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Fox-Terrier: un cane straordinariamente coraggioso, focoso, dinamico e leale

Il Fox-Terrier è un cane straordinariamente coraggioso, focoso, dinamico, un ardito incompreso da quelli che lo giudicheranno incosciente di fronte al pericolo, arrogante, insolente o impudente.

In realtà, il Fox è piuttosto sicuro di sé e, senza alcun complesso per via della sua piccola taglia, non teme affatto di affrontare i suoi avversari e non indietreggia davanti ai compiti che gli vengono affidati, perché è insensibile al dolore, ai colpi, alle ferite quando è lanciato.

Parimenti, è un cane molto leale, senza sotterfugi. Il Fox, peraltro, è un atleta superbo, nel quale la compattezza e la robustezza si uniscono in modo armonioso all’eleganza e alla raffinatezza.

Questo cane è un ottimo saltatore, è molto veloce – è il più rapido dei cani di piccola taglia —, è estremamente resistente e dotato di temibili mascelle.

Il Fox-Terrier è un cane dal comportamento degno di nota. Rappresenta in modo perfetto la famiglia dei Terrier, dei quali ha tutte le qualità, che coloro che conoscono male la razza potrebbero considerare come difetti.

Peraltro, i pareri relativi al comportamento del Fox sono molto variabili. Così, quello di Max Ecorcheville, uno dei migliori specialisti francesi degli anni Venti e Trenta, sembra pieno di ammirazione:
«Sempre all’erta, prima di tutto battagliero e distruttore di tutto ciò che corre, è un animale molto irrequieto, sempre pronto a saltare, attaccare e mordere. Non trotta mai, ma galoppa, rimbalza sui suoi piccoli piedi, sembra che non tocchi terra e compie dei voltafaccia sorprendenti».

Invece, S. Dangerfield, specialista britannico dei Terrier e noto giudice, sembra meno propenso ad apprezzare il suo atteggiamento in esposizione, quando dice a proposito di un pelo ruvido:
«[Esso] è riservato agli intenditori, a tutti coloro che amano guardare il loro cane come se si trattasse del re della terra, un cane che danza più che camminare, un cane che possiede un’espressione di innocenza oltraggiata con la coscienza di un uomo scaltro, abile nel prodigare vane promesse».

Animale da concorso, distruttore di ciò che è nocivo, cacciatore senza tema di cinghiali e tassi, il Fox risponde a tutte queste immagini. La sua immensa personalità sembra peraltro abbastanza in contraddizione con la sua straordinaria popolarità. Infatti, non è un cane adatto per tutti e richiede un padrone all’altezza dei suoi meriti.

Il Fox può essere un buon cane da guardia, capace di avvisare, e si dimostrerà un eccellente compagno per i bambini, preferendo darsela a gambe piuttosto che mordere quando reputa che il loro comportamento sia troppo prepotente.

Non ha paura della solitudine, grazie al suo carattere saldo e indipendente, ma una presenza umana costante gli impedirà di sviluppare il suo temperamento di “piccolo duro’” che agisce solo di testa sua.

Oggi scopriremo meglio questa straordinaria razza canina: il Fox Terrier, un cane straordinariamente coraggioso, focoso, dinamico e leale!

1. Origine

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Il Fox-Terrier è il più eminente rappresentante della grande famiglia dei Terrier britannici.

È anche il primo di essi a essere stato ben definito, il che indubbiamente non nuoce al suo prestigio...

Plinio il Vecchio, nella sua Storia naturale, ricordava l’esistenza di piccoli cani che inseguivano la loro preda fin sotto terra, ai quali dava il nome di ‘Agassin’.

I Romani avevano potuto osservare questi cani durante la loro permanenza in Britannia, a partire dalle spedizioni di Cesare nell’isola (55 e 54 a. C.). È quindi possibile che i Terrier siano effettivamente originari delle Isole Britanniche.

Tuttavia, dei cani somiglianti a Terrier, simili ai Basset o ai cani di tipo Basenji, sono stati notati su affreschi egiziani dell’epoca del Medio Regno, dal che si può agevolmente dedurre che questo tipo di cane sarebbe molto più antico degli ‘Agassin’.

Le Isole Britanniche, ricche di stagno, necessario per la fabbricazione del bronzo, mantenevano rapporti commerciali regolari con i paesi del bacino mediterraneo. Non è perciò impossibile che dei navigatori fenici, che operavano come intermediari nel commercio con gli Anglosassoni abbiano fatto conoscere a questi ultimi diverse razze di cani, come i Doghi, i Levrieri e gli antenati dei Terrier.

Forse, perciò, fu l’Egitto la culla dei Terrier, per quanto siano ancora troppo pochi gli elementi per confermare questa tesi. Comunque sia, i Terrier erano effettivamente installati in Gran Bretagna nel XVI secolo.

La loro presenza, infatti, è segnalata nel 1570 da Johannes Caius, il medico della grande regina Elisabetta I, che completò l’opera del naturalista svizzero Conrad Gesner, "Historia animalium", descrivendo i tipi di cani diffusi allora in Inghilterra.

"De canibus britannicis", un’opera nel complesso modesta, ebbe però un gran successo sia presso la regina e i nobili sia presso un pubblico più vasto: redatta in latino, venne infatti tradotta in inglese nel 1576 e costantemente ripubblicata fino al 1880. Il successo di quest’opera è legato all’elevata qualità delle descrizioni di Johannes Caius —o John Keys in inglese.

A riguardo del Terrier, lo scienziato scriveva: «Esistono anche dei cani per la caccia alla volpe o al tasso, che noi chiamiamo ‘terrars’ perché si infilano sotto terra spaventando, eccitando e mordendo la selvaggina, fino a ridurla a pezzi con i loro denti, anche senza uscire all’aperto; oppure la estraggono a forza dagli oscuri meandri di umide tane e da caverne senza altri sbocchi; o ancora mettono all’animale una tale paura da spingerlo a lasciare immediatamente il rifugio per cercarsene un altro che non sia attaccato; allora l’animale, volpe, tasso o altro, si trova preso in trappola, negli strumenti e nelle reti disposti a tal fine accanto all’apertura della tana». J

ohannes Caius classificava i ‘terrars’ tra i cani per gentiluomini, accanto agli hound e ai Levrieri. La caccia sotto terra, va precisato, non era praticata soltanto in Gran Bretagna, ma anche in altri paesi.

Infatti, si trova in un testo merovingio risalente al 630, la citazione di un cane che cacciava sotto terra chiamato Bibarhund e che doveva essere considerato di grande valore, dato che la sua morte, se dovuta a intervento umano, era punita con una forte ammenda.

Peraltro, nel XIV secolo, Gaston Phébus ricordava anche la caccia sotto terra e Henri de Ferrières parlava di un "cane da tana" che faceva "schizzar fuori" la volpe. La prima descrizione relativa all’attività di stanare animali è francese.

La si trova nel celebre "Traité de la vénerie" (Trattato della caccia con i cani), apparso nel 1550 e redatto da Jacques du Fouilloux, un nobile del Poitou. Più tardi, nel 1683, Jacques Épée de Sélincourt ne fece un’altra nella sua opera "Le parfait chasseur" (Il perfetto cacciatore).

Quanto al trattato di George Turberville, apparso nel 1575, esso indicava espressamente (riallacciandosi a J. Caius) che in Gran Bretagna, come in Francia, lo stanare era parte integrante dell’arte della caccia con i cani.

Si noti, a proposito di quest’ultimo trattato ("Noble art de la vénerie ou chasse à courre"), che benché scritto da un autore inglese fu pubblicato in francese, il che lascia supporre che la caccia con i cani fosse allora un’arte essenzialmente francese. Sappiamo anche che Giacomo I d’Inghilterra inviò verso il 1600 dei Terrier alla corte di Francia. 

Ignoriamo, tuttavia, quale fosse il tipo di cane utilizzato per stanare. Se alcuni indizi fanno pensare che in Francia dovesse trattarsi di cani basset derivati da segugi, sembra, secondo Turberville, che gli Inglesi dessero la preferenza a cani di piccola taglia più vivaci e più aggressivi.

Infatti, tutti questi "terrars" dovevano variare considerevolmente da un territorio all’altro, il che consentirebbe anche di spiegare la rarità di descrizioni antiche a riguardo di questicani, mentre i riferimenti allo stanare sono abbondanti fin dall’inizio del Medioevo.

René Depoux, un grande specialista della caccia sotto terra, suggerisce che questa attività non doveva costituire un sufficiente motivo di selezione, poiché cani molto diversi potevano essere impiegati con successo per stanare, con il rispetto di una semplice condizione: la loro taglia doveva essere piccola tanto quanto il loro coraggio era grande.

Questa caccia era pericolosa e provocava numerosi feriti, perciò bisognava spesso ricorrere a cani del popolo, come i cani da topi e altri cani di taglia modesta, per evitare che le razze più nobili venissero decimate.

Lo stanare, lavoro impegnativo e di lunga durata, spesso sfibrante, non rappresentava che una delle branche minori della caccia con i cani ed era alquanto trascurato dai grandi signori, dediti essenzialmente alla caccia alla corsa della selvaggina di grossa taglia.

Invece, i piccoli gentiluomini di campagna, tra i quali si annoveravano i cacciatori più appassionati, si dedicavano spesso all’attività dello stanare con, inoltre, la preoccupazione di conservare la selvaggina sulle loro terre e, quindi, di distruggere i predatori.

In Inghilterra il Terrier fu sottoposto a un’azione progressiva di miglioramento quando, in seguito alla rarefazione del cervo, la caccia alla corsa cominciò a evolvere verso il foxhunting, che è una specie di gara di velocità ingaggiata tra la volpe e gli hound e seguita dalla piccola nobiltà, che aveva così l’occasione di saltare ogni tipo di ostacolo e di compiere grandi galoppate attraverso la campagna.

La volpe, rapida e astuta, il più delle volte riusciva a raggiungere la sua tana e allora occorreva stanarla al più presto per non interrompere la caccia e permettere ai cavalieri di proseguire il loro esercizio equestre.

Numerosi sono gli scritti relativi all’evoluzione dello stanare — come attività ausiliaria, ma indispensabile per la caccia alla corsa della volpe — giunti fino a noi, in particolare quelli di Nicholas Cox ("The Gentleman’s Recreation", 1677), di Jacobs ("Complete Sportsman", 1718), come pure lo "Sporting Dictionary" del 1803.

Due tipi principali di Terrier erano impiegati a quel tempo: i Terrier basset, dotati di un pelo folto e irsuto, si trovavano nelle regioni accidentate e selvagge, dove i padroni seguivano i loro cani a piedi, mentre i Terrier con le zampe più lunghe erano impiegati dove si praticava la caccia a cavallo e dove occorreva che questi cani fossero capaci di seguire l’andatura, piuttosto sostenuta, degli hound.

Thomas Bell, nella sua "History of British Quadrupeds", apparsa nel 1837, conferma l’esistenza di questi due tipi: descrive, infatti, un Terrier Inglese, a pelo liscio, dotato di forme simmetriche e fini e con un mantello nero e fuoco, e un Terrier Scozzese, tozzo, con gli arti corti e il pelo ruvido, di vari colori, ma per lo più bianco sporco o grigio.

2. Storia

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L’effettiva selezione del Fox-Terrier ha avuto inizio in modo serio verso la fine del XVIII secolo, malgrado il parere contrario del reverendo Rosselyn Bruce, uno dei primi specialisti della razza, che dichiarava di non avere alcuna informazione su questo cane antecedente al 1850.

Senza dubbio Bruce non si era accorto, per esempio, di una tela di Sartorius il Vecchio del 1796, nella quale è indiscutibilmente raffigurato un Fox- Terrier nero e fuoco, e neppure era a conoscenza di una memoria di Peter Beckford, il quale, prima del 1800, affermava di aver posseduto dei Terrier di colore nero e bianco o nero e fuoco.

I Fox-Terrier derivano dagli Antichi Terrier Inglesi Nero e Fuoco (Old English Black and Tan Terrier) — cani da cui discende anche il Manchester-Terrier — che furono incrociati con i Beagle, i Terrier bianchi, conosciuti pure con il nome di Old English White Terrier, e senza dubbio con il Bulldog di vecchio stampo, allora ben diverso da quello che conosciamo attualmente e che spesso era di piccola taglia (peraltro, ci si dedicò in seguito all’eliminazione delle caratteristiche fisiche del cane da combattimento).

Questi incroci miravano essenzialmente a conferire al cane un mantello a dominante bianca, più individuabile e meno facilmente confondibile con quello della volpe. Essi tendevano pure a produrre un cane piccolo, con molto "fegato", ma anche con una struttura idonea alla velocità e dotato nel fondo, per sostenere il ritmo infernale imposto dai Foxhound.

D’altro canto, i Terrier dovevano dimostrarsi sicuri di sé e coraggiosi per farsi rispettare dagli hound che non avevano riguardo per loro. II Fox-Terrier attuale discende direttamente da questi cani che lavoravano con le mute di segugi: quasi tutti i loro grandi antenati hanno questa provenienza.

Così, Old Jock faceva parte dell’equipaggio del Grove Hunt, suo padre, Jack, apparteneva al capitano Percy William, master dell’equipaggio Rufford, e sua madre, Grove Pepper, era la cagna del bracchiere Jack Morgan, dell’equipaggio del Grove Hunt. Old Trap proveniva dall’Oackley Hunt, Joe dal Belvoir Hunt e Nettle, una delle femmine che esercitò una notevole influenza sulla razza, veniva dal Grove Hunt.

Infine, vi è solo Tartar, altro grande antenato della razza, che sembra avere un’origine incerta: si ritiene che facesse parte dell'allevamento di un certo Stevenson, specializzato nel Bull-Terrier. I Fox-Terrier a pelo liscio furono i primi a essere presentati in esposizione e a ottenere il riconoscimento, dal 1883, a Birmingham, poiché possedevano il vantaggio di essere apprezzati dalle persone chic, per lo più dedite al foxhunting.

Grazie allo storico della razza Desmond O’Connel, che pubblicò, nel 1907, un capitolo molto documentato nel The New Book of the Dog, è possibile sapere con precisione i nomi dei primi allevatori di questa razza, un evento abbastanza raro e perciò meritevole di essere sottolineato.

Vi fu, così, un certo signor Murchison che acquistò Old Jock e lo presentò in esposizione nel 1862; il signor Gibson era proprietario di Tyke e Old Foiler; al signor Luck Turner appartenevano i cani nati dal Belvoir Hunt e che produssero i primi campioni: Joe, Olive e Spice. Un primo standard del Fox-Terrier (includente le due varietà) apparve nel 1876, mentre il club del Fox- Terrier fu fondato nello stesso anno per iniziativa del signor Harding Cox.

Si tratta di uno dei più antichi club di specie e tra i suoi soci fondatori si trovano allevatori che in seguito furono molto rinomati: fu questo il caso, per esempio, del signor Burbridge (affisso Hutton): alla sua morte, nel 1892, i centotrenta Terrier del suo canile furono venduti all’asta e l’operazione consentì di raccogliere una somma enorme; in particolare, il campione Hutton Tartar venne aggiudicato per una somma record.

Bisogna citare inoltre i signori Clarck, Redmond e Vicary, allevatori che ingaggiarono una lotta tanto accanita quanto garbata per produrre campioni da gran premio, senza dimenticare Conan Doyle, che fu un allevatore emerito, quando il suo Sherlock Holmes gli lasciava il tempo di dedicarsi a tale attività!

Il Fox-Terrier a pelo liscio, poiché è questo il tipo di cui si è trattato finora, mentre si sviluppava la sua carriera cinofila, ebbe a che fare con un’attività sportiva alquanto dimenticata, il "rabbit-coursing", a motivo della sua velocità.

Si cercò così di incrementarne ancora la velocità e, a questo proposito, un allevatore ebbe l’idea di incrociare i suoi Fox con dei piccoli Levrieri, ottenendo dei soggetti effettivamente imbattibili. I risultati di questi incroci produssero cani sempre più "Levrieri" e sempre meno "Fox", che furono chiamati "cohippet". Presto sarebbe comparso il Whippet (le cui prime iscrizioni al Kennel Club risalgono al 1892), del quale indiscutibilmente il nostro Fox è uno degli antenati.

Anche il Fox-Terrier a pelo ruvido, come il suo omologo a pelo liscio, dispone di uno storico titolato nella persona di Walter S. Glynn, che redasse un capitolo sulla razza in "The New Book of the Dog" del 1907. All’epoca delle prime esposizioni questo cane riscosse un successo inferiore a quello del Fox a pelo liscio, poiché all’inizio fu selezionato da allevatori più modesti, soprattutto dell’Inghilterra settentrionale, che non avevano la possibilità di fargli una grande pubblicità.

Il riconoscimento del pelo ruvido si verificò dieci anni dopo quello del pelo liscio, ma fu il punto di partenza di una fama che lo avrebbe portato lontano. Tra i primi grandi allevatori del Fox a pelo ruvido bisogna citare i signori Maxwell e Cassel, Carrick, George Raper, Warton e la duchessa di Newcastle (affisso di Notts), che ebbe una parte molto importante nel successo del pelo ruvido, rendendolo in particolare un cane "alla moda", e che produsse il primo grande campione, Cackler of Notts.

Fino al termine della prima guerra mondiale il Fox a pelo liscio conservò la palma della popolarità, prima che il Fox a pelo ruvido gliela sottraesse nel 1920: il trimming, che conferisce a quest’ultimo la sua silhouette così caratteristica, era appena stato messo a punto e il risultato non mancò di entusiasmare il pubblico, nonché gli appassionati partecipanti alle esposizioni, che ebbero così modo di dimostrare la loro destrezza nella toelettatura.

Alla fine del secolo scorso i Fox-Terrier erano senza dubbio i cani più diffusi oltre Manica e di essi quelli impiegati in attività venatorie erano meno di quelli divenuti cani da compagnia, come si deduce dalla lettura degli scritti (pubblicati nel 1899) di Alfred de Sauvenière, al quale dobbiamo peraltro molte informazioni relative al rabbit-coursing, che introdusse con un certo successo in Francia.

«Dappertutto nelle strade, nei parchi, lungo i viali, si vedono di questi piccoli quadrupedi, ornati di bei collari di cuoio bianco o giallo, puliti, con il pelo lucido, l’andatura vivace e sciolta, l'occhio e l’orecchio pronti a captare ogni novità, che trotterellano dietro i loro padroni come amici prediletti, più che come servitori sottomessi», scriveva questo specialista del rabbit-coursing, secondo il quale, inoltre, "il Fox-Terrier è il quadrupede più alla moda che sia mai esistito". Questa affermazione si riferiva soltanto all’impressione suscitata dal Fox sulla buona società, e quindi risulta alquanto prematura.

Il Fox, però, superò ben presto questa condizione di cane chic per diventare, in particolare dopo gli anni Venti, un animale molto popolare, che godeva di un favore internazionale. Gli Stati Uniti, il Belgio, l’Italia e la Francia, infatti, non avevano tardato a concedergli un largo spazio. In Francia il Fox fu regolarmente importato dal 1892; la sua introduzione venne favorita dall’anglofilia molto in voga nella buona società.

Peraltro, la moda del Fox si affermò negli ambienti equestri e della caccia alla corsa, che erano in costante contatto con gli Inglesi. Era anche l’epoca nella quale si praticava il rabbit-coursing: gli allenatori e i fantini, in particolare a Chantilly, scommettevano sui Fox, compagni dei purosangue e accaniti cacciatori di topi: bastava farli uscire dalle scuderie per poterli lanciare nella corsa.

Nel 1906 i primi specialisti francesi del Fox fondarono la "Réunion des amateurs de Fox-Terriers" (la RAF). Poiché questi fondatori, per la maggior parte, impiegavano i propri cani nella caccia sotto terra, non esitarono a importare da oltre Manica degli esemplari di grande qualità, ricercando per i Fox a pelo ruvido, per esempio, dei cani con l’affisso of Notts.

L’allevamento francese del Fox iniziò all’insegna "bello e buono nello stesso tempo". Infatti, si cominciò ad aggiungere ai concorsi di bellezza delle prove su "terreni artificiali" allo scopo di selezionare le qualità naturali dei Terrier. Fu così che, nel periodo compreso tra le due guerre, nacque la buona reputazione degli allevatori francesi, tra i quali bisogna citare André Bazin, Joannès Carret, Louis de Lachomette, Max Ecorcheville e Julien Dormeuil.

Dopo la seconda guerra mondiale, riprendendo lo stesso indirizzo, l’allevamento francese tornò a importare cani di qualità, avendo sempre come scopo l’impiego della razza nella tecnica dello snidare. In questo periodo, l’allevamento di M.me de Montai (affisso de Libron, equipaggio Rallye du Croc-ferme) e quello di M.me Soudée (affisso de Malvau, equipaggio Chope la Vilaine Bète), a lungo presidente della RAF, furono senza dubbio tra i più celebri.

Questa selezione cinofila di qualità, però, costituiva allora soltanto una parte dell’allevamento, poiché, nel frattempo, la razza aveva incontrato una grande popolarità, che non ha smesso di accrescersi fino agli anni Sessanta. Questa moda del Fox, che ebbe inizio dopo la prima guerra mondiale, riguardò il Fox a pelo ruvido.

Il Fox a pelo liscio, da parte sua, rimaneva un cane da caccia apprezzato dagli appassionati dello stanare — per il fatto di richiedere cure per l’estetica molto meno fastidiose — come pure un cane da esposizione.

Il Fox a pelo ruvido fu per una decina d’anni il cane più alla moda in Gran Bretagna; Stanley Dangerfield giudicò in modo severo le conseguenze di una tale fama: «Durante questo periodo si riscontrò non soltanto che il suo temperamento si era leggermente guastato, ma anche che molta gente, schiava della moda, scoprì di possedere un compagno che non comprendeva e con il quale non c’era molto accordo».

Questa infatuazione attraversò la Manica, ma i migliori esemplari non arrivarono in Francia, dove pochi proprietari seppero assumersi l’onere della loro toelettatura. Questo cane "scolpito", dalla silhouette decisamente originale, un po’ "cubista", corrispondeva all’evoluzione dei gusti della società del periodo tra le due guerre e divenne, perciò, uno dei principali cani da compagnia nelle città, per via della piccola taglia, anche se le "vere" razze da compagnia rimanevano i cani di lusso e i cani minuscoli (cani-manicotto).

Il caricaturista Poi Rab con il suo eroe Rie, un Fox bianco, arguto commentatore degli avvenimenti dell’epoca insieme a Rac, uno Scottish nero, ha simboleggiato molto bene questa popolarità. Un altro disegnatore, Hergé, ha illustrato la seconda ondata della moda del Fox con il famoso Milou, fedele compagno e amico di Tintin dal 1929.

Anche in Italia il pelo liscio ha perso dei punti rispetto alla varietà a pelo ruvido, e quest’ultima domina sia le cifre di iscrizione al LOT, sia le iscrizioni alle manifestazioni cinofile. La razza nel suo insieme, comunque, continua ad avere un alto numero di estimatori, tanto che si può dire che oggi il Fox è una tradizione della cinofilia italiana. Esistono nel nostro paese ottimi allevamenti, che producono soggetti di altissima qualità, i quali vincono, sia in Italia sia all’estero, le più prestigiose esposizioni canine.

Il Fox è di certo una delle razze che più si è modificata tra il 1862, anno in cui fu presentata per la prima volta in esposizione, e l’epoca nella quale fu all’apice della gloria, negli anni Venti e Trenta. Questa evoluzione non compare peraltro nello standard della razza, redatto per la prima volta nel 1876, perché gli standard inglesi sono vaghi e imprecisi quanto basta per consentire di modificare la silhouette del cane senza che sia necessario cambiare una riga della sua descrizione ufficiale.

Le più antiche fotografie a noi giunte raffigurano un cane dalle fattezze abbastanza decise, ma con un collo corto e non molto grosso, con una testa piuttosto comune e una cassa toracica larga e profonda; in breve, un animale ben diverso da quello che conosciamo oggi.

La selezione si è sforzata di fare del Fox un cane strutturato come un piccolo cavallo, un hunter, per la precisione, che è un cavallo da caccia. La redazione dello standard è a questo proposito decisamente esplicita; è curioso osservare come per la high society i punti di riferimento in materia di razze canine fossero i Fox- Terrier e i Greyhound.

Il Fox ha progressivamente perso il cranio tondo, il muso corto e a punta; il collo e la testa sono diventati molto lunghi, il dorso si è accorciato e il pettorale è divenuto meno "prorompente". Gli allevatori inglesi sono intervenuti anche in modo decisamente esagerato nel modificare questo profdo, producendo cani molto corti, con arti e articolazioni rigidi e diritti, che conferiscono un’andatura saltellante: vere caricature di cani.

Anche la sagoma limite del Fox è stata oggetto di numerose controversie, poiché questo cane, come molti altri, ha manifestato la tendenza a ingrandirsi grazie ai progressi nel campo dell’allevamento e dell’alimentazione, al punto da incontrare una certa difficoltà nel penetrare e nel muoversi in una tana, che costituisce poi la sua attività originale; non è stato, quindi, sempre facile ottenere un cane con una struttura da cacciatore e al tempo stesso sufficientemente piccolo.

Il Fox, peraltro, è un atleta superbo, nel quale la compattezza e la robustezza si uniscono in modo armonioso all’eleganza e alla raffinatezza. Questo cane è un ottimo saltatore, è molto veloce - è il più rapido dei cani di piccola taglia —, è estremamente resistente e dotato di temibili mascelle.

3. Comportamento

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Il Fox-Terrier è un cane dal comportamento degno di nota.

Rappresenta in modo perfetto la famiglia dei Terrier, dei quali ha tutte le qualità, che coloro che conoscono male la razza potrebbero considerare come difetti.

Peraltro, i pareri relativi al comportamento del Fox sono molto variabili. Così, quello di Max Ecorcheville, uno dei migliori specialisti francesi degli anni Venti e Trenta, sembra pieno di ammirazione:
«Sempre all’erta, prima di tutto battagliero e distruttore di tutto ciò che corre, è un animale molto irrequieto, sempre pronto a saltare, attaccare e mordere. Non trotta mai, ma galoppa, rimbalza sui suoi piccoli piedi, sembra che non tocchi terra e compie dei voltafaccia sorprendenti».

Invece, S. Dangerfield, specialista britannico dei Terrier e noto giudice, sembra meno propenso ad apprezzare il suo atteggiamento in esposizione, quando dice a proposito di un pelo ruvido:
«[Esso] è riservato agli intenditori, a tutti coloro che amano guardare il loro cane come se si trattasse del re della terra, un cane che danza più che camminare, un cane che possiede un’espressione di innocenza oltraggiata con la coscienza di un uomo scaltro, abile nel prodigare vane promesse».

Animale da concorso, distruttore di ciò che è nocivo, cacciatore senza tema di cinghiali e tassi, il Fox risponde a tutte queste immagini. La sua immensa personalità sembra peraltro abbastanza in contraddizione con la sua straordinaria popolarità. Infatti, non è un cane adatto per tutti e richiede un padrone all’altezza dei suoi meriti.

Il Fox-Terrier è un cane straordinariamente coraggioso, focoso, dinamico, un ardito incompreso da quelli che lo giudicheranno incosciente di fronte al pericolo, arrogante, insolente o impudente.

In realtà, il Fox è piuttosto sicuro di sé e, senza alcun complesso per via della sua piccola taglia, non teme affatto di affrontare i suoi avversari e non indietreggia davanti ai compiti che gli vengono affidati, perché è insensibile al dolore, ai colpi, alle ferite quando è lanciato.

Parimenti, è un cane molto leale, senza sotterfugi. Ci si può immaginare che questo comportamento condizioni anche quello del padrone, che deve essere inflessibile e mai cedere per avere "la pace", che del resto non otterrebbe comunque.

Questo cane soprattutto non deve essere obbligato a ruoli troppo statici, poiché ha bisogno, per mantenersi in forma, di distendersi all’aria aperta. Infatti, se non gli si permettesse di sfogare con regolarità il suo eccesso di ardore e di energia, si rischierebbe probabilmente di renderlo un cane cattivo per noia, eccessivamente nervoso o irritabile.

Infine, il Fox è nato per vivere in campagna, per dar prova di iniziativa e di audacia nella caccia e, se non lo si fa "lavorare", bisognerà fare in modo che abbia uno stile di vita sufficientemente rustico e attivo da consentirgli di sviluppare il suo potenziale.

Allora si mostrerà un perfetto gentleman, molto educato, capace di comportarsi bene per strada senza dare strattoni al guinzaglio, e calmo in casa, tutto intento a seguire ogni spostamento del suo padrone.

Il Fox può essere un buon cane da guardia, capace di avvisare, e si dimostrerà un eccellente compagno per i bambini, preferendo darsela a gambe piuttosto che mordere quando reputa che il loro comportamento sia troppo prepotente.

Non ha paura della solitudine, grazie al suo carattere saldo e indipendente, ma una presenza umana costante gli impedirà di sviluppare il suo temperamento di "piccolo duro’" che agisce solo di testa sua.

In un ambiente adeguato, non c’è cane più spontaneo e allegro del Fox, che sarà lietissimo di dare libero corso al suo temperamento di cacciatore inseguendo con accanimento topi e talpe. A questo riguardo, un angolo di prato sarà preferibile a un giardino con aiuole ai margini, perché il Fox è a suo modo un giardiniere nato!

D’altronde è considerato senza pari nella caccia al coniglio, come dimostra il numero di cacciatori che crede fermamente nelle sue doti, perché, anche se non è del modello standard, il più delle volte è tipicizzato per il suo carattere e le sue attitudini.

È in muta che il Fox dà saggio di tutto il suo talento. «È incomparabile nell’arte di mettersi sulle tracce di un cinghiale che si ritira nella tana», diceva un conoscitore, ed è di gran lunga l’aiutante favorito dei dissotterratori.

Ma i suoi talenti di cacciatore non finiscono qui, perché il Fox svolge con successo anche il ruolo di cane da ferma per gli uccelli e quello di cane da riporto, e questo in numerosi paesi.

Pur essendo un buon cane da caccia, il Fox-Terrier, che è il più piccolo dei cani da muta, è paradossalmente un cane da esposizioni, perché ha sul ring una presenza stupefacente.

Certamente è sempre possibile ben conformare un esemplare, sorvegliare la sua toeletta minuziosa, ma questo non è sufficiente, perché è necessario anche che tale sforzo sia valorizzato dall’animale stesso; il miglior ‘handler’ può possedere tutto il savoir-faire, l’esperienza, conoscere tutte le astuzie possibili, ma non sarà certamente lui che comunicherà al cane la presenza che esso non possiede naturalmente.

Il Fox, invece, sa presentarsi e marciare sul ring dove soggioga i giudici, entusiasma gli spettatori. Prova ne è il numero impressionante di "best in show" ottenuti dal Fox-Terrier dentro e fuori del suo paese.

Questa competizione che conclude le esposizioni canine riveste molta importanza in Gran Bretagna. Gli esemplari migliori delle razze vengono subito confrontati perché siano eletti i migliori di ciascun gruppo, fra i quali è designato il migliore dell’esposizione.

I giudici devono quindi confrontare i meriti delle differenti razze: la prestanza di ciascun campione gioca un grande ruolo, e il Fox troneggia spesso alla fine della partita.

Il Fox, a pelo ruvido o a pelo liscio — l’uno essendo piuttosto cane da concorso di bellezza e l’altro cane da caccia, anche se questa ripartizione di ruoli non è così netta — è una razza da conoscitori.

La sua diffusione dovrebbe anche supporre una selezione dei padroni a favore di quelli che sono capaci di riconoscere e apprezzare il loro cane nel giusto valore.

4. Un campione del rabbit coursing, la toelettatura e le razze affini

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  • Un campione del rabbit coursing
    Il Fox-Terrier a pelo liscio fu una delle prime razze impiegate nel rabbit-coursing, altrimenti noto come caccia al coniglio, poiché era considerato nel secolo XIX come il cane più 'veloce' in rapporto alla taglia.
    Si pensò perciò di fargli inseguire il coniglio e questa prova diede luogo a parecchie scommesse: come tutti sanno, infatti, in ogni inglese sonnecchia un bookmaker.
    La competizione si svolgeva in luoghi chiusi in cui si mettevano i Fox a confronto a due a due, per classi di peso e per batterie successive. I cani venivano "lanciati" all’inseguimento di conigli selvatici, condotti in precedenza sul terreno e messi in gabbia.
    La prima prova di questo genere si svolse nel 1861, vicino a Liverpool, e la nobiltà dimostrò subito un notevole entusiasmo per questo sport, la cui affinità con la caccia alla lepre effettuata con i Greyhound è evidente.
    In seguito, si perfezionarono le prove, in particolare attrezzando i terreni con recinti di rifugio e trappole per evitare di dover rinnovare la selvaggina: il coniglio così diventava più scaltro e veloce, rendendo gli inseguimenti ancora più interessanti.
    Il rabbit-coursing ottenne anche un gran successo nelle classi modeste dell'Inghilterra settentrionale, tra i minatori, dove sostituì spesso altri sport, come la lotta o la corsa a piedi, col tempo subì un'evoluzione: invece di inseguire un coniglio, il Fox doveva lanciarsi dietro a uno straccio e correre in linea retta.
    Questa semplificazione fu imposta da bookmaker e scommettitori.
    Nel frattempo, si cercavano cani ancora più veloci: un allevatore ebbe allora l’idea di incrociare i suoi Fox con dei piccoli Levrieri e gli esemplari che ottenne divennero effettivamente imbattibili. I risultati di questi incroci, via via sempre più Levrieri e sempre meno Fox, furono dapprima chiamati ’cohippet'.
    Il whippet (le cui prime iscrizioni al Kennel Club risalgono al 1892) e le corse nei cinodromi non erano ormai lontani! E il nostro Fox ne è indiscutibilmente all'origine.
  • La toelettatura
    Il Fox a pelo ruvido deve il suo caratteristico aspetto a regolari sedute di depilazione.
    Non bisogna tosare — o far tosare — questo cane, poiché l'intervento renderebbe il suo pelo lanoso e sbiadirebbe le macchie di colore, che passerebbero dal nero o fuoco a toni grigiastri o beige.
    La depilazione viene effettuata a mano o con un apposito rasoio da trimming. Il tronco, le spalle, le cosce e la parte posteriore del cane devono essere depilati al massimo.
    Gli arti, invece, devono conservare l'aspetto cilindrico di "pali"; quanto ai piedi, con le forbici viene loro conferita una forma a piede di gatto, il collo e più ancora la testa sono di delicata lavorazione, perché la parte anteriore del collo e il cranio devono essere depilati a fondo, come le tempie, le guance e le orecchie.
    Si lasciano le sopracciglia senza separarle e una barba quadrata. Bisogna soprattutto stare attenti a curare il passaggio tra le parti lavorate a raso e quelle in cui si lascia un po’ di pelo e le guarnizioni.
    Alcuni Fox hanno per natura un pelo veramente troppo molle per essere depilato. La tosatura in questo caso cercherà di valorizzare la morfologia tipica del cane, ossia il dorso corto, gli arti ben diritti, il collo lungo, la testa forte e allungata e l’occhio piccolo e incassato.
    Anche il Fox a pelo liscio ha bisogno di essere sottoposto a toelettatura, soprattutto se viene presentato in un'esposizione. Conviene essenzialmente levargli, con l'aiuto di forbici, il pelo lungo sul corpo, le frange sulla parte posteriore degli arti e della coda. Si può anche rasare o accorciare il pelo del collo con le forbici.
  • Razze affini
    Il Lakeland-Terrier e il Welsh-Terrier (Terrier Gallese) assomigliano in modo impressionante al Fox-Terrier a pelo ruvido, tranne per il colore che è diverso.
    E, se gli specialisti li distinguono senza difficoltà, il profano, invece, può facilmente confonderli. D'altra parte queste razze sono probabilmente state selezionate da differenti allevatori che ignoravano le ambizioni analoghe dei loro confratelli.
    - Il Welsh-Terrier si può paragonare, in miniatura, all'Airedale, e si sa che questi Terrier dal pelo ruvido, di color nero e fuoco, esistevano in numero considerevole in Gran Bretagna e più particolarmente nei paesi del Galles, dove erano impiegati soprattutto per la caccia alla lontra. Il Welsh fu presentato per la prima volta nel 1885, a Pwllheli. Dopo la seconda guerra mondiale, la razza ha finito per conoscere una certa popolarità fuori del suo paese natale e ciò grazie al "best in show" che due esemplari ottennero nella famosa esposizione del Cruft.
    Si trattava di Twinstan Dyma Fi (nel 1951) e di Sandstorn Saracen (nel 1959). Il Welsh è un cane più possente del Fox, possiede specialmente una testa più larga e 'virile' e un peso leggermente superiore (dai 9 ai 9,5 chilogrammi); il suo pelo ruvido è nero focato, più raramente nero o grigio focato.
    - Il Lakeland-Terrier proviene dalla contea di Cumberland, cioè da quella regione dei laghi che confina con la Scozia, dove le volpi sono altrettanto numerose dei cani. La razza fu riconosciuta nel 1921, mentre il suo successo si è affermato quando Stingray of Derryabah conquistò il titolo di Campione Supremo nel corso dell’esposizione del Cruft del 1967.
    Questo stesso campione ottenne un titolo corrispondente l'anno successivo alla più grande esposizione americana, il Westminster Show. Il Lakeland è un po' più leggero del Fox e del Welsh, ed è meno grande (il maschio è alto circa 36 cm al garrese). Il suo pelo ruvido può essere nero focato, blu focato, rosso, frumento, fegato e talvolta blu o nero.
    - È difficile, al contrario, trovare dei cugini al Fox a pelo liscio, anche se non c’è dubbio che il Manchester-Terrier sia un suo affine, malgrado l’incrocio con il Whippet. Il Manchester fu, a un dato momento, un campione di rabbit-coursing (inseguimento del coniglio) e dei concorsi di cani da topi — in particolare un certo Billy riuscì a uccidere cento ratti in sei minuti e tredici secondi.
    La sua popolarità decrebbe in primo luogo quando fu impedita l'amputazione delle orecchie in Gran Bretagna. Poi, delle nuove norme riguardanti il colore del mantello che stabilivano in specie che ciascun dito di color fuoco doveva avere anche una chiazza nera, scoraggiarono numerosi allevatori. Il Manchester-Terrier misura circa 40 cm per un peso che oscilla tra i 7 e gli 8 kg.
    - Il Deutscher Jagdterrier è uno dei rari Terrier non britannici, benché sia derivato in linea diretta dal vecchio Terrier Inglese nero focato. È un Terrier esclusivamente da caccia, strutturato potentemente. Subito diffuso fuori del suo paese d'origine, la Germania, è sempre più apprezzato per il dissotterramento e per la caccia al cinghiale. Questo cane misura meno di 40 cm e pesa dai 9 ai 10 kg; il suo mantello può essere nero, grigio-nero, bruno scuro, con o senza focature.
    - Esistono infine due razze vicine al Fox.
    a) Si tratta innanzi tutto del Jack- Russell-Terrier, il più popolare, numericamente parlando, di tutti i Terrier britannici, il suo nome proviene dal reverendo Jack Russell che per primo portò l'attenzione su questo cane.
    Esiste un Club del Jack-Russell-Terrier di Gran Bretagna, e la razza è stata presentata nelle esposizioni dei club e dei Terrier da caccia. È un cane che assomiglia al Fox, ma che spesso è più basso sulle zampe, poiché misura fra i 25 e i 35 cm al garrese, per un peso che oscilla tra i 5,5 e i 7 kg; Il suo pelo può essere liscio o ruvido, nei colori riscontrati nel Fox.
    b) Gli Americani hanno creato, a partire dal 1900, un Fox-Terrier Nano, il cui tipo si è stabilizzato verso il 1915, ma, non essendo la razza stata riconosciuta dall'American Kennel Club, è un organismo dissidente, l'United kennel Club, che la "ufficializza".
    Sembra che la popolazione del Fox Nano abbia raggiunto molte migliaia di esemplari, i quali possono essere di colore bianco con delle chiazze nere o nero focate e il loro peso varia tra 1,5 e 3 chilogrammi; la loro caratteristica principale è costituita dalle orecchie diritte.





5. Lo Standard del Fox-Terrier a pelo ruvido e del Fox-Terrier a pelo liscio

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  • FCI Standard N° 169 / 03.02.2010 - FOX TERRIER A PELO RUVIDO
    ORIGINE: Gran Bretagna
    DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 26.03.2009
    UTILIZZAZIONE: Terrier
    CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 3 Terrier
    Sezione 1 Terrier di taglia grande e media (gamba lunga)
    Prova di lavoro facoltativa

ASPETTO GENERALE
Attivo e vivace, ossatura e forza concentrate in un piccolo volume, mai goffo o grossolano. La sua struttura mostra un equilibrio perfetto che si vede soprattutto nel rapporto cranio e muso e nell’altezza al garrese quasi uguale alla lunghezza del corpo, misurato dalla punta della spalla alla natica. In stazione somiglia ad un “Hunter” dal dorso corto, che copre molto terreno.

TEMPERAMENTO – CARATTERE
Sveglio, veloce in azione, d’espressione acuta, sempre sul chi vive alla minima provocazione. Amichevole, socievole e senza paura.

TESTA
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: superiormente piuttosto piatto; s’inclina leggermente e la sua larghezza diminuisce gradatamente verso gli occhi.
Stop: leggero
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: nero
Muso: piccola differenza in lunghezza fra cranio e muso. Se il muso fosse notevolmente più corto, la testa apparirebbe debole e non finita. Il muso si affina gradatamente dall’occhio al tartufo e presenta un leggero avvallamento alla sua unione con la fronte, ma non è incavato o bruscamente abbassato sotto gli occhi, dove deve essere pieno e avere buona sostanza. Le guance piene e dal contorno rotondo non sono desiderabili.
Mascelle /Denti: mascelle forti con perfetta, regolare e completa chiusura a forbice, cioè con i denti superiori che si sovrappongono a stretto contatto agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle. Le mascelle dall’ossatura o muscolatura troppo sviluppate sono brutte e indesiderabili
Occhi: scuri, pieni di fuoco e intelligenza, moderatamente piccoli e non sporgenti. Il più possibile di una forma quasi circolare. Non sono troppo distanziati né disposti troppo in alto sul cranio, né troppo vicino agli orecchi. Gli occhi chiari sono altamente indesiderabili.
Orecchi: piccoli, in forma di V di medio spessore; il padiglione è nettamente ripiegato e cade verso l’avanti contro le guance. La linea superiore della piega degli orecchi è ben al di sopra del livello del cranio. L’orecchio rialzato, “a tulipano” o “a rosa” altamente indesiderabili.

COLLO: pulito, muscoloso, di buona lunghezza, senza giogaia; si allarga verso le spalle, presentando una curva elegante se visto di lato.

CORPO
Dorso: corto, diritto e forte senza cedimenti.
Rene: muscoloso, leggermente arcuato. Compatto, ben saldato al posteriore
Torace: petto disceso; costole anteriori moderatamente arcuate; posteriori profonde, ben cerchiate.

CODA: prima era generalmente tagliata
Tagliata: attaccata alta. Portata diritta, non sul dorso né arrotolata. Di buona robustezza e bella lunghezza
Non tagliata: attaccata alta. Portata diritta, non sul dorso né arrotolata. Di buona robustezza e bella lunghezza per mantenere un aspetto equilibrato.

ARTI
ANTERIORI: viste dal davanti, le spalle discendono quasi verticalmente dall’unione col collo verso le punte che dovrebbero essere fini. Viste di lato, lunghe e ben inclinate all’indietro e discendenti obliquamente verso il posteriore.
Garrese sempre nettamente delineato. Torace disceso, non largo. Visti da ogni lato, gli arti sono diritti con forte ossatura fino ai piedi. I gomiti sono perpendicolari al corpo, si muovono liberamente, e sono portati diritti in movimento.
POSTERIORI: forti, muscolosi ed esenti da cedimenti o flessioni eccessive. La combinazione di una gamba corta con ginocchio diritto è altamente indesiderabile
Coscia: lunga e potente
Ginocchio: ben angolato, non deviato in dentro né in fuori.
Garretto: ben disceso.
Metatarso: diritto e parallelo se visto da dietro.
PIEDI: rotondi, compatti con cuscinetti piccoli, duri e ben imbottiti; dita moderatamente arcuate. Non deviati in dentro né in fuori.

MOVIMENTO: gli arti anteriori e posteriori avanzano diritti e paralleli. I gomiti si muovono liberamente perpendicolari al corpo, senza essere ostacolati dai fianchi. Le ginocchia non deviano in fuori né in dentro. Buona spinta fornita dai posteriori che flettono bene.

MANTELLO
PELO: denso, molto duro di tessitura ; la lunghezza del pelo va dai 2 cm. sulle spalle, ai 4 cm. al garrese, dorso, costole e il posteriore, con sottopelo corto e più morbido. Il pelo è più duro sul dorso e sul posteriore che ai lati del corpo. Il pelo sulle mascelle è crespo, e di lunghezza sufficiente per dare aspetto di forza al muso. Il pelo sugli arti è denso e crespo.
COLORE: il bianco domina con: macchie nere, nere e fulve, o fulve ( tan). Le macchie tigrate, rosse, marroni (fegato) o blu ardesia non sono desiderabili.

TAGLIA E PESO
Altezza al garrese: non eccedente i 39 cm per i maschi – un po’ meno le femmine.
Peso ideale in condizioni da esposizione: maschi 8,25 kg, femmine : un po’ meno

DIFETTI Qualsiasi deviazione dai punti di cui sopra dovrebbe essere considerata difetto, e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità, e ai suoi effetti sulla salute e sul benessere del cane.
Ogni cane che presenti chiaramente anomalie fisiche o comportamentali, sarà squalificato.
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.

  • FCI Standard N° 12 / 05.01.2011FOX TERRIER A PELO LISCIO
    ORIGINE: Gran Bretagna
    DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 13.10.2010
    UTILIZZAZIONE. Terrier
    CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 3 Terrier
    Sezione 1 Terrier di taglia grande e media (gamba lunga)
    Prova di lavoro facoltativa

ASPETTO GENERALE
Attivo e vivace, ossatura e forza concentrate in un piccolo volume, mai goffo o grossolano. Non è alto né basso sugli arti, ma simile ad un “hunter” ben costruito e ben compatto, che copre molto terreno.

TEMPERAMENTO – CARATTERE
Sveglio, svelto in azione, dall’espressione acuta, sempre sul chi vive. Amichevole, socievole e senza paura.

TESTA
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: piatto, moderatamente stretto. Gradatamente decrescente in larghezza verso gli occhi
Stop: piccolo stop apparente
Tartufo: nero
Muso: mascella e mandibola forti e muscolose, con solo una lieve depressione sotto gli occhi. Questa porzione della parte facciale è moderatamente cesellata, in modo da non discendere in una linea diritta come un cuneo.
Mascelle/Denti: mascelle forti con una perfetta, regolare e completa chiusura a forbice: cioè gli incisivi superiori strettamente sovrapposti agli inferiori e impiantati perpendicolarmente nelle mascelle.
Guance: mai piene
Occhi: scuri, moderatamente piccoli, il più possibile rotondi ma non sporgenti. Espressione vivace e intelligente.
Orecchi: piccoli, a forma di V e ricadenti in avanti aderendo alle guance, non pendenti ai lati della testa. La piega dell’orecchio è al di sopra del livello del cranio. Padiglione di medio spessore.

COLLO: pulito e muscoloso, senza giogaia; di buona lunghezza; si allarga gradualmente verso le spalle.

CORPO
Dorso: corto, orizzontale e robusto senza cedimenti.
Rene: potente, solo leggermente arcuato
Torace: profondo, non largo. Le costole anteriori moderatamente cerchiate, le posteriori profonde.

CODA: prima era solitamente tagliata.
Tagliata: Attaccata piuttosto alta e portata allegramente, ma non sul dorso o arrotolata. Di buona robustezza.
Non tagliata: attaccata piuttosto alta e portata allegramente ma non sul dorso. Il più diritta possibile. Coda di moderata lunghezza per dare un aspetto equilibrato al cane.

ARTI
ANTERIORI
Spalle: lunghe e oblique, ben adagiate all’indietro, fini alle punte e nettamente disegnate al garrese.
Avambraccio: gli arti, visti da ogni angolatura devono essere perfettamente diritti, con le giunture che non si notano o si vedono appena. Devono avere una forte ossatura per tutta la loro lunghezza.
Piedi anteriori: piccoli, rotondi, compatti. Cuscinetti duri e resistenti, dita moderatamente arcuate. Non deviati in dentro né in fuori.
POSTERIORI
Aspetto generale: forti e muscolosi, del tutto esenti da cedimenti o flessioni eccessive .
Cosce: lunghe e potenti
Ginocchio: ben angolato
Metatarsi: garretti ben discesi
Piedi posteriori: piccoli, rotondi, compatti. Cuscinetti duri e resistenti, dita moderatamente arcuate. Non deviati in dentro né in fuori.

MOVIMENTO: anteriore e posteriore avanzano diritti e paralleli. I gomiti si muovono liberamente, perpendicolari al corpo, le ginocchia non deviano in dentro né in fuori e i garretti non stringono. Buona spinta dai posteriori che si flettono bene.

MANTELLO
PELO: diritto, piatto, liscio, duro, denso e abbondante. Il ventre e la faccia interna delle cosce non devono essere glabri.
COLORE: il bianco dovrebbe predominare, monocolore bianco, bianco con macchie fulve (focate), nere o nere e fuoco. Sono altamente indesiderabili pezzature tigrate, rosse o color fegato.

PESO
Peso Maschi: 7,5 – 8 kg
Femmine: 7 – 7,5 kg

DIFETTI: Qualsiasi deviazione dai punti di cui sopra dovrebbe essere considerata difetto, e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità, ai suoi effetti sulla salute e sul benessere del cane e alla capacità di svolgere il suo lavoro.

DIFETTI ELIMINATORI
Soggetto aggressivo o eccessivamente timido
Ogni cane che presenti chiaramente anomalie fisiche o comportamentali, sarà squalificato.
N.B. I maschi devono avere due testicolo apparentemente normali completamente discesi nello scroto.






Note

Lo stanare

La caccia sotto terra consiste nel catturare, con l'aiuto di parecchi cani, un animale che vive libero nel suo ambiente. Si tratta perciò di un'attività che sotto ogni aspetto costituisce un settore della caccia con i cani e che possiede peraltro i suoi attestati di nobiltà.

Lo stanare, che si pratica con un equipaggio costituito da un minimo di tre cani, suppone innanzi tutto la conoscenza di una o più tane in un dato territorio: il cane avrà come primo compito quello di indicare se sono ancora abitate.

Poi, dovrà penetrare nelle gallerie; l’inseguimento proseguirà fino a quando la volpe — ma può anche trattarsi di un tasso — si troverà all'estremità della tana. L'animale sarà allora costretto ad affrontare il cane che lo tiene "in ferma", mentre il cacciatore, guidato dall'abbaiare del cane, comincerà lo stanare vero e proprio.

Gli attrezzi in uso sono costituiti da pale, picconi e barramine, con i quali si attua uno scavo che può condurre nel luogo stesso in cui si fronteggiano cane e selvatico. in realtà, il più delle volte si manifestano numerose difficoltà, che complicano in modo singolare lo svolgimento di questo tipo di caccia.

Infatti, le gallerie possono essere tantissime ed estendersi per parecchi ettari, e perciò i cani avranno la tendenza a perdersi in questo labirinto. Capita anche che la volpe o il tasso resistano al cane a metà di una galleria, obbligando in tal caso lo stanatore a uno scavo prolungato.

Ancora, la natura del terreno può presentare dei problemi e il sopraggiungere della notte non semplifica di certo il compito, se il terreno è morbido, il selvatico talvolta riuscirà a scavare sotto il naso del cane una nuova galleria (azione che viene definita di controinterramento).

Lo stanare è, quindi, una caccia eminentemente sportiva e, dal punto di vista ecologico, sostenibile, poiché costituisce una soluzione molto meno scandalosa dell’impiego di cibo avvelenato o di tagliole, o anche di gas (cloropicrina) in grado di provocare l'uscita dell’animale dalla tana.

In realtà, mentre la volpe il più delle volte esce dal suo rifugio, il tasso o altri animali, come la lepre, muoiono generalmente in fondo alla loro tana dopo lunghe ore di agonia.

Lo stanare permette un controllo della popolazione di volpi e tassi e consente di uccidere questi animali in modo pulito e rapido, o più semplicemente si limita a trasferirli in zone dove la loro attività non susciterà recriminazioni (come, invece, succede spesso con i tassi).

Segnaliamo anche che gli stanatori sono i primi difensori dei ’putenti' (cioè animali che emanano un forte e sgradevole odore, come tassi, faine, puzzole...), spesso descritti e giudicati come nocivi.

Bisogna, infine, aggiungere che questa caccia è molto democratica, benché abbia le sue convenienze, dato che i bracchieri sono solo sostituiti da zappatori.

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