Lo Shiba Inu, che letteralmente significa “piccolo cane”, ha un carattere vivace, molto fedele, affettuoso, allegro ed è un cane molto dinamico.
Sempre pronto a giocare, si affeziona molto al padrone e la sua diffidenza verso gli estranei lo rende un buon cane da guardia.
E’ una razza canina molto antica: sono stati ritrovati dei resti di Shiba risalenti all’epoca Jomon, cioè alla seconda metà del primo millennio prima della nostra era, ma è probabile che l’introduzione di questo cane nell’arcipelago giapponese risalga a tempi ancora più lontani: vi sarebbe presente da più di 3000 anni.
Il suo caso è unico tra le cinofilie nazionali: benché non abbia un posto molto importante nella civiltà tradizionale giapponese, il cane rappresenta non di meno un elemento gelosamente protetto.
Nel 1937 lo Shiba fu considerato un “monumento naturale” dopo di che la razza fu allevata e migliorata fino a diventare la razza superiore conosciuta oggi.
Attualmente lo Shiba è molto ricercato come cane da caccia nelle sue regioni d’origine, soprattutto per la selvaggina da penna; gli viene riconosciuta anche la capacità di cane da guardia.
Ma, soprattutto grazie alla taglia poco ingombrante, questo cane venuto dalla notte dei tempi è riuscito finalmente a conquistare gli abitanti delle grandi città.
E il suo successo è stato tale da farlo diventare una delle ragazze giapponesi più popolari nel suo paese, sia come cane da compagnia sia come soggetto da esposizione, grazie al suo aspetto singolare.
Ma vediamo meglio questo straordinario cane, amichevole con tutti, giocherellone ma estremamente silenzioso sia in casa che durante la caccia o l’attività agonistica e dal fascino esclusivamente nipponico.
1. Origine
Sono stati ritrovati dei resti di Shiba risalenti all'epoca Jomon, cioè alla seconda metà del primo millennio prima della nostra era, ma è probabile che l'introduzione di questo cane nell'arcipelago giapponese risalga a tempi ancora più lontani: vi sarebbe presente da più di 3000 anni.
Gli specialisti ritengono sia originario del sud della Cina, dove si sono conosciuti dei cani selvatici assai simili, e che avrebbe raggiunto il Giappone attraverso la Corea, seguendo la strada delle migrazioni umane.
Il suo occhio obliquo spinge a trovargli una parentela con il lupo, ma il suo aspetto (taglia media, coda arrotolata o a forma di falcetto, mantello spesso rosso o beige) può farlo avvicinare a dei cani paria del sud-est asiatico.
Diversi indizi permettono di considerarlo come uno dei più antichi cani giapponesi. È sufficiente, per esempio, elencare le regioni dove lo si incontra tradizionalmente e rilevare le differenti denominazioni sotto le quali lo si è conosciuto.
Lo Shiba viveva principalmente nel centro e nell'ovest di Honshu (la più grande delle isole dell'arcipelago nipponico), che sono delle zone montagnose e molto boscose, in particolare nelle prefetture di Fukushima, Niigata, Gumma, Yamanasci, Nagano, Gifu, come pure Tottori e Shimane.
A questo cane sono stati attribuiti molti nomi: Sanin Shiba, Mino Shiba, Sinshun Shiba. Quanto a Shiba Inu, quello che ritornava il più delle volte e che è stato infine adottato, significa semplicemente "piccolo cane".
Come la maggior parte dei cani nordici in generale, e giapponesi in particolare, aveva essenzialmente un ruolo di cacciatore.
Era utilizzato non solo per la pista della selvaggina da piuma (per esempio, dello yamadori, una specie di fagiano di montagna) ma anche per l'inseguimento della lepre, della volpe, del tasso, perfino, a dispetto della taglia modesta, dell'orso, del cinghiale e del capriolo!
Che possa cacciare selvaggine così diverse dimostra il suo valore, e questo prova anche che era il solo cane in queste regioni, il che spiega infine come mai sia rimasto puro.
2. Storia
Negli anni 1910-1920 i Giapponesi si preoccuparono di studiare le loro grazie, di censirne gli effetti e di preservarli. Parecchie associazioni furono allora fondate a questo scopo.
Queste iniziative, ufficialmente incoraggiate, sfociarono nella protezione delle razze canine autoctone in quanto patrimonio nazionale. Per lo Shiba, questa protezione fu decisa nel 1926.
Il suo caso è unico tra le cinofilie nazionali: benché non abbia un posto molto importante nella civiltà tradizionale giapponese, il cane rappresenta non di meno un elemento gelosamente protetto.
D'altronde l'allevamento canino, in particolare quello dello Shiba, viene trasmesso talvolta di generazione in generazione delle stesse famiglie.
Dopo la seconda guerra mondiale, poiché questo cane andava estinguendosi, i cinofili cercarono gli ultimi soggetti fin nei villaggi sperduti al centro del paese, giungendo a ricostituire la razza.
Attualmente lo Shiba è molto ricercato come cane da caccia nelle sue regioni d'origine, soprattutto per la selvaggina da penna; gli viene riconosciuta anche la capacità di cane da guardia.
Ma, soprattutto grazie alla taglia poco ingombrante, questo cane venuto dalla notte dei tempi è riuscito finalmente a conquistare gli abitanti delle grandi città.
E il suo successo è stato tale da farlo diventare una delle ragazze giapponesi più popolari nel suo paese, sia come cane da compagnia sia come soggetto da esposizione, grazie al suo aspetto singolare.
Il suo arrivo in Europa (il primo esemplare è giunto nel 1978), non ha quasi attirato l'attenzione. Al maschio Meisego, chiamato Yamato, divenuto nel 1984 il primo campione di Francia della razza, si raggiunse nel 1979 una femmina, Akabéni.
Una sua figliata di femmine nacque nel 1983. Téremitsu, importato direttamente dal Giappone, fu il padre di un'altra cucciolata. Non si può certo comprendere l'attrattiva di questo cane se la si dissocia dal fascino che può esercitare la civiltà tradizionale nipponica, alcuni elementi della quale cominciarono peraltro a diffondersi da noi.
Più che di uno stile, di una moda, si tratta di un'arte di vivere. Certo, c'è una moda per l'ikebana, per il bonsai, ma esistono anche degli appassionati conoscitori dell'arte e delle tradizioni orientali.
3. Comportamento
È innegabile che lo Shiba sia diverso dalle razze occidentali. Già nell'andatura ha qualcosa di veramente asiatico, ma anche il suo comportamento è particolare.
Evidentemente, ci si troverebbe in difficoltà nell'indicare una caratteristica stravagante. Lo Shiba è la semplicità in stile giapponese.
Il suo aspetto ci rimanda ai cani primitivi (intendendo primitivo nel senso di originario), come pure il suo carattere. Come quelli, è un animale silenzioso e del tutto indipendente.
Non appartiene certo ai cani che ricercano costantemente la presenza dei padroni, benché sia loro affezionato a suo modo, ossia conservando tutta la sua dignità.
Non accetterà che gli si faccia fare qualcosa che non gradisce e in questo dimostra di possedere un carattere molto determinato. Tuttavia, non è difficile vivere con questo cane; sa adattarsi a ogni situazione.
Ha un temperamento calmo e apprezza le comodità della casa, il che non gli impedisce, comunque, grazie alla costituzione robusta e alla pelliccia corta, ma molto folta, e che si ispessisce durante la stagione invernale, di vivere all'aperto senza temere del intemperie. Non va dimenticato che originariamente era un montanaro.
Coloro che l'hanno adottato gli riconoscono una natura curiosa, gioviale, addirittura esibizionista. Tutto ciò con riservatezza, tanto all'esterno quanto in casa, ma senza alcuna insulsaggine: con lui non ci sia noia. Va tenuto presente, inoltre, che all'occasione si dimostra un buon guardiano.
Infine, quando si viene a sapere che è un cane socievole e che vive perfettamente in gruppo, il ritratto si rivelerà del tutto lusinghiero. Lo Shiba è il fascino discreto, alla maniera giapponese. Molto originale, tutto sommato!
4. Lo Standard
FCI Standard N° 257 / 16.06.1999
SHIBA
OGIGINE: Giappone
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 15.06.1992
UTILIZZAZIONE: Cane da caccia per uccelli e piccoli animali
CLASSIFICAZIONE F.C.I. : Gruppo 5 cani di tipo spitz e di tipo primitivo
Sezione 5 spitz asiatici e razze affini
Senza prova di lavoro
ASPETTO GENERALE
Cane di piccola taglia, ben proporzionato, con buona ossatura e muscoli ben sviluppati. Forte costituzione. Bel movimento veloce e sciolto
PROPORZIONI IMPORTANTI
Altezza al garrese - lunghezza del corpo = 10 : 11
COMPORTAMENTO/CARATTERE
Fedele, acuto e molto sveglio
TESTA
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: fronte ampia
Stop: ben definito con leggera sutura metopica
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: desiderabile color nero. Canna nasale diritta
Muso: moderatamente spesso e che si assottiglia
Labbra: aderenti
Mascelle/Denti: forti con chiusura a forbice
Guance: ben sviluppate
Occhi: relativamente piccoli, triangolari e marrone scuro; gli angoli esterni degli occhi sono orientati verso l’alto
Orecchi: relativamente piccoli, triangolari, leggermente inclinati in avanti e fermamente eretti.
COLLO: spesso, forte e ben proporzionato alla testa e il corpo
CORPO
Dorso: diritto e forte
Rene: ampio e muscoloso
Torace: profondo, costole moderatamente cerchiate
Ventre: ben retratto
CODA: inserita alta, spessa, portata vigorosamente arrotolata o ricurva come una sciabola; la punta quasi arriva al garretto quando è lasciata cadere.
ARTI
ANTERIORI: visti dal davanti, gli arti anteriori sono diritti
Spalla: moderatamente obliqua
Gomiti: aderenti
POSTERIORI:
Coscia: lunga
Gamba: corta, ma ben sviluppata
Garretto: spesso e resistente
PIEDI: dita serrate e ben arcuate. Cuscinetti duri ed elastici. Unghie dure e scure sono desiderate.
ANDATURA: leggera e vivace
MANTELLO
PELO: mantello esterno ruvido e diritto, sottopelo soffice e fitto; pelo della coda leggermente più lungo e sollevato
COLORE: rosso, nero-focato, sesamo, sesamo-nero, sesamo-rosso
Definizione del colore sesamo:
• sesamo: uguale miscela di peli bianchi e neri
• sesamo nero: più peli neri che bianchi
• sesamo rosso: colore di base rosso, miscela con peli neri
Tutti i colori di cui sopra, devono avere l’ “URAJIRO” = pelo biancastro sui lati del muso e sulle guance, sul lato inferiore della mascella e collo, sul petto e stomaco e la parte inferiore della coda, e nella parte interna degli arti.
TAGLIA E PESO
Altezza al garrese: Maschi - 40 cm, Femmine - 37 cm
C’è una tolleranza di 1,5 cm in più o in meno
DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato difetto e la severità con cui va penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità.
• Maschio effeminato, femmina mascolina
• Enognatismo, prognatismo
• Mancanza di numerosi denti
• Timidezza
DIFETTI ELIMINATORI:
• Orecchi non eretti
• Coda pendente o corta.
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
5. Razze affini
Fra la decina di ragazze giapponesi, ce ne sono sette che vengono classificate nella famiglia Spitz. Iniziamo con le altre tre.
- Il più conosciuto è il Tchin (Chin), che si avvicina al Pechinese per aspetto e pelliccia e che si differenzia da questo per un corpo normalmente strutturato.
- In Occidente non si ignora più il Tosa per la sua vocazione di cane da combattimento, che tuttora continua a seguire. Ha del sangue giapponese nelle vene, ma è più imparentato con i molossi europei (San Bernardo, Mastiff, Bullmastiff…).
- Il Terrier Giapponese, invece, è totalmente sconosciuto. Le sue origini sono piuttosto incerte: è probabile che sia il risultato di incroci vari tra parecchi Terrier britannici (tra cui il Fox).
Fra le razze giapponesi di tipo Spitz, lo Spitz Giapponese occupa un posto a parte. Questa razza assomiglia molto agli Spitz da compagnia d'Europa (ex Loulou di Pomerania), ai quali si è dovuto ricorrere per salvarla.
Tuttavia, ha occhi obliqui e, soprattutto, si comporta con calma giapponese: abbaia poco e si mostra molto giudizioso. Si comincia a vederne qualche soggetto, per esempio, in Gran Bretagna.
Lo Shiba, alla fine, può rivendicare cinque veri "cugini" che non devono nulla a razze straniere.
- Innanzitutto l'Akita, il più imponente, dato che il maschio misura da 64 a 70 cm al garrese. Intorno al 1900, con l'intento di metterlo a confronto con il potente Tosa, venne incrociato con diverse razze occidentali, tanto che, alla vigilia della seconda guerra mondiale, non rimanevano che pochi esemplari veramente puri, i quali scomparvero durante il conflitto.
Fu poi necessario ricostruire il tipo primitivo partendo dagli esemplari più diversi: si trattò di un lavoro paziente condotto per gradi. L'allevamento occidentale - in particolare quello americano - deriva da soggetti che risalgono a questo periodo di "ricostruzione". Ciò spiega perché attualmente esistono due modelli di Akita, abbastanza diversi, che suscitano numerose controversie.
- L'Hokkaido è la più antica delle razze giapponesi, dato che apparteneva ai primi abitanti dell'arcipelago, gli Ainu, attualmente relegati nella parte settentrionale dell'isola di Hokkaido. È un grande specialista della caccia all'orso (animale che è oggetto di culto per gli Ainu), e ugualmente esperto nella pesca del salmone.
- Le altre razze, infine, molto vicine tra loro, assomigliano molto allo Shiba, salvo che per la taglia, che è più elevata (da 45 a 55 cm circa garrese). Sono tre cani da caccia:
a) il Kai ha un mantello a fondo rosso con strisce scure,
b) mentre il è il Kishuh è il più delle volte bianco o di colore chiaro. Il primo è originario di Yamanashi (nel centro di Honshu), il secondo di Mie (a sud-ovest della precedente). Segnaliamo l'esistenza di una varietà di taglia ridotta del Kai, che non supera i 35 o 40 cm.
c) Lo Shikoku, infine, è considerata la razza meno antica; ha grandi attitudini per la guardia. Questi tre anni sono completamente sconosciuti in Occidente.
Il primo Shiba e’ arrivato in Europa nel 1972 ad opera dell allevamento svedese Manlotens poi fondatore dello shiba no kai il piu antico e importante club europeo dello shiba. Questo dato è comunemente riportato nei testi sulla razza.