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Rosso: un colore dai tanti significati

Fin dall’antichità i colori furono utilizzati per il loro potere magico-religioso e in ogni civiltà scandivano i momenti più importanti della vita comunitaria.

Per la cultura egizia nel momento della creazione l’uno divino si divise in varie qualità, ognuna delle quali era connotata da un determinato colore.

L’essenza di queste qualità si trova in tutte le cose create accomunate da uno specifico colore.

Ad esempio, la luminosità del giorno e le spighe di grano maturo sono partecipi della medesima qualità archetipale, che è simboleggiata dal giallo.

Il colore ha tre attributi principali:
–  tinta: corrisponde a una particolare lunghezza d’onda dello spettro visibile ed è la tonalità che l’occhio percepisce, la definizione qualitativa del colore: verde, giallo, blu, ecc.;
–  saturazione: è la concentrazione della tinta, più è pura e più è satura;
–  luminosità: è la cupezza o chiarezza di un dato colore.

E’ bene ricordare, infine, la distinzione tra:
–  i colori primari della luce, sono quelli che l’occhio percepisce e da cui scaturiscono tutti gli altri e le sfumature (rosso, verde e viola);
–  i colori chimici primari, o pigmenti, sono quelli che utilizza il pittore e si identificano con le materie colorate con cui si dipinge (che sono giallo, rosso, blu).

I colori primari o puri sono colori che non possono essere formati dall’abbinamento con altri colori, ma sono indispensabili per formare tutti gli altri e sono il giallo, il rosso e il blu.

Oggi parleremo del rosso, un colore dai tanti significati. Uno dei colori che più colpiscono l’immaginazione e che si nota maggiormente, anche perché è poco presente in natura..

1. Rosso sinonimo di colore

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Fin dall’antichità e per molto tempo il termine rosso è stato sinonimo di colore.

Infatti le parole utilizzate per indicare rosso e colore sono simili in molte lingue: il latino coloratus significa sia “rosso” che “colorato” e anche lo spagnolo colorado ha la stessa accezione.

La parola russa krosuoi significa sia rosso che bello. La tonalità rossa indicava varie sfumature che andavano dall’arancio al violaceo. La miniatura deve il suo nome al colore rosso che veniva utilizzato per realizzarla: il minio, appunto.

Il rosso è uno dei colori che più colpiscono l’immaginazione e che si nota maggiormente, anche perché è poco presente in natura.

In Occidente è sinonimo di potere, specialmente se accostato all’autorevole nero. La simbologia poi lo vede abbinato al fuoco e al sangue.

È uno dei colori nei quali i due poli (positivo e negativo) si osservano più chiaramente: il fuoco dello Spirito Santo e le fiamme dell’inferno, il sangue di nostro Signore donato per la salvezza del mondo e il sangue versato in crimini atroci per l’annientamento dell’altro.

Il colore rosso è poi legato anche all’amore, alla passione: fino al XIX secolo sia le prostitute che le spose erano vestite di rosso.

Le prime perché dovevano essere ben riconoscibili e accendere i sensi, le seconde perché generalmente il vestito buono della festa era di questo colore.

2. Rosso: spirito e fuoco

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Il rosso è il centro vitale del nero. Dal caos dell’inconscio inizia a pulsare la vita, si origina lo spirito, il rosso.

Lo spirito entra nella materia e la anima. Il rosso diventa così il colore della manifestazione vitale, della scintilla che dà l’avvio al processo di consapevolezza.

Rappresenta lo spirito divino che scende nell’uomo e accende la sua fiammella vitale. Spirito e fuoco sono simboli associati al rosso e la parola che li accomuna è “trasformazione”.

Nelle antiche civiltà i signori del fuoco furono in principio i vasai, che creavano gli oggetti dalla terra

In seguito questo potere passò nelle mani dei fabbri che, grazie alla padronanza del fuoco, riuscivano a forgiare i metalli più duri, in ultimo passò agli sciamani che, attraverso la purificazione e la trasformazione del fuoco, potevano accedere al mondo dello spirito.

Grazie al potere del fuoco per l’umanità si sono aperte possibilità fino ad allora impensabili: scaldarsi, difendersi dagli animali, illuminare la notte, cucinare.

3. Simbologia

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Guardare il rosso trasmette una sensazione di energia che non è solo apparente ma investe l’intero organismo, dando una scossa di eccitazione alle attività vitali.

  • È il movimento espansivo, la tensione verso l’esterno; questa stimolazione sensoriale fa sì che sia associato agli istinti.
  • È il colore degli appetiti e della voracità; le manifestazioni non possono essere composte e pacate, i sentimenti sono vivaci e a volte eccessivi.
  • Il rosso è dinamismo, intensità, vigore, potenza. Il rosso trasmette il desiderio di fare nuove esperienze, di muoversi, di entusiasmarsi.
  • È il colore preferito dai bambini proprio perché rispecchia la loro straordinaria energia.
  • Ma rappresenta anche la rabbia, l’ira, la gelosia, un’aggressività che si può manifestare sia fisicamente che verbalmente.
  • Il rosso è il condottiero che sbaraglia gli avversari o il leader che gestisce uomini e potere.
  • Il rosso è il colore della nascita della vita, non in senso materno e accogliente, ma grazie alla forza fecondante maschile.
  • È l’eros visto come partecipazione, coesione delle parti. Non si dimentichi che nel rosso nasce la dualità quindi anche la tensione a tornare uno. Eros, il dio greco dell’amore, è una forza potente e profonda, un’energia che permette di creare una relazione salda, di procreare; a questa forza si deve il trasporto fisico, la sensualità, la passione erotica e sessuale.
  • Il rosso simboleggia anche la prostituzione e la pulsione erotica fine a se stessa, come nei film a “luci rosse”.
  • Il rosso è una fiamma ardente che simboleggia l’amore fisico, come quello spirituale: nelle loro visioni mistiche le sante parlano di immagini relative al fuoco dello splendente amore di Dio. Il cuore è la sede “fisica” dell’amore è la pompa del sangue e della vita: amare qualcuno con tutto il cuore significa amarlo incondizionatamente e per sempre.

4. Rosso e spiritualità

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Il rosso è poi il colore dei maestri dello spirito che accompagnano l’adepto nel suo percorso iniziatico; ad esempio, Virgilio, la guida di Dante nei gironi infernali indossa una tunica rossa.

Siamo nella fase in cui l’Io inizia a prendere coscienza del Sé.

Dagli abissi del nero emergono in superficie le nostre istanze più profonde per il loro riconoscimento e l’integrazione nella nostra realtà.

Il rosso è anche il colore della potenza e dei potenti: a partire dalle popolazioni più antiche gli uomini di alto rango (sia laici che religiosi) indossavano abiti di questo colore per dare un segno della loro regalità e magnificenza (il rosso era uno dei colori più costosi).

Un altro binomio dal quale non si può prescindere è l’abbinamento con il sangue, che per secoli fu ritenuto la principale fonte vitale.

In molte religioni arcaiche l’impasto che avrebbe dato inizio alla vita sarebbe stato costituito da sangue mescolato a terra, un impasto che sarebbe servito alle divinità per plasmare uomini e animali.

Nella religione ebraica si trovano termini come adamah (terra), adam (uomo), adom (rosso) che hanno tutti la stessa radice: dam che significa “sangue”.

Negli antichi rituali il sangue e il vino erano portatori di magiche virtù, non ultima quella di donare l’ebbrezza necessaria per liberare gli istinti.

Si credeva inoltre che lo spargimento di sangue sulla terra la rendesse vitale e fertile. Il sangue e il vino servivano anche per sfamare e rendere indulgenti le divinità e gli abitanti del mondo ultraterreno.

Nei riti dedicati a Dioniso bere del vino significava bere il sangue del dio; così come nel rito cattolico dell’eucaristia si consumano il corpo e il sangue di Cristo, rappresentando la vita nella sua accezione più ampia: l’immortalità.

Si osservi come la nascita di Gesù venga celebrata la notte di Natale, il cui colore distintivo è appunto il rosso.



5. Il rosso simboleggia tutte le pulsioni vitali

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Uno degli elementi in cui si manifesta il rosso è il fuoco, che porta alla trasformazione, all’illuminazione, all’incontro con lo spirito.

Ma chi non riesce a mantenere la fiamma alla giusta distanza rischia di bruciarsi.

Gli archetipi sono bipolari: il rosso non fa eccezione e quindi alle più alte vette dello spirito fanno da contraltare le espressioni più luride e abiette.

Il rosso simboleggia tutte le pulsioni vitali, nel bene e nel male: la gioia, la passione, l’energia, la forza, gli appetiti di ogni tipo.

Tutte emozioni che possono trasformarsi nelle componenti ostili e violente della psiche: la crudeltà, la carneficina, la collera, il furore, la rabbia, l’aggressività.

Anche in questo caso, come nel nero, c’è la voglia di distruggere gli altri o se stessi; mentre nel nero è un atto di volontà, nel rosso è un atto travolgente di emozioni estreme.

Generalmente tutti gli dei della guerra sono contrassegnati dal rosso (Marte per i greci, Seth per gli egizi, ecc.).

Non è un caso che tutti i moti di ostilità e di rivolta siano stati contrassegnati da questo colore: rivoluzione francese, garibaldini, rivoluzione comunista, fino a sfociare nel terrorismo delle brigate rosse.

Come scrive Claudio Widmann ne Il simbolismo dei colori: “Il rosso si manifesta in forme positive (calore, passione, entusiasmo, amore, ecc.) e in forme negative (potenza, distruzione, aggressività, odio, spargimento di sangue). Al polo inferiore dell’archetipo condensa energie aggressive, violente, a valenza necrofila e antagoniste alla vita; al polo superiore esso catalizza energie creative e feconde, orientate alla vita, alla sessualità, alla fecondità dell’eros”.






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