Lo Skye-Terrier è un cane originale che merita — finalmente! — di essere meglio conosciuto.
È assai singolare ma non presenta particolari problemi di salute — non è difficile occuparsi di lui — ed unisce una grande robustezza a una naturale eleganza.
Indubbiamente è davvero diffidente nei confronti degli sconosciuti, ma ciò non dispiace ai suoi padroni: chi amerebbe vedere il suo cane fare le feste al primo venuto?
Dato che è vigile e soprattutto poco impressionabile, molto coraggioso all’occorrenza, può diventare un guardiano di prim’ordine — mai cattivo, però.
Al contrario si dimostra molto affettuoso, premuroso e fedele nei confronti di chi vive con lui. È al tempo stesso sensibile e dignitoso, forse talvolta un po’ troppo.
A proposito di fedeltà e dedizione di questa meravigliosa razza canina, vi raccontiamo brevemente un episodio che ha come sfondo Edimburgo.
Nel 1858 un povero pastore morì abbandonato da tutti, fatta eccezione per il suo cane Bobby, uno Skye-Terrier che non soltanto seguì il modesto corteo funebre ma si recò a vegliare la tomba del suo padrone tutte le notti.
Tale fedeltà commosse perfino il lord-sindaco della città, che gli fece confezionare un collare su cui era incisa un’iscrizione in base alla quale Bobby aveva il diritto di entrare nel cimitero.
Si racconta che per dieci anni Bobby passò le sue notti davanti alla tomba del pastore. Alla sua morte la baronessa Burdett-Couttes gli fece erigere una statua all’entrata del cimitero.
Bobby è uno dei rari cani ai quali è stata dedicata una statua. Molto tempo dopo, nel 1961, questa storia straordinaria ispirò Walt Disney, che ne trasse un film, Greyfriars Bobby.
Oggi scopriremo meglio questa straordinaria razza canina: lo Skye-Terrier, un cane elegante, originale e dignitoso.
1. Origine
Ecco un cane originale che merita — finalmente! — di essere meglio conosciuto.
È assai singolare ma non presenta particolari problemi di salute — non è difficile occuparsi di lui — ed unisce una grande robustezza a una naturale eleganza.
Inoltre, come accade agli animali poco comuni, la sua storia non manca di interesse né di aneddoti.
Bisogna forse risalire al naufragio di una nave dell’Invincibile Armata sulle scogliere del Minch Canal, al largo dell’isola di Skye, nel 1588, per poter scrivere la storia della razza?
Secondo questa leggenda, comunque, al naufragio sopravvissero soltanto alcuni piccoli cani dal pelo molto lungo, senza dubbio una sorta di Bichon, di origine spagnola.
Si incrociarono ai Terrier locali e sarebbero dunque all’origine dello Skye- Terrier, una delle cui caratteristiche è proprio l’abbondante e lungo pelo. Gli storici della razza considerano questa avventura come ‘quasi’ sicura, anche se non concorda con altri fatti tra cui alcuni decisamente certi.
È comunque curioso che una leggenda molto simile esista a proposito dell’origine di un altro Terrier, questa volta irlandese, il Kerry-Blue; si tratta sempre di un naufragio e sempre di una nave dell’Armata spagnola, ma questa volta nella baia di Tralee, sulla costa sud-occidentale dell’Irlanda, e di un cane superstite che avrebbe apportato questa volta il colore blu del mantello.
Esiste un argomento ancor più solido: la data del presunto naufragio è posteriore a quella della descrizione di un cane che pare essere un antenato dello Skye-Terrier.
In effetti nel 1570, diciotto anni prima che una nave spagnola si incagliasse al largo delle Ebridi, il dottor Johannes Caius, il celebre autore di De Canibus Britannicis, descrisse un "cane venuto dalle regioni barbare del Nord, che a causa della lunghezza del suo pelo non mostra né il muso né il corpo". La "regione barbara del Nord" era, a detta del celebre esperto, la nebbiosa Scozia.
Il pelo dello Skye non aveva dunque bisogno dell’intervento di un Bichon per diventare com’è adesso. Non bisogna poi dimenticare che l’estrema lunghezza del mantello dello Skye-Terrier non è stata accentuata che in epoca relativamente recente: verso la metà del XIX secolo, infatti, gli esemplari della razza non avevano un mantello sviluppato come quello attuale.
Sembra dunque che questa leggenda continui a esistere soltanto grazie all’autorità di colui che l’ha raccontata in un ’opera apparsa nel 1859, The Dog in Health and Desease. Il suo autore Henry Walsh, più conosciuto con lo pseudonimo di Stonehenge, era uno dei più grandi cinofili del secolo scorso.
2. Storia
È comunque innegabile che lo Skye-Terrier sia il più vecchio Terrier della Scozia.
Basti ricordare, ad esempio, che gli altri Terrier della Scozia sono stati per lungo tempo chiamati ‘Skye a pelo corto’.
Hugh Dalziel, anch’egli eminente cinofilo britannico, utilizzava ancora questo nome nel 1880 per descrivere gli Scottish così come i Cairn.
Molto prima, verso il 1740, Georg Maim nei suoi appunti di un viaggio sull’isola di Skye raccontava: "Vi si caccia inizialmente con due o tre coppie di Foxhound; poi si manda una coppia di cani a pelo lungo, particolari dell’isola, nella tana. Quando la cerca è lunga questi cani sono portati sul cavallo del maestro di caccia".
In The Natural History of Dogs di Charles Hamilton Smith, un’opera pubblicata a Edimburgo nel 1839, si trova la prima descrizione dettagliata della razza. Ne seguirono altre, da cui si evince che lo Skye-Terrier era diffuso in gran parte della Scozia e che, in certe cucciolate, nascevano cani a pelo lungo e altri a pelo ruvido e più corto.
Da quanto abbiamo detto si può desumere, concordando con Mme Wawra, presidentessa del Club francese dei Terrier della Scozia, che "le origini dei Terrier di Scozia sono più o meno comuni e soltanto preferenze individuali, dettate sempre dalle considerazione pratiche estetiche e cinofile dei capi dei clan, hanno determinato la diversificazione dell’aspetto di questi piccoli cani".
Da parte sua lo Skye-Terrier si sarebbe distinto grazie alla selezione operata dalla famiglia MacDonald, originaria dell’isola di Skye. Dato che i MacDonald ne fecero omaggio ad altri notabili scozzesi la razza si diffuse a poco a poco in tutte le Highlands. Il duca d’Argyll, in particolare, ne possedette una muta importante agli inizi del XIX secolo e contribuì a far conoscere questi cani.
La popolarità dello Skye presso il pubblico britannico è però dovuta a due episodi della sua storia recente. Verso il 1840 una certa Mrs. Pratt passeggiava in Hyde Park, nel centro di Londra, con una coppia di Skye-Terrier. Improvvisamente i suoi cani le sfuggirono per lanciarsi sulle tracce di un tasso (esistevano ancora dei tassi in piena Londra a quell’epoca!) e prenderlo nella tana.
L’avvenimento a quanto pare mise in subbuglio tutti gli appassionati di cani della capitale, e la regina Vittoria stessa volle farsi presentare questi celebri animali. La loro proprietaria non potè fare a meno, di fronte a tanto onore, di offrirne uno alla sovrana. Da quel momento in poi la razza potè vantare una celeberrima madrina.
Nel 1842 Nicholson realizzò il ritratto della regina in compagnia del suo Skye favorito, Rona, e il pittore di animali più famoso dell’epoca, sir Edwin Landseer, non mancò di rappresentare anch’egli questo Terrier.
Il secondo episodio ha come sfondo Edimburgo. Nel 1858 un povero pastore morì abbandonato da tutti, fatta eccezione per il suo cane Bobby, uno Skye-Terrier che non soltanto seguì il modesto corteo funebre ma si recò a vegliare la tomba del suo padrone tutte le notti.
Tale fedeltà commosse perfino il lord-sindaco della città, che gli fece confezionare un collare su cui era incisa un’iscrizione in base alla quale Bobby aveva il diritto di entrare nel cimitero.
Si racconta che per dieci anni Bobby passò le sue notti davanti alla tomba del pastore. Alla sua morte la baronessa Burdett-Couttes gli fece erigere una statua all’entrata del cimitero (foto). Bobby è uno dei rari cani ai quali è stata dedicata una statua. Molto tempo dopo, nel 1961, questa storia straordinaria ispirò Walt Disney, che ne trasse un film, Greyfriars Bobby.
Questo Terrier, che fu presente fin dalle prime esposizioni canine (nel 1860 a Birmingham, nel 1861 a Manchester), era dunque destinato a una bella carriera nei paesi anglosassoni, o perlomeno ne esistevano le premesse. Nulla di tutto ciò è accaduto.
Come ha constatato Stanley Dagerfield, "il nostro secolo assiste al declino di questo Terrier". È una questione di moda? Il pubblico gli preferisce dei Terrier di dimensioni inferiori? In Francia il film di Walt Disney non è passato sul grande schermo e non ha dunque potuto esercitare alcuna influenza.
Al contrario, per numerosi anni i bambini francesi hanno potuto seguire alla televisione le avventure di una marionetta che stranamente somigliava ad uno Skye-Terrier: Pollux, del ‘Manège enchanté’, un cane malizioso, goloso, che sembrava avere le rotelle per quanto era lungo il suo pelo, e decisamente britannico per il suo forte accento.
La razza ha indubbiamente saputo cogliere l’occasione per diffondersi, anche se in numero limitato, in Francia; ma, curiosamente, è un altro il cane che pare aver tratto tutto il profitto da questa pubblicità televisiva, vale a dire lo Yorkshire-Terrier.
3. Comportamento
Eppure non è per il suo comportamento che lo Skye potrebbe suscitare una certa riserva.
Indubbiamente è davvero diffidente nei confronti degli sconosciuti, ma ciò non dispiace ai suoi padroni: chi amerebbe vedere il suo cane fare le feste al primo venuto?
Dato che è vigile e soprattutto poco impressionabile, molto coraggioso all’occorrenza, può diventare un guardiano di prim’ordine — mai cattivo, però.
Al contrario si dimostra molto affettuoso, premuroso e fedele nei confronti di chi vive con lui. È al tempo stesso sensibile e dignitoso, forse talvolta un po’ troppo. Giocherellone quando gli fa comodo, ama la compagnia dei bambini e apprezza soprattutto le passeggiate in campagna.
Lo si vede allora entusiasta di poter seguire la pista di un coniglio in una siepe! In effetti la finezza del suo fiuto è completata da un atavico istinto di cacciatore. Resta comunque un animale calmo, né eccitato né difficile da controllare.
Il suo attuale ruolo di cane di lusso, perfettamente adattato alla vita di città (a condizione che possa fare abbastanza moto) non manca di far rimpiangere ad alcuni specialisti il suo passato di cane di lavoro.
In The Book of Dogs, edito nel 1963 dalla rivista Country Life, Sonia M. Lampson si augura che «tutti gli ammiratori di questa razza si prendano cura di renderle il posto che occupava in origine e che era quello di un Terrier». Comunque sia lo Skye sa adattarsi a molti stili di vita, grazie al suo temperamento sicuro e deciso.
Il suo mantello lungo, anzi molto lungo, addirittura sontuoso, ha bisogno di cure regolari (una o due spazzolate alla settimana, a seconda dell’ambiente in cui vive il cane e della sua attività), ma non di speciali toelettature. Ecco dunque un cane alla portata di tutti i padroni. Lo Skye, contrariamente a quanto si potrebbe credere, resta "naturale".
Il motto dello Skye-Terrier Club of Scotland, Wha dour meddle wi’me? (Chi osa frequentarmi?), fornisce una spiegazione al destino tutto sommato curioso di questo cane. La sua forte personalità fisica e "morale" fa sì che non sia un cane per tutti.
Non è un giocattolo né una razza che si "sciupa". Lo Skye è un autentico originale che si sa far rispettare da tutti. Nonostante il fatto che sia classificato fra i Terrier di piccola taglia, non ha nulla di un Toy.
Certo la sua altezza è ridotta (al massimo 26 cm), ma la sua lunghezza lo è molto meno (oltre un metro dal tartufo all’estremità della coda), e il suo peso (da 10,5 a 14 kg circa) indica che si tratta di un animale ben costruito e molto muscoloso.
Lo Skye è veramente un "grande" cane, pieno di carattere e di dignità, che la natura, nel passato, ha dotato di zampe corte per permettergli di cacciare le puzzole. Grazie ad esse, oggigiorno, si può adattare alla vita moderna.
Anche se dall’apparenza sofisticata è un cane rimasto "vero":la selezione gli ha un po’ allungato il corpo e il pelo, ma senza cambiarlo profondamente. In questo sta tutto il suo charme.
4. Razze affini
Lo Skye è scozzese quanto lo Scottish, il Carin, il Westie (West-Highland White) e il Dandie-Dinmont, ma somiglia loro davvero poco.
Bisogna tornare al passato per trovare una razza affine, dato che il Clydesdale-Terrier, detto anche Paisley-Terrier, si è estinto da quasi sessantanni.
Pare che questo cane fosse frutto diretto dello Skye-Terrier, sia che provenisse da una selezione di esemplari dal pelo setoso (che venivano eliminati dagli allevatori dello Skye), sia che avesse avuto un apporto dello Yorkshire-Terrier.
I suoi nomi fanno riferimento alle località dove veniva allevato: la valle del Clyde e più precisamente Pisley, nei dintorni di Glasgow, presentato nelle esposizioni dapprima a fianco degli Skye, ne fu separato quando venne fondato il Club del Clydesdale-Terrier, nel 1884.
Sembra che ne sia esistito sempre un gruppo ridotto. Agli inizi del secolo se ne contava soltanto un esemplare, Ballichmyle Wee Wattie. E nel 1935 James Garrow poteva scrivere al passato: «Non si potrebbe contestare che era il più bello di questa famiglia di Terrier».
Si distingueva dallo Skye per dimensioni più modeste, ma soprattutto per il pelo diritto, molto lucente e setoso, ed estremamente lungo. Il più grande campione della razza, Blythswood Pearl, aveva un pelo che superava i 56 cm di lunghezza... e che richiedeva ogni giorno tre ore di cura al suo padrone!
Queste complicate cure spiegano certo la scomparsa della razza... indubbiamente più delle critiche di cui era oggetto da parte dei sostenitori dello Skye.
5. Lo Standard dello Skye-Terrier
FCI Standard N° 75 / 19.01.2011
SKYE TERRIER
ORIGINE: Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 13.10.2010
UTILIZZAZIONE: Terrier
CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 3 Terrier
Sezione 2 Terrier di piccola taglia (gamba corta)
Senza prova di lavoro
ASPETTO GENERALE
Lungo; lungo due volte la sua altezza, con mantello di buona lunghezza Muove senza sforzo apparente. Forte nel posteriore, tronco e mascelle.
PROPORZIONI IMPORTANTI:
Corpo lungo, basso, lungo due volte l’altezza.
COMPORTAMENTO- CARATTERE
Elegante e dignitoso. Un cane di un solo padrone, diffidente verso gli estranei, mai cattivo.
TESTA
REGIONE DEL CRANIO: lunga e potente; la forza non va sacrificata a favore di un’estrema lunghezza
Cranio: di larghezza moderata al retro del cranio, si restringe gradualmente verso il muso forte
Stop: leggero
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: nero
Muso: forte
Mascelle/Denti: mascelle forti e regolari con perfetta, regolare chiusura a forbice, cioè con i denti superiori che si sovrappongono a stretto contatto agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle.
Occhi: marrone, preferibilmente scuro, di media grandezza, vicini fra loro e molto espressivi.
Orecchi: eretti o cadenti Quando sono eretti, elegantemente ricoperti di frange, non grandi, con i margini esterni diritti, mentre quelli interni si inclinano, gli uni verso gli altri, dalla punta verso l’attaccatura. Se pendenti, il padiglione auricolare è più grande e ricade diritto, piatto e aderente al cranio.
COLLO: lungo, leggermente arcuato.
CORPO: lungo e basso. I fianchi appaiono appiattiti a causa del mantello che ricade diritto.
Dorso: orizzontale
Rene: corto
Torace: disceso; cassa toracica ovale, discesa e lunga
CODA: quando è pendente, la parte superiore cade, e la seconda metà è incurvata. Quando è alzata, deve essere il prolungamento della linea dorsale, non più alta, e non si deve arrotolare. Ha una bella frangia
ARTI
ANTERIORI
Spalla: ampia, aderente al corpo
Avambraccio: arti corti e muscolosi
Piedi anteriori: i piedi anteriori sono più larghi dei posteriori, e puntano direttamente in avanti. Cuscinetti spessi, unghie forti
POSTERIORI
Aspetto generale: forti, pieni, ben sviluppati e bene angolati. Arti corti, muscolosi e diritti se visti dal dietro
Ginocchia: bene angolate
Garretto: ben angolato
Metatarso: senza speroni
Piedi posteriori: più piccoli dei piedi anteriori,puntano direttamente in avanti. Cuscinetti spessi, unghie forti.
ANDATURA: sul lavoro, gli arti avanzano diritti in avanti. Visti dal davanti, gli arti anteriori formano un’unica linea diritta, poiché i piedi sono alla stessa distanza fra loro dei gomiti. La potenza della spinta è data dai posteriori che si muovono diritti in avanti. Gli anteriori si muovono bene verso l’avanti, senza alzarsi troppo dal suolo. L’intero movimento si può definire sciolto, attivo e senza sforzo e dà più o meno un’immagine di fluidità.
MANTELLO
PELO: doppio mantello. Sottopelo corto, morbido, fitto e lanoso. Il pelo di copertura, di ragionevole lunghezza, duro, diritto piatto e non arricciato, non è mai di ostacolo al movimento.
Il pelo sulla testa è più corto e soffice e ricopre il muso e gli occhi, ma senza impedire la vista. Si mescola con il pelo ai lati del cranio, contornando gli orecchi come una frangia e lasciando apparire la loro forma.
COLORE: Nero, grigio scuro o chiaro, fulvo, crema, tutti con punte nere. Ogni monocolore può avere delle sfumature della stessa tinta e un sottopelo più chiaro, purché naso e orecchi siano neri. Una piccola macchia bianca al petto è permessa
TAGLIA
Altezza ideale al garrese
Maschi: 25 - 26 cm. Lunghezza dalla punta del tartufo alla punta della coda: 105 cm
Femmine: un poco più piccole con le stesse proporzioni
DIFETTI
Qualsiasi deviazione dai punti di cui sopra dovrebbe essere considerata difetto, e la severità con cui va considerata deve essere in proporzione alla sua gravità, e ai suoi effetti sulla salute e sul benessere del cane.
DIFETTI ELIMINATORI
- Cane aggressivo o eccessivamente timido
- Ogni cane che presenti chiaramente anomalie fisiche o comportamentali, sarà squalificato.
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.