Quando non c’erano i social network, erano i libri ad avere il potere di manipolare e influenzare l ’opinione pubblica.
Per questo ogni nazione, nel corso dei secoli, ha stilato una “lista nera” di testi proibiti: la più nota è l ’Indice della Chiesa cattolica.
Oltre ai testi proibiti per ragioni ideologiche o politiche (in Unione Sovietica, per esempio, romanzi come II Maestro e Margherita di Bulgakov, Il Dottor Zivago di Pasternak, o quelli sui gulag di Aleksandr Solzenicyn), ci sono quelli “ maledetti”, avvolti dal mistero o considerati opere sataniche.
Spesso di grande successo, perché il male ha da sempre il suo fascino. Dietro ai libri maledetti c’erano spesso autori altrettanto “ dannati” . Biografie e opere si sono fuse in una miscela esplosiva, contribuendo alla cattiva fama di questi titoli.
Per non parlare poi degli “pseudo-libri” : testi dei quali si è favoleggiato, ma della cui esistenza non si hanno prove, o che sono in realtà clamorosi falsi storici. L’invenzione di libri maledetti era in voga nella narrativa britannica tra fine ’800 e ’900.
Alcuni di questi, spesso introvabili e pubblicati clandestinamente, sono diventati oggetti di culto: si diceva che possederli avrebbe aperto le porte del male. Altri testi, forse, avrebbero potuto cambiare le sorti del mondo. Altri ancora, banalmente, hanno ispirato fumetti e videogiochi.
Alla ricerca del sapere occulto: i manoscritti proibiti sono esistiti. Ecco 5 di loro… molto “maledetti”. Scopriamo che fine hanno fatto i testi censurati e banditi.
1. Il libro di Thot: un evergreen del mistero
Si tratta di una serie di testi esoterici e iniziatici che la leggenda attribuisce al dio egizio Thot, rappresentato con testa di ibis (uccello che vola sulle rive del Nilo).
Al loro interno si troverebbero profezie e pratiche magiche capaci di trasformare l’uomo in un semidio.
Possederli e saperli interpretare permetterebbe quindi di manipolare menti e coscienze e persino di vincere la morte.
Questi scritti, custoditi in biblioteche segrete in Egitto, nel tempo sarebbero andati dispersi, ma la loro fama è rimasta intatta.
Li menziona il papiro egizio di Turis, decifrato a Parigi nel 1868, che mise in relazione la distruzione di quei testi con il tentativo di rovesciare un faraone da parte di un gruppo di dignitari. In tanti sono andati a caccia di quest’opera, Inquisizione compresa. Senza successo.
Lo scrittore Jacques Bergier, nel suo saggio Libri maledetti (edizioni Età dell’Acquario), ipotizza resistenza di una setta che li custodirebbe per impedire che il sapere in essi contenuto si diffonda.
Nel Rinascimento ci fu chi sostenne che i tarocchi ne sarebbero una versione illustrata e popolare.
In tempi più recenti sull’argomento è tornato Aleister Crowley (1875-1947), personaggio eclettico e controverso, considerato il fondatore del moderno occultismo e ispiratore del satanismo: fu lui a dare alle stampe, nel 1944, un mazzo di tarocchi chiamato Il libro di Thot.
2. Uno e trino: il "trattato dei tre impostori”
Con questo titolo sono note tre opere diverse, mentre gli impostori sarebbero niente meno che i fondatori di tre importanti religioni monoteiste: Mosè, Gesù e Maometto.
Pare che già nel XIII secolo si parlasse di un trattato latino, De 'Tribus Impostoribus, la cui esistenza però non è mai stata accertata.
Come autori dell’opera, considerata empia e blasfema, si ipotizzarono Averroè, filosofo arabo, l ’imperatore Federico II (entrambi bollati come eretici), Erasmo da Rotterdam, il filosofo Baruch Spinoza (cacciato dalla comunità ebraica di Amsterdam) e tanti altri personaggi famosi: Giovanni Boccaccio, Niccolò Machiavelli, Giordano Bruno, Pier delle Vigne.
Si parla poi di un secondo manoscritto in latino: De imposturis religionum breve compendium, anonimo, di cui si ha traccia intorno al 1688. Di questo manoscritto verrà fatta qualche copia che poi finirà nella Biblioteca Nazionale di Vienna.
La storia però qui si complica, perché si sospetta che l’autore del testo si sia rifatto a più antichi fogli. Per farla breve, l’opera viene pubblicata a Vienna nel 1753, ma con la data del 1598: come mai?
Il terzo trattato, che conosciamo, è La vie et l’esprit de Mr Benoit de Spinoza, stampato all’Aia, anonimo e in francese, nel 1712 e poi nel 1721.
Sarebbe attribuito a Spinoza (o forse a un suo allievo) e sembra ne circolassero versioni manoscritte anche precedentemente, ma non si è riusciti a stabilire esattamente a quando risalga la stesura originale. Questo testo ebbe grande successo presso le menti e gli spiriti liberi dell’epoca, molti lo ricercavano febbrilmente e leggevano in segreto.
Ma fu soprattutto un grande scandalo per il suo contenuto: i tre impostori erano “politici” che, in cerca di successo e gloria personale, avevano asservito intere popolazioni dominandole, un tema molto attuale.
3. La Bibbia di Satana
È un vero “libro del male”, osteggiato ma anche idolatrato. È stato pubblicato per la prima volta in America, nel 1969.
Del libro non c’è molto da dire: è un mix di teorie sataniste di varia provenienza.
Ma del suo autore, lo statunitense Anton LaVey (1930-1997), sì. Il suo vero nome era Howard Stanton Levey, un esoterista, scrittore e musicista attivo negli Anni ’60 e ’70.
Mantello da vampiro, cranio rasato e barbetta demoniaca, appassionato di occultismo, LaVey è noto come fondatore della Chiesa di Satana, movimento religioso nato nel 1966 a San Francisco.
I suoi seguaci lo chiamavano il papa nero e in quegli anni i mass media diedero visibilità alla sua “ chiesa” , anche perché era seguita da personaggi dello showbiz (LaVey fu consulente di Roman Polansky per il film Rosemary’s baby e nominò “reverendo” la rockstar Marilyn Manson).
Dopo la strage compiuta da Charles Manson, la sua fama di “ maledetto” fu offuscata e la Chiesa di Satana fu dilaniata da conflitti e scissioni.
Nel libro l’autore chiarisce la sua visione moderna del satanismo, in cui Satana è inteso non come divinità, ma come individuo che incarna la ribellione, l’antimorale, la ricerca del piacere personale e carnale ed è guida esemplare dell’io padrone di se stesso e “vero dio”.
Il libro è anche un manuale che dà istruzioni su rituali e pratiche liturgiche, come la messa nera.
4. Necronomicon: il mito oscuro della morte
Per i fan dell’occulto è il libro delle leggi che governano il mondo dei morti. Il titolo originale dell’opera sarebbe Al Azif, termine arabo che indica insoliti rumori notturni, interpretati come gemiti di demoni.
Lo sosteneva lo scrittore americano di racconti fantastici e horror Howard Phillips Lovecraft (1890-1937), secondo il quale il libro era un testo di magia nera scritto da uno stregone arabo di nome Abdul Alhazred, vissuto nello Yemen nell’VIII secolo.
Si trattava di un eremita pazzo, che adorava entità misteriose dai nomi altrettanto oscuri. Sembra che il testo, a quei tempi, fosse molto diffuso, tradotto clandestinamente in greco e in seguito anche in latino.
L’originale arabo sarebbe scomparso, mentre la traduzione greca fu in seguito distrutta. Secondo Lovecraft sarebbero esistiti frammenti e versioni lati ne, di cui una del XV secolo e un’altra del XVII secolo.
In realtà si tratta di uno pseudobiblium, cioè di un libro mai scritto. O di un espediente letterario dello stesso Lovecraft inventato per rendere verosimili i suoi racconti.
Lo scrittore fu quasi costretto a confessare che il Necronomicon era una sua invenzione quando si accorse che troppi suoi ammiratori lo avevano preso sul serio. Del resto, anche oggi molti continuano a credere all’esistenza di questo testo.
5. L’amante di Lady Chatterley: il libro più scandaloso
Il romanzo dell’inglese David Herbert Lawrence, scritto tra il 1925 e il 1928, è maledetto non per il suo contenuto magico, né per i meriti letterari relativamente modesti.
L’amante di Lady Chatterley è maledetto perché pochi libri hanno suscitato uno scandalo paragonabile, per via di una trama trasgressiva quanto la vita del suo autore.
Gli amori di lady Constance Chatterley, la protagonista del romanzo, furono ispirati dai tradimenti della moglie di Lawrence, l ’aristocratica tedesca Frieda Von Richthofen, che abbandonò marito e figli per viaggiare con lui.
Il libro fu oggetto di rifiuti, sequestri, tagli, traduzioni improprie, vendite clandestine, denunce e processi.
Fu pubblicato in Italia, in Francia e negli Stati Uniti e solo nel 1960, trent'anni dopo la morte dell’autore, in edizione integrale in Inghilterra, assolto dall’accusa di oscenità. Ma perché finì sotto processo?
Il libro narra, in fondo, di una giovane nobile che tradisce il marito paralizzato con un uomo di classe inferiore, un guardiacaccia.
Troppo, per una società ancora bacchettona e intrisa di spirito vittoriano: la ricerca del piacere femminile, l'autoerotismo e la descrizione di rapporti sessuali con un linguaggio talvolta crudo e con termini espliciti fu la ragione della condanna per oscenità, anche se il vero “ scandalo” era lo spirito sovversivo del libro.
Nel tempo, però, la protagonista divenne un’eroina dell’emancipazione sessuale della donna, anche grazie allo scandalo (nella foto lo scrittore inglese David Herbert Laawrence con la moglie, la baronessa tedesca Frieda Richthofen, nel febbraio del 1922).