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Tatuaggi: storia ed evoluzione

Un tatuaggio può essere davvero tutto: un pensiero, una prova, un credo, un simbolo di alcuni riti di passaggio, un marchio distintivo di un gruppo, un ricordo che non vogliamo cancellare dalla nostra mente e dalla nostra vita…

Ed anche un metodo per allontanare il male, a detta di alcuni. Ogni persona ed ogni cultura ha le sue ragioni, i suoi credi e le sue speranze… e queste sono solo una manciata di esse.

Ognuno può certamente anche avere i suoi significati personali attaccati ai propri tatuaggi.

Il tatuaggio è un’arte alla quale oramai è difficile dare un’età precisa. Da quando la razza umana ha avuto la capacità di marcare la pelle, ha preso il via dell’evoluzione, partendo dalle prime metodologie e disegni, fino ad arrivare ai dettagli ed ai metodi tecnologici di oggi.

C’è un’ideologia di fondo che accomuna praticamente tutte le forme del tatuaggio: queste creazioni della pelle hanno tutte un significato fondamentale per l’individuo o per un gruppo. Il significato è la chiave di ogni disegno. Il tatuaggio in generale è visto e praticato da un assortimento di persone provenienti da ogni parte del mondo, e da uomini e donne di tutte le età. Nella società spesso si sente il bisogno di fermarsi e sentirsi affascinanti o misteriosi, ed il tatuaggio è solitamente un tratto intrigante di ognuna di queste persone, anche se non è solo questo.

Ci sono tante tappe e tanti segreti dietro questo mondo a parte. Gli esperti sono riusciti ad individuarne alcuni nella lontana preistoria. Questa fantastica arte, quindi, risale a migliaia di anni fa (sono stati trovati dei resti umani con tali marcature, risalenti al Neolitico) ed ha una lunga storia di cui parleremo oggi.

Sia che sia un tatuaggio piccolo o un grande tatuaggio Maori, è sempre un elemento distintivo del nostro corpo e della nostra personaltà.

A chi è affascinato dal meraviglioso mondo dei tatuaggi e ha intenzione di approfondire le sue conoscenze sull’argomento, consigliamo la lettura del bellissimo libro “Tatuaggi: Storia, stili e miti di un’arte millenaria (tatuaggi, tatuaggi maori,tatuaggi tribali,tatuaggi scritte,disegni tatuaggi,tatuaggi giapponesi) di Alessandro Vigini e Alessandro Veri. Buona lettura.

 

1. La parola "Tatuaggio"

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La parola "Tatuaggio", quella che oggi conosciamo molto bene, definisce da una vasta gamma di stili e illustrazioni culturali e non, creati in modo da rimanere permanenti all'interno di alcuni strati della nostra pelle.

È stata una pratica costante nel corso dei secoli attuata da diverse civiltà. Un tatuaggio ha sempre avuto vari significati e diverse associazioni in base alla persona che lo “indossa”.

Oggi, che sono diventati più comuni e parte della moderna tradizione hanno invece più spesso dei significati soggettivi.

Questa arte proviene da una tradizione che si è evoluta non solo in popolarità e creatività, ma anche per quanto riguarda la metodologia e le attrezzature utilizzare.

Ma iniziamo invece da quella che è la vera ed unica etimologia che dà origine a questo settore artistico. La parola tatuaggio deriva dal tahitiano "tatu" che significa "segnare qualcosa".  

Ma da dove è nato? Com’è nato e quali sono stati gli scopi per il quale è stato creato originariamente?

Si sostiene che il tatuaggio esista da 12 mila anni prima della nascita di Cristo. Lo scopo di questa marcatura varia da cultura a cultura, così come il suo posto nel corpo e quello sulla linea del tempo.

Ma ci sono elementi comuni che prevalgono per quanto riguarda le prove concrete dei primi tatuaggi della storia che, ad esempio, possono essere trovati in Egitto e sono risalenti al periodo della costruzione delle grandi piramidi (anche se senza dubbio iniziato tutto molto prima).

Un team di scienziati di Londra, infatti, ha effettuato una scansione ad alta tecnologia su otto mummie egizie del British Museum.

Oltre a scoprire informazioni interessanti su di loro in vari ambiti, hanno scoperto che una delle mummie femminili ha un tatuaggio che simboleggia sulla sua coscia l’Arcangelo Michele. Questo già ci dice molte cose sulla nascita di questa arte.

Tuttavia, anche l’Iceman Ötzi, che dovrebbe essere vissuto nell'Età del Rame ed i cui resti congelati sono stati trovati dagli scienziati nel 1991.

La sua parte bassa della schiena, caviglie, ginocchia, e un piede sono stati segnati con una serie di piccole linee, aveva dei tatuaggi. Si sostiene che quest’arte, in quel periodo, venisse utilizzata come trattamento medico per ridurre il dolore.

2. Seguendo la storia del tatuaggio

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Seguendo la storia per come è stata ricostruita, anche se a tratti, possiamo dire che quando gli Egiziani ampliarono il loro impero, l'arte del tatuaggio si diffuse insieme al loro potere.

Le civiltà di Creta, Grecia, Persia, Arabia e non solo, raccolsero ed ampliato questa forma d'arte al loro modo. Intorno al 2000 A.C. il tatuaggio si diffuse anche in Cina…

Ma soffermiamoci un po’ sui vari popoli per capire ancor più a fondo l’evoluzione dei tatuaggi.

I Greci usavano il tatuaggio per la comunicazione tra spie. Sembra strano a dirsi, ma era proprio così. Si trattava di marcature che andavano ad identificare coloro che agivano come spie e avevano mostrato il loro rango.

I Romani hanno segnato con i tatuaggi i criminali e gli schiavi. Però, nel corso del tempo, i loro atteggiamenti verso i tatuaggi cambiarono: iniziarono ad utilizzarli come un segno di ferocia nei confronti dei loro nemici. I medici romani perfezionarono sia l'arte di applicazione del disegno, che quella della rimozione.

Durante le Crociate dei secoli 11 e 12, i guerrieri si identificavano con il segno della croce Gerusalemme in modo che potessero ricevere una degna sepoltura cristiana in caso di morte in battaglia. In seguito, con il “proliferare” di questa arte le cose continuarono a cambiare.

Il popolo Ainu dell'Asia occidentale, ad esempio usava il tatuaggio per comunicare lo stato sociale. Le ragazze annunciavano con questo tipo di marcatura il loro posto nella società, così come le donne sposate.

Nel Borneo, addirittura erano le donne i tatuatori. Era una tradizione culturale. Creavano disegni che indicavano il ceto sociale e la tribù a cui apparteneva ogni persona.

I guerrieri Dayak avevano dei  tatuaggi sulle loro mani che indicavano che loro avevo "preso una testa". Esattamente, la tagliavano e…  questi  tatuaggi erano un segno distintivo che permetteva loro di ottenere rispetto e di assicurarsi lo stato di “proprietari” per la vita.

Le donne Kayan (tribù nel nord della Thailandia) avevano delicati tatuaggi sul braccio che sembravano guanti di pizzo. Sicuramente le avrete viste con i loro anelli al collo che sembrano l’unica caratteristica principale, invece anche i tatuaggi lo erano, dopo che erano entrati a far parte della loro cultura.

Senza spostarci troppo nel tempo, anche i polinesiani avevo creato dei tatuaggi tribali per segnare le comunità, le famiglie e il rango. Avevano anche portato la loro arte in Nuova Zelanda, sviluppando successivamente uno stile di tatuaggio facciale chiamato Moko, che è ancora in uso oggi.

3. Ancora seguendo la storia

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Nella storia del tatuaggio spuntano anche le famose tribù americane: Maya, Incas e Aztechi.

Ci sono prove che queste persone usavano i tatuaggi nei rituali e nella vita, come puoi vedere nell’immagine sottostante.

Anche le tribù isolate in Alaska praticavano il tatuaggio e anche il loro stile indicava che avevano appreso la tecnica dalla tribù degli Ainu.

In Occidente, i primi britannici utilizzavano quest’arte sfoggiandola durante le cerimonie. I danesi, norvegesi e i Sassoni si tatuavano gli stemmi di famiglia (questa tradizione è praticata ancora oggi).

Potremo fare molti altri esempi ma, come dicevo, tuttavia non abbiamo tantissime prove che possano creare una linea ben definita nel tempo. Ad ogni modo sappiamo che, come in tutte le grandi storie ci sono crisi, problemi e/o ostacoli importanti, anche nella storia del tatuaggio c’è stato più di un blocco.

Nel 787 D.C., il Papa Adriano decise di vietare tatuaggio. Quest’arte prosperava ancora in Gran Bretagna fino alla invasione normanna del 1066 nella quale i Normanni disdegnarono completamente il tatuaggio.

Questi blocchi temporali e temporanei portarono alla scomparsa del tatuaggio dalla cultura occidentale dal 12° al 16° secolo.

Mentre il tatuaggio aveva avuto il suo stop in occidente, continuava invece a proliferare in Giappone. In un primo momento, in questi luoghi, i tatuaggi venivano usati solo per contrassegnare i criminali.

Il primo reato veniva segnato con una linea sulla fronte. Il secondo reato era rappresentato con l'aggiunta di un arco. Il terzo reato era segnalato da un'altra linea. Insieme, questi marchi hanno formato in seguito il carattere giapponese che sta per "cane".

Con il tempo, i giapponesi videro un evoluzione completa del tatuaggio che diventò finalmente una forma d'arte estetica. Come risultato di questo, la classe media iniziava ad adornarsi di elaborati tatuaggi fino anche ad ottenerne il corpo pieno.

Una persona molto tatuata con indosso solo un perizoma era considerata addirittura ben vestita, ma ovviamente solo nella privacy della propria casa.

William Dampier fu il responsabile della re-introduzione del tatuaggio nell’ovest. Era un marinaio ed esploratore che viaggiò per i mari del sud. Nel 1691 portò a Londra un polinesiano pesantemente tatuato, riconosciuto poi come il “Prince Jeoly”.

Questa persona venne addirittura  messa in mostra a scopo di lucro e divenne momentaneamente la rabbia di molti londinesi.

4. Evoluzioni in materia tecnica

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Il tempo passò e si calmarono le acque e, per un breve periodo, il tatuaggio divenne una moda.

In base a questo, ovviamente, dovevano esserci altre evoluzioni in materia tecnica.

Iniziarono così a venire perfezionate le tecniche di quest’arte che diventava sempre più diffusa e la sua procedura era lenta e scrupolosa: ogni puntura della pelle veniva effettuata a mano con l'inchiostro da applicare.

Naturalmente non bastava, era una procedura difficile e molto più dolorosa di quanto lo è ancora oggi. Nel 1891, Samuel O'Reilly, nella foto (noto tatuatore di New York,) brevettò così la prima macchina elettrica per tatuaggi.

Praticamente si trattava di un progetto che presentava una penna elettrica (partendo da un’invenzione di Edison), che inizialmente perforava solo carta. Partì da un disegno di base con bobine mobili, un tubo e una barra ago, che alla fine sono i componenti della pistola per i tatuaggi che utilizziamo oggi.

La macchina del tatuaggio elettrico permetteva a chiunque di ottenere un tatuaggio a prezzi ragionevoli ed era prontamente disponibile per ogni cliente. Tuttavia, così come una persona di ceto medio avrebbe potuto pensare facilmente a farsi tatuare, le classi sociali superiori si mantenevano molto lontane da questa arte.

Così, con la fine del secolo, il tatuaggio aveva perso di nuovo molta credibilità. I tatuatori lavoravano in particolari zone delle città e le persone molto tatuate solitamente facevano parte dei circhi, come ad esempio la nota Betty Brodbent che viaggiava con il Ringling Brothers Circus nel 1930 ed è stata una delle attrazioni principale per anni. 

Il punto di vista culturale del tatuaggio era così povero per la maggior parte del secolo, al punto che quest’arte ritornò quasi a morire. Solo pochi venivano accettati nella società segreta degli artisti e non c'erano scuole per studiare il mestiere. Inoltre i fornitori raramente pubblicizzavano i loro prodotti…

Tuttavia le cose iniziavano a cambiare nuovamente.



5. Il tatuaggio nella cultura americana

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Il luogo di nascita dello stile vero e proprio del tatuaggio americano era Chatham Square a New York City.

Al volgere del secolo era un porto marittimo e centro di intrattenimento per attirare le persone della classe operaia in cerca di denaro e fortuna.

Samuel O'Reilly, partì da Boston e andò ad aprire un negozio proprio lì. Prese con sé un apprendista di nome Charlie Wagner che, dopo la morte di O'Reilly nel 1908, apri una attività di forniture per tatuaggi con Lew Alberts.

Quest’ultimo aveva studiato come designer per la carta da parati e trasferì le sue competenze nella progettazione dei tatuaggi. Egli fu noto perché ridisegnò una gran parte dei primi tattoo flash art.

Mentre il tatuaggio calava di popolarità in tutto il resto del paese, a Chatham Square  fioriva e divenne il centro dell’arte del tatuaggio. La moda era travolgente tanto che i mariti si tatuavano le loro mogli come esempi del loro “lavoro” migliore.

In quel momento, diventò popolare anche il tatuaggio cosmetico: il rossore alle guance, le labbra colorate e l’eyeliner. Con la prima guerra mondiale, le immagini d'arte in flash cambiarono e diventarono simbolo di coraggio e icone di guerra.

Nel 1920, con un divieto e poi la depressione, Chatham Square perse il suo fascino. Il centro dell'arte del tatuaggio si trasferì a Coney Island. In tutto il paese, i tatuatori aprirono negozi in quella zona dove c’erano soprattutto basi militari e navali che potevano sostenerne il business. I tatuaggi divennero così anche dei simboli di viaggio: si poteva dire dove era stata una persona solamente osservando i loro tattoo.

Dopo la seconda guerra mondiale, i tatuaggi divennero nuovamente denigrati per le loro associazioni con ciclisti e giovani delinquenti. In un primo momento, il governo di New York City dette ai tatuatori l'opportunità di costituire un'associazione ed una autoregolamentazione, ma i tatuatori non erano in grado di organizzarsi in gruppo.

Così il governo cambiò le regole e fece chiudere diversi negozi a Times Square e Coney Island per violazione del codice della salute che entrò in vigore in quel periodo. Per un certo periodo era davvero difficile farsi un tatuaggio. Diventò illegale e chi aveva tatuaggi aveva una pessima reputazione.

Di nuovo erano poche le persone che volevano un tatuaggio. I negozi migliori si trasferirono a Philadelphia e nel New Jersey, dove era ancora legale.

Alla fine del 1960, l'atteggiamento verso tatuaggio cambiò improvvisamente. Le celebrità, in particolare le donne, iniziavano a tatuarsi. Le riviste e televisione iniziarono a voler ottenere sempre informazioni su questa forma d'arte. E finalmente andò bene fino al giorno d’oggi.

Le modalità e le tecnologie tornarono così come la voglia di farsi un tatuaggio. Anche i Rolling Stones, nei primi anni ’70 ostentavano i loro tatuaggi. Dalla fine degli anni ’80 quest’arte è stata generalmente accettata dalla società.

Adesso si tratta di un’arte molto più popolare e rispettata di quanto non lo sia mai stata, anche se ovviamente ci sono sempre quelle persone che non lo vedono come una buona cosa.

Tuttavia, tutte le classi sociali di persone, oggi come oggi, vanno alla ricerca dei migliori artisti del tatuaggio per ottenere un magnifico disegno che rappresenta per loro un ricordo, un pensiero, un credo, ecc. …

Questo aumento di popolarità ha permesso ai tatuatori di ottenere un rispetto che non si vedeva da oltre 100 anni. Gli artisti attuali combinano la tradizione del tatuaggio con il loro stile personale la creazione di unico e fenomenale body art. Sono stati anche aggiunti nuovi inchiostri e il tatuaggio ha certamente raggiunto un nuovo livello.

Quest’arte è oggi riconosciuta dalle agenzie governative sia come una forma artistica, che come una professione. Alcuni disegni di tatuaggi sono anche oggetto di musei e gallerie d'arte negli Stati Uniti, in Canada e in Europa.






Note

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