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DIFESE IMMUNITARIE – Sempre ammalati? Ecco perché

Grazie alla psicosomatica, oggi sappiamo che c’è un rapporto stretto tra malattie e stile di vita.

Ma si fa ancora molta confusione tra stress, superlavoro, conflitti interiori… Tutto si chiarisce se ci facciamo le domande giuste.

Il segreto per evitare lo stress è imparare a “danzare” tra le azioni e gli impegni, senza venire inghiottiti dalle ansie ma senza diventare automi. Ecco una guida pratica.

CURIOSITA’: I SEGNI DELLA TENSIONE CHE INDEBOLISCE GLI ANTICORPI
Osserva con attenzione la tua giornata: è presente qualcuno di questi sintomi?
• Arrivi a fine giornata con la sensazione di non aver vissuto veramente.
• Ti senti stanco nonostante un buon riposo notturno, anche prolungato.
• Commetti frequenti errori di distrazione, lapsus e dimenticanze.
• Inizi a fantasticare di cambiare vita oppure di mollare tutto all’improvviso.
• Manifesti una notevole sintomaticità corporea, senza specifiche malattie.
• Una patologia (in genere infettiva) si manifesta in modo ricorrente o viene debellata a fatica.

1. Come vivi i tuoi impegni? Ti stai allontanando da te stesso?

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Che lo stress riduca le difese immunitarie è ormai noto.

Le parafarmacie e le erboristerie sono piene di prodotti finalizzati al ripristino e al rinforzo degli anticorpi.

Tra ricostituenti, integratori e rimedi esotici, il business è enorme: ma la persona stressata, in mezzo a tutte queste proposte, non sa più quale scegliere.

È giunto il momento di riflettere. Sì, perché ci sono alcuni paradossi che vale la pena di affrontare. Innanzitutto, con tutti questi rimedi a disposizione, anche se stressati non dovremmo quasi più ammalarci, quantomeno delle principali patologie infettive.

E invece sappiamo che non è così: ormai in ogni stagione dell’anno - e non solo in autunno/inverno - molti sviluppano più di un’infezione delle vie respiratorie o dell’apparato gastroenterico.

Come vivi i tuoi impegni? Poi ci sono persone che sembrano beneficiare al massimo di questi interventi e altre per le quali essi sono come acqua fresca.

E ci sono individui che non seguono alcuna forma di prevenzione o di rinforzo e non si ammalano mai, mentre altri, ligi ai migliori dettami della prevenzione medica e/o naturale, si ammalano con frequenza.

Infine c’è chi conduce una vita di puro stress ma è forte come un toro e chi, pur seguendo uno stile di vita ispirato ai principi della natura, va così spesso incontro a malanni infettivi che sembrano quasi cronici: cistiti recidivanti, tonsilliti, faringiti e infezioni intestinali ricorrenti.

Deve esserci dunque un’altra variabile in gioco, che è il momento di prendere in considerazione: il tipo di stress e come viene vissuto.

Ti stai allontanando da te stesso? Il sistema immunitario è il simbolo corporeo della nostra identità e si definisce di continuo nel rapporto con il mondo esterno.

Quindi le domande da farsi sono: lo stress che sto vivendo mi sta “togliendo identità”? La sta indebolendo? Sto seguendo uno stile di vita o un progetto di lavoro che mi sta “portando via da me”, da quel che veramente sono?

Al contempo, poiché gli anticorpi sono anche il simbolo della nostra integrità psicofisica, dobbiamo chiederci: questo stress mi disintegra? Sento che mi distrugge fisicamente, psichicamente o emotivamente?

E poi, dato che l’immunitario esprime anche lo stato di integrazione con il collettivo di cui facciamo parte, chiediamoci anche: sono ben integra- to nell’ambiente in cui passo la maggior parte della giornata?

Ci sono ambiti importanti verso i quali ho un forte rifiuto ma a cui mi sottopongo ugualmente? Oppure mi sento come un pesce fuor d’acqua e mi chiedo di continuo: cosa ci faccio qui?

2. Ferma l’invasione e ridefinisci i limiti

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Ferma l’invasione! Se ci ammaliamo spesso (infezioni virali, batteriche, micotiche, o anche solo infiammazioni dovute a stati irritativi delle mucose), risponderemo sì ad almeno due o tre delle precedenti domande.

Il calo delle difese ci dice che, da un lato, stiamo facendo fatica a non farci invadere dall’ambiente, dalla routine, dall’esterno (che entra in noi, in modo concreto ma anche simbolico, attraverso i microrganismi patogeni); dall’altro ci dice che siamo logori e che, almeno per certi aspetti, non ce la facciamo più e non riusciamo a ricaricarci delle giuste energie.

Per questo motivo batteri e virus che, in migliori condizioni, i nostri anticorpi potrebbero eliminare senza problemi, trovano brecce attraverso cui riescono a passare.

Anche la durata di un’infezione o infiammazione è indicativa. Ad esempio una cistite o una faringite che dura molto più dei classici 3-4 giorni rivela una difficoltà nel gestire i rapporti con l’esterno, a individuare i veri pericoli e a trovare soluzioni. Ridefinisci i limiti! Ma c’è ancora un aspetto da tenere in considerazione: in molti casi un reale calo delle difese non c’è.

O meglio, i dosaggi ematici dei vari anticorpi risultano tutti nella norma e quantitativamente la situazione sembra a posto. Eppure ecco insorgere la patologia (gengivite, stomatite, herpes, bronchite...). Viene allora da chiedersi: e se il sistema immunitario non volesse entrare in azione, così da costringerci a fermarci e a riflettere?

E se fosse che la sua sapienza, frutto di milioni di anni di evoluzione nel rapporto con l’ambiente (che pure si è molto trasformato a causa dell’inquinamento), entra in campo per obbligarci a dire quei “no” che non sappiamo dire al “sacrificio di noi stessi” che troppo spesso ci viene richiesto, o che siamo noi stessi a chiederci sulla base di parametri ed aspettative abnormi? Il calo non è di quantità, ma di funzionalità.

Eppure, dietro questa mancata prestazione, c’è proprio la richiesta potente di uscire dalla cultura della prestazione, che ci disintegra, e di tornare a ridefinire noi stessi, in un rapporto più sano ed equilibrato con la realtà.

3. Inverti la scala delle priorità e dai più spazio al piacere

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  1. A COSA NON RINUNCI?
    Per prima cosa ridefinisci una scala di priorità dei tuoi impegni e delle tue attività più obiettiva e soprattutto confacente alla tua natura: non ha senso dedicare molto tempo a qualcosa che detesti e poco a qualcosa che ami.
    Spesso si può intervenire, senza sensi di colpa, per limitare i danni.
  2. NON RIEMPIRE, SVUOTA
    Fai il possibile per lasciare del tempo libero non organizzato, in cui poter anche non fare niente; questo è essenziale per il tuo sistema immunitario. Il “tempo vuoto” in realtà è tempo in cui il cervello si ristruttura, ricostruendo le connessioni al tuo “lato profondo”, alla tua identità.
    Ogni tanto distrarsi, “non agire”, contemplare, ti può aiutare molto. La natura è il luogo ideale per farlo.
  3. SOSTA NEI PUNTI DI SVOLTA
    Se ottieni un risultato, impara a godertelo almeno un po’, senza subito pensare al traguardo successivo, o senza sminuirlo in nome di qualche forma di malintesa umiltà.
    Un traguardo raggiunto può appagarti ma anche farti sentire vuoto: in entrambi i casi è fondamentale percepire bene ciò che provi.
    Altrimenti saranno gli obiettivi a gestire te e non il contrario.

4. Il problema non è fare troppe cose, ma farle male e senza attenzione

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Spesso si pensa che lo stress derivi dal fatto di fare tante cose ogni giorno.

E, senza dubbio, una giornata troppo carica di impegni e imprevisti è stancante.

Tuttavia non possiamo vivere pensando che la vita ideale somigli a chissà quale paradiso esotico, non solo perché quasi sempre questa fuga non è possibile, ma perché produce una “scissione interna” tra ciò che si fa e ciò che si sogna, e questo logora molto di più.

Quindi, poiché molte delle cose che stiamo facendo sono “da fare”, non resta che spostare l’attenzione sul “come” le si fa, su come ci si approccia agli impegni. Il segreto risiede nel tipo di presenza a se stessi.

Non vuol dire essere super- efficienti e superconcentrati sulle cose, anzi questo è proprio il modo principale con cui la nostra identità viene affogata dal quotidiano, bensì trovare uno stato di consapevolezza grazie al quale, qualunque cosa si sta facendo, non ci si dimentica di se stessi.

Si è lucidi ma non troppo coinvolti, si rispettano il proprio ritmo e la propria velocità, si cerca di non snaturarsi e di non forzarsi oltre i propri limiti (di stanchezza fisica o mentale).

Ci vuole esercizio, come nelle arti marziali o per imparare una danza, e in fondo è proprio di questo che si tratta.

E sono proprio le giornate più intense a offrire le possibilità migliori di imparare: restare se stessi in alcuni vortici giornalieri è il segno che si è sulla strada giusta e che le difese immunitarie possono addirittura rinforzarsi.



5. Non dire sempre “sì” per timore di deludere

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  • Attento alla stanchezza fisica
    La stanchezza non sempre può essere ascoltata: ci sono obblighi cui star dietro.
    L’atteggiamento migliore è: di fronte alla stanchezza mentale è possibile forzare ancora un po’, pur senza strafare; di fronte a quella fisica bisogna invece fermarsi o rallentare decisamente.
    Così ci si tutela da molti malanni.
  • Non abituarti alla disponibilità
    Spesso ci si ritrova sovraccarichi e stressati perché si è detto sì troppe volte, dando l’idea di essere sempre disponibili.
    Ora non è facile deludere le attese, ma è meglio uscire al più presto da questo personaggio.
    Ci saranno scontenti, ma tornare nei confini dei tuoi ruoli (lavorativi, familiari) gioverà all’equilibrio di tutti.
  • Ricorda il principio del piacere
    Vivere di sola efficienza, diventare le cose che fai, è una delle situazioni più alienanti e, come tali, che più indeboliscono le difese immunitarie.
    Ti spersonalizza, ti rende simile a un automa e quindi ti toglie identità.
    Per ritrovarla re-immetti nella tua vita almeno un po’ di attività legate al principio del piacere (ciò che ti piace fare, non ciò che devi fare).
    Se perdi il gusto di vivere ti indebolisci globalmente.








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