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Acquari: 5 progetti facili da realizzare

Quali piante e quali pesci posso mettere nel mio acquario?". Questa è senza dubbio la domanda che più spesso il negoziante si sente porre non solo dal neofita, ma anche dall'acquariofilo che, acquisito un minimo di esperienza, vuole dedicarsi a qualcosa di più impegnativo.

Stranamente, la pur abbondante letteratura specializzata è un po' avara di consigli al riguardo, limitandosi in genere a fornire un breve elenco di pesci e piante "facili" con cui cominciare ad avventurarsi in questo meraviglioso hobby.

Volendo rimediare a questa carenza, almeno in parte, oggi vi presentiamo 5 progetti, pensati col criterio dell'acquario "tematico", ossia un acquario che risponda a una ben precisa esigenza. Generalmente si tratta di un "ecosistema" destinato a ospitare una certa specie o un gruppo di specie affini di pesci  e quindi ogni singolo componente dell'acquario (gli altri pesci, le piante, gli arredi, le caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua) è pensato in funzione di quel pesce.

A parte il progetto n. 1, "un misto per cominciare" (il cosiddetto acquario di comunità, in cui si cerca di far convivere senza problemi specie diverse e quindi con differenti esigenze) la maggior parte degli altri 4 "progetti" sono in funzione di pesci scelti tra quelli più popolari tra gli acquariofili e di più facile reperibilità sul mercato.

Ognuno di questi progetti è presentato in forma di scheda tecnica comprendente tutte le indicazioni essenziali per poter allestire un acquario che, oltre che "bello", sia anche equilibrato, funzionale e in grado di dare all'appassionato le meritate soddisfazioni. Vediamoli insieme.

1. Progetto n. 1 - Un "misto" per cominciare

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L'AMBIENTE:
II "primo acquario" consigliato al neofita ospiterà una piccola comunità di pesci robusti e di facile allevamento, insieme a piante di agevole coltivazione.
LA VASCA:
80 x 35 x 40(h) cm.
L'ILLUMINAZIONE:
2 lampade fluorescenti 18/20 W (una "fitostimolante" + una "luce bianca").
IL FILTRAGGIO:
Filtro biologico incorporato lateralmente o posteriormente. Materiali filtranti: lana di perlon, spugna a porosità grossolana (prefiltraggio); elementi ceramici, graniglia lavica, spugna a porosità fine (filtraggio biologico); carbone attivo, zeolite (filtraggio chimico). Pompa: 300 1/h.
IL RISCALDAMENTO:
Termoriscaldatore 75W.
L'ACQUA:
T 24/26° C; pH 7; 4/8° dKH; 10/15° dGH.
IL FONDO:
Sottofondo fertilizzato (materiale minerale, argilla, laterite) ricoperto da ghiaietto siliceo, quarzifero o ceramizzato a granulometria media.
L'ARREDAMENTO:
Rocce non calcaree (lava, ardesia, quarzo, zeolite, ecc).
PIANTE:
Sagittaria spp., Echinodorus tenellus, Lobelia cardinalis, Cryptcoryne wendtii (1° piano); Ceratopterìs thalictroides, Anubias barteri, Cardamine lyrata, Hygrophila difforrnis (protagoniste); Limnophila spp., Vallisneria spp., Cabomba caroliniana (sfondo).
PESCI:
Xiphophorus spp. (Platy e Portaspada, tutte le varietà), Barbus spp. (specie di piccola taglia come cummingi e oligolepis)), Brachydanio rerio, Trichogaster trichopterus, Corydoras aeneus, C. paleatus, Crossocheilus siamensis, Poecilia reticulata (Guppy), Colisa Mia.

Guppy (nella foto): probabilmente il pesce d'acquario più noto e diffuso al mondo è il Guppy (Poecilia maculata), un Pecilide originario del Venezuela e isole limitrofe così chiamato in onore del reverendo John L Guppy che fu tra i primi a scoprirlo nelle acque dell'isola di Trinidad.
Le femmine si distinguono facilmente, oltre che per la taglia maggiore (5/6 cm contro i 2/3 cm dei maschi), per la livrea più scialba, le pinne più ridotte e l'assenza del gonopodio (pinna anale modificata in organo copulatore).
Il Guppy è un pesce ideale per piccole vasche (da 30/40 litri in su), con acqua mediamente dura e alcalina e T 22/26° C. Gradisce molto la presenza dì piante come Egeria, Ceratophyllum e Myriophyllum, che possono costituire anche un ottimo rifugio per gli avannotti in assenza di una "sala parto".
I maschi sono instancabili "amatori" che non danno tregua alle femmine con cui cercano continuamente di accoppiarsi, è perciò consigliabile non acquistare questo pesce a coppie bensì in gruppetti formati da nuclei di un maschio e due/tre femmine.
Sconsigliata la convivenza con specie che spesso si accaniscono (danneggiandole) sulle magnifiche pinne dei maschi, come Barbus tetrazona, Cymnocorymbus ternetzi e Betta splendens. La longevità media in acquario di questo pesce è di 2/3 anni. Il Guppy è di "bocca buona" e accetta tutti i tipi di mangime.

Pesci di fondo, gli "spazzini": Con i termini di "spazzino" o "pesce pulitore" gli acquariofili sono soliti indicare familiarmente tutti quei pesci che, muniti di corti barbigli intorno alla bocca, "razzolano" sul fondo in cerca di particene commestibili tra detriti di ogni genere.
Molto adatti all'acquario di comunità sono i piccoli "pesci gatto" del genere Corydoras (come C. aeneus e C. paleatus, di cui si trovano in commercio anche esemplari albini) e i Cobitidi del genere Botia, in particolare B. macracanthus. Contrariamente a molti altri pulitori di costumi notturni, corydoras e Botia sono attivi anche di giorno, soprattutto quando viene somministrato il cibo.
Possono convivere anche con piccoli pesci come Neon e Platy, non danneggiano in alcun modo le piante né sconvolgono il fondo. E' sempre preferibile allevare questi pesci in piccoli gruppi anziché solitarl o in "coppia" (tra l'altro è assai difficoltoso riconoscere i sessi), in tal modo manifestano un comportamento più vivace e naturale, restando di rado nascosti.
Oltre agli avanzi di cibo degli altri pesci, è opportuno fornir loro del nutrimento supplementare, in particolare mangime in compresse per pesci di fondo. Le specie del genere Botia (soprattutto B. macracanthus) sono attive cacciatrici di "lumachine", particolarità molto apprezzata dagli acquariofili che usano questi pesci come "arma biologica" per liberare i propri acquari dai fastidiosi molluschi.

2. Progetto n. 2 - Un acquario per lo Scalare

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L'AMBIENTE:
Uno dei pesci più popolari in acquariofilia, lo Scalare, vive in natura lungo le rive tranquille del bacino amazzonico, preferendo le zone a canneti ricche di vegetazione palustre e sommersa.
LA VASCA:
120 x 50 x 60(h) cm.
L'ILLUMINAZIONE:
3 lampade fluorescenti 30/36 W (una "fitostimolante" + una "bianca" + una "calda").
IL FILTRAGGIO:
Filtro biologico incorporato come progetto N° 1, con torba al posto del carbone e pompa 600/800 1/h.
IL RISCALDAMENTO:
Termoriscaldatore 300 W meglio se accoppiato a un cavetto termico a basso voltaggio sotto la sabbia.
L'ACQUA:
T 24/28° C; pH 6,5/7,2; 4/8° dKH; 10 - 15° dGH.
IL FONDO:
Sottofondo fertilizzato ricoperto da sabbia fine non troppo chiara né scura (policroma).
L'ARREDAMENTO:
Radici e legni di savana e torbiera, canne di bambù, quarzi e rocce non calcaree.
PIANTE:
Lobelia cardinalis, Cryptocoryne wendtii, Anubias nana, Lilaeopsis novaezelandiae, Micranthemum umbrosum, (1° piano); Hygrophila difformis, H. polysperma, Ludioigia spp., Echinodorus bleheri (protagoniste);Vaffisneria spp., Cabomba spp., Hygrophila corymbosa, Limnophila spp., Heteranthera zosterifolia, Najas spp., (sfondo).  Consigliabile inoltre la presenza di piante nastriformi (Vallisneria, Crinum) tra le canne.
PESCI:
Pterophyllum scalare nelle sue innumerevoli varietà, eventualmente associabile a molti Caracidi (Hemigrammus spp., Paracheirodon spp., Moenkhausia spp., ecc), vari Corydoras, Ancistrus, Otocinclus, ecc.
CONSIGLI:
Acquistare gli Scalari in giovane età (gruppetto di almeno 5/6 esemplari), lasciando che col tempo le coppie si formino spontaneamente. Introdurre i Caracidi più piccoli (come Neon e Cardinali) contemporaneamente ai giovani Scalari, che crescendo non li attaccheranno; viceversa, Scalari adulti possono divorare piccoli Caracidi appena introdotti. Nutrire gli Scalari con cibi sostanziosi, come mangimi granulati, mangimi liofilizzati e surgelati. Disturbare il meno possibile le coppie in riproduzione.

Lo Scalare (nella foto): quella dei Ciclidi è una delle più numerose famiglie di pesci, annoverando oltre un migliaio di specie conosciute. I Ciclidi sono dei veri beniamini degli acquariofili, non solo per la bellezza di molte specie ma anche e soprattutto per l'interessante comportamento riproduttivo: tutti, infatti, praticano cure parentali consistenti nella sorveglianza e nella difesa della prole fino alla sua emancipazione.

Lo Scalare [Pterophyllum scalare) è sicuramente il Ciclide più popolare in acquariofilia. Originario del bacino amazzonico, è da decenni riprodotto regolarmente in cattività al punto che gli esemplari selvatici in commercio sono divenuti una vera rarità.

La colorazione originaria zebrata è stata man mano affiancata da innumerevoli varietà selezionate dagli allevatori, tra cui le più apprezzate sono la nera, la marmorata e la dorata; molto belle anche le varietà "pinne a velo". Oggi lo Scalare è un pesce consigliabile anche al principiante.

Accetta tutti i mangimi secchi e liofilizzati, come gli altri Ciclidi è però indispensabile che la sua dieta sia completata da cibi surgelati efreschi (artemie, chironomi, cuore di bue, eco. Conviene partire da un gruppetto di almeno 5/6 giovani individui per consentire la formazione spontanea di una coppia che spesso resta unita per tutta la vita, riproducendosi con regolarità.

Se introdotti fin dall'inizio, è senz'altro possibile tenere in compagnia dei giovani scalari anche piccoli pesci di branco come Neon, Cardinali, Rasbore, ecc.; è invece piuttosto rischioso introdurre questi pesciolini in acquario in cui vivano già degli Scalari adulti, che potrebbero scambiarli per gustoso... cibo vivo!

Lo Scalare si riproduce facilmente in acquario, la maggiore difficoltà consiste nel disporre di una coppia ben affiatata e assortita, che porti avanti con scrupolo la cura delle uova (deposte su qualunque superficie liscia verticale o inclinata, dalle grosse foglie di piante alle stesse pareti della vasca) e degli avannotti.

Questi ultimi richiedono una dieta sostanziosa evariata per poter crescere bene, in particolare è indispensabile nutrirli con cibo vivo (naupli di artemia, soprattutto) per almeno un paio di settimane dopo il riassorbimento del sacco vitellino, che avviene 2/3 giorni dopo la schiusa.

3. Progetto n. 3 - Un acquario per i Pecilidi

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L'AMBIENTE:
L'acquario è dedicato principalmente ai Pecilidi, pesci originari del continente americano e assai popolari tra gli acquariofili per robustezza, varietà di forme e colori e, soprattutto, per la facilità con cui si riproducono in cattività (sono tutti ovovivipari, le femmine cioè partoriscono piccoli già autosufficienti). Proprio per far posto ai "nuovi arrivi" che presto allieteranno l'acquario, conviene prevedere una vasca di buona ampiezza, pur trattandosi di pesci allevabili anche in spazi relativamente esigui.
LA VASCA:
100 x 40 x 50(h) cm.
L'ILLUMINAZIONE:
2/3 lampadefluorescenti25/30 W (una "fitostimolante" + una /due "luce bianca").
IL FILTRAGGIO:
La presenza quasi continua di pesciolini appena nati (avannotti) consiglia l'uso, per questo acquario, di due filtri a spugna (tipo "Brillant Filter"), azionati da un unico aeratore da almeno 200 I/he collocati agli angoli opposti della parete posteriore della vasca. Con questi filtri non c'è pericolo che gli avan- notti vengano aspirati dal flusso dell'acqua.
IL RISCALDAMENTO:
Termoriscaldatore 150 W.
L'ACQUA:
T 24/26° C; pH 7,0/7,5; 5/10° dKH; 10/20° dGH.
IL FONDO:
Sottofondo fertilizzato (materiale minerale, argilla, laterite) ricoperto da ghiaietto siliceo, quarzifero o ceramizzato a granulometria media.
L'ARREDAMENTO:
Rocce non calcaree (lava, ardesia, quarzo, zeolite, ecc).
PIANTE:
Lobelia cardinalis, Cryptocoryne wendtii, Anubias nana, Lilaeopsis novae zelandiae, Micranthemum umbrosum, (1° piano); Hygrophila difformis, H. polysperma, Ludioigia spp., Echinodorus bleheri (protagoniste);Vaffisneria spp., Cabomba spp., Hygrophila corymbosa, Limnophila spp., Heteranthera zosterifolia, Najas spp., (sfondo)
PESCI:
Xiphophorus spp., (Platy e Portaspada, tutte le varietà); Poecilia reticulata (Guppy); Poecilia spp., (Molly); Aljaro cultratus, Phalloceros caudimaculatus, Limia nigrofasciata.

I Molly (nella foto): un gruppo di Pecilidi molto apprezzato in acquariofilia è quello dei "Molly", nome derivato dal genere Mollienisia cui questi pesci erano ascritti in passato. Le specie più note e diffuse in commercio sono Poecilia latipinnae P. velifera, originarie dei corsi d'acqua dolce e nelle lagune salmastre dell'America centrale. Al solito numerose sono le varietà di forma e colorazione di queste specie selezionate in acquario: la più nota e comune in commercio è completamente nera ("Black molly"), diverse altre sono le varietà cromatiche ("oro", "argento", "cioccolato", ecc ).

Oltre al solito gonopodio, in questi Pecilidi il maschio possiede generalmente una pinna dorsale assai più sviluppata della femmina, che viene eretta in tutto il suo splendore durante il corteggiamento o nelle contese con altri maschi. I Molly sono più vegetariani degli altri Pecilidi e, oltre a mangimi con base vegetale, gradiscono molto "brucare" le alghe che crescono su rocce e vetri.

I Molly sono molto prolifici e per giunta poco aggressivi nei confronti dei loro avannotti, contrariamente alla maggioranza degli altri Pecilidi: in acquario, la presenza dei piccoli viene solitamente tollerata dagli adulti senza episodi di "cannibalismo", malgrado la notevole differenza di taglia e la completa assenza di cure parentali.

La famiglia dei Pecilidi comprende i pesci più popolari in acquariofilia. Tutte le oltre 150 specie sono ovovivipare: sviluppo e schiusa delle uova, cioè, avvengono dentro il corpo materno (di solito nell'ovidotto), contrariamente alla maggioranza degli altri pesci, perciò, le femmine non depongono uova bensì partoriscono direttamente avannotti già autosufficienti.

Perché ciò sia possibile la fecondazione deve essere interna: la pinna anale del maschio è quindi modificata in organo riproduttore (gonopodio) mediante il quale avviene il trasferimento degli spermi nell'ovidotto. La riproduzione in acquario di questi pesci è semplicissima: esistono in commercio delle apposite "sale parto" galleggianti in cui isolare le femmine gravide (la gestazione dura in media da 2 a 4 settimane), facilmente riconoscibili per il ventre rigonfio.

Veri beniamini degli acquariofili sono i Platy e i Portaspada, che insieme compongono il genere Xìphophorus. I primi devono il loro nome al vecchio genere Platypoecilus, sotto cui erano classificati in passato. Tutti gli esemplari reperibili in commercio derivano dalle forme selvatiche di due specie: Xiphophorus maculatus e X. variatus.

Accettano ogni tipo di mangime, sia in fiocchi (con base vegetale) che liofilizzato e surgelato (molto gradite le larve di zanzara e i chironomi). Vista la grande esuberanza dei maschi (peraltro comune a tutti i Pecilidi), è consigliabile allevarli non in coppie bensì in gruppetti formati da un maschio e due/tre femmine.

Le forme selvatiche, diffuse nelle piccole raccolte d'acqua poco profonde del Centro America (dal Messico all'Honduras), sono ormai quasi introvabili in commercio. Lo stesso vale per le numerose varietà selvatiche dei Portaspada (Xiphophorus helleri la specie più allevata in acquario), diffuse nello stesso areale ma con maggiore preferenza per i corsi d'acqua a corrente piuttosto rapida. Il nome comune è dovuto allo sviluppo dello "spadino" caudale nei maschi, assai più marcato che nei Platy.

4. Progetto n. 4 - Un acquario per i ciclidi del Malawi

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L'AMBIENTE:
I Ciclidi dell'immenso lago Malawi (grande quanto la Lombardia e la Liguria messe insieme!) sono tra 1 più richiesti dagli acquariofili, grazie non solo all'interessante comportamento ma anche alla magnifica livrea che ha ben poco da invidiare a quella dei più variopinti pesci corallini. L'ambiente del Malawi più conosciuto e popolato dalle specie più belle e senza dubbio quello dei litorali rocciosi, situato a pochi metri di profondità.
LA VASCA:
150 x 60 x 60(h) cm.
L'ILLUMINAZIONE:
4 lampade fluorescenti 36/40 W (una "fitostimolante" + una "bianca" + una "calda" + una "attinica" o blu).
IL FILTRAGGIO:
V. progetto N° 1, con pompa da 1000 1/h. In alternativa: filtro rapido esterno da 15001/h, o filtro percolatore con volume di filtraggio pari ad almeno il 10% di quello dell'intera vasca.
IL RISCALDAMENTO:
2 termoriscaldatori da 200 W.
L'ACQUA:
T 24/26°C; pH 7,8; 6/8° dKH; 6/15° dGH.
IL FONDO:
Sabbia silicea o ghiaietto policromo (o ceramizzato) di granulometria piccola-media.
L'ARREDAMENTO:
Rocce di varie forme e dimensioni, preferibilmente non calcaree.
PIANTE:
Non necessarie in quanto pressoché assenti da questo biotopo. Importante piuttosto un buon sviluppo di alghe sulle rocce e sui vetri secondari.
PESCI:
Varie specie dei generi Pseudotrapheus, Melanochromis, Cynotìlapìa, Làbeotropheus, Labidochromis.
CONSIGLI:
Mantenere l'acqua sempre limpida e ben ossigenata, pulire regolarmente il fondo. Acquistare i Ciclidi in giovane età, mantenendo un rapporto per ogni specie di un maschio per due/tre femmine. Nutrire i pesci prevalentemente con cibi surgelati (composti per Ciclidi "alghivori", artemie), verdure, mangimi secchi a base di alghe.

Gli "M'Buna" del Malawi (nella foto): i Ciclidi del Malawi più diffusi in acquariofilia appartengono al gruppo dei cosiddetti "M'- Buna", termine indigeno entrato nell'uso corrente per designare Ciclidi tipici dei litorali costieri rocciosi e ciottolosi, dove si nutrono "brucando" la copertura algale del fondo (ricca anche di microrganismi animali) e catturando piccoli invertebrati bentonici. Malgrado il loro successo commerciale, gli M'Buna non sono certo pesci adatti agli acquari più diffusi, cioè quelli "misti" o di comunità.

Piuttosto territoriali e aggressivi tra loro, vanno ospitati in grandi vasche (minimo 200 I), arredate quasi esclusivamente con rocce di tutti i tipi, disposte in modo da formare numerosi anfratti e nascondigli. L'acqua sarà sempre limpida e ben ossigenata, indispensabile un ottimo filtraggio e regolari cambi parziali dell'acqua.

Questi Ciclidi mangiano un po' di tutto, è bene però non far mai mancare loro del mangime secco a base vegetale o alghe secche (spirulina). In commercio si trovano soprattutto specie dei generi Làbeotropheus, Melanochromis e Pseudotropheus, di taglia massima raramente superiore ai 12 cm. Di alcune (come Pseudotropheus zebra) si conoscono numerose "razze" sia selvatiche che d'allevamento, una più bella dell'altra e talmente diverse tra loro da sembrare specie distinte!

Il dimorfismo sessuale è in genere abbastanza marcato: avolte maschio efemmina hanno livree completamente diverse, quasi sempre comunque i maschi si distinguono per la presenza, sulla pinna anale, di ocelli colorati più grandi, più netti e numerosi che nelle femmine. Contrariamente a molti altri Ciclidi, gli M'Buna non formano mai coppie fisse, trattandosi di pesci poligami i cui maschi dominanti formano veri e propri "harem" di femmine con cui si accoppiano di volta in volta.

Il maschio attira la femmina in una buca appositamente scavata sul fondo o su una roccia piatta appartata, dove ha luogo l'accoppiamento. Man mano che le uova vengono deposte e fecondate, la femmina le raccoglie in bocca, dove le trattiene per tutta la durata dell'incubazione, fino alla schiusa e all'emancipazione degli avannotti, che vengono perciò "sputati" fuori solo quando ormai indipendenti, in un grande acquario "roccioso" dedicato a questi Ciclidi non è raro che qualche avannotto riesca a sfuggire alla voracità degli adulti e ad inserirsi stabilmente nel gruppo.



5. Progetto n. 5 - i "famigerati" Piranha

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L'AMBIENTE:
Buona parte dello sconfinato bacino amazzonico è popolata dai ben noti "Piranha", di cui soprattutto le specie carnivore (sottofamiglia dei Serrasalmidi) godono di una sinistra fama e sono anche per questo ricercate dagli acquariofili. I Piranha preferiscono le anse tranquille, i canali a corso lento che si snodano nella foresta, nonché le zone inondate della foresta amazzonica.
LA VASCA:
150 x 60 x 60(h) cm.
L'ILLUMINAZIONE:
2 lampade fluorescenti 36/40 W (una "fitostimolante" + una "calda").
IL FILTRAGGIO:
V. progetto N° 1, con pompa da 1000 1/h. In alternativa: filtro rapido esterno da 1500 1/h.
IL RISCALDAMENTO:
2 termoriscaldatori 200 W.
L'ACQUA:
T 24/26° C; pH 7; 4/6° dKH; 10/15° dGH.
IL FONDO:
Sottofondo fertilizzato (materiale minerale, argilla, laterite) ricoperto da ghiaietto siliceo, quarzifero o ceramizzato a granulometria media.
L'ARREDAMENTO:
Legni di savana e torbiera, cortecce di sughero (evitare rocce con spigoli taglienti).
PIANTE:
Echinodorus spp., Heteranthera zosterifolia, Cabomba spp., Anubias spp., Ceratoperis thalictroides, Ludwigia spp.
PESCI:
Varie specie del genere Serrasalmus, evitare la coabitazione con altri pesci.
CONSIGLI:
Filtraggio molto potente, con frequenti e regolari cambi parziali dell'acqua. I giovani devono essere nutriti più volte al giorno con cibo vivo e surgealto (tubifex, lombrichi, chironomi, strisce di carne bovina, pesciolini, gamberetti, ecc), gli adulti almeno una/due volte al giorno con pesci interi o a pezzi, gamberi, carne trita, ecc. In caso di assenza prolungata, occorrerà fornire ai Piranha un'adeguata "riserva" di cibo vivo (pesciolini, gamberetti) per i giorni a venire.

I Piranha (nella foto): la famiglia dei Serrasalmidi è affine ai Caracidi e anch'essa è largamente diffusa in Sud America, in particolare nel bacino amazzonico. Alcune specie vegetariane raggiungono dimensioni imponenti (un metro di lunghezza e oltre 10 kg di peso!) e vengono pescate a scopo alimentare, più ricercate dagli acquariofili sono invece quelle carnivore, ovvero i "famigerati" Piranha e, in particolare, il "Piranha rosso" (Serrasalmus nattereri).

Questa specie è regolarmente riprodotta in cattività ed è facilmente reperibile in commercio con giovani esemplari sui 3/4 cm, di colore argenteo, molto graziosi ma già piuttosto voraci. Di crescita molto rapida, da adulti raggiungeranno i 30 cm di lunghezza. È consigliabile acquistarne fin dall'inizio un gruppetto di 6/8 esemplari, rassegnandosi a qualche perdita durante lo sviluppo in quanto i soggetti più piccoli e deboli finiscono inesorabilmente divorati dagli altri.

Il filtraggio deve essere molto potente, con regolari cambi parziali dell'acqua. È importante disporre tane e nascondigli sul fondo, realizzati con radici e tronchi, evitando rocce taglienti contro cui i pesci potrebbero ferirsi: i Piranha, infatti, malgrado la fama di "duri" sono timidi e ipersensibili, spaventandosi facilmente per un nonnulla.

Poche e robuste piante, anche galleggianti per attenuare l'intensità dell'illuminazione. I giovani devono essere nutriti più volte al giorno con cibo vivo e surgelato (tubifex, chironomi, piccoli lombrichi, strisce di fegato e cuore di bue, polpa di pesce e di gambero, ecc), gli adulti almeno una volta al giorno con pesci interi o a pezzi, gamberi, carne magra, ecc.






Note

BREVE GUIDA PER LA LETTURA DEI VARI ELEMENTI DI CIASCUNA SCHEDA:

La vasca: viene suggerita una vasca di dimensioni ottimali per realizzare il progetto di acquario proposto. Ciò non vuoi dire, naturalmente, che non si possa allestire un acquario più grande o più piccolo, o di uguale capacità ma con dimensioni diverse, ottenendo ugualmente buoni risultati.

L'illuminazione: viene considerato l'impianto di illuminazione più comune in acquario, ovvero quello con lampade fluorescenti (tubi al neon), di spettro e tonalità diversi secondo le necessità. Va ricordato che la potenza (o "wattaggio") di una lampada è direttamente correlata alla sua lunghezza; sono state quindi scelte lampade della massima lunghezza (= potenza) consentita dalla vasca proposta.

Il filtraggio: il filtro è un po' il "cuore" dell'acquario, contribuendo a mantenere l'acqua sempre idonea alla vita di pesci e piante. Esistono in commercio numerosi modelli di filtri, noi ci siamo limitati a citare i più comuni e funzionali, dunque i più adatti al neofita: il "biologico" (o filtro batterico a scomparti) innazitutto, incorporato lateralmente o posteriormente alla vasca; il "filtro rapido", o a circolazione forzata, interno o esterno; in casi particolari anche i filtri interni a spugna ("Brillantfilter" e simili), che hanno il vantaggio di non aspirare pesci molto piccoli come gli avannotti. 

Il riscaldamento: i termoriscaldatori - ovvero riscaldatori a provetta con termostato incorporato - costituiscono il metodo più sicuro ed economico per riscaldare un acquario tropicale. Nel consigliare la potenza (in watt) più adatta, abbiamo considerato circa un watt per litro di capacità della vasca, potenza generalmente sufficiente a portare l'acqua alla temperatura suggerita in un appartamento riscaldato durante l'inverno. 

L'acqua: sono stati presi in considerazione i principali parametri chimico-fisici: la temperatura (T°C), l'acidità (il pH), la durezza carbonatica (°dKH), e la durezza totale (°dGH). La prima è misurabile con un semplice termometro per acquari, gli altri parametri si misurano agevolmente con gli appositi test in vendita nei negozi specializzati. 

Il fondo e l'arredamento: ogni acquario si può arredare secondo gusto personale, senza però sottovalutare le esigenze degli organismi ospitati. I materiali suggeriti sono tutti in vendita nei negozi specializzati e si possono utilizzare senza necessità di lavaggio e sterilizzazione se escono da una confezione sigillata.

Le piante: nel suggerire le piante per ciascun progetto di acquario viene precisato quali sono quelle più adatte per il fondo, per il primo piano, le piante protagoniste e, quando è il caso, quelle galleggianti.

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