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Dirigibili: grandi, grossi e fragili

Il dirigibile nacque nella seconda metà del 1800 in Francia, dove i primi pionieri del campo cominciarono a costruire i primi palloni con forma affusolata dotati di motore a vapore atti ad imprimere direzionalità.

L’ingegnere francese Giffard, nel 1852, fu il primo in assoluto a costruire un aeronave con un pallone di 2500 mc di volume e una lunghezza di 44 m.

Successivamente, grazie al progresso dei materiali, si ottennero sviluppi costanti; si iniziarono quindi a costruire dirigibili sempre più grandi dotati di motori a combustione interna.

Negli anni del primo conflitto mondiale, i tedeschi sperarono che le loro impressionanti dimensioni ne facessero delle micidiali macchine da guerra: in realtà, erano facili bersagli e bastava poco per abbatterli.

Nel ’36 venne anche prodotto il famoso ”Hindenburg” che anche se progettato per essere riempito di elio, venne comunque riempito di idrogeno.

L’attività di volo di questo dirigibile continuò per le tratte Francoforte-New York sino al maggio del ’37 dove durante le manovre di attracco il dirigibile prese fuoco: avvenne così uno dei primi grandi incidenti aerei dell’aviazione civile. L’evento segnò la fine dell’utilizzo dei dirigibili per il trasporto di persone.

La produzione dei dirigibili flosci proseguì comunque per scopi pubblicitari, per scopi turistici, per lo studio dell’atmosfera o per sorveglianza.

Ancora oggi i dirigibili flosci, specialmente di produzione Zeppelin e Goodyear (in USA), sono i più usati e continuano ad essere sviluppati progetti, sia in ambito civile che in ambito militare, ad esempio, per la sorveglianza anti-missili.

1. Lo Zeppelin LZ 21

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Nella notte tra il 5 e il 6 agosto 1915, sopra la città belga di Liegi, i difensori avvistarono qualcosa tra le nubi: «Una macchia nera», come ricordò anni dopo un testimone, «che si distingueva a stento sullo sfondo del cielo».

Questo strano oggetto, che avanzava «lanciando di tanto in tanto un fascio di luce verso il suolo», venne presto identificato come un dirigibile tedesco: diverse bombe caddero sulla città, provocando grandi esplosioni e qualche morto.

Intanto, le condizioni meteo avevano costretto l’aeronave a scendere di quota, esponendosi alla reazione rabbiosa dei difensori belgi, che cominciarono a sparare con tutto quello che avevano a disposizione.

Il dirigibile tedesco era uno Zeppelin civile LZ in assetto bellico. Fu colpito più volte, ma riuscì comunque a tornare in Germania, dove si schiantò a Wallemberg, tra Bonn e Colonia.

Si concluse così il primo bombardamento della Grande guerra. L’insuccesso venne però completamente ribaltato dalla propaganda tedesca: ogni immagine dell’assedio e della conquista di Liegi (la città cadde il 16 agosto) conteneva un riferimento allo Zeppelin LZ 21, che ne divenne un simbolo.

Era lungo quasi 150 metri e poteva portare 8.800 chili di carico. Lo Zeppelin LZ 21 fu il primo dirigibile a essere impegnato durante il conflitto mondiale.

Ecco le sue caratteristiche:

  • Volume: 20.870 m3
  • Numero di compartimenti interni: 17
  • Lunghezza: 148 m
  • Diametro: 14,86 m
  • Motorizzazione: 3 motori
  • Maybach da 180 Cv l’uno
  • Carico utile: 8.800 kg
  • Quota di tangenza: 1.900 m
  • Autonomia: 1. 900 km
  • Velocità: 73 km/ora

2. Il nome Zeppelin è quello di un conte

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Gli Zeppelin devono il loro nome al conte Ferdinand von Zeppelin (1838-1917), ufficiale dell’esercito tedesco che nel 1874 intuì per primo il potenziale di un dirigibile.

Non un semplice pallone riempito d’aria calda, ma un’aeronave il cui involucro esterno, tenuto aperto da uno scheletro di alluminio, contenesse un certo numero di sacche piene di un gas più leggero dell’aria, come l’idrogeno.

La lunga e sottile struttura, simile a un enorme sigaro, avrebbe galleggiato nell’aria grazie al principio di Archimede e avrebbe potuto sostenere un alloggiamento per i motori e per l’equipaggio.

Gli uomini non sarebbe più stati in balia dei venti, come avveniva con gli aerostati, ma grazie ai timoni verticali e orizzontali a poppa avrebbero potuto dirigere l’aeronave in tutte le direzioni.

Il conte lavorò alla sua intuizione per anni, soprattutto dopo il congedo dall’esercito nel 1891, e il primo Zeppelin volò sul lago di Costanza il 2 luglio 1900.

Nel 1909 fondò la prima aerolinea del mondo, la Deutsche Luftschiffahrts-Aktiengesellschaft, che allo scoppio della guerra aveva già compiuto 1.588 voli con 34.208 passeggeri, per un tempo di volo complessivo di 3.176 ore e 172.535 km percorsi.

ll conte Ferdinand von Zeppelin nacque a Costanza nel 1838. Entrato nell’esercito tedesco, partecipò alla guerra franco-prussiana del 1870. In seguito si interessò ai palloni aerostatici sviluppando l’idea di chiudere più palloni di piccole dimensioni in un involucro rigido.

Nonostante le immense ricchezze di famiglia, fu solo l’appoggio dell’opinione pubblica a permettergli di proseguire i suoi esperimenti: una lotteria e poi una sottoscrizione pubblica da 6 milioni di marchi lo misero in condizione di realizzare il primo dirigibile nel 1908.

L’anno successivo la fondazione della Deutsche Luftschiffahrts- Aktiengesellschaft lo ripagò di tutte le difficoltà. Morì nel 1917.

3. Requisiti per la guerra

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Il successo dei dirigibili aveva sollecitato l’interesse dell’Esercito e della Marina tedesche, che allo scoppio della guerra li requisirono e ne ordinarono subito altri.

Lo Stato maggiore sperava di aver trovato un’arma micidiale per colpire e impressionare il nemico: in effetti, i primi dirigibili erano lunghi 20-25 volte più dei normali aeroplani e viaggiavano a velocità solo di poco inferiori.

In compenso, avevano una autonomia maggiore, potendo volare per almeno 2.000 chilometri contro le poche centinaia dei primi aerei.

Nel 1908, lo scrittore Herbert George Wells aveva in effetti già preconizzato, nel suo romanzo La guerra nell’aria, la possibilità di scatenare un conflitto tra Germania e Stati Uniti con una flotta di aeronavi.

Più concretamente gli italiani avevano invece impiegato i dirigibili nella guerra di Libia del 1911. Le speranze quindi erano grandi. Ma alla prova dei fatti, nel 1914, i dirigibili si dimostrarono fragili.

Le dimensioni li rendevano facili bersagli per il tiro da terra, dato che volavano sotto i 1.500 metri di quota, e bastava qualche colpo a segno per far fuoriuscire l’idrogeno che li teneva in aria.

Inoltre non era facile incendiarli: il 7 giugno 1915 per abbattere uno Zeppelin nel Belgio settentrionale, il sottotenente inglese Reginald Warneford dovette lanciargli contro una bomba dal suo aereo. Alla fine del 1914, l’esercito tedesco si ritrovò con soli quattro dirigibili ancora utilizzabili e ne sospese il loro uso.

Il primo dirigibile a riscuotere un vero successo commerciale fu l’LZ 10 Schwaben (Svevia), entrato in servizio nel 1911: era lungo 140 metri e grazie ai suoi tre motori raggiungeva i 76 km orari, trasportando venti passeggeri.

La più incredibile missione di un dirigibile in guerra fu quella dell’aeronave LZ 59 destinata nel 1917 a rifornire le forze del colonnello Lettow-Vorbeck, in Africa orientale tedesca.

Il dirigibile venne ingrandito fino a raggiungere i 226 m (come 2 campi da calcio) e il volume di 68.500 metri cubi (come 760 bus cittadini) per poter trasportare 15 tonnellate di armi e munizioni per 6.700 km senza scalo.

In Africa sarebbe stato smontato per riutilizzarne le parti, visto che non poteva essere rifornito. Il 21 dicembre 1917 partì dalla base di Jambol in Bulgaria agli ordini del comandante Ludwig Bockholt.

Il volo non fu facile: si danneggiò l’antenna radio e si guastò un motore. Il 23 però arrivò un messaggio radio che annunciava, erroneamente, la resa di Lettow-Vorbeck. Bockholt allora tornò indietro e atterrò a Jambol dopo 95 ore di volo ininterrotto.

4. Nuovo modello per la Marina

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Agli inizi del 1915 fu sviluppato in Germania un nuovo modello di dirigibile, denominato P.

Rispetto ai precedenti, era più lungo (163 metri, pari a 12 Tir), più largo (18,63 metri), più veloce (92 km/orari) e poteva salire a quote superiori (oltre 3.500 metri), trasportando fino a 2.000 kg di bombe e 19 uomini.

Sul nuovo modello vennero montate inoltre fino a 8 mitragliatrici, una delle quali era sistemata sul punto più alto dell’aeronave.

L’ammiraglio della Marina imperiale Alfred von Tirpitz li usò per la ricognizione sul Mare del Nord (vennero effettuate oltre 1.500 missioni) e poi per la lotta contro le mine.

L’impiego dei dirigibili in Marina è però legato alla sofferta decisione di attaccare direttamente l’Inghilterra. Il kaiser Guglielmo II aveva a lungo rifiutato il permesso, perché temeva per la vita dei suoi parenti (il re inglese Edoardo VII era infatti suo zio), ma alla fine cedette.

Il 19 gennaio 1915 tre dirigibili al comando del capitano di fregata Peter Strasser decollarono dalla base di Fuhlsbuettel e andarono a sganciare le bombe sulla cittadina costiera di Yarmouth.

I danni furono limitati, ma l’impressione sull’opinione pubblica fu enorme. Dopo alcuni tentativi falliti per le avverse condizioni atmosferiche, il 31 maggio l’aeronave LZ 38 riuscì a colpire Londra, uccidendo 7 persone e ferendone 51. Per la Germania non bastò.

A decretare il fallimento dell’offensiva aerea contro l’Inghilterra furono soprattutto il cattivo tempo e i venti da occidente, che ostacolarono enormemente i dirigibili. Alla fine, comunque, si contarono complessivamente 51 incursioni per 37 tonnellate di bombe e 500 civili uccisi.



5. Dalla Libia alla Grande guerra

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L’Italia aveva già sperimentato i dirigibili nella guerra di Libia e nel 1913 la Marina militare aveva ricevuto il suo, l’M2, ribattezzato poi Città di Ferrara.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, la Marina utilizzò la sua flotta di dirigibili per il bombardamento delle basi austro-ungariche e per il controllo dell’Adriatico.

Le incursioni partivano dalle basi di Ferrara, Jesi e Campalto (vicino a Venezia). Da qui, il 30 maggio, il dirigibile P4 decollò per bombardare la base navale austriaca di Pola.

L’azione fu un successo, anche se l’antiaerea austriaca forò l’involucro del dirigibile senza però abbatterlo. Nel resto del conflitto, la Marina, entrata in guerra con due dirigibili, ne mise in linea 47, effettuando 1.315 missioni.

Quanto agli altri stati impegnati nel conflitto, gli inglesi ne usarono oltre 200 per la sorveglianza e la ricognizione navale, mentre i francesi ne adoperarono pochissimi e gli austriaci non li utilizzarono affatto.

I PRO E I CONTRO DEI DIRIGIBILI

PRO:

  • I dirigibili possono procedere a bassa velocità o stare fermi a lungo
  • possono decollare in verticale
  • consumano poco
  • sono poco rumorosi
  • possono decollare da superfici non preparate o addirittura dall’acqua
  • abbonda lo spazio a bordo
  • hanno grande autonomia (in termini di distanza e di tempo di permanenza in aria)
  • possono trasportare carichi molto ingombranti

 

CONTRO:

  • I dirigibili sono lenti. Hanno velocità non superiori ai 150 km/h
  • sono sensibili alle perturbazioni atmosferiche (soprattutto al vento)
  • sono grossi rispetto al carico
  • costa molto lo spazio che occupano a terra negli hangar
  • hanno equipaggi numerosi sia in volo sia a terra







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