A chi non è capitato di provare il desiderio di fuggire e lasciar perdere tutto, di fronte ai malesseri provocati dalla vita di tutti i giorni? Ma l'esperienza ci ha insegnato che scappare dai problemi non serve: è meglio imparare a risolverli senza dileguarsi.
A volte però fuggire da una situazione ingiusta, impostaci da altre persone o da eventi naturali, è una questione di sopravvivenza, una specie di ribellione, una crociata, uno scopo di vita.
Oggi vedremo 5 fughe memorabili: fughe come rimedio alle ingiustizie, fughe per non morire, per continuare a sognare e sentirsi vivi.
Scopriamole insieme.
1. Fuga dalla schiavitù - Harriet Tubman
Harriet Tubman (1822 - 1913), nata Araminta Harriet Ross, era una donna nera, schiava cresciuta nella Dorchester County, stato del Maryland (Stati Uniti). Quando era giovane, il suo padrone bianco la picchiò così duramente da farla quasi morire.
Con la morte del suo padrone verrà trasferita per lavorare in una fattorira vicina, molto più accogliente e umana della precedente. Riuscirà così, dopo 2 settimane di ripensamenti, a scappare e trasferirsi a Philadelphia. Ma l'idea di aver abbandonato la sua famiglia cercando una vita più libera e migliore, la tormenterà fino a quando deciderà di tornare nel Maryland per liberare i suoi cari e portarli con sè. E cosi fece.
Come se non bastasse, Harriet, sempre più convinta sostenitrice della tesi a favore dell'abolizione della schiavitù, con un'azione di vera e propria lotta clandestina, riuscì a liberare, attraversando il fiume Combahee, oltre 700 schiavi/e della Carolina del Sud. Per mezzo di una rete clandestina denominata “ferrovia sotterranea” riuscirà ad emancipare decine e decine di schiavi afro-americani.
Per questi meriti la Tubman verrà conosciuta come il “Mosè della gente nera” oppure anche come la “regina” della “Ferrovia Sotterranea”.
Questa fuga storica significa molto di più che una semplice fuga: era la prima volta che una donna nera si era messa contro il potente regime schiavista e razzista di quegl'anni.
Harriet Tubman è morta, quasi centenaria, nel 1913.
2. Fuga dalla dittattura - Armando Socarrás Ramirez
Era il 4 Giugno 1969. Armando Socarrás Ramirez, un giovano ragazzo Cubano di 17 anni, decide di scappare dalla dittattura di Castro.
Per coronare questo suo sogno, si è intromesso clandestinamente nel carrello di atterraggio di un DC-8 Iberia diretto da Cuba a Madrid. Il suo corpo fu trovato, dopo 8 ore di volo ad un altezza 30.000 piedi (oltre 9.000 metri), interamente congelato dai meccanici dell'aeroporto di Madrid, durante il servizio di routine per l'aereo, ed è stato portato immediatamente in un ospedale della capitale iberica.
Fortunatamente i medici riuscirono a salvarlo e dopo 24 ore, si riprese completamente. Ramirez è sopravvissuto non solo grazie alla sue eccellenti condizioni fisiche ma anche perchè si era legato, per precauzione, con una corda al carrello di atterraggio, evitando cosi cadute fatali.
Il suo caso resterà nelle cronache mediche e descritto dagli esperti come un eccezionale esempio di ibernazione umana. I medici ritengono, infatti, che il corpo di Ramirez è entrato in una specie di letargo, permettendogli di sopravvivere in quelle condizioni estreme.
3. Fuga dalla guerra - Contessa Andrée de Jongh
La Contessa Andrée de Jongh è nata a Schaerbeek in Belgio, il 30 novembre 1916. All'età di 24 anni, e dopo che le truppe tedesche invasero il Belgio nel maggio del 1940, De Jongh si trasferisce a Bruxelles, dove si è offerta come volontaria alla Croce Rossa. Il suo sogno era quello di seguire le orme della sua eroina Edith Cavell, la quale durante la prima guerra mondiale aiutò le truppe belghe a raggiungere la neutrale Olanda e a mettersi in salvo.
All'età di 21 anni, de Jongh arriva a Bilbao, in Spagna, dopo aver attraversato i Pirenei a piedi. Arrivata lì, chiede immediatamente il supporto Britannico per realizzare il suo progetto, chiamato "The Comet Line" (linea cometa), che come scopo principale aveva quello di aiutare i soldati alleati ad allontanarsi dalla zona di guerra e farli tornare in Gran Bretagna.
Non si sa con precisione il numero esatto dei soldati che la contessa abbia aiutato a fuggire dalla guerra, ma sappiamo con certezza che essi furono più di 500. Conosciamo anche che è stata lei, da sola, a scortare 118 aviatori ad attraversare i Pirenei.
E' stata insignita di diverse onereficenze al valore: Medal of Freedom (Stati Uniti), George Medal (Gran Bretagna), Légion d'honneur (Francia), Order of Leopold (Belgio), Croix de Guerre/Oorlogskruis (Belgio).
E' morta il 2007 all'età di 91 anni.
4. Fuga verso la libertà - Erwin Becker
Dopo l'inizio della costruzione del muro di Berlino, il 13 agosto 1961, molti furono quelli che tentarono di scappare da Berlino Est, ma con esiti disastrosi.
Alcuni di loro furono uccisi dalle guardie del partito, altri annegarono nel Mar Baltico o nel fiume Sprea, e altri ancora sono stati feriti in modo mortale dal filo spinato che circandava tutte le vie di fuga per la città.
Erwin Becker era uno di quelli che sognava di scappare: era disposto a fare qualsiasi cosa per vedere realizzato il suo sogno di libertà. La sua abitazione era ubicata direttamente sulla frontiera, nella Oranienburger Chaussee 13, a pochi metri di distanza da Berlino Ovest.
Cominciò, allora, con l'aiuto di 4 amici, a scavare un tunnel sotto la sua abitazione, una galleria lunga 27 metri, larga 60 centimetri ed alta 110 centimetri. Una volta concluso, nella notte tra il 23 e il 24 gennaio 1962, Erwin con la moglie, il fratello e altri 25 cittadini della Germania dell'Est, riuscirono a raggiungere, strisciando lungo il tunnel, Frohau, un quartiere di Berlino Ovest, raggiungendo la libertà.
5. Fuga dalla morte - Minatori cileni
Il 5 agosto 2010, nella miniera di San José in Cile, a causa di una frana, 33 minatori sono rimasti intrappolati a 700 metri di profondità.
Essi provarono a fuggire attraverso i pozzi di ventilazione, ma non c'erano scale; i soccorritori cercarono ogni ingresso, ma inutilmente: una frana aveva bloccato tutte le vie di uscita con una massa di detriti.
Durante la loro permanenza nella miniera, i 33 uomini hanno vissuto in un rifugio con poco ossigeno e scarse scorte di cibo. I tecnici effettuarono diverse trivellazioni, prima di riuscire a trovare il luogo esattto dove i minatori erano sepolti.
Persino la NASA si è offrì di aiutare il governo cileno attraverso il rifornimento di alimenti speciali per astronauti, oltre all'ausilio di due consiglieri, esperti in condizioni di isolamento.
Il salvataggio è stato effettuato con l'utilizzo di una capsula di salvataggio chiamata Fenix, costruita dalla marina cilena, che ha fatto la spola per quasi un giorno, con il punto a oltre 700 metri di profondità in cui si trovavano gli uomini.
Il loro incubo è durato 69 giorni esatti, rimasti per tutto questo tempo, nel buio delle viscere della terra. La loro avventura ha commosso il mondo intero.