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I misteri dei colori

I colori svolgono un ruolo importantissimo nella nostra quotidianità tanto da influenzare tutte le attività che svolgiamo in molteplici modi.

Il colore agisce sulla nostra vita da subito; fin dalla nascita infatti il colore le appartiene profondamente e la attraversa pervadendola dei colori della natura che ci circonda.

Quante volte restiamo incantati nell’osservare un immenso mare blu, azzurro o verde smeraldo, oppure davanti a un tramonto rosso, caldo come una fiamma o ancora guardando e magari calpestando le foglie autunnali variopinte sparse in un sentiero?

Il colore è una parte importante di noi e della nostra vita, è presente nel cibo, nell’abbigliamento, nell’arredamento della nostra casa, dell’ufficio, nell’auto e in tanto altro ancora.

Pensiamo ad un momento della nostra vita di estrema felicità,  come la nascita di un figlio: appena si rientra a casa con il neonato, si organizza prima di tante altre cose la cameretta e si prepara un corredo azzurro, se si tratta di un bambino, o un “guardaroba” di colore rosa nel caso si tratti di una bambina, naturalmente non escludendo accessori in tinta.

Oggi lo studio dell’influenza psicologica dei colori viene applicata in numerosissimi ambiti, sia lavorativi, sia nel campo della salute e in quello del marketing pubblicitario, dove si cerca di capire quali colori abbiano il potere di attrarre il consumatore e quali quello di respingerlo, cercando di evitare in questo modo errori di comunicazione.

Quanti sono i colori? In effetti, sono numerosissimi e ognuno affascinante a suo modo.

Tutti noi abbiamo una predilezione per un colore o un altro che non sempre e non in tutte le circostanze resta lo stesso; perché il colore rispecchia un nostro stato d’animo, esprime ciò che noi siamo o vorremmo essere, e dunque la nostra preferenza per un colore può variare al variare della situazioni di vita in cui ci troviamo.

La scelta di un colore quindi varia da un soggetto all’altro e anche nella stessa persona, nel corso della vita si possono verificare cambiamenti, spesso inconsapevoli, dei propri gusti, perché naturalmente cambiano i propri atteggiamenti nei confronti di sé e degli altri.

Ma che cos’è il colore, che ruolo ha svolto nella storia e qual’è il suo significato nel passato e nel presente? Scopriamolo insieme.

 

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1. I colori

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I colori hanno la capacità di offrirci delle sensazioni molto personali, che possono essere di calore o di freddo, di attrazione o di repulsione, di fastidio o di tranquillità, di gioia o di tristezza.

I colori catturano prima di qualsiasi altro fattore l’attenzione dei nostri interlocutori; ci rendono visibili, distinguibili dalla folla, raccontano la nostra personalità e il nostro stato d’animo.

Sono anche un importante simbolo in grado di esprimere un’emozione, un sentimento, di crearci un’idea: noi uomini percepiamo i colori e di conseguenza vi reagiamo attribuendo loro un significato che ci rimanda a immagini e ricordi che abbiamo vissuto.

Quando siamo felici, contenti e positivi verso quello che la vita ci offre, anche la scelta del colore del nostro abbigliamento quotidiano lo evidenzierà, facendoci scegliere colori vivaci e tinte allegre; diversamente se il nostro stato d’animo è triste o malinconico, saremo più demotivati e le nostre preferenze nella scelta dell'abbigliamento propenderanno per colori più spenti e scuri.

La nostra vita è sempre regolata e condizionata dai colori. Il giorno e la notte, il buio e la luce e sono accompagnati dai colori: quelli caldi della luce del giorno ci riscaldano, mentre quelli freddi della notte tendono a rallentare il nostro tono vitale e il nostro flusso circolatorio, “raffreddandoci”.

Ecco allora che distinguiamo i colori caldi della luce, come il rosso, il giallo e l’arancione che agiscono su di noi spingendoci all’attività, alla vitalità, al piacere, alla vita da quelli freddi come il blu, il verde e il viola, che ci inducono a uno stato di difesa, di calma, di rilassamento e di riposo.

Il colore è una sensazione che viene recepita dal cervello e che ha effetti notevoli sul nostro organismo e soprattutto sul nostro atteggiamento psicologico.  Che cosa l’analisi del colore apporta allo studio grafologico?

La grafologia studia la personalità negli aspetti più profondi, in relazione alle doti innate, al “temperamento”, alle qualità intellettive, emotive ed affettive, alle modalità relazionali e comunicative, alla predisposizione al tipo di professione, ad eventuali meccanismi di difesa e resistenze psicologiche.

Non dobbiamo dimenticare però che ognuno di noi percepisce i colori in modo unico e personale creando così una “tavolozza dei colori” e individuale e unica, come unico è ognuno di noi.

La percezione di questa “tavolozza” è letta in base alle nostre emozioni, associando i colori in maniera assolutamente inconscia, sia sulla base della nostra esperienza di vita, sia su quella del contesto culturale e sociale in cui siamo nati e in cui viviamo, che ci condiziona e ci influenza in maniera più o meno diretta.

 

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2. Che cos’è il colore?

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Noi percepiamo il colore con il senso della vista, quindi con gli occhi, attraverso i coni della retina che fungono da fotorecettori, permettendoci di percepire le immagini a colori.

I primi colori conosciuti dall’uomo primitivo sono stati il rosso associato al sangue delle ferite o a quello delle prede; il giallo associato al sole e alla luce; il verde associato alla vegetazione e il blu invece abbinato al cielo della notte.

In tutte le civiltà umane, il colore è sempre stato protagonista nella vita, ad esso infatti si associa l’idea della bellezza; le donne e gli uomini nella storia, per i rituali importanti si dipingevano il corpo, e per questo motivo, ai vari colori viene da sempre attribuita una forza psicologica molto importante.

Il colore quindi è capace di crearci un’emozione e un sentimento a cui noi reagiamo in maniera più o meno inconscia, permettendoci di visualizzare le emozioni e rendendo più visibile e comprensibile l’inconscio.

Vasilij Kandinsky definiva il colore rosso come un colore vivo e inquieto; infatti il significato simbolico di questo colore si collega all’energia della vita, all’azione.

L’artista sosteneva invece che il colore verde restava fermo, statico, non andava in nessuna direzione, non procurandogli quindi nessun tipo di emozione e gioia, nemmeno però gli creava tristezza o passione, come fosse un colore che non desiderasse e non aspirasse a nulla, un elemento immobile.

Il bianco che è la fusione di tutti i colori dello spettro, non avendo alcuna dominanza, è il simbolo della purezza, dell’innocenza e sempre Kandinsky lo definiva come un silenzio ricco di possibilità e opportunità, “come un nulla alla nascita”.

Nella storia sono curiose le affermazioni sul colore oltre che degli artisti, anche di studiosi come Carl Gustav Jung che sul colore ha costruito alcuni test della personalità. Jung individua quattro funzioni dominanti nell’uomo: il pensiero, il sentimento, la sensazione e l’intuizione.

Il sentimento e il pensiero sono elementi razionali, mentre la sensazione e l’intuizione agiscono per percezione; le funzioni dominanti sono espresse da colori, come il blu il colore del cielo ed è associato al pensiero; il rosso che è il colore del sangue e della passione viene associato da Jung al sentimento; il giallo che è il colore del sole e della luce, all’intuizione; il verde che è il colore della natura, viene associato alla sensazione.

Jung sosteneva inoltre che la preferenza per determinati colori avesse delle corrispondenze e delle affinità con la funzione che le caratterizza, creando il proprio tipo psicologico.

Anche Max Lüscher psicologo e psicoterapeuta svizzero, che creò l’omonimo test psicologico diagnostico dei colori in cui il soggetto deve esprimere le proprie preferenze o i propri rifiuti, affermava che una particolare attrazione o repulsione rispetto ad un determinato colore, fosse riconducibile ad un preciso stato emotivo che il soggetto stava vivendo.

Lüscher sosteneva che in base alla preferenza o al rifiuto di un colore, si può capire il nostro stato psicofisiologico: se un colore è in sintonia con il nostro stato psicofisiologico, diremo che ci piace, diversamente, se ci troviamo in discordanza, diremo che quel colore non è di nostro gradimento.

Dunque la scelta di un colore ha per tutti noi sempre una motivazione specifica, consapevole o inconscia che sia. Lüscher come padre della psicologia dei colori sostiene inoltre che i colori hanno un significato oggettivo e sollecitano una reazione psicofisica in ognuno di noi: per esempio la quiete del blu, l’espansione del giallo, l’attivazione del rosso. Ogni colore sollecita quindi un preciso stato emotivo in chi lo percepisce.

Ecco che in base alle preferenze cromatiche si può capire il nostro stato fisiologico e psichico; il significato emotivo dei colori è universale e vale per tutti noi, quello che cambia è l’atteggiamento personale che ognuno di noi ha verso le tonalità e ciò che esprime con la preferenza o con il rifiuto di uno o dell’altro colore.

Oggi lo studio dell’influenza psicologica dei colori viene applicata in numerosissimi ambiti, sia lavorativi, sia nel campo della salute e in quello del marketing pubblicitario, dove si cerca di capire quali colori abbiano il potere di attrarre il consumatore e quali quello di respingerlo, cercando di evitare in questo modo errori di comunicazione.

Quanti sono i colori? In effetti, sono numerosissimi e ognuno affascinante a suo modo. Tutti noi abbiamo una predilezione per un colore o un altro che non sempre e non in tutte le circostanze resta lo stesso; perché il colore rispecchia un nostro stato d’animo, esprime ciò che noi siamo o vorremmo essere, e dunque la nostra preferenza per un colore può variare al variare della situazioni di vita in cui ci troviamo.

La scelta di un colore quindi varia da un soggetto all’altro e anche nella stessa persona, nel corso della vita si possono verificare cambiamenti, spesso inconsapevoli, dei propri gusti, perché naturalmente cambiano i propri atteggiamenti nei confronti di sé e degli altri.

 

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3. Il colore nella storia

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La vita nell’uomo all’inizio della sua esistenza era regolata da due fattori fuori dal suo controllo: il giorno e la notte, cioè la luce e il buio; dunque i colori associati a questi due ambienti erano il giallo e il blu scuro.

Il giallo del sole di giorno, della luce, dell’attività che determinava l’ambiente dove l’uomo potesse agire con energia, incentivi e voglia di fare e il blu scuro del cielo invece per la notte, il colore della quiete, della passività, dove le azioni dovevano cessare e che portava l’uomo al riposo e alla tranquillità.

L’attività umana era suddivisa nella caccia come conquista di cibo e possesso e nell’attacco per la propria difesa e conservazione; i colori attribuiti a queste attività erano rappresentate dal rosso del sangue per la caccia e la conquista e dal colore verde della vegetazione per la propria difesa e conservazione.

Nella storia dell’inizio della civiltà umana, l’uso del colore è stato fondamentale nella quotidianità anche per l’attribuzione e associazione dell’idea di bellezza e naturalmente anche per dare all’uomo forza e coraggio nelle attività di caccia.

Gli uomini primitivi con l’uso di terre colorate rappresentavano scene di vita e di caccia nelle loro caverne per abbellirle e non solo e si dipingevano il viso per sentirsi più forti e darsi coraggio quando dove- vano cacciare.

Nell’antico Egitto il colore rappresentava lo spirito e la sostanza delle cose: il sacerdote era il sommo conoscitore di tutto e adoperava la tinta nera per dare valore alle cose positive, perché il nero era considerato un colore portatore di vita e di benessere; la tinta di colore rosso era invece utilizzata per le cose negative; il colore azzurro rappresentava invece il divino e la sacralità, perché il cielo era considerato dagli egizi la casa degli Dei.

L’uomo quindi ha sempre intuito il potere del messaggio suscitato dai colori, creando un vero e proprio linguaggio con essi. I popoli africani adoperavano il colore come simbolo religioso, carico di significati e di forza; il colore bianco per questi popoli era utilizzato per i morti e anche per allontanare la morte dalle persone ammalate; per questo aveva un significato potente e veniva usato nei riti di iniziazione.

Nell’antica Grecia il giallo era il colore indossato dalle Dee, il color rosso rappresentava invece la ricchezza e veniva per questo motivo adoperato molto dai religiosi e in seguito anche dai sovrani.

Nell’Islam il bianco era il colore della luce e di conseguenza di buon auspicio, mentre il colore nero era considerato funesto, particolarmente nel manto degli animali.

Nella tradizione cristiana il colore assegnato al Padre è il bianco che indica la purezza, la castità e la fede; il colore blu è attribuito al Figlio e quello rosso allo Spirito Santo; il verde è considerato invece il colore della speranza, il rosso veniva adoperato anche per indicare l’amore e la carità, il colore nero quello invece della penitenza.

 

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4. I colori nel passato

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- Il bianco nel passato
Il colore bianco si è trovato nei disegni nel periodo paleolitico, sulle pareti delle caverne; dove venivano adoperate materie gessose per rappresentare scene quotidiane di vita e di caccia.
Più avanti nel tempo, nel periodo medioevale il color bianco era aggiunto alle pergamene beige adoperate dai miniatori; con la guerra dei Cent’anni nel secolo XIV e XV si iniziò a utilizzare la “bandiera bianca” come segno di resa, questo simbolo è rimasto universalmente impiegato nel tempo.

- Il nero nel passato
Il nero non era un colore semplice da ottenere nel passato, anche nei dipinti se ne utilizzava poco; nel medioevo nei quadri di grandi dimensioni lo si adoperava solo in piccole quantità.
Con l’arrivo dei colori sintetici ottenuti da estratti di carbone e catrame, nel secolo XIX verrà utilizzato in maggiore quantità.

- Il rosso nel passato
Il colore rosso nel periodo paleolitico si otteneva dalla terra ocra ed utilizzato in pitture e tinte; più avanti nell’era neolitica si adoperavano pigmenti ottenuti dalle radici di una pianta, la robbia, e successivamente da metalli come l’ossido di ferro.
Il popolo romano produceva il colore rosso porpora da una conchiglia che si trovava nel mar Mediterraneo, nel Medioevo il colore si ottenne dall’essicamento del guscio di un insetto sempre reperibile nella zona mediterranea; questo pigmento colorato era però piuttosto costoso e utilizzato solo dai signori benestanti, ricchi e potenti, che con il loro denaro potevano permettersi di commissionare dipinti contenenti anche il rosso.
Era un colore così prezioso che il rosso fino al secolo XIX veniva indossato dalle spose nel giorno delle loro nozze, questa usanza proseguì fino a tutta la metà del ‘800.
Il rosso era considerato prezioso, nel XVI secolo gli uomini smisero di vestirsi di rosso iniziando ad indossare il blu, il rosso rimase il colore riservato ai potenti come papi, cardinali, re e nobili.

- Il giallo nel passato
Il colore giallo in tutti i tempi è sempre stato una tinta apprezzata, i romani amavano indossare abiti gialli per le cerimonie, era anche adoperato dagli imperatori cinesi associato quindi alla saggezza e alla ricchezza.
In occidente nella fine del medioevo il giallo si trasformò in un colore di fama meno nobile perché concorrente di livello inferiore al color dell’oro, diventò così il simbolo d’invidia, d’inganno, di tradimento e di falsità; nelle opere d’arte infatti personaggi come Giuda e tutti i traditori e persone false vennero rappresentati in abiti gialli.
Il giallo era un colore ottenuto da una pianta la ginestra minore che contenendo pigmenti di flavonoidi che viene utilizzata per tingere le stoffe insieme al più rinomato zafferano, una spezia ottenuta dagli stigmi del fiore Crocus.

- Il blu nel passato
Per molto tempo il blu non è stato preso molto in considerazione come colore, nelle grotte e nel periodo paleolitico si utilizzavano solamente colori come il bianco, il nero e il rosso; solo nell’antico Egitto il colore blu veniva considerato la tinta portafortuna per l’aldilà.
La Madonna viene raffigurata con il manto e veste blu e nel secolo XII si inizia a raffigurare anche il cielo con tonalità di blu in diverse gradazioni.

- Il verde nel passato
Il verde è sempre stato considerato un colore piuttosto mediocre, anche la Chiesa lo ha sempre riservato ai paramenti per le domeniche comuni.
È una tinta abbastanza semplice da ottenere anche nel passato; si riusciva infatti a ricavare da moltissimi vegetali, foglie, fiori e radici, ma anche dall’ossidazione del rame ottenendo però un colore velenoso e corrosivo.
I significati dei colori possono assumere concetti molto diversi a seconda delle culture e delle tradizioni e questo anche ai giorni nostri.

 

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5. I colori nel presente

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- Il bianco nel presente
Il colore BIANCO in Europa è il colore simbolo del matrimonio, della purezza della sposa e della pace; in Cina e in Giappone è invece il colore del lutto e della morte; in India è la tinta associata all’infelicità.

- Il nero nel presente
Il colore NERO in Europa è il simbolo del lutto, della morte e della ribellione, ma anche dell’eleganza; in Cina è il colore dei ragazzi giovani; in Tailandia è quello che indica sfortuna e male; negli aborigeni Australiani è il colore che viene adoperato nelle cerimonie dal popolo.

- Il rosso nel presente
Il colore ROSSO in Europa è il colore della conquista, dell’eccitazione, della forza e della passione.
Questo colore per noi è spesso legato al concetto di pericolo e di richiesta di aiuto (a questo scopo è utilizzato dalla Croce Rossa); è però anche un colore simbolo di festa per Natale, o un colore di trasgressione, come il “cartellino rosso” negli sport o i film a “luci rosse”; diversamente in Cina il rosso è il colore utilizzato dalle spose nel giorno delle nozze e come colore beneaugurante per le nascite e per le celebrazioni; in India il rosso indica purezza, mentre in Sud Africa è il colore del lutto; in Giappone è il colore rappresentativo della vita e in Russia, il colore rosso è il simbolo della bellezza.

- Il blu nel presente
Il colore BLU in Europa è associato al rilassamento; in Iran invece è il colore del lutto e della spiritualità; in Cina è quello dell’immortalità; nei paesi dell’Est il blu rappresenta la salvezza e la protezione; in Oriente è il colore della depressione, della tristezza e della prudenza.

- Il giallo nel presente
Il colore GIALLO in Europa, è il colore della gioia, della speranza, della felicità, della vitalità e anche quello dei pericoli; in Asia è il colore associato al sacro e all’imperiale; in Cina è il colore regale; in Egitto è segno di lutto; in Giappone è il colore del coraggio; in India invece è quello dei mercanti.

- L’ arancione nel presente
Il colore ARANCIONE in Europa è il simbolo della creatività, dell’autunno e della mietitura; in Irlanda è il colore del protestantesimo; negli Stati Uniti è il colore che identifica la merce a basso costo e ricorda Halloween.

- Il verde nel presente
Il VERDE in Europa è il colore della primavera, della salvezza, della sensibilizzazione ambientale e del nuovo; negli Stati Uniti è il colore legato al denaro; in Giappone invece è il colore simbolo della vita; in Islam è quello della speranza e dei profeti; mentre in Cina il verde è il colore dell’esorcismo.

 

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