In questi ultimi decenni l’industria conserviera, in particolar modo quella dei surgelati, ha messo a punto eccellenti metodi per avere in tavola tutto l’anno ortaggi di qualsiasi tipo.
Tra questi vi è anche il pisello, non sempre facilmente reperibile allo stato fresco sui banchi degli ortolani, che può riuscire benissimo nel piccolo orto, dalle zone di pianura alla montagna.
Oggi vi indichiamo come attuare la coltivazione di questo dolce legume, soffermandoci anche su quali varietà scegliere.
1. Varietà da coltivare
Le varietà di pisello vengono suddivise, a seconda dell’altezza che raggiungono le piante, in varietà nane, semirampicanti (o mezza-rama) e rampicanti.
Le prime presentano un’altezza compresa tra i 35 e i 60 cm, le semirampicanti tra i 70-80 e i 120 cm mentre quelle rampicanti raggiungono un’altezza di 150- 180 cm.
Indipendentemente dall’altezza, ai tre gruppi sopra citati bisogna poi aggiungere le varietà mangiatutto (o taccole), delle quali si consuma l’intero baccello, le cui piante presentano un’altezza compresa tra i 60-70 e i 150 cm circa.
- Tra le varietà nane sono da consigliare le seguenti:
Meraviglia d’Italia, molto precoce, con baccelli lunghi circa 9 cm contenenti 7-8 semi;
Piccolo provenzale, precoce, con baccelli lunghi circa 7 cm contenenti 6-7 semi;
Progress n. 9, dotata di buona precocità, con baccelli lunghi attorno a 10 cm contenenti 7-9 semi.
Altre interessanti varietà sono Dolce di Provenza (simile al Piccolo provenzale), Meraviglia di Kelvedon, Stirone (adatta alla congelazione) e Telefono nano. - Al gruppo delle varietà semirampicanti (o mezza-rama) appartengono:
Espresso (o Express), abbastanza precoce, con baccelli lunghi 9-10 cm contenenti 7-9 semi;
Lincoln, mediamente precoce, con baccelli di forma arcuata lunghi 9-10 cm contenenti 7-8 semi;
Rondo, mediamente tardivo, varietà tra le più coltivate negli orti familiari, con baccelli diritti lunghi 10-11 cm contenenti 8-10 semi;
Senatore, mediamente tardivo, con baccelli arcuati lunghi 10 cm contenenti 6-7 semi;
Utrillo, abbastanza precoce, con baccelli di forma falcata lunghi 12-13 cm contenenti 9-10 semi.
Altre interessanti varietà sono Maestro, S. Croce napoletano e Television. - Tra le varietà rampicanti:
Alderman è probabilmente la più diffusa, piuttosto tardiva, con baccelli diritti voluminosi lunghi 11-12 cm contenenti 8-10 semi;
vi sono poi Lavagna, mediamente precoce, con baccelli arcuati lunghi 10-12 cm contenenti 6-8 semi;
San Cristoforo, mediamente precoce, con baccelli arcuati lunghi 11 cm contenenti 7-9 semi;
Telefono rampicante, abbastanza tardiva, con baccelli diritti lunghi 11 cm contenenti 8-9 semi.
Altre interessanti varietà sono Baccellone di Firenze e Serpette verde. - Per quanto riguarda le varietà mangiatutto (o taccole), si consigliano:
Bamby (varietà nana alta circa 65 cm), con baccelli lunghi 7-8 cm molto teneri e dolci;
Carouby (varietà rampicante alta 150-160 cm), con baccelli lunghi 8-10 cm;
Gigante svizzera (varietà rampicante alta 130-150 cm), con baccelli lunghi 10 cm.
Se abitate in zone dove è agevole procurarsi ramaglie, vi consigliamo di coltivare varietà semirampicanti e rampicanti, che hanno bisogno di sostegni sui quali crescere per dare il meglio delle loro produzioni, e che inoltre producono maggiormente rispetto a quelle nane.
Infine, se avete un orto abbastanza ampio, per raccogliere a lungo prodotto fresco vi consigliamo di coltivare due o tre varietà rampicanti e/o semirampicanti con precocità diverse.
2. Clima e terreno
Questo ortaggio ama un clima fresco; le sue temperature ottimali di vegetazione sono infatti comprese tra i 15 e i 18 °C.
Temperature elevate causano la formazione di semi coriacei e poco dolci, in quanto gli zuccheri in essi contenuti si trasformano velocemente in amidi.
Anche il freddo però può essere dannoso, ma solo forti gelate sono in grado di distruggere le piantine.
Il pisello può essere coltivato in svariati tipi di terreno, anche se preferisce quelli freschi, di medio impasto e discretamente forniti di sostanza organica.
Per quanto riguarda la reazione (pH), questo ortaggio predilige suoli con pH compreso tra 6 e 6,5 (quindi leggermente acida), ma riesce bene anche con valori pari a 5,5 (cioè tendenzialmente acida).
Non è invece consigliabile coltivarlo in terreni con reazione superiore a 7,5 (cioè tendenzialmente alcalini o basici).
Si consiglia di attendere 3-4 anni prima di coltivare nuovamente il pisello nella stessa aiuola, soprattutto per evitare l’affermarsi di malattie e parassiti che possono colpire la coltura.
È anche consigliabile evitarne la coltivazione dopo ortaggi che appartengono alla sua stessa famiglia, quella delle Leguminose, come fagiolo, fagiolino, fava, arachide, cece, lenticchia, soia, ecc., poiché hanno esigenze di coltivazione simili a quelle del pisello.
3. Preparazione del terreno
Questa coltura non sopporta i ristagni d’acqua e per tale motivo bisogna assicurare uno sgrondo ottimale perché in primavera, stagione in cui si concentra il periodo di maggiore vegetazione delle piante, possono verificarsi abbondanti piogge.
Dopo aver vangato il terreno sino a una profondità di circa 25-30 cm, prima della semina occorre preparare le aiuole, che devono essere sopraelevate di almeno 15-20 cm in presenza di terreni pesanti e umidi.
Nei suoli molto compatti si consiglia invece di realizzare aiuole sopraelevate di almeno 20 cm a forma di arco, sul colmo delle quali si realizzeranno poi piccoli solchi in cui collocare i semi.
Se il terreno dell’orto è fertile, si può evitare di eseguire qualsiasi tipo di concimazione, soprattutto se la coltura segue ortaggi abbondantemente concimati (come pomodoro e zucchino) e in cui si impiega letame o compost.
Nel caso invece il suolo sia povero, occorre distribuire 15 grammi di perfosfato minerale-19 al momento della vangatura e altrettanti quando si preparano le aiuole prima della semina.
Lo sapevate che il pisello è un ortaggio che migliora la fertilità del terreno?
Come molti ortaggi appartenenti alla famiglia delle Leguminose (per esempio fagiolo, fava e cece), anche il pisello (Pisum sativum) migliora la fertilità del suolo: vediamo come.
Le radici del pisello sono provviste di ingrossamenti (detti noduli o tubercoli) delle dimensioni di qualche millimetro, all’interno dei quali vi sono particolari batteri capaci di fissare nel terreno l’azoto presente nell’atmosfera.
Questo elemento è indispensabile per la crescita delle piante, stimolando in particolar modo lo sviluppo vegetativo.
Grazie a questa peculiarità gli ortaggi appartenenti alla famiglia delle Leguminose non hanno generalmente bisogno di essere concimati con prodotti a base di azoto, se non in presenza di suoli poveri o in annate con primavere fredde, condizioni che impediscono e/o limitano la crescita delle piante e lo sviluppo dei tubercoli radicali.
In questo caso è consigliabile somministrare, subito dopo la germinazione dei semi, dai 15 ai 25 grammi di solfato ammonico-20 per metro quadrato.
4. Semina e installazione dei sostegni
Il pisello va seminato a file, in piccoli solchi a una profondità di 2-3 cm, tenendo quella maggiore nei terreni più leggeri.
Per le varietà nane occorre rispettare una distanza tra le ile di 40-50 cm, per quelle semirampicanti di 60-80 cm mentre per le rampicanti di 100-120 cm.
Al momento della semina occorre tenere una distanza di 3-5 cm tra un seme e l’altro, impiegando mediamente 10-15 grammi di semente per metro quadrato.
In Pianura Padana l’epoca di semina va di regola da fine febbraio ai primi di aprile, in modo che le raccolte siano completate entro il mese di giugno.
Solo nelle località con clima più mite si può anticipare il periodo di semina, purché non visia il pericolo di ritorni di freddo e di gelate tardive (nelle località più miti del meridione si semina da metà dicembre ai primi di febbraio); si tenga presente che le temperature più idonee per la germinazione della semente sono comprese tra i 10 e i 24 °C.
Siccome gli uccelli sono ghiotti dei semi di pisello, al fine di proteggerli dai loro attacchi si consiglia di installare sulle aiole piccoli tunnel ricoperti con l’apposita rete antiuccelli (o rete antigrandine), reperibile nei più forniti garden center e negli empori agrari, oppure di predisporre sul terreno uno strato di ramaglie dello spessore di circa 10-12 cm o stendervi un velo di tessuto non tessuto.
Una volta che i semi sono germinati e le piantine hanno raggiunto l’altezza di qualche centimetro, le protezioni si possono rimuovere.Nel caso abbiate seminato varietà semirampicanti e rampicanti è necessario installare sostegni per assecondare la crescita delle piante.
Come precedentemente detto si possono impiegare ramaglie di vario tipo (per esempio di acero campestre, salice e anche nocciolo), ma non disponendo di questi materiali si può ricorrere a reti di materiale plastico (e pure quelle elettrosaldate utilizzate in edilizia, soprattutto per le varietà rampicanti) sorrette da robusti pali.
Per sorreggere le varietà semirampicanti sono suficienti reti alte 1-1,5 metri, mentre per quelle rampicanti devono essere alte circa il doppio.
Le reti devono essere installate con cura, quando le piante hanno raggiunto l’altezza di circa 10 cm, anche se è più razionale posizionarle prima della semina in modo da non disturbare le piante in vegetazione
In questo caso, però, non è possibile installare sulle aiole subito dopo la semina ramaglie, tessuto non tessuto o altri dispositivi per proteggere i seminati dagli uccelli.
5. Cure di coltivazione e raccolta
Nel caso le piantine nei primi stadi di crescita, cioè quando presentano un’altezza di circa 7-8 cm, fossero troppo fitte, è necessario diradare le colture lasciando sulla fila una piantina ogni 6-10 cm.
Per avere un buon raccolto occorre avere, nel caso di varietà nane, all’incirca 70 piante per metro quadrato e 40-60 piante, sempre per metro quadrato, per quelle semirampicanti e rampicanti.
Durante il ciclo di coltivazione, indicativamente sino a quando le piante sono quasi del tutto sviluppate, eseguite leggere zappature e/o estirpature superficiali, in modo da smuovere gli strati più supericiali del terreno e per eliminare le piante infestanti.
Solitamente durante il periodo di coltivazione del pisello, che corrisponde a quello primaverile, le piogge non mancano. In anni con primavere siccitose è però opportuno irrigare, anche più volte, per non far subire alle piante un blocco di vegetazione e per non compromettere la produzione sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
Per irrigare adottate il sistema per aspersione (a pioggia) sino a poco prima della fioritura, poi è meglio impiegare quello per scorrimento-infiltrazione laterale dentro solchi, in modo da non causare danni ai fiori e comprometterne l’impollinazione, in particolar modo se l’acqua impiegata è molto fredda (come quella, per esempio, di pozzo o proveniente da cisterne sotterranee).
Nel caso coltivaste varietà rampicanti, per dare maggiore stabilità alle piante può essere utile assolcarle (cioè avvicinare terra al colletto); in questo modo si creano anche solchi che possono essere utilizzati per eseguire, nel caso sia necessaria, l’irrigazione per scorrimento-infiltrazione laterale dentro solchi.
Al contrario di quello che avviene nella maggior parte delle varietà nane, nelle quali la raccolta si esegue in un’unica passata, in quelle semirampicanti e rampicanti la maturazione dei baccelli è scalare, per cui le raccolte vanno eseguite in più volte.
Bisogna però essere tempestivi e non lasciare «invecchiare» i baccelli sulle piante, altrimenti i piselli diventano coriacei e perdono dolcezza; piselli duri contenuti in baccelli lasciati a lungo sulle piante presentano infatti scarsa appetibilità.
Al momento della raccolta aprite alcuni baccelli, in modo da verificare le dimensioni dei piselli, che devono riempire bene il baccello ed essere dolci. Se i piselli hanno un aspetto farinoso, consistenza coriacea e sapore poco zuccherino vuol dire che si è superato il momento migliore per la raccolta.
Durante le operazioni fate attenzione a non spezzare le piante togliendo con troppa forza i baccelli.
In Pianura Padana la raccolta inizia indicativamente dall’ultima decade di maggio e si protrae per tutto giugno. Nelle regioni del Centro-Sud, invece, l’epoca di raccolta può iniziare un mese prima (o più) rispetto al Nord, a seconda della zona.
Al contrario nelle località alpine sino a circa 1.300-1.400 metri di altitudine la raccolta può essere effettuata sino alla seconda metà di agosto.
Le varietà mangiatutto, invece, si raccolgono quando i semi non si sono ancora ingrossati, indicativamente quando i baccelli raggiungono i due terzi del loro sviluppo de nitivo.
Da 10 metri quadrati di coltura si possono ricavare indicativamente 5-6 kg di baccelli nelle varietà nane, 7-8 kg in quelle semirampicanti mentre in quelle rampicanti è possibile raggiungere e superare i 12 kg.
Da ogni chilogrammo di baccelli si possono ottenere 350-400 grammi di piselli, o poco più.