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Libri da leggere assolutamente – L’ appuntamento mensile con i libri (Settembre 2016)

Per questo mese di Settembre 2016 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.

Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.

“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)

1. "La simmetria dei desideri" di Eshkol Nevo

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Quattro amici guardano in televisione la finale dei Mondiali di calcio del 1998.
Non hanno ancora trent’anni, e hanno condiviso la giovinezza, gli studi, l’esercito, le avventure, i sogni e le difficoltà, le speranze e gli amori.
Sono uniti da un legame intenso, dal bisogno profondo di parlare e di confrontarsi su tutto, senza vergogna, affrontando le lacrime e la gioia, la vita in ogni suo aspetto.
Yuval, il narratore, ha un animo buono e una spartana educazione anglosassone; Churchill è un egoista irresponsabile ma trascinante, ed è il fondatore della loro gang dai tempi del liceo.
Ofir vive di parole e brucia ogni giorno la sua creatività in un ufficio pubblicitario. Amichai vende polizze mediche ai malati di cuore, è già sposato e ha due figlie.
Durante la partita Amichai ha un’idea: perché non scrivere su un foglietto i propri desideri, i sogni per gli anni a venire, per poi attendere la prossima finale della coppa del mondo e vedere se si sono realizzati?
Quel giorno in cui sta per scrivere il suo bigliettino Yuval ha da poco incontrato Yaara, e sa già che è la donna della sua vita.
Prima l’ha vista alla mensa dell’università, poi uno scambio di chiacchiere, di numeri di telefono, una telefonata notturna, infine un bacio. Yaara è una di quelle donne che smentisce la teoria dell’amico Churchill: «Non esiste una ragazza bella, intelligente, arrapata e anche libera. Uno degli elementi è sempre assente».
Nel bigliettino dei desideri Yuval scrive: «Ai prossimi Mondiali voglio stare ancora con Yaara. Ai prossimi Mondiali voglio essere sposato con Yaara. Ai prossimi Mondiali voglio avere un figlio da Yaara. Possibilmente una figlia».
Il suo destino, e quello dei suoi amici, è pronto a mettersi in moto.
Intorno a loro, all’inizio del nuovo millennio, una società logorata, sfiancata dai continui conflitti, che ha fatto della repressione e della rimozione uno stile di vita.
I quattro protagonisti hanno a loro volta cercato di dimenticare la Prima Intifada, quando erano soldati dell’esercito, mentre la Seconda Intifada li costringe a porsi domande sul proprio futuro.
In un mondo come questo è davvero possibile, è davvero giusto avere dei desideri?

«Ognuno potrebbe scrivere su un bigliettino dove sogna di trovarsi fra quattro anni. Dal punto di vista personale, professionale. Da tutti i punti di vista. E ai prossimi Mondiali apriremo i biglietti e vedremo cos'è successo nel frattempo».

Quattro giovani amici, il meglio della vita davanti a loro, tre desideri ciascuno. Magari la ragazza ideale, la speranza di un mondo più giusto. O una passione che diventi realtà. Ma cosa accade quando l'attrito del tempo fa desistere i sogni, e dissolve le ambizioni più vere?

«La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo è uno dei libri più belli che mi siano capitati tra le mani negli ultimi tempi. Era dalle Avventure della ragazza cattiva di Vargas Llosa che non mi divertivo tanto, e che non m' intenerivo così per la causa di un personaggio».
Alessandro Piperno, Il Corriere della Sera

«Eshkol Nevo è una voce fondamentale della giovane narrativa israeliana, forse il più vicino a David Grossman per la capacità di raccontare il rapporto sottile che esiste tra le vite individuali e la storia collettiva».
Nouvel Observateur

«Ironico e disincantato, Eshkol Nevo è uno dei nuovi e controversi autori che arrivano oggi da Israele».
D, la Repubblica delle donne

«La simmetria dei desideri è scritto meravigliosamente, in uno stile felice e diretto, di delicato umorismo. Eshkol Nevo riveste un ruolo importante nella nostra letteratura contemporanea».
Haaretz

Eshkol Nevo (Gerusalemme, 1971) ha vissuto tra Israele e gli Stati Uniti, ma ha completato gli studi a Tel Aviv.
Ha iniziato a lavorare come pubblicitario, carriera poi abbandonata per dedicarsi alla scrittura. Insegna scrittura creativa in varie istituzioni.
Nel 2005 ha vinto il Book Publisher's Association's Golden Book Prize.
Tra le sue oepre: La simmetria dei desideri (Neri Pozza 2010), Neuland (Neri Pozza 2012), Nostalgia (Neri Pozza 2014), Soli e perduti (Neri Pozza 2015).

2. "La Sposa giovane" di Alessandro Baricco

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Siamo all'inizio del secolo scorso. La promessa sposa è giovane, arriva da lontano, e la famiglia la accoglie, quasi distrattamente, nella elegante residenza fuori città.
Il figlio non c'è, è lontano, a curare gli affari della prospera azienda tessile. Manda doni ingombranti.
E la sposa lo attende dentro le intatte e rituali abitudini della casa, soprattutto le ricche colazioni senza fine.
C'è in queste ore diurne un'eccitazione, una gioia, un brio direttamente proporzionale all'ansia, allo spasimo delle ore notturne, che, così vuole la leggenda, sono quelle in cui, nel corso di più generazioni, uomini e donne della famiglia hanno continuato a morire. Il maggiordomo Modesto si aggira, esatto, a garantire i ritmi della comunità.
Lo zio agisce e delibera dietro il velo di un sonno che non lo abbandona neppure durante le partite di tennis. Il padre, mite e fermo, scende in città tutti i giovedì.
La figlia combatte contro l'incubo della notte. La madre vive nell'aura della sua bellezza mitologica. Tutto sembra convergere intorno all'attesa del figlio. E in quell'attesa tutti i personaggi cercano di salvarsi.

Semplicemente, il tempo era passato con una velocità che non avevano avuto la necessità di registrare, e adesso la Sposa era lì, probabilmente per fare ciò che da tempo era stato concordato, con ufficiale approvazione di tutti: sposare il Figlio. Era seccante ammettere che, attenendosi ai fatti, il Figlio non c’era.

Probabilmente il motivo per cui la lettura di Baricco ci suona come una lenta e suadente narrazione, risiede nel fatto che spesso i suoi racconti sono diventati performance teatrali, televisive o lezioni accademiche.
In ogni caso sembra sempre che la sua scrittura sia in realtà destinata alla trasposizione orale.
Si perde nell’onirico, questo nuovo romanzo di Alessandro Baricco. Personaggi, oggetti, dialoghi e luoghi galleggiano adagiati su una bruma leggera e indefinita, un’operazione stilistica capace di contagiare la narrazione con una diffusa sensazione di vaghezza.
Si procede così attraverso la lettura come attraverso un mare, navigando a vista, aggiungendo un tassello dopo l’altro, soffermandosi poi ritornando indietro, con cautela.
I personaggi sono tutti particolari, componenti di una famiglia facoltosa. La Madre che pronuncia “sillogismi imperscrutabili” ignorando quasi tutto ciò che la circonda, il Padre bonario e all’occorrenza feroce, lo Zio che appare immerso in un sonno dal quale si riscuote soltanto per brevi intervalli, la Figlia trasandata, il maggiordomo, Modesto.
Tutto si svolge in una grande casa italiana i cui abitanti sono assorbiti dalle loro sontuose colazioni, dagli ospiti di passaggio e dall’inedia.
Il Figlio non c’è, è in Inghilterra ad occuparsi dell’azienda tessile di famiglia, quando in casa arriva la Sposa giovane.
Lei ha diciotto anni, lui qualcuno in più, si sono incontrati una volta sola, quando lei aveva quindici anni, e ora che lei è arrivata nella grande casa con la sua valigia tutti se ne sono dimenticati, sia della sposa che del matrimonio.
Nell’attesa che il Figlio faccia rientro, la Sposa giovane viene istruita all’arte della seduzione dalla Madre, non senza una certa sfrontatezza. Allo stesso modo scopre l’animo poetico dello Zio, che si riscuote dal suo eterno torpore per mostrare alla ragazza il segreto custodito tra le mura della casa.
Nell’attesa che lo Sposo faccia ritorno, quasi come fossimo all’interno di un oscuro racconto biblico, tutto quello che deve succedere inevitabilmente si compirà.
Il finale, come sempre succede nell’opera di Baricco, nasconde un sorprendente colpo di scena. È inedito, invece, il ruolo che l’autore assegna a se stesso: la sua voce diventa personaggio del romanzo, esprimendosi talvolta in terza persona, talvolta in prima persona, impersonando a turno i diversi protagonisti.
Non nasconde quindi la sua mano, Alessandro Baricco, e del resto è evidente che, giunto a questo punto della carriera, il suo nome e la sua personalità tendano a trascendere le sue stesse storie.
Un autore che non si legge tra le righe ma che emerge impetuoso dalle pagine, mostrando anche questa volta una nuova faccia, abbagliante, della sua prismatica bravura (La recensione di IBS).

Alessandro Baricco nasce a Torino il 25 gennaio 1958. Si laurea in Filosofia con una tesi in Estetica e studia contemporaneamente al Conservatorio dove si diploma in pianoforte. L’amore per la musica e per la letteratura ispireranno sin dagli inizi la sua attività di saggista e narratore.
Come saggista esordisce con Il genio in fuga. Due saggi sul teatro musicale di Gioacchino Rossini (Il Melangolo, 1988; Einaudi, 1997). Castelli di rabbia (Rizzoli, 1991; Universale Economica Feltrinelli, 2007), suo primo romanzo, Premio Selezione Campiello e Prix Médicis Etranger, è un’autentica rivelazione nel panorama della letteratura italiana e ottiene il consenso della critica e del pubblico. Seguono Oceano Mare (Rizzoli, 1993; Universale Economica Feltrinelli, 2007), Premio Viareggio e Premio Palazzo al Bosco; il monologo teatrale Novecento (Feltrinelli, 1994) da cui Giuseppe Tornatore trae il film La Leggenda del pianista sull’oceano; Seta (Rizzoli, 1996; Fandango Libri, 2007), portato sullo schermo da François Girard con una produzione e un cast internazionali; City (Rizzoli, 1999; Universale Economica Feltrinelli, 2007) e Senza sangue (Rizzoli, 2002), tutti tradotti all’estero e recensiti dalle maggiori testate internazionali, dal “Guardian” al “New York Times”, da “Libération” a “Le Monde”.
Tra i saggi, L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin (Garzanti, 1993); Barnum. Cronache del Grande Show (Feltrinelli, 1995) che raccoglie gli articoli comparsi nell’omonima rubrica curata ogni mercoledì sulle pagine culturali del quotidiano torinese “La Stampa” e Barnum 2. Altre Cronache del Grande Show (Feltrinelli, 1998), in cui sono raccolti gli articoli frutto della collaborazione con “la Repubblica”; è del 2002 Next. Piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà.
Compare in televisione nelle trasmissioni culturali “L’amore è un dardo”, sull’opera lirica, e “Pickwick”, dedicata ai libri.
Tra le attività teatrali che lo vedono autore, regista e interprete, dopo i successi di Totem (di cui Fandango Libri ha pubblicato il libro nel 1999, Rizzoli due videocassette nel 2000 e Einaudi una videocassetta nel 2003) e di City Reading Project per il Romaeuropa Festival 2002 che ha dato origine a un volume fotografico (Rizzoli 2003), Baricco ha realizzato Omero, Iliade, in tre serate, pubblicando poi il libro (Feltrinelli, 2004). Nel 2003 pubblica per Dino Audino Editore la sceneggiatura di Partita Spagnola, di cui è autore con Lucia Moisio.
A Questa storia (Fandango Libri, 2005; Universale Economica Feltrinelli, 2007), è seguito I Barbari. Saggio sulla mutazione (Fandango Libri, 2006; Universale Economica Feltrinelli, 2008), precedentemente pubblicato a puntate su “la Repubblica”. Infine, datato novembre 2007: una lettura interpretata (e ridotta) di Moby Dick.
Emmaus è del 2009. Mr Gwyn è del 2011. Tre volte all'alba è del 2012.
Nel 1994 ha ideato e fondato la Scuola Holden a Torino, di cui è preside, e dal 2005 è socio di Fandango Libri.

3. "Educazione di una canaglia" di Edward Bunker

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Le esperienze di Edward Bunker nelle prigioni peggiori della California, per le strade di Los Angeles e nel sottobosco di Hollywood lo hanno accreditato a scrivere alcuni dei piú conturbanti ed efficaci romanzi moderni sul carcere.
Con "Educazione di una canaglia" i lettori possono entrare, senza alcuna finzione narrativa, nel mondo duro e non edulcorato di Bunker.
Sia che fumi uno spinello seduto sulla sedia della camera a gas, o che prenda in mano un coltello usato da un serial killer, o che nuoti tra i marmi della sfarzosa piscina Nettuno a San Simeon, California, Bunker si limita a esporre la sua mercanzia, nuda e cruda.
Il risultato è agghiacciante, eppure non privo di una sua orgogliosa morale, perché è la pura verità.

Il capolavoro di Edward Bunker, il libro in cui l'autore racconta la vera storia della sua vita: dal primo ingresso nella prigione di San Quentin a diciassette anni alla Los Angeles di oggi.

Edward Bunker (Hollywood, 1933 - Los Angeles, 2005) fin da ragazzino conosce il disagio e l'emarginazione sociale.
Dopo il divorzio dei genitori viene affidato ai servizi sociali e verrà ben presto rinchiuso in ospedale psichiatrico e in riformatorio.
A 17 sarà il più giovane recluso nel carcere di San Quentin e in carcere inizia a scrivere racconti e romanzi. Il primo romanzo verrà pubblicato nel 1973, Come una bestia feroce, da cui verrà tratto un film con Dustin Hoffman.
Dal 1975 la sua vita si fa più tranquilla e ottiene anche il successo letterario. Inizia anche a lavorare per il cinema sia scrivendo sceneggiature di carattere poliziesco e noir sia recitando in importanti film.
Robert De Niro ne richiede la consulenza per il film Heat-La sfida.

4. "La sostanza del male" di Luca D’Andrea

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Jeremiah Salinger è un giovane autore televisivo newyorkese che, insieme alla moglie Annelise, si è trasferito per un periodo a Siebenhoch, il piccolo centro del Sud Tirolo dove lei è cresciuta.
Con loro c'è la precoce figlia Clara, di cinque anni.
Affascinato dalla montagna e dalla gente che vi abita, Salinger comincia a realizzare un factual sul soccorso alpino, ma nel corso delle riprese viene coinvolto in un pauroso incidente.
Mentre cerca in ogni modo di dimenticare la sua esperienza traumatica, viene a sapere per caso di un fatto sanguinoso risalente a molti anni prima: il massacro di tre giovani avvenuto durante un'escursione nella gola del Bletterbach.
Il delitto non ha un colpevole, e in paese nessuno vuole parlarne: forse perché il solo pensarci potrebbe risuscitarne l'orrore, o forse perché sono in tanti ad avere qualcosa da nascondere.
Nonostante l'ostilità crescente che lo circonda, e l'opposizione di Annelise, Salinger si mette a scavare nel passato, penetrando sempre piú a fondo nella vicenda.
Fino a scoprire l'imprevedibile, terrificante verità.

Un triplice, crudele omicidio rimasto irrisolto.
Una scia di violenza e di morte che perseguita gli abitanti di Siebenhoch, una tranquilla, isolata comunità tra le montagne dell'Alto Adige.
Un forestiero con la sua famiglia, sempre più invischiato nella vicenda. Al centro di tutto il Bletterbach, una gigantesca gola nei cui fossili si può leggere l'intera storia del mondo.
È come se in quel luogo si fosse risvegliato qualcosa di spaventoso che si credeva scomparso, antico come la Terra stessa.

«Werner si lasciò sfuggire un verso di scherno. - Nessuno è mai uscito dalle grotte del Bletterbach. Laggiú c'è l'inferno».

Il thriller italiano che tutti vogliono pubblicare 
Uno dei libri che ha fatto più parlare all’ultima Fiera del libro di Londra, che si è svolta dal 12 al 14 aprile 2016, è La sostanza del male, un thriller italiano che uscirà il 24 giugno per la collana Stile Libero di Einaudi. I diritti per la traduzione e la pubblicazione di questo libro sono già stati venduti a 20 case editrici in tutto il mondo, nonostante non sia ancora stato pubblicato nemmeno in Italia.
«il Post» del 19 aprile 2016
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Quindici marzo, Londra, la fiera del Libro e vetrina d'eccellenza dell'editoria mondiale, si accorge de La sostanza del male, gli agenti se ne innamorano, ne contendono i diritti e alla fine (ma la conta è ancora per difetto) trentuno paesi si aggiudicano questo romanzo noir, opera prima di un trentasettenne professore precario, nato e cresciuto a Bolzano: Luca D'Andrea.
Di lui Christopher Mac Lehose, l'uomo che ha scoperto Stieg Larsson, dice alla Reuters: «Il thriller di questo giovane esordiente ha travolto tutti con la potenza di una valanga. Noi editor siamo sempre a caccia di novità che valgano la pena, che ci emozionino, quando le troviamo è un momento di festa. Ecco, oggi è uno di quei giorni felici».
Massimo Vincenzi, «la Repubblica» del 23 giugno 2016
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La sostanza del male, il romanzo d’esordio di Luca D’Andrea – trentasei anni, insegnante precario a Bolzano - è stato un caso editoriale all’ultima Fiera del libro di Londra: ancora prima dell’uscita in Italia i diritti sono stati venduti in oltre venti Paesi (dalla Norvegia a Taiwan), ed è lecito credere che incontrerà ovunque un grande successo. La ragione fondamentale? Una volta che lo si inizia, è difficile abbandonare la storia finché non si è giunti all’ultima pagina.
Luca Mirarchi, «L’Unione Sarda» del 24 giugno 2016
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La sostanza del male è l’esordio, notevolissimo e già premiato da traduzioni e classifiche di vendita di Luca D’Andrea, classe 1979 di Bolzano. […]
D’Andrea costruisce un congegno dal ritmo alto, senza pause, ed è bravo a srotolare indizi, ipotesi e colpi di scena su quella strage del 1985. Fino all’ultima pagina.
Fabrizio D’Esposito, «Il Fatto Quotidiano» del 13 luglio 2016
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La Natura prende la Natura dà, dice uno dei personaggi di Siebenhoch, e lascia aperto il dubbio se si tratti di una formula di pace e conforto o invece di una maledizione. E la Natura è la vera protagonista, una natura incombente, indomabile, in bianco e nero proprio come i film di montagna che Luca D’Andrea pare conoscere molto bene.
Ranieri Polese, «Corriere della Sera» del 20 luglio 2016

Luca D'Andrea è nato a Bolzano, dove vive, nel 1979. La sostanza del male è il suo primo thriller, ed è subito diventato un caso internazionale. Sarà pubblicato in trenta paesi, tra cui Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti.





5. "Sei la mia vita" di Ferzan Ozpetek

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Un'auto lascia Roma di primo mattino. Alla guida, c'è un affermato regista.
Sul sedile accanto, l'uomo che da molti anni ama di un amore sconfinato. Dove stanno andando?
Mentre la città si allontana e la strada comincia a inerpicarsi dentro e fuori dai boschi, il regista decide di narrare al compagno silenzioso il suo mondo «prima di lui»: «La mia vita è la tua e ora te la racconterò, perché domani sarà solo nostra».
Inizia così un viaggio avanti e indietro nel tempo: i primi anni in Italia, dove era giunto dalla Turchia non ancora diciottenne con il sogno di studiare e fare cinema, le persone che hanno lasciato il segno, gli amici, gli amori, le speranze, le delusioni, i successi.
Storie che conducono ad altre storie, popolate da figure indimenticabili e bizzarre: una trans egocentrica sul viale del tramonto, un principe cleptomane, un centralinista con il rimpianto della recitazione, una cassiera tradita dalle congiunzioni astrali, una bellissima ragazza dallo spirito inquieto.
E poi, raffinati intellettuali, inguaribili romantiche, noti cinefili, amanti respinti e madri niente affatto banali.
Sullo sfondo, il palazzo di via Ostiense dove tutto accade, crocevia di solitudini diverse, ma anche di intense amicizie e travolgenti passioni. Il palazzo che nel tempo si è trasformato, conservando però intatti i suoi più intimi segreti.
E, soprattutto, la città di Roma, come nessuno l'ha mai raccontata.
Gli anni Settanta-Ottanta e la contagiosa atmosfera di libertà senza freni, le lunghe estati nel segno della trasgressione, il femminismo, la progressiva presa di coscienza di sé della comunità gay, la solidarietà che cementa i legami, gli incontri folgoranti con alcuni protagonisti del cinema italiano, le stagioni, i luoghi e le voci di un passato ormai perduto per sempre.
Tante storie, esilaranti eppure commoventi, che compongono «la Storia» di un'esistenza che si annulla in un'altra come estremo dono d'amore. Un Amore che non si arrende, un sentimento assoluto capace di resistere a qualsiasi prova.
Con sguardo irresistibile, lieve e toccante al tempo stesso, al suo secondo libro Ferzan Ozpetek, il regista che più di ogni altro sa parlare di sentimenti, ci rivela un mondo sospeso tra lacrime e risate, fiction e realtà, fino all'epilogo, struggente e inaspettato.
Un mondo che pare fatto della stessa materia dei suoi film. E che, pagina dopo pagina, ci incanta e ci colpisce. Proprio come la vita.

Ferzan Ozpetek (Istanbul, 3/2/1959) è un regista e sceneggiatore. Si trasferisce in Italia nel 1978 per studiare Storia del Cinema all'Università"La Sapienza" di Roma. Completa la sua formazione frequentando corsi di storia dell'arte e del costume all'Accademia Navona e quelli di regia all'Accademia d'arte drammatica "Silvio d'Amico".
Nel 1982 inizia a lavorare nel cinema come assistente alla regia con Massimo Troisi per il film "Scusate il ritardo", attività che continua fino al 1994.
Il suo debutto come regista avviene nel 1997 con "Il bagno turco - Hamam" che ottiene successo di critica e di pubblico sia in Italia che all'estero, anche grazie al contributo della Quinzaine des realisateurs di Cannes.
Nel 1999 gira "Harem suare", presentato a Cannes nella sezione "Un certain regard" e invitato ad importanti festival internazionali come Toronto, Palm Spring e Londra.
Nel 2001 è la volta di "Le fate ignoranti" che lo conferma tra i migliori registi europei della sua generazione e vince 3 Nastri d'Argento (miglior attore a Stefano Accorsi, miglior attrice a Margherita Buy, miglior produttore a Tilde Corsi e Gianni Romoli).
Nel 2003 "La finestra di fronte", in cui appare per l'ultima volta sullo schermo Massimo Girotti, vince il Nastro d'argento per il miglior soggetto, miglior film, miglior attrice protagonista a Giovanna Mezzogiorno, miglior attore protagonista a Massimo Girotti (postumo), migliori musiche ad Andrea Guerra, miglior canzone ("Gocce di memoria") a Giorgia. Vince anche il David di Donatello 2003 per il miglior film e il David Scuola.
Il lavoro creativo di Ozpetek continua, costante e di alto livello, nel 2005 con "Cuore sacro" - che ottiene il David per la miglior attrice (Barbora Bobulova) e il miglior scenografo (Daniele Crisanti) - e nel 2007 con "Saturno contro".
Ha diretto anche Un giorno perfetto, Mine vaganti (2010), Magnifica presenza (2012), Allacciate le cinture (2013).
Nel 2013 esce per Mondadori il libro Rosso Istanbul; nel 2015 esce Sei la mia vita.








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