Una donna energica e scaltra, arrivata sul trono d’Asburgo contro il volere di tutti i sovrani d’Europa, diventa una delle più formidabili riformatrici del Settecento.
E grazie alla politica dei matrimoni, piazza i suoi figli ai quattro angoli del continente.
Maria Teresa fu la prima e unica donna della Casa d’Austria a ereditare il governo della monarchia asburgica.
Enzo Biagi scrisse di lei: «Fece sedici figli, dimostrando che non disprezzava il maschio, ma si impose col cervello: amministratrice straordinaria e politica raffinata, inventò scuole popolari e l’esercito permanente.»
Ma chi era veramente Maria Teresa d’Austria? Scopriamolo insieme.
Curiosità: L’ascesa al trono di Maria Teresa è garantita dalla Prammatica Sanzione, un documento redatto nel 1713 dal padre, l’imperatore Carlo VI, al fine di sancire definitivamente l’indivisibilità dei possedimenti asburgici ed escludere dalla successione le nipoti Maria Giuseppa e Maria Amalia con i rispettivi mariti.
Nel 1703, infatti, l’imperatore Leopoldo I aveva emesso una disposizione in cui dichiarava che, in caso di mancanza di eredi maschi del figlio maggiore Giuseppe, il trono sarebbe passato al minore, Carlo, cosa che avvenne.
Nel caso in cui nemmeno Carlo avesse avuto eredi maschi, la corona sarebbe dovuta tornare alle figlie di Giuseppe. La Prammatica Sanzione annullò di fatto la disposizione leopoldina, escludendo le figlie di Giuseppe I a favore di Maria Teresa.
La sua attuazione fu però tutt’altro che indolore, dal momento che scatenò una guerra di successione la quale costò agli Asburgo non poche rinunce territoriali.
1. Destinata al trono imperiale
Proprio come Caterina II di Russia e Maria de’ Medici, Maria Teresa d’Austria è una donna la cui vicenda privata è stata spesso messa in ombra dalla grandezza del suo potere.
Dietro il trono e il blasone di famiglia si cela invece una personalità speciale.
Fra le tre regine citate, Maria Teresa è quella di cui si parla di meno, quasi non avesse avuto una vita privata, e del suo carattere si tende a ricordare sempre e solo l’aspetto dispotico.
Poco si sente raccontare dell’apprensiva madre di sedici figli, della moglie devota, della donna simpatica e gioviale che amava stare con la famiglia. Uno sguardo dietro il trono, a volte, può riservare gradevoli sorprese.
Maria Theresia Walburga Amalia Christina nacque a Vienna il 13 maggio 1717, salutata con gioia, ma non con la pompa magna che l’anno prima era stata riservata alla nascita del fratello, l’erede al trono imperiale Leopoldo Giovanni, morto però dopo soli sette mesi.
Per il momento, la nuova arrivata, prima figlia dell’imperatore Carlo VI e di Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wolfenbüttel, era solo un’arciduchessa, destinata ad andare in sposa a qualche potente che avrebbe portato alleanze importanti all’Austria. Ma, di sicuro, non destinata al trono imperiale.
Resel, come veniva affettuosamente chiamata in famiglia, ancora ignara del destino che l’attendeva, crebbe serena in compagnia delle due sorelline più piccole, Maria Anna (1718) e Maria Amelia (1724), fino a quando non apparve evidente che l’imperatore e l’imperatrice non erano più in grado di regalare all’impero il tanto atteso erede maschio.
Una questione non da poco, visto che le leggi di successione escludevano Maria Teresa dal trono a favore delle due zie, figlie dell’imperatore precedente, Giuseppe I.
Ma il padre Carlo non era uno sprovveduto: già nel 1713 aveva firmato un documento, passato alla Storia come “Prammatica Sanzione”, che stabiliva come, in mancanza di un erede maschio, e in virtù della regola che garantiva l’indivisibilità dei domini austriaci, la corona sarebbe dovuta passare alla figlia maggiore.
Questo almeno per quanto riguardava i domini ereditari austriaci e i regni collegati alla casa d’Asburgo, vale a dire i regni di Boemia e di Ungheria.
Ma restava da sistemare la questione della corona imperiale, che per tradizione veniva assegnata all’arciduca d’Austria, ma che in nessun caso poteva essere trasmessa in linea femminile.
Anche qui si sarebbe trovata una soluzione “prammatica”: si sarebbe fatto di tutto per garantire al futuro sposo di Maria Teresa la corona imperiale, in modo tale che la casa d’Austria mantenesse il controllo dell’impero. E lo sposo non tardò a farsi avanti.
2. Una moglie felice
Quando Maria Teresa conobbe il marito che la politica aveva scelto per lei, era poco più che una bambina.
Il prescelto era Francesco Stefano (nella foto accanto), figlio del duca di Lorena.
Un giovanotto non particolarmente brillante ma di bell’aspetto, delicato nei modi e di carattere gioviale. Resel se ne innamorò subito e lo tempestò di lettere affettuose.
Ovviamente alla giovane arciduchessa non interessava affatto che il padre avesse chiamato Francesco Stefano a Vienna per educarlo come un figlio, prepararlo alla corona imperiale e mettere le mani anche sul ducato di Lorena (che era così vicino alla Francia da essere considerato una spina nel fianco da Parigi).
Per il momento la dolce fidanzatina, ancora distante da quell’odiosa politica che avrebbe dovuto imparare a dominare con saggezza, si mangiava con gli occhi il suo Franz.
E lo avrebbe fatto per il resto della vita, rimanendogli fedelissima, addirittura devota, tanto da perdonargli le numerose scappatelle e da vestire il lutto perpetuo dopo la sua morte improvvisa, nel 1765.
Le prime lettere traboccavano di un affetto del tutto inconsueto nelle famiglie regnanti: se lui la salutava deferente con la formula “Vostro amatissimo Franz, primo servitore della mia angelica fidanzata”, lei gli rispondeva con un “Adieu, topino”.
Le nozze si celebrarono il 12 febbraio 1736 e la felicità coniugale di Maria Teresa fu assicurata per gli anni a venire. La coppia avrebbe avuto ben 16 figli, in una famiglia dove il marito comandava.
Comandava almeno quando, dopo le 8 di sera, Maria Teresa smetteva i fastosi abiti regali in oro e broccato per calzare la cuffietta bianca e mettersi al servizio di sposo e figli, controllando i progressi scolastici dei pargoli e servendo la cioccolata al marito, sprofondato in poltrona davanti al caminetto.
3. Sola contro tutti
Morto il padre Carlo VI, nel 1740, Maria Teresa si trovò a lottare contro il mondo.
Improvvisamente dovette abbandonare gli anni dolci della gioventù, i momenti felici passati con il caro Franz durante quel viaggio in Italia che tanto l’aveva resa felice, e dedicarsi alla politica.
La questione era seria: suo padre si era preoccupato di garantirle la sovranità sui domini degli Asburgo, ma i regni che avrebbero dovuto riconoscerle tale diritto cominciavano a prendere tempo, incerti se accettare o no i dettami della Prammatica Sanzione.
Non solo: anche altri sovrani dichiararono di non voler riconoscere una donna sul trono d’Austria.
Ognuno di loro aveva una buona ragione per obiettare: l’elettore di Baviera voleva per sé la corona imperiale, Federico di Prussia ne approfittò per imporre il suo casato, gli Hohenzollern, sulla scena tedesca a scapito degli Asburgo e invadere la Slesia.
Quanto alla Francia, tradizionale nemica degli Asburgo, si godeva la scena in silenzio, mentre l’Inghilterra stava al balcone a guardare, pronta a intervenire se la confusa situazione le avesse procurato qualche inatteso vantaggio.
Maria Teresa era sola. Oltretutto i principi elettori, tutti tedeschi, non volevano ingoiare il rospo di dover eleggere imperatore suo marito, un “mezzo francese”, il lorenese Francesco Stefano.
A poco era servita l’astuzia di costringerlo a rinunciare al ducato paterno, facendolo in cambio granduca di Toscana, visto che Firenze non si trovava sotto il dominio imperiale.
Maria Teresa stessa avrebbe ricordato in vecchiaia: «Non c’era uno solo dei miei regni che non mi venisse contestato, e un anno dopo non sapevo dove andare a risiedere, poiché non potevo nemmeno restare a Vienna».
4. Madre dei popoli, regina della famiglia
Maria Teresa, però, era testarda. La Storia ci offre il ritratto di una donna astuta, intelligente, efficace comunicatrice, che sapeva come fare breccia nel cuore dei sudditi.
Mentre le formidabili armate di Federico II di Prussia le sbocconcellavano il regno, e i principi tedeschi rifiutavano di mettere il suo Franz sul trono imperiale, preferendogli l’elettore di Baviera, lei fece i bagagli.
Partì per Budapest, dove si presentò all’assemblea dei nobili vestita in abito popolare ungherese, con il piccolo erede al trono Giuseppe in braccio. Una madre sola con il suo piccolo chiedeva aiuto al più battagliero (e sentimentale) dei popoli, con le lacrime agli occhi. L’Ungheria, commossa, cedette.
Era fatta: la Corona di Santo Stefano, cesellata per una testa maschile, le stava così larga che, durante il sontuoso banchetto allestito in suo onore, Maria Teresa dovette posarla davanti al piatto, tra l’ilarità generale.
Cingendo poi quella di Boemia, si lasciò sfuggire un impertinente commento in dialetto viennese: «Sembra il berretto di un pagliaccio». E così sarebbe stato per tutte le sue apparizioni in pubblico: l’umanità della madre, della moglie e della donna avrebbero sempre prevalso sulla pompa del cerimoniale.
Un atteggiamento che, paradossalmente, Maria Teresa avrebbe criticato nelle figlie e nei figli, chiedendo loro di fare il contrario, cioè di essere prima di tutto sovrani, contrastando e mettendo da parte le debolezze personali.
Il ruolo di madre è quello che Maria Teresa sapeva svolgere con maggior dedizione, sia che si trattasse di accudire i suoi amati sudditi, sia che occorresse dirigere e consigliare i figli.
In ambedue i casi si dimostrò apprensiva oltre misura, intransigente ma anche molto amorevole. I sedici figli, di cui solo dieci raggiunsero l’età adulta, vennero allevati con eguale amore e attenzione. Nulla della loro educazione fu lasciato al caso, dalla scelta del vestiario a quella del precettore.
In quest’ultimo caso va ricordato che Maria Teresa era stata allevata da una precettrice severissima, Karoline von Fuchs-Mollard, che aveva amato profondamente, tanto da riservarle l’onore della sepoltura nella Cripta dei Cappuccini, unica salma non appartenente alla casa imperiale degli Asburgo.
Figli e figlie ricevettero trattamenti diversi a seconda del carattere e delle inclinazioni personali, secondo un principio nient’affatto comune nel Settecento.
Con Giuseppe, l’erede al trono, il rapporto si fece difficile da subito: si dice che una volta Maria Teresa sia arrivata a farlo frustare, ma che poi sia corsa in camera sua con un dolce per consolarlo.
Per le femmine, pretendeva che venisse rispettato un rigorosissimo programma giornaliero redatto da lei stessa, che comprendeva pulizia personale, studio, preghiera e pochi divertimenti.
A tavola non erano ammessi capricci: Giovanna Gabriella si vide servire per giorni lo stesso pesce più volte rifiutato, dopodiché venne costretta a visitare un allevamento di trote.
Se con la vispa Maria Carolina, futura regina di Napoli, Maria Teresa mantenne sempre un rapporto di complicità, alla frivola Maria Antonietta, destinata a regnare e morire decapitata in Francia, non lesinò rimproveri e vaticini di sventura.
A Massimiliano Giuseppe, invece, fece recapitare una lettera in cui gli rimproverava il vizio di mangiarsi le unghie e di sbadigliare di continuo. Tutto questo tra una guerra da combattere, un’incoronazione da presiedere, un’ordinanza da firmare.
5. Riforme modernissime
Assicuratasi finalmente il potere e messo il marito Francesco Stefano sul trono imperiale, nel 1745, Maria Teresa iniziò a occuparsi di ogni aspetto del governo, operando vastissime riforme:
- del catasto (ognuno doveva pagare secondo l’estensione delle sue proprietà, nobili compresi),
- dell’erario (ogni regno avrebbe inviato a Vienna parte delle tasse riscosse sul territorio),
- della giustizia (un unico codice di leggi per tutti e non più piccoli tribunali locali retti da nobili e prelati corrotti),
- dell’esercito (approvvigionamento e istruzione delle truppe dovevano essere unificati in tutti i regni),
- dell’istruzione (scuola primaria obbligatoria in tutto l’impero) e
- della sanità (ospedali diretti dall’autorità centrale e scuole pubbliche per la formazione di nutrici).
Maria Teresa seguiva tutto in prima persona, arrivando a stabilire quanti abiti, e di che colore, potessero essere ordinati ogni anno da chi svolgeva incarichi pubblici. Cercò di non gravare sul popolo con tasse inutili, tanto da impegnare i suoi gioielli per reperire i fondi necessari a finanziare una campagna militare.
Con lei, per i nobili fu l’inizio di un incubo: religiosissima, devota fino al fanatismo ma per nulla succube degli uomini di Chiesa, Maria Teresa impedì ogni eccesso, arrivando a far pedinare dagli scagnozzi della Commissione della castità i membri delle famiglie più altolocate, per accertarsi che non indulgessero in atteggiamenti sconvenienti o piaceri proibiti.
I duelli vennero banditi, così come il gioco d’azzardo. In più, i nobili dovevano farsi carico del decoro esterno dei loro palazzi e pagare le tasse in base all’estensione dei propri domini.
Ma non bisogna pensare per questo che Maria Teresa fosse una donna malinconica: amava divertirsi, ballare e cantare, almeno finché la salute glielo permise. Dopo sedici travagli e qualche acciacco dovuto all’età, la sua bellezza svanì per lasciare il posto a una figura matronale che imponeva rispetto.
Per di più, era una salutista: riceveva gli ambasciatori in pieno inverno con le finestre spalancate, costringendoli a battere i denti perché il cerimoniale prevedeva che le si presentassero solo con la giacca, senza cappotto né cappello.
In politica estera, Maria Teresa non credeva nella guerra fine a se stessa, ma non si lasciò mai schiacciare i piedi da nessuno. Fece suo il motto asburgico “La guerra agli altri, tu, Austria, felice sposa”: con undici figlie e cinque figli da piazzare sui più bei troni d’Europa, il gioco le riuscì facile.
Era una donna pratica e stoica: fino a mezz’ora prima del parto stava alla scrivania, e si faceva cavare i denti guasti durante il travaglio per soffrire una volta sola.
Quando, il 29 novembre 1780, il figlio Giuseppe la aiutò a sistemare i cuscini del letto chiedendole se stesse comoda, Maria Teresa rispose tranquilla: «Per morire, anche troppo». Di lì a poco spirò, all’età di 63 anni.
Note
Tappe salienti
- 1713
L’imperatore Carlo VI redige la Prammatica Sanzione, che esclude dalla linea di successione le figlie del fratello Giuseppe in favore di Maria Teresa. Il documento viene accettato solo dopo difficili negoziati.
- 1723
A 6 anni, Maria Teresa è pronta per incontrare il suo promesso sposo, Leopoldo Clemente di Lorena. La morte di quest’ultimo sposta l’attenzione su suo fratello: Francesco Stefano.
- 12 FEBBRAIO 1736
Maria Teresa e Francesco Stefano di Lorena si sposano. Lei ha 19 anni, lui 28. Possessiva e gelosa, Maria Teresa soffrirà per tutta la vita per le infedeltà del marito, rimanendogli però sempre devota.
- 20 OTTOBRE 1740
Muore l’imperatore Carlo VI, a causa di un avvelenamento da funghi. Lo Stato ereditato da Maria Teresa (la cui ascesa al trono viene formalizzata il 22 novembre) è militarmente molto debole e prossimo alla bancarotta.
- 13 MARZO 1741
Dopo tre femmine (due delle quali morte in tenera età) nasce il primo figlio maschio di Maria Teresa, Giuseppe, destinato ad assumere il trono imperiale alla morte della madre.
- 1740-1748
Le mire espansionistiche di Federico II di Prussia portano alla guerra di successione, che si conclude con il riconoscimento del trono di Maria Teresa e del titolo imperiale del marito.
- 1756
Scoppia la Guerra dei Sette anni. Alla coalizione formata da Francia, Austria, Russia, Svezia, Sassonia, Spagna e Polonia si contrappongono Gran Bretagna e Prussia, nuova potenza europea.
- 18 AGOSTO 1765
Muore il marito di Maria Teresa, l’Imperatore Francesco I. Il primogenito Giuseppe viene eletto imperatore e assume il ruolo di co-reggente, oltre che di capo delle forze armate.