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I rondoni: una vita in volo

Aerodinamici e resistenti, i rondoni sono progettati per il cielo, dove compiono lunghissime migrazioni.

I rondoni (Apus apus) trascorrono la maggior parte della loro vita volando, impegnati in acrobatiche planate per catturare gli insetti.

Solo in estate, quando arrivano in Europa dopo una migrazione di oltre 9 mila chilometri, costruiscono un nido.

Lo sapevate che nel corso della loro vita i rondoni percorrono 7 volte la distanza di andata e ritorno tra la Terra e la Luna?

Tuttavia, la riduzione di luoghi idonei a nidificare sta causando il loro declino: il numero degli esemplari è diminuito del 25% in 30 anni! Un dato che mette a rischio il loro futuro e preoccupa gli studiosi.

Pur non essendo in pericolo di estinzione, negli ultimi decenni i rondoni hanno subito un calo che in alcuni Paesi, come in Inghilterra, ha raggiunto il 40%, con una media del 25%.

È importante correre ai ripari prima che sia troppo tardi.

 

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1. Rondoni e rondini

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  • Rondoni e rondini, che confusione!
    I rondoni, appartenenti alla famiglia Apodidi, si adattano perfettamente ai centri cittadini.
    Lì nidificano in cavità e sottotetti e svezzano i pulcini durante la primavera e l’estate.
    Rondini (Hirundo rustica) e balestrucci (Delichun urbicum), invece, appartengono a una famiglia completamente diversa, quella dei passeriformi, e preferiscono rimanere in periferia.
    Simili nell’aspetto e nella dieta, questi ultimi realizzano nidi di fango e paglia appesi a grondaie e sporgenze e non è difficile osservarli posati sui cavi della luce o persino a terra.
    I rondoni, invece, non si fermano mai e anche il loro volo è differente: più planato, come un aereo, mentre le altre due specie sbattono ripetutamente le ali.

 

  • Un piede molto speciale
    Il nome scientifico del genere a cui appartiene il rondone, Apus, significa “senza piede” perché un tempo si pensava avesse zampe atrofizzate, incapaci di sorreggere il suo peso a terra.
    «In realtà» dicono gli ornitologi «la zampa di questo uccello è altamente specializzata e robusta, con ossa corte e le quattro dita rivolte in avanti per permettergli di aggrapparsi saldamente a rocce e sporgenze sulle pareti degli edifici e anche arrampicarsi».
    Da questa posizione “appesa” il rondone può spiccare il volo senza fatica, cosa che non riuscirebbe a fare partendo da terra.
    Il suo posto, infatti, è il cielo e anche nelle cavità dove nidifica si muove goffamente trascinando le lunghe ali.

 

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2. Dormire volando

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  • Dormire volando
    Il rondone è talmente adattato al volo che svolge tutte le sue attività in aria.
    Addirittura è capace di dormire volando! Ma com’è possibile?
    Alcuni pensano che questo uccello dorma con una parte alla volta del cervello, alternandole, un po’ come fanno i delfini in mare che dormono continuando a nuotare.
    Altri studiosi affermano, invece, che il rondone faccia brevi dormite mentre plana: si porta fino a 3 mila metri dal suolo, poi scende disegnando ampie circonferenze nel cielo, quindi risale nuovamente.
    Il tutto con una velocità costante di circa 2 metri al secondo. Grazie al mezzo cervello in funzione, il rondone coordina il volo, evita gli ostacoli e sfugge ai predatori.

 

  • Durante l'estate sono cittadini
    Durante l’estate boreale i rondoni si radunano nelle città per riprodursi: qui trovano molti insetti e fessure nei palazzi per costruire il nido.
    Una volta scelto l’anfratto, costruiscono all’interno una piccola coppa di erbe, penne e saliva per contenere le uova.
    Questi uccelli sono monogami e anno dopo anno aspettano al nido il compagno della stagione precedente: solo se uno dei due manca all’appello scelgono un nuovo partner.
    Entrambi i genitori si alternano a covare e, alla schiusa delle uova, a imbeccare i piccoli: catturano gli insetti, anche 300 alla volta, e nella sacca golare li impastano con la saliva, ottenendo delle polpettine succulente da offrire ai pulcini!
    Dopo circa un mese i giovani sanno volare e abbandonano il nido pronti per partire, insieme ai rondoni che hanno svernato nei Paesi asiatici.

 

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3. Un viaggio lungo migliaia di km

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Dalla Finlandia al Gabon, la migrazione dei rondoni è una delle più lunghe del regno animale.

Per orientarsi e ritrovare la strada si affidano probabilmente al sole, alle stelle e al campo magnetico terrestre.

Percorrono circa 9 mila chilometri ogni anno e per farlo impiegano 29 giorni, 21 di volo diretto e 8 per cacciare insetti, con una percorrenza media di 469 km al giorno.

Non bisogna dimenticare che il rondone è anche uno degli animali più veloci e può raggiungere 111,6 km/h nel volo orizzontale, superato solo dal falco pellegrino in picchiata!

Un gruppo di ricercatori svedesi, utilizzando piccolissimi sensori applicati su alcuni esemplari, ha scoperto che dal momento della partenza dall’Europa fino al loro ritorno, la primavera successiva, i rondoni trascorrono tutto il loro tempo in volo.

Una resistenza da record tra i volatili che tuttavia non influisce sulla durata della loro vita: questi uccelli, infatti, possono vivere fino a 20 anni.

In pratica, nel corso della loro esistenza, i rondoni percorrono 7 volte la distanza di andata e ritorno tra la Terra e la Luna!

 

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4. I suoi nemici? Non solo in natura

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I falchi come il pellegrino, lo sparviero e il lodolaio sono i nemici naturali dei rondoni, tuttavia ciò che più minaccia la loro sopravvivenza è la riduzione dei luoghi adatti a nidificare.

Per impedire l’insediamento dei piccioni, infatti, negli edifici cittadini vengono chiusi anfratti, cavità e buche pontaie (spazi vuoti tra i mattoni dei palazzi medievali utilizzati anche da rondoni, civette, pipistrelli e gheppi) lasciando questi animali “senza casa”.

Pur non essendo in pericolo di estinzione, negli ultimi decenni i rondoni hanno subito un calo che in alcuni Paesi, come in Inghilterra, ha raggiunto il 40%, con una media del 25%.

È importante correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Gli interventi sugli edifici, pur ostacolando i piccioni, devono permettere ai rondoni di nidificare.

A Milano, per esempio, al Castello Sforzesco e nella chiesa di San Satiro sono state riaperte alcune buche pontaie.

 

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5. Comune, pallido o maggiore?

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Le tre specie di rondone presenti stabilmente in Italia arrivano nel nostro Paese tra marzo e aprile.

  1. Il più diffuso è il rondone comune, Apus apus, distribuito su tutta la penisola al di sotto dei 2 mila metri di quota.
  2. Il rondone pallido, Apus pallidus, più chiaro, è presente solo lungo la costa, in Sardegna, in Sicilia e in alcune città del nord, come Como. Questa specie, facendo due covate nel corso della stagione riproduttiva, si trattiene in Europa fino a ottobre-novembre (il rondone comune riparte a fine luglio).
  3. Il rondone maggiore, Apus melba, infine, più grosso e dal ventre chiaro, ha una distribuzione continua sull’arco alpino e in Sardegna, frammentata altrove.

Curiosità: talvolta le specie convivono nello stesso areale, come lo stadio S.Siro di Milano.

Il progetto SOS Rondoni, attivato da Progetto natura Onlus, effettua il monitoraggio delle colonie di rondoni in Lombardia: installa cassette nido, sensibilizza la popolazione, realizza linee guida per chi si occupa di pianificazione e ristrutturazione degli edifici.

Per segnalare la presenza di colonie e nidi: info@sosrondoni.it o con la app SOS Rondoni iNaturalist, la community mondiale per la condivisione di informazioni e notizie naturalistiche.

 

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