Le cose più strane che l'evoluzione ha lasciato nel nostro corpo2-800x400

Le cose più strane che l’evoluzione ha lasciato nel nostro corpo

Gli esseri umani moderni percorrono la Terra da circa 200mila anni.

Nel corso del tempo ci siamo adattati a condizioni e ambienti di tutti i tipi; ma alcuni di questi adattamenti sono sopravvissuti più a lungo de! necessario…

Vediamo allora quali sono le cose più strane che l’evoluzione ha lasciato nel nostro corpo.

1. TERZA PALPEBRA E COCCIGE

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  • TERZA PALPEBRA
    All’angolo dell’occhio, accanto al dotto lacrimale, c’è i l residuo di una terza palpebra, noto tecnicamente come “plica semilunare“.
    In molti uccelli e rettili questa membrana traslucida per la “nittitazione” può passare orizzontalmente davanti all'occhio per umidificarlo, dargli un ’ulteriore protezione o rimuovere impurità.
    Negli esseri umani, svolge ruoli secondari; per esempio contribuisce al deflusso delle lacrime.
    È nel concreto quella parte in cui si accumula la sporcizia durante il giorno e nell’uomo svolge, seppur in piccolissima parte, il ruolo di mantenere i corpi esterni fuori dall’occhio.
    Non serve più a nulla, dunque, se non a ricordarci che non siamo nati uomini, ma ciò che siamo oggi è frutto dell’evoluzione.
    Pensate che squali e rettili hanno ancora la membrana nittitante e la utilizzano a pieno regime.
  • COCCIGE
    È l’ultima parte della colonna vertebrale, un osso formato da 4 fino a 6 segmenti fusi tra loro, che addirittura può presentare in alcuni esseri umani la presenza di ulteriori vertebre le quali formano a loro volta una piccola coda.
    Prima di nascere, ognuno di noi ha avuto una coda, anche se per poche settimane.
    Tutti i mammiferi, allo stato di embrione, sviluppano la coda, ma gli esseri umani (salvo pochi casi rarissimi) la perdono di nuovo prima della nascita.
    Il coccige, l'osso in fondo alla spina dorsale, è tutto ciò che rimane della coda.
    Esso rappresenta la prova schiacciante della teoria evoluzionistica di Darwin.

2. DENTI DEL GIUDIZIO E ORGANO DI JACOBSON

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  • DENTI DEL GIUDIZIO
    La maggior parte delle persone si rende conto dell'esistenza dei denti del giudizio solo per via dei dolori attorno ai vent'anni.
    Questi molari aggiuntivi venivano probabilmente usati dai nostri antenati, dotati di mascelle più grandi, per sminuzzare materiali vegetali crudi.
    Tutto risiede nelle “attuali” dimensioni della nostra bocca, troppo piccola per fare spazio anche a ben quattro molari.
    Una volta, quando i primi uomini consumavano prevalentemente cibi non cotti e difficili da masticare, essi presentavano una mandibola molto più grande della nostra: e quattro denti in più erano parecchio utili per nutrirsi!
    Adesso questi denti sono essenzialmente inutili e la loro rimozione è una delle operazioni chirurgiche più comuni.
  • ORGANO DI JACOBSON
    Detto anche organo vomeronasale, è un importante sensore olfattivo per molti animali, dagli elefanti alle salamandre.
    Alcuni studi suggeriscono che gli esseri umani ne abbiano un vestigio in fondo al naso,ma dato che non ci sono nervi che lo collegano al cervello, è improbabile che svolga un ruolo nel nostro senso dell'olfatto.
    Sostanzialmente servirebbe per captare i feromoni di potenziali partner durante il periodo dell’accoppiamento.
    La prima osservazione dell'organo vomeronasale risale al 1703, grazie a un medico militare che lo notò in un soldato con una ferita al volto.
    Nel 1811 L. Jacobson, un medico danese, pubblicò uno studio sull'argomento, frutto di osservazioni sugli animali, dove compare per la prima volta il nome "organo vomeronasale".
    Tra Otto e Novecento sono stati pubblicati diversi studi riguardanti la presenza di quest'organo negli animali, rilevata però sporadicamente anche nell'uomo.

3. TUBERCOLO DI DARWIN E MUSCOLO PALMARE LUNGO

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  • TUBERCOLO DI DARWIN
    Circa un quarto della popolazione ha una piccola sporgenza all'estremità superiore dell’orecchio, detta “tubercolo di Darwin” perché lo scienziato inglese la descrisse in "L'origine dell'uomo".
    La posizione della sporgenza corrisponde a quella di punte più evidenti nell’orecchio di molti dei nostri cugini primati, dando un’altra conferma delle nostre comuni origini: residuo dell’articolazione grazie alla quale gli animali possono muovere e orientare i padiglioni auricolari)
    L'ispessimento del tubercolo di Darwin può essere o verso l'esterno o verso l'interno. Il carattere dominante manifesta questa caratteristica; il carattere recessivo non la manifesta.
    Può darsi che anche questo fosse utile per i nostri avi primitivi, ma ora non più, tanto che anche questo si sta “atrofizzando” ed è destinato a scomparire.
  • MUSCOLO PALMARE LUNGO
    Circa l’85 per cento delle persone ha un palmare lungo, un muscolo vestigiale che va dal gomito alla base della mano. In alcuni primati questo muscolo aiuta ad arrampicarsi, mentre nei felini e in altri predatori ritrae gli artigli.
    Per verificare se lo avete, piegate in dentro il polso e toccate il mignolo col pollice: se c’è, sporgerà.
    Se non avviene sei tra il 10-15 per cento degli esseri umani sulla Terra che sono nati senza questa caratteristica prominente in uno o entrambi i bracci.
    Il suo scopo è quello di prevenire il distacco o la rimozione della pelle del palmo in seguito a forze di taglio orizzontali, ancorandone i tessuti, contribuendo in aggiunta a ridurre la tensione sui principali muscoli flessori della mano e agendo come una struttura secondaria di supporto.

4. PELLE D'OCA E RIFLESSO DI PRENSIONE PALMARE

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  • PELLE D'OCA
    La “pelle d'oca” appare quando abbiamo paura o sentiamo freddo, grazie a piccolissimi muscoli che si chiamano piloerettori e che circondano i follicoli piliferi, all’interno della pelle: quando questi muscoli si contraggono, i peli si erigono.
    Il muscolo erettore del pelo è qualcosa di cui potremmo fare a meno.
    Chi ha visto un gatto arruffare il pelo dopo un grosso spavento o di fronte a ciò che considera una minaccia alla sua sopravvivenza, ha già intuito a cosa può servire drizzare il pelo: l’animale sembra più grosso e pericoloso, lanciando un chiaro segnale di dissuasione a chiunque abbia intenzione di attaccarlo.
    Negli esseri umani questo meccanismo ha poco effetto, ma poteva far sembrare più grandi i nostri antenati quando venivano minacciati e, con il freddo, poteva fornire un miglior isolamento catturando uno strato di aria vicino alla pelle.
    Poiché nel frattempo il nostro cervello si è evoluto, possiamo sperimentare la pelle d’oca anche in condizioni di piacere, guadando un panorama mozzafiato, una scena di un film particolarmente grandiosa, ascoltando una musica emozionante o con una piacevole carezza del partner.
  • RIFLESSO DI PRENSIONE PALMARE
    Mettiamo un oggetto in mano a un bebé di meno di cinque mesi, e lo stringerà automaticamente tra le dita con una presa sorprendentemente forte.
    Questa reazione, detta riflesso di prensione palmare, è un residuo di un’epoca più pelosa, quando i neonati dei nostri predecessori si attaccavano alle madri afferrandosi alla pelliccia.
    È un riflesso arcaico di cui il neonato dispone per interagire con un mondo per lui nuovo e per cercare protezione.
    Il riflesso di prensione palmare è uno dei tre riflessi prensili e consiste in una reazione di presa a pugno del bambino dopo una stimolazione sul palmo della mano, ad esempio con il dito.
    Tale reazione tende a scomparire dal 2° mese ma può persistere fino ad un anno.





5. MUSCOLO PLANTARE E MUSCOLI AURICOLARI

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  • MUSCOLO PLANTARE
    Il plantare è un piccolo muscolo che negli esseri umani svolge un ruolo così secondario che circa il 10 per cento dell'Umanità non lo possiede.
    Situato dietro al ginocchio, questo muscolo è collegato alla caviglia da un lungo tendine che, nei nostri parenti primati più agili, può servire ad afferrare un ramo o a raccogliere un oggetto con il piede.
  • MUSCOLI AURICOLARI
    Riuscite a muovere le orecchie? Se la risposta è sì, avete un’abilità che l’85% delle persone comuni non ha.
    Se avete visto qualcuno che muove le orecchie, avete assistito all'uso di un insieme di muscoli vestigiali detti muscoli auricolari.
    Felini, canidi e molti altri mammiferi usano questi muscoli per muovere le orecchie e dirigere l'udito. I nostri antenati hanno perso quasi del tutto questa abilità e i muscoli al massimo servono per divertire gli amici.
    A parte potersi vantare di tale abilità con gli amici ad un tavolo del bar mentre si rutta e si vede una partita di calcio, muovere le orecchie non serve a niente di speciale.
    Ma se è così, come mai riusciamo a muoverle? Un tempo muovere le orecchie era molto utile per i nostri antenati: gli ominidi usavano questa abilità per controllare e segnalare la provenienza dei suoni, necessità che hanno perso quando hanno iniziato a vivere in gruppo.








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