Le Ss erano una setta esoterica, Hitler e Stalin si odiavano, il Führer fuggì in Sud America… Se ne dicono tante sul nazismo. Ma qualche mistero c’è!
Il nazismo fu un terrificante, raccapricciante e criminale movimento razzista di estrema destra fondato da Adolf Hitler.
La mostruosa ideologia nazista si basava sul concetto della superiorità della razza ariana.
Alla razza ariana dovevano essere assoggettate tutte le altre razze e solo ad essa spettava il dominio di tutto il mondo.
Il nazismo si proponeva il compito di tutelare e ripristinare la purezza della razza.
Sono molte le leggende, le convinzioni sbagliate, i misteri veri o presunti e gli aspetti misconosciuti del Terzo Reich. Cerchiamo di chiarirne alcuni.
1. "La seconda vita di Hitler"
I servizi dell'Urss (che liberò Berlino) hanno sempre dato la loro versione dei fatti sugli ultimi istanti di vita del Führer.
Ma non tutti la condividono. Adolf Hitler morì il 30 aprile 1945 per suicidio.
Si sparò un colpo alla testa, dopo avere ingerito una capsula di cianuro, nel suo bunker a Berlino.
Al suo fianco, Eva Braun lo seguì ingerendo anche lei del cianuro. Nel pomeriggio, secondo la volontà del dittatore, i loro resti sarebbero stati bruciati fuori dal bunker.
Questa dunque la versione ufficiale, che però non ha messo a tacere le tante teorie alternative che hanno comunque prosperato.
Come quella secondo cui il Führer non si suicidò, ma fuggì in Sud America dove si sarebbe rifatto una vita in Patagonia.
Secondo un’altra ricostruzione Hitler, con il nome di Adolf Leipzig, si sarebbe trasferito nella piccola città di Nossa Senhora do Livramento, tra Brasile e Bolivia.
Soprannominato “il vecchio tedesco”, vi sarebbe morto in incognito nel 1984.
2. "Il treno dell'oro nazista"
Se fuggendo dal luogo in cui abitate doveste occultare oggetti preziosi per recuperarli in un secondo momento, dove li nascondereste? Forse da qualche parte sottoterra.
A questo devono avere pensato i nazisti in fuga da Breslau (Breslavia), la città polacca in mano tedesca fin dall’epoca del regno di Prussia, incalzati dall’Armata Rossa alla fine della Seconda guerra mondiale.
Ma siccome il loro tesoro era ingombrante, lo caricarono su un treno, partito dalla stazione sotterranea della città e spedito poi dentro alcuni tunnel realizzati nell’ambito del Project Riese, misteriosa ragnatela di scavi sotterranei realizzati nella regione della Bassa Slesia.
Sul treno c’erano forse dipinti e preziosi scippati alle famiglie polacche ed ebree mandate nei lager, gran parte dell’oro e dei beni prima custoditi nelle banche tedesche o sottratti a quelle dei Paesi invasi e mai ritrovati.
Ma anche la Camera d’ambra, regalo di Federico Guglielmo I di Prussia allo zar Pietro I: sei tonnellate di ambra e oro divise in pannelli per ricoprire una stanza di 55 m2.
Pannelli rubati dai nazisti e spariti nel nulla. Almeno così sperano Piotr Koper e Andreas Richter, che avrebbero individuato il luogo in cui è ubicato il treno e chiesto alle autorità polacche di avere una ricompensa pari al 10% del valore al suo interno.
L’esploratore Krzysztof Szpakowski sostiene che ci sarebbero almeno altri due convogli nascosti sottoterra vicino alla città di Walim, anche se il contenuto non è noto.
3. "Hitler e Stalin non erano nemici" e "Le Ss erano (anche) italiane"
- Hitler e Stalin non erano nemici
Hitler e Stalin trasformarono nazismo e comunismo in regimi totalitari che finirono per combattersi. Ma i due leader non si odiarono, anzi.
«L’unico uomo per cui Hitler avesse un “rispetto incondizionato”», ha scritto la studiosa dei totalitarismi Hannah Arendt, «era “il geniale Stalin”» (i corsivi sono tratti dai taccuini del Führer).
Nelle sue Memorie del Terzo Reich, Albert Speer, architetto e ministro del Reich, rivela che il rispetto di Hitler per Stalin aumentò nel corso dell’Operazione Barbarossa (l’offensiva contro l’Urss).
Scrive Speer: “Lo colpiva la forza d’animo con cui aveva accettato le sconfitte. Parlava di Stalin con molta stima”. - Le Ss erano (anche) italiane
Fu dopo l’8 settembre 1943, ad armistizio firmato, che migliaia di soldati italiani si arruolarono volontariamente nelle Waffen-Ss, cioè nelle Ss combattenti.
Furono inizialmente inquadrati nella prima Brigata d’assalto Ss italiane, poi diventata la 29sima Ss- Waffengrenadierdivision (Italienische Nr. 1): più semplicemente “Divisione Italia”.
Nel dicembre 1944 la divisione contava almeno 15.000 uomini. La divisa era quella del regio esercito: cambiavano solo le mostrine (gli italiani poterono fregiarsi delle doppie rune delle Ss, su sfondo rosso).
Gli ultimi elementi della divisione si arresero alle truppe americane a Gorgonzola. Era il 30 aprile 1945, il giorno dopo che il cadavere di Mussolini era stato esibito, appeso per i piedi, a Milano.
Le divisioni Ss che combatterono per il Reich non erano dunque affatto della tanto esaltata stirpe germanica. Già dal 1940, vi furono infatti inquadrati molti stranieri: francesi, olandesi, danesi, norvegesi, belgi, croati, serbi e persino indiani.
4. "Il dopping era l'arma segreta del Reich" e "I più nazisti erano gli Austriaci"
- Il dopping era l'arma segreta del Reich
Lo chiamavano anche Panzerschokolade (foto), "il cioccolato dei carri armati”: il Pervitin, stimolante il cui principio attivo è la metanfetamina, era usato dai militari fin dalla Prima guerra mondiale, come eccitante e antifatica.
La sua diffusione diventò ancor più capillare nella Germania nazista, almeno stando a un libro recentemente pubblicato: ne avrebbero ampiamente abusato i soldati della Wehrmacht, ma anche lo stesso Hitler.
Lo sostiene Norman Ohler nel suo saggio Der totale Rausch (“L’euforia totale”).
Sempre secondo Ohler, lo stesso Hitler avrebbe ricevuto negli anni dal suo medico personale Theo Morell qualcosa come 800 iniezioni, in cui metanfetamine e steroidi si mischiavano ad altre sostanze dopanti. - I più nazisti erano gli Austriaci
Fu un plebiscito a decidere l’annessione dell’Austria alla Germania di Hitler: secondo i documenti ufficiali del referendum a cui il 10 aprile 1938 furono chiamati 4.474.000 elettori austriaci, il 99,7% espresse un “sì”.
L’Austria diventò così parte integrante della Grande Germania.
Gli austriaci rappresentavano solo l’8% della popolazione dello Stato hitleriano, ma le percentuali attive nella macchina del Reich erano altissime: il 14% dei membri delle Ss erano di origine austriaca.
Non solo: il 40% del personale nei campi di sterminio e il 70% del personale di Adolf Eichmann proveniva dall’Austria.
5. "Rommel, stratega sopravvalutato" e "Nazismo esoterico per pochissimi"
- Rommel, stratega sopravvalutato
Vincitore a Tobruk, nella Campagna d’Africa, contro gli inglesi, si guadagnò il soprannome di Volpe del deserto.
Erwin Rommel è una star della Seconda guerra mondiale. Ma gli storici militari evidenziano che le sue grandi virtù tattiche avevano un grave limite: non sapeva adattarsi alle forze a disposizione.
Incaricato di prevenire il crollo delle forze alleate italiane in Cirenaica, nel 1941, davanti ai successi iniziali andò oltre gli ordini ricevuti, tentando di riconquistare la regione e di avanzare fino al Canale di Suez.
Un piano ardito, ma che non teneva conto delle enormi distanze, dell’insufficienza numerica delle truppe, delle difficoltà delle sue linee di rifornimento e (dall’altra parte) dei rinforzi continui che arrivavano al nemico grazie alla strategica base di Malta. - Nazismo esoterico per pochissimi
Riti esoterici nel nome dell'antica religione germanica, per cementare le radici ariane del Terzo Reich. Tutto vero? Sì e no.
Il fenomeno non fu così diffuso come spesso si crede. Di sicuro coinvolse dal 1933 il Reichsführer Heinrich Himmler, cultore dell’esoterismo, che aveva dato il via a riti neopagani che si svolgevano soprattutto nel castello di Wewelsburg (Germania): avrebbero dovuto trasformare le Ss in monaci guerrieri chiamati a difendere le radici “ariane” e a riscoprire l’antica religione dei padri.
Che le stesse Ss (Himmler a parte) credessero davvero ai rituali spiritici è però assai dubbio. Di sicuro la vicenda ha alimentato nel tempo la fantasia di un nazismo esoterico.