Il Whippet è una sorta di meraviglioso paradosso, di eccellenti compromessi, di squisite contraddizioni.
Discreto senza essere altero, sa farsi dimenticare ma accorre immediatamente quando ha la prospettiva di una carezza o di una coccola.
Inoltre, unisce un’eleganza molto chic, se non addirittura snob, a un lato bonaccione e rustico che non saremmo portati a immaginare in lui.
Se a questo si aggiunge il suo formato estremamente comodo — è poco ingombrante pur conservando un certo volume (soprattutto una stupenda andatura)—, il Whippet è veramente il cane ideale per chi vuole un compagno perfetto, né ‘troppo’ né ‘troppo poco’.
Raffinato ma solido, indipendente ma affettuoso, piccolo pur restando grande. Che cosa si può desiderare di più?
Oggi parleremo del meraviglioso e straordinario Whippet, un cane chic, forte, rustico e pieno di sorprese. Scopriamolo insieme… ne vale la pena!
1. Origine e storia
Si ritiene in generale che i Levrieri siano da annoverare tra i cani più antichi del mondo.
L’Afghano, il Saluki, lo Sloughi e il Cane dei Faraoni risalgono a tempi molto lontani nella storia e, grazie al loro contributo nella creazione o nella selezione di numerose altre razze, hanno svolto spesso il ruolo di antenati.
Per quanto riguarda il Whippet, si tratta forse di un nuovo venuto in questa famiglia e, come si è detto spesso, ha probabilmente del sangue Terrier nelle vene, oppure deve vedersi attribuire un’età altrettanto rispettabile di quella dei suoi ‘fratelli maggiori’ per il fatto di appartenere a un tipo originale? A questo genere di domande i suoi sostenitori non hanno ancora trovato la risposta.
Due grandi tesi opposte, da parte degli storici del Whippet, si confrontano sul problema dell’età di questa razza. Le due teorie sostengono, l’una che il Whippet sarebbe di creazione recente (fine del XIX secolo) e nato dall’incrocio tra Greyhound, Piccolo Levriero Italiano e Terrier, l’altra che egli apparterrebbe a un tipo molto antico, un Levriero a pelo raso di taglia media.
A sostegno di questa antica origine del Whippet (egli non portava ancora questo nome) ci sarebbero in particolare un affresco dipinto da Giotto a Padova nel 1305, Ritiro di Gioacchino tra i pastori, e un’incisione di Dürer (intorno al 1501) che raffigura sant’Eustachio: colui che è diventato il patrono dei cacciatori è qui rappresentato insieme con
i suoi cani, tra i quali c’è un piccolo Levriero.
La prima tesi afferma che il Whippet è una creazione recente, dell’ultimo quarto del XIX secolo, per la precisione. Degli specialisti come Lloyd nel 1894, Fitter nel 1947 o Sauvenières, pensano che la razza deve la sua esistenza a John Hammond, che l’avrebbe creata intorno al 1875.
Una prima ipotesi sosterrebbe che la parola Whippet stessa risalga al 1880 circa (potrebbe, si dice, provenire dall’espressione whip it! o ‘frusta cocchiere!’) e una seconda ipotesi si basa sul fatto che un libro genealogico è stato aperto dal Kennel Club nel 1892 (ma gli oppositori di questa tesi rispondono — con ragione, bisogna confessarlo — che tutti i libri delle origini risalgono a quell’epoca).
Come avrebbe visto la luce allora il Whippet? Una versione romanzesca vorrebbe che i minatori britannici, poveri e dunque nell'impossibilita di permettersi un vero Greyhound, avrebbero a lungo e attentamente lavorato alla creazione di una specie di ‘modello ridotto’, capace di correre altrettanto rapidamente ma che mangiasse molto meno, tenesse poco posto e fosse più economico.
Sembra che la verità sia un po’ meno nobile di questa versione e che del sangue di Levriero sia stato introdotto nei Terrier che partecipavano alle prove su conigli e ratti. I cani nati da questi incroci avrebbero rapidamente surclassato i Terrier puri; i futuri Whippet furono quindi esclusi da queste competizioni. Si crearono allora delle prove per Whippet e la razza potè diventare omogenea. Così, i minatori del Northumberland poterono apprezzare le corse e presentare dei cani con notevoli prestazioni.
C’è anche chi avanza l’ipotesi che il Whippet abbia potuto essere stato utilizzato nel XVII secolo per creare il Bedlington-Terrier, il quale ha potuto essere reintrodotto più tardi nel patrimonio genetico Whippet. Questa nota storica spiega l’esistenza di un Whippet a pelo duro, attualmente assolutamente obsoleta (e inoltre inesistente, salvo che nelle buone e vecchie nomenclature). In ogni caso, il Whippet ha completamente perduto il suo aspettto Terrier, non fosse che per certi lati del suo carattere.
Il Whippet attuale è il Levriero più popolare dopo l’Afghano e più veloce dopo il Greyhound. Due secondi posti che ne fanno un primo da un punto di vista generale, in quanto il Whippet sa dare quello che ci si attende da lui, bellezza o lavoro, a seconda delle origini e dell’educazione.
Bisogna notare a questo proposito la diversità dei vari tipi, involontaria nella maggior parte dei casi, ma risultato della scissione tra i soggetti da esposizione e quelli da corsa, in
quanto i padroni degli uni escludono spesso gli altri e viceversa.
Se esistono così dei Whippet da corsa molto muscolosi, superpotenti ma a volte poco eleganti, e degli esemplari ‘da vetrina’ molto leggeri, raffinati, a volte mingherlini, si vedono per fortuna dei tipi armoniosi e completi, cioè dei cani rapidi ma ben compresi nello standard e molto premiati ma capaci di correre.
A livello estetico, il colore gioca un ruolo di primaria importanza. Il bicolore è il preferito nei ring da esposizione con il bianco che fa risaltare piacevolmente la livrea, mentre il nero unito, per quanto molto d’effetto quando è ben illuminato, può sembrare spento sotto una cattiva luce.
Il grigio pallido, che viene chiamato blu, attira particolarmente in un cane giovane, e numerosi sostenitori preferiscono questo colore ignorando i problemi ai quali rischiano di andare incontro.
Questo mantello presenta in effetti, in certe discendenze, nell’età adulta, quella che si chiama la ‘malattia del Whippet blu’, analoga a quella che i sostenitori del Dobermann conoscono bene sotto il nome di 'sindrome del Dobermann blu o del mutante del colore’.
I segni sono quelli di zone depilate, un pelo particolarmente fine il cui colore tende al grigio polvere o al grigiastro e inoltre possono apparire delle pustole sul mantello. Tutti questi fenomeni altamente indesiderabili sono molto difficili da eliminare — quando questo è possibile — e non possono essere trattati se non con cure continue e quotidiane.
Questa malattia è fortunatamente poco abituale nei Whippet mentre colpisce tutti i Dobermann blu, a tal punto che questa varietà sta lentamente scomparendo. Bisogna del resto distinguere il blu dal grigio, la cui formula genetica è diversa e che non soffre di nessuno dei sintomi illustrati sopra.
Anche il color sabbia è molto richiesto, soprattutto se è accompagnato da una maschera blu molto elegante. I tigrati e i fulvi sono numerosi nelle corse. Ma, al di là del colore, è importante che ognuno scelga il proprio cucciolo con cura per trarne ogni soddisfazione.
Attualmente, venduto molto bene, il Whippet deve in parte la sua popolarità ai numerosi aspetti del suo carattere. Cane da corsa ipernervoso sul terreno, una volta rientrato in casa diventa uno dei più placidi animali da salotto.
Discreto senza essere altero, sa farsi dimenticare ma accorre immediatamente quando ha la prospettiva di una carezza o di una coccola. Inoltre, unisce un’eleganza molto chic, se non addirittura snob, a un lato bonaccione e rustico che non saremmo portati a immaginare in lui.
Se a questo si aggiunge il suo formato estremamente comodo — è poco ingombrante pur conservando un certo volume (soprattutto una stupenda andatura)—, il Whippet è veramente il cane ideale per chi vuole un compagno perfetto, né ‘troppo’ né ‘troppo poco’.
Raffinato ma solido, indipendente ma affettuoso, piccolo pur restando grande. Che cosa si può desiderare di più?
2. Comportamento del Whippet
Il Whippet è una sorta di meraviglioso paradosso, di eccellenti compromessi, di squisite contraddizioni.
Bisogna vederlo fremere di impazienza al cinodromo, distendersi come una molla all’apertura delle gabbie di partenza teso come un arco in uno sforzo intenso.
Lo stesso cane trotterellerà in un bosco sulle tracce di un topo o ancora, in casa sua, resterà sprofondato in un cuscino al punto di farsi completamente dimenticare, silenzioso, statico, beato. Passare in pochi istanti da un estremo all’altro è la specialità del Whippet. Da lui ci si può aspettare un numero infinito di sorprese.
Ma chi è dunque questo elegante piccolo selvaggio, in equilibrio tra potenza e fragilità, calma e agitazione, punto di congiunzione perfetta tra l’essenza stessa del cane e l’ambiguità del felino?
A meno di conoscere la razza a menadito, il Whippet non è facile da scoprire. Naturalmente, è un Levriero, e che cosa non è già stato detto sui Levrieri! Li si è creduti stupidi, sornioni, mentitori, freddi, viziati, se non addirittura pericolosi.
Ma che avevano dunque compiuto di così strano per meritare tale reputazione se non il fatto stesso di opporre i loro occhi misteriosi e le loro maniere troppo fini a degli amatori di cani-macchina? Evidentemente il Levriero non è un cane come gli altri. Bisogna saperlo conoscere, comprenderlo, a volte riprenderlo.
Il Whippet è comunque un po’ particolare, in quanto non è tipicamente un Levriero. Può essere meno indipendente, più affettuoso e soprattutto più espansivo dei suoi cugini; non tiene il broncio, non si chiude nella sua torre d’avorio.
Al contrario, ama il contatto con i suoi padroni e anche con gli estranei, che avvicina con la fiducia propria di un cane equilibrato e sicuro di sé.
Lo standard precisa che è di umore senza sbalzi: ciò significa un cane franco e che non rimugina per una giornata intera un piccolo torto che ha potuto subire al mattino o addirittura il giorno prima.
Egli ama passare lunghi momenti accucciato sulle ginocchia del suo padrone, richiedere le carezze, che il velluto e la dolcezza del suo pelo richiamano del resto da sé. In breve, con gli uomini, è dolce e allegro.
Ma attenzione! Il suo comportamento con gli animali rischia di sorprendere. In quanto il dolce compagno dell’uomo si trasforma presto in cacciatore accanito di fronte a un uccello, un coniglio, o, peggio, un gatto.
Con gli altri cani gli incontri in passeggiata sono spesso soddisfacenti, in quanto il Whippet non vi vede niente di realmente pericoloso. Ma nella corsa la questione non è più la stessa (perché si fanno portare delle museruole durante le prove?): il Whippet sa essere temibile — e inesorabile — nelle sue manifestazioni aggressive.
È per questa ragione che bisogna assolutamente imporgli il senso dell’obbedienza, cosa che darà al suo padrone una certa presa su di lui. Per quanto riguarda l’educazione di un Levriero, tutto quello che si sente dire a proposito di questo argomento non deve scoraggiare prima ancora di averci provato. Sarebbe un grave errore.
E meglio fare le proprie esperienze. Bisogna imparare a osservare e a conoscere il proprio cane, in seguito si potranno scegliere i principi dell’educazione più adatti alla sua personalità.
Certamente un Whippet non sarà mai un Pastore Tedesco per il quale le lezioni sono una vera festa, ma perché non potrebbe anch’egli provare piacere nell’educazione? Associarla a momenti di passeggiata o anche di corsa è eccellente.
Un altro elemento essenziale, è che il Whippet è molto intelligente, e saprà molto rapidamente trarre vantaggio dalle debolezze del suo padrone. Così, se quest’ultimo gli impedisce una certa azione un giorno per tollerarla il giorno seguente, se non addirittura per ricompensarla due giorni dopo, il Whippet non lo prenderà mai sul serio.
Il padrone che si farà obbedire è quello che, con calma (il Whippet detesta gli urli), con pazienza (è abbastanza scaltro per capire quello che gli si spiega) e con fermezza (riconosce l’autorità come qualsiasi altro cane), inculcherà al suo cane senza fatica qualche ordine di base; potranno poi seguire degli esercizi più elaborati se le due parti ne avranno voglia.
Vi sono dei conduttori di cani accompagnati da Levrieri Afghani; questi cani, non contenti di obbedire perfettamente, sono stati anche addestrati alla difesa e possono, in caso di necessità, mostrarsi temibili. Il Whippet, come tutti i Levrieri, è un cane intelligente, dal quale si può ottenere tutto a condizione di saperglielo chiedere.
Una cooperazione psicologica è del resto assolutamente benefica per l’animale, così come per la relazione che egli intrattiene con il suo padrone, senza dimenticare un punto importante: il Whippet apprezza le coccole e il far niente. Che cosa volete farci, quando si ha un cane così completo, bisogna sapersi adattare!
3. Razze affini
Il Whippet è un privilegiato del mondo canino. Egli fa infatti parte del decimo gruppo, che è esclusivamente riservato ai Levrieri.
- In primo luogo parliamo del Greyhound (o Levriero Inglese). Bisogna riconoscere che il 'Grey', come viene soprannominato dai suoi sostenitori, è il più bello, il più sobrio, il più raffinato dei Levrieri.
Con lui nessun gigantismo, né eccessi di delicatezza né di sontuosa pelliccia, il Greyhound, è la bellezza allo stato puro.
Molto spoglio nelle sue linee, offre all'osservatore ammirato il compromesso perfetto tra la bellezza e la prestanza, la forza e l'eleganza, la robustezza e la finezza.
Impossibile non estasiarsi davanti alla sua alta statura (da 68 a 76 centimetri al garrese), al suo mantello fine e liscio, alle sue cosce muscolose, alla testa notevole dalle orecchie delicatamente ricurve e all'infinita varietà di tinte della sua superba livrea, utilizzato una volta per la caccia al cervo, al daino e al cinghiale, egli si mostrava altrettanto rapido quanto temibile.
Allo stesso modo non si può volergliene di essere rimasto un cacciatore impenitente di polli, di conigli e di gatti. Attualmente, la caccia con i Levrieri è vietata, e il Greyhound si è riciclato nel campo in cui brilla di più: la corsa.
Egli vi eccelle e può vantarsi del titolo di Levriero (e per questo di cane) più rapido al mondo. - Se, a fianco del Whippet, il Greyhound fa la figura del fratello maggiore, il Piccolo Levriero italiano (una volta chiamato Levretta d’Italia) ha l'aria del fratello minore, introdotto in Europa, cosi come il Greyhound, dai Fenici, il Piccolo Levriero Italiano non ha beneficiato dei favori degli allevatori inglesi ma di quelli italiani, di qui la sua denominazione attuale. La sua altezza deve essere compresa tra i 32 e i 38 centimetri al garrese, per un peso massimo di 5 chili.
Anche il Whippet, cane di grande delicatezza di linee, passa quasi per un cane grossolano se comparato al Piccolo Levriero Italiano, vera ballerina sulle punte.
Tutto nel Piccolo Levriero italiano denota energia, se non anche un certo nervosismo, come per esempio il tremore da cui questo piccolo cane è frequentemente agitato.
Il Piccolo Levriero Italiano può essere beige, grigio ardesia, fulvo o nero. Ama le persone calme ma sa anche esibire al momento di corse folli la sua appartenenza al gruppo prestigioso dei Levrieri. - Bisogna citare anche il Magyar Agar, o Levriero Ungherese, che anche se più grande del Whippet appartiene al tipo morfologico generale Whippet - Greyhound - Piccolo Levriero Italiano, ciò vuol dire che è un Levriero a pelo raso, dalle orecchie fini e dai colori vari.
Il Levriero ungherese era in particolare un cacciatore di talento. È stato ’migliorato’ con sangue del Greyhound.
4. Lo standard del Whippet
FCI Standard N° 162 / 14.05.2007 WHIPPET
ORIGINE Gran Bretagna
PATRONATO: F.C.I.
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE 06.03.07
UTILIZZO cane da corsa
CLASSIFICAZIONE. Gruppo 10 Levrieri
Sezione 3 Levrieri a pelo corto
Senza prova di lavoro
ASPETTO GENERALE:
Equilibrio della potenza muscolare e della forza, unite all’eleganza e alla grazia dei profili. Costruito per la velocità e il lavoro. Qualsiasi forma di esagerazione deve essere evitata.
COMPORTAMENTO E CARATTERE
Compagno ideale. Si adatta perfettamente alla vita in famiglia e allo sport. Dolce, affettuoso, di carattere sempre uguale.
TESTA
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: lungo e asciutto, superiormente piatto; va affilandosi verso il muso; piuttosto largo fra gli occhi
Stop: leggero
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: nero. Nei cani a mantello blu è di un colore bluastro. Nei cani “fegato”, il tartufo è del medesimo colore. Nei cani isabella, crema o altri colori diluiti di mantello, qualsiasi colore tranne il rosa. Solo nei bianchi o pezzati, è accettato un tartufo con macchie di depigmentazione, ma non depigmentato completamente.
Mascelle/denti: mascelle forti, potenti, nettamente disegnate, che offrono una perfetta chiusura a forbice; cioè gli incisivi superiori devono sovrapporsi agli inferiori a stretto contatto e sono inseriti perpendicolarmente nelle mascelle
Occhi: ovali, brillanti, dall’espressione molto sveglia
Orecchi: a rosa, piccoli, con cartilagine fine
COLLO: lungo, muscoloso, elegantemente arcuato
CORPO
Linea superiore: che disegna un arco elegante sopra il rene, ma il cane non è cifotico.
Dorso: largo, molto muscoloso, fermo, piuttosto lungo
Rene: dà l’impressione di forza e potenza.
Torace: molto profondo, con molto spazio per il cuore; sterno ben disceso e ben disegnato. Costole ben cerchiate, ben ricoperte di muscoli alla congiunzione col dorso
Ventre: decisamente retratto
CODA: senza frange. Lunga e che si assottiglia gradatamente; in azione portata formando una curva delicata verso l’alto, ma non al di sopra della linea dorsale
ARTI
ANTERIORI: arti anteriori diritti e in appiombo; l’anteriore non deve essere troppo aperto.
Spalle: oblique e muscolose; le scapole risalgono fino alla sommità della spina dorsale, dove sono nettamente definite.
Gomiti: ben posizionati sotto il corpo.
Metacarpi: forti e leggermente elastici
POSTERIORI: forti. Il cane in stazione copre molto terreno
Cosce: larghe.
Ginocchi: ben angolati.
Gambe: ben sviluppate.
Garretti: ben discesi.
PIEDI: molto netti; dita ben separate, nocche ben ferme. Cuscinetti spessi e solidi
ANDATURA: movimento perfettamente sciolto. Visto di lato si dovrebbe muovere con buon allungo facile, e la linea superiore resta inalterata. Gli anteriori dovrebbero spingersi bene in avanti, e radenti il terreno, gli arti posteriori dovrebbero avanzare bene sotto il corpo dando grande e potente spinta. Nell’insieme il movimento non deve essere forzato, né steppante, raccorciato o artificioso. Andatura in linea, vista sia dal davanti che dal dietro.
MANTELLO
PELO: fine corto, di fitta tessitura
COLORE: tutti i colori o combinazioni di colori
TAGLIA
Altezza al garrese: Maschi 47-51 cm (18 ½ - 20 ins),
Femmine 44-47 cm (17½ - 18 ½ ins)
DIFETTI : qualsiasi deviazione a quanto sopra deve essere considerato difetto che sarà penalizzato a seconda della sua gravità, e delle conseguenze sulla salute e il benessere del cane.
DIFETTI ELIMINATORI
• Cane aggressivo o eccessivamente timido
Qualsiasi cane che mostri chiaramente anormalità di tipo fisico o comportamentale sarà squalificato.
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali e ben discesi nello scroto.
5. Le corse dei Levrieri in Italia
Come abbiamo visto, è probabile che il Whippet sia nato grazie alle corse, che tutt'oggi hanno un ruolo importante nella vita della razza, rinomata per la sua grande velocità: 15 metri al secondo!
Ma vediamo alcune modalità con cui si svolgono le corse dei Levrieri: i cinodromi sono omologati dalla FCl la quale dà le direttive per la costruzione e l’organizzazione delle strutture.
Le piste, che possono avere il fondo in sabbia, in erba o entrambe, sono a forma di O (due curve e due rettilinei) o di U (due rettilinei e una curva).
Nel nostro paese vengono regolarmente organizzati dei coursing ufficiali, mentre le corse si svolgono ancora in piccoli cinodromi non regolamentari. In Italia non esiste, a tutt’oggi, un cinodromo omologato dalla FCl.
I cani con licenza non superano le 60 unità, ma la tendenza è in aumento grazie al grande numero di appassionati, i Levrieri corrono dietro a una falsa lepre (zimbello) che può essere azionata su un binario, trainata da un filo, o installata su un motore.
Alle linee di partenza vengono posti particolari box, muniti di apertura simultanea, costruiti in modo che i cani possano vedere la lepre. Il tempo viene rilevato mediante sensori, cellule fotoelettriche e fotofinish. Tra i Levrieri, i Greyhound sono i più veloci e possono raggiungere una velocità di 60 km/h.
Il fine di queste prove è quello di accertare che il cane corra correttamente dietro alla lepre finta, che non disturbi gli altri concorrenti, che entri in gabbia senza forzature e che sia abituato a indossare sia la museruola sia la gualdrappa.
Le regole per il conseguimento della licenza variano da paese a paese. In Italia è stata adottata la seguente procedura: la prima corsa è effettuata dal cane solo, la seconda e la terza manche sono percorse dal Levriero insieme a due altri cani già in possesso della licenza.
In almeno una di queste due ultime corse il cane deve essere sorpassato o sorpassare in modo che possa essere dimostrato che non ha propensione ad attaccare o a disturbare gli altri.
Dopo questa dimostrazione il giudice rilascerà un attestato dall'avvenuto conseguimento della licenza. Questo dovrà essere inviato all'ENCI che redigerà e invierà al proprietario il libretto di licenza valido per tutti i paesi affiliati alla FCl.
Nel caso di Whippet o Piccoli Levrieri italiani è prevista, da parte del giudice, la misurazione, dato che esistono, per queste due razze, limitazioni molto rigide.
Per esempio, se un Whippet maschio al momento della misurazione risulta essere superiore a 51 cm e un Whippet femmina superiore a 49 cm, possono comunque correre nelle corse internazionali, ma in una categoria apposita denominata 'Sprinter'.
I cani di questa classe, però, non possono concorrere al campionato del Mondo o d’Europa. Le piste italiane dove si svolgono competizioni amatoriali sono a Crespano (Vi), a Castiglion Fibocchi (AR) e a Castiglione di Cervia (RA).