Molosso bianco molto particolare, il Dogo Argentino era usato in passato per la caccia al puma e al pecari ma anche nelle repressioni contro gli Indios e gli schiavi.
Solo oggi il Dogo si orienta verso compiti più nobili.
Già i Conquistadores, nella loro lotta spietata contro gli Indios, impiegavano i molossi nell’inseguimento di coloro che rifiutavano di sottomettersi.
Più tardi, quando lo sfruttamento del Nuovo Mondo fu organizzato sotto forma di grandi piantagioni, questi cani furono educati a catturare gli schiavi che tentavano di fuggire.
Per sviluppare il loro fiuto, si incrociarono allora i Doghi (di razza piuttosto disomogenea) con cani di tipo Saint-Hubert. Dopo questo incarico, durante il XIX secolo fu trovato per questi cani un nuovo impiego altrettanto crudele.
Dal momento che i combattimenti di cani riscuotevano grande successo in Argentina, come in molti altri paesi, questi animali furono costretti a battersi in arene intorno alle quali si raccoglievano gli scommettitori.
Per renderli ancor più temibili, gli Argentini incrociarono i loro Doghi con Bulldog, Bull Terrier, Boxer e Doghi di Cordova. Vivendo in un tale ambiente questi cani divennero molto aggressivi.
Il dott. Nores Martinez desiderava “creare” un cane adatto per la caccia al puma e al pecari, due specie selvatiche assai diffuse nel paese. Il cinologo intraprese un paziente lavoro di selezione, incrociando i Doghi indigeni con Alani, Pointer e Irish Wolfhound.
Il Dogo ricercato dal dottor Nores Martinez doveva essere di taglia media, per essere usato facilmente nelle regioni montuose, e di colore bianco, per essere individuato nella pampa argentina.
Dopo numerose prove il cinologo argentino riuscì a realizzare il suo obiettivo nel 1928, anno in cui uno standard, redatto sotto la sua direzione, ufficializzò la nuova razza, battezzata Dogo argentino.
Scopriamola insieme questo meraviglioso cane affidabile, purché ben allevato, dall’aspetto insolito e piuttosto temibile!
RAZZA
■ Potente ma non pesante
■ Tipica testa molossoide
■ Denti robusti
■ Occhi distanziati
■ Orecchie erette o semi-erette
■ Pelo corto e fitto
■ Colore bianco
■ Altezza al garrese: 60 cm per i maschi; 58 cm per le femmine
■ Peso ideale: 45 kg per i maschi; 35 kg per le femmine
■ Durata media della vita: 12 anni.
1. Origine e storia
Questo cane, chiamato ‘Dogo’ nel suo paese d’origine, presenta un caso comparabile a quello del Dobermann.
Deve in effetti la sua esistenza alla volontà tenace di un uomo, il dottor Antonio Nores Martinez, il quale, verso il 1900, impiegò i Doghi che esistevano all’inizio del XVI secolo in Argentina, con l’intenzione di creare una nuova razza.
Si sa che i conquistadores, nella loro lotta impietosa contro gli Indios, impiegarono dei molossi che lanciavano all’inseguimento di questi ultimi per costringerli alla sottomissione.
Più tardi, quando lo sfruttamento del Nuovo Mondo fu organizzato nel quadro delle grandi piantagioni, questi cani furono educati a ‘riacciuffare’ gli schiavi che tentavano di fuggire. Per sviluppare il loro fiuto, si incrociarono allora dei Doghi — di tipi a dir la verità piuttosto disparati — con dei cani del tipo Saint-Hubert.
Nel XIX secolo un nuovo impiego fu trovato per questi cani rimasti alquanto rustici; poiché i combattimenti dei cani conoscevano in effetti un grande successo in Argentina, come in numerosi altri paesi, questi animali furono lanciati in miserabili arene intorno alle quali si raccoglievano gli scommettitori sovreccitati dalle poste spesso considerevoli.
Per renderli ancor più temibili, gli Argentini incrociarono i loro Doghi locali con i Bulldog, i Bull-Terrier, i Boxer e i Doghi di Cordova, chiamati anche ‘cani da lotta di Cordova’.
Il risultato di questi molteplici incroci fu impressionante: essi produssero dei cani particolarmente feroci, che non si potevano quasi impiegare nella caccia perché erano praticamente incontrollabili: quando li si raggruppava in muta, i tafferugli erano inevitabili e assai spesso mortali.
Il dottor Nores Martinez desiderava ‘creare’ un cane adatto per la caccia al puma e al pecari, due specie assai diffuse negli immensi territori del paese.
Questo cinologo appassionato intraprese dunque un paziente lavoro di selezione, incrociando alcuni di questi terribili Doghi indigeni con degli Alani, dei Pointer e degli Irish Wolfhound (Levrieri Irlandesi di taglia assai grande).
Il Dogo ricercato dal dottor Nores Martinez doveva essere di taglia media, per poter essere utilizzato facilmente nelle regioni montuose, e di colore bianco, per essere agevolmente individuato nella pampa argentina.
Questo risultato fu ottenuto dal cinologo argentino dopo numerose prove e nel 1928 uno standard, redatto sotto la sua direzione, consacrò resistenza della nuova razza, battezzata Dogo Argentino.
Questo cane, poco diffuso al di fuori dell’America Meridionale, ha dimostrato il proprio valore nel braccare il puma; il Dogo Argentino si è anche assai bene adattato a questa attività e, malgrado il suo temperamento poco socievole, adora convivere con i cavalli dei cacciatori.
Ma l’intrepido Dogo, che non esita ad affrontare animali selvaggi molto aggressivi, è ugualmente impiegato dall’esercito, dalla polizia e dai servizi di dogana. Si dice che può anche essere un eccellente cane per ciechi; ciò dimostra che il suo umore bellicoso, se è coltivato coscientemente, sa far posto a una dedizione esemplare.
Al di fuori dell’America Latina, si trovano dei Doghi Argentini in Germania, nei Paesi Bassi, in Spagna, in Italia... Senza essere molto diffusi, in questi paesi i Doghi non sono, però, neanche una rarità.
2. Comportamento
Il Dogo Argentino possiede in abbondanza possenza e coraggio, doti necessarie a ogni buon cane da guardia.
Sotto un’apparenza piuttosto rozza, è dotato di un carattere molto interessante, e la fedeltà a tutta prova che manifesta nei confronti del suo padrone ne fa un amico sorprendente e sicuro.
Così, al di là dell’aspetto esteriore che spinge alla prudenza, questo cane manifesterà una personalità fatta di forza e di lealtà. La taglia rende questo bell’atleta del peso di 40 chilogrammi totalmente inadatto a vivere in un piccolo appartamento.
Ma, se il Dogo Argentino ha bisogno di un minimo di spazio vitale, nondimeno apprezza il comfort... Vedere un cane così rustico e poco sofisticato allungato con indolenza su un divano è una cosa piuttosto buffa... salvo, forse, per una padrona di casa preoccupata per il suo mobilio!
Contrariamente a ciò che si potrebbe immaginare vedendo un tale animale, conviene educare il Dogo con dolcezza, evitando ogni brutalità fuori luogo.
È una delle conclusioni del professor Diego Ross, che ha pubblicato nel 1972, in Argentina, uno studio sul comportamento di questi cani, in cui appare chiaramente che è inutile infliggere ai Doghi numerose punizioni corporali:
«Talvolta, delle persone che conoscono male questa razza acquistano un Dogo Argentino per farne un assassino. Lo educano e lo addestrano non importa come e non hanno che uno scopo: fare di questo cane una bestia sanguinaria. È preferibile dissuadere queste persone dall’acquistare un Dogo».
Così trasformato, il Dogo Argentino diviene in effetti un cane pericoloso, che si sottrarrà anche totalmente all’autorità di colui che non considererà più, di colpo, il suo ‘padrone’.
Perché dunque trascinare un Dogo Argentino in un tale vicolo cieco? Senza considerare che questo comportamento psicopatico può essere ottenuto con qualsiasi bastardo squilibrato, se il desiderio è veramente quello di avere per cane un folle assassino.
Ma ritorniamo a una situazione normale e a delle persone dotate di buon senso: se ricercate un buon guardiano, efficace ed equilibrato, un Dogo Argentino, addestrato intelligentemente, farà al caso vostro.
Questo cane sa essere discreto, quando non deve dare allarmi: il Dogo abbaia molto poco e non è un guardiano ipernervoso che saltella senza posa. Al contra rio, quando abbaia, è generalmente troppo tardi per intervenire: è già sull’aggressore o sul ladro.
E, se è stato ben educato, non commette quasi errori di stima su questo piano. Insomma il suo abbaiare è destinato a segnalare che un nemico è stato identificato e che lui, da bravo guardiano, ha fatto ciò che era necessario! Colui che si propone di svaligiare la vostra casa rischia di ricordarsi per molto tempo della sua ‘visita’...
Per insegnare al Dogo Argentino a intervenire solo a ragion veduta, il miglior modo di combattere contro la sua aggressività latente è quello di abituarlo assai presto al contatto con gli uomini. Occorre dunque evitare di isolarlo sistematicamente, non obbligarlo, per esempio, a vivere sempre all’aria aperta.
Certamente, la sua rusticità gli permette di resistere al freddo più pungente, ma, in Italia, non è utile imporgli condizioni di vita artificialmente dure: accoglierlo di tanto in tanto all’interno della casa contribuirà a ridurre il lato troppo selvatico del suo temperamento e a farlo sentire pienamente integrato nel nucleo familiare.
Se le nozioni appena ricordate vengono rispettate, il Dogo Argentino si intende bene con i bambini, anche se la dolcezza non è la sua principale qualità. E ci si può fidare completamente di lui: molto vigile, non permetterà che alcuno alzi le mani su quanti sono affidati alla sua protezione.
Guardia del corpo e compagno di giochi, il Dogo può quindi essere un amico molto originale per i ragazzi, a partire dai dieci o dodici anni (i bambini più piccoli sono un po’ fragili per camminare accanto a un tale valoroso).
Li accompagnerà ovunque e nessuna scappatella lo affaticherà: è una forza della natura, oltre che un fondista. Rispetto ad altri cani, fa talvolta fatica a dimenticare i suoi antenati, cani da combattimento, e il suo bisogno di dominio è evidente.
Ma, coltivando una volta di più i contrasti, può anche mostrarsi totalmente indifferente quando incrocia un Bullmastiff o un Mastino Napoletano. È, infatti, un animale spesso sconcertante, e qualche volta si direbbe che provi piacere a esserlo...
In Italia non si può quasi utilizzarlo nella caccia (il puma non esiste nel nostro paese!); deve dunque accontentarsi, per spendere le proprie energie, di un footing regolare in compagnia del suo padrone (a causa delle origini argentine, adora la compagnia dei cavalli e si mostra sempre lieto di incontrarne).
Questo esercizio a ritmo sostenuto è in ogni caso assolutamente indispensabile al suo equilibrio e al suo buonumore, perché il Dogo è un allegro compagno, quando si sente compreso e amato.
VERO/FALSO
• È un cane di cui non ci si può fidare completamente.
Falso. Innanzitutto, bisogna comprarlo da un allevatore serio, consigliato dall'Enci. Poi lo si educhi con cura e, se occorre, si affidi il suo addestramento a un professionista.
• Non va assolutamente d'accordo con i gatti.
Falso. È tutta una questione d'abitudine. Possono diventare anche amici, il che è veramente lodevole per un antico cacciatore di puma!
• Resiste alle temperature più rigide.
Vero. Il Dogo argentino, che ha conosciuto il clima delle pianure della Patagonia, non teme i rigori dell'inverno europeo.
3. L'ABC del padrone perfetto
Il Dogo argentino risponde bene all'addestramento, ma non va incitato ad attaccare!
Possiede forza e coraggio in abbondanza, doti preziose per ogni buon cane da difesa. Dietro un aspetto piuttosto duro, è dotato di un carattere molto interessante e la fedeltà a tutta prova che manifesta nei confronti del suo padrone ne fa un amico fidato.
Al di là dell'aspetto esteriore che spinge alla prudenza, questo cane manifesta una personalità forte e leale ed è sempre attento e pronto a sacrificare la propria vita per chi ama.
Possiede un profondo senso della protezione della sua proprietà e della sua "famiglia" umana. Affidato a una persona competente, si rivela un cane stabile, equilibrato, affettuoso e obbediente.
Per certi versi è una sicurezza, dal momento che attacca solo su comando, quando si profila un pericolo.
■ Il Dogo argentino, diffidente verso gli estranei, ha bisogno di essere socializzato molto presto. Occorre fare in modo che incontri gli amici e tutti coloro che fanno visita al padrone, non isolarlo in un recinto, non confinarlo fuori casa e non metterlo mai alla catena. Deve essere allevato in famiglia e deve imparare ad accogliere volentieri tutti i visitatori che vengono introdotti in casa dal padrone.
■ Il padrone deve condividere con lui la sua abitazione. Anche se alcuni soggetti, con una bella cuccia, potrebbero resistere al freddo, il problema è che questo cane deve integrarsi al meglio all'interno della famiglia.
■ "Ben socializzato" non vuol dire che non sappia più stare al suo posto e passi la giornata sul divano.
■ Se non si comporta bene i rimproveri sono necessari, ma non bisogna mai ricorrere alla violenza. Ogni comportamento violento attuato contro di lui può risvegliare le sue pulsioni aggressive sopite.
■ Per acquistare questo cane, bisogna desiderare un valido difensore, avere bisogno di sicurezza o essere semplicemente un appassionato di molossoidi, ma bisogna essere anche equilibrati, cinofili, un po' psicologi, sportivi e abitare in campagna.
DA FARE
■ Addestrarlo con dolcezza.
■ Offrirgli uno stile di vita calmo ed equilibrato.
■ Abituarlo molto presto al contatto con l'uomo.
■ Integrarlo in famiglia.
■ Dargli molto affetto.
■ Permettergli di fare tanto esercizio fisico.
DA EVITARE
■ Infliggergli punizioni corporali.
■ Tenerlo isolato.
■ Volerne fare un assassino.
■ Non prendersene cura con la scusa che è un duro.
4. Spazio vitale, alimentazione, salute e cure
- Spazio vitale
Non si può rinchiudere un Dogo in un appartamento, non è proprio il cane adatto!
Un tempo galoppava libero nella pampa e ha mantenuto il suo amore per gli ampi spazi aperti. Il suo ambiente preferito è perciò rappresentato dalla campagna e dalle vaste pianure erbose.
Anche se si dispone di un grande giardino, è indispensabile che il Dogo argentino esca in passeggiata. Infatti deve incontrare molte persone diverse per strada e avere contatti con un altro territorio, diverso dal suo. Questo eviterà che il suo istinto di guardiano, già molto forte, diventi esasperato.
Con lui si lavora molto sul richiamo: deve ritornare "al piede" non appena glielo si ordina; inoltre non dovrebbe andare a spasso senza guinzaglio: infatti, lungo la strada si possono verificare molte situazioni che lo fanno andare in collera, soprattutto se altri cani, incautamente, lo sfidano.
- Alimentazione
Non è un cane molto esigente in fatto di cibo, malgrado i suoi 40 kg di muscoli.
Nonostante ciò, occorre nutrirlo adeguatamente, offrendogli ogni giorno da 400 a 500 g di carne rossa, 250 g di verdura e 250 g di pasta o di riso.
Aggiungendo alla sua pappa una cucchiaiata di lievito di birra, un'altra di olio vegetale di mais o di girasole, il suo mantello si manterrà splendido.
Si può anche optare per il cibo industriale, ma attenzione ai cambiamenti improvvisi di dieta, che talvolta provocano diarrea. Infine non si dimentichi una scodella piena di acqua.
- Salute
Il Dogo argentino gode in genere di ottima salute. Non essendo un cane delicato, non sarà necessario stare continuamente attenti a rilevare il minimo segno di debolezza o di malattia.
Come tutti i cani di grossa taglia, può essere soggetto a torsione dello stomaco.
Per prevenire questo grave disturbo, si divida il pasto in due razioni e si evitino gli sforzi violenti nelle tre ore che seguono l'assunzione di cibo, così come nell'ora che la precede.
Si faccia attenzione infine ai colpi di calore: se viene fatto corre in pieno sole o se resta in macchina ad aspettare.
- Cure
Sul suo pelo bianco, le zecche, le pulci o altri parassiti si vedono subito e consentono un intervento tempestivo. Questo pelo raso che rimane incollato alla pelle è molto pratico.
Lo si spazzoli una volta ogni tanto, per pulirlo e per eliminare il pelo morto. Per lavarlo, si utilizzino metodi naturali, facendolo, per esempio, rotolare nell'erba alta.
- Un cane poliziotto
Il Dogo argentino si adattò bene alla caccia e, malgrado il temperamento poco socievole, adorava vivere con i cavalli dei cacciatori.
Oggi il Dogo, che un tempo non esitava ad affrontare animali selvaggi molto aggressivi, viene impiegato, oltre che come cane da guardia e da difesa, anche dall'esercito, dalla polizia e dai servizi doganali.
Al di fuori dell'America latina, si trovano dei Doghi argentini in Germania, nei Paesi Bassi, in Spagna e in Italia. Pur non essendo molto diffusi in questi paesi, i Doghi non sono neanche una rarità.
Il Dogo argentino è in grado di percorrere lunghe distanze. Può galoppare per chilometri, senza stancarsi. Ha infatti un gran bisogno di muoversi e nutre un profondo amore per la libertà; il suo sogno segreto è di scoprire nei dintorni di casa una preda che gli ricordi il suo passato di cacciatore!
Con un Dogo come vicino di casa, polli e conigli faranno bene a non sconfinare nella sua proprietà privata!
- Guida per i non vedenti
A riprova della devozione esemplare verso il suo padrone, il Dogo argentino viene utilizzato come cane per ciechi. Per una persona non vedente, è la migliore guida e la migliore guardia del corpo e ci sia: attento, paziente, concentrato sul lavoro.
5. Lo standard della razza
ORIGINE: Rep. Argentina
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 10.11.2011.
UTILIZZO: Cane da caccia grossa
CLASSIFICAZIONE FCI: Gruppo 2 Cani di tipo Pinscher e Schnauzer,
Molossoidi, Cani da
Montagna e Bovari Svizzeri.
Sezione 2.1 Molossoidi, tipo Dogo.
Senza prova di lavoro.
ASPETTO GENERALE: E’ un cane atletico, mesomorfo, normotipo, dalle proporzioni armoniche. Ha una muscolatura potente, è agile, il suo aspetto dà la sensazione di potenza, energia e forza, in contrasto con la sua espressione amichevole e mansueta. Interamente bianco, può avere una sola macchia scura sul cranio.
PROPORZIONI IMPORTANTI:
Mesocefalo, il muso deve avere la stessa lunghezza del cranio. L’altezza al garrese deve essere leggermente superiore all’altezza alla groppa. L’altezza al torace deve rappresentare il cinquanta per cento, come minimo, dell’altezza al garrese.
La lunghezza del corpo deve superare fino ad un dieci per cento (non di più) l’altezza al garrese.
TEMPERAMENTO/COMPORTAMENTO: Deve essere silenzioso, nessun latrato sulla traccia, fine olfatto ed eccellente fiuto, scattante, agile, forte, rustico e soprattutto coraggioso.
Non deve mai essere aggressivo con gli esseri umani, caratteristica che sarà valutata severamente. Deve interagire con il suo “padrone” senza condizionamenti o riserve.
TESTA: Di tipo mesocefalo, dall’aspetto forte e potente. I suoi assi cranio facciali sono convergenti.
REGIONE CRANICA:
Cranio: Massiccio, convesso sia in senso longitudinale, che trasversale, per via dei rilievi formati dai muscoli masticatori e della nuca.
Occipite: Non si nota il suo rilievo, perché i potenti muscoli della nuca lo nascondono del tutto.
Stop: Definito, non deve essere profondo, né formare angoli retti.
REGIONE FACCIALE:
Della stessa lunghezza della regione cranica, vale a dire che la linea che unisce le due apofisi orbitali dell’osso frontale è alla stessa distanza dall’occipite e dal bordo alveolare del mascellare superiore.
Tartufo: Fortemente pigmentato di nero, narici ben ampie.
Muso: Della stessa lunghezza del cranio, con la linea superiore concava.
Labbra: Aderenti, con bordi liberi, pigmentate di nero, mai pendule.
Mandibole/Denti: Sono formati da mascelle correttamente impiantate , ben sviluppate e forti, senza prognatismo od enognatismo, con denti sani, grandi e ben radicati. Si raccomanda una dentatura completa. La chiusura è a forbice, accentandosi la tenaglia.
Guance: Ampie, marcate, coperte da una pelle forte, senza pieghe. Masseteri ben sviluppati.
Occhi: Di media grandezza, a mandorla, scuri o color nocciola, con palpebre preferibilmente pigmentate di nero. La loro posizione è sub-frontale, ben separati, sguardo vivo ed intelligente ma, allo stesso tempo, con una marcata durezza.
Orecchie: Portate naturalmente pendenti, coprono la regione posteriore delle guance. In attenzione possono essere semierette.
COLLO: Grosso, arcuato, la pelle della gola è molto spessa, forma delle rughe con morbide pieghe, senza formare giogaia. L’elasticità della pelle del collo si deve al tessuto cellulare molto lasso.
CORPO: Rettangolare. La lunghezza del corpo (misurato dalla punta della spalla alla punta dell’ischio) può superare solo fino al dieci per cento la sua altezza al garrese, non di più.
Linea superiore: Più alta al garrese e inclinata fino alla groppa con una leggera pendenza. I soggetti adulti presentano un canale lungo la colonna vertebrale , grazie al rilievo dei muscoli ileo-spinali. Vista di lato non deve presentare cedimenti.
Garrese: Forte, ben sviluppato e alto.
Dorso: Molto forte e dai grandi rilievi muscolari.
Lombi: Corti, larghi, dalla grande muscolatura.
Groppa: Larga e forte. Di media inclinazione.
Torace: Ampio e profondo. Visto di fronte e di profilo, la linea sternale deve scendere fin sotto la linea dei gomiti, dando in questo modo la massima capacità respiratoria. Torace lungo con costole moderatamente arcuate.
Linea inferiore e ventre: Risale leggermente dalla linea inferiore del torace, mai levrettato, forte e con una buona tensione muscolare.
CODA: Lunga, senza andare oltre i garretti, grossa, dalla media inserzione. A riposo la possiamo vedere portata naturalmente in posizione abbassata; in attenzione o in movimento, alzata ad arco, con una ampia curvatura che arriva fino alla punta.
ARTI
- ANTERIORI:
Aspetto generale: Dritti, in appiombo, con dita corte e ben unite.
Spalle: Scapole oblique, con grandi rilievi muscolari, senza esagerazioni.
Braccia: Omero dalla stessa lunghezza della scapola, con una buona inclinazione.
Gomiti: Robusti, coperti da una pelle più spessa ed elastica, senza pieghe né rughe. Posizionati naturalmente contro il costato.
Avambraccio: Della stessa lunghezza delle braccia e perpendicolari al suolo, dall’ossatura robusta e diritti, con un buono sviluppo muscolare.
Carpo: Ampie e sulla stessa linea dell’ avambraccio, libere da rilievi ossei e rugosità della pelle.
Metacarpi: Leggermente piatti, dalla buona ossatura, visti di profilo, con una lieve inclinazione, mai troppo flessi.
Piedi anteriori: Con dita corte e ben unite. Con cuscini plantari forti, spessi e resistenti; preferibilmente con pigmentazione nera.
- POSTERIORI:
Aspetto generale: Muscolosi, con garretto corto e dita ben chiuse senza speroni. Di media angolazione.
Cosce: Proporzionate all’insieme. Forti, con un importante sviluppo muscolare che si nota a vista d‘occhio.
Ginocchia: Con una buona angolazione.
Gambe: leggermente più corte delle cosce, forti e muscolose.
Garretto: L’insieme tarso metatarso risulta corto, forte e fermo, assicurando la forza di propulsione degli arti posteriori. Tarso robusto, con la punta del garretto evidente. Metatarsi robusti, quasi cilindrici e in appiombo, senza speroni.
Piedi posteriori: Similari a quelli anteriori, anche se più piccoli e leggermente più lunghi, mantengono caratteristiche uguali.
MOVIMENTO: Agile e forte, con cambi repentini al mostrare interesse verso altro, dai riflessi rapidi, tipico della razza. Passo calmo. Trotto ampio, con un buon allungo dell’anteriore e una buona propulsione del posteriore. Al galoppo mostra tutta la sua energia e sviluppa tutta la potenza che ha. Il suo movimento è agile, sicuro, al passo, trotto o galoppo. Deve essere armonico e misurato, mostrando una solida costruzione. Non si accetta l’ambio, lo si considera un grave difetto.
PELLE: Omogenea, spessa, ma elastica. Aderente al corpo per un tessuto sub-cutaneo semi-lasso, elastico, senza formare rughe; fatta eccezione alla gola, dove il tessuto subcutaneo è più lasso. Si preferiscono gli esemplari con le labbra e le palpebre pigmentate di nero. Non si penalizza la pelle pigmentata di nero.
MANTO:
Pelo: uniforme, corto, liscio, con una lunghezza approssimativa da 1,5 a 2 cm. La densità e lo spessore variano a seconda del clima.
Colore: Interamente bianco. E’ ammessa una sola macchia nera, oppure scura, sul cranio. La stessa può essere situata anche su una delle orecchie od intorno agli occhi. La grandezza della macchia deve avere un’adeguata proporzione, non superando il dieci per cento della grandezza della testa. Tra due esemplari delle medesime condizioni, si dovrà optare per l’esemplare più bianco.
TAGLIA E PESO:
Altezza al garrese: Maschi: da 60 a 68 cm. - Femmine: da 60 a 65 cm.
Altezza ideale: Maschi: da 64 a 65 cm. - Femmine: da 62 a 64 cm.
Peso approssimativo: Maschi: da 40 a 45kg. - Femmine: da 40 a 43Kg.
DIFETTI: Qualsiasi alterazione dei criteri sopra menzionati si considera come difetto e la gravità di questo si valuta dal grado di allontanamento dallo standard, e dalle conseguenze che questo difetto può provocare sulla salute, benessere e sulla capacità del cane di svolgere il suo lavoro tradizionale.
- DIFETTI GRAVI:
• Mancanza di sviluppo osseo-muscolare (debolezza).
• Tartufo parzialmente pigmentato in esemplari adulti.
• Denti piccoli, deboli o malati.
• Entropion, ectropion.
• Occhi che appaiono rotondi a causa della forma delle loro palpebre, occhi sporgenti, chiari o gialli.
• Torace a botte.
• Petto carenato. Costole piatte.
• Mancanza di sviluppo di altezza del torace, che non arriva alla linea dei gomiti.
• Mancanza d’angolazione in qualunque dei suoi due treni locomotori.
• Groppa più alta del garrese.
• Movimento in ambio.
• Maschi e femmine il cui peso non è quello stabilito o comunque non sia in relazione alla taglia.
- DIFETTI DA SQUALIFICA:
• Aggressività o estrema timidezza.
• Qualunque cane mostri chiari segni di anormalità fisiche o comportamentali deve essere squalificato.
• Enognatismo e prognatismo.
• Sordità.
• Mancanza di tipicità.
• Pelo lungo.
• Mancanza totale di pigmentazione sul tartufo negli esemplari con più di due anni.
• Tartufo dal colore marrone.
• Labbro pendulo.
• Macchie di pelo nel corpo.
• Più di una macchia sulla testa.
• Taglia inferiore o superiore a quelle stabilite.
• Occhi di colore differente tra loro o azzurri.
• Mancanza di dimorfismo sessuale.
N.B.: I maschi devono avere due testicoli all’aspetto normale completamente discesi nello scroto.