Fra tutte le razze oggi conosciute, il barboncino è sicuramente il cane di eccellenza per un proprietario che conosca a fondo le necessità e le esigenze di questi animali domestici.
Utilizzato una volta come cane per ciechi e, naturalmente, come cane da palude, il barboncino resta un animale che si fa notare per la sua eleganza quando viene accuratamente toelettato.
Fino dai tempi più antichi il barboncino affianca l’uomo nel suo lavoro, tra le mura di casa e nei momenti di svago. È cortese con gli altri cani, ma non permette eccessive confidenze. Non aggredisce ma se attaccato si difende fino alla morte.
Seguirà il gregge, farà il riporto, proteggerà la vita del padrone della sua proprietà. Farà il clown, figurerà bene nel ring delle esposizioni, aggiungerà gaiezza alla vita. Imparerà molti giochetti senza sforzo apparente.
Possiede ardore ed intelligenza. È l’unico cane che in una mostra possa mostrare il mantello acconciato in maniera adeguata. Danza, vi salta in braccio con grazia, supera muri, sa compiere il lavoro di riporto, sa morire per il suo paese: gli manca solamente la parola.
Come disse la defunta Miss Brunker: “Presenta un solo difetto – non vive in eterno”.
1. Origine e storia
Se si presta fede ad alcuni autori, il barboncino (Caniche in Francia), indubbiamente una delle razze più celebri e più popolari della specie canina, esisterebbe dalla notte dei tempi.
In base a studi condotti su questa razza da diversi cinofili si dovrebbe, invece, essere più prudenti e tener presente che nel corso di molti secoli barboncino e Barbet non hanno rappresentato che lo stesso animale.
Così nel XVIII secolo lo stesso Buffon, nella sua dotta Storia Naturale, ricordò questo cane chiamandolo Barbet-Caniche. Secondo il grande naturalista, da esso discenderebbero tutti i cani domestici, una paternità che, ancora una volta, sembra alquanto dubbia.
Infatti, per meglio comprendere le origini del barboncino bisogna riandare indietro nel tempo fino all'alto Medioevo, precisamente verso l’anno 700, quando le armate musulmane partirono dalla Mecca per islamizzare l’Africa del Nord. Gli Arabi sottomisero alla propria influenza Mauri e Berberi, popoli nomadi che utilizzavano robusti cani per condurre le greggi e sorvegliare gli accampamenti.
Potenziata da questi uomini e da questi cani, l’armata islamica continuò la propria avanzata verso la Spagna e il Portogallo e, naturalmente, in queste regioni dell’Europa occidentale i cani dei Mori si accoppiarono con le razze locali, in particolare il Cão de água portoghese, noto per le spiccate qualità di cacciatore in acque marine e paludose.
Sicché, quando i Mori invasero il sud della Francia, nel 720, possedevano dei cani il cui aspetto era già molto vicino a quello descritto da Buffon mille anni dopo. Alcuni cinologi sostengono anche che il Barbet-Caniche sia di origine esclusivamente moresca.
Più probabilmente, tuttavia, numerosi soggetti che accompagnavano le armate arabe furono a loro volta incrociati con cani dello stesso tipo, ma evolutisi nel sud- ovest della Francia; molti di essi, dopo la sconfitta inflitta ai conquistatori di Allah da Carlo Martello a Poitiers nel 732, restarono al di qua dei Pirenei, mentre i loro antichi padroni venivano respinti fino alla frontiera spagnola.
A partire da questa data, le informazioni sono spesso incomplete, se non contraddittorie. Perché, se alcuni testi del Medioevo già menzionano i ‘cani-leone’, sembrerebbe azzardato affermare che si tratti appunto degli antenati degli attuali Barboni, dal momento che la toelettatura ‘alla leone’ era una pratica molto antica, che consentiva a numerosi cani impiegati per la caccia in zone paludose di nuotare senza che le loro zampe posteriori fossero intralciate dalla presenza di un pelo troppo abbondante.
I barboncini (Barbet-Caniche) venivano quindi utilizzati tanto come custodi di capre e pecore quanto nella caccia alla selvaggina. Nel primo caso avevano un aspetto irsuto, non ben definito; nel secondo essi erano talora tosati ‘alla leone’, pratica che però non era affatto obbligatoria. I secoli passarono senza che si pensasse a utilizzarli per altri impieghi.
I Barbet-Caniche erano cani da utilità, lavoratori nella caccia —fra i canneti, nei laghi, nei fiumi — della selvaggina acquatica, in particolar modo dell’anitra, e andava bene così: perché trasformarli in cani da compagnia dal vello elegante? Fu a partire dal XVI secolo, e su basi evolutive, che il Barbet e il barboncino incominciarono a separarsi definitivamente.
Alcuni soggetti continuarono a essere cacciatori o custodi di abitazioni e si continuò a non prestare attenzione al loro aspetto fisico, mentre altri furono accoppiati con Epagneul per ammorbidire la tessitura del pelo e per essere poi sottoposti ad accurata toelettatura da parte di alcuni amatori, che si sforzavano di ottenere dei soggetti originali e di colore uniforme, per esempio bianchi.
Fu così che nacquero i Barboni, i quali, ben presto, lasciarono le campagne per entrare come idoli nei salotti di re e principi. Toelettati ‘alla leone’, ma questa volta unicamente per finalità estetiche, conquistarono tutte le corti europee. È per questo motivo, peraltro, che Germania e Italia rivendicarono la paternità di questa razza, alla fine riconosciuta oggi ufficialmente come francese.
Dopo un periodo di relativo oblio, il barboncino fece nuovamente la sua ricomparsa in Francia. Luigi XV ne possedeva uno, così come la stragrande maggioranza delle dame di corte, desiderose di imitare il sovrano in un’epoca nella quale Bichon e altre razze di cani di lusso erano pure molto in voga.
La concorrenza fu, pertanto, a lungo accanita e indusse alcuni allevatori, per distinguere il barboncino dagli altri cani, a creare dei soggetti di taglia ridotta, ossia dei Barboni nani, ai quali Buffon attribuì il nome di ‘Petit Barbet’ (per distinguerli dai ‘Grand Barbet’).
Durante il periodo napoleonico e il Secondo Impero, il barboncino suscitò parimenti un entusiasmo considerevole. Verso il 1850, mentre i cinofili cominciavano a organizzarsi, questo cane divenne a poco a poco più ‘democratico’.
Assai ricercato nei salotti parigini, fu introdotto anche nelle case di famiglie di condizione più modesta, mentre al contempo i primi tosacani si installavano sui lungosenna di Parigi e offrivano la propria opera ai proprietari di cani, in particolare di Barboni. Si cominciarono così a vedere, per le vie della capitale francese, le toelettature più varie, tra le quali primeggiava, però, quella ‘alla leone’.
Il XX secolo avrebbe confermato il successo internazionale del barboncino. Negli Stati Uniti, per esempio, questo cane è attualmente una delle tre razze più rappresentate (il barboncino, il Cocker Americano e il Labrador si fanno una dura concorrenza per la conquista del posto d’onore).
Inoltre, la razza si è arricchita di una varietà supplementare, il Toy (alla lettera ‘cane giocattolo’) o barboncino miniatura, il quale, dato che non raggiunge i 28 centimetri, è destinato essenzialmente agli amanti dei cani minuscoli.
Precisiamo, comunque, che quest’ultima varietà esisteva già da parecchi anni, ma è stata riconosciuta ufficialmente solamente nel 1984. Anche i colori del barboncino si sono diversificati. Il grigio è stato riconosciuto nel 1964 e l’albicocca nel 1976. Con le sue quattro varietà di taglia e due di pelo — cordato e riccio —, il barboncino è divenuto così la razza che offre la più vasta possibilità di scelta della specie canina, pur conservando un’incontestabile omogeneità di aspetto.
Questa semplice constatazione è ampiamente sufficiente per spiegare la moda attuale di questo cane, in un’epoca in cui il cane da compagnia occupa un posto così importante. Infine, la toelettatura del barboncino, una volta molto esigente, si è adattata in larga misura all’evoluzione del gusto del pubblico.
Non tutti i Barboni vengono toelettati minuziosamente, ma, per essere presentati alle esposizioni, fino a non molti anni fa, dovevano venir toelettati ‘alla leone’, secondo la tradizione.
Al contrario, per la strada, si potevano facilmente incontrare Barboni tosati secondo un taglio cosiddetto ‘moderno’, che rispettava il portamento naturale del cane. Riconoscendo la fondatezza della scelta di questa toelettatura, le istituzioni cinofile interessate alla questione accettarono anche nei concorsi i cani tosati in questa maniera.
2. Comportamento
Parlando di un animale come il barboncino bisogna evitare ogni pregiudizio.
Lo si è detto a volte nervoso o eccessivo nell’abbaiare; si pretende anche che gli esemplari grigi o albicocca siano più nervosi e che quelli neri e marrone siano più calmi, soprattutto se sono di taglia media.
Non esiste nessuna ragione scientificamente provata che accordi importanza a simili discorsi. Non per questo il barboncino è esente da difetti; comunque, sarà più serio, in caso di reali difficoltà, studiare la discendenza del cane, qualunque sia la sua taglia o il colore del suo mantello, piuttosto che il singolo animale. Del resto, e come sempre in materia di cinofilia, l’educazione che viene impartita al cane influisce sul suo comportamento.
Bisogna per prima cosa notare un punto comune a tutti i Barboni: possiedono una forza insospettabile, proporzionatamente alla loro taglia naturalmente, ed è per questa ragione in particolare che è preferibile evitare di lasciare campo libero a un barboncino di grande taglia, come del resto a un Toy: anche questa piccola palla di pelo può diventare ingombrante, se prende l’abitudine di saltare in maniera imprevedibile sulle ginocchia delle persone per manifestare la sua gioia di vivere.
Gli addestratori, inoltre, notano frequentemente che i rappresentanti di questa razza hanno spesso la tendenza a mordicchiare, se non addirittura a mordere, anche se gentilmente, per il piacere di farlo; tale ‘mania’ può far sorridere in un primo tempo, ma in generale si rivela presto fastidiosa.
Bisogna allora, molto rapidamente, imporre al giovane barboncino di non comportarsi in tal modo. La fedeltà è senza dubbio la qualità che i proprietari di questi cani citano più spesso.
In effetti, il barboncino vive strettamente in contatto con il suo padrone e, avendo la tendenza ad accaparrare un po’ troppo la sua attenzione, apprezza molto di poterlo seguire in tutte le stanze, sedersi contemporaneamente a lui, osservarlo tranquillamente, confortarlo in caso di necessità.
Un’allevatrice raccontava così che, obbligata a restare in casa in seguito a un incidente d’auto, aveva deciso di acquistare un barboncino per combattere la solitudine. L’attaccamento che le dimostrò il cane fu tale che, conquistata dà questa razza della quale non conosceva prima le virtù, iniziò ad allevare dei Barboni.
Il barboncino raddoppia questa fedeltà esemplare con un’allegria a tutta prova... o quasi. Molto osservatore, arriva in fretta a conoscere lo svolgersi delle giornate del suo padrone e prova piacere ad adattarsi ai suoi orari.
È un cane che sicuramente si farà trovare dietro la porta al rientro del padrone e che, qualche minuto prima del risveglio di tutta la famiglia, manifesterà la sua impazienza per ottenere qualche carezza.
Inoltre, proprio in quei momenti, il barboncino adora giocare (in particolare il Toy e il nano, che riescono a infilarsi quasi dappertutto): corse, inseguimenti sfrenati per le stanze dell’appartamento, danze infernali intorno a un tavolo..., tutto è possibile in loro compagnia. Alcune persone hanno anche ritenuto opportuno trarre profitto da questa sua disposizione, facendo del barboncino un animale da circo.
Questo cane è effettivamente capace di imparare molte cose e assai rapidamente, ma attenti a non abusarne! In effetti, è un animale che non è fatto per essere ‘umanizzato’a tutti i costi, come credono certi proprietari che gli fanno indossare ogni sorta di travestimento con la scusa di ‘far divertire i bambini’. È vero che il barboncino si presta volentieri a tali giochi, ma non per questo bisogna approfittarne.
Qualunque sia la sua taglia, il barboncino è un compagno formidabile per i bambini: li segue dappertutto e, se non è stato educato correttamente, si dimostra veramente capace delle peggiori birichinate. E un animale che anche i bambini devono saper controllare.
Del resto, dato che il barboncino non ha dimenticato che i suoi antenati possedevano una forte predisposizione per, la guardia, non è raro vederlo abbaiare di scontentezza quando un bambino viene sgridato dai genitori per qualche marachella.
Per queste stesse ragioni, il barboncino si fa un dovere di segnalare l’arrivo di uno sconosciuto, come del resto quello di un amico. Possiede ugualmente una tendenza piuttosto netta ad abbaiare ogni qualvolta un rumore gli risulti insolito.
Ma, nella misura in cui questo comportamento un po’ rumoroso non interviene se non quando il cane è lasciato a se stesso, separato dai suoi padroni, esiste un sistema piuttosto semplice per mettervi rimedio: lasciare la radio accesa in permanenza in casa; rassicurato dalla musica e dalle voci, il barboncino soffrirà meno per l’assenza dei suoi padroni e presterà meno attenzione alle macchine o alle persone che passano vicino alla casa.
La varietà nani sembra essere affetta più delle altre dall’ansia. Un veterinario notava del resto che i Barboni nani erano frequentemente colpiti da squilibri tiroidei, cosa che potrebbe spiegare le crisi di ansia. Questi cani devono, perciò, vivere in compagnia di persone serene, altrimenti rischiano di diventare dei soggetti tesi, ipernervosi e, di conseguenza, insopportabili.
Se i Barboni nani e i Toy hanno tanto successo è sicuramente perché si adattano molto bene alla vita cittadina. Non è del resto un caso se, in Francia, gli abitanti di Parigi, città ad alta densità di popolazione, sono in testa alla classifica delle richieste.
Peraltro, questi piccoli cani da compagnia sono ancora dei veri sportivi: alla prima occasione partiranno tanto velocemente quanto le loro piccole zampe glielo permettono, lungo una spiaggia o per un sentiero nel bosco.
Di fatto, essi si piegano senza alcuna difficoltà al modo di vita del loro padrone, così come testimonia un’allevatrice che abitava in un appartamento con quattro Barboni:
«Al mattino, di buon’ora, i cani uscivano per una prima passeggiata: poi, a mezzogiorno, una nuova uscita di circa una mezz’ora. L’uscita più lunga era quella della sera — un’ora in media —, nel corso della quale erano prima legati al guinzaglio, poi lasciati liberi perché potessero correre in piena libertà. In seguito ho lasciato il mio appartamento per trasferirmi in una villetta con giardino. I cani restavano comunque soli in casa per buona parte della giornata, senza che nessun tipo di turbe del comportamento fosse da segnalare».
I Barboni di grande mole possiedono, da parte loro, un temperamento molto docile. Non per questo bisogna rinchiuderli tutto il giorno in un appartamento: essi hanno bisogno di spazio; di conseguenza, è preferibile avere un giardino a disposizione.
Dal punto di vista alimentare, si nota in generale, nei Barboni, una certa inclinazione alla golosità: con viene, dunque, essere vigili, in particolare per quanto riguarda gli esemplari di piccola taglia.
Sempre riguardo all’alimentazione, alcuni proprietari, particolarmente preoccupati della pulizia e del buon mantenimento del loro amico, prendono diverse precauzioni. Così, al momento del pasto, infilano la testa del cane in una calza, della quale hanno in precedenza tagliato il piede, al fine di evitare che le orecchie si infilino nella ciotola.
Inoltre, perché il barboncino conservi il suo fiero portamento del capo, sistemano la scodella su un panchetto più o meno alto, in funzione della taglia del cane. Beninteso questi trattamenti sono riservati, generalmente, ai soggetti da esposizione.
Se non viene trattato come un bambino, nutrito troppo, né rinchiuso a lungo, il barboncino è sicuramente uno dei più simpatici cani da compagnia che esistano. Le persone che desiderano veramente vivere con un tale cane devono innanzi tutto pensare al suo equilibrio.
Un barboncino, evidentemente, deve essere accudito anche esteticamente, ma ha soprattutto bisogno di essere considerato come un vero cane. Questo hanno capito sempre di più i sostenitori della razza, i quali, da qualche tempo, hanno iniziato a considerare la possibilità di farlo partecipare alle prove di agility.
3. Quale taglia scegliere, la toelattura "alla leone" e Baron, l'incredibile barbone di Victor Hugo
- Quale taglia scegliere
Anche se il Barboncino nano, seguito molto da vicino dal Toy, è attualmente la varietà più richiesta, non bisogna dimenticare il fatto che, qualunque sia la taglia, un Barboncino resta un Barboncino, in questi ultimi anni, i Barboncini di grande mole sono stati un po' dimenticati.
È un vero peccato, in quanto le qualità sportive di questo cane sono innegabili e inoltre è assolutamente privo di qualsiasi gesto di aggressività.
Utilizzato una volta come cane per ciechi e, naturalmente, come cane da palude, il Barboncino resta un animale che si fa notare per la sua eleganza quando viene accuratamente toelettato. Aggiungiamo ancora che, quando questa varietà ha il pelo cordato, in Francia viene chiamata 'Caniche royal’ (Barbone reale).
Secondo alcuni specialisti, il Barboncino di media mole rappresenterebbe la categoria nella quale si trovano la maggior parte dei soggetti prossimi alla perfezione. Comunque sia, è il Barboncino nano che rappresenta oggi l'archetipo della razza. Le condizioni di vita odierne hanno permesso a questo peso piuma di occupare una posizione preponderante come compagno dell'uomo.
Ma è importante che non presenti alcuna traccia di nanismo: testa a cupola, occhi sporgenti, prognatismo...
Conviene, da questo punto di vista, essere molto prudenti, in quanto il successo di questa varietà ha avuto come conseguenza quella di sviluppare un tipo non conforme allo standard della razza. Non bisogna quindi fidarsi dell'apparenza di una folta pelliccia che può, in realtà, nascondere dei gravi difetti.
L'ultima varietà riconosciuta ufficialmente, il Barboncino Toy, o miniatura, viene dalla Gran Bretagna, paese in cui questi cani esistono da lungo tempo. Anche in questo caso bisogna essere molto attenti quando si decide di acquistarne uno. - La toelattura "alla leone"
Lo standard del barboncino precisa che vengono ammessi alle esposizioni solamente i cani toelettati "alla leone", "all'Inglese" o secondo la linea "moderna".
Questi tagli sono molto esigenti e richiedono una competenza che un principiante non può acquisire al primo colpo di forbici.
La toelettatura "alla leone", la più antica di tutte, è forse quella che presenta maggiori difficoltà.
Bisogna prima di tutto procurarsi il materiale adeguato: diversi tipi di tosatrici; due paia di forbici, un paio diritte e un paio curve, per regolare il pelo; una spazzola a setole fini e morbide per togliere i nodi; un pettine metallico a denti mediamente larghi.
La seduta per la toelettatura deve, in linea di principio, iniziare dalla testa e continuare poi sul corpo e sugli arti.
- La testa: è inutile esigere dal cane che resti seduto o in piedi; basta lasciargli prendere la posizione che preferisce. Bisogna dapprima usare la tosatrice Oster n. 1, per non rischiare di tosare a raso e per evitare le strisce bianche sotto gli occhi, il taglio dovrà valorizzare le cesellature delle guance. Si può cominciare dal muso, che deve essere tosato sopra e sotto, e proseguire con le guance. Bisogna lasciare i baffi, che non devono però nascondere le labbra. Le orecchie non devono assolutamente essere tosate, così come il cranio, i cui peli potranno venir regolati con le forbici.
- Il corpo: tutto il treno posteriore, la groppa, il ventre e i fianchi devono essere tosati. Per il treno posteriore bisogna usare ancora l'Oster n. 1, per i Barboni bianchi e grigi; per i neri, a seconda se il pelo è più o meno folto, si utilizzerà l'Oster n. 1 o n. 5. La coda verrà ugualmente tosata, a eccezione del pompon che verrà arrotondato con l'aiuto di un paio di forbici. Il pelo che resta sul collo, sulle spalle, sul petto forma un mantello che dovrà essere regolato con le forbici (secondo la taglia del barboncino, ì peli dovranno misurare tra i 4 e gli 8 cm). Lo spessore della pelliccia deve andare diminuendo verso la linea sopra al dorso, il pelo dovrà venire regolarmente spazzolato e pettinato per sciogliere i nodi.
- Gli arti: per non rasare troppo le zampe, bisogna usare l’Oster n. 1, altrimenti il cane avrà la pelle scorticata, si leccherà e rischierà di ferirsi ulteriormente. Bisogna passare sempre la tosatrice contropelo. Le zampe non devono essere tosate totalmente: si lasciano di solito i cosiddetti "braccialetti", più o meno larghi, che vengono arrotondati con le forbici. È lecito lasciare uno o più braccialetti, a seconda della taglia del cane. I piedi devono essere ben liberati dai peli. - Baron, l'incredibile barboncino di Victor Hugo
Victor Hugo, grande difensore degli animali, amava particolarmente i cani, e Baron, uno dei suoi Barboni, è passato alla storia grazie a un avvenimento a dir poco singolare. Baron era stato regalato al grande scrittore, e l’animale si affezionò rapidamente al suo padrone.
Ciò nonostante, l'esistenza un po' movimentata di Victor Hugo non gli permise di tenere il cane, ed egli lo offrì in regalo al marchese di Faletans, addetto dell'Ambasciata di Mosca. Quest'ultimo portò dunque Baron nella capitale russa.
Qualche tempo dopo, Victor Hugo ricevette una lettera del marchese, dalla quale apprese che Baron era scappato e che era stato impossibile ritrovarlo.
Passarono parecchie settimane e questo fatto, per quanto potesse essere spiacevole, uscì dalla mente dello scrittore, fino al giorno, o piuttosto alla notte, in cui una sua domestica fu svegliata da pianti e lamenti, incuriosita, aprì la porta e, con grande sorpresa, scoprì un cane sporco, estenuato, magro, con le zampe sanguinanti: inutile precisare che si trattava di Baron! Victor Hugo scrisse al marchese di Faletans per renderlo partecipe dell'incredibile notizia, precisando naturalmente che avrebbe tenuto presso di sé il barboncino.
Questi visse ancora sette anni con l'autore dei Miserabili. Alcuni cinofili hanno comunque fatto notare che, dato che la distanza tra Mosca e Parigi supera i 2000 chilometri, l'impresa di Baron è altamente improbabile.
Che cosa è avvenuto realmente? Non si sa. Ma la leggenda, se di leggenda si tratta, è molto bella.
4. Il barboncino, cane da palude e animale da circo?
- Cane da palude
Oggigiorno, specialmente in Francia, il barboncino è unicamente un animale da compagnia.
Alla fine del XIX secolo, quando il Barbet — antenato del barboncino — cominciava a perdere terreno, molti Barboni, che venivano ancora chiamati Barbet, erano utilizzati dai cacciatori.
Del resto una certa confusione tra le due razze perdurò per molto tempo.
«Il nome di Barbet che veniva dato tre secoli fa a tutti i cani da ferma a pelo lungo è stato sostituito poi da quello di barboncino», scriveva De la Rue nel 1881.
E, cosciente della confusione che regnava già nello spirito dei cinofili, aggiungeva: «È vero che vi è una notevole difficoltà e che vi sarà sempre un certo imbarazzo ogni volta che si tratterà di pronunciarsi su un animale la cui razza non sarà più quella del Barbet».
Quando De la Rue parla in questi termini del Barbet è chiaro che sta parlando del barboncino attuale. «Non ho mai potuto guardare gli occhi così pieni di dedizione di un barboncino o di un Barbet senza sentirmi attirato verso di lui, senza sentirmi in dovere di fargli una carezza [...].
Non parlo solo dei Gran Barbet. Ci sono anche i Barbet di piccola taglia. Ne ho vista una famiglia intera, l'anno scorso, all'esposizione delle razze canine di Colonia. Ce n’erano sei, erano tutti bianchi e veramente molto carini. Ma, alla fin fine, non si tratta che di cani da compagnia senza nessuna utilità per la caccia. Ciò nonostante, i piccoli Barbet possono servire per andare alla ricerca, al mattino, delle anitre uccise durante la notte dai cacciatori».
E De la Rue concludeva:
«il Barbet, dato che punta, è veramente un cane da ferma propriamente detto? lo credo di no. Non è forse vero che tutti i cani, o quasi tutti, sono in grado di puntare? Non si ottiene forse da questo buon animale quello che si vuole perché lo si educa in questo senso? Ho visto cacciare un giovane Barbet nero di grande taglia che puntava in maniera abbastanza corretta il coniglio e il fagiano, ma la sua ricerca era piuttosto lenta, senza vivacità. Questa buona bestia sembrava cercare più per puro obbligo che per amore della caccia [...]. L'ambiente autentico del Barbet è la palude, i ciuffi di canne, le lunghe erbe umide. Èun cane delle regioni delle paludi, della malaria, dei capanni per la
caccia, della caccia all’anitra selvatica, alla selvaggina acquatica in generale, è il oanis aviarius aquaticus (cane da uccelli acquatici) per eccellenza».
Mettendo l'accento sulla differenza che era sotto gli occhi di tutti in quell'epoca tra il Barbet, cane da caccia, e il barboncino, cane da compagnia, scriveva ancora:
«In poche parole, il Barbet è uno specialista per nulla attrezzato a fare il cane da ferma completo. Così non ci si dovrebbe stupire di vederlo preferire una partita di domino o di carte, o lo stesso palco dei saltimbanchi, alle macchie più ricche di pernici e lepri. Così è il Barbet risultante da un primo incrocio, vale a dire un barboncino, va da sé che il Barbet si allontanerà tanto più dal barboncino, per avvicinarsi a un vero cane da ferma, quanto più avrà sangue estraneo nelle vene. Può sembrare un'ingenuità, ciò nonostante è la verità, insomma, che cosa bisogna dedurne se non che il Barbet non è una razza definita e che, facendo riprodurre dei Barbet fra loro, non si ritornerebbe infallibilmente al cane per ciechi?».
Il nostro tempo avrà dunque dato soddisfazione a questo specialista in cani da caccia, dato che, attualmente, Barbet e Barboni costituiscono due razze distinte, ognuna con uno standard proprio. - Animale da circo
L’aspetto elegante del barboncino, la sua varietà di taglie e la sua famosa intelligenza gli sono valsi — e ancora gli valgono — il fatto di essere frequentemente utilizzato per certi numeri da circo, ruolo che condivide con il Fox-Terrier e lo Spitz nano.
Un celebre spettacolo sul ghiaccio presentava così, in questi ultimi anni, un numero nel corso del quale un barboncino vestito da messicano avanzava in compagnia di un altro vestito da farfalla e di un terzo in crinolina.
Un quarto barboncino montava un cavallino di peluche, mentre un quinto, vestito da sposo, era abbracciato alla sua finta sposa.
All’inizio del secolo, un circo metteva in scena un mini pony che entrava in pista, eseguiva una polka, poi avanzava in equilibrio sulle zampe con grande divertimento degli spettatori, che ridevano ancor di più quando scoprivano che il pony era in effetti un barboncino mascherato con aggiunta di coda e criniera.
Pierre Hachet-Souplet, specialista di psicologia animale, citava ugualmente, nel 1921, il caso di un barboncino vestito di bianco che eseguiva una danza serpeggiante. Possiamo citare, inoltre, il caso di un altro barboncino che 'cantava' l'aria del Miserere del Trovatore di Verdi.
5. Lo Standard della razza
FCI Standard N° 172 / 18.04.2007
BARBONI (Caniche)
ORIGINE: Francia
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 06.03.07
UTILIZZAZIONE : Cane da compagnia
CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 9 Cani da compagnia
Sezione 2 Barboni
Senza prova di lavoro
ASPETTO GENERALE
Cane di medie proporzioni, col caratteristico pelo crespo, riccio o cordato. L’aspetto è di un animale intelligente, costantemente attento, attivo, armoniosamente costruito e che dà l’impressione d’eleganza e fierezza.
PROPORZIONI IMPORTANTI:
• La lunghezza del muso è circa i 9/10 di quella del cranio
• La lunghezza (scapolo-ischiale) del corpo è leggermente superiore all’altezza al garrese.
• La distanza dal garrese al suolo è sensibilmente uguale a quella dalla groppa al suolo.
• La distanza dal gomito al suolo è i 5/9 dell’altezza al garrese
COMPORTAMENTO – CARATTERE
Cane noto per la sua fedeltà, pronto ad imparare e ad essere addestrato, il che lo rende un cane da compagnia particolarmente piacevole.
TESTA: distinta, rettilinea, proporzionata al corpo. La testa deve essere ben cesellata, senza pesantezza ma anche senza eccessiva finezza.
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: la sua larghezza è inferiore alla metà della lunghezza della testa L’insieme del cranio, visto dal di sopra, appare ovale e di profilo leggermente convesso.
Gli assi del cranio e del muso sono leggermente divergenti.
Arcate sopraccigliari: moderatamente pronunciate, ricoperte di lunghi peli
Solco frontale: ampio fra gli occhi, si restringe verso l’occipite, che è molto pronunciato. (nei Nani può essere un po’meno pronunciato)
Stop: poco marcato
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: sviluppato, con profilo verticale; narici aperte.
• Tartufo nero nei soggetti neri, bianchi e grigi
• marrone nei soggetti marroni
• nei soggetti albicocca o rosso fulvo: tartufo marrone o nero.
Muso: profilo superiore ben rettilineo; la sua lunghezza è circa 9/10 della lunghezza del cranio. Le branche della mascella inferiore sono quasi parallele. Il muso è solido. Il profilo inferiore del muso è dato dalla mascella inferiore e non dal bordo del labbro superiore.
Labbra: moderatamente sviluppate, piuttosto asciutte, di medio spessore; il labbro superiore poggia sull’inferiore, senza essere pendente.
• Nei soggetti neri, bianchi e grigi le labbra sono nere
• Nei soggetti marroni sono marroni
• Nei soggetti albicocca e rosso fulvo sono marrone più o meno scuro o nere. La commessura labiale non deve essere pronunciata
Mascelle/Denti: chiusura a forbice. Denti solidi
Guance: non sporgenti, si modellano sulle ossa. Le regioni sottorbitali sono cesellate e poco piene. Arcate zigomatiche pochissimo salienti.
Occhi: dall’espressione ardente, posti a livello dello stop e leggermente obliqui. Occhi a mandorla. Neri o marrone scuro. Nei soggetti marroni, gli occhi possono essere ambra scuro.
Palpebre: Il profilo delle palpebre:
• nero nei soggetti neri, bianchi e grigi;
• marrone nei soggetti marroni.
• marrone o nero nei soggetti albicocca o rosso fulvo:
Orecchi: piuttosto lunghi, ricadenti lungo le guance, inseriti sul prolungamento della linea che partendo dal tartufo passa sotto l’angolo esterno dell’occhio. Piatti, si allargano dopo l’inserzione e si arrotondano alle punte; sono ricoperti di peli ondulati molto lunghi. Gli orecchi (pelo escluso) devono raggiungere la commessura delle labbra.
COLLO: solido, leggermente arcuato dopo la nuca, di media lunghezza, ben proporzionato. La testa fiera é portata alta. Collo senza giogaia di sezione ovale. La sua lunghezza è leggermente inferiore a quella della testa.
CORPO: ben proporzionato; la lunghezza del corpo è leggermente superiore all’altezza al garrese
Garrese: moderatamente sviluppato
Dorso: corto. Linea superiore armoniosa e ben sostenuta. L’altezza dal garrese al suolo è sensibilmente la stessa di quella dal suolo alla sommità della groppa
Rene: fermo e muscoloso
Groppa: arrotondata ma non spiovente
Petto: la punta dello sterno deve essere leggermente sporgente e posta piuttosto alta..
Torace: discende al livello del gomito; la larghezza è uguale ai ⅔ della sua altezza. Nei Barboni grande mole, la circonferenza toracica misurata dietro le spalle deve essere superiore di almeno 10 cm all’altezza al garrese. Torace di sezione ovale, ampio nella parte dorsale
Ventre e fianchi: retratti, senza essere levrettati.
CODA: inserita piuttosto alta, al livello del rene. Può restare naturale o accorciata a un terzo, o a metà della sua lunghezza. In stazione la coda è pendente. In movimento è portata rialzata obliquamente.
ARTI
ANTERIORI: perfettamente diritti e paralleli, ben muscolosi e con buona ossatura. La distanza dal gomito al suolo è leggermente superiore alla metà dell’altezza al garrese.
Spalle: oblique, muscolose. La scapola forma con il braccio un angolo di 110° Braccio:la lunghezza dell’omero è uguale a quella della scapola
Carpo: prosegue la linea dell’avambraccio
Metacarpo: solido, quasi diritto se visto di lato
Piedi: piuttosto piccoli, fermi, di un ovale corto. Le dita sono ben arcuate, e chiuse. I cuscinetti sono duri e spessi. Le unghie sono: nere,nei soggetti neri e grigi; nere o marroni nei soggetti marroni; nei soggetti bianchi: possono essere colorate secondo l’intera gamma del color corno, arrivando fino al nero. Nei soggetti albicocca o rosso fulvo, sono marroni o nere.
POSTERIORI: paralleli, visti dal dietro, con muscoli ben sviluppati e ben visibili. Il garretto è abbastanza angolato. Gli angoli: coxo-femorale, tibiofemorale, e tibio-tarsico, devono essere marcati..
Cosce: ben muscolose e robuste
Metatarso: corto e verticale. Il barboncino deve essere sprovvisto, dalla nascita, di speroni sui posteriori
Piedi: come gli anteriori
ANDATURA: saltellante e leggera
PELLE: morbida, non lassa, pigmentata.
Il barboncino nero, il marrone, il grigio, l’albicocca e il rosso fulvo devono essere pigmentati in armonia col colore del mantello; per i Bianchi, è ricercata una pelle argentata.
MANTELLO
PELO
• Barboni a pelo riccio: pelo abbondante di tessitura fine, lanosa e ben arricciata, elastica e resistente alla pressione della mano. Deve essere spesso, fitto, di lunghezza uniforme, e formare riccioli regolari.
• Barboni a pelo cordato: pelo abbondante, di tessitura fine, lanosa e fitta, che forma caratteristiche corde sottili molto palesi, che devono misurare almeno 20 cm.
COLORE: Pelo monocolore: nero, bianco, marrone, grigio, albicocca e rosso fulvo
• Il marrone: deve essere deciso, piuttosto scuro, uniforme e caldo. Il beige e i suoi derivati più chiari non sono ammessi
• Il grigio: deve essere uniforme, di un tono deciso, né nerastro né biancastro
• L’albicocca: Deve essere un colore uniforme che non tenda al fulvo pallido, o al color sabbia, o al rosso fulvo.
• Il rosso fulvo: deve essere di una tinta uniforme su tutto il mantello. Non deve mai tendere all’albicocca.
Palpebre, tartufo, labbra, gengive, palato, orifizi naturali, scroto e cuscinetti sono ben pigmentati.
TAGLIA
• Barboni grande mole: al di sopra dei 45 fino ai 60 cm , con tolleranza di 2 cm. in più. Il barboncino grande deve essere la riproduzione ingrandita e sviluppata del barboncino media mole, di cui conserva le caratteristiche.
• barboncino media mole: al di sopra dei 35 fino ai 45 cm
• barboncino nano: al di sopra dei 28 fino ai 35 cm. Il barboncino di questa taglia deve mostrare nel suo insieme l’aspetto di un barboncino mediamole ridotto, conservando il più possibile le stesse proporzioni e senza mostrare alcun segno di nanismo.
• barboncino Toy: al di sopra dei 24 cm (con tolleranza di – 1 cm.) fino ai 28 cm. (altezza ideale ricercata 25 cm).. Il Toy conserva nell’insieme l’aspetto di un barboncino nano e le stesse proporzioni generali, secondo tutti i requisiti dello standard. Qualsiasi presenza di nanismo è da escludere; solo la cresta occipitale può essere un po’ meno pronunciata.
DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato come difetto, e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato, deve essere proporzionata alla sua gravità.
• Dorso cifotico o insellato
• Coda inserita troppo bassa
• Soggetto troppo nervoso
• Denti: - 2 PM1 mancati non sono presi in considerazione
- mancanza di uno o due PM2, se sono simmetrici
- l’assenza dei molari 3 non è presa in considerazione
DIFETTI GRAVI
• Tartufo parzialmente depigmentato
• Muso “en sifflet” ( quando il tartufo si protrae troppo in avanti)
• Muso appuntito
• Canna nasale montonina
• Denti: - mancanza di 2 PM2 non simmetrici
• Occhi troppo grandi o infossati nelle orbite, insufficientemente scuri
• Orecchi troppo corti
• Groppa avvallata
• Coda ricurva sul dorso
• Angolazioni del posteriore troppo diritte
• Andatura fluida e allungata
• Pelo rado, molle o duro
• Colore indeciso o non uniforme: grigio nero o grigio bianco, fulvo slavato, mantello crema, beige nei marroni o marrone molto scuro.
DIFETTI ELIMINATORI
• Soggetto aggressivo o pauroso
• Tartufo completamente depigmentato
• Mancanza di tipicità e in particolare nella testa
• Enognatismo o prognatismo
• Denti:
- mancanza di un incisivo o di un canino o d’un dente carnivoro (P4 della mascella superiore o M1 di quella inferiore)
- mancanza di un PM3 o di un PM4
- mancanza di 3 PM o più (tranne PM1)
• Cane anuro o brachiuro
• Speroni o tracce di speroni sui posteriori
• Cani il cui mantello non è monocolore
• Macchie bianche e peli bianchi sui piedi
• Cani che superano 62 cm in altezza per i grandi e inferiore a 23 cm per i toy
• Qualsiasi soggetto che presenti segni di nanismo: cranio globoso, mancanza di cresta occipitale, stop molto marcato, occhio sporgente, muso troppo corto e voltato all’insù, mascella inferiore retratta, assenza di mento.
• Sutura metopica praticamente inesistente
• Ossatura molto leggera nei Toy
• Coda arrotolata con la punta che ricade sul fianco o la groppa
Qualsiasi cane che presenti in modo evidente delle anomalie d’ordine fisico o di comportamento, sarà squalificato.
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
AGGIUNTA ALLO STANDARD
TOELETTATURE AMMESSE PER L’ESPOSIZIONE
Toelettatura “ alla Leoncino ”: Il barboncino, sia a pelo riccio che cordato, sarà tosato sul treno posteriore fino alle costole. Sono tosati anche: il muso, sopra e sotto a partire dalle palpebre inferiori; le guance, gli arti anteriori e inferiori, tranne manicotti o braccialetti e motivi facoltativi sul posteriore, la coda, tranne un pompon rotondo o ovale all’estremità. Per tutti i soggetti sono richiesti i baffi. Si può lasciare del pelo sugli arti anteriori, i cosiddetti “pantaloni”
Toelettatura “ Moderna ”; sui quattro arti è permesso il mantenimento del pelo solamente se vengono rispettate le seguenti norme:
1. Saranno tosate:
a) la parte inferiore degli anteriori, dalle unghie alla punta dello sperone; la parte inferiore dei posteriori fino ad un’altezza equivalente. La macchinetta tosatrice è permessa limitatamente alle dita.
b) la testa e la coda come precedentemente descritto. Saranno eccezionalmente permesse in questa tosatura:
• la presenza, sotto la mascella inferiore, di pelo tagliato corto che non superi un centimetro di spessore; la sua linea inferiore sarà tagliata parallelamente alla mascella inferiore. La barba chiamata “barba di capra” non è permessa
• la soppressione del pompon della coda
2) Pelo accorciato: sul tronco, per mostrare sul dorso un effetto marezzato più o meno lungo di almeno 1 cm. La lunghezza del pelo sarà progressivamente aumentata attorno alle costole e sulla parte alta degli arti.
3) Pelo regolato:
a) sulla testa che presenta un casco (ciuffo) di ragionevole altezza come pure sul collo, discendendo dietro il collo fino al garrese, e davanti, senza discontinuità, fino alla parte rasata del piede seguendo una linea leggermente obliqua dalla parte superiore del petto in giù. Sulla parte alta degli orecchi e al massimo per un terzo della loro lunghezza, il pelo può essere tagliato con forbici o rasato in direzione del pelo. La parte bassa è lasciata coperta di pelo di una lunghezza che aumenta progressivamente dall’alto verso il basso, per finire in frange che possono essere regolate
b) sugli arti, i “pantaloni” presentano una distinta transizione con la parte rasata del piede. La lunghezza del pelo aumenta progressivamente verso l’alto per presentare sulla spalla, come sulla coscia, una lunghezza da 4 a 7 cm. misurati su pelo teso, in proporzione con la taglia del cane, ma evitando qualsiasi effetto “sbuffo”. I pantaloni posteriori devono permettere che sia visibile la tipica angolazione del barboncino. Qualsiasi variazione fantasiosa che si allontani da queste norme dello standard sarà considerata eliminatoria. Qualunque sia la silhouette ottenuta con la toelettatura, questa non deve mai influenzare il giudizio in esposizione; tutti i cani della stessa classe saranno giudicati e
classificati assieme
Toelettatura all’Inglese :
aggiungere alla toelettatura alla Leoncino dei motivi sui posteriori come braccialetti e manicotti. Sulla testa: un ciuffo. Per questa toelettatura i baffi sono facoltativi. L’assenza di demarcazione nel pelo sui posteriori è tollerata. Il ciuffo è facoltativo ( è proibito utilizzare la lacca o qualsiasi altro prodotto per sostenere questo ciuffo).
• I Barboni che non sono toelettati secondo lo Standard non potranno ( finché si presentano così) essere giudicati per le qualifiche in esposizione e manifestazioni ufficiali, senza però essere eliminati dalla riproduzione.