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Dimmi che cosa sogni e ti dirò chi sei

Che cosa significa sognare di essere nudi in mezzo alla gente?

E di cadere o di sentirsi paralizzati? Tutti i sogni svelano di noi aspetti che noi stessi non conosciamo.

Ognuno sogna a modo proprio, ma alcuni sogni sono più frequenti di altri. Sono ricorrenti quei sogni che hanno a che fare con situazioni emotive impegnative.

In psicoanalisi il terapeuta usa il sogno per entrare nella mente del paziente: lo fa ascoltando il racconto spontaneo.

Ciò che i pazienti portano in seduta è il racconto dei loro sogni e il modo di raccontarli ha già a che fare con l’inconscio.

In altre parole, è il modo stesso di rievocare il sogno la chiave per interpretare i vissuti profondi di ciascuno di noi.

Questo vuol dire che non esiste un significato univoco per ciascun sogno, anche se la psicoanalisi è arrivata a individuarne alcuni ricorrenti.

Per saperne di più, scopriamo cosa c’è dietro i sogni più ricorrenti.

1. Essere inseguiti, sentirsi paralizzati, volare e fare sesso con sconosciuti

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  • Essere inseguiti
    È forse uno dei sogni più diffusi in tutte le culture.
    A volte indica che stiamo perseguendo un obiettivo importante nella vita reale, ma che c’è un aspetto di questa situazione che merita più attenzione di quanto non gliene stiamo dando.
    Altre volte il sogno prende una piega più negativa: succede quando a inseguirci è un mostro o qualcosa che, alla fine, riesce a catturarci e a divorarci: significa che ci sentiamo sopraffatti da un pericolo esterno o addirittura da una parte inconscia di noi stessi.
  • Sentirsi paralizzati
    È forse uno dei più brutti sogni che le persone raccontano più frequentemente.
    La sensazione ha un significato fisiologico: durante il sonno rem, infatti, i muscoli si paralizzano per impedirci di compiere i movimenti che stiamo sognando.
    A volte può succedere che ci si svegli quando non siamo ancora completamente fuori dalla fase rem: i muscoli sono ancora bloccati e si può avere la sensazione di paralisi, anticipata già nel sogno.
  • Volare
    Sogno estremamente comune, in genere rappresenta un forte desiderio di autonomia e libertà.
    In alcune circostanze può anche indicare la volontà di raggiungere un obiettivo che consideriamo importante.
    Anche i dettagli contano in un sogno come questo: la paura di decollare, ad esempio, oppure la difficoltà a mantenere l’altitudine o il terrore di precipitare possono indicare che abbiamo paura del successo oppure di rischiare.
  • Fare sesso con sconosciuti
    I sogni erotici sono tra i più frequenti, è ovvio.
    E certamente è molto comune sognare il sesso con gli sconosciuti, che provoca tipicamente un piacere derivante dal superamento delle norme sociali presenti nella vita reale.

2. Cadere, essere nudi in mezzo alla folla, e ripetere gli esami

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  • Cadere
    Può essere la manifestazione di un desiderio di tornare con i piedi per terra dopo un periodo in cui si sono fatti progetti poco realistici.
    In questo senso può essere una “raccomandazione” che il nostro inconscio ci vuole dare.
  • Essere nudi in mezzo alla folla
    È un sogno frequente in chi si trova da poco tempo in una situazione nuova: è frequente sia nei neoassunti sia tra gli studenti al primo anno di università.
    Ma che cosa significa la nudità? La mancanza di vestiti rappresenta l’assenza di protezione rispetto al giudizio degli altri e allo sguardo altrui.
    In genere, in questo sogno, gli altri non notano la nostra nudità.
    Non è un caso: la sensazione di vulnerabilità è vissuta soggettivamente solo da noi.
  • Ripetere gli esami
    Sognare di dover dare un esame o di rendersi conto con angoscia di doverne dare ancora uno prima di potersi laureare significa che ci sentiamo messi alla prova sul lavoro oppure nelle relazioni interpersonali e che diamo molta importanza all’esito di ciò che ci sta succedendo.
    Nella maggioranza dei casi è un brutto sogno che tuttavia ha un valore positivo: ci spinge a essere consapevoli e ci prepara ad affrontare la vita e le sue sfide.

3. Come si interpretano i sogni e le influenze culturali

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  • Come si interpretano i sogni
    In ogni caso il sogno è una porta spalancata sull’inconscio e per questo, da Freud a oggi, è uno strumento importante in psicoanalisi.
    Ma come avviene l’interpretazione del sogno, sul lettino del terapeuta? La prima regola è quella di non avere regole. Non si dà nessuna istruzione in merito al paziente.
    L’unica indicazione è che egli è libero di dire, o di non dire, tutto quello che gli passa per la testa.
    Il sogno in altre parole è evocato spontaneamente dal paziente, se e quanto lo ritiene opportuno.
    Freud chiedeva di associare sistematicamente a tutti gli elementi del sogno, ossia lavorava sul sogno del paziente.
    Oggi invece si tende a lavorare con il sogno del paziente. In pratica terapeuta e paziente ampliano insieme, parlandone, il senso del sogno nel contesto della vita e della terapia: un processo che assomiglia la modo in cui interpretiamo una poesia.
  • Le influenze culturali
    I sogni hanno significati diversi a seconda di quello che gli oggetti e le persone sognati rappresentano nelle esperienze di vita del paziente.
    Frutto di simbolizzazione, andrebbero decifrati nel loro contenuto manifesto per poter accedere al vero significato.
    Ciò avviene attraverso le associazioni mentali del paziente stesso durante la seduta.
    L’interpretazione è inoltre complessa perché a diversi contesti socioculturali corrispondono sogni diversi. Il significato dei sogni varia da cultura a cultura così come nella stessa cultura nei vari periodi storici.
    Basta leggere la rassegna di Freud all’inizio del suo capolavoro, L’interpretazione dei sogni del 1899. Nonostante questo, ci sono degli aspetti universali comuni: oggetti o azioni sognati un po’ da tutti in ogni cultura.
    Nel 2007 tre ricercatori americani, William Domhoff e Katrin Meyer-Gomes, e un tedesco, Michael Schredl, avevano presentato i risultati emersi da un’analisi condotta in varie aree geografiche. Pur essendo lontane fra di loro e con culture differenti, i soggetti condividevano i medesimi sogni.
    Il sogno è ancora un enigma ma una cosa su cui la maggior parte degli studiosi concorda, compresi quelli che lo studiano da una prospettiva neurologica, è che va interpretato come un’attività della mente rivolta costantemente alla produzione di significato in relazione all’esperienza di vita.
    Benché alterato, cioè, il sogno costituisce uno specchio della vita individuale e sociale degli uomini e delle loro culture di appartenenza.

4. L’attività onirica comincia poco dopo la nascita e quando nasce il primo figlio si sogna di più

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  • L’attività onirica comincia poco dopo la nascita
    L’attività onirica inizia già da piccolissimi, anche se in forme più semplici, ma diventa accessibile a partire dai tre anni di età, quando i bambini sono in grado di raccontarla.
    Gli studi di David Foulkes, psicologo che ha lavorato al Laboratorio del sonno dell’Università del Wyoming (Usa), hanno chiarito che fino a sei anni sogniamo soprattutto animali e scene fantastiche, scene che raramente ci coinvolgono in prima persona.
    Si tratta di immagini semplici e in genere statiche che si susseguono senza trama. Le uniche azioni vissute nel sogno sono mangiare e dormire.
    Con la pubertà i ragazzini diventano protagonisti dei sogni e iniziano a differenziarsi le immagini oniriche maschili da quelle femminili.
    Se la maggior parte dei maschi sognano gare, battaglie, partite di calcio, le ragazze tendono a sognare dialoghi e interazioni umane.
    Con l’adolescenza le cose cambiano ancora: «Spesso i giovani adulti sognano di arrivare in ritardo per un esame o di non riuscire a raggiungere l’aula», ha detto lo specialista canadese Tore Nielsen ricordando uno studio fatto a Montreal nel 2003 sui sogni di quasi 1.200 giovani.
    In questa fase della vita l’80 per cento dei soggetti sogna di essere inseguito o di dover scappare mentre il 73 per cento di cadere nel vuoto. Frequenti a questa età, ovviamente, anche i sogni a sfondo sessuale.
  • Quando nasce il primo figlio si sogna di più
    Alla nascita dei figli, specie il primo, i neopapà e ancora di più le neomamme hanno una produzione onirica notevole e spesso ricca.
    Tore Nielsen, ricercatore allo Sleep Research Center dell’Hôpital du Sacré-Coeur di Montréal (Canada) ha studiato i sogni di 273 donne incinte o neomamme notando come la genitorialità e le ansie a essa collegate influenzino negativamente i sogni già a partire dall’ultimo trimestre di gravidanza e fino ai primi mesi di vita del figlio.
    In particolare una grossa fetta di donne in questo periodo sogna complicazioni legate al parto o semplicemente di perdere il bambino.





5. I sogni cambiano nel tempo e che cosa sognano artisti e scienziati?

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  • I sogni cambiano nel tempo. Come noi
    Sognare è un’attività che ci accompagna per tutta la vita, ma una cosa è certa: i sogni sono espressione del nostro inconscio e cambiano nel corso della nostra esistenza.
    Alcuni momenti cardine, situazioni di svolta o di grande cambiamento della vita come il matrimonio, un nuovo lavoro, un lutto importante, sono spesso caratterizzati da una produzione onirica importante: «È facile constatare che il lavoro di elaborazione di quel che ci capita durante la giornata prosegue con intensità nei sogni, in particolare quando dobbiamo risolvere problemi emotivi pressanti», spiega Giuseppe Civitarese, autore de Il sogno necessario. Nuove teorie e tecniche dell’interpretazione in psicoanalisi. 

    Non esiste infatti una differenza netta tra pensiero diurno e sogno: «Oggi sappiamo che gli strumenti metaforici che la mente impiega nella costruzione dei sogni sono gli stessi che ci permettono di parlare e di pensare razionalmente».
    In altre parole, sogniamo e pensiamo per simboli e metafore.
  • Che cosa sognano artisti e scienziati?
    In un articolo sull’Huffington Post lo psicologo Luigi De Gennaro spiega che il poeta e artista inglese William Blake (1757-1827) ebbe in sogno la rivelazione di una nuova tecnica per le sue incisioni dal defunto fratello Robert.
    Si narra invece che fu al risveglio da un sogno sotto l’effetto di oppio che l’inglese Samuel Taylor Coleridge (1772-1834) compose il suo poema Kubla Kahn.
    Anche Paul McCartney dei Beatles racconta di aver composto Yesterday in sogno.
    Salvador Dalì aveva addirittura sviluppato una tecnica per farsi svegliare mentre dormiva per fissare su tela le rivelazioni artistiche che vedeva nel sonno.
    Ancora, il premio Nobel per la medicina Otto Loewi (1873-1961) concepì nel sogno che la trasmissione dell’informazione tra cellule nervose avviene mediante alcune sostanze chimiche, chiamate poi neurotrasmettitori. Coincidenze?
    Uno studio pubblicato da Current Biology mostra come l’inclusione di compiti diurni nel sogno favorisca le successive prestazioni diurne in quegli stessi compiti.
    E questa può essere una delle chiavi della genialità di questi personaggi.








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