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Libri da leggere assolutamente – L’ appuntamento mensile con i libri (Giugno 2018)

Per questo mese di Giugno 2018 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.

Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.

“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)

 

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1. "Pastorale americana" di Philip Roth

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Un libro che demolisce ogni stereotipo sulla grandezza dell’America e getta una luce sinistra sui suoi valori fondanti. La guerra, la famiglia, il fanatismo, la crisi, sono raccontati da Philip Roth con profondo acume. Un libro che è stato definito da tutti “Il grande romanzo americano”. E lo è.

Seymour Levov è un ricco americano di successo: al liceo lo chiamano "lo Svedese". Ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e gioie familiari. Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam non coinvolgono anche lui e l'adorata figlia Merry, decisa a portare la guerra in casa, letteralmente.
Un libro sull'amore e sull'odio per l'America, sul desiderio di appartenere a un sogno di pace, prosperità e ordine, sul rifiuto dell'ipocrisia e della falsità celate in quello stesso sogno.

Philip Roth è uno scrittore entrato ormai "nella leggenda", i cui romanzi hanno in qualche modo influenzato più di una generazione e fatto scoprire una certa mentalità americana a chi, specialmente negli anni Settanta, sognava gli Stati Uniti, mitizzando una società che poi così ideale non era e non sarebbe mai stata.
Il fatto che appartenga a quella fascia di popolazione americana di origine ebraica non è marginale, è infatti un fattore tutt'altro che secondario nelle sue opere.
Anche in Pastorale americana i protagonisti sono ebrei e vivono in un quartiere popolato prevalentemente da ebrei. È l'affresco di un ambiente borghese, metropolitano.
Quel mondo che abbiamo imparato a conoscere negli anni: con ironia, grazie ai film di Woody Allen, a Lenny; con drammaticità con altri come l'Uomo del banco dei pegni, e così via.

Pervade l'opera quella difficoltà che caratterizza ormai i rapporti tra le persone, se si esclude una forma di relazione formale e menzoniera in cui tutto è narrato come si vorrebbe che fosse, oppure è taciuto.
Ma il romanzo è anche lo spaccato di un momento storico che toccò tutta la società americana, coinvolgendo ogni strato sociale e ogni gruppo etnico: gli anni che impegnarono lo Stato nella guerra in Vietnam.
Queste le componenti che incidono maggiormente sulla vita del protagonista, Seymour Levov, di origine ebraica, ma detto lo Svedese per il suo aspetto fisico.
E "ordigno dirompente" nella sua vita sarà la figlia Merry che, proprio negli anni del Vietnam, diventerà militante e terrorista, sbalzando fuori lo Svedese dalla "tanto desiderata pastorale americana" e catapultandolo "nel furore, nella violenza e nella disperazione della contropastorale: nell'innata rabbia cieca dell'America".
Tutta la storia è narrata dal tradizionale alter ego dell'autore, Nathan Zuckerman, attraverso una analisi complessa dei fatti e dei comportamenti che devia il romanzo verso una sorta di psicoanalisi della società americana contemporanea.

Roth è un uomo complicato, che afferma di scrivere con difficoltà, con fatica. "Adesso vivo completamente isolato nel Connecticut" racconta in un'intervista a Fiamma Arditi per La Stampa "Ogni tre settimane vengo qui a New York per vedere delle facce.
D'altra parte il mio lavoro richiede isolamento. Non c'è dubbio che mi manca qualcosa. Ma se ti concedi alla tua vocazione, inevitabilmente devi fare delle rinunce." Rinunce che "fruttano" un capolavoro ogni due anni circa.

Philip Roth (Newark 1933 - Manhattan 2018) è stato uno scrittore statunitense. Figlio di ebrei piccolo-borghesi rigorosamente osservanti, ha fatto oggetto della sua narrativa la condizione ebraica, proiettata nel contesto urbano dell’America dell’opulenza.
I suoi personaggi appaiono vanamente tesi a liberarsi delle memorie etniche e familiari per immergersi nell’oblio dell’attualità americana: di qui la violenta carica comica, ironica o grottesca, che investe anche le loro angosce.
Dopo un primo, felice romanzo breve, Addio, Columbus (1959), e i meno incisivi Lasciarsi andare (1962) e Quando Lucy era buona (1967), Roth ha ottenuto la celebrità con Lamento di Portnoy (1969).
Dopo Il grande romanzo americano (1973, riedito in Italia da Einaudi nel 2014), attacco al mito del baseball, in Professore di desiderio (1978) e Lo scrittore fantasma (1979) Roth è tornato al tema dell’erotismo.
Con Pastorale americana (1997, con cui vince il Premio Pulitzer), Ho sposato un comunista (1998) e Il complotto contro l’America (2004), romanzi che hanno suscitato accesi dibattiti, Roth passa dall’allegoria alla cronaca letteraria della storia nazionale.
L’animale morente (2001) – in cui torna Kepesh, protagonista di Professore di desiderio –, La macchia umana (2000, trasposto in film da Benton nel 2003) e Everyman (2007) sono riflessioni più intimiste che, attraverso l’osservazione del corpo e del suo implacabile deterioramento, svolgono la metafora dell’ineluttibilità del destino e dello scorrere rapido del tempo.
Tra i suoi ultimi libri: Il fantasma esce di scena (2007), Indignazione (2008), L'umiliazione (2009), La controvita (2010), Nemesi (2011), La mia vita di uomo (1974; nuova traduzione Einaudi 2011).
Lo stesso Einaudi (il suo editore di riferimento italiano) ha pubblicato anche I fatti. Autobiografia di un romanziere (2013).
Philip Roth è stato tra i favoriti per l'assegnazione del Nobel per la Letteratura.

2. "I figli di Dio" di Glenn Cooper

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Tre vergini. Tre miracoli. Una minaccia

«Uno degli scrittori più amati dai lettori italiani.» - la Repubblica

Manila, Filippine. Nausea, mal di testa, uno svenimento: per sapere di cosa si tratti, Maria, una sedicenne che vive in una baraccopoli, affronta la lunga attesa per essere visitata da un medico volontario. La diagnosi è semplice: Maria è incinta.
Ma le circostanze di quella gravidanza sono eccezionali… Maria infatti è ancora vergine.
Gort, Irlanda. Da alcuni giorni, fuori della casa della famiglia Riordan, c'è una fila di persone raccolte in preghiera. Vogliono un’unica cosa: vedere e toccare la giovane Mary, una sedicenne in attesa di un bambino. E vergine.
Lima, Perù. L’arcivescovo della diocesi sudamericana manda un messaggio urgente al Vaticano: uno sperduto villaggio di montagna sta diventando meta di pellegrinaggi, perché si è sparsa la voce che lì viva una sedicenne, vergine, incinta. Il suo nome è María.

Sconcertato, il papa decide di affidare a Cal Donovan il compito d’incontrare le tre vergini per capire se quello che è successo sia un miracolo autentico. E Cal si mette subito in viaggio. Prima parla con la ragazza filippina, poi con quella irlandese. Entrambe sono disorientate e confuse.
E hanno un altro punto in comune: qualche tempo prima, mentre tornavano a casa, tutte e due sono state accecate da una luce abbagliante e hanno sentito una voce dire: «Sei stata scelta». Poi Cal vola in Perù, ma non riuscirà a incontrare l’ultima Maria: la ragazza è scomparsa. E, nel giro di poche ore, anche delle altre due vergini si perdono le tracce.
Cosa sta succedendo? Chi ha preso le tre ragazze? Mentre il mondo s’interroga sulla loro sorte, Cal intuisce che forze oscure, fuori e dentro il Vaticano, hanno messo in moto un piano per destabilizzare dalle fondamenta il papato di Celestino VI.
E lui è l’unico che può sventare la più grande minaccia che incombe sulla Chiesa di Roma dai tempi della riforma protestante…

Glenn Cooper è uno straordinario caso di self-made man. Dopo essersi laureato con il massimo dei voti in Archeologia a Harvard, ha scelto di conseguire un dottorato in Medicina. Oggi è presidente e amministratore delegato della più importante industria di biotecnologie del Massachusetts ma, a dimostrazione della sua versatilità, è anche sceneggiatore e produttore cinematografico.
La biblioteca dei morti è il suo primo romanzo; è stato venduto in 22 Paesi e salutato dal Bookseller come «il debutto più atteso del 2009». La trilogia della Biblioteca dei Morti prosegue con Il libro delle anime (2010) e I custodi della biblioteca (2012).
Dannati, primo capitolo di La trilogia dei Dannati, esce nel 2014, seguito da La Porta delle Tenebre (2015) e L'invasione delle Tenebre (2015).
La sua terza trilogia si compone di Il segno della croce (2016) e Il debito (2017).
Altri romanzi indipendenti sono La mappa del destino (2011), Il marchio del diavolo (2011), L'ultimo giorno (2012) e Il calice della vita (2013).

3. "Divorare il cielo" di Paolo Giordano

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A dieci anni da La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano torna a raccontare la giovinezza, poi l'azzardo di diventare adulti, in un romanzo potente e generoso.

«Sorprende [...] la capacità di dare forma a un mondo con un linguaggio così esatto. Nulla, nel romanzo, suona fuori tono: testimonianza di un'operazione di raffinamento e spoliazione, di riduzione all'essenziale.» - Davide Casati, La Lettura - Corriere della Sera

La prima volta che Teresa li vede stanno facendo il bagno in piscina, nudi, di nascosto. Lei li spia dalla finestra. Le sembrano liberi e selvaggi. Sono tre intrusi, dice suo padre.
O tre ragazzi e basta, proprio come lei. Bern. Tommaso. Nicola. E Teresa che li segue, li studia, li aspetta. Teresa che si innamora di Bern. In lui c'è un'inquietudine che lei non conosce, la nostalgia per un'idea assoluta in cui credere: la religione, la natura, un figlio.
Sono uno strano gruppo di randagi, fratelli non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, carichi di nostalgia per quello che non hanno mai avuto.
Il corpo li guida e li stravolge: la passione, la fatica, le strade tortuose e semplici del desiderio. Il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo.
E la campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent'anni, quattro vite, un amore. Coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l'altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo.
Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto del mondo.

L'amicizia fra maschi, la ribellione a Dio e ai padri, il desiderio e la rivalità: Divorare il cielo è un grande romanzo sul nostro bisogno di trasgredire, e tuttavia di appartenere costantemente a qualcosa o a qualcuno.
Al centro c'è una generazione colma di vita e assetata di senso, che conosce tutto eppure non si riconosce in niente. Ragazzi con un piede ancora nel vecchio millennio, ma gettati nel futuro, alla disperata ricerca di un fuoco che li tenga accesi.

L'autore Paolo Giordano nasce a Torino, 19 dicembre 1982. Nell'anno accademico 2006-2007, ha conseguito la laurea specialistica in fisica delle interazioni fondamentali presso l'Università degli studi di Torino.
Ha vinto una borsa di studio per frequentare il corso di dottorato di ricerca in fisica delle particelle, presso la Scuola di dottorato in Scienza e alta tecnologia del medesimo ateneo.
Con il romanzo La solitudine dei numeri primi (Mondadori, 2008) vinse il Premio Campiello Opera Prima, il Premio Fiesole Narrativa Under 40 e il Premio Strega 2008. Un suo racconto è incluso nell'antologia Dignità! Nove scrittori per Medici Senza Frontiere (Feltrinelli 2011). Del 2012 il romanzo Il corpo umano (Mondadori) e del 2014 Il nero e l'argento (Einaudi).

4. "La scomparsa di Stephanie Mailer" di Joël Dicker

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«Una mystery story ad alto tasso di adrenalina, in cui passato e presente si intrecciano.» - Riccardo De Palo, Il Messaggero

«Non manca nulla a questo voluminoso ma scorrevolissimo thriller che ricorda i ritmi di True detective, e che pur sa regalare perle su un mondo che non potrebbe essere più distante dall'universo del poliziesco.» - Marcello Simoni, Tuttolibri - La Stampa

30 luglio 1994. La cittadina di Orphea, stato di New York, si prepara a inaugurare la prima edizione del locale festival teatrale, quando un terribile omicidio sconvolge l'intera comunità: il sindaco viene ucciso in casa insieme a sua moglie e suo figlio.
Nei pressi viene ritrovato anche il cadavere di una ragazza, Meghan, uscita di casa per fare jogging. Il caso viene affidato e risolto da due giovani, promettenti, ambiziosi agenti, giunti per primi sulla scena del crimine: Jesse Rosenberg e Derek Scott.
23 giugno 2014. Jesse Rosenberg, ora capitano di polizia, a una settimana dalla pensione viene avvicinato da una giornalista, Stephanie Mailer, la quale gli annuncia che il caso del 1994 non è stato risolto, che la persona a suo tempo incriminata è innocente.
Ma la donna non ha il tempo per fornire le prove, perché pochi giorni dopo viene denunciata la sua scomparsa. Che cosa è successo a Stephanie Mailer? Che cosa aveva scoperto?
Se Jesse e Derek si sono sbagliati sul colpevole vent'anni prima, chi è l'autore di quegli omicidi? E cosa è davvero successo la sera del 30 luglio 1994 a Orphea? Derek, Jesse e una nuova collega, la vicecomandante Anna Kanner, dovranno riaprire l'indagine, immergersi nei fantasmi di Orphea. E anche nei propri.

Joël Dicker è nato a Ginevra nel 1985. La verità sul caso Harry Quebert è il suo secondo romanzo. Il primo, Les derniers jours de nos pères, ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010.
La verità sul caso Harry Quebert ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è tradotto in oltre 25 paesi. Nel 2016 Bompiani pubblica La tigre.





5. "Punizione" di Elizabeth George

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Un romanzo magistrale ad alto tasso di suspense, che vede Barbara Havers e Thomas Lynley impegnati nel caso più difficile della loro carriera. Una storia che lega il lettore dalla prima all’ultima pagina, capace di indagare negli insidiosi meccanismi della menzogna.

Suicidio. Questo sostiene la polizia. Ma la vittima, Ian Druitt, diacono dell’incantevole cittadina medioevale di Ludlow, è deceduta mentre era sotto custodia cautelare con l’accusa di un crimine vergognoso.
Quando anche l’inchiesta degli Affari Interni conferma che non c’è nulla di sospetto in quanto accaduto, il caso sembra chiuso. Ma la famiglia della vittima non accetta questa versione dei fatti. E ha conoscenze tali da riuscire a far riaprire il caso.
Quando il sergente Barbara Havers arriva a Ludlow e inizia a indagare sulla catena di eventi che hanno portato alla morte di Ian Druitt, tutto sembra confermare che si sia tolto la vita.
Ma una sensazione che non rie­sce a scrollarsi di dosso le dice che le cose non sono quelle che sembrano. Decide così di osservare più da vicino gli abitanti apparentemente insospettabili, in gran parte pensionati e studenti, e scopre che quasi tutti hanno qualcosa da nascondere…
La verità verrà a galla solo con l’arrivo in paese dell’unico investigatore della Metropolitan Police sufficientemente lucido e indipendente da poter mettere in dubbio l’operato dei colleghi, e svelare le corruttele e connivenze che hanno portato alcuni poliziotti a celare la verità. Questo investigatore è Thomas Lynley.

La stampa ha detto di Elizabeth George che «è la regina incontrastata del mystery» (Entertainment Weekly) e che, con la sua scrittura, «dimostra che i grandi scrittori di romanzi gialli sono anche grandi romanzieri» (New York Times).
Nei suoi libri – tutti bestseller internazionali – ha dato prova di un indiscutibile talento, conferendo alla detective story classica una dimensione diversa e più complessa, che sonda l’inesauribile varietà dei sentimenti umani.
È stata insignita dei prestigiosi Anthony Award, Agatha Award, Grand Prix de Littérature Policière e MIMI, riconoscimento tedesco dedicato ai gialli. Tra i suoi ultimi libri: Corsa verso il baratro (Longanesi 2008), La donna che vestiva di rosso (Longanesi 2009), Dicembre è un mese crudele (Longanesi 2010), Questo corpo mortale (Longanesi 2011).








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