Il suricato (Suricata suricatta) è un agile mammifero carnivoro dalle dimensioni piuttosto ridotte, di circa 1 kg di peso e lungo non più di 60 cm dalla testa alla punta della coda.
Il corpo è ricoperto da una corta pelliccia di un mimetico marrone chiaro, simile al colore del suolo su cui vive, per non essere individuato dai predatori.
La testa si presenta con una fronte sfuggente, un muso appuntito fornito di piccoli denti aguzzi, orecchie piccole e occhi di forma allungata, che gli permettono di avere un ampio campo visivo.
Il colore scuro presente intorno agli occhi impedisce anche la formazione di riflessi, che possono infastidire l’accuratezza della visione diurna.
Vivono in gruppi formati al massimo da 30 esemplari, e in ognuno di questi gruppi sono presenti 3 o 4 unità familiari. A capo del gruppo c’è la femmina dominante che decide il luogo dove fermarsi e quello dedicato alla caccia.
I suricati dedicano particolare attenzione alla difesa del loro territorio e quindi alla possibile intrusione da parte di altri gruppi. Proprio per questo si danno dei veri e propri turni di guardia (in cui rimarranno per lungo tempo in posizione eretta) per controllare i dintorni.
I suricati sono tra i mammiferi più cooperativi, con una struttura sociale ben definita; nella famiglia, ognuno ha un suo ruolo: dal maschio e la femmina alfa, i soli a riprodursi, a babysitter, sentinelle, scavatori, tutor… .
La gestazione dura circa 11 settimane, dopo la quale verranno dati alla luce 4 piccoli che si presenteranno glabri e con gli occhi chiusi (li apriranno dopo quasi 2 settimane).
Lo svezzamento termina dopo 2 mesi, e da quel momento tutti i membri del gruppo si occuperanno della loro alimentazione.
Raggiungono la maturità sessuale intorno al primo anno di vita. La durata di vita media dei suricati è di circa 12 anni.
Oggi vedremo alcune cose molto interessanti su questo straordinario mammifero. Scopriamole insieme.
1. Nel deserto in compagnia
In inglese, suricato si dice meerkat, nome che ha origine un paio di secoli fa dai commercianti della East India Company: pensando appartenesse al gruppo dei primati, gli adattarono il termine indiano di Markata, che significa scimmia.
In realtà, questi carnivori fanno parte della famiglia Herpestidae, a cui appartiene anche la mangusta.
Il suricato vive nelle pianure aride e semi-desertiche dell'Africa meridionale, in un territorio che copre perte dell'Angola sud-occidentale, la Namibia, il Botswana ed il Sudafrica.
Grazie all’assenza di fitta vegetazione e arbusti dietro cui nascondersi, i predatori possono essere avvistati da lontano, e il rischio di essere catturati si riduce di molto.
Ma vivere in un ambiente così estremo ha anche le sue controindicazioni, e il deserto è selettivo per chiunque ci vive.
Temperature torride e scarsità d’acqua e cibo sono fattori limitanti, e comportano lo sviluppo di forme adattative per la sopravvivenza.
Il suricato è la dimostrazione del successo di un’intera società di animali, in cui la vita di ognuno è strettamente legata a un’efficace cooperazione tra gli individui del gruppo.
La principale regola di ogni società di suricati riguarda la tutela della maternità e dei cuccioli.
Nel periodo dello svezzamento, la mamma è esentata dai turni di sentinella e durante le sue uscite per la ricerca di cibo ci sono sempre individui del gruppo che si prendono cura dei cuccioli, sorvegliandoli e facendoli giocare fino al suo rientro.
2. Una vita in società
Il peso del suricato può variare dai 600 ai 1200 grammi. La femmina è più grande del maschio.
La sua lunghezza è di circa 25-35 cm, con una coda tra i 15 e i 25 cm. La sua vita media è di 12 anni.
Il suricato ha una vista acuta e distingue abbastanza bene i colori. Può tenere fisso lo sguardo sul cielo luminoso e avvistare i rapaci da lontano.
Grazie agli occhi allungati orizzontalmente ha un’ampia visuale di ciò che lo circonda. La coda ha la stessa funzione di una terza gamba, serve quindi a mantenere l’equilibrio quando il suricato deve stazionare a lungo durante il suo “turno di guardia”.
Il corpo lungo e sottile gli consente di introdursi velocemente nella tana in caso di pericolo. Il suo manto è colorato in modo da mimetizzarsi con il terreno circostante chiaro e polveroso.
Il suricato vive in società organizzate, che possono contare da 8 a 30 individui, dominate da un maschio e una femmina alfa. Sono gli unici che si riproducono all’interno della famiglia (spesso i cuccioli delle altre femmine vengono uccisi).
Le nascite avvengono in tutte le stagioni, fino a 4 parti all’anno, ognuno di 3-5 cuccioli. Questi rimangono al sicuro all’interno della tana per circa due settimane, durante le quali sono accuditi e allattati dalla mamma.
In sua assenza, alla sorveglianza della cucciolata provvedono i baby sitter, fin quando i giovani diventano indipendenti e capaci di seguire gli adulti a caccia.
Durante le prime uscite, sono sempre accompagnati dagli individui più anziani che, con funzione di tutor, insegnano a cercare il cibo e difendersi dai pericoli.
E' stato scoperto che i suricati d’Africa educano i propri figli. A svelarlo sono stati Alex Thornton e Katherine McAuliffe, due ricercatori dell’Università di Cambridge, in Inghilterra che hanno pubblicato lo studio su “Science”.
I cuccioli di suricati ricevono una sorta di lezione scolastica dai genitori durante le prime fasi di vita, imparando a prendere confidenza con le prede e a maneggiarle.
In una delle osservazioni condotte, al cucciolo veniva affidato uno scorpione privato però dell’aculeo velenoso presente nella coda, per evitare così che il piccolo si ferisse oppure una cavalletta, che il cucciolo cercava di non lasciarsi sfuggire.
Ogni volta però che la cavalletta riusciva a saltare via, il genitore era pronto a riacciuffarla e a riconsegnarla all'”allievo”..
Le sentinelle sorvegliano, in turni di circa un’ora, il territorio, per proteggere il gruppo dai predatori; gli scavatori costruiscono e mantengono la tana (spesso i suricati si mettono uno dietro l’altro e formano una catena per eliminare più velocemente la sabbia da asportare).
In caso di pericolo, in soli due secondi possono scavare una buca in cui nascondersi.
3. Una casa a forma di tana e a prova di sentinella
Il suricato ha zampe anteriori dotate di 4 dita e unghie robuste non retrattili e leggermente ricurve.
Sono un perfetto e specializzato strumento per scavare il duro terreno del Kalahari, sia alla ricerca di insetti e larve, sia per realizzare i complessi sistemi di tane in cui vive la numerosa società di questi mammiferi.
Un gruppo stanziale di suricati può avere fino a 15 tane nel proprio territorio, usate a rotazione ogni 2-3 giorni. Si sviluppano a una profondità tra i 2 e gli 8 metri e sono costituite da un intricato dedalo di tunnel e stanze.
Il complesso è dotato di numerosi ingressi, in modo da permettere ai suricati di entrare rapidamente in essi da qualsiasi direzione dovessero arrivare. Inoltre, anche l’abbandono della tana in caso di intrusione di un predatore è altrettanto veloce.
Le uscite si individuano facilmente, perché sono sempre associate a un piccolo cumulo di terreno, rimosso per realizzare le gallerie e su cui spesso si trovano le sentinelle. Un suricato riesce a rimuovere in una sola giornata un quantitativo di terra pari a centinaia di volte il suo peso.
Nonostante conduca vita diurna, il caldo torrido non rappresenta per lui un grosso problema: lo si trova, infatti, quasi ovunque nel deserto del Kalahari in Africa meridionale, dove, a volte, di giorno, le temperature superano i 54 °C.
Uno dei comportamenti di maggior successo della società del suricato è la continua e ossessiva attenzione per individuare i predatori che minacciano la vita dei suoi componenti.
La sentinella scruta di continuo l’orizzonte alla ricerca di predatori, come la iena maculata (Crocuta crocuta), lo sciacallo dalla gualdrappa (Canis mesomelas) o la temibile aquila marziale (Polemaetus bellicosus).
Le sentinelle si arrampicano su arbusti, montagnette, alberi, sassi, qualsiasi cosa gli consenta di avere un maggiore campo visivo.
In caso di pericolo, lanciano l’allarme che richiama il branco a rifugiarsi nella tana, e a ogni pericolo è associata una diversa vocalizzazione d’allarme.
La sentinella è sempre l’ultima a rifugiarsi nella tana, dopo che tutti i componenti del suo gruppo sono rientrati. Chi svolge questo incarico è anche l’animale più esposto del gruppo, a volte finendo lui stesso predato.
4. La dieta del suricato e la cugina mangusta
La dieta del suricato è principalmente carnivora, costituita da insetti, ragni, scorpioni, termiti e larve di formiche.
Non disdegna piccoli roditori, rettili, o anche tuberi e radici che trova durante la sua attività di scavo.
I suricati sono particolarmente tolleranti ai morsi di serpenti velenosi e alle punture degli scorpioni.
Per la caccia di questi aracnidi hanno affinato una tecnica speciale: riescono a staccare il pericoloso pungiglione dello scorpione prima di ingerirlo dalla testa.
L’uscita alla ricerca del cibo è sempre molto veloce, e tutti i componenti che partecipano alla battuta si saziano in fretta, per rientrare rapidamente nelle tane; questa efficienza è garantita dalla presenza delle sentinelle di turno, che controllano che la via del pranzo sia sempre libera e sicura da pericoli.
Legati... per la coda...
Il suricato ha un’affusolata coda, lunga circa 20 cm, con la punta di colore nero, che ha l’importante funzione di tenere l’animale in equilibrio quando è in posizione eretta durante i turni di sentinella. Inoltre, quando il branco cammina nel deserto in cerca di cibo, viene sempre tenuta dritta, in modo che le sentinelle possano individuare con maggiore facilità la posizione di tutti gli individui e richiamare quelli che, distrattamente, si allontanano troppo dal gruppo.
La cugina mangusta
La mangusta, cugina prossima del suricato, è ampiamente diffusa in Asia Sud-orientale e in Africa, con circa 40 specie differenti: hanno tutte corpo allungato e grande agilità nei movimenti.
Questi carnivori sono conosciuti per l’abilità nel cacciare serpenti velenosi, anche di grandi dimensioni, come il cobra reale (Ophiophagus hannah) e il mamba nero (Dendroaspis polylepis), anche se la dieta principale è costituita da piccoli vertebrati, uccelli e insetti.
La mangusta che ha contribuito alla diffusione della loro leggendaria abilità nella caccia al cobra è Rikki- tikki-tavi, protagonista de Il libro della giungla (1894) di Rudyard Kipling, che libera il giardino in cui vive dalla presenza di una famiglia di cobra.
Lo scrittore utilizza in realtà questa metafora per denunciare l’oppressivo governo coloniale inglese nelle Indie Orientali.
5. Progetto Kalahari e la casa di Timon
- Progetto Kalahari
Il suricato è uno dei mammiferi più studiati in Sudafrica, in particolare con progetti che indagano le cause del comportamento cooperativo.
Presso la Kuruman Reserve, è attivo da anni un centro per lo studio e la didattica del suricato, conosciuto come il Kalahari Meerkat Project (www.kalahari-meerkats.com), in cui lavorano ricercatori e volontari di tutto il mondo.
È permesso l’accesso ai visitatori, a cui viene richiesto un contributo per la gestione dei progetti di ricerca.
Se non potete prendere a breve un aereo per il Sudafrica, potete iniziare con l’adottare una delle famiglie di suricati della riserva, come i Baobab o i Moomins, tra quelle più giovani, o la famosa Whiskers, costituita nel 2001 dalla femmina Flower e protagonista principale del libro Meerkat Manor - The Flower of Kalahari, uno dei racconti più belli sulla vita dei suricati. - La casa di Timon
Negli Stati Uniti, il Fellow Earthlings Wildlife Center (www.fellowearthlings.org) è una struttura che ospita le famiglie di suricati provenienti da zoo e aree faunistiche che non hanno più la possibilità di gestirle.
Qui hanno spazio e territorio per interagire tra gruppi in situazione di semi naturalità. Il personaggio di Timon del Re leone è stato disegnato dagli sceneggiatori della Disney osservando proprio i suricati di questo luogo.Il motto del centro, che riassume lo stile di vita dei simpatici animali è:
- rispetta i più anziani,
- insegna ai giovani,
- collabora con la famiglia,
- gioca quando puoi,
- lavora quando devi,
-resta in gruppo,
- condividi gli affetti,
- dai voce ai sentimenti,
- lascia il tuo segno.