Il Nazismo o Nazionalsocialismo rientra nel fenomeno generale del fascismo, pur avendo forti specificità nazionali. Fu uno di quei movimenti politici che, sorti in Europa nella crisi della società borghese dopo la prima guerra mondiale, furono eversivi del liberalismo e si opposero al comunismo.
Il "Partito nazionalsocialista dei lavoratori" è un movimento politico sorto in Germania nella crisi dopo la prima guerra mondiale. Era caratterizzato dall'obbedienza assoluta ad un capo carismatico, il politico austriaco Adolf Hitler (1889-1945), il quale aveva un progetto politico-ideologico basato sull'idea della superiorità razziale (in senso biologico) del popolo tedesco. Questa superiorità avrebbe dovuto essere garantita attraverso l'egemonia della Germania sull'Europa e, in prospettiva, sul mondo, da raggiungersi evidentemente con una guerra aggressiva o espansionistica. Inoltre il pensiero di Hitler era caratterizzato da un antisemitismo e da un anticomunismo radicali.
Andato al governo nel gennaio 1933, il movimento nazista riuscì in breve tempo a trasformarsi in regime politico. Dopo un periodo di consolidamento scatenò una guerra per l'egemonia del mondo. Attraverso lo sterminio degli ebrei, omosessuali e zingari, malati di mente e “asociali”, l'asservimento di altri popoli e il saccheggio, il nazismo avrebbe dovuto creare una comunità razzialmente pura e libera da conflitti sociali. Invece la guerra si concluse con la sconfitta totale del nazismo e della Germania e tante vittime innocenti tra cui: 800.000 ebrei morti nei ghetti; 1.300.000 ebrei morti per le azioni degli Einsatzgruppen e fucilati; 2.700.000 assassinati nei centri di sterminio e 300.000 negli altri lager; malati di mente e progetto Eutanasia circa 78.000 vittime; Zingari tra 240.000 e 500.000 vittime; furono 100mila gli omosessuali arrestati dai nazisti tra il 1933 e il 1945 (tra questi, 15mila vennero internati nei campi di concentramento ed e' risultato dai documenti ufficiali del regime che solo 4mila furono i sopravvissuti).
Oggi vedremo 5 tra gli artefici e i protagonisti (Hitler escluso) di questa follia chiamata nazismo e che Simon Wiesenthal definì "Il nazismo è crimine, assassino, sia negli ideali che nella prassi".
"Purtroppo buona parte del nostro comportamento è ancora guidata dal cervello arcaico. Tutte le grandi tragedie, la Shoah, le guerre, il nazismo, il razzismo – sono dovute alla prevalenza della componente emotiva su quella cognitiva. E il cervello arcaico è così abile da indurci a pensare che tutto questo sia controllato dal nostro pensiero, quando non è così." Rita Levi Montalcini
1. Heinrich Himmler
Heinrich Himmler realizzò nel regime nazista un'immensa concentrazione di potere personale come capo dell'apparato repressivo interno, un apparato che agiva in maniera indipendente sia dallo stato che dal partito, fedele al solo Hitler.
Nato nel 1900, dopo la prima guerra mondiale si schierò contro la repubblica e dopo aver partecipato al fallito putsch di Monaco, si iscrisse al partito nazista. Fu in questi anni che prese forma un'ideologia razzista secondo cui il popolo tedesco era minacciato dalla razza ebraica. Per le sue doti d'organizzatore, Hitler lo nominò nel 1929 capo delle SS, che Himmler trasformò in una milizia scelta del partito, fedelissima al Führer, in cui si instillava l'ideologia della lotta fra le razze e della supremazia del popolo tedesco.
Nel 1936 Hitler lo nominò "capo delle SS e della polizia", responsabile solo verso il Führer e indipendente dalla stato. In questo modo i capi nazisti potevano usare contro i loro avversari la violenza statale senza controllo legale. La nomina sanciva la fusione di fatto tra l'intera polizia, politica e giudiziaria, e le SS. Nel 1938 aiuto Hitler a sbarazzarsi dei generali che si opponevano alla sua politica estera, mentre dopo la "notte dei cristalli" le SS (e Himmler) ottennero il monopolio della politica antiebraica.
Già nell'inverno del 1941 Himmler ottenne l'incarico da Hitler di realizzare lo sterminio degli ebrei, che dal 1942 vennero deportati in un sistema di campi di sterminio sotto la cura diretta del capo delle SS. La creazione dei campi di sterminio, che si aggiungevano ai campi di concentramento, ha dato potere e ricchezza all'organizzazione di Himmler: enormi ricchezze furono accumulate con la spoliazione delle vittime dei loro beni e con il lavoro forzato. Nel 1943 venne nominato ministro dell' Interno del Reich e venne classificato come uno degli uomini più importanti della Germania nazista.
Il folle progetto di Himmler era quello di fare dei suoi uomini un ordine supremo di soldati dal sangue puro, destinato a rinverdire il mito degli antichi eroi templari e a far rispettare, nei confronti delle razze inferiori, la sacra legge degli ariani dominatori. Sì suicidò il 20 Aprile 1945 (proprio in occasione del compleanno del Führer), usando una capsula di cianuro che aveva tra i denti.
2. Hermann Wilhelm Göring
Göring fu il fedelissimo che aiutò Hitler ad assumere il controllo diretto nell'economia e nel settore militare soppiantando la classe dirigente conservatrice. Nato nel 1893 in Baviera da una famiglia altolocata, partecipò alla grande guerra come aviatore, diventando un eroe di guerra.
Nel 1922, avvicinandosi a Hitler, fu nominato comandante delle SA (abbreviazione di Sturmabteilung che significa «squadre d'assalto»). Dopo il gennaio 1933, Göring fu nominato ministro degli Interni della Prussia, capo della polizia e della Gestapo, una sua invenzione. Era determinatissimo nel fare assumere ai nazisti il controllo del Land tedesco usando la violenza contro gli oppositori. Nel conflitto fra i gerarchi nazisti per ottenere il favore di Hitler, Göring si alleò con Himmler, insieme al quale, nel 1934 convinse Hitler a eliminare i capi delle SA.
Nel 1936 Göring venne incaricato del Piano quadriennale, che doveva creare un'economia autosufficiente di guerra, e divenne capo di un'enorme apparato politico-economico con cui condizionare le imprese tedesche. Dopo la "notte dei cristalli" ottenne anche la competenza sulla spoliazione dei patrimoni degli ebrei. La sua sconfitta nella battaglia di Inghilterra segnò il declino del favore di Hitler. In declino anche psicofisico, Göring non partecipò più ai conflitti di potere, dedicandosi a una vita sfarzosa e stravagante.
Tuttavia, Hitler che lo aveva designato suo delfino, continuò a proteggerlo fino a quando, nel gennaio 1945, Göring si schierò apertamente contro il Führer, dichiarando di volerlo sostituire. Fu punito con la destituzione da tutte le cariche. Catturato dagli americani, a Norimberga fu uno dei pochi leader nazisti a rivendicare il proprio passato. Condannato a morte, si suicidò prima dell'esecuzione il 15 ottobre 1946.
3. Le SS
L'apparato delle SS era diviso in più organizzazioni autonome, tutte facenti capo alla persona di Himmler. La polizia di sicurezza (polizia politica e polizia giudiziaria) e lo spionaggio venivano coordinati dall'Ufficio centrale di sicurezza del Reich, istituito nel 1939 e diretto da Reinhard Heydrich fino alla sua morte, per mano di un commando della resistenza ceca, nel 1942. Di quest'organizzazione facevano parte, tra l'altro, la Gestapo (la polizia politica) e il Sicherheitsdients (il servizio informazioni), che operavano anche all'estero.
Ebbero un ruolo gravissimo nella deportazione e dello sterminio degli ebrei in tutto l'Europa. I campi di concentramento erano sorvegliati da unità speciali delle SS, le cosiddette "Teste di morto". Anche le unità militari dell SS, chiamate dal 1942 Waffen-SS, erano un'organizzazione autonoma. Le SS si concepivano come i migliori seguaci di Hitler e il presupposto della loro funzione era la loro qualità di aristocrazia razziale. Nell'ideologia delle SS come principali realizzatori della supremazia della razza tedesca, il compito della distruzione dei "diversi" era strettamente connesso a quello della selezione e riproduzione della razza.
Le SS dovevano essere un'élite in grado di eseguire missioni come l'eliminazione di donne e bambini "nemici del popolo tedesco", che richiedevano la piena obbedienza e mettevano a dura prova la resistenza psicofisica degli uomini. La centralità politico-ideologica delle SS nel sistema nazista deriva dal fatto che questo corpo realizzava quella coincidenza tra la creazione di un'élite razziale e la separazione e la distruzione di elementi "diversi" che era alla base non solo della teoria, ma della stessa pratica del potere nazista.
Le SS furono il macabro emblema di una folle ideologia che aveva fatto dell’odio razziale, della violenza, della furia xenofoba, la sue stessa ragione di esistere.
4. I generali
I generali erano una componente importantissima nell'alleanza tra Hitler e la classe dirigente conservatrice tedesca su cui il nazismo basò all'inizio il suo potere. L'esercito restò infatti per vario tempo l'unica forza in grado di abbattere il nazismo.
Durante la repubblica, i generali, che costituivano una compatta casta sociale, mantennero l'aspirazione a un ruolo politico: di fronte al successo elettorale di Hitler pensarono che l'alleanza con il nazismo avrebbe permesso loro di esercitare questo ruolo. Una volta al governo, Hitler rassicurò l'esercito sulla sua indipendenza. Ai capi militari, Hitler promise l'egemonia europea e che l'esercito avrebbe mantenuto un ruolo politico come "seconda colonna della nazione" assieme al nazismo.
L'alleanza fu consolidata nel 1934 (alla morte del generale Hindenburg gli ufficiali giurarono fedeltà a Hitler). Alla fine degli anni 30, però, sorsero dei dissensi in quanto i capi militari non intendevano rischiare una guerra con le potenze occidentali. E così Hitler, nel 1938 decise di eliminare ogni oppositore e da allora i generali si trasformarono, da casta politica indipendente, in un gruppo professionale al servizio del nazismo, di cui condividevano gli obiettivi di egemonia mondiale della Germania.
La fronda di alcuni non ebbe efficacia politica. E le forze armate parteciparono alla guerra di sterminio voluta da Hitler. E anche quando la guerra volse al peggio, dai generali non venne alcuna opposizione contro Hitler e solo pochi individui parteciparono al tentato colpo di stato del 20 luglio 1944.
5. I Gauleiter
I Gauleiter erano i capi regionali del partito nazista. A loro Hitler lasciò sempre molta autonomia in modo da poter utilizzare questi suoi fedelissimi come sua base di potere personale anche contro gli altri apparati del regime. Già prima del 1933 Hitler lasciò molta autonomia ai capi che erano in grado di dominare alcune aree del paese ed espandere i consensi e le adesioni al partito; l'unica condizione era il riconoscimento della sua autorità assoluta.
Dopo il 1933 i Gauleiter vennero usati per accentrare il potere nei diversi Länder (gli stati federati della Germania) nelle mani dei nazisti: i Gauleiter più importanti furono nominati governatori dei Länder. Molti occuparono, inoltre, cariche statali. Anche dopo il rafforzamento del governo centrale, Hitler lasciò lo stesso molta autonomia ai Gauleiter, che avevano un potere consistente attraverso la loro posizione nel partito e dipendevano direttamente dal Führer (in tedesco significa "capo" o "guida", ed era un titolo che Adolf Hitler assegnò a se stesso per legge) e non dal governo o dalla direzione del partito.
I Gauleiter più indipendenti appartenevano comunque alla generazione dei cosiddetti "vecchi combattenti", mentre quelli nominati durante la guerra erano essenzialmente dei funzionari di partito. Con la guerra Hitler aumentò ancora i poteri dei Gauleiter affidando a molti di loro i governatori dei territori orientali. Con le loro iniziative dettero impulso alla radicalizzazione della politica antiebraica. In generale Hitler non intervenne mai per punire inefficienze e corruzioni dei Gauleiter, almeno finché durava la loro fedeltà.