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I 7 scienziati dalla vita più folle

C’è lo studioso premio Nobel che riceve i colleghi in un topless bar e quello che rifiuta montagne di soldi per le sue scoperte.

Nell’immaginario collettivo, genialità e follia vanno a braccetto. È proprio così?

Ecco i 7 scienziati dalla vita più folle!

 

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1. John Forbes Nash

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Il Nobel John Forbes Nash aveva paura degli alieni!

- Perché è importante:
Per i suoi rivoluzionari studi sulla matematica applicata alla teoria dei giochi.
Il geniale matematico statunitense John Forbes Nash (1928-2015), è stato premiato con il Nobel per l’economia nel 1994.

A soli 22 anni, Nash aveva terminato il PhD (dottorato di ricerca) all’università di Princeton, enunciato il teorema che in futuro gli sarebbe valso il Nobel e si avviava a una carriera da “genio accademico” nel prestigioso Massachusetts Institute of Technology di Boston dove nel ’59 divenne professore.
Nel 1962, però, Nash cominciò a sostenere che alcune potenze extraterrestri lo stessero perseguitando, dichiarò di voler formare un governo mondiale e diventare “imperatore dell’Antartide”.
Scrisse una serie di lettere al Papa, all’ONU e all’FBI finendo per essere ricoverato con la diagnosi di schizofrenia. Per anni entrò e uscì dagli ospedali psichiatrici, fu trattato con farmaci inadeguati e terapie sconsiderate come l’elettroshock (oggi fuorilegge), tanto da ridursi a vivere come un accattone, mendicando le sigarette, sopportato a stento dalla “gente normale”.
Poi nel 1990, dopo 30 anni di malattia, Nash tornò alla vita e nel 1994 ritirò il premio Nobel a Stoccolma come un qualsiasi accademico.
Oggi, alcuni psichiatri, tra cui Vittorino Andreoli, hanno valutato il suo caso come un disturbo maniacale monopolare che già all’epoca si sarebbe potuto curare con farmaci più leggeri e senza internamento.

Curiosità: anche il cinema ha celebrato il genio 
La storia del geniale matematico statunitense John Forbes Nash è stata narrata da un romanzo e da un film, A Beautiful Mind (2001), interpretato da Russell Crowe e premiato con 4 Oscar.

 

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2. Grigorij Perelman e Nikola Tesla

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- Grigorij Perelman, il matematico che disprezza i soldi!
Perché è importante: Grigorij Perelman, 53 anni, ha risolto uno dei grandi problemi di matematica che ha a che fare con la deformazione di sfere bi e tridimensionali.
Nel 2006 ha ottenuto 780mila dollari e la medaglia Fields (il premio più ambito per un matematico); nel 2010 ha vinto il Millennium Prize e un milione di dollari offerti dal Clay Mathematics Institute. Cifre tutte rifiutate.
Russo di origini ebraiche, Perelman ha sempre rifiutato premi e denaro, spiegando: «Non voglio essere uno scienziato da vetrina o esibito come un animale allo zoo, e poi troppi soldi in Russia generano solo violenza».
Quando arriva a New York nel 1992, un collega della Stony Brook University lo descrive così: «Ha 26 anni, è alto e porta una barba lunga, scura e cespugliosa. Anche i capelli sono lunghi, come le unghie perché non le taglia mai. Mette sempre gli stessi vestiti scuri e mangia di preferenza del pane nero che gli procura un negozio gestito da alcuni russi a Brooklyn».
Le migliori università del mondo se lo contendono ma Perelman torna a San Pietroburgo, lavora per un po’ come semplice ricercatore di matematica e poi si licenzia.
Oggi vive con l’anziana madre in un mini-alloggio popolare, non ha un lavoro fisso, amici o relazioni con i colleghi.
Alcuni ipotizzano che Perelman, uomo integerrimo e d’alta moralità, si sia ritirato dal mondo disgustato dalle invidie e dallo scarso livello etico dell’ambiente matematico internazionale.

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- Nikola Tesla aveva la fobia per l’igiene e il numero 3!
Perché è importante: Nikola Tesla (1856- 1943) ha inventato un numero incredibile di dispositivi tecnologici, tra cui il generatore e il motore elettrico, la luce fluorescente e la corrente alternata.
Nevrotico e ossessivo, il fisico serbo Tesla, naturalizzato americano nel 1891, non volle mai avere una casa e visse per tutta la vita in albergo, a New York. Tolto il lavoro aveva due grandi passioni: amava i colombi, che curava e manteneva a centinaia, ed era attratto dall’oscurità, dalle tenebre e dai colori scuri (scotofilia).
Tesla aveva anche numerose fobie come quella per il numero 3, l’ossessione dei germi e per la cura della propria igiene. Odiava gli oggetti rotondi ed era terrorizzato dai gioielli femminili, soprattutto se montavano delle perle.
Detestava le donne ma non era gay: praticò la castità perché, come disse una volta, la trovava più utile allo sviluppo delle proprie doti scientifiche.
Ebbe un solo grande amico, lo scrittore Mark Twain, e morì in solitudine, come aveva sempre vissuto.

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3. Kary Mullis

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Il biochimico Kary Mullis ammette la sua passione per l’oroscopo!

Perché è importante: L’americano Kary Mullis (1944-2019), ha vinto il premio Nobel per la chimica nel 1993 grazie alla scoperta della PCR, cioè la reazione a catena della polimerasi, un processo che ha rivoluzionato la genetica e che ha avuto numerose applicazioni in campo medico e investigativo.

Eccentrico il biochimico Mullis lo è sin da giovane: negli anni 60 è uno studente hippy contestatore, poi si appassiona al surf che praticherà per decenni con l’abilità consumata di un californiano.
Dopo il dottorato in chimica all’università di Berkeley (California, Usa), Mullis gestisce un panificio, fa ricerca in un’azienda di biotecnologie, fonda un’azienda con l’idea di vendere monili con il DNA di celebrità scomparse come Elvis Presley o Marilyn Monroe e lavora come ricercatore presso un ospedale pediatrico della California.
Se questo vi sembra poco, occorre aggiungere che ammette di essersi fatto parecchi “viaggetti” con alcune droghe, tra cui anfetamine e LSD (acido lisergico dall’effetto psichedelico), si dichiara un fervente appassionato di astrologia (è orgogliosamente un Capricorno con ascendente Toro) e ritiene di aver avuto un incontro del terzo tipo con gli alieni (asserisce di essere stato rapito da loro nel 1985, in un bosco della contea di Mendocino, in California).
Grande seduttore, fino a ora ha collezionato 4 mogli e una serie innumerevole di rapide conquiste, ma quel che più ha scandalizzato i benpensanti sono certe sue convinzioni controcorrente: ha difeso come perito il celebre campione di football O.J. Simpson, accusato e poi condannato per l’omicidio della moglie.
Inoltre, ha sostenuto che gli esseri umani non hanno contribuito al riscaldamento globale del pianeta e, infine, che il nesso tra HIV e AIDS non è mai stato seriamente provato.
«Non mi interessa essere compreso», ha detto una volta a un giornalista, «ma semplicemente dico quel che penso e ciò in cui credo».

 

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4. Richard Feynman e Alan Turing

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- Il Nobel Feynman riceveva i colleghi in un topless bar!
Perché è importante: Pioniere dei più avanzati studi di elettrodinamica quantistica, Richard Feynman (1918-1988) ha ricevuto il Nobel per la fisica nel 1965. Nel 1999, 130 scienziati di fama, interpellati dalla rivista inglese Physics World, lo hanno incluso tra i 10 maggiori fisici di tutti i tempi.
Dotato di una mente brillante e creativa, ma anche di un carattere allegro ed estroverso, il fisico americano Feynman, negli anni in cui insegnò al Caltech, l’Istituto di tecnologia della California, utilizzava come succursale del suo ufficio un topless bar.
Nel locale Feynman non solo preferiva studiare riempiendo di appunti le tovagliette di carta dei tavoli ma tra un’esibizione erotica e l’altra riceveva anche le visite di colleghi e dottorandi.
Quando negli anni ‘70 la polizia cercò di chiudere il locale perché ritenuto osceno, nessuno osò testimoniare in favore del proprietario tranne il fisico che si presentò in tribunale e difese il locale come luogo di “pubblica utilità”.
Grazie alla sua forte personalità non si curò mai di cosa pensassero gli altri del suo lavoro tanto che, con grande entusiasmo, progettò un pannello decorativo per la parete di un bordello nello stesso periodo in cui elaborò complesse migliorie tecniche allo Space Shuttle.
Morì con la stessa determinazione con cui era vissuto, facendo di testa propria: quando capì che il cancro era incurabile, rifiutò ogni accanimento terapeutico.

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- Alan Turing mangiò la mela avvelenata come Biancaneve: così si uccise!
Perché è importante: Considerato il padre dell’informatica e il fondatore degli studi sull’intelligenza artificiale, Alan Turing (1912-1954) riuscì a violare Enigma, la macchina elettro-meccanica con cui i nazisti cifravano tutti i loro messaggi.
Il geniale Turing era gay ed ebbe la sfortuna di esserlo in un’epoca e in un paese, la Gran Bretagna, in cui l’omosessualità era ritenuta una malattia mentale e il sesso “contro natura” giudicato un crimine.
Nel 1951, Turing intrecciò una relazione con un ragazzo, Arnold Murray, ma quando casa sua venne improvvisamente svaligiata, il matematico sporse denuncia confidando ingenuamente alla polizia i propri sospetti su Arnold.
Scoperta la relazione omosessuale, scoppiò lo scandalo e il matematico venne incriminato, incarcerato e condannato. A Turing venne concessa la libertà condizionata a patto che si sottoponesse alla castrazione chimica.
Il trattamento ormonale durò un anno durante il quale al matematico crebbero perfino le mammelle ma nel ’54 venne trovato senza vita con i sintomi tipici di un avvelenamento da cianuro e una mela mangiucchiata accanto.
Come nella favola di Biancaneve, Turing aveva iniettato il veleno nella mela per gridare così la propria disperata innocenza.

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5. Pál Erdös

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Pál Erdös non ebbe mai una casa e non imparò a cucinare neppure un uovo!

Perché è importante: Pál Erdös (1913-1996) ha contribuito a fondare la matematica discreta che è alla base dell’informatica e ha fornito le soluzioni a numerosi problemi in diversi campi (analisi matematica e combinatoria, teorie dei numeri, dell’approssimazione, degli insiemi e della probabilità).

Il suo biografo l’ha definito “l’uomo che amava solo i numeri” perché in tutta la sua vita ebbe un solo e unico grande amore: la matematica.
Precocissimo, il matematico ungherese Erdös a tre anni scoprì da solo l’esistenza dei numeri negativi (quelli con il segno meno davanti), a quattro calcolava quanti secondi avesse vissuto una persona di cui gli dicevano l’età e a sei dava risposte sbagliate a scuola per evitare di essere additato come il “primo della classe”.
A 21 anni ottenne il dottorato in matematica, titolo che di solito si consegue non prima dei 28-30 anni. Poiché era di origini ebree, fu costretto a lasciare l’Europa nel ’38 per sfuggire alla persecuzione antisemita.
Non ebbe mai una casa e passò la vita ospite di amici e colleghi di lavoro che subirono le sue stravaganze come il non saper cuocere un uovo sodo, compilare un assegno o sbrigare una faccenda domestica.
Capace di dormire meno di 4 ore per notte, era di temperamento nervoso e così indifferente a denaro e potere che tutti i suoi averi stavano in due striminzite valigie che lo seguivano ovunque.
Le due cose che più lo terrorizzavano erano la vecchiaia e la demenza senile di cui scherzando diceva: «Non mi preoccupa molto se mi dimentico di tirare su la cerniera dei pantaloni, ma sarò preoccupato quando mi dimenticherò di tirarla giù».
Preparò in anticipo il proprio epitaffio: «Finalmente ho smesso di instupidirmi».

 

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