiamoci all’esperto, il veterinario!
Potremmo comunque, a un certo punto della vita del nostro gatto, dovergli applicare gocce o una pomata nelle orecchie, perciò questo è il modo più semplice: conserviamo il prodotto secondo le istruzioni e agitiamo la boccetta se indicato prima dell’applicazione.
Ripuliamo qualunque secrezione dalla superficie esterna dell’orecchio malato con un batuffolo di cotone umido, poi solleviamo leggermente la punta dell’orecchio del gatto e lasciamo cadere il numero richiesto di gocce nell’orecchio.
Massaggiamo l’orecchio per consentire alle gocce di entrare nel canale uditivo. Non dimentichiamoci di ripulire l’orecchio dalle gocce in eccesso.
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5. Le unghie

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8. ACCORCIAMO LE UNGHIE!

Accorciare le unghie al gatto ci aiuterà a proteggere il mobilio e a prevenire graffi accidentali alle persone, ma dovrebbe essere fatto solo a quei gatti tenuti esclusivamente in casa.

Anche qui, se li avremo abituati sin da piccoli l’operazione risulterà più facile. Abituare il gattino a farsi toccare e massaggiare le zampine vi sarà utilissimo quando sarà grande.

Ci sono diversi tipi di tagliaunghie adatti per i gatti. Il taglio deve essere effettuato con delicatezza, per non schiacciare l’unghia e non procurate ferite.

Utilizziamo un tagliaunghie specifico per gatti e piccoli animali con le lame ben affilate. Procediamo in questo modo: scegliamo un momento in cui il gatto è tranquillo e mettiamocelo sulle gambe in modo che sia comodo.

Poi premiamo dolcemente il polpastrello fino a far uscire totalmente l’unghia e vedremo che nell’unghia c’è un tessuto rosa che va dalla base verso la punta dell’unghia.

Si tratta della carne viva che contiene i vasi sanguigni e le terminazioni nervose che, quindi, naturalmente, bisogna evitare di tagliare.

Al gatto potrebbe non piacere questa pratica ma non certo per il dolore che è inesistente come per noi, ma solo per il fatto che non ama essere bloccato.

Perciò non preoccupiamoci se riusciamo a tagliare solo una o due unghie per volta. I gatti raramente fanno danni con le unghie delle zampe posteriori, anche perché le regolano rosicchiandole durante la toeletta.

Se però sono particolarmente lunghe o il nostro gatto, grattandosi, si procura ferite, proviamo a tagliare anche quelle nello stesso modo.

 

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