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Il leopardo delle nevi

Rarissimo e schivo, il leopardo delle nevi vive nei freddi habitat montani delle regioni più remote, ad alta e altissima quota.

Individuarlo è difficilissimo e il suo comportamento è ancora avvolto dal mistero.

È un animale solitario e passa gran parte del tempo perlustrando il territorio. Durante il giorno si aggira tra i monti in cerca di cibo.

Nell’aspro territorio montano d’alta quota le prede sono scarse. Ogni leopardo quindi occupa e perlustra un territorio che si estende su centinaia di chilometri quadrati. E’ attivo soprattutto all’alba e al tramonto ed esce spesso a perlustrare il territorio.

Il leopardo d’alta quota è un abilissimo cacciatore e un agile scalatore. L’effetto mimetico della folta pelliccia, grigio-beige con macchie e rosette brune, è perfetto. Tra i dirupi rocciosi del suo habitat è letteralmente invisibile.

Il leopardo delle nevi conduce una vita solitaria ed è un animale territoriale. Per evitare incontri indesiderati lascia spesso tracce olfattive che delimitano il suo vasto territorio e marca le vie di transito più battute che lo attraversano per “intimare” agli altri felini di passaggio di tenersi alla larga.

Vive a grandi altitudini, dove l’aria è rarefatta e le temperature sono inferiori allo zero per gran parte dell’anno. Speciali adattamenti e la folta pelliccia gli consentono di resistere al gelo delle alte quote.

La conformazione dello scheletro gli consente di muoversi con estrema agilità su terreni accidentati e pendenze estreme. Il leopardo delle nevi vive sui dirupi e per catturare le prede deve arrampicarsi su terreni impervi.

Il manto gli consente di mimetizzarsi perfettamente con l’ambiente e di avvicinarsi di soppiatto alle prede senza che queste si accorgano della sua presenza. Sfrutta la conformazione del terreno a proprio vantaggio per balzare dall’alto sulle ignare prede.

Si calcola che in natura ne rimangano solo 4000 esemplari e la popolazione è in declino. Ma scopriamo insieme questo meraviglio, rarissimo e schivo felino: il leopardo delle nevi!

1. Impara le tecniche di sopravvivenza dalla madre

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I cuccioli restano con la madre fino a due anni per imparare tutto quel che serve per sopravvivere ad alta quota.

Il leopardo delle nevi è un animale solitario e per gran parte dell’anno i maschi e le femmine della specie si evitano.

Ma verso la fine dell’inverno le femmine vanno in calore e cambiano atteggiamento. Per attirare potenziali partner, lasciano marcature olfattive un po’ ovunque, molte più del solito.

Salgono su alture e dirupi e per ore lanciano acuti richiami che riecheggiano per chilometri tra i picchi circostanti e lungo le vallate.

È il segnale con cui comunicano ai maschi che sono pronte ad accoppiarsi e questi rispondono al richiamo mettendosi in marcia per localizzarle seguendo le loro tracce odorose e sonore.

Esistono solo pochissime riprese di un accoppiamento tra leopardi delle nevi in natura, ma pare che il corteggiamento sia non aggressivo e breve. Il maschio si avvicina lentamente alla femmina che solleva la coda per segnalare la sua disponibilità ad accettare il partner.

La gestazione dura 90-110 giorni e i cuccioli vengono al mondo tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, un periodo propizio per accumulare sufficienti scorte di grasso con cui affrontare il rigido inverno. Appena nati i cuccioli sono vulnerabili.

Per proteggerli mamma leopardo si ritira, per partorire, in una tana tra le rocce che riveste con il proprio pelo. In cattività le cucciolate possono essere numerose, ma in natura in genere contano 2 o 3 cuccioli, un numero sostenibile dalla femmina per garantire la sopravvivenza dei piccoli fino allo svezzamento.

I cuccioli restano con la madre fino a due anni e pare che, in natura, non lascino il nido fino a che la madre non è di nuovo pronta ad accoppiarsi, o ha partorito la cucciolata seguente. Nei primi mesi di vita i piccoli leopardi restano al sicuro nella tana, mentre mamma leopardo esce di tanto in tanto in cerca di cibo.

Quando sono abbastanza forti per avventurarsi fuori dalla tana, seguono la madre tenendosi a una certa distanza ed esercitandosi nelle tecniche che consentiranno loro di sopravvivere da adulti.

A un anno sono già cacciatori provetti, ma non sono ancora pronti a condurre una vita indipendente e ad avventurarsi da soli nel mondo. Quando lo diventano, si allontanano di molto dal territorio natio e si disperdono su una vasta area in cerca di nuovi terreni di caccia inesplorati dove stabiliscono il proprio territorio.

Se una volta adulti restassero nel territorio della madre, entrerebbero in competizione per il cibo e faticherebbero a trovare risorse sufficienti per tutti. I giovani leopardi in dispersione a volte attaccano i capi di bestiame, soprattutto in inverno, quando le prede scarseggiano.

Per procurarsi un pasto, si avvicinano agli insediamenti umani, dove i pastori tengono le pecore rinchiuse in recinti o ripari con mura basse e accessibili.

 

2. Nella tana e le prime settimane di vita

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  • Nella tana
    I cuccioli vengono al mondo in una tana nascosta tra le rocce e vi restano per 2-4 mesi.
    Mamma leopardo non costruisce la tana, il terreno è troppo duro per poter scavare.
    Cerca piuttosto un anfratto o una fessura tra le rocce sui fianchi della montagna. Ad alta quota in primavera fa ancora freddo e il terreno è coperto di neve.
    E’ vitale trovare un riparo sicuro e lontano da occhi indiscreti dove tenere i cuccioli al caldo.
    Nelle aree in cui i felini si sentono minacciati, per esempio nei pressi di insediamenti umani, le tane sono molto più difficili da individuare e più inaccessibili.
    Ogni cucciolata può contare da 1 a 4 piccoli. Ma se sono più di due, per la femmina è più difficile riuscire a procurare cibo a sufficienza per tutti via via che crescono.
  • Le prime settimane di vita
    I cuccioli vengono al mondo verso la fine della primavera, quando le temperature sono meno rigide e il cibo abbondante. Alla nascita sono inermi e hanno gli occhi chiusi (li aprono dopo 7 giorni), ma sono già coperti da una folta pelliccia maculata.
    Con il passare dei mesi, le macchie scure si trasformano nelle tipiche rosette del manto degli adulti. La madre allatta i cuccioli per fornire loro preziosi grassi e nutrienti aggiuntivi, oltre a quelli ricavati dalla carne.
    Quando la femmina esce per cacciare, i cuccioli di pochi mesi restano nascosti nella tana al riparo dai predatori.
    I piccoli crescono velocemente, in media mettono su 48 grammi al giorno e nel giro di 2 mesi sono già in grado di ingerire cibo solido. A 3 mesi iniziano ad avventurarsi fuori dalla tana, seguendo la madre nelle sue battute di caccia.
    Crescendo i cuccioli si fanno più coraggiosi e si avventurano fuori dalla tana seguendo la madre. Osservandola, imparano a cacciare e a perlustrare il territorio in cerca di cibo.
    Si tengono a una cerca distanza e la osservano con attenzione per apprendere le tecniche che consentiranno loro di sopravvivere, da adulti, nel duro ambiente montano e di prepararsi ad affrontare il rigido inverno.
    I leopardi delle nevi sono animali solitari, ma mamma e cuccioli sono inseparabili e restano uniti per due anni, fino a che i giovani leopardi non sono pronti a lasciare il nido. La femmina cresce la propria prole da sola.
    Quando i cuccioli hanno pochi mesi li lascia nella tana mentre va in cerca di cibo, ma quando sono più grandicelli, li porta con sé nelle sue esplorazioni e battute di caccia.
    Per nutrire i cuccioli la femmina porta nella tana carcasse di animali. Le mascelle dei piccoli sono ancora deboli e mamma leopardo li aiuta lacerando la pelle della preda per consentire ai cuccioli di affondare i dentini nella carne.
    I piccoli leopardi sono totalmente dipendenti dalla madre. Le restano vicino per scaldarsi e nutrirsi.

 

3. Conflitti per il territorio

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Il leopardo delle nevi vive in aree nascoste e remote sulle catene montuose dell’Asia centrale.

L’elevata pendenza dei versanti, le temperature proibitive e la bassa concentrazione di ossigeno ad alta quota rendono estremamente difficoltoso lo studio di questo stupendo felino in natura.

Ma moderni sistemi di osservazione come i radiocollari e le trappole fotografiche hanno consentito ai ricercatori di acquisire, di recente, maggiori informazioni sulle abitudini e sul suo comportamento.

Il leopardo delle nevi è un animale solitario e nomade. Durante il giorno si aggira tra i monti in cerca di cibo. Nell’aspro territorio montano d’alta quota le prede sono scarse.

Ogni leopardo quindi occupa e perlustra un territorio che si estende su centinaia di chilometri quadrati. E’ attivo soprattutto all’alba e al tramonto ed esce spesso a perlustrare il territorio.

La scarsità di risorse può costringere i singoli leopardi a spingersi nelle aree di caccia già occupate da altri e a volte i territori si sovrappongono.

Gli scontri tra “intrusi” possono avere conseguenze letali e per tenersi a distanza gli uni dagli altri i felini marcano il territorio e i percorsi che lo attraversano con tracce olfattive; in questo modo segnalano la propria presenza e intimano agli altri di stare alla larga.

Il leopardo d’alta quota è un abilissimo cacciatore e un agile scalatore. L’effetto mimetico della folta pelliccia, grigio-beige con macchie e rosette brune, è perfetto. Tra i dirupi rocciosi del suo habitat è letteralmente invisibile.

Sfrutta le ripide pendenze e il terreno accidentato a proprio vantaggio per assalire le prede dall’alto. Nascosto tra i dirupi, si avvicina di soppiatto alla preda e le si avventa sopra con un gran balzo, sfruttando l’accelerazione data dalla gravità.

Sulle ripide pendenze le vie di fuga non sono molte e se la preda è vicina l’inseguimento è breve. Bilanciandosi abilmente con la lunga coda, il leopardo la rincorre solo per poche centinaia di metri prima di afferrarla.

Caccia soprattutto ungulati di medie dimensioni come stambecchi, bharal e markhor (capre selvatiche) o argali (pecore selvatiche), ma anche grandi ruminanti come cammelli e yak, o piccole prede come marmotte, lepri e chukar (pernici asiatiche).

Se la preda è di medie dimensioni, il leopardo può sopravvivere anche 2 settimane senza bisogno di cacciare altro. Ma non mangia solo carne. Consuma anche grandi quantità di piante e vegetali, in particolare varie specie di Myricaria.

 

4. Areale, habitat e la lotta con l’uomo

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  • Areale e habitat
    Il leopardo delle nevi vive sui rilievi montuosi dell’Asia centrale, a cavallo tra 12 diversi paesi, tra cui Cina, India, Russia, Pakistan, Afghanistan, Mongolia e Nepal.
    Il suo areale, che si estende per circa 2 milioni di chilometri quadrati su terreni aspri, impervi e molto scoscesi, è frammentato, per cui gran parte delle popolazioni vivono in sacche isolate, sparse per i monti.
    Il 50% circa degli esemplari occupa il settore cinese dell’areale, dove si trova una parte preponderante del suo habitat. Il felino dei monti vive in alta quota, al di sopra di 1800 metri di altitudine, soprattutto sul versante nord delle catene montuose.
    Ha abitudini nomadi e la sua “distribuzione” varia nel corso dell’anno a seconda della reperibilità delle prede.
    Stagionalmente segue la migrazione di capre e pecore selvatiche che in estate salgono in quota e in inverno scendono a valle in cerca di cibo e di un riparo dal gelo.
    Ed è nei mesi invernali che leopardo delle nevi entra in contatto con l’uomo. Ad alta quota le condizioni ambientali in inverno sono proibitive e le prede naturali quasi irreperibili.
    Il resistente felino è costretto a cercare altre risorse, che trova nei capi di bestiame scarsamente accuditi.
    Le perdite accusate dai pastori possono mettere in difficoltà la loro economia di sussistenza. Si calcola che d’inverno, in alcune zone, il 58% del cibo dei leopardi delle nevi sia costituito da animali da allevamento.
    Per alcune famiglie la perdita anche di pochi capi può avere effetti devastanti e le comunità locali rispondono alla minaccia abbattendo i predatori.
    Si calcola che in natura ne rimangano solo 4000 esemplari e la popolazione è in declino.
    In tutto il suo areale è una specie protetta e dal 1975 la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione ha bandito il commercio della sua pelliccia, che tuttavia continua a essere smerciata sul mercato nero a prezzi esorbitanti.
    La medicina tradizionale cinese ha preso a usare le sue ossa al posto di quelle di tigre e il bracconaggio è un’ulteriore grave minaccia per la specie.
    Tutelare questo bellissimo felino è importante anche per preservare l’equilibrio del suo ecosistema, di cui è una componente essenziale. Non ha predatori naturali e la sua presenza sui monti condiziona l’esistenza degli altri carnivori che popolano l’area.
    Entrando in competizione per il cibo i predatori contribuiscono a preservare l’equilibrio naturale della catena alimentare. La caccia praticata dal leopardo delle nevi contribuisce a tenere sotto controllo la proliferazione degli ungulati selvatici, favorendo lo sviluppo della vegetazione spontanea.
    Se i leopardi delle nevi dovessero estinguersi, l’intero ecosistema ne risentirebbe.
  • La lotta con l’uomo
    Il leopardo delle nevi vive in un ambiente duro e impervio; cercare di seguirne le tracce sui dirupi è un’ardua impresa.
    Difficile quindi osservarlo nel suo habitat naturale, ma grazie alle nuove tecnologie si sono fatti passi da gigante negli ultimi 15 anni.
    Radio-collari collegati a sistemi GPS consentono di seguirne i movimenti e le trappole fotogra che insieme alla fotografia a infrarossi hanno permesso di fotografarlo.
    Per quanto sia difficilissimo riuscire ad avvistarlo, il leopardo delle nevi è spesso vittima dell’uomo. I bracconieri usano speciali trappole con esche accattivanti per catturarlo e venderne la pelliccia e le ossa al mercato nero.
    In alcune regioni, pastori e allevatori abbattono i leopardi delle nevi che osano avvicinarsi al loro bestiame.
    I programmi di conservazione mirano a coinvolgere le popolazioni locali anche mediante l’introduzione di incentivi per la tutela della specie.
    In India è stato avviato un programma di promozione del turismo che consente agli allevatori di integrare le proprie entrate affittando parte delle proprie abitazioni in cambio dell’impegno a proteggere i leopardi delle nevi che vivono nella regione.
    Queste entrate vanno a coprire la perdita dei capi di bestiame predati dai leopardi e favoriscono la convivenza.

 





5. Minacce ambientali, vicini di habitat e parenti stretti

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  • Minacce ambientali
    È una specie in pericolo e la minaccia, come sempre, viene dall’uomo
    - Bracconaggio
    La pelliccia è bellissima e anche se il suo commercio è vietato dal 1975, sul mercato nero viene pagata a peso d’oro. Come le sue ossa, usate dalla medicina tradizionale cinese.
    - Attività minerarie
    Le miniere a cielo aperto sono una seria minaccia per la specie. A causa delle ferite inferte alla montagna e della desolazione del paesaggio creato dalle miniere, l’habitat non è più adatto né per il leopardo, né per le sue prede.
    - Rappresaglie
    Le comunità che condividono il territorio dei leopardi delle nevi vivono di pastorizia e se un felino attacca il bestiame spesso rispondono abbattendo i predatori.
    - Cambiamenti climatici
    L’aumento delle temperature sta modificando anche l’assetto delle catene himalayane. Il limite della vegetazione si sta alzando e le foreste stanno invadendo il roccioso habitat del leopardo, erodendolo progressivamente.
  • Vicini di habitat
    Solo pochi animali riescono a vivere nell’aspro territorio del leopardo delle nevi. Eccone alcuni:
    - Marmotta dell’Himalaya
    Il simpatico roditore vive sui monti dell’Himalaya e nel Tibet a 3500-5200 metri di altitudine. Scava complesse tane nel terreno e vive in colone ben organizzate. Una “sentinella” sta di guardia fuori dalla tana e se avvista un predatore lancia un sonoro fischio di avvertimento.
    - Bharal
    È una specie di capra selvatica che vive sugli impervi rilievi montani dell’Asia centrale. Ha una corporatura robusta, con zampe forti e relativamente corte. È la preda prediletta del leopardo delle nevi.
    - Lupo tibetano
    È un formidabile predatore e la competizione con il leopardo delle nevi è inevitabile. Cacciano le stesse prede e il lupo non disdegna di appropriarsi del bottino altrui; si arrischia perfino a rubare le prede catturate dal leopardo.
    - Leopardo indiano
    Sull’Himalaya il suo habitat confina con quello del leopardo delle nevi e a tratti i due territori si compenetrano. Ha occhi grigio-ocra e un manto più chiaro di quello del leopardo africano, con sfumature tendenti al grigio.
  • Parenti stretti
    - Leopardo
    A dispetto del nome, non condivide la stessa specie. Il leopardo e il leopardo delle nevi appartengono al genere Panthera, che comprende gli altri tre grandi felini (leoni, tigri e giaguari), senza essere strettamente imparentati.
    - Leone
    I leopardi sono geneticamente più vicini ai leoni che ai leopardi delle nevi, e come i leoni vivono in Africa. Condividono con il giaguaro un antenato comune vissuto 3 milioni di anni fa, da cui si sono staccati seguendo linee evolutive diverse.
    - Tigre
    Pare che il parente più stretto del leopardo delle nevi sia la tigre. Nonostante il diverso aspetto, a livello molecolare i due felini mostrano tratti che rivelerebbero l’esistenza di un antenato comune vissuto 2,8 milioni di anni fa.

 








Note

Il ciclo vitale del leopardo delle nevi

  • 0-2 MESI
    - Alla nascita i cuccioli sono ciechi e dipendono totalmente dalla madre. Aprono gli occhi dopo 7 giorni.
    - Cibo solido 2 mesi. A 2 mesi i cuccioli iniziano a mangiare carne, le prede che la madre porta nella tana.
  • 3 MESI–2 ANNI
    - Lezioni di caccia 3-18 mesi. 3 mesi i piccoli leopardi iniziano ad avventurarsi fuori dalla tana. Seguono la madre tenendosi a distanza, imparano a cacciare osservandola.
    - Indipendenza 22 mesi. I giovani leopardi restano con la madre per due anni, fino a che sono in grado di badare a se stessi.
  • DOPO I 2 ANNI
    - Maturità sessuale (femmine) 2-3 anni. Le femmine raggiungono la maturità sessuale prima dei maschi e sono in grado di riprodursi appena diventano indipendenti.
    - Maturità sessuale (maschi) 4 anni. Intorno al quarto anno di età i maschi sono grandi, forti e pienamente maturi, e si mettono alla ricerca di una compagna.
    - Controllo del territorio 3+ anni. È un animale solitario e da adulto passa gran parte del tempo a perlustrare il territorio, marcandolo ripetutamente per tenere alla larga gli intrusi.
    - Accoppiamento e riproduzione 3+ anni. La femmina si riproduce ogni 2 anni. La gestazione dura 90-110 giorni e ogni cucciolata conta da 1 a 4 piccoli.
    - Vecchiaia 10+ anni. In cattività un leopardo delle nevi può vivere no a 22 anni, ma in natura, esposto alle condizioni estreme del suo habitat, i segni di vecchiaia iniziano a 10 anni.
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