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Cucciolo che morde? Ecco come fare per prevenire il problema

Un batuffolo di pelo da coccolare, accarezzare e strapazzare dolcemente.

È questa l’immagine che ci viene in mente quando pensiamo al tenero cucciolo che gironzola per casa.

Spesso, però, la gioia di averlo con noi, e tutto per noi, può portare al rischio di dimenticarci alcune regole fondamentali.

Una di queste consiste nell’insegnargli a usare correttamente bocca e denti, senza che le nostre braccia e le nostre mani possano divenire “terreno di conquista”.

Infatti, inizialmente i suoi dentini aguzzi come spilli possono causare solo un leggero fastidio ma a distanza di poche settimane ci renderemo conto che, affondati con foga nelle nostre braccia, i suoi denti permanenti possono provocare irritazione e dolore anche forte.

Ma il cane, ormai abituato a comunicare in questo modo, farà molta fatica a comprendere il problema, soprattutto se nei primi giorni di convivenza noi stessi abbiamo ammesso o addirittura rafforzato questa modalità di interazione.

Ecco allora emergere la frase più ricorrente, “Aiuto, il mio cucciolo morde”, immaginando di trovarci di fronte a una sorta di “piranha”. Le nostre reazioni rischiano così di divenire alquanto sproporzionate, passando dalla totale accondiscendenza alle punizioni più disparate.

Come fare, quindi, per prevenire il problema e per correggere i comportamenti indesiderati? Scopriamolo insieme.

 

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1. L’inibizione del morso

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L’inibizione del morso - Proseguire il lavoro della mamma...

Prima di ragionare sul da farsi in caso di utilizzo inappropriato dei denti, dobbiamo porci un’altra domanda: “Perché il cucciolo morde?”.

Per trovare una risposta basta osservare il suo comportamento alla quinta settimana di vita quando, spuntati i denti da latte, il cagnolino incomincia a testare le proprie capacità comunicative.

E lo fa, normalmente, con i fratelli e la madre. Con i primi, durante il gioco, il nostro amico affonda la bocca sul compagno più vicino, addirittura ringhiando e giocando all’impazzata.

Ebbene, quando questo suo fare viene considerato eccessivo dal compagno di cucciolata, quest’ultimo emette un guaito di interruzione e l’autore di tanta veemenza d’un tratto si arresta.

Quando ricomincia, lo fa con meno intensità, stando attento a non urtare la sensibilità del suo interlocutore. Questo comportamento si ripete quotidianamente e i cuccioli si scambiano il rispettivo ruolo di chi “attacca” e di chi corregge.

In tutto ciò, anche la madre svolge un ruolo determinante, intervenendo con rimbrotti vocali e blocchi forzati. In termini tecnici, questo processo di educazione all’uso della bocca viene chiamato “inibizione del morso” e si conclude, in media, verso la sedicesima settimana.

A questa età, infatti, il nostro amico dovrà aver imparato a dosare la forza, sapendo quando, come e perché interagire con il mondo esterno.

Poiché il momento migliore per far entrare il cucciolo in un nuovo gruppo familiare è in genere l’ottava settimana di vita, spetta proprio a noi proprietari proseguire, fino al quarto mese di vita, il lavoro fino a quel momento svolto dalla madre a dai fratelli.

E lo dobbiamo fare con fermezza, coerenza e neutralità, senza cadere nell’errore delle punizioni, delle urla o della totale accondiscendenza.

 

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2. Il gioco del semaforo

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Il gioco del semaforo - Interrompersi o proseguire l’interazione.

Le nostre mani sono il primo strumento di comunicazione con il nuovo arrivato: infatti, dobbiamo spiegare al cucciolo che essere accarezzato è solamente sinonimo di piacere e rilassamento.

Perché ciò accada, è opportuno attendere i momenti di maggiore tranquillità, per esempio a seguito della breve passeggiata, del gioco o della pappa.

Inizieremo dalle cosiddette “zone fredde”, come il dorso, il petto e il costato, per poi passare alle “zone calde” quali le estremità degli arti, la coda, la testa e, appunto, la bocca.

Se giunti lì, alla bocca, il cagnolino ci tocca lievemente dosando la forza dei suoi dentini, noi continueremo ad accarezzarlo lodandolo con voce dolce.

Al contrario, se aumenta di intensità, dobbiamo immediatamente arrestarci, eventualmente facendo precedere l’azione da un “codice” di interruzione: teniamo le braccia conserte, lo sguardo rivolto al vuoto e attendiamo che la calma torni sovrana.

A quel punto, l’interazione tattile può riprendere, magari riavvicinandoci alla bocca in momenti progressivi.

Così facendo, e in breve tempo, il cucciolo impara il significato del cosiddetto “semaforo verde/semaforo rosso”: utilizzando la bocca con delicatezza compare il “verde” che gli permette di proseguire; utilizzando una forza eccessiva si accende il “rosso” dell’interruzione.

Nei giorni successivi questa modalità comunicativa può essere trasferita in altri momenti, persino durante le fasi di maggiore eccitazione giocosa.

Perché questo metodo possa essere efficace, però, è importante che venga applicato da tutti i componenti della famiglia, con le medesime modalità di continuazione e di inibizione.

Ciascuno di noi, infatti, ha una propria sensibilità tattile e la decisione di proseguire o di interrompere dipende dal grado di valutazione di ciascun membro del branco.

È importante anche trasferire ad amici e conoscenti questo processo di comunicazione, evitando che davanti a tanta... bellezza pelosa vi siano reazioni spropositate di intervento.

Infatti, oltre alla principale ragione del mordicchiare consistente nel prurito causato dai denti da latte e dal passaggio di questi ultimi a quelli definitivi, anche il cucciolo ha diritto che il suo “spazio” venga rispettato: ritrovarsi le mani di estranei ovunque può essere causa di forte disagio e questo può far sì che risponda a questo stress con un uso sproporzionato dei denti, quasi volesse comunicare agli estranei che stanno decisamente esagerando con l’invadenza!

 

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3. Insegniamogli il "Lascia"

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Insegniamogli il "Lascia" con giochi e rinforzi positivi.

Una delle prime parole che dobbiamo insegnare al cucciolo, una volta entrato nella nostra vita, è il cosiddetto “segnale di interruzione”.

Può essere identificato nella parola “Lascia” e ha lo scopo di bloccare sul nascere ogni comportamento del cane basato sull’uso della bocca.

Si tratti di prendere qualcosa da terra oppure di mordicchiarci eccessivamente, la parola fatidica vuol dire di smettere di fare o di pensare di compiere una certa azione.

Come tutti i segnali di interazione, anche quello di interruzione necessita di un adeguato processo di apprendimento, volto a collegare il comportamento alla sua conseguenza e lo stesso segnale all’esecuzione del comportamento richiesto.

Uno dei metodi più efficaci consiste, paradossalmente, nel far sì che il cucciolo possa mordere un gioco da noi proposto, come la “treccia” o il “tira-molla”, cui segue, portato il gioco stesso nella nostra zona del corpo, l’emissione della parola “Lascia” affiancata da un gustoso boccone.

Aperta la bocca di riflesso, il nostro amico riceve il boccone esibito, facendo in modo che la parola “Lascia” possa essere associata al piacere del mangiare.

Dopo un certo numero di volte, possiamo ripetere la stessa parola attendendo la volontaria apertura della bocca, cui seguirà la lode e il rilascio di una leccornia.

Qualora il cucciolo non esprimesse la volontà di giocare al tira-molla, il segnale di interruzione può essere accostato a un nostro divenire assolutamente neutri, facendo sì che, udita quella parola, la conseguenza sia di non poter più interagire con noi.

Ebbene, quando il nostro amico avrà compreso il significato di “Lascia”, potremo cominciare a utilizzare questo segnale per farlo smettere di mordicchiarci mani, piedi, pantaloni e lacci delle scarpe.

Senza dimenticarci che a ogni azione corretta deve seguire un ambito premio, essendo altamente probabile che la volta successiva prevarrà la volontà di essere nuovamente premiato.

Si tratta di un metodo molto efficace basato sul “rinforzo positivo” che funziona per l’insegnamento di moltissimi comandi.

 

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4. Diamogli un’alternativa ed evitiamo di creare confusione

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Diamogli un’alternativa - È il sistema per correggere comportamenti errati.

Un ottimo modo per evitare che il nostro piccolo amico ci mordicchi ovunque è quello di farglielo fare nei modi appropriati.
Poiché mordere è un bisogno da soddisfare, dobbiamo far sì che l’affondare i denti diventi gratificante attraverso strumenti diversi, per esempio lo stesso tira-molla, oltre a vari giochi di gomma presenti in commercio.
Esistono anche appositi contenitori per la pappa che il cane deve continuamente mordicchiare per cercare di far uscire le crocchette.
In aggiunta, ossa sterilizzate, nervi di bue e altri stimoli di “scarico” permettono al cucciolo, e anche all’adulto, di sentirsi pienamente appagato.
Di conseguenza, una volta incontrate le nostre mani, il desiderio di metterci i denti diminuisce a dismisura ed è proprio in quel momento, di fronte al comportamento ritenuto corretto, che loderemo e premieremo il fedele amico.
In breve tempo, l’utilizzo improprio dei denti sarà sostituito da altre azioni insegnate e rinforzate, come il mettersi seduto prima di essere accarezzato, spazzolato o salutato.
Se saremo in grado di far seguire un gustoso boccone per ogni comportamento positivo, quel medesimo comportamento, per le leggi dell’apprendimento, si riproporrà nelle medesime situazioni, prendendo il posto di tutte quelle azioni considerate inadeguate.
In gergo tecnico, si parla di “rinforzo differenziale” per comportamenti alternativi e incompatibili con quelli precedenti e l’effetto finale sarà che il nostro cucciolo si dimenticherà dei comportamenti “sbagliati” messi in atto in precedenza.

 

Evitiamo di creare confusione.

A oggi i consigli che circolano sia in Rete sia nel mondo della cinofilia su come far smettere il cucciolo di mordicchiare sono molteplici e vari: tuttavia, è opportuno evitare ogni tecnica volta a impartire dolore o a causare incomprensioni.
L’uso improprio delle mani, per esempio, rende il nostro amico insicuro e quando si trova nelle vicinanze non saprà più se quelle stesse mani saranno dispensatrici di carezze o di disagio...
Inoltre, l’impiego di strumenti inibitori di differente tipologia produce l’effetto di associare la nostra persona a un che di negativo, con il risultato che il cucciolo finirà probabilmente per evitarci, rimanendo teso e guardingo.
Anche la cosiddetta tecnica “di mettere il cane a pancia in su” non sortirà alcun effetto, poiché l’induzione alla sottomissione è ben diversa dalla sottomissione volontaria quale azione di riconoscimento e di negoziazione.
Le conseguenze di interventi ostili nei confronti del nostro amico non avranno, poi, alcun beneficio in termini di apprendimento, poiché il cucciolo non sarà più in grado di capire qual è la giusta modalità comunicativa.
Tutto ciò provocherà disorientamento e disagio, aumentando il rischio ricordato dal proverbio per cui “un malinteso tira l’altro”.

 

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5. Proviamo il “time out”

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Proviamo il “time out” - Un’idea efficace per ristabilire la giusta calma.

In alcune situazioni, il mordicchiare del nostro amico può divenire così intenso e ripetuto da non poter essere bloccato con il solo segnale di interruzione.

I cuccioli, infatti, possono essere sottoposti a momenti di elevata eccitazione psicomotoria e ciò rientra nel loro processo di crescita fatto di fasi altamente disinibite e di altre ugualmente rilassate.

Se ciò accadesse, è opportuno predisporre un luogo di isolamento, come un recinto in metallo o un trasportino, che il nostro amico deve imparare a riconoscere come “zone” di calma e tranquillità: di fronte a un suo comportamento troppo concitato possiamo limitarci a posizionarlo, in totale silenzio, proprio all’interno di una di queste zone.

Questa modalità è efficace se nel luogo di isolamento rilasciamo un gioco idoneo al mordicchiare, facendo sì che, trovatosi all’interno, il cane possa trasferire tutta l’energia accumulata sull’oggetto proposto.

Passato un po’ di tempo, e tornata la calma, gli permetteremo di uscire riprendendo a interagire con lui come se nulla fosse successo. Questa tecnica, chiamata “time out”, permette di intervenire senza produrre alcun conflitto comunicativo, poiché il silenzio è sinonimo di totale neutralità.

Il nostro “Bravo” giungerà successivamente quando, nel momento delle carezze, il cucciolo ci permetterà di toccarlo senza assaltarci con foga.

La pausa proposta è utile a lui, per insegnargli ad acquisire consapevolezza delle proprie azioni, e a noi, per evitare che agguati e attacchi ci portino a perdere la pazienza.

La “tana”, recinto o trasportino che sia, è, inoltre, importante in tutti quei momenti della giornata in cui, in altre faccende affaccendati, non siamo grado di prestargli la dovuta attenzione.

E questa abitudine ai momenti di calma e di solitudine appresa da cucciolo si rivelerà estremamente preziosa anche in futuro, quando il cane dovrà restare solo per qualche ora al giorno, perché per lui non sarà una sgradita e improvvisa novità ma qualcosa che ha già sperimentato come priva di conseguenze negative e come parte della normale esistenza.

Un grosso vantaggio per lui e per noi.

 

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