Il termine “golden” applicato al pelo di questo cane deve essere inteso in senso lato, dato che copre in effetti tutta una gamma di tonalità, dall’oro brunito al beige chiaro (a esclusione delle tinte sature come il rosso e il mogano).
Attribuito al carattere, invece, questo nome è assai esplicito: il Golden è veramente un cane d’oro.
Con il suo bel manto non molto lungo e la sua solida statura, il Golden Retriever è un cane equilibrato, dal comportamento misurato, assolutamente il contrario di un cane eccentrico, che non cerca affatto di fare la parte della vedette.
Obbediente, calmo e sottomesso, il Golden si adatta molto presto e bene ad ambienti diversi o a cambiamenti di situazione.
La compagnia del Golden è molto piacevole perché è un cane che manifesta il desiderio costante di compiacere il padrone, di soddisfare ogni sua volontà e addirittura di prevenirla: è, quindi, fatto per vivere quasi in permanenza con il padrone adorato.
Questo cane è al contempo attivo e vicino ai padroni e, se si tengono in debito conto questi due aspetti della sua personalità, esso saprà adattarsi facilmente a ogni ambiente.
Che pazienza è capace di mostrare con i bambini e che allegria!
Inoltre, si dimostra a volte un buon guardiano, senza però essere aggressivo o rumoroso, poiché è vigile con discernimento e ha una sagoma imponente.
Ma scopriamo meglio questa meravigliosa razza canina: il Golden Retriever, un cane dal carattere d’oro!
1. Origine e storia
Con il suo bel manto non molto lungo e la sua solida statura, il Golden Retriever è un cane equilibrato, dal comportamento misurato, assolutamente il contrario di un cane eccentrico, che non cerca affatto di fare la parte della vedette.
Dotato di grandi qualità, è il cane adatto a molti appassionati, e per questo motivo non sarebbe potuto rimanere per molto tempo nell’ombra in Italia.
Se si crede all’opinione di alcuni geniali cinofili, l’origine del Golden Retriever appare quanto meno curiosa. Giudichi il lettore stesso:
«Nel 1858 sir Dudley Marjoribanks assistette allo spettacolo di un circo ambulante a Brighton, rinomata stazione balneare inglese. Si trattava di un gruppo di cani sapienti, battitori del Caucaso o Pastori guardiani delle greggi di pecore.
Sir Dudley fu talmente impressionato dall’intelligenza e dalla bellezza di quei cani che decise di comprarne una coppia. L’ammaestratore non era disposta a venderglieli, perché in questo modo il suo numero sarebbe stato rovinato.
A questo punto sir Dudley si offrì di comprargli l’intero circo: fu così che i cani vennero portati nelle terre del loro nuovo padrone e divennero gli antenati della razza».
Questa storia ha tutte le caratteristiche di una graziosa leggenda. Presenta sufficienti dati precisi (specialmente data e luogo) perché non si possa mettere in dubbio la verosimiglianza della vicenda, ma ciò nondimeno si pongono alcuni problemi.
Che cosa hanno mai in comune un cane da circo e un Retriever, anche se si sa che il numero dei cani sapienti all’origine del Golden consisteva proprio nel ritrovare nei punti più inimmaginabili degli oggetti nascosti dall’ammaestratore? Che cosa erano quei cani russi, detti al tempo stesso battitori e Pastori guardiani delle greggi?
Anche se non abbiamo potuto verificare da vicino come venivano utilizzati nel Caucaso, la loro regione natale, si può ciò nonostante affermare senza grande tema di smentite che dovevano lavorare più o meno come altrove; ciò equivale a dire che un cane da caccia non è predisposto a svolgere il lavoro di un cane da pastore, come pure un cane da pastore non è un cane da caccia.
Che sia esistita una razza in grado di brillare ugualmente in queste due discipline così diverse non pare dunque verosimile. A dire la verità il "battitore russo" non è mai stato presente se non nella letteratura specializzata. Per quanto riguarda il guardiano delle greggi, possiamo da poco ammirarne qualche esemplare in Europa.
Come si era pensato, si tratta di un animale di alta statura e di forte costituzione, coperto da un folto e ispido mantello che lo protegge dai rigori del clima delle montagne: se lo si immagina facilmente respingere i lupi, gli orsi e i predatori lontano dalle greggi, a fatica invece lo si immagina cercare e riportare un’arzavola.
Se alcuni ancor oggi avanzano questa tesi strampalata dei battitori, dei Pastori, dei guardiani delle greggi, o dei cani da circo — incrociati anche con Bloodhound e cani da caccia —, è indubbiamente nell’intento di rispettare una tradizione tanto misteriosa quanto originale.
In effetti le vere origini del Golden Retriever sono ben conosciute dal 1952, data in cui vennero pubblicati i registri d’allevamento della tenuta di Marjoribanks, che coprono il periodo di tempo che va dal 1835 al 1890.
Si è scoperto che un riproduttore di nome Nous (in inglese questa parola equivale al nostro termine "giudizio"), di colore giallo, frutto di Retriever a pelo liscio, venne incrociato con una femmina dal pelo fulvo, di taglia assai piccola, di razza Tweed Water Spaniel. Da questa unione nacquero quattro cuccioli: Crocus, Primrose, Cowslip e Ada, che appaiono come i veri fondatori della razza Golden Retriever.
A sostegno di questa versione si noterà che certe caratteristiche degli Spaniel non sono in contraddizione con quelle del Golden, specialmente per quanto riguarda la forma nettamente rettangolare e il pelo, e che le zone d’ombra che essa comporta possono facilmente essere chiarite.
Per quanto concerne il tipo dello Spaniel detto Tweed Water, il fatto che un solo Spaniel d’acqua, l'Irish Water Spaniel, sia giunto senza difficoltà fino ai nostri giorni non significa che non ne siano esistiti altri agli inizi del XIX secolo; si può d’altronde pensare che sia stata proprio la creazione dei Retriever durante il diciannovesimo secolo ad aver affrettato la loro scomparsa.
In un periodo in cui la cinofilia muoveva i primi passi, si riconoscevano solo due tipi di Spaniel, che erano cani che cercavano a portata di tiro del fucile, non prendevano la ferma ma cercavano tra la sterpaglia e riportavano la selvaggina; si distinguevano dunque i Land Spaniel, che lavoravano a terra, e i Water Spaniel, utilizzati nelle paludi.
Questa separazione funzionale, però, coincideva solo approssimativamente con le differenze nel loro aspetto. È d’altronde evidente che ogni grande proprietario allevava nei propri canili la sua varietà di Spaniel. Sir Dudley Marjoribanks, per esempio, aveva il suo tipo di Spaniel d’acqua, che chiamò Tweed forse per analogia a con il nome della sua tenuta, Tweedmouth.
Non ci si può quindi stupire eccessivamente se si sanno soltanto poche cose a proposito del Tweed Water Spaniel, salvo il fatto che lo si è voluto migliorare in vista di una specializzazione più stretta nel riporto della selvaggina.
In effetti le caratteristiche proprie a tutti gli Spaniel limitano i loro risultati come puri Retriever: essi possiedono un mantello folto e frangiato, che li protegge dalle intemperie, e una costituzione robusta, ma la loro taglia è in compenso inferiore alla media.
Orbene, il lavoro nell’acqua così come il riporto degli animali cacciati, specialmente quelli grossi, esigono una struttura fisica maggiore. Sembra dunque molto plausibile che sir Marjoribanks abbia incrociato il suo Tweed Spaniel con cani più grandi venuti dall’Isola di Terranova.
Tali cani, sbarcati fin dal 1820 a Poole — porto di immatricolazione delle imbarcazioni per la pesca al merluzzo — erano molto diversi nell’aspetto. Si trovavano esemplari più o meno grandi, a pelo lungo o a pelo corto, neri o fulvi, dalle tonalità variabili, fra i quali si possono riconoscere gli antenati del Terranova, del Landseer, del Labrador e del Flat-Coated Retriever.
Il Golden Retriever, da parte sua, discende indubbiamente da esemplari di taglia media, dal pelo lungo e giallo, che possedevano come i loro simili la passione per l’acqua e per il riporto. Risulta da un lavoro di selezione del tutto paragonabile a quello che ha dato origine ad altre razze di Retriever.
In effetti a partire dai cani originari dell’Isola di Terranova i lord britannici hanno cercato, ciascuno a proprio modo, la formula ideale del moderno Retriever, incrociandoli con dei cani da caccia.
In questo modo per il Curly-Coated si è senza dubbio fatto ricorso ai Water Spaniel a pelo riccio, per il Flat-Coated ai Setter, per il Labrador ai Bloodhound e probabilmente ai Pointer, e per il Golden ai Water Spaniel a pelo liscio.
Dopo le incertezze degli inizi la competizione divenne assai dura fra i Retriever. E vero infatti che non c’era bisogno di molte razze per svolgere il lavoro assegnato loro e pochi cacciatori, europei e no, erano disposti a seguire l’élite dei cacciatori britannici sulla strada di un’estrema specializzazione.
È proprio in questo periodo che apparvero i field-trials per Retriever, che comportavano una spietata selezione delle razze: quelle che curavano il loro aspetto a scapito dei risultati furono relegate nell’ombra.
Fu così che il Labrador e il Golden superarono il Curly-Coated, agli inizi del secolo, poi il Flat-Coated, negli anni Venti. In seguito l’evoluzione della caccia (la battuta superò la ‘caccia col fucile’) e la nuova vocazione dei Retriever modificarono i criteri di selezione, ma ormai era tardi.
D’altra parte se il Retriever fu dapprima appannaggio della buona società, il Labrador divenne infine il cane alla moda, perché forse si ritenne più efficace possedere un grande lavoratore come lui piuttosto che un cane più elegante come il Golden.
Le statistiche del Kennel Club dimostrano con le loro cifre la sorprendente riconversione dei Retriever nel ruolo di cani da compagnia, una riconversione che porta questa razza a essere una fra le più popolari. Se il Labrador è in testa, il Golden lo segue da vicino, sia in Gran Bretagna sia negli Stati Uniti.
Paradossalmente la situazione delle due razze è un po’ meno equilibrata in Francia, in cui il rapporto è di 5 Labrador per ogni Golden. Eppure anche sul Continente come in Gran Bretagna, gli allevatori si dedicano a selezionare soggetti validi in grado di svolgere il lavoro in modo eccellente.
2. Comportamento
Il termine "golden" applicato al pelo di questo cane deve essere inteso in senso lato, dato che copre in effetti tutta una gamma di tonalità, dall’oro brunito al beige chiaro (a esclusione delle tinte sature come il rosso e il mogano).
Attribuito al carattere, invece, questo nome è assai esplicito: il Golden è veramente un cane d’oro.
Si ha spesso la tendenza a far riferimento al Labrador per descrivere il Golden, ma gli appassionati hanno ragione di protestare quando si dice del Golden che non è altro che un Labrador a pelo lungo, poiché non è soltanto la lunghezza del pelo a distinguere le due razze.
Questi stessi appassionati accettano tuttavia più facilmente il paragone fra i due cani sul piano del comportamento; appare, comunque, altrettanto errato considerare il Golden come un Labrador più docile, anche se è vero che il suo sguardo molto dolce, quasi malinconico, manifesta una grande tenerezza e che il suo bel manto invita di più alle carezze, perché questi non sono i soli segni distintivi del suo temperamento.
Quando ci si rivolge agli addestratori o agli allevatori, questi insistono sempre sulla grande sensibilità del Retriever a pelo lungo. Questo cane è dunque da trattare con maggior tatto, sia per quanto riguarda la sua educazione come cane da compagnia sia per il suo allevamento come puro Retriever.
Dire che è più calmo e affettuoso del Labrador significherebbe trovare quest’ultimo un po’ pazzerellone, il che non è vero, e non è neppure conforme alla realtà ritenere che il Golden sia un po’ più focoso ed energico del Labrador.
È per le sue qualità di Retriever che il Golden ha cominciato a diffondersi in Europa. Si sono inizialmente lodati il suo coraggio a tutta prova e la sua capacità di adattamento, così come gli si è attribuita una maggiore resistenza alle intemperie e una spiccata predilezione per l’acqua, in breve una maggiore rusticità.
Ma sono forse i gusti personali dei cacciatori più che le caratteristiche proprie della razza che possono spiegare questo successo del Golden. Il Golden deve essere trattato con dolcezza, senza esagerare in severità.
E un cane precoce che arriva rapidamente alla maturità, cioè intorno all’età di diciotto mesi. Impara velocemente, ha un’ottima memoria e la sua educazione può procedere a grandi passi purché si preferisca ricorrere ai complimenti piuttosto che alle punizioni.
La precocità e la sensibilità di questo cane sono un vantaggio non trascurabile quando è affidato alle mani di un addestratore provetto, ma possono diventare un inconveniente, sia pure di lieve entità, per un neofita, poiché il Golden Retriever memorizza effettivamente tutto, molto rapidamente, compresi gli errori e le incertezze del suo padrone, di cui saprà sicuramente approfittare.
Ecco perché spesso lo si definisce malizioso e pagliaccio! Obbediente, calmo e sottomesso, il Golden si adatta molto presto e bene ad ambienti diversi o a cambiamenti di situazione.
Tuttavia, pur potendo vivere sia in città sia in campagna, la sua vocazione cittadina presenta alcuni limiti. Troppa gente vuole possedere un Retriever ritenendo che tutto sommato sia possibile tenere un cane di grossa taglia in città, ma ciò purtroppo tende a occultare il lato eminentemente sportivo di questo cane.
Il Golden è calmo fino a sembrare bonaccione, poco rumoroso di natura, socievole con gli altri cani, ma a condizione che possa disporre ogni giorno di tempo sufficiente per il necessario esercizio fisico.
La compagnia del Golden è molto piacevole perché è un cane che manifesta il desiderio costante di compiacere il padrone, di soddisfare ogni sua volontà e addirittura di prevenirla: è, quindi, fatto per vivere quasi in permanenza con il padrone adorato; se dovesse attendere per lunghe ore il suo ritorno, difficilmente potrebbe diventare gioioso.
Poiché, come gli è necessario camminare almeno un’ora al giorno o correre in libertà il più spesso possibile, così gli occorre una ‘vera’ vita familiare.
L’impiego in casa della sua attitudine all’addestramento gli giova molto e quando spontaneamente porta qualche oggetto, non è tanto una manifestazione di malizia quanto un chiaro invito a servirsi di queste sue capacità.
Questo cane è al contempo attivo e vicino ai padroni e, se si tengono in debito conto questi due aspetti della sua personalità, esso saprà adattarsi facilmente a ogni ambiente. Che pazienza è capace di mostrare con i bambini e che allegria!
Inoltre, si dimostra a volte un buon guardiano, senza però essere aggressivo o rumoroso, poiché è vigile con discernimento e ha una sagoma imponente. Il Golden gode di buona salute ed è molto robusto. Alcune affezioni, infatti, sono piuttosto psicologiche e legate alla sua sensibilità all’ambiente.
È stato riscontrato qualche caso di atrofia retinica e di displasia dell’anca, ma in nessun caso bisogna considerare la razza come seriamente esposta ed è soprattutto a titolo preventivo, in particolare nei confronti degli allevatori, che i club ne tengono conto.
Nessuno auspica che questo cane bello e buono, molto "nature" sotto vari aspetti, divenga alla moda: è troppo equilibrato per lasciarsi conquistare da questi capricci. Speriamo che sia proprio per questo che continuerà a piacere agli acquirenti!
3. Lo Standard della razza
FCI Standard N°111 / 28.10.2009.
GOLDEN RETRIEVER
ORIGINE. Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 28.07.2009
UTILIZZAZIONE: Cane da caccia
CLASSIFICAZIONE F.C.I Gruppo 8 Cani da riporto, cani da cerca e cani da acqua
Sezione 1 Cani da riporto
Con prova di lavoro
ASPETTO GENERALE
Armonioso, equilibrato, attivo, potente, dal movimento regolare, robusto con gentile espressione
COMPORTAMENTO-CARATTERE
Obbediente, intelligente e con innata disponibilità al lavoro; gentile, amichevole e fiducioso.
TESTA: proporzionata e ben cesellata
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: largo senza essere pesante; buono l’attacco del collo.
Stop: ben definito
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: preferibilmente nero
Muso: possente, largo e alto: Lunghezza del muso più o meno pari a quella fra lo stop e l’occipite.
Mascelle/Denti: mascelle forti, con una perfetta, regolare e completa chiusura a forbice, cioè coi denti superiori che si sovrappongono a stretto contatto agli inferiori e sono impiantati perpendicolarmente alle mascelle
Occhi: marrone scuro, ben distanziati – rime palpebrali scure
Orecchi: di medie dimensioni, inseriti pressappoco al livello degli occhi.
COLLO : di buona lunghezza, pulito e muscoloso
CORPO: armonioso
Dorso: linea superiore orizzontale
Rene: forte, muscoloso e corto
Torace: alto per dare spazio al cuore. Costole profonde e ben cerchiate
CODA : inserita e portata al livello del dorso, arriva al garretto; non è arrotolata all’estremità
ARTI
ANTERIORI: diritti con buona ossatura
Spalle: ben oblique, con scapole lunghe.
Braccio: di uguale lunghezza della scapola, posiziona bene gli anteriori sotto il corpo.
Gomiti: strettamente aderenti
Piedi: anteriori: rotondi e da gatto
POSTERIORI: forti e muscolosi
Ginocchia: ben angolate
Gamba: buona
Garretti: ben discesi, diritti se visti da dietro, non deviati in dentro né in fuori. I garretti vaccini sono altamente indesiderabili.
Piedi posteriori: rotondi e da gatto
ANDATURA: potente, con buona spinta. Movimento diritto e regolare degli anteriori e dei posteriori. Passo lungo e libero senza alcun segno di passo “steppante” dell’anteriore.
MANTELLO
PELO: piatto o ondulato, con belle frange. Fitto sottopelo impermeabile
COLORE: qualsiasi tonalità del dorato o crema, non rosso né mogano. Ammesso qualche pelo bianco, ma esclusivamente sul petto
TAGLIA
Altezza al garrese: Maschi 56 – 61 cm - Femmine 51 – 56 cm
DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerato come difetto e la severità con cui va penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità e agli effetti sulla salute e benessere del cane, e sulla capacità di svolgere il suo tradizionale lavoro.
DIFETTI ELIMINATORI:
Cane aggressivo o eccessivamente timido
Qualsiasi cane che manifesti in modo evidente delle anomalie d’ordine fisico o comportamentale, sarà squalificato
N.B. I maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
4. Il Golden e la pubblicità
Di fronte alle numerose razze canine e alla vasta popolazione di bastardi, i produttori di alimenti pronti si scontrano con i delicati problemi della comunicazione.
In effetti come possono far comprendere al pubblico che le loro polpette e i loro pâté sono adatti sia ai cani senza documenti’ sia ai campioni, ai cani da caccia, a quelli da guardia o da compagnia?
A chi si indirizza il prodotto? Come conquistarsi la fedeltà della maggioranza senza urtare la sensibilità degli appassionati di questo o di quel tipo di cane, di questa o di quella razza?
in tale situazione è evidentemente possibile non far apparire alcuna immagine sulle confezioni dei prodotti, che restano quindi anonime, oppure mostrare un campionario variato di razze, sebbene sia difficile far muovere tutto il 'branco' nelle pubblicità.
Si può scegliere soltanto la razza più diffusa, il Pastore Tedesco, ma correndo il rischio di alienarsi una parte dei proprietari di altri cani, a meno che non si miri a una fascia di mercato particolare come quella della caccia, scegliendo per esempio un Épagneul, magari un Breton, oppure un energico setter irlandese.
Di fronte a questo rompicapo, alcuni produttori hanno semplicemente scelto lo humour, l'originalità o l'esotismo di certe razze, per attirare l'attenzione ed emergere su tutti gli altri.
Altri, invece, cercando fra l'infinita varietà canina, hanno trovato razze in grado di suscitare una vasta eco di simpatia e che possiedono un'eleganza molto discreta: il pubblico non ha cosi potuto identificarle immediatamente e dunque il prodotto non è stato troppo specificato.
Un produttore francese, la cui produzione viene distribuita soprattutto in zone rurali, ha adottato il Border Collie, meno aristocratico e più lavoratore del collie, ma dotato di un pelo tricolore molto azzeccato sebbene raro in questo cane da lavoro.
Un altro ha optato per il Pastore di Piccardia, dall'aspetto molto rustico e agile.
È stata infine utilizzata anche l'immagine molto simpatica del Golden, il cui sguardo buono, il bel mantello, la prestanza indiscutibile ma non ostentata seducono gli acquirenti che hanno la possibilità di immaginarlo sia cittadino sia campagnolo, sia semplice sia elegante.
E in questo modo, anche se non ha un ruolo di vedette, fa la sua bella figura, oggigiorno si comprende meglio l'importanza che i produttori di alimenti hanno nel mondo canino ma, a nostro parere, non si è ancora meditato sul loro ruolo, specialmente per quanto riguarda la promozione di una certa razza di cani, quando se ne utilizza l'immagine.
5. Razze affini
Il Golden Retriever non è un Labrador a pelo lungo, senza essere intenditore o specialista, un attento osservatore può notare che il Labrador ha una sagoma più quadrata e che possiede una coda molto caratteristica, grossa e più corta di quella del Golden, che inoltre è dotata di lunghe frange.
Il Labrador ricorda un po’ la lontra, non per prestar fede alla leggenda, ma perché il pelo molto ispido e corto di questo cane, il sottopelo untuoso, le dita leggermente palmate e la coda grossa richiamano alla mente questo carnivoro acquatico.
Due grandi nomi restano uniti alla storia del Labrador: lord Knutsford, che promosse la razza come "leader" dei Retriever, e la contessa Howe, che la portò a un livello di perfezione ineguagliato nel periodo tra le due guerre.
Fra i campioni del suo allevamento bisogna citare Bancho Bolo, primo Labrador a diventare al contempo campione di field-trial e campione in esposizione (nel 1919), così come Bramshaw Bob, che fu campione di lavoro e ottenne due volte il riconoscimento di "best in show" (migliore dell’esposizione) al cruft, nel 1933 e nel 1934.
Quest'ultimo avrebbe avuto di certo un palmarès ancor più clamoroso se la signora Howe, giudice rinomata della razza, non fosse stata chiamata così spesso a esprimere la sua valutazione, compito che non le consentiva, ovviamente, di giudicare al contempo i suoi cani.
È innegabile che il Labrador dovette il suo successo alle prestazioni nelle competizioni, sia che riguardassero prove di lavoro, sia che si trattasse di concorsi di bellezza. In seguito, ha saputo farsi apprezzare in numerosi altri campi ed è una delle razze da caccia più popolari in alcune parti del mondo, come l'Australia.
La docilità, l'adattabilità, il fiuto eccezionale e l'intelligenza hanno agevolato la sua adozione da parte di diversi enti in numerosi paesi, così, è spesso presente nell'esercito, nella polizia, nei servizi doganali, in particolare per la ricerca di armi, di esplosivi e di droghe.
Il Golden è anche un parente del Flat-Coated Retriever, poiché la loro ascendenza è in parte comune. Il secondo è nero (e talvolta marrone), il primo dorato, ma le differenze non si esauriscono qui.
Il Flat deve possedere, come indica il suo nome (flat vuol dire piatto), un pelo lungo senza ondulazioni, ha una struttura un po’ meno robusta e una coda corta, che è più simile a quella del Labrador.
L'elemento più caratteristico è dato dalla testa moderatamente larga, abbastanza allungata e con uno stop poco marcato. Purtroppo questo cane non ha avuto il successo del Golden e del Labrador (in Italia è praticamente sconosciuto).