Alcuni lo credono feroce, altri bonario.
Una tale mole, degli occhi così buoni, una pelliccia così abbondante lo fanno persino passare per un semplice coccolone, mentre le sue zampe possenti, la sua testa enorme e le mascelle impressionanti possono far paura.
Allora, il Terranova, cane cattivo o cane di peluche? Terranova, semplicemente.
Quel che occorre sottolineare quando si parla di Terranova, è il suo lato dolce e veramente gentile. Un cane non diventa un salvatore senza un certo amore per l’uomo.
Questo gigante nero è dunque un cane buono e socievole. Con i padroni, per esempio, nessuno è più affettuoso di un Terranova. Questa affettuosità può diventare debordante… in tutti i sensi del termine, perché un colosso di 65 chili che viene a farvi le carezze lo si sente passare!
Tuttavia il Terranova non è mai brutale. Come molti grossi cani, sembra cosciente della sua massa e si mostra relativamente rispettoso della casa e delle persone.
Oggi scopriremo tutto su questo meraviglioso cane chiamato anche “The Gentle Giant”: il gigante buono. Questo è, per definizione, il Cane di Terranova.
1. Origine e storia (Prima parte)
Attribuire al Terranova origini misteriose può sembrare pura fantasia.
Non lo sanno forse tutti che questo grosso cane nero che eccelle nel salvataggio in mare è nativo dell’Isola di Terranova, semplicemente? Ebbene, no! Non è così chiaro come sembra.
Difatti, le origini del Terranova rappresentano un vero enigma per gli ammiratori della razza. Ma se questo cane dalla conformazione da orso e dal mantello nero come il carbone non è originario di Terranova, da dove viene?
A ogni modo, dove si trova quest’isola e il cane a che cosa rassomiglia? Terranova è oggi una provincia del Canada comprendente l’isola propriamente detta e una parte del Labrador, altra regione molto aspra. Il soprannome di ‘terra dei merluzzi’ che le diede nel 1497 Sebastiano Caboto, venuto a prenderne possesso a nome dell’Inghilterra, la dice lunga sul genere di popolazione dell’isola.
Di pesce, molto, ma di esseri umani, pochi. E certo pochi cani. L’aspetto deserto è confermato dal capitano Richard Whitbourne che, verso il 1615, dopo aver accompagnato i pescatori di merluzzi britannici, affermò che non esisteva alcuna popolazione insulare, né uomini, né cani, niente.
Un secolo e mezzo più tardi giunge un’altra testimonianza, quella di sir Joseph Banks (1743-1820). Membro della Royal Society di Londra, Banks conosceva tutti i 100.000 chilometri quadrati dell’isola per averla percorsa nella sua totalità.
Anch’egli assicurò di non aver incontrato nessun cane autoctono che potesse essere distinto dalla popolazione canina allora presente nell’isola: una popolazione molto mescolata, di cani «in maggioranza bastardi con segni di incroci con i Mastini».
Ed è un fatto che i numerosi cani che, alla fine del XVIII secolo, cominciarono ad affluire in Europa, soprattutto in Inghilterra, erano di aspetto molto diverso. Tutti i colori erano possibili: si ricordano i bruni, i rossi, i neri, più o meno macchiati di bianco, i bianco e marrone, bianco e nero, e anche giallo uniforme. Certi erano grandi, altri più piccoli. La maggior parte aveva una predilezione per il lavoro in acqua.
Tutti questi cani come si sono diffusi a Terranova? Si può separare, distinguere il tessuto delle loro origini dopo l’arrivo dei coloni europei? Sono state avanzate diverse teorie, tra le quali alcune sono molto affascinanti, specialmente per spiegare il carattere molossoide di questi cani.
Una di queste attribuisce la paternità del Terranova a Oolum, il Cane Orso di Leif Eriksson, figlio dell’illustre Erik il Rosso. Intorno all’anno 1000 i Vichinghi raggiunsero le coste dell’America (che chiamarono Vinland) forse fino all’attuale Maryland, e senza dubbio visitarono l’Isola di Terranova. I cani dei Vichinghi lasciarono tracce nella regione? Niente permette di affermarlo con certezza.
Un’altra soluzione è quella suggerita dalla presenza di numerosi pescatori baschi a Terranova. Dopo il 1504, questi avevano di fatto invaso l’isola, al punto che esiste tuttora una località chiamata Port-aux- Basques. Come scriveva nel 1824 il cinofilo americano J.S. Skimmer in "The dog and the Sportsman", i pescatori di Biscaglia facevano custodire i loro locali e le loro case dai Cani di montagna dei Pirenei mentre erano al largo.
Essi avrebbero ben potuto portare qualche esemplare nel corso dei loro viaggi. Tuttavia, la storia non è così semplice. Come fa notare il dottor Luquet, veterinario e storico cinofilo, i Terranova non hanno i doppi speroni agli arti posteriori. Ora, si noti che i Cani da montagna dei Pirenei li hanno e questa caratteristica, seppur minore, è considerata dagli amatori come un segno di purezza.
Lo sperone è geneticamente dominante, tanto che si trasmette a tutta una figliata anche se un solo genitore ne è portatore. L’assenza di speroni nel Terranova deve dunque invalidare una teoria così comoda? Non necessariamente. Esistono numerosi esempi dove gli speroni sono scomparsi in una razza a causa della selezione o col passar del tempo — è il caso dei San Bernardo e dei Tibetan Mastiff. Questo dettaglio non fa dunque scartare l’ipotesi del l’apporto del Cane di Montagna.
Assai interessante è il seguente articolo che comparve il 20 febbraio 1874 sul giornale L ’Acclimatation: «Esistono nei Pirenei numerosi tipi di cani da montagna, e tra le altre, due razze ben distinte. L’una, che si potrebbe designare sotto il nome di ‘Cane dei Pirenei orientali’, è particolarmente diffusa nei dintorni di Bagnères-de-Bigorre; essa ha il muso grosso, le labbra pendenti, le orecchie arrotondate, il pelame un po’ arricciato, bianco e nero».
La sezione canina del giornale era diretta dal colonnello Dommanget e da Rohan de Kermadec, due cinofili di grande serietà. I partigiani del Cane di Montagna dei Pirenei marcarono un punto, perché i numerosi Terranova dell’epoca erano neri e bianchi, con un pelo che ricordava un poco quello dell’astrakan.
Solamente la conclusione dell’articolo è ambigua e semina il dubbio. Gli autori lasciano intendere che i pescatori avrebbero potuto portare dei cani da Terranova, e questi ultimi creare allora la varietà ricordata. Chi ha dato origine a chi? Impossibile a dirsi.
Un’altra ipotesi è data dal cinofilo americano Fred Stubbart: dei discendenti di Molossi del Tibet sarebbero venuti dall’Asia, dalle Isole Aleutine e dall’Alaska contemporaneamente agli antenati degli Indiani. Questa ipotesi — che nessuna prova sostiene — riporta a quelle che riguardano l’origine dei cani americani, che è molto controversa.
Perché, in America, i cani non mancavano prima dell’arrivo degli Europei. Dalla Virginia al Labrador, gli Indiani tenevano i loro cani in grande considerazione e i capi si facevano seppellire con i loro favoriti. Erano inoltre gli animali domestici più utili poiché fornivano pellicce, persino carne, guardia, aiuto per la caccia, lavoro.
Anche il ruolo di bestia da tiro era comune nei cani degli Indiani. Quando i tepee, le grandi tende movibili costituite da più pali legati insieme su cui era tesa una copertura di pelli cucite, venivano smontati, le pelli venivano avvolte e appoggiate sui pali utilizzati quali travois (una sorta di slitta) e tirati appunto dai cani.
Per lungo tempo gli Indiani non hanno conosciuto altra trazione che quella del cane; così, quando ebbero addomesticato i loro primi cavalli, li chiamarono subito ‘sette cani’, per il rapporto che avevano calcolato esistere nel lavoro dei due animali.
Questi cani non dovevano tuttavia essere impressionanti fisicamente né strani, poiché, malgrado le esagerazioni e i particolari raccontati dai coloni riguardo ai costumi indiani, nessuno fa cenno ai cani in particolare. Si presume che, lontano dalla tipologia molossoide, essi fossero piuttosto di tipo primitivo, genere Spitz, di tipo lupoide.
2. Origine e storia (Seconda parte)
Nelle regioni costiere dell’Est i cani erano anche usati per la pesca. Verosimilmente di taglia media, bruni, neri, gialli, robusti, essi erano a loro agio nell’acqua ghiacciata.
Quando gli Europei arrivarono nella zona, a partire dal XVI secolo, per pescarvi il merluzzo, si affidarono a loro per recuperare i pesci incappati nelle reti.
Questi cani furono dunque trapiantati a Terranova, dove la loro resistenza e la loro familiarità con l’acqua accrebbero ancora di più. E soprattutto da questi cani, o piuttosto dai loro discendenti, che, più tardi, sarebbero nati i Retriever.
Sarà così per il Chesapeake-Bay-Retriever, del quale la leggenda attribuisce la paternità al Terranova. La razza dovrebbe la sua esistenza al naufragio di un brigantino inglese vicino alle coste del Maryland nel 1807. Una coppia di Terranova (l’uno nero, l’altra, marrone) si sarebbe trovata a bordo e sarebbe restata nella regione. Incrociata ai cani locali, avrebbe fatto nascere il Cheasapeake.
Per quel che riguarda il Labrador Retriever, è verso il 1820 che il conte di Malmesbury acquistò i suoi primi cani d’acqua sulle banchine di Poole, il porto del sud dell’Inghilterra dove sbarcavano i prodotti da Terranova. Interrogato sulla razza di questi cani, il venditore rispose senza esitazione che si trattava di ‘cani del Labrador’, denominazione che il conte diede loro e che a loro è restata.
Del resto esiste una grande somiglianza fisica tra il Terranova e il Labrador'. Un proprietario di Labrador diceva del suo cane: «È un piccolo Terranova senza un gran pelo». Nel frattempo i pescatori prima, e i coloni poi, tanto francesi che inglesi, introdussero nell’Isola di Terranova dei cani europei di tipo molto diverso. E sovente citato il Barbet, uno Spaniel a pelo lungo (antenato del Barbone), una razza molto antica di cane d’acqua francese.
Questa ipotesi è avanzata da Beniot, quando afferma nel 1861 che il Terranova «è un cane nato dal Mastino e dal Barbet», e condivisa da J. C. Hermans, il quale nota che numerosi battelli francesi avevano a bordo un Barbet. Che pensare della quasi totale mancanza di somiglianza tra le due razze? Il Terranova di un tempo non era certamente il cane massiccio di oggi.
Apprezzato per le sue qualità e non per il suo fisico, era ben lontano dall’avere un tipo omogeneo. Tra i cani di Terranova sbarcati in Inghilterra a partire dal 1815, si dice che i più belli venissero da un’istituzione francese chiamata ‘delle Tre Montagne’ e che la loro folta pelliccia nera più o meno ricciuta ricordasse l’astrakan. Questo pelo rivive forse nel Barbet?
I cani inglesi, da parte loro, hanno certamente contribuito all’aspetto molossoide del Terranova. Luigi XIV aveva ceduto i suoi diritti sull’isola all’Inghilterra nel 1713, e i coloni britannici si mossero a esplorare l’interno delle terre, portando i loro cani con sé. Se c’erano senza dubbio dei cani da caccia, come gli Spaniel, la natura della maggior parte di questi animali non è un gran mistero, poiché si sa che erano utilizzati per tirare carrette e slitte.
I coloni trasportavano ogni sorta di effetti personali e di materiali. I cani dovevano essere quindi molto possenti, probabilmente di tipo mastino; Mastini, San Bernardo e altri molossoidi furono importati nell’isola. A Terranova i cani divennero così numerosi che, nel 1780, il governatore limitò la popolazione canina imponendo un solo cane per famiglia, mentre la Corte delle cessioni decideva di far abbattere tutti i cani senza museruola.
Queste misure drastiche, intensificate nel 1815, provocarono l’esportazione dei cani di Terranova verso l’Europa. Non è molto strano, vista la complessità delle origini attribuite ai Terranova, la varietà dei compiti nei quali erano impiegati sulla loro isola, sia all’interno sia sulle coste e il numero degli incroci che non mancarono di avvenire tra tutti questi cani, che le specie scoperte da gli Inglesi all’inizio del XIX secolo fossero così diverse di aspetto e di taglia.
È attraverso la selezione che il Terranova divenne la razza che conosciamo. Durante cinquantanni, prima dell’inizio delle esposizioni canine, gli allevatori britannici utilizzarono diversi cani da montagna per affermare il carattere molossoide del Terranova, oltre al San Bernardo, chiamato allora Mastiff Alpino. Scambio di cortesie, poiché una coppia di Terranova salverà la leggendaria razza dall’estinzione nel 1856.
Papà Terranova e mamma San Bernardo rilanceranno l’allevamento impoverito, faranno nascere il San Bernardo a pelo lungo, oggi paradossalmente più popolare di suo fratello a pelo corto, seppure sia la varietà di origine. Si è scritto che il Leonberger avrebbe potuto partecipare a perfezionare il Terranova, ma, non essendo ancora arrivato oltre Manica in quell’epoca, non aveva potuto contribuire.
L’ultima parola su questo oscuro passato appartiene allo specialista americano James Watson, che nel 1900 dichiarerà: «Il Terranova è una versione inglese moderna sviluppata partendo da diversi tipi di cani comuni, di colori e taglie diversi». A partire dal 1860, tutto diviene più chiaro. Il Terranova è allora considerato come una razza completamente distinta e in quell’anno sei soggetti impressionano i partecipanti all’esposizione canina di Birmingham (una delle prime).
La sua fama di cane da salvataggio l’ha preceduto, ed esso diventa il cane di moda. Tutti si interessano a lui: sir Edwin Landseer gli renderà l’omaggio ormai noto, mentre altri artisti, e non minori, lo celebreranno. Altro patrocinio apprezzato, quello del principe di Galles, che espose sei Terranova all’Agricultural Hall nel 1864. Nel 1878 il Kennel Club registrò ufficialmente i suoi primi Terranova e il 1886 vide la creazione del Club della razza, uno dei più antichi d’Inghilterra.
Esso si impegna immediatamente nel redigere uno standard valido. Ma la bellezza del Terranova non è l’aspetto preferito del pubblico, che chiede delle dimostrazioni di salvataggio. Queste manifestazioni si sviluppano talmente che M.C. Marchal decide di regolamentarle e crea delle prove ‘speciale Terranova’ che si tengono a Maidstone e a Portsmouth.
Il programma è molto impegnativo, perché richiede coraggio, intelligenza e potenza da parte del cane, che deve tuffarsi e riportare un oggetto, rimorchiare imbarcazioni e persone, e infine risalire la corrente o la marea in un tempo minimo.
Numerosi grandi allevamenti si fanno notare attraverso i loro esemplari nel corso di questo periodo, e la razza ne approfitta per diffondersi in Svizzera, in Belgio, in Italia, in Olanda, in Germania e in Francia. In quest’ultimo paese bisognerà attendere il 1963 per la nascita di un Club della razza. Il primo concorso di lavoro ebbe luogo nella Somme nel 1977 e il suo programma è stato adottato dalla Società centrale canina nel 1981.
In certe regioni il Terranova è stato incaricato della sorveglianza delle spiagge, anche questo un compito che è in grado di svolgere con solerzia, con l’inconveniente però di affezionarsi a un unico padrone (da cui la difficoltà di cambiarlo, fatto assai frequente nell’amministrazione di luoghi balneari). Anche il prezzo piuttosto elevato non ha consentito un vasto impiego del Terranova in questo senso.
Gli Americani non si sono fatti scoraggiare così facilmente e hanno impiegato il Terranova come cane guida per ciechi e anche come cane per handicappati. Il budget necessario per mantenere un cane così grosso è sicuramente un ostacolo per utilizzazioni di questo tipo, anche se il Terranova vi eccelle. Gli Stati Uniti, la Germania, il Canada nondimeno proseguono nei loro programmi di addestramento in questo senso.
Molto apprezzato anche in Italia, il Terranova rappresenta oggi agli occhi del pubblico la figura di una nutrice bonaria. Ma non si deve dimenticare che è nato da cani duri, il cui lavoro esigeva un temperamento solido ed evidenti qualità.
Nessuno poteva, a proposito del Terranova, concludere con più ammirazione ed eleganza di lord Byron stesso, che fece al suo cane Boatswain il seguente epitaffio: «È colui che possiede la bellezza senza la vanità, la forza senza l’insolenza, il coraggio senza la ferocia, tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi».
3. Comportamento
Alcuni lo credono feroce, altri bonario. Una tale mole, degli occhi così buoni, una pelliccia così abbondante lo fanno persino passare per un semplice coccolone, mentre le sue zampe possenti, la sua testa enorme e le mascelle impressionanti possono far paura.
Allora, il Terranova, cane cattivo o cane di peluche? Terranova, semplicemente.
Quel che occorre sottolineare quando si parla di Terranova, è il suo lato dolce e veramente gentile. Un cane non diventa un salvatore senza un certo amore per l’uomo. Questo gigante nero è dunque un cane buono e socievole.
Con i padroni, per esempio, nessuno è più affettuoso di un Terranova. Questa affettuosità può diventare debordante... in tutti i sensi del termine, perché un colosso di 65 chili che viene a farvi le carezze lo si sente passare! Tuttavia il Terranova non è mai brutale. Come molti grossi cani, sembra cosciente della sua massa e si mostra relativamente rispettoso della casa e delle persone.
Una delle qualità principali del Terranova, è la fedeltà. Molto attaccato a un padrone, avrà molte difficoltà ad accettarne un altro; da qui l’impossibilità di utilizzarlo in lavori che comportino il cambiamento frequente di padrone. Certo, questo tratto del carattere non gli impedisce di lavorare, e anche bene, con altre persone; nell’acqua per esempio, ma a condizione che ‘dopo’ritrovi il suo padrone e la ‘sua’famiglia.
Per la stessa ragione, il Terranova sopporta difficilmente il canile; è preferibile che il Terranova disponga di un giardino, perché far vivere un simile animale in un appartamento non è francamente consigliabile. Tutti i grandi cani dovrebbero disporre di un habitat adatto a loro.
Tuttavia, il Terranova non è un cane iperattivo; richiede meno disponibilità, per esempio, di un Pastore belga, che ha una mole ben minore. I bisogni fisici di un cane dipendono non solamente dalla sua taglia, ma anche dalle sue caratteristiche psichiche. Essendo un molossoide, dunque un cane assai placido, il Terranova non ha bisogno di lanciarsi in corse nei boschi per tante ore al giorno.
Tre uscite igieniche più una buona passeggiata in uno spazio verde ogni giorno sono sufficienti. Il Terranova ama giocare. Così — è il suo lato ‘da riporto’ spesso sconosciuto —, riporta gli oggetti che gli si lanciano e anche, perché no, cerca i suoi padroni nascosti dietro un albero. Ma sicuramente il suo grande piacere è l’acqua.
Bisogna vederlo tuffarsi con gioia nelle acque più fredde. Le vacanze al mare sono per lui una felicità straordinaria. Segue tutti i membri della famiglia, fendendo le onde con il suo petto possente, andando a cercare il pallone. Se ne avete la possibilità, non mancate di condurlo nell’acqua, esso sarà più equilibrato e più felice.
L’equilibrio è anche il suo forte nella vita sociale. Privo di aggressività verso gli estranei, può passeggiare tra la folla senza causare il minimo inconveniente, non si interessa affatto dei passanti. I vostri amici saranno i suoi dopo aver verificato le loro buone intenzioni. Adora i bambini: quelli del vicino potranno accarezzarlo senza timore. Può essere il guardiano della casa?
Enorme, di solito nero, la testa massiccia e le labbra che suggeriscono un’impressionante mascella, è il più dissuasivo dei cerberi, anche se la sua efficacia reale come guardiano è minore della sua capacità d’intimidazione. Ad esempio, trovandosi di fronte a uno sconosciuto desideroso di entrare, si accontenta di un abbaiamento gutturale e tranquillo, che è, del resto più che sufficiente a scoraggiare un intruso malintenzionato.
Insomma, il suo buon carattere non è mai sinonimo di poca propensione alla guardia. Di natura dolce, il Terranova si rivela eccezionale con i bambini. Controlla con cura i loro movimenti per evitare di intervenire in modo brusco. Li guida volentieri quando si cimentano nei primi passi, aggrappati alla sua folta pelliccia, ed è un eccellente compagno per i più grandi, prendendo parte a tutti i loro giochi, fino a esaurimento delle forze da entrambe le parti.
Tuttavia, il Terranova, come ogni molossoide che si rispetti, apprezza anche la siesta, tanto che, con grande delusione dei suoi piccoli compagni di gioco, interrompe talora la sua partecipazione per andare a schiacciare un pisolino sul tappeto più soffice della casa. Gli altri cani non costituiscono alcun problema, dato che non possono rappresentare per lui alcuna minaccia.
Spesso infatti, nonostante le apparenze, sono più aggressivi i cani di piccola taglia poiché, sentendo si sovente minacciati, tendono a difendersi anche prima di ricevere qualsiasi attacco. I gatti e gli altri animali diverranno suoi amici a patto che sia stato abituato in tal senso da giovane e che gli venga proibito fermamente di inseguirli, anche se solo per gioco.
Ciò conduce all’argomento relativo all’educazione. Il Terranova è un buon allievo? Domanda legittima, poiché un animale della sua taglia potrebbe facilmente approfittarne per imporsi ai padroni. Il Terranova non ha questa tendenza, ma, per evitare ogni rischio, è tassativo cominciare a educarlo dalla più giovane età.
Senza entrare nell’argomento concernente l’addestramento, l’apprendimento degli ordini fondamentali (seduto, a cuccia, in piedi, fermo ecc.) risulta molto importante, poiché rende più docile il cane e l’abitua all’obbedienza. Inoltre, essendo il Terranova fondamentalmente un cane da utilità, confinarlo nel ruolo di cane da compagnia significherebbe comprendere molto male la sua natura.
Questo cane si trova a suo agio quando lavora. Certamente, la sua preferenza va al lavoro in acqua. E per questo motivo che un numero crescente di proprietari addestra il proprio cane in questo tipo di esercizi. Altrimenti, lavorerà a terra. Insegnategli a riportare oggetti vari, allo scoperto o nascosti.
Ogni tipo di ginnastica mentale lo aiuterà a mantenersi giovane e vivace per tutta la vita e vi garantirà il suo totale attaccamento. Osservate quanto è felice di tirare i suoi piccoli padroni in un carrettino o di imparare ad andare a prendere un giornale!
È evidente che con un cane di questa taglia si impone una certa fermezza. Per non avere mai conflitti di autorità con un Terranova, bisogna fargli comprendere fin dalla più tenera età che non è lui a comandare.
E questo atteggiamento non è per niente contronatura, anzi è proprio così che si organizzano i cani selvatici, in mute gerarchizzate dove ogni conflitto viene evitato e dove i combattimenti sono estremamente rari.
Siate gentili, ma risoluti con il vostro cucciolo e ponetegli dei divieti (poltrone, letti, richieste insistenti di cibo a tavola, abbaiamenti intempestivi), per indicargli che siete un capo e che può fidarsi di voi. Una volte stabilite queste basi, la coabitazione dovrebbe risultare ideale, poiché il Terranova è un cane docile.
Anche rimproveri (prima o poi inevitabili) saranno accettat molto bene, perché saprà che li ha meritati: naturalmente devono essere giusti, altrimenti perderà quelle preziosa fiducia in voi. Ma tutto ciò non rappresenta un problema, se la sua educazione è ben condotta.
Il Terranova, quindi, è un cane abbastanza facile, tenuto conto della sua taglia. Molto dolce, intelligente pronto a imparare, sarà un meraviglioso compagno per un padrone degno di questo titolo. L’aspetto fondamentale è di considerarlo a pieno diritto come un membro della famiglia: lo merita.
4. Il Terranova, San Bernardo delle acque e razze affini
È per associazione d’idee. Al semplice nome di Terranova, si immagina un grosso cane nero (ma non lo sono tutti) che va in soccorso di una persona che sta per annegare.
Se il cliché si ferma qui, le attitudini del Terranova vanno più lontano. Per andare nello spettacolare, si può citare il record mondiale dei due Terranova che rimorchiarono da soli un battello da 40 tonnellate.
Prestazioni meno spettacolari, ma altrettanto difficili, consistono per esempio nel portare un cavo da riva a un'imbarcazione o tra due battelli, per permetterne il rimorchio.
Se il clima è favorevole, è opportuno mandare nell’acqua non il cane solo, ma la coppia padrone-cane. Il salvatore può così tenere la persona in difficoltà con una presa adeguata, mentre il cane lo rimorchia, il vantaggio è che il salvatore ha una presa più completa sul corpo della vittima e questa non può ostacolare il cane dibattendosi.
Per giungere a un tale risultato deve essere intrapreso l'addestramento fin dalla più giovane età, e anche il padrone deve sottomettersi a un duro tirocinio. Nel corso degli stages organizzati dal club della razza e dalla protezione civile, gli apprendisti salvatori ricevono una duplice formazione.
Dapprima si considera il loro cane, il Terranova, con tutte le sue particolarità fisiche e psicologiche. Poi si iniziano alla navigazione, il bratto (remo di coda) e il remo sono obbligatori; così, in caso d’urgenza, i soccorritori sapranno manovrare un'imbarcazione, che sia funzionante o no. infine, coloro che non sono ancora titolari del brevetto per i mezzi di pronto soccorso, vi sono preparati.
Per i cani, il lavoro comincia con l'addestramento a terra. Sarebbe inutile esercitarsi nell'acqua prima di aver ottenuto l'obbedienza sulla terraferma. I cani devono innanzitutto stare agli ordini, al fine di poter pienamente cooperare al momento degli interventi. Nessun ribelle nei cani da salvataggio!
Una volta ottenuta l’obbedienza, i diversi esercizi sono ripresi nell’acqua, complicandosi a poco a poco: riporto di oggetti galleggianti, tuffo su oggetto in immersione, rimorchio del padrone, di manichini e infine di persone diverse dal padrone.
L'istruzione per il salvataggio è molto complessa e il cane deve obbedire a degli ordini differenziati, quali prendi, per l’oggetto che deve riportare, o al contrario lascia quando non deve farvi attenzione.
Disciplina, coraggio, disponibilità. Tale potrebbe essere la divisa dei Terranova da salvataggio in mare. Altre razze sono state sperimentate per questo lavoro, ma senza successo, il Terranova è proprio il solo San Bernardo delle acque.
Oltre il 'fratello gemello', il Landseer, il Terranova ha numerosi cugini. Poiché questo cane appartiene alla famiglia dei molossoidi, la sua morfologia richiama in modo molto evidente quella dei grandi cani di montagna.
- Cominciamo dal San Bernardo, dato che deve la sua sopravvivenza al Terranova. Nel luglio 1855, poiché nel loro canile era rimasta solo una coppia infeconda, i monaci dell'ospizio del Gran San Bernardo ricorsero all'aiuto di una coppia di Terranova, che svolgevano il servizio di salvataggio in montagna presso un valico dei dintorni.
La femmina di San Bernardo e il Terranova misero al mondo due cucciolate di dieci piccoli, di cui alcuni avevano il pelo lanoso. Compariva così il San Bernardo a pelo lungo, mentre ricompariva quello a pelo corto. Rinvigoriti in seguito con soggetti a pelo corto, i discendenti di questo Terranova conservarono il tipo San Bernardo originale.
Questo cane gode universalmente della fama di salvatore in montagna; il più noto di tutti è Barry, che tra il 1800 e il 1812 salvò più di quaranta persone. Il maschio misura almeno 70 centimetri al garrese, la femmina almeno 65. Il peso si colloca tra 60 e 90 chili.
Il mantello è rosso e bianco, a pelo lungo o corto, secondo la varietà. È un cane amabile e particolarmente dolce con i bambini, molto attaccato ai padroni; nonostante il carattere molto calmo, è un buon guardiano. - Anche il Cane da Montagna dei Pirenei è un parente stretto del Terranova, un cane di grande taglia e di statura imponente. Non per questo è privo di grande eleganza, grazie in particolare all’abbondante pelliccia a dominante bianca.
Lo standard precisa che la sua testa deve assomigliare a quella di un orso bruno. Ha infatti la fronte larga e lo stop ben marcato di quest'ultimo. Le orecchie, benché pendenti, sono piccole e triangolari. Gli occhi sono leggermente obliqui, molto dolci, il naso è nero.
Il maschio misura tra 61 e 81 centimetri al garrese, e la femmina tra 64 e 74 centimetri. Si dice che alla corte del Re Sole fosse noto come il 'signore dalla bianca pelliccia'. Cane di montagna tipico, è docile e affettuoso, ma non sopporta di vivere in appartamento, perché ha bisogno di molto esercizio. - Non antenato, ma discendente, ecco il Leonberger. Questo grande cane tedesco, infatti, sarebbe stato ottenuto attraverso diversi incroci tra San Bernardo, Montagna dei Pirenei e Terranova. Questa teoria, esposta dal suo 'creatore', Heinrich Essig, un abile commerciante, è oggi messa fortemente in discussione dagli specialisti.
Di carattere molto calmo e moderato, il Leonberger richiede tuttavia di essere dominato dai suoi padroni fin dalla più tenera età, altrimenti si corre il rischio che si trasformi da adulto in un tiranno domestico. Dato che il maschio misura talora più di 80 centimetri al garrese, per un peso di 60 chili, è opportuno saperlo tenere bene in pugno!
Questo bel cane dalle linee eleganti non è, contrariamente al Terranova, un molossoide puro, ma un lupo-molossoide. ossia, malgrado una struttura imponente e una grossa testa da cane di montagna, ha il muso più affilato e le andature sciolte dei cani da pastore, che appunto sono lupoidi. - Come il Terranova, può essere impiegato per il salvataggio in mare, il Tibetan Mastiff può far pensare al Terranova, quando si presenta di un nero carbone. Questo cane discende dal mitico Molosso del Tibet, che viene considerato l'antenato di tutti i Doghi e i Mastini conosciuti.
Di questo grande cane, che Marco Polo descrisse come «alto come un asino e potente come un leone nelle fattezze e nella voce», non esiste ormai alcuna traccia, il Tibetan Mastiff non possiede la taglia del suo antico progenitore, ma rimane pur sempre un animale capace di suscitare una notevole impressione: il maschio può misurare infatti più di 80 centimetri al garrese e pesare fino a 100 chili (valori estremi, beninteso).
Questa razza praticamente sconosciuta in Italia; è un cane affettuoso, ma talora imprevedibile.
5. Lo Standard Ufficiale
FCI Standard N° 50 / 06.11.1996 TERRANOVA
ORIGINE: Canada
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 29.10.1996
UTILIZZAZIONE: cane da traino per carichi pesanti, cane da acqua
CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 2 cani di tipo Pinscher e Schnauzer
Molossoidi, Cani da Montagna e
Bovari Svizzeri
Sezione 2.2 Senza prova di lavoro
ASPETTO GENERALE
Il Terranova è un cane massiccio, dal corpo potente, ben muscoloso e ben coordinato nel movimento.
PROPORZIONI IMPORTANTI
• La lunghezza del corpo, dalla punta della spalla alla punta della natica, è superiore alla distanza dal garrese al suolo (altezza al garrese). Il corpo è compatto. La femmina può essere leggermente più lunga e meno massiccia del maschio.
• L’altezza del torace, dal garrese alla parte inferiore della cassa toracica, è leggermente superiore alla distanza fra la parte inferiore della cassa toracica e il suolo.
COMPORTAMENTO – CARATTERE
L’espressione del Terranova riflette bontà e dolcezza. Dignitoso, gioioso e intraprendente, è conosciuto per la sua docilità e la sua calma imperturbabile.
TESTA: massiccia. La testa della femmina ha la stessa conformazione generale di quella del maschio, ma è meno massiccia.
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: largo, leggermente bombato alla sommità: l’osso occipitale è molto sviluppato
Stop: ben visibile ma mai molto marcato.
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: grande, ben pigmentato, dalle narici ben sviluppate. Di color nero nei cani neri e nei cani bianchi e neri. Di colore marrone nei cani marroni.
Muso: decisamente quadrato, alto e moderatamente corto, ricoperto d’un pelo corto e fine, senza rughe. La commessura labiale è evidente, ma non eccessivamente pronunciata.
Labbra: labbra superiori morbide.
Mascelle: chiusura a forbice o a tenaglia
Occhi: relativamente piccoli, ben infossati nelle orbite. Sono ben distanziati e non lasciano vedere la congiuntiva. Sono di colore marrone scuro nei neri e nei bianco e neri. Nei cani marroni si ammettono tonalità più chiare.
Orecchi: relativamente piccoli, triangolari, dalle estremità arrotondate. Sono attaccate ben indietro, sui lati della testa alla quale sono aderenti. Se si tira in avanti l’orecchio del cane adulto, l’orecchio arriva alla commessura interna dell’occhio situata dalla stessa parte.
COLLO: forte, muscoloso, ben inserito nelle spalle, di lunghezza sufficiente per permettere un portamento dignitoso della testa. Il collo non deve presentare un’eccessiva giogaia.
CORPO: lo scheletro è massiccio in tutte le sue parti. Visto di profilo, il tronco è alto e vigoroso.
Linea superiore: diritta; il dorso è fermo dal garrese alla groppa.
Dorso: largo.
Rene: forte e ben muscoloso
Groppa: larga, obliqua, in modo da formare un angolo di 30° circa
Torace: largo e ben disceso. Costole ben cerchiate e ben sviluppate
Linea inferiore: quasi orizzontale. L’addome non è mai retratto
ARTI
ANTERIORI: sono diritti e restano paralleli al passo e al piccolo trotto
Spalle: molto muscolose e ben oblique.
Gomiti: aderenti al corpo
Metacarpi: leggermente inclinati.
Piedi anteriori: grandi, proporzionati al corpo, ben arrotondati, dalle dita chiuse e solide. I piedi sono palmati.
POSTERIORI: perché il cane possa trainare dei carichi, nuotare o ricoprire molto terreno efficacemente, (dato che la spinta dipende largamente dal posteriore), la conformazione del posteriore nel Terranova è di primaria importanza. Bisogna che il bacino sia forte, largo e lungo.
Coscia: larga e muscolosa
Ginocchio: ben angolato, ma non al punto di dare l’impressione che il cane si rannicchi sotto di sé.
Gambe: forti e abbastanza lunghe
Garretti: relativamente corti, ben discesi e ben separati, paralleli fra loro. Non sono né girati in dentro né in fuori.
Piedi posteriori: fermi e chiusi. Gli speroni, se presenti, andrebbero rimossi.
CODA: la coda fa da timone quando il Terranova nuota. Di conseguenza, la coda è forte e larga alla base. In stazione, la coda pende formando, eventualmente, una leggera curva all’estremità. Arriva al garretto o lo sorpassa leggermente. Quando il cane è in azione o eccitato, è portata diritta con una leggera curva verso l’alto. Non è mai arrotolata sul dorso o ricurva in avanti fra le gambe.
MOVIMENTO: il Terranova muove con un buon allungo degli arti anteriori e una forte spinta dai posteriori, dando l’impressione di potenza senza sforzo. Un leggero rollio del dorso è naturale. A mano a mano che la velocità aumenta, il cane ha la tendenza ad avvicinare gli arti ad un piano mediano (“pista unica”), mentre la linea superiore si mantiene orizzontale.
MANTELLO
PELO: doppio, impermeabile. Il pelo di copertura è di media lunghezza e diritto, senza riccioli. È ammessa una leggera ondulazione. Il sottopelo è soffice e fitto, più fitto in inverno che in estate, ma sempre presente in una certa misura sulla groppa e il petto. Sulla testa, il muso e gli orecchi, il pelo è corto e fine. Gli arti anteriori e posteriori hanno frange. La coda è completamente ricoperta di un pelo lungo e fitto ma senza formare bandiera (senza frange pendenti). La toelettatura non è da incoraggiare.
COLORE: nero, bianco e nero, marrone
• Nero : il colore tradizionale è il nero. Il colore deve essere il più possibile uniforme, ma si ammette una leggera sfumatura bronzo. Macchie bianche sul petto, le dita e/o all’estremità della coda sono ammesse.
• Bianco e nero: questa varietà ha un’importanza storica per la razza. Da ricercare le macchie seguenti: testa nera con, preferibilmente, una lista bianca che si estende sul muso, una gualdrappa nera con macchie ugualmente ripartite e una groppa nera e la parte superiore della coda di colore nero. Le altre regioni devono essere bianche e possono portare un minimo di moschettatura.
• Marrone: questo colore va dal cioccolato al bronzo. Le macchie bianche sul petto, le dita e/o all’estremità della coda sono ammesse. I soggetti marroni e i soggetti bianchi e neri saranno presentati nella stessa classe dei neri.
TAGLIA
L’altezza al garrese media è:
Maschi adulti: 71 cm
Femmine adulte: 66 cm
Il peso medio per i maschi è di circa 68 kg e 54 per le femmine. Si ricerca la grande taglia, ma non a scapito dell’armonia delle forme, della qualità generale, e della potenza della costruzione, né del corretto movimento.
DIFETTI: qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato come difetto che sarà penalizzato a seconda della sua gravità
• Aspetto generale: cane alto sugli arti. Mancanza di sostanza. Aspetto linfatico
• Costruzione: ossatura fine
• Carattere: aggressivo, pauroso
• Testa: stretta
• Muso: appuntito o lungo
• Labbro superiore: pronunciato
• Occhi: rotondi, sporgenti, di colore giallo, congiuntiva nettamente visibile
• Linea dorsale: dorso di carpa, molle o insellato
• Coda: corta, lunga, annodata, con l’estremità arrotolata
• Anteriore: regione del metacarpo troppo obliqua, piedi schiacciati, mancini o cagnoli, mancanza di membrana interdigitale.
• Posteriore: ginocchia insufficientemente angolate, garretti vaccini o cagnoli (a botte), piedi rivolti in dentro
• Andatura: passi corti, cane che trascina i piedi, che cammina come un granchio, che stringe, che ondeggia o incrocia l’anteriore, che gira in fuori gli anteriori o li gira nettamente in dentro, che steppa o ambia.
• Pelo: pelo poco fitto. Assenza di sotto-pelo.
DIFETTI ELIMINATORI
• Cattivo carattere
• Enognatismo, prognatismo, mandibola deviata
• Pelo corto e piatto
• Pezzatura di un colore che non sia il bianco su di un cane nero o marrone
• Qualsiasi colore diverso dal nero, o bianco e nero, o marrone.
N.B I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
Note
IL LANDSEER: UNA RASSOMIGLIANZA SORPRENDENTE
Ha la testa, la statura, le qualità del Terranova, tuttavia non è un Terranova! Così si potrebbe descrivere il Landseer.
Si sarebbe potuto aggiungere al novero dei 'cugini', ma la somiglianza quasi perfetta con il Terranova ne fa un fratello 'gemello', in realtà la somiglianza quasi perfetta nuoce al Landseer, di cui si contano rarissimi soggetti in Italia.
Pur vivendo all'ombra del suo illustre cugino, il Landseer è completamente una razza a parte. Se lo si osserva con attenzione si noterà che la differenza non si ferma al mantello. Di fatto, il Landseer ha le membra più lunghe, il pelo è meno fitto, il muso è più imponente, con meno stop, le orecche sono più grandi.
Da dove viene questo cane? Ma da Terranova, anche lui! Niente di strano in questo, quando si sa che esso condivide le sue origini con il "cugino nero". I Terranova neri e bianchi che sbarcarono a Poole, nel sud dell'Inghilterra, vi incontrarono un vivo successo.
È vedendo uno di questi esemplari che il pittore di animali Edwin Landseer decise di verificare le sue capacità grafiche. Avendo compreso che un cane bianco e nero sarebbe stato pittoricamente più spettacolare di un soggetto nero carbone, ne raffigurò uno in un quadro del 1837, che consacrava questo cane pezzato, già popolare.
La moda del Landseer conobbe tuttavia un calo allarmante in seguito ai miglioramenti del Terranova e all'apparizione del san Bernardo a pelo lungo, al quale gli inglesi si interessarono subito.
Sul continente, il Landseer conservava tuttavia dei ferventi appassionati, soprattutto in Germania, Svizzera e Paesi Bassi, ma, dopo la prima guerra mondiale, il numero di Landseer si trovò drammaticamente ridotto, e solo la consanguineità (aiutata forse da un eventuale contributo di San Bernardo?) potè salvare questo cane. Il salvataggio ebbe per conseguenza di far divergere il Landseer dal tipo Terranova. Era nato il 'Landseer continentale’.
Tra le due guerre altre teorie videro luce, come quella dell'eminente professore svizzero Heim, che nella sua opera Der Newfoundlander Hund (1928) affermò che Landseer e Terranova avevano delle origini distinte, il primo sarebbe nato da cani indigeni indiani, mentre il secondo, vero molossoide, discenderebbe dai cani di montagna un tempo importati a Terranova dagli Europei.
Questa teoria rafforzò la volontà degli allevatori europei di creare un "vero" Landseer, diverso dal tradizionale Terranova. È in gran parte grazie a uno di loro, Otto Walterspiegel, che il Landseer ha continuato a esistere e a progredire, per conoscere un nuovo slancio negli anni cinquanta. Fu allora studiato uno standard, e la Federazione cinofila internazionale l'accettò nel 1960, donando cosi al Landseer uno standard della razza.
E attualmente? In Francia, per esempio, essendo la razza poco sviluppata e restando il numero dei soggetti molto limitato, la Commissione zootecnica della società centrale canina ha decretato nel 1981 che Landseer e Terranova sono, «con buona approssimazione, due varietà di una medesima razza».
Parere che non condividono né il Club della razza né gli allevatori, ma con il quale devono fare i conti fino a nuovo ordine. Questo decreto permetterebbe tuttavia eventuali incroci tra le due razze. Ciò non dispiacerebbe agli amatori dei Landseer, essendo il loro numero fortemente esiguo.
Tutto questo in teoria, in pratica, il Landseer dà prova delle medesime qualità del Terranova. I loro comportamenti sono molto simili, compreso quel che riguarda il salvataggio in mare (contrariamente alla credenza che vorrebbe il Landseer, nato da cani di montagna, nemico dell'acqua!). Il Landseer maschio misura da 72 a 80 cm al garrese, circa il 10% in più della femmina.
Tutte e due hanno un mantello setoso e si accontentano dì 600 grammi di carne al giorno, straordinariamente poco per cani della loro taglia, il Landseer guadagna innegabilmente a essere conosciuto. Se non può vivere in un appartamento, sarà in campagna un eccellente compagno e un guardiano incorruttibile.