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Il gatto Turco Van: il tocco di Allah

Razza decisamente poco nota, spesso confusa con il “cugino” Angora Turco, con il quale condivide antichi antenati ma dal quale si distingue per la caratteristica colorazione del mantello, il Turco Van è un gatto affascinante tutto da scoprire.

Tanto fascino gli deriva in parte dalle misteriose origini.

E’ infatti praticamente impossibile risalire con certezza ai suoi progenitori più antichi, ma grazie ad alcuni reperti archeologici sappiamo che gatti dalla caratteristica colorazione del Turco Van erano già noti agli antichi Romani che occuparono l’Armenia.

La storia ufficiale comincia però nel 1955, quando Laura Lushington e Sonia Halliday, due turiste inglesi rimaste affascinate da questi splendidi micioni, ne importarono una coppia in Inghilterra cominciandone la selezione.

Nel 1969 nei Libri Origini inglesi fu registrato Anatolia, il primo esemplare di Turco Van. Nel 1971 arrivò anche il riconoscimento della Fife.

Il nome della razza fu scelto per ricordarne la provenienza, cioè la regione bagnata dal grande Lago di Van, che si trova nella Turchia orientale, a 1700 metri di altezza, alle pendici del monte Ararat: una località impervia che, coi suoi confini naturali e il suo clima capriccioso, ha protetto per secoli i suoi gioielli felini permettendone una selezione assolutamente naturale e priva di qualsivoglia intervento umano.

Il gatto Turco Van è una razza antica dal magnifico mantello bianco fiammato di rosso. Scopriamola insieme.

 

1. C’è turco ... e Turco

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Il Turco Van è un gatto robusto e magnifico che gode del mito che circonda tutti i gatti esotici.

A differenziarlo dal “cugino” Angora è però la distribuzione del colore sul mantello.

Nel caso del Turco Van deve infatti seguire uno schema preciso che prevede “fiammate” di color crema o bruno-rossiccio solo sulla coda anellata e a forma di farfalla sulla testa, tra le orecchie e gli occhi.

Questi ultimi, assai espressivi e grandi, possono essere blu o ambra, anche se non sono rari i casi dispari. Insomma, è un gatto molto elegante a cui corrisponde però un carattere unico e vivace animato da una vispa intelligenza.

Questi mici sono capaci di grandi prove d’affetto, ma attenzione, sono loro a scegliere l’umano che sarà il loro compagno. Tutti gli altri componenti della famiglia, per esempio, saranno “tollerati” ma non godranno mai della sua totale attenzione.

Il gatto Van è il gatto più coccolato. La notizia è estremamente interessante: in Turchia, ben tre università hanno costruito nei loro campus tre piscine riservate a questi mici in modo che possano fare moto e godersi il fresco dell’acqua.

Il progetto nasce sotto il controllo del Turkish Van Cat Researcher Centre, un’agenzia governativa che ha il compito di monitorare la salute e il benessere di questi gatti che, secondo l’ultimo censimento, sarebbero circa 200 esemplari.

La selezione è il segreto di questa razza. In Turchia questi gatti sono molto popolari e protetti: e occorrono non poche autorizzazioni ministeriali per esportarli dal paese.

Ancora oggi molti degli esemplari non sono puri al 100% e le autorità turche sono impegnate nella lotta al traffico illegale di gatti Van.

La poca diffusione della razza ha permesso, almeno in Europa e negli Stati Uniti, di operare seri controlli sul mantenimento della purezza.

Vi sono alcune patologie genetiche che una selezione attenta sta però gradatamente espellendo, come la sordità negli esemplari bianchi.

L’alimentazione, vista la qualità del pelo, deve essere di buona qualità, magari addizionata di integratori specifici durante il periodo della muta, quando aumenta il volume dei boli di pelo che si formano nello stomaco del gatto durante le fasi di pulizia quotidiana.

È un gatto assai responsabile che sa gestirsi con criterio, ma un’eccessiva disponibilità di cibo può condurre all’obesità.

 

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2. Uno sguardo che ammalia, curiosità, chicche e Timeline

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Uno sguardo che ammalia

Gli occhi del Van sono davvero magnifici sia per taglio, a forma di noce e leggermente obliqui, che per la colorazione viva che si stacca dal mantello candido e dalle fiamme sul pelo della testa.
È da ricordare che i cuccioli nascono con occhi azzurri molto chiari che tenderanno a scurirsi col tempo fino a raggiungere il caratteristico blu o ambra in età adulta.
Non è raro trovare esemplari con gli occhi dispari, ossia di colore diverso uno dall’altro, uno ambra e uno blu; si tratta di una caratteristica assai ricercata dovuta all’azione di un gene che impedisce alla melanina di raggiungere l’iride di uno dei due occhi.

 

 

Curiosità e chicche

Il loro pelo soffice, lungo e impalpabile non necessita di moltissime cure: qualche spazzolata a settimana e un bagnetto ogni due o tre mesi servono a tenerlo vivo e vaporoso.
Non avendo praticamente sottopelo i nodi non sono all’ordine del giorno.
Provenendo dalla regione del Lago di Van, dove le temperature subiscono escursioni incredibili da una stagione all’altra, durante i periodi di muta perde una grande quantità di pelo, fino a diventare quasi irriconoscibile (solo la coda resta foltissima).
Una curiosità: amano molto l’acqua, quindi non sarà difficile fargli qualche bagno in più per impedire al loro mantello di ingiallire.
Un aspetto del suo carattere è il coraggio. Questa caratteristica nasce dalle sue origini: nato sulle rive del Lago Van è stato da sempre costretto a cacciare prede particolari, come per esempio le anatre, e questo lo ha costretto a imparare a seguirle fino in acqua.

 

 

TIMELINE DELLA RAZZA

Tra storia e leggenda in date
- XXIV -XXIII secolo a.C.
Secondo i primi racconti che li riguardano durante il Diluvio Universale due gatti bianchi scappano dall’Arca di Noè e si stabiliscono sul Monte Ararat.
- XVIII secolo
I primi gatti turchi arrivano in Europa presso la corte di Francia e la Repubblica di Venezia.
- 1955
Laura Lushington e Sonia Halliday ne importano una coppia in Inghilterra cominciando la selezione.
- 1969
Nei Libri Origini inglesi viene registrato Anatolia, il primo esemplare di Turco Van.
- 1971
Arriva il riconoscimento della Fife.

 

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3. Il gatto dell'arca di Noè

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Le sue origini sono poco note tanto da sfiorare il mito.

Come tutte le razze antiche, anche il Turco Van vanta antenati illustri le cui gesta sono narrate in antiche ballate e leggende.

Si narra infatti che quando cessarono le piogge del Diluvio Universale due gatti bianchi si gettarono in acqua dalle sponde dell’Arca di Noè nuotando fino alla vetta del Monte Ararat.

Quando ridiscesero a valle, una volta ritiratesi le acque, si riunirono agli uomini e Dio, per ricompensarli, li accarezzò lasciando sul loro candido mantello la caratteristica fiamma colorata.

Un’altra leggenda racconta di come Allah abbia visto un gatto bianco nuotare nel Lago di Van e abbia voluto salvarlo prendendolo per la testa e la coda lasciando la sua santa impronta sulle uniche due parti colorate del corpo di questi magnifici gatti.

Il Van è un gatto molto intelligente, intraprendente e birichino. Ama vivere sia in casa che all’aperto ma in casa ha bisogno di spazi aperti e di molta libertà. Sono gatti che amano le coccole e rimanere in grembo al loro umano.

Ma, allo stesso tempo, sono gatti vivaci e robusti e hanno un gran bisogno di stimoli e giochi. In casa non devono mancare palline e tiragraffi delle dimensioni adatte al micio. Questi gatti non sono adatti a famiglie con bambini in quanto rispondo agli stimoli e all’invito al gioco in modo spesso irruento.

Dotato di grande intelligenza e spiccate doti di comunicazione, il Turco Van è abbastanza facile da addestrare. È molto vivace ed ha bisogno di avere mezzi per sfogarsi.

Si affeziona a tutta la famiglia, ma si lega in particolare a una sola persona, con la quale avrà un rapporto di amore e rispetto, esigendo di partecipare alle sue attività.

Non gli piace rimanere solo, ha bisogno di restare in compagnia. E’ un compagno perfetto per le persone sole (non sopporta però di restare fermo a lungo, quindi non ama stare in braccio a farsi coccolare) o per i bambini che vogliono un amico con cui giocare.

Abilissimo pescatore in natura, adora il pesce, che deve essere spesso presente nella sua dieta, non troppo pesante e ricca di carne. E’ il gatto ideale per chi ha un bel giardino e può quindi permettergli di stare all’aperto, per chi cerca un animale divertente e “di carattere”.

Il Turco Van non è quello che si può definire un gatto adatto a tutti: egocentrico, indipendente, intelligente e territoriale, non ama essere costretto in braccio e, pur non essendo timido, è solitamente riservato con gli sconosciuti.

 

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4. Il colore, un marchio di fabbrica

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Pur essendo due razze ben distinte, Angora Turco e Turco Van, discendono dallo stesso ceppo genetico.

Distinguerli è facile per via della caratteristica colorazione del secondo, con fiamme di colore limitate alla folta coda e alla testa.

Meno facile risulta la distinzione di un Van Kerkisi, completamente bianco, da un Angora bianco. È quindi la corporatura a svelarci la sua identità: l’Angora Turco è infatti un po’ meno robusto.

Una curiosità: la distribuzione del colore su questi gatti è talmente caratteristica da essere diventata un vero e proprio “marchio di fabbrica”, tanto che si parla di “colorazione Van” tutte le volte in cui la testa e la coda del gatto presentano colori diversi dal resto del corpo anche in altre razze.

I registri di razza hanno regole molto precise su quanti punti colorati possono coprire la parte bianca del corpo del Van per non essere considerato semplicemente un gatto bicolore: in particolare il CFA ammette la colorazione solo del 15% dell’intero corpo, escludendo il colore la testa e della coda.

Geneticamente parlando il Turco Van non è dissimile dai normali gatti bicolori. Le macchie del suo mantello sono infatti gestite dallo stesso gene (S) che determina le alternanze di colori negli altri gatti.

Per questo motivo la selezione della razza è difficoltosa: da due genitori perfetti potrebbero nascere cuccioli da squalifica. La razza del Turco Van è una razza che si è mantenuta pura grazie all’isolamento geografico.

Infatti l’isolamento del lago di Van, nella Turchia orientale ha preservato nei secoli la purezza di questa razza, impedendo a mici “estranei” di mescolarsi agli autoctoni.

Solo dopo l’azione di divulgazione intrapresa da Laura Lushington possiamo ammirare e accarezzare questi meravigliosi mici.

 

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5. Lo standard lo vuole così

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- Testa
Corta, come un triangolo con vertici arrotondati. Naso diritto di lunghezza media con leggera depressione all’altezza degli occhi, mento fermo e tondo.

- Occhi
Grandi e ovali, leggermente obliqui, colore ambra, blu o impari. Le palpebre sono cerchiate di rosa

- Orecchie
Grandi e ben ricoperte di pelo, larghe alla base e arrotondate ravvicinate, alte e diritte sul capo

- Collo
Mediamente corto e muscoloso. Il collare nei maschi d’inverno dev’essere pieno.

- Corpo
Lungo e robusto, muscoloso e piuttosto pesante, zampe di lunghezza media, piedi rotondi con ciuffi interdigitali ben sviluppati. I maschi possono raggiungere i 7 chili, le femmine i 5.

- Zampe
Di lunghezza media con piedi rotondi. Quelle posteriori sono più lunghe di quelle anteriori.

- Mantello
Lunghezza media, tessitura fine, impermeabile e setosa senza sottopelo. Di colore bianco con macchie rosse o crema sulla fronte e sulla coda.

- Coda
Lunghezza media, ben fornita ma senza sottopelo colorata dalla base alla punta.








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