Alfa Romeo 1600: la sua linea innovativa, nata in Pininfarina, fu di netta rottura con la Giulietta Spider.
Una scelta coraggiosa che venne premiata con un successo travolgente, durato 28 anni.
Conquistò attori, cantanti, modelle e personalità in vista del jet set. Sul grande schermo fu Dustin Hoffman ne “Il Laureato” a darle imperitura fama.
“His father bought him an Alfa Romeo. You know what that is?- Suo padre gli ha comprato un’Alfa Romeo, capito che roba?”. Dovreste sentirla la signora Braddock, in gioiellata e col vestito delle grandi occasioni, come scandisce quelle parole, fiera, compiaciuta e orgogliosa di dire alle sue amiche una cosa come quella.
Alfa Romeo 1600 è indiscutibilmente un’icona italiana, di quelle con la “I” maiuscola. Ma quelle che la signora Braddock, la madre di Benjamin (Dustin Hoffman), pronuncia durante la festa di suo figlio nelle scene iniziali del film “Il Laureato” (1967), danno il senso e il valore di quell’icona che è diventata immediatamente un simbolo del made in Italy nel mondo.
Che il destino dell’Alfa Romeo Spider (cinquant’anni in questo mese di marzo 2016), avesse in serbo per lei qualcosa di grande era nell’aria: “Ecco il nuovo Spider Alfa Romeo. Dategli il nome. Diventerà famoso”, recitava il profetico slogan diffuso dalla Casa del Portello per battezzare una vettura che aveva troppa anima per chiamarsi semplicemente 1600 Spider.
Quella non era un’automobile e basta: sarebbe diventata un fenomeno di costume, un’icona di stile, un simbolo culturale con una vita lunghissima. Nei listini della Casa milanese la Spider è rimasta per ventotto anni ininterrotti, dal 1966 al 1994, subendo solo qualche ritocco a livello estetico ma senza mai cambiare nello spirito e nella sostanza. Ma cerchiamo di conoscerla meglio.
Curiosità:
- Il carisma innato è fuori discussione, ma se la Spider è diventata un fenomeno di costume lo deve anche a un presidente illuminato quale fu Giuseppe Luraghi, alla squadra di creativi – come si direbbe oggi – e alle pubbliche relazioni dell’Alfa Romeo che hanno saputo cogliere e dare vita alle giuste occasioni per renderla protagonista di eventi che andassero oltre il contesto dei motori.
- Dopo il debutto al Salone di Ginevra, il 10 marzo del 1966, fu presentata alle autorità milanesi in presenza di numerose personalità tra cui l’attore e comico Gino Bramieri.
- Per trovarle un nome fu indetto un concorso pubblico, vinto dal bresciano Guidobaldo Trionfi con la proposta Duetto, che portò a casa una Spider di colore bianco.
- Per presentarla negli Stati Uniti, invece, venne organizzata nel maggio del 1966 una vera e propria traversata atlantica, da Genova a New York con tappa a Cannes e tre esemplari a disposizione dei 1500 invitati a bordo della motonave Raffaello. Durante la crociera, la modella americana Heidi Gover fu estratta a sorte aggiudicandosi una Spider, che andò a ritirare direttamente nel nuovo stabilimento di Arese il 25 luglio dello stesso anno.
- Il 18 marzo del 1967, invece, la Spider della cantante Marisa Sannia fu la milionesima vettura ad attraversare il traforo del Monte Bianco.
1. Il debutto a Ginevra
Si perde il conto a ricostruire tutte le volte che l'Alfa Romeo Spider, in quei tre decenni (dal 1966 al 1994), è finita sotto i riflettori.
Facile però risalire alla prima: 1966 l'anno, 10 marzo il giorno, 36° Salone di Ginevra l'evento.
Cinquantanni fa, appunto: immaginate l'effetto che un'automobile del genere suscitò, con quelle forme lì.
La parte anteriore rastremata e deportante, la fiancata convessa ma allo stesso tempo concava con la scavatura che corre dal parafango anteriore alla coda e la coda a sua volta rastremata, liscia e arrotondata, praticamente simmetrica con il muso.
Da qualunque prospettiva la si guardasse sembrava un... osso di seppia. E infatti proprio "Osso di Seppia" fu il primo nomignolo che già in fabbrica si guadagnò.
Pensate al coraggio che l'Alfa Romeo e la Pininfarina dimostrarono osando così tanto quando si è trattato di dare un'erede alla Giulietta Spider, auto di enorme successo e ben più classica nello stile, prendendo la strada di un prodotto completamente originale.
Erano linee davvero mai viste su un'auto di serie quelle della nuova Spider ma che, in realtà, sono il risultato di una ricerca stilistica iniziata da Pininfarina addirittura dieci anni prima, nel 1956, con i prototipi denominati Super Flow.
Sotto l'abito di classe e al tempo stesso provocante si nasconde invece a tutti gli effetti una classica Alfa Romeo:
- il pianale deriva infatti da quello della Giulia presentata nel 1962 (ma il passo è accorciato da 2510 a 2250 mm);
- le sospensioni sono le stesse, a ruote indipendenti con bracci trasversali e biella obliqua all'avantreno e ponte rigido con bracci longitudinali e stabilizzatore a T al retrotreno;
- i freni sono a disco sulle quattro ruote; il motore è il tradizionale quattro cilindri bialbero in lega leggera che nella versione del debutto (tipo "536", lo stesso della Giulia Sprint GT Veloce dell'anno precedente) raggiunge la potenza di 125 CV SAE a 6000 giri/minuto. La trazione, ovviamente, è posteriore.
2. Una vita solo di riflettori
Il fatto che per dare un nome alla 1600 Spider l'Alfa Romeo abbia organizzato un concorso pubblico lo abbiamo già detto.
Aggiungiamo che delle decine di migliaia di cartoline che l'Alfa Romeo distribuì ne tornarono indietro - con altrettante proposte - ben 140.000 spedite da tutto il mondo e anche da personaggi celebri come il principe Bernardo d'Olanda e sua madre (rispettivamente Diana e Garibaldi le loro proposte).
Fu Guidobaldo Trionfi di Brescia, un nome da predestinato, a essere estratto a sorte tra i cinque partecipanti che proposero il nome Duetto:
"Duetto vorrà dire armonia doppia, nel senso che questa macchina realizza un'armonia tra la grazia e la forza e allo stesso tempo armonia in coppia", motivò Leonardo Sinisgalli, poeta, critico d'arte e presidente di giuria del concorso.
Il signor Trionfi portò a casa come premio proprio una Duetto, bianca, che gli fu consegnata direttamente nel cortile della vecchia fabbrica del Portello; il nome Duetto, tuttavia, non sarebbe mai stato applicato sulla vettura (apparteneva a una merendina) ma ancora oggi è quello più diffuso per identificarla.
La mondanità, a quanto pare, si sposava bene con la nuova Spider tanto che anche quando si trattò di presentarla negli Stati Uniti, l'Alfa Romeo fece le cose in grande.
Fu organizzata una crociera da Genova a New York, con una sosta a Cannes proprio in occasione del tradizionale festival cinematografico:
la motonave Raffaello salpò l'11 maggio del 1966 con a bordo tre Spider - una verde, una bianca, una rossa secondo i colori della bandiera italiana - messe a disposizione dei passeggeri per una singolare prova di guida sul ponte della nave durante la traversata atlantica.
C'erano attori e attrici personaggi della moda, dello spettacolo, della musica - da Vittorio Gassman a Rossella Falk passando per Marie Laforêt - e la massima dirigenza del Portello tra cui l'allora presidente Giuseppe Luraghi. Il soprano Anna Moffo ebbe il ruolo di estrarre a sorte un nome tra quelli dei 1300 invitati a bordo della Raffaello. In palio ancora una volta una Spider: la vinse Heidi Gover, modella americana.
Una stella tra le stelle, insomma, la Spider non solo per le sue quasi trecento apparizioni sul piccolo e sul grande schermo, ma perché fu anche l'auto personale di personaggi come il tenore Mario Del Monaco ("A me piacciono le macchine straordinarie - raccontò - perché io sono un perfezionista; la macchina mi dà senso di evasione, di aria, di freschezza, di luce, di vitalità), il campione italiano dei mediomassimi Piero Del Papa, il giornalista e presentatore televisivo Enzo Tortora, lo scienziato a cui si deve il vaccino antipolio Albert Sabin,le cantanti Caterina Caselli e Marisa Sannia.
E proprio Marisa Sannia, che era particolarmente legata a questo modello avendone possedute tre, una dopo l'altra ma di diverso colore, fu protagonista di un altro episodio che fece finire la Spider ancora una volta davanti a obiettivi e flash:
alle 11.20 del 18 marzo del 1967, all'uscita del traforo del Monte Bianco, fu fermata la milionesima vettura che varcava la galleria. Era proprio la Duetto dell'allora giovanissima cantatrice sarda, guidata quel giorno dal padre Salvatore.
3. Una storia lunga 28 anni
Le scocche della Spider nascevano negli stabilimenti Pininfarina per poi essere trasferite ad Arese dove veniva installata la meccanica.
Alla versione 1600 segui nel 1967 la 1750 Veloce e nel 1968 la 1300 Junior.
La produzione complessiva della prima serie ammonta a 13.959 esemplari di cui 6323 sono le 1600 del debutto, 4955 sono le 1750 Veloce in listino dal 1967 e 2681 le 1300 Junior in vendita dal 1968 (nelle cifre riportate sono comprese le versioni con guida a destra e per l'America).
Circa 125.000 mila, invece, è il numero totale di esemplari venduti fino al 1994 nelle quattro serie che hanno caratterizzato la storia della Spider, una per decennio, secondo le tendenze del momento.
- 1966-1994 QUATTRO SERIE E POCHE "SPECIALI
Centoventicinquemila esemplari, quattro serie e ventotto anni di presenza ininterrotta nei listini del Biscione: la storia dell’Alfa Romeo Spider, a grandi numeri, si riassume così.
La prima generazione, quella con carrozzeria "Osso di Seppia", si declina su tre motorizzazioni: la 1600 del debutto (110 CV IGM), la 1750 Veloce del 1967 (114 CV IGM) e la 1300 Junior del 1968 (88 CV IGM) con allestimento semplificato.
Il primo restyling arriva al Salone di Torino del 1969 quando la Spider perde di netto la coda: si accorcia di 13 centimetri e prende il soprannome di “Coda Tronca”.
All’inizio sono disponibili la 1300 Junior e la 1750 Veloce; nel 1971 arriva la 2000 Veloce (131 CV IGM, 128 dal 1975) e nel 1972 subentra la 1600, che nel 1980 verrà unificata nell’allestimento con la 2000.
Al Salone di Ginevra del 1983 debutta la terza serie caratterizzata da vistosi spoiler e paraurti in materiale plastico secondo il gusto degli anni Ottanta. La nuova versione si ispira a uno studio di Pininfarina del 1974 e viene soprannominata “Aerodinamica”: le motorizzazioni sono la 1.6 (104 CV DGM) e la 2.0 (128CV DGM).
Nel 1986 la 2.0 assume la denominazione di Quadrifoglio Verde e diventa ancora più “muscolosa" con l’aggiunta di minigonne e plastiche riviste. L'interno assume un nuovo disegno e viene fornito un inedito hardtop in tinta che si raccorda con grande armonia alla linea della vettura.
L'ultima rivisitazione arriva al Salone di Detroit del 1990 e restituisce eleganza alla Spider. I paraurti restano in resina, ma ora sono in tinta con la carrozzeria diventandone parte integrante e anticipando una soluzione diventata di uso comune negli anni a seguire.
Ancora due le versioni: 1.6 a carburatori (109 CV, in produzione fino al 1992 per l’introduzione nel 1993 delle normative antinquinamento Euro) e la 2.0 a iniezione, disponibile con e senza catalizzatore (120-126 CV ).
La produzione termina nel 1993 ma gli ultimi esemplari restano in vendita fino a tutta la prima metà del 1994. Nonostante i quasi tre decenni di produzione, le serie speciali nate dalla Spider si possono contare sulle dita di una mano.
Da citare la Niki Lauda su base "Coda Tronca America" del 1978, come omaggio al pilota austriaco e alla sua Brabham-Alfa di F.1 di quell anno; la Beauté del 1991 per il mercato francese con livrea bicolore Bianco Freddo e Bleu Marine, 120 esemplari dell’ultima serie su un’idea della modella e stilista Laetitia Scherrer; la Commemorative Edition (1994) riservata al mercato americano, ossia le ultime 190 Spider prodotte, per celebrare il successo e la fine di una storia durata ventotto anni. - ESCLUSIVA PER GLI "STATES"
Agli automobilisti d’Oltreoceano la Spider è sempre andata a genio. Sarà perché fedele compagna d'avventure del giovane Benjamin Braddock (Dustin Hoffman) nel film "Il Laureato" è diventata subito un'icona di libertà e indipendenza.
Sarà perché è stata accolta come degna erede della Giulietta Spider, ossia l'auto che ebbe il merito di far innamorare gli Stati Uniti del marchio del Biscione.
Fatto sta che la metà degli esemplari prodotti è stato assorbito dal mercato a stelle e strisce.
D ’altronde, sin dall'inizio, la Spider non ha mai trascurato gli Usa: la prima a essere commercializzata in versione America fu nel 1968 l'"Osso diSeppia" versione 1750 Veloce, con modifiche ai paraurti, aggiunta delle luci di posizione laterali e iniezione meccanica Spica al posto dei carburatori per rispettare i più severi standard di sicurezza e le norme antinquinamento d'Oltreoceano.
E proprio come gesto di riconoscenza e cortesia verso un popolo così affezionato a questo modello, l'Alfa Romeo decise nel 1994, a fine produzione, di riservare agli Usa gli ultimi 190 esemplari costruiti.
La serie fu battezzata CE (Commemorative Edition) e venne impostata sulla base della quarta serie versione Spider Veloce, allestimento già riservato al solo mercato americano.
Un fregio smaltato sul frontale con i loghi Alfa Romeoe Pininfarina celebrava la storia e il successo dal 1966 al 1994; inserti in legno e una targhetta numerata sul vano portaoggetti impreziosivano l'interno. La vettura veniva consegnata con un certificato di autenticità che riportava il nome del primo fortunato proprietario.
4. Una carriera con trecento Ciak
Da Dustin Hoffman (foto accanto) a Richard Gere passando per Kirk Douglas. Michelle Pfeiffer e perfino... Bugs Bunny!
Sono solo alcuni dei personaggi accanto ai quali l’Alfa Romeo Spider - protagonista a volte, comparsa in altre - ha “recitato”.
Star tra le star, secondo il Movie Cars Database le sue apparizioni sul grande e piccolo schermo sono quasi trecento.
Per ripercorrere la carriera cinematografica della Spider, abbiamo selezionato alcune tra le sue “performance” più celebri e curiose partendo ovviamente da "Il Laureato", la pellicola firmata da Mike Nichols (Oscar per la regia) con la memorabile colonna sonora di Simon & Garfunkel che nel 1967 lanciò un giovane e sconosciuto Dustin Hoffman e l'Alfa Romeo Spider nell’orbita delle stelle internazionali.
- Il Laureato (1967)
Successo senza precedenti per la Spider al debutto sul grande schermo con la pellicola firmata da Mike Nichols (Oscar per la regia). Protagonista Dustin Hoffman con Katharine Ross e Anne Bancroft; celebre la colonna sonora di Simon & Garfunkel.
Curiosità: per le riprese del film furono utilizzate due vetture europee, due "Osso di Seppia" 1600 (la prima Spider versione America sarebbe stata la 1750 Veloce) che la produzione acquisì - pare - senza contatti diretti con la Casa madre.
Si racconta anche - ma la voce è priva di riscontri ufficiali - che Dustin fosse nipote di Max Hoffman, il geniale importatore di auto europee negli Stati Uniti che contribuì, fornendo alle Case automobilistiche del Vecchio Continente indicazioni sui gusti degli automobilisti d Oltreceano, all’impostazione e alla creazione di vetture come la Mercedes 300 SL, la Porsche 356 Speedster, l’Alfa Romeo Giulietta Spider.
Sebbene in quegli anni i suoi rapporti con l’Alfa non fossero più rosei, questa ipotesi potrebbe spiegare la scelta della Spider come un’abile mossa di Max, che intuì il grande ritorno di immagine praticamente a costo zero che la vettura avrebbe ricevuto partecipando alle riprese.
Dopo il film, uno dei due esemplari fu preparato per le corse dal suo nuovo proprietario; dell’altro, invece, si persero le tracce. - Il Compromesso (1969)
Dramma sentimentale firmato Elia Kazan: la Spider è protagonista dei primi minuti del film in cui Eddie Anderson, il personaggio interpretato da Kirk Douglas, tenta il suicidio lanciandosi con l'auto sotto un camion. - La Signora in Rosso (1984)
Con Kelly LeBrock e Gene Wilder (interprete e regista). - Tequila Connection (1988)
Con Michelle Pfeiffer e Mei Gibson. Regia di Robert Towne. - Looney Tunes: Back in Action (2003)
Con Jenna Elfman e Bugs Bunny. Regia di Joe Dante. - Sotto il Sole della Toscana (2004)
Con Diane Lane e Raoul Bova. Regia di Audrey Wells. - Vicky Cristina Barcelona (2004)
Con Scarlett Johansson e Javier Bardem. Regia di Woody Allen. - Parole d'amore (2005)
Con Richard Gere e Flora Cross. Regia di Scott McGehee e David Siegei.
5. Le caratteristiche
- Motore
Anteriore, longitudinale - 4 cilindri in linea
Alesaggio 78 mm - Corsa 82 mm
Cilindrata 1570cm5
Rapporto di compressione 9:1
Potenza 110 CV IGM (125CV SAE) a6000giri/min
Coppia 14.2kgm IGM a 2800 giri/min
Distribuzione a 2 valvole per cilindro
Due assi a camme in testa, doppia catena
Due carburatori doppio corpo orizzontali
Weber 40 DCOE 27
Lubrificazione forzata, 6.4litri
Impianto elettrico 12V batteria 60 Ah. - Trasmissione
Trazione posteriore
Cambio manuale a 5 marce
Leva di comando centrale
Rapporto al ponte 9/41
Frizione monodisco a secco
Pneumatici 155 x 15
Ruote in lamiera stampata. - Corpo vettura
Spider 2 porte, 2posti
Scocca portante
Carrozzeria in acciaio
Sosp. ant. a ruote indipendenti, bracci trasversali e biella obliqua, molle elicoidali, barra stabilizzatrice
Sosp. post, a ponte rigido, bracci longitudinali, stabilizzatore a T,molle elicoidali
Ammortizzatori idraulici telescopici
Freni ant. e post a disco (servofreno dal settembre 1967)
Capacità serbatoio carburante 46 litri. - Dimensioni e peso
Passo 2250 mm
Carreggiata ant. 1310 mm - post 127O mm
Lungh. 4250 mm - Largh. 1630 mm
Altezza 1290 mm
Peso in ordine di marcia 990 kg. - Prestazioni
Velocità massima 182 km/h
Consumo medio 12,5 litri/100 km.