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Cani di piccola taglia: le razze più adatte per tenerli in casa

Continuiamo il nostro viaggio nel magico mondo dei cani e oggi parleremo in particolare di 5 cani di piccola taglia.

I cani di piccola taglia sono diventati estremamente popolari e gettonati per diversi motivi. Innanzitutto possono essere trasportati ovunque e stare sempre con noi, in qualsiasi luogho vogliamo visitare. Tutte le compagnie aeree consentono, in genere, il trasporto di cani e altri piccoli animali, anche se ciascuna compagnia adotta regole diverse, per cui prima di metterci in viaggio è sempre opportuno informarsi.

Piu in particolare, tutte le compagnie aeree consentono che i cani di piccola taglia viaggino al nostro fianco, in cabina, purché custoditi in gabbie col fondo impermeabile (il classico trasportino per intenderci). Tali gabbie devono avere dimensioni adeguate per consentire ai cagnolini di muoversi comodamente ma non devono essere superiori a 70x30x50 cm .

Di solito viene considerato un cane di piccola taglia quando la lunghezza del suo corpo non supera i 60 cm. Se invece il peso del nostro cane più quello del contenitore supera i 10 kg, l'animale dovrà viaggiare nella stiva. Queste regole di trasporto gratuito di cani di piccola taglia ed altri piccoli animali domestici da compagnia, valgono anche per il viaggio nella prima e nella seconda classe di tutte le categorie di treni.

In secondo luogo, i nostri amici di piccola taglia richiedono poco spazio e generalmente stanno bene persino in case e appartamenti angusti (abbiamo parlato di cani da appartamento in questo articolo). Ma soprattutto, questi piccoli amici sono assolutamente adorabili!  Cosa vogliamo di più?

Una piccola (ma importante) raccomandazione: se state pensando di adottare un cane di razza piccola solo perchè vi sembra un peluche carino, tenero da coccolare, probabilmente fareste bene a riflettere attentamente prima di decidere perchè, spesso, quello che manca in statura, a questi adorabili piccoli cagnolini, viene compensato in arroganza e prepotenza. Senza ombra di dubbio i cani di piccola taglia sono adorabili ed irresistibili (alcune razze sono tra i cani più intelligenti), ma non tutti gli animali che appartegongono alle razze piccole hanno una personalità mite. Esattamente come le persone, anche loro sono dotati di personalità diverse, quindi prima di adottare il vostro piccolo, simpatico compagno di vita, è una buona idea informarsi  esattamente se è compatibile con le vostre esigenze e il vostro stile di vita.

Il carattere di un cane è più facile da valutare per i cani di razza: di loro conosciamo lo standard (caratteristiche fisiche) e le linee guida del carattere che hanno (anche se poi ogni cane ha una sua personlità). Esistono un'infinità di piccole razze tra cui scegliere, ognuno con un mix di potenziali pro e contro. 

Se non si è affascinati in modo particolare dall'aspetto esteriore o dal carattere di una determinata razza, prima di prendere un cane, è consigliabile fare una visita al canile della vostra città. Là si possono trovare cani bisognosi di ogni taglia ed età. In più, i volontari del posto saranno felici nel consigliarvi il cucciolo che da adulto resterà di piccola taglia!

E ricordate: TUTTI i cani sono esseri meravigliosi che vi daranno tanto amore, per cui trattateli sempre con il massimo riguardo!

1. Welsh Corgi

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Il Welsh Corgi, tutti lo sanno, è il cane della Regina d'Inghilerra. Certamente le preferenze di Elisabetta II hanno contribuito alla sua notorietà in patria e all'estero.

E' un cane di piccola taglia, campagnolo, rustico, di origine gallese, cane da lavoro e ammirevole amico dell'uomo. Conviene dimenticare i suoi attributi aristocratici e rivolgere l'attenzione alle sue pregevoli origini di cane da pastore, di cui esistono 2 tipi, il Pembroke e il Cardigan.

Questo piccolo diavolo di cane, probabilmente cugino degli antenati del Terrier Tedesco e del Bassotto, avrebbe seguito i Celti nelle migrazioni verso le montagne del Galles 1200 anni prima della nostra era. Svolgeva egregiamente importanti ruoli: custodiva gli accampamenti, assicurava la protezione delle donne e dei bambini, ma soprattutto vegliava sulle preziose greggi.

Troppo piccolo per essere in grado di battersi veramente, serviva come "allarme", al minimo rumore sospetto, che avvertiva grazie al suo udito finissimo e alla sua predisposizione alla guardia. L'attidudine a condurre il bestiame gli fece conquistare una notevole reputazione, tanto che, nel X secolo, il re Howel il Buono decise di punire con con un'ammenda di 4 pences chiunque avesse ucciso volontariamente un cur, o curre, ovvero un cane da lavoro. Non serve cercare lontano l'origine del nome Gorgi, perchè in gallese, piccolo cane da lavoro si diceva cur-gi.

A partire dal XI secolo, le razze scandinave furono interessate nell'evoluzione del Corgi, attraverso le incursioni vichinghe. Quando i drakar toccavano terra, ne usciva sempre qualche Buhund o Vallhund per accoppiarsi con i Corgi già esistenti sul posto. Si dice anche che abbiano ricevuto più tardi l'apporto di altre razze, in particolare del Colley a pelo corto e del Sealyham-Terrier. 

Nel 1933, il duca di York, futuro Giorgio V, offrì un Pembroke a ognuna delle sue figlie, quindi anche a Elisabetta. La sorte del Welsh Corgi era allora fissata: promesso a un avvenire europeo, poi mondiale.

Rustica è l'aggettivo che meglio qualifica questa razza canina. Pertanto, questo solido piccolo campagnolo si distingue in città.. per il fatto che non attira l'attenzione. Il Corgi, infatti, ha saputo adattarsi in modo esemplare alla vita cittadina e sa apprezzare la moquette degli appartamenti tanto quanto la paglia delle scuderie. Dotato di un carattere da pastore, il Corgi è prima di tutto di indole franca e retta. Molto equilibrato, sa intrattenere con i propri padroni dei rapporti di sana amicizia.

Placido o coccolone a seconda del momento, è il compagno ideale per le persone calme e socievoli. Senza reclamare, attenderà pazientemente la sua passeggiata, poi saprà camminare per delle ore a fianco del suo padrone. Si può portare fuori senza paura, tanto più che è gentile con i suoi consimili, anche se a volte tiene a mostrare loro che è lui il più forte. E' un cane molto intelligente, obbediente e polivalente che saprà sorprendervi.

2. West Highland White Terrier

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Come quella di tutti i terrier scozzesi, la storia antica del West Highland White Terrier è piuttosto oscura. Attualmente adulato dalla pubblicità e oggetto di una moda appassionata, è stato in passato razza riservata a pochi. 
Questo bianco Terrier ha un passato più lontano, che molti sembrano voler dimenticare: quello di un rude cacciatore scozzese di piccoli roditori.

Le prime tracce scritte dell'esistenza dei Terrier scozzesi si trovano probabilmente in diversi autori de XVI secolo (Johannes Caius e Turberville, per esempio), che fanno menzione dei Terrier del Nord e descrivono un tipo di cani corti sulle zampe, dal pelo duro, che cacciavano la volpe e il tasso sotto terra. Nel 1774 Oliver Goldsmith parla di un Terrier di piccola taglia, fornito di un coraggio eccezionale a tutta prova e dalla voce chiara e allevato sia da nobili che da contadini.

Piano piano la reputazione di questi cani coraggiosi aveva da molto superato da molto i confini delle terre natali. Lo testimoniano le precauzioni che prese Giacomo I d'Inghilterra (Giacomo VI di Scozia) quando volle inviare come regale omaggio sei Terrier bianchi di Argyll. I cani furono imbarcati su vari battelli (nel caso che uno affondasse). Il fortunato destinatario non era altri che Enrico IV!

Il West Highland è un gran signore nel suo formato ridotto. Questo è rapidamente il ritratto di questa razza. Piccolo lo è, ma senza concessioni. E, se la sua sagoma non gli permette di imporsi fisicamente, colma questa mancanza con un carattere di fuoco che spaventa i più tarchiati con la sua determinazione e il suo coraggio. Adottarlo senza conoscerlo potrebbe rivelarsi un'idea disastrosa perchè questo diavolo deve avere un padrone all'altezza.

Anzitutto ha un temperamento attivo. Un po' buffone, non fa niente come gli altri, e il semplice fatto di guardarlo vivere è già uno spettacolo. In casa conosce qualunque angolino, ciascun piccolo dettaglio domestico che può trasformare in un gioco appassionante, e percorre il suo dominio con fierezza e fiducia. Non se ne parla nemmeno di passare il pomeriggio a farsi vezzeggiare. Il West Highland White Terrier  è un cane, non un giocattolo, e non esita a ricordarcelo. Coltiva una certa indipendenza e rimane sulle sue. E' un grande cane volontario travestito da piccolo innocente.

L'aspetto coraggioso e un poco testardo del West Highland White Terrier non deve far dimenticare le sue grandi capacità di affezionarsi e di attaccarsi al suo padrone, a condizione che quest'ultimo si faccia rispettare. Sotto le sue velocità da bolide, il Westie nasconde un grande vuore bisognoso d'amore.

Il West Highland White Terrier possiede una buona socievolezza con gli altri cani, ma non può nascondere la sua forte personalità, come dimostrerà se si imbatte in un grosso cane. Infatti, non esita ad attaccare il suo avversario
con una stupefacente sicurezza. Abbastanza dominante di natura, sottomette spesso dei cani più grossi di lui con la sua autorità. Riassumendo: è pieno di charme fin tanto che non ci si permette di contrariarlo.

Il altri tempi esclusivamente cane da campagna, il Westie diviene al giorno d'oggi una delle razze favorite dei cittadini per il suo esiguo ingombro e del suo carattere rustico e giocoso. Beninteso, non si deve assolutamente confinare in spazzi esigui dandogli come unico esercizio le sue tre passeggiate igieniche quotidiane. Lui sarà felice con delle uscite regolari in uno spazio verde, abbastanza lunghe.

Irresistibile con la sua andatura vivace, accattivante per il suo carattere indipendente ma affettuoso, grazie anche al suo formato tascabile, il West Highland White Terrier è stato uno dei cani più popolari degli ultimi decenni. Auguriamogli di mantenere questo immenso favore del pubblico anche per il futuro. Lo merita certamente!

3. Bassotto Tedesco

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Il Bassotto Tedesco è davvero un cane speciale, e lo dimostra. Altrimenti, a quale titolo godrebbe del beneficio di disporre da solo di un gruppo nella classificazione delle razze canine (in passato l'undicesimo, attualmente il quarto)?.

Non vi è cane più adatto, per la sua morfologia del tutto speciale, alla caccia sotto terra: può penetrare nelle tane più strette e la sua conformazione anteriore ne fa di lui uno scavatore notevole. Tuttavia, il Bassotto  non è un Terrier, dato che discende direttamente da cani da muta: caccia, infatti, la lepre e anche la selvaggina di grossa taglia.

Può sorprendere che questo rappresentante della specie canina - di zampe proporzionalmente più corte in relazione al corpo- venga qualificato come cane da "muta". Un capo di selvaggina che si accorge di essere inseguito da un cane di piccola taglia, lento e molto rumoroso come il Bassotto, non si preoccupa particolarmente: fuggendo senza eccessiva fretta, non si rende conto che il Bassotto lo porta di sicuro a portata del cacciatore!

E anche se non va classificato tra i cani da muta, la sua natura di cane da muta è tuttavia dimostrata dalla sua origine e dalla sua storia. E' indiscutibile che siano esistiti abbastanza presto dei cani da muta bassetti. Il professor Edmond Dechambre afferma che sono stati rinvenuti in una grotta neolitica di Vence ossa di cani bassetti.

Si possono riconoscere senza ombra di dubbio, bassetti nell'arte egiziana: i primi risalgono al Medio Regno, sotto la XII dinastia (quella di Amenemhat e di Sesostri, nel XX e XIX secolo a.C.). Sembra che questo cane egiziano, venisse chiamato "tekal".

Un'altra pista è quella del bassetto d'Europa, un cane da muta apparso nel Medioevo per la caccia sottoterra. Così, a partire dal XIV secolo, si trova in opere tedesche il termine Dachshund (alla lettera, cane da tasso), che è l'antico nome del Teckel.

Se la vocazione di cacciatore del Bassotto è molto antica, il suo ruolo di cane da compagnia non è certo recente. Si può dire che sia iniziato al tempo del suo passaggio dalla Germania all'Inghilterra.

Nel 1839 la regina Vittoria incontra il principe Alberto di Sassonia - Coburgo -Gotha. Indiscutibilmente, i cani preferiti dal principe le piacciono subito, dato che ne porta via con sè uno, il famoso Dashy. L'anno seguente, quando sposa il principe, questi è scortato da una muta di Bassotti. In seguito, la regina Vittoria accordò i suoi favori a molte altre razze, che contribuì a imporre in Inghilterra, ma il Bassotto Tedesco è stato il suo primo e vero "amore".

Nel 1873 il Kennel Club lo riconosce ufficialmente come razza. Si può, infine, osservare che in un'esposizione speciale della razza tenutasi nel 1886 con la partecipazione di ben 200 concorrenti, il primo campione fu un certo Maximus, allevato da William Arkwright. Il primo standar della razza risale all'8 maggio 1925 e prevedeva 3 taglie (pesante, media e nana). Oggi non è più il peso che permette di determinare se il cane è di tipo nano o Kaninchen, ma piuttosto la misura della circonferenza toracica: 35 cm per i primi e 30 per i secondi.

Dopo la seconda guerra mondiale, l'allevamento tedesco ebbe uno sviluppo considerevole, toccando 10.000, 15.000 e poi 20.000 nascite e oltre all'anno. Al punto che la razza ha figurato come il cane più apprezzato in Germania subito dopo il Pastore Tedesco.

Il Bassotto Tedesco comprende 27 varietà! Tre categorie di peso, tre tipi di pelo, tre gamme di colore: ciò potrebbe indurre a distribuire i ruoli. Certo, il Bassotto normale corrisponde meglio al cacciatore, il Bassotto a pelo lungo è più un cane da compagnia. Non bisogna, tuttavia, perdere di vista l'unità della razza, indipendentemente dalla loro taglia e dal loro pelo.

La maggior parte degli acquirenti di Bassotti ricerca in lui prima di tutto un buon compagno. Se volesse soltanto un cane originale e sottomesso, avrebbe altre scelte. Ma per coloro che desiderano un cane con una vera personalità e ne possiedono abbastanza per imporre una certa disciplina, allora il Bassotto è adatto a loro. Si mostra acuto, volenteroso, esibizionista, testardo e indipendente, curioso, con una capacità d'iniziativa notevole, pieno di vivacità e d'energia. Sarà bene rassegnarsi: con un cucciolo di Bassotto entrerà in casa un piccolo terremoto per la sua allegria spesso tumultuosa.

E' un cane con il quale non ci si annoia mai e che stupisce per la sua pronta intelligenza. Conviene a un padrone un po' energico, con un minimo di autorità naturale anche se per educarlo non occorrono particolari tecniche. Ma c'è un piccolo segreto: è necessario che ogni insegnamento gli venga impartito sorridendo e scherzando in modo da fare leva sulla sua natura.

Il Bassotto è molto socievole sia pure con le sue preferenze e si mostra diffidente e ostile nei riguardi di alcune persone. In generale, è un buon avvisatore, e abbaia soltanto per buone ragioni. Esso, anche se ben conosciuto e diffuso, resta sempre originale e sorprendente.

4. Yorkshire Terrier

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Osservando quanto lo Yorkshire Terrier sia un cane decisamente "moderno", e persino "alla moda", chi crederebbe che la razza è stata creata oltre un secolo fa? E vedendolo rilassarsi mollemente sui cuscini, come immaginarlo in azione nei campi e alla caccia?

Questo cane deve la sua esistenza a un'ondata di emigrazione che all'inizio del XIX secolo portò gli operai tessili dalla regione di Glasgow sino alla contea dello Yorkshire. Questi scozzesi, piuttosto poveri, erano dediti alla caccia e, come si può immaginare, a ogni genere di bracconaggio. Per queste due attività, una legale, l'altra meno, disponevano di cani agili e coraggiosi, molto simili agli Skye-Terrier ma, a differenza di questi, dotati di pelo morbido.

I Clydesdale-Terrier erano dunque cani piccoli, ma di lunghezza e peso notevoli. Arrivati nello Yorkshire, furono incrociati con cani locali, formidabili cacciatori di topi chiamati "broken haired Terrier". Il risultato fu un animale più  piccolo e più esile. Infusioni di sangue Skye, Dandie Dinmont, Manchester (o Toy Terrier Black and Tan) completarono la creazione dello Yorkshire Terrier. Gli mancava soltanto il lungo pelo, che acquistò presto grazie agli apporti del Bichon Maltese, un cane che i marittimi inglesi riportavano dalle loro traversate nel Mediterraneo. Ecco, dunque, come nel 1870 nacque in forma primitiva il nostro Yorkshire Terrier.

Questo piccolo cane, bello e piacevole, coraggioso, docile e fedele, non restò appannaggio dei soli cacciatori, ma sedusse ben presto anche i borghesi della regione. E così gli allevatori, scorgendo una buona occasione di guadagno, misero a punto una stirpe di Yorkshire Terrier che si rivelò molto redditizia. La messa a punto del primo standard ufficiale si ebbe soltanto nel 1898.

Questo cane, che sembra non compiacersi altro che i velluti dei salotti, è in realtà un animale che ama la vita all'aria aperta e non si ritrae mai davanti a una passeggiata nei boschi, più resistente di molti cani di grossa taglia. Non si deve dimenticare che discende dai rudi Terrier specializzati nella caccia ai topi.

Se il gentile Yorkie si imbatte in un topo durante una passeggiata in giardino, lo sfortunato rischia sicuramente di lasciarci la pelle. Questo cane, infatti, non ha perso nulla delle sue origini contadine ed è più robusto e soprattutto più smaliziato di quanto possa far credere la sua sontuosa pelliccia. Molto furbo, capisce subito le debolezze del padrone e non manca di sfruttarle al massimo.

Se la poltrona, vietata una volta, gli sarà resa accessibile dopo, egli finirà per installarvisi sopra vita natural durante. Con lui non è concesso il minimo errore, se non si vuole vederlo diventare assolutamente indifferente a ciò che gli si chiede. Solo con una ferma educazione può diventare un vero gentleman.

E' un cane molto vivace, amico di grandi e piccini, compagno insostituibile per le persone sole o anziane. Le sue quotazioni non temono ribassi: è già un "classico".



5. Shih Tzu

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In cinese Shih Tzu significa "cane leone". Questo cane era sacro nei palazzi del suo paese. Nato in Cina, la sua storia ha inizio sotto la dinastia manciù dei Ch'ing, nel XVII secolo. Il Celeste Impero esercitava allora un chiaro dominio sull'Oriente, e al contempo, volontariamente non intratteneva rapporti con l'Occidente.

Così, protetti nella loro "torre d'avorio", gli imperatori venivano ricoperti di doni dai loro vassalli, desiderosi di ingraziarseli. Fra questi, il dalai lama inviava ogni anno dal suo paese natale, il Tibet, numerosi cani leone sacri, gli stessi posti a guardia dei templi. Questa tradizione, iniziata nel 1643, fece uscire dal Tibet anche i primi Llhassa Apso.

Lo Shih Tzu discende quindi da questi cani, tibetani puri, ma bisogna prendere in considerazione il ruolo del tempo da una parte e l'apporto del Pechinese dall'altra. In quale misura quest'ultimo ha preso parte alla "creazione" (il termine "trasformazione sarebbe più appropriato") dello Shih Tzu? Nessuno sarebbe in grado di dirlo. Gli accoppiamenti tra cani imperiali avvenivano entro la cinta del palazzo, ben al riparo da occhi indiscreti. Solo alla fine del XIX secolo l'Occidente riuscì a forzare le porte dell'isolazionismo cinese: ciò gli consentì, tra l'altro, di scoprire il Pechinese.

Lo Shih Tzu, tuttavia, rimase sconosciuto. Venne notato solo agli inizi del XX secolo, grazie alle stupefacenti manie cinofile dell'imperatrice vedova, la nonna dell'ultimo Imperatore. Questa signora amava a tal punto gli Shih Tzu che, durante il suo regno, il magnifico padiglione di marmo utilizzato come canile del palazzo non ne ospitò mai meno di un centinaio. Ogni giorno l'imperatrice non mancava di far loro visita, per ammirare separatamente ognuno dei suoi protetti, li accarezzava e applaudiva i vari numeri che i custodi facevano loro eseguire per suo diletto. Ella commissionava anche interminabili poemi in onore dei suoi cani.

Benchè la scomparsa dell'imperatrice avesse portato un colpo quasi fatale alla razza, lo Shih Tzu continuò ad abitare nel palazzo imperiale fino al 1928. Da quella data, questo cane cominciò a essere introdotto nelle famiglie di ricchi notabili cinesi e nelle case di qualche personaggio importante in Occidente. Alcuni Europei stabilitisi in Cina fondarono innanzitutto il China Kennel Club nel 1923, poi il Peking Kennel Club nel 1934. Da allora, le esposizioni canine si preoccuparono di far conoscere questo cane, un tempo riservato agli imperatori.

L'invasione della Cina da parte dei Giapponesi nel 1937, segnò la scomparsa definitiva della razza dal paese d'origine. Bisogna rallegrarsi per il fatto che alcuni Occidentali abbiano potuto procurarsi numerosi esemplari di Shih Tzu prima della data fatale, altrimenti il futuro della razza sarebbe stato gravemente compromesso. Gli Inglesi, prudenti, avevano importato i primi Shih Tzu a partire dal 1930.

La consorte di un ambasciatore aveva portato con sè dalla Cina, nel 1932, tre esemplari. Gli appassionati Europei dovettere pazientare, peraltro, fino al 1957 perchè questa razza venisse dotata di un primo standard riconosciuto dalla potentissima Federazione cinofila internazionale.

Si dice che si tratta di un cane, ma bisogna crederci? Chiunque abbia già vissuto accanto all'onorevole Shih Tzu può legittimamente dubitarne. Poichè questo essere al contempo ricorda il leone per l'aspetto, il gatto per l'indipendenza e la scimmia per il comportamento divertente. Perchè questo bel tipo è proprio irresistibile; a vederlo, lo si potrebbe immaginare pretenzioso, orgoglioso, sgradevole. Ma, nell'intimità, nessun altro è così adorabile, incline al gioco, schietto. Uno Shih Tzu, che sia cane, leone, gatto o scimmia, vi fa capitolare.

E' una complessa mescolanza di indipendenza rivendicata e di presenza piena di calore - di onnipresenza, meglio, dato che, quando ha bisogno di lui, è sempre a disposizione, con il suo allegro scondinzolare. Certo, è un cane asiatico, con le relative particolarità di carattere, come per esempio un certo distacco nei confronti di coloro che lo hanno adottato. Non è per il fatto di adorarli che si sente di dover stare loro attaccato ogni minuto del giorno e della notte. Come tutti i suoi cugini cinesi e tibetani, ama invece godere di una certa libertà, tanto fisica quanto psichica.

Lo Shih Tzu è anche molto socievole nei confronti tanto degli altri cani quanto degli animali di specie diversa nei quali si imbatte. Mentre i suoi parenti lontani Llhassa Apso e Pechinese sono talora poco cortesi verso gli estranei, lo Shih Tzu, invece, può essere considerato abbastanza garbato. Certo, se non gli va a genio questa o quella persona, non lo nasconde, ma, il più delle volte, è cortese, se non addirittura molto codiale. Nell'intimità è un cane affettuoso, che talvolta si mostra incline ad appropriarsi del letto dei padroni.

Infine, a quest piccolo cane piace moltissimo accompagnare il suo padrone dappertutto. Peraltro, dato che non è ingombrante, perchè lasciarlo in casa? E' meglio che condivida, per quanto possibile, i vostri spostamenti. Se gli avete insegnato a ben comportarsi, non vi farà mai vergognare, anzi, sarà soggetto di grandi curiosità.






Note

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5 commenti su “Cani di piccola taglia: le razze più adatte per tenerli in casa”

  1. non potete mettere più razze ideali all’ appartamento ?
    Mi serve sapere una razza bella da tenere in appartamento … che sia piccolo

  2. Ciao…io a casa ho un Jack Russell ed e’ la fine del mondo. Uno spettacolo: dolce, affettuoso, giocherellone, ecc. ecc. E’ di piccola taglia, ha il pelo corto ed e’ ideale per tenerlo in appartamento. Te lo consiglio vivamente!

  3. Ho una piccola ma grandiosa Pinscher Chihuahua. Ha 7 anni pesa solo 4 chili e mi segue ovunque, anche in tram e in treno (gratis). E’ adorabile, affettuosa, intelligente e obbediente ma non ama i bambini, ne ha paura e quindi diventa nervosa in loro presenza. Inoltre sono cagnolini molto gelosi del padrone, non amano essere toccati come se fossero giocattoli e guai se invadi il loro spazio. La mia pelosina convive con un gatto. Vanno abbastanza d’accordo purchè uno rispetti lo spazio dell’altro. Consiglio questa razza a persone che vivono da sole perché riempiranno la loro vita!

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