Per questo mese di Settembre 2015 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
1. "Perché tu non ti perda nel quartiere" di Patrick Modiano
Jean Daragane, scrittore parigino vicino alla settantina, vive in totale solitudine, fuori dal resto del mondo. Un giorno, però, quando da mesi non parla più con nessuno, il telefono di casa squilla una prima volta.
Dall'altra parte del filo si ode la voce di un uomo che dice di aver ritrovato il suo taccuino degli indirizzi forse perduto su un treno, e propone un appuntamento. Daragane non vuole incontrarlo; rompere il suo isolamento gli costerebbe troppo, e in fondo i numeri segnati su quel taccuino non gli interessano.
I numeri delle persone che hanno veramente contato qualcosa nella sua vita, lui infatti li conosce a memoria, e quelle persone non possono più rispondere. Infine accetta un appuntamento ed è cosi che incrocia l'ambiguo Gilles Ottolini e la sua sottomessa e giovane compagna, Chantal Grippay.
Ottolini gli dice che ha trovato nella sua rubrica un nome che gli interessa molto, Guy Torstel, ma Daragane non si ricorda di lui. In privato Chantal gli consegna il dossier che Ottolini ha preparato con i suoi appunti e la foto misteriosa di un bambino, e strappa inconsapevolmente all'oblio una vicenda accaduta sessant'anni prima: l'omicidio irrisolto di una giovane donna.
Gli squilli del telefono continuano per giorni. La mattina, la sera, la notte. Raggiungono Daragane nel sonno, nel dormiveglia, senza tregua. E in una Parigi che ancora conserva le ombre del passato, riaffiorano nomi e voci che costituiscono la sua esistenza e che Daragane non aveva più voluto ricordare.
Patrick Modiano (Boulogne-Billancourt, 30/7/1945) è uno scrittore francese, Premio Nobel per la Letteratura 2014.
Figlio di un ebreo francese di origini italiane e di un'attrice belga di etnia fiamminga. Studia in Haute-Savoie, e successivamente in un liceo parigino dove avrà come insegnante di Geometria Raymond Queneau. L'autore di Zazie nel metrò e de I fiori blu è amico della madre di Patrick, e diverrà anche amico suo. Introdotto da Queneau al mondo delle lettere, Modiano incontra l'editore Gallimard, che nel 1967 pubblicherà il suo primo romanzo, La Place de l'Etoile.
Grazie a quella prima prova, il giovane scrittore si aggiudica il Premio Roger Nimier. All'attività di narratore affianca quella di documentarista (lavorerà per Carlo Ponti) e di paroliere (per Françoise Hardy, che sarà per qualche tempo la sua compagna). Scrive anche sceneggiature per il cinema, e fra i registi coi quali collabora si contano Louis Malle e Patrice Leconte.
I suoi romanzi sono spesso ambientati nella Parigi occupata dai nazisti e si strutturano attorno al tema dell'altro, dello sconosciuto. Modiano attinge questa vena dalla vicenda piena di ombre del padre.
Questi era un ebreo, vittima del Nazismo, che si dimostrò disposto a compromessi terribili per sopravvivere: sfuggì alla deportazione grazie a potenti amicizie collaborazioniste.
Nel 1978 il romanzo Rue des boutiques obscures gli assicura il Premio Goncourt.
Negli anni successivi approfondirà i temi a lui cari e affinerà la propria poetica grazie a una serie di romanzi dedicati a figure femminili che sono vissute durante gli anni bui della guerra, e alle cui vite dimenticate egli cerca di offrire il risarcimento della memoria.
A questo filone appartengono Dora Bruder e Des inconnues, rispettivamente del 1996 e del 1999. In Italia ha pubblicato, tra gli altri, Sconosciute (Einaudi, 2000), Dora Bruder (Guanda, 2004), Bijou (Einaudi, 2005), Pedigree (Einaudi, 2006), Nel caffè della giovinezza perduta (Einaudi, 2010), Riduzione di pena (Lantana Editore, 2011), Fiori di rovina (Lantana Editore, 2012), L'Orizzonte (Einaudi, 2012) e Caterina Certezza (Donzelli, 2014).
Lo scrittore francese è stato il vincitore del Premio Bottari Lattes Grinzane nel 2012 (II edizione) per la sezione La Quercia con Dora Bruder. La sezione è dedicata a Mario Lattes (pittore, editore e scrittore, scomparso nel 2001) e riservata a un’opera di un autore affermato, dimostratasi nel corso del tempo meritevole di apprezzamento di critica e di pubblico.
Nel 2014 gli è stato conferito il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione «Per l'arte della memoria con la quale ha evocato il destino umano più inafferrabile e fatto scoprire il mondo vinto sotto l'occupazione».
2. "Il cecchino paziente" di Pérez-Reverte Arturo
Ad Alejandra Varela, detta Lex, specialista in arte urbana, piacciono le donne, e non ne fa mistero. Ma ora che ha perso la sua compagna, Lita, non le resta che il lavoro.
Un incarico editoriale la mette sulle tracce di Sniper, uno dei writer più famosi al mondo, un ribelle apparentemente indomabile, protagonista di "interventi" ben oltre i limiti della legalità, con conseguenze in qualche caso fatali per i giovani che chiama all'azione.
Quasi nessuno ne ha mai visto il volto, nessuno conosce la sua vera identità. Un artista? Lui dice di non esserlo, ripete che i suoi "pezzi" sono "guerriglia urbana". Eppure, se qualcuno lo convincesse a esporre le sue opere e a farne un libro, sarebbero in molti ad arricchirsi.
Almeno all'inizio, è per questo che Lex lo insegue da Madrid a Lisbona, da Verona a Napoli, immergendosi sempre più nel mondo dei "graffitari", nei loro codici e nei loro valori. Anche qualcun altro, però, sta cercando Sniper, con tutt'altre intenzioni. E pedina Lex per arrivare fino a lui.
Quello che allora si scatena è un duello di intelligenze, un gioco di specchi tra cacciatori e prede, tra schermitori che cercano il fianco debole dell'avversario. E poi colpiscono. Sempre. Perché "il Fato è un cacciatore paziente" che non perdona. Mai.
Pérez-Reverte, uno dei più apprezzati reinventori del romanzo d'avventura e "uno dei maestri della suspense intelligente" (come si legge nel risvolto di copertina) nel suo più recente romanzo, Il cecchino paziente, dagli scenari "storici" che hanno sin qui caratterizzato la sua più felice produzione (la "serie" dedicata al capitano Alatriste, Il maestro di scherma...) passa al contemporaneo più spinto.
Qui la protagonista è Alejandra Varela, soprannominata Lex (soprannome rivelatore, come si arguirà a posteriori, giunti alle ultime pagine del romanzo, quelle come da tradizione dedicate all'inevitabile "colpo di scena"...): esperta di arte urbana, attiva nello scouting per gallerie e case editrici, viene assoldata da un editore per rintracciare un celebre writer e convincerlo a collaborare "col sistema" accettando le regole del mercato.
Il writer, Sniper, oltre a essere un genio dei graffiti è anche una sorta di ideologo della pratica artistica più dura e pura ("Se è legale non è writing"): con la sua autorevolezza di leader indiscusso "convoca" altri writer a partecipare a "interventi" molto rischiosi, su pareti quasi inaccessibili.
Nel corso di uno di questi interventi è morto il figlio di un miliardario che ora vuole vendicarsi su Sniper.Il romanzo è tutto nella caccia al writer. Lex lo insegue da Madrid a Lisbona a Verona a Napoli. E sulle sue tracce si muovono due "segugi" pagati dal miliardario: un "tizio con il loden verde" e la sua socia "Faccia Magra".
Il viaggio nel mondo dei writer è molto ben documentato (l'autore applica la tecnica del romanzo storico alla materia contemporanea) e quindi interessante. Si scopre che si tratta di un mondo con un'ideologia, delle gerarchie, delle relazioni internazionali, delle tecniche (con ricco lessico connesso).
Pérez-Reverte Arturo, Cartagena (Spagna), 24/11/1951, è uno scrittore e giornalista spagnolo.
Dopo aver conseguito una laurea in Scienze politiche e Giornalismo, ha lavorato per circa vent'anni, dal 1973 al 1994, come reporter di guerra per i giornali, la radio e la televisione; spostandosi nei vari punti caldo del mondo ha seguito vari conflitti tra cui la guerra di Cipro, la guerra delle Falkland, la crisi del golfo, sino alla guerra in Croazia e a Sarajevo.
Nel 1986 ha scritto il suo primo romanzo, El húsar, ambientato durante le guerre napoleoniche. Raggiunge il suo primo successo internazionale con la pubblicazione di Il maestro di scherma.
Un successo che è stato confermato nel 1990 con il suo terzo romanzo, La tavola fiamminga, segnalato dal "New York Times Book Review" come miglior romanzo straniero dell'anno. Ha ormai abbandonato il giornalismo per dedicarsi alla letteratura. Dal suo romanzo Il club Dumas, pubblicato nel 1997, è stato tratto il film La nona porta di Roman Polanski, interpretato da Johnny Depp.
Il 12 giugno 2003 è diventato membro della Real Academia Española de la Lengua, la più alta istituzione spagnola nella lingua e la letteratura, presso la quale ha letto un discorso intitolato 'El habla de un bravo del siglo XVII'.
Dalla serie di romanzi con protagonista il Capitano Alatriste è stato tratto il film Il destino di un guerriero (Spagna, 2006) con la regia di Agustín Díaz Yanes.
Tra gli altri scritti di cui è autore, si segnalano Il tango della vecchia guardia (Rizzoli, 2013) e Il cecchino paziente (Rizzoli, 2014).
3. "La bionda dagli occhi neri. Un'indagine di Philip Marlowe" di John Banville
A Los Angeles è un sonnolento pomeriggio d'estate, non si muove una foglia e il traffico, in strada, scorre al rallentatore, come gli affari di Philip Marlowe: sì, proprio quel Philip Marlowe, il più ruvido e solitario degli investigatori privati.
Ma a volte basta un istante perché gli eventi prendano una piega imprevista, basta l'ingresso in ufficio di una bellezza mozzafiato, una bionda sensuale ed elegante, per scombussolare i piani e i pensieri.
Clare Cavendish, erede della Langrishe Fragrances, impero dei profumi, è alla ricerca del suo amante scomparso, tale Nico Peterson, agente di spettacolo che vivacchia grazie a divi da quattro soldi e starlet di belle speranze.
Certo, una strana coppia. Lei è ben consapevole che il suo uomo non fosse un granché, poco più di un manigoldo in abiti eleganti, eppure era suo, ed è decisa a riaverlo. Strani anche i posti che frequentavano, come l'esclusivo Cahuilla Club, con il muro di cinta ricoperto di buganvillea, l'imponente cancello dorato e un impeccabile maggiordomo dal marcato accento inglese che serve il tè.
Immergendosi in questo mondo traboccante di ricchezza, Marlowe si trova alle prese con personaggi stravaganti e individui loschi, come i due messicani che compaiono all'improvviso, disposti a tutto pur di ritrovare Nico: chi li manda e perché?
A disorientare Marlowe, oltre all'ambigua seduttività della bionda dagli occhi neri, si insinua il tarlo del dubbio e dei sentimenti, quanto mai aggrovigliati, che lo legano a più d'uno dei personaggi...
"Era uno di quei martedì pomeriggio d'estate in cui ti chiedi se la terra ha smesso di girare. Il telefono sulla mia scrivania aveva l'aria di chi sa di essere osservato": nemmeno tre righe di incipit e ti senti proiettato indietro in un universo chandleriano di uomini con il cappello in testa anche d'estate e sigarette compulsive, capelli ondulati pieni di brillantina, donne con cappellino e veletta e sigaretta nel bocchino, whisky e drink a ripetizione, bionde che, come quella in copertina, sembrano alludere a Marylin Monroe persa in una giungla d'asfalto (il film di John Huston è del 1950).
Dopo tanti, troppi fantasiosi serialkiller, intrighi sovranazionali, narcomattanze splatter, gialli che vengono dal freddo o dal mediterraneo, si torna per una volta a un mondo ordinato di crimini ordinari e di detective credibili dal sapore un po' vintage, quando il noir si chiamava hard boiled. Banville, che fa parte del pantheon degli scrittori contemporanei e ha vinto il Booker Prize nel 2005, è stato incaricato dalla Raymond Chandler Estate di riportare in vita il leggendario private eye in un romanzo dal titolo che più chandleriano non si può, con lo pseudonimo che usa per i suoi gialli (ma non in Italia).
La storia la riassume lo stesso Philip Marlowe: "sono stato assunto per indagare su un tizio che si supponeva fosse morto. Non faccio in tempo a girarmi che mi ritrovo immerso fino al collo tra i cadaveri e per un pelo non divento un cadavere anch'io". Il caso diventa una sorta di palinsesto dove il manoscritto originale è parzialmente cancellato e sopra viene scritto un testo nuovo. Le condizioni le solite: 25 dollari al giorno più le spese.
Per chi non lo conosce: "Sono solo un uomo qualunque che cerca di guadagnarsi un dollaro e rimanere onesto…Facciamo il nostro lavoro noioso, andiamo a casa stanchi la sera e non profumiamo di rose". E ancora: "Ho dei principi. Non saranno molto alti né molto nobili, ma d'altro canto non sono in vendita".
Marlowe appare come l'erede moderno del cavaliere (ma con qualche macchia e non senza un po' di paura) o del pistolero del West, in lotta contro il drago del male, che si aggira nelle strade della città, con durezza ma senza perdere la tenerezza e il disincanto.
Naturalmente tra la bionda che lo ha assunto e il detective si sviluppa qualcosa di molto più complicato di un semplice rapporto di lavoro, qualcosa che improvvisamente si riallaccia alle vicende del Lungo addio (1953), dove il miglior amico di Marlowe aveva finto di suicidarsi in Messico.
Tutto si tiene nel mondo di Marlowe. Qua e là un'unghiata chandleriana, come quando il nostro osserva dalla finestra di fronte una dattilografa al lavoro: "Faccino grazioso, sorriso timido; il tipo di ragazza che vive con la madre e prepara il polpettone per il pranzo della domenica. È una città triste, questa" (Los Angeles ovviamente).
Per non parlare dello strepitoso dialogo tra Marlowe legato, accanto a due messicani massacrati alla Tarantino e prossimo a fare la stessa fine, e il carnefice, un milionario cattivissimo, per dieci pagine filate. Ovvero, quando i confini tra genere e letterarietà saltano. Davvero un lunghissimo addio di Marlowe, questo, triste e finale. (Fernando Rotondo)
John Banville è nato a Wexford, in Irlanda, nel 1945. Nel catalogo Guanda sono presenti: La spiegazione dei fatti, La notte di Keplero, Atena, L’intoccabile, Eclisse, L’invenzione del passato, Ritratti di Praga, Il mare (vincitore del Booker Prize 2005) e della serie dedicata all’anatomopatologo Quirke Dove è sempre notte, Un favore personale, Congetture su April.
4. "Il fine settimana" di Bernhard Schlink
Manca poco alle sette del mattino e un pallido sole sta sorgendo sul vecchio carcere di arenaria. Christiane è già davanti al portone e aspetta il prossimo rintocco delle campane della vicina chiesa.
Dopo più di vent’anni passati dietro le sbarre, suo fratello Jörg è stato infine graziato dal presidente della repubblica tedesca e sta per uscire di prigione. Per il suo primo fine settimana di libertà, Christiane ha organizzato una rimpatriata con i vecchi amici e compagni di lotta in una grande casa di campagna vicino Berlino.
Perché Jörg è un vecchio terrorista della RAF, l’organizzazione clandestina armata di stampo leninista, e adesso ha bisogno d’aiuto per reinserirsi nella società. Per tutti gli altri la vita è andata avanti, c’è chi è diventato giornalista, chi avvocato, chi vescovo di una chiesa locale, chi insegnante, ma l’eco dei giorni passati è ancora persistente.
E la breve vacanza, che Christiane aveva sperato potesse essere riappacificatrice e catartica, risulterà una dura prova per ognuno di loro. Cosa resta del passato? Solo paure, sogni e menzogne? Riusciranno a dominarli? O non saranno nemmeno capaci di parlarne?
Dopo il grande successo di A voce alta, per settimane nelle classifiche dei bestseller del mondo intero, tradotto in trentasette lingue, e da cui è stato tratto il film The Reader, Bernhard Schlink riprende con grande talento gli interrogativi che caratterizzano la sua opera.
Dopo l’Olocausto, indaga un altro lato oscuro della storia tedesca, quello del terrorismo, riuscendo a coglierne nuovi aspetti e contraddizioni. Un romanzo sull’amicizia, sul passato, sul tempo perduto e ritrovato.
Appena uscito dal carcere dopo venti anni di detenzione, Jörg, un ex terrorista della Rote Armee Fraktion, incontra in una casa di campagna vecchi compagni di lotta. Nella sospensione di un fine settimana di vacanza, si scatena tra loro una disputa per il possesso della sua identità, annullata dagli anni di reclusione.
Efficace l'integrazione tra caratterizzazione psicologica e romanzo politico: l'identità di Jörg diventa il palcoscenico su cui si scatena una discussione sulle eredità del terrorismo.
Come nel romanzo del 1995 che ha reso celebre l'autore in tutto il mondo (A voce alta. The reader, Garzanti, 2009), è la letteratura a intrecciare storia e attualità, rimescolando insieme alla cronologia ogni categoria di giudizio etico. Nel best seller un amore ossessivo per la lettura sanciva l'abiezione morale e insieme il riscatto di una ex guardia nazista.
Così nel Fine settimana la scrittura di Ilse, la narratrice interna, disegna una vicenda potenziale che reinterpreta la vita di un amico terrorista morto suicida. Inseriti in corsivo nel testo, i seppur brevi frammenti di Ilse introducono una suggestiva sfasatura logica e temporale, investendo il testo di risonanze inaspettate.
La rievocazione, innescata dalla reminiscenza dei corpiprecipitati dalle Torri gemelle nell'attentato dell'11 settembre, sovrimprime alla memoria degli "anni di piombo" le immagini recenti del terrorismo islamico.
Sulle orme di Don DeLillo che dai falling men ha ricavato il titolo di un suo romanzo, si immagina che il terrorista sia sopravvissuto alle violenze degli anni settanta come uno scampato alla catastrofe di New York.
Rovescia però le prospettive ideologiche di tutta la narrazione la sua morte fra le torri in fiamme: il terrorista del passato diventa vittima, o istigatore, di un nuovo terrorismo. L'esito previsto per il personaggio minore, la cui tonalità quasi espressionista è forse l'aspetto più interessante del romanzo, si erge a emblema della sorte del protagonista, che non trova nella contemporaneità nessuna collocazione possibile.
Pur riaffabulata dai discorsi dei vecchi compagni di lotta, e indirettamente dall'inventiva di Ilse, la sua esistenza rientra in chiusura nella paralisi, senza condurre ad alcuna condanna, né ad alcuna ipotesi di assoluzione. (Bianca Gai)
Bernhard Schlink (Bielefeld, 1944) magistrato e scrittore, vive attualmente tra Bonn e Berlino. Il suo romanzo A voce alta (Garzanti, 1996), tradotto in 25 lingue e a lungo ai vertici delle classifiche di vendita nel mondo intero, ha vinto numerosi premi: Hans-Fallada Preis e «Welt»-Literaturpreis in Germania, Premio Grinzane-Cavour in Italia, Prix Laure Bataillon in Francia; A voce alta sta per diventare un film con la regia di Anthony Minghella.
È anche autore di diversi romanzi polizieschi, tra i quali Die gordischer Schleife (1989, Premio Glauser), Selbst Betrug (1992, Deutschen Krimi-Preis) e – a quattro mani con Walter Popp – I conti del passato (Garzanti, 1999).
5. "Totenfrau. La signora dei morti" di Bernhard Aichner
Anche le brave ragazze nascondono un segreto. Blum ha trentadue anni, un marito poliziotto di nome Mark e due figlie piccole, la vita le sorride.
Ha conosciuto Mark sul ponte della barca a vela dei genitori di lei, il giorno in cui sono morti annegati al largo della costa croata in un pomeriggio d'estate: lui l'ha soccorsa e se ne è innamorato subito. Il segreto di Blum è nascosto nelle ore di quel pomeriggio di otto anni prima, ed è importante per capire come reagirà adesso, quando d'improvviso le tolgono l'amore sotto gli occhi: proprio di fronte a casa, una Rover investe e uccide Mark.
Ma non è un incidente, e non appena emergono gli indizi di un omicidio compiuto per mettere a tacere l'indagine che Mark stava seguendo, per Blum inizia una nuova vita.
Al posto del lutto la vendetta, si riparte da qui. Il piano è stabilito: bisogna eliminare ogni persona coinvolta, andare a prenderla a casa, sul posto di lavoro, ovunque, e farla sparire senza lasciare traccia.
Blum non ha paura: è proprietaria di una ditta di pompe funebri e con il corpo umano ha un rapporto molto pratico, trattare coi morti per lei è pane quotidiano.
Così, inizia la sua corsa senza fermate: ci sono degli obiettivi da centrare, i colpevoli imperdonabili di un gioco perverso e pornografico che ha distrutto la vita di molte persone innocenti. Sono uomini rispettabili, apprezzati, che nascondono pagine oscure e verso i quali non può esserci pietà.
Aichner Bernhard nato nel 1972, scrittore e fotografo, vive a Innsbruck. Totenfrau - La signora dei morti è il suo sesto romanzo.