Il mondo si divide in due: chi si dispera chiedendosi “Come ho fatto a cacciarmi in questa situazione?” e chi si domanda “Come faccio a uscirne?”.
Meglio essere tra i secondi: quelli che, mantenendo il sangue freddo e applicando ciò che sanno, riescono a cavarsela.
Li morde un serpente? Gli fanno una foto, in modo da identificarlo e sapere come intervenire.
Si ritrovano in un deserto? Razionano l’acqua, bevendo a piccoli sorsi per tutto il giorno, e sanno dove guardare per trovarne altra: seguendo i percorsi degli animali o individuando una macchia di vegetazione verde.
Si “arrotola” il paracadute? Muovono il corpo in aria, scalciando, per districarlo prima di affidarsi a quello di riserva.
Nella maggior parte dei casi il vero problema, oltre a controllare lo stress, è disporre delle giuste informazioni. Fornirle è l’idea alla base di “How to survive anything – A visual guide to laughing in the face of adversity” (Lonely Planet), uscito negli Usa: una guida per tutte le situazioni, possibili o (per fortuna) improbabili, pericolose o solo imbarazzanti.
Ma vediamo come cavarsela e “sopravvivere” in 5 situazioni (quasi) estreme.
1. Un’esplosione nucleare
RIFUGIO. Vi auguriamo di non dover mai mettere in pratica quanto segue.
Nel caso, la prima cosa da fare è non guardare l’esplosione, per evitare di restare accecati.
Buttatevi faccia a terra, nascosti dietro qualcosa di grande, che vi protegga anche dagli oggetti scagliati in aria.
Coprite più pelle possibile per proteggervi dalle ustioni, inevitabili entro alcuni km dal cuore dell’esplosione.
A questo punto dovete trovare un rifugio, a piedi: ogni oggetto elettronico nel raggio di 8 km sarà inutilizzabile, incluse le centraline delle auto.
Il riparo ideale è un parcheggio sotterraneo, meglio se sotto un ampio palazzo, ma vanno bene anche stanze senza finestre al centro (e ai piani centrali) di grandi edifici.
Se non potete raggiungere nulla del genere entro i primi 30 minuti dall’esplosione, dopo i quali precipiterà la maggior parte del materiale radioattivo, restate in un qualunque rifugio per almeno 24 ore.
Poi allontanatevi il più possibile.
Cruciale – appena potete – togliere abiti e gioielli e lavarsi con sapone e shampoo, sciacquando bene occhi e orecchie e soffiando il naso, o pulire almeno con delle salviette le parti esposte.
2. A spasso nello spazio
ORBITA. Finora le passeggiate spaziali sono state un’esclusiva di pochi astronauti.
Ma in futuro, con lo sviluppo delle compagnie private di “turismo spaziale”, anche voi forse potrete comprare un biglietto per un viaggio in orbita con passeggiata all’esterno della stazione spaziale.
Come essere pronti? Prima dovrete addestrarvi in piscina sott’acqua («Un’esperienza vicinissima a quella nello spazio», ha detto l’astronauta Usa Steven Smith) e familiarizzare con la tuta spaziale usata nelle attività extraveicolari.
La Emu, uno dei modelli oggi impiegati per muoversi fuori dalla Stazione spaziale internazionale (Iss), pesa 145 kg sulla Terra e richiede una preparazione per abituarsi a respirare ossigeno puro.
Nella passeggiata, sarete sempre legati alla stazione spaziale con un cavo. Ma se si staccasse?
L’unica salvezza sarebbe usare il jet pack, il dispositivo a getto che avrete nello “zaino” sulle spalle.
Quello usato oggi dagli astronauti della Iss si chiama Safer (Simplified aid for extravehicular activity rescue) e dà la “spinta” con un getto di azoto: è pensato per le emergenze e finora nessuno l’ha mai dovuto usare.
Nel caso toccasse a voi, puntate decisi verso la stazione, sfruttando la sua autonomia limitata.
3. Un lungo viaggio aereo
GINNASTICA. Il viaggio, soprattutto se è lungo, inizia prima di salire a bordo.
Mentre prenotate il volo scelto, controllate su www.seatguru.com la dimensione dei sedili: se sono sotto i 43 cm di larghezza e distanti meno di 76 cm tra di loro provate a cambiare...
E fate sempre il check-in online il prima possibile, scegliendo i posti. Una volta a bordo, organizzatevi.
«Bisogna evitare la sensazione di essere immobili e imprigionati e limitare l’ansia rendendo l’ambiente piacevole: portate qualcosa che vi possa distrarre e tenere occupati, che siano libri, musica o persino il lavoro», premette Andrea Castiello D’Antonio, esperto di psicologia dell’aviazione e autore di "La paura di volare".
«Dal punto di vista fisico, invece, evitate di assumere alcolici prima del volo e a bordo, fate stretching prima di salire ed eseguite i piccoli esercizi per muovere le gambe una volta seduti.
È importante anche respirare profondamente, perché i polmoni si comprimono. Alzatevi per camminare ogni tanto. Inoltre, non autolimitatevi: chiedete qualunque cosa agli assistenti di volo e parlate con loro.
Possibilmente, anche con il vicino: renderà tutto meno ostile». Infine, portate un cuscino da collo: vi aiuterà a dormire e renderà confortevole il vostro spazio personale.
4. Perduti nel bosco
RIPARATI. Supponiamo che vi siate persi e il vostro cellulare sia inutilizzabile.
Se avete detto a qualcuno dove siete andati, le possibilità che vi ritrovino entro 24 ore sono del 90%.
Il resto lo spiega Enzo Maolucci, presidente della Federazione italiana Survival sportivo e sperimentale e autore di "Surviving" (Hoepli).
«Se non sapete dove siete né quale direzione seguire, la reazione corretta è stare fermi». Infatti, è più facile essere trovati dai soccorritori se non si è in movimento.
«Poi, ricordate la regole del 3: siete in pericolo di vita dopo 3 minuti senza respirare, 3 ore senza scaldarvi, 3 giorni senza acqua e senza dormire, 3 settimane senza cibo, 3 mesi senza socialità».
È indispensabile per mettere in ordine le priorità: serve stare caldi, specie se si è bagnati, e quindi serve un riparo. Se non ne trovate uno, costruitelo con rami.
Solo dopo bisogna preoccuparsi di bere, che in un bosco non è difficile, o mangiare.
«È poi fondamentale comportarsi come se si dovesse rimanere per sempre dove ci si trova, trasformando un ambiente ostile in uno organizzato e il più confortevole possibile: ciò che si sottovaluta più facilmente è l’impatto dello stress e della mancanza di sonno».
5. L’ascensore precipita
PROTETTI. Il vostro migliore alleato sono le statistiche: il tasso di mortalità di un viaggio in ascensore è bassissimo (e gli incidenti fatali sono dovuti per metà a cadute nel vano dell’ascensore, in realtà).
Ma se doveste trovarvi in una cabina in caduta libera, non è una buona idea fare quello a cui pensano tutti, ovvero saltare al momento dello schianto.
- Primo: è quasi impossibile stabilire quando avverrà.
- Secondo: anche se vi riuscisse, la riduzione nell’impatto sarebbe insignificante ed è più probabile che saltando picchiate la testa sul soffitto.
La parola d’ordine è proteggere il cervello.
Quindi: evitate assolutamente di sdraiarvi per terra; se ci sono maniglie, aggrappatevi; se avete borse o valigie, saliteci sopra perché vi daranno un “cuscino” per decelerare all’impatto.
Se l’ascensore è piccolo e affollato, piegate un po’ le gambe e usatele come ammortizzatori.
E coprite con giacca o cappotto la testa e la faccia: le proteggerete dagli inevitabili frammenti che voleranno in cabina dopo il colpo.
Note
PROBABILITÀ DI MORTE
STATISTICA. Quante probabilità ci sono di morire in un incidente aereo o per la puntura di una vespa?
Le ha calcolate l’ultimo rapporto del National Safety Council (organizzazione Usa che promuove la sicurezza), relativamente alla popolazione degli Stati Uniti.
Ecco alcuni casi: dal meno probabile (in basso) al più probabile:
- MALATTIE CARDIACHE E CANCRO: 1 probabilità su 7
- MALATTIE CRONICHE DELLE VIE RESPIRATORIE: 1 probabilità su 28
- AVVELENAMENTO, ESPOSIZIONE A SOSTANZE NOCIVE: 1 probabilità su 109
- INCIDENTE CON VEICOLI A MOTORE: 1 probabilità su 112
- CADUTA: 1 probabilità su 144
- ANNEGAMENTO: 1 probabilità su 1.113
- INCENDIO IN UN EDIFICIO: 1 probabilità su 1.820
- SOFFOCAMENTO CON IL CIBO: 1 probabilità su 3.375
- ECCESSIVO CALORE NATURALE: 1 probabilità su 6.745
- TEMPESTA: 1 probabilità su 6.780
- INCIDENTE AEREO O SPAZIALE: 1 probabilità su 8.015
- API E VESPE: 1 probabilità su 55.764
- ATTACCO DI CANI: 1 probabilità su 116.448
- FULMINE: 1 probabilità su 164.968