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I pianeti più strani e incredibili della nostra galassia

Mondi d’acqua o di diamante. Altri vaporizzati dalla propria stella, simili a comete o, addirittura, con tre soli che brillano nel cielo.

Il campionario dei pianeti extrasolari che continuano a essere scoperti a ritmo battente è quantomai vario e ricco di situazioni singolari.

Il primo pianeta fuori dal Sistema solare fu identificato 25 anni fa, in orbita attorno a una pulsar, una stella ipercompatta di neutroni che ruota velocemente su se stessa.

Poi, nel 1995, fu la volta del primo legato a una stella simile al Sole: 51 Pegasi. Da quel momento, le scoperte si sono susseguite a un ritmo vertiginoso, e adesso i pianeti extrasolari confermati si avvicinano a quota 4.000.

Di essi, oltre la metà è stata scoperta dal telescopio spaziale Kepler, lanciato dalla Nasa nel 2009 proprio per individuare possibili gemelli del nostro pianeta. Ma la maggior parte dei nuovi mondi è invece molto diversa dalla Terra.

Questa è una piccola guida ai 7 pianeti più strani. E chissà che un giorno non possa essere sfogliata da viaggiatori interplanetari in cerca di spettacoli naturali da emozioni forti.

Oggi faremo un viaggio verso i pianeti più strani e incredibili della nostra galassia. Completamente diversi da quelli del Sistema solare.

1. 55 Cancri-e e Kepler-432b

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  • 55 Cancri-e - Un cuore di diamante
    A 40 anni luce da noi, nella costellazione del Cancro, si trova una stella simile al Sole, 55 Cancri A, attorno alla quale orbitano cinque pianeti (e una stella compagna, 55 Cancri B).
    Uno di questi, 55 Cancri-e, con un diametro doppio rispetto al nostro e una massa quasi nove volte maggiore, è stato il primo a venire considerato una “super Terra” (cioè roccioso come il nostro, ma più grande).
    Ma la somiglianza finisce qui. Già, perché secondo alcuni astronomi il pianeta è composto essenzialmente di carbonio.
    E molto di questo carbonio, nelle condizioni di temperatura e pressione che si trovano al suo interno, sarebbe nella sua forma più nobile, quella del diamante.
    In pratica ci troveremmo di fronte a un’enorme pietra preziosa spaziale. Che tuttavia ha riservato altre sorprese.
    55 Cancri-e è stato infatti il primo pianeta di cui è stato possibile analizzare l’atmosfera che, secondo uno studio recentissimo, sarebbe simile a quella della Terra, anche se molto più spessa e calda.
    Non solo: la sua superficie potrebbe essere avvolta da lava incandescente. Insomma: il diamante è sicuramente in cassaforte.

 

 

  • Kepler-432b - Il pianeta vaporizzato
    Osservando cosa accade a Kepler-432b, possiamo farci un’idea di quello che sarà il destino del nostro pianeta.
    Fra 5 miliardi di anni il Sole, esaurito l’idrogeno nel nucleo e terminata così la fusione termonucleare di quell’elemento, inizierà a fondere elio, diventando una gigante rossa.
    In quella fase i suoi strati esterni si espanderanno tanto da lambire l’orbita della Terra, che quindi non sarà più abitabile.
    Ecco: Kepler-432b si trova appunto a orbitare attorno a una gigante rossa.
    La sua stella, Kepler-432 A, che fa parte di un sistema binario a circa 9.000 anni luce da noi in direzione della costellazione del Cigno, ha anche iniziato il percorso che, dopo la fase di espansione a gigante rossa, la porterà a diventare una nana bianca.
    Ma nel frattempo, in circa 200 milioni di anni, stimano gli astronomi, il pianeta Kepler-432b sarà via via rallentato nella sua orbita per finire “assorbito” e infine vaporizzato dall’atmosfera della stella.

    Chissà se, quando lo stesso destino toccherà alla Terra (tra miliardi di anni), i nostri pronipoti avranno trovato il modo di fuggire in tempo!

2. PSO J318.5-22 e GJ 1214b

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  • PSO J318.5-22 - Solitario nello spazio
    Quando si parla di pianeti, si immaginano in orbita attorno a una stella. Ma non sempre è così. Capita infatti che alcuni si trovino a vagare nello spazio.
    «I pianeti solitari sono stati espulsi dalle loro orbite», racconta Elisabeth Adams, astronoma del Planetary Science Institute di Tucson, in Arizona, impegnata nella caccia agli esopianeti con il telescopio spaziale Kepler, «e ora vagano liberamente, al di fuori di qualsiasi percorso preciso».
    Difficili da trovare, ma non impossibili: fra questi, c’è PSO J318.5-22, sei volte la massa di Giove, isolato, ma abbastanza caldo da poter essere osservato direttamente.
    Si trova a circa 80 anni luce da noi, nella costellazione australe del Pittore.
    Non si conoscono molti di questi oggetti, chiamati anche “pianeti interstellari”, ma con telescopi sempre più potenti sarà più facile scovarli.
    «Alcune teorie sulla formazione dei pianeti prevedono che la maggior parte di essi, formati o allo stadio di protopianeti, sia “espulsa” dai propri sistemi. Noi, con la Terra, siamo fortunati a essere ancora al nostro posto», conclude la Adams.

 

 

  • GJ 1214b - Acqua senza fine
    Uno degli aspetti più affascinanti dello studio dei pianeti extrasolari è tentare di capire se sono solidi o gassosi, qual è la loro composizione, se hanno un’atmosfera, se possono ospitare la vita.
    E per questo dobbiamo cercare su di essi qualcosa di interessante dal punto di vista biologico, come acqua, ossigeno, clorofilla.
    L’acqua, in effetti, è una delle molecole più ricercate, perché senza essa la vita sulla Terra non sarebbe nata.
    Ma sul pianeta GJ 1214b – in orbita attorno a una nana rossa distante 42 anni luce da noi in direzione della costellazione di Ofiuco – sembra essercene molta più di quanta ne abbiamo dalle nostre parti.
    Classificato come una super Terra, secondo alcuni modelli GJ 1214b potrebbe essere completamente avvolto da un profondissimo oceano di acqua liquida sovrastato da una spessa atmosfera.

3. K2-22b - Quasi una cometa

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Ci sono pianeti ancora più sfortunati di Kepler-432b: sono quelli in disintegrazione.

Come spiega Elisabeth Adams, del Planetary Science Institute: «Sono così vicini alla loro stella da essere spogliati della loro atmosfera e, in alcuni casi, addirittura delle rocce superficiali. Nel giro di alcuni milioni di anni, di loro non resterà più niente».

Tra questi, il caso più eclatante è K2-22b, a oltre 730 anni luce da noi, nella costellazione del Leone.

Ha un periodo orbitale poco superiore a 9 ore, quindi si muove velocissimo attorno alla sua stella e a distanza molto ravvicinata: è 45 volte più vicino di quanto sia Mercurio al Sole.

Ecco perché gli astronomi hanno notato che si comporta quasi come una cometa, con una lunga coda di polvere che non solo lo segue, ma lo precede.

Materiale che la stella gli sta strappando, fino a quando non lo avrà disintegrato del tutto.

4. 16 Cygni Bb - Il pianeta con tre soli

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I fan della saga di Guerre Stellari sanno bene che la famiglia Skywalker (Anakin e suo figlio Luke) è originaria del pianeta Tatooine, che ha la particolarità di orbitare attorno a un sistema binario.

Ma il tramonto con due stelle non esiste solo nella fantascienza.

Anzi, in natura sono stati scoperti anche pianeti appartenenti a sistemi tripli.

E questo è il caso di 16 Cygni Bb, un pianeta poco più grande di Giove orbitante attorno alla seconda stella (componente B) di un sistema con tre astri.

Distante da noi meno di 70 anni luce, in direzione del Cigno, ha un periodo di rivoluzione di 799 giorni, garantendo agli ipotetici visitatori albe e tramonti mozzafiato... ma anche albe e tramonti in contemporanea!

 





5. 2MASS J2126-8140 - Dove l’anno è più lungo

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Difficile che sia abitato.

Ma se lo fosse, i suoi abitanti probabilmente non si accorgerebbero nemmeno di muoversi attorno a una stella, tanto questa si trova distante dal pianeta.

Si tratta del gigante gassoso 2MASS J2126-8140, che ha una massa pari a circa 13 volte quella del nostro Giove e che si trova a orbitare alla ragguardevole distanza di quasi 700 miliardi di chilometri dalla nana rossa TYC 9486-927- 1: qualcosa come 4.500 volte la distanza che separa la Terra dal Sole.

Con un’orbita così ampia – la più estesa trovata finora – 2MASS J2126-8140 compie un giro completo attorno alla propria stella, che vista da quella distanza può addirittura essere confusa con le altre del cielo, in circa 900.000 anni terrestri.

Insomma, il suo anno è di quasi un milione dei nostri.

 








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