Drogarsi è un atto illecito, anche se la legge italiana attualmente lo ha depenalizzato (vale a dire che lo considera reato, ma non lo punisce).
Ma in che misura è illecito anche per l’organismo?
Che cosa succede nel nostro corpo quando si inseriscono in esso le cosiddette “sostanze d’abuso”, cioè gli stupefacenti in senso ampio, tabacco e alcol compresi?
Affrontare il problema della droga significa anche conoscere i meccanismi della tossicomania da un punto di vista scientifico, fisiologico, in modo semmai da poterli affrontare meglio dal punto di vista sociale e culturale.
Gli stupefacenti attivano nel nostro cervello alcuni meccanismi molto complessi. Vediamo quali.
1. Come funzionano le sostanze stupefacenti e ci sono sintomi rivelatori dell’uso di stupefacenti?
- Come funzionano le sostanze stupefacenti?
Sostanzialmente ricalcano meccanismi naturali, stimolando quelle stesse vie nervose legate alla “gratificazione”, vale a dire al piacere, che si sono sviluppate in noi nel corso dell’evoluzione, e che servivano a stimolare i comportamenti essenziali per la sopravvivenza.
Per esempio, piacevole è il cibo (che assicura il nutrimento), piacevole è il sesso (che assicura la riproduzione), piacevole è il riposo (che assicura il recupero delle energie).
La droga attiva proprio il principale neurotrasmettitore della gratificazione, cioè la dopamina, e lo fa in due modi diversi: o replicando il suo aspetto “incentivo”, che potenzia certe sensazioni psicofisiche (per esempio: cocaina e anfetamine), o producendo gli stessi effetti di tipo “funzionale”, che influiscono sul comportamento, e inducono per esempio rilassamento e disibinizione (come tranquillanti, alcol, anche eroina). - Ci sono sintomi rivelatori dell’uso di stupefacenti?
Sì. E ovviamente differiscono a seconda delle sostanze assunte. Tuttavia ci sono alcune situazioni abbastanza tipiche.
Occhi: alcune droghe provocano la dilatazione oppure il restringimento eccessivo delle pupille. Altre determinano una mobilità innaturale della pupilla stessa.
Aspetto fisico: compare un accentuato pallore, una sudorazione eccessiva, dimagrimento spesso improvviso, tensioni muscolari e quindi rigidità nei movimenti.
Comportamento: mutamenti improvvisi di umore (ira, eccitazione, innaturale allegria), linguaggio difficile.
Più in generale un tossicodipendente è psicologicamente più fragile, e dimostra incertezza nelle scelte, sintomi ancora più aggravati se si tratta di un giovane.
Sintomi medici: aumento della pressione e del battito del polso e stati di alterazione febbrile non giustificata da influenze, raffreddori o altre malattie.
Altri segnali sono l’inappetenza, l’alimentazione scarsa o disordinata, stanchezza e sonnolenze improvvise.
2. Che cos’è la dipendenza fisica ed è possibile intervenire in crisi di astinenza?
- Che cos’è la dipendenza fisica?
E’ l’effetto più evidente dell’assunzione della maggior parte delle sostanze stupefacenti.
Se non ha la consueta dose di prodotto il tossicomane ha immediatamente una serie di disturbi: brividi, dolori muscolari, diarrea, ipertensione, insonnia. I segni dell’astinenza, insomma.
Ciò avviene perché è avvenuto un fenomeno di “neuroadattamento”, cioè l’uso della droga ha alterato il funzionamento dei recettori nervosi nel cervello, e dei neuroni, modificando la loro risposta agli stimoli, e dunque alterando gli “ordini” che vengono mandati ai vari organi del corpo.
Una vera dipendenza fisica si instaura però solo con le sostanze “a effetto depressore”, cioè oppiacei, alcol e alcuni tranquillanti.
Le droghe “eccitanti” non creano invece il neuroadattamento: così sospendendone la somministrazione, più che subire una sindrome di astinenza, si cade in depressione.
La dipendenza fisica si verifica comunque in maniera diversa, a seconda delle sostanze: negli oppiacei l’adattamento è veloce, e lo stress dell’astinenza è tale che già dopo due o tre assunzioni della sostanza la necessità della dose è assoluta.
Per i tranquillanti possono passare anche cinque o sei anni, prima che scatti la dipendenza. - E’ possibile intervenire in crisi di astinenza?
Certamente. Anzitutto bisogna circondare il malato di attenzione e di affetto, in un luogo dove non venga disturbato, tranquillizzarlo, e richiedere ovviamente l’intervento di operatori sanitari.
In genere il senso di vuoto e di malessere viene combattuto con dosi di Aponal (una benzodiazepina) per via endovenosa. Si tratta di una sostanza che provoca una cosiddetta “catarsi liquida”, cioè una specie di lavaggio del sangue.
In alternativa vengono somministrati calmanti come il Tavor o il Valium. Per i dolori muscolari si usano analgesici a base di acido acetilsalicilico (tipo Aspirina).
Per le diarree derivate da mancato uso di morfina o eroina (che quando sono assunte provocano stitichezza) si adoperano i comuni antidiarroici.
3. Che cos’è l’assuefazione, esiste una dose media giornaliera di droga e fino a che punto ci si può liberare dalla droga?
- Che cos’è l’assuefazione?
E’ la necessità che ha il tossicodipendente di assumere quantità di droga sempre maggiori.
Il suo fisico impara cioè a smaltire la sostanza più rapidamente, mentre aumenta anche la disponibilità dei recettori nervosi, e il cervello va dunque “rifornito” in modo più intenso.
Per questo il consumo aumenta, e si ha uno stato di eccitazione continua alternato a fasi di depressione.
E’ importante anche il modo in cui la sostanza viene introdotto nell’organismo: per la cocaina, per esempio, difficilmente si arriva a una crescita incontrollata della quantità, se la droga viene assunta attraverso il naso, cioè “sniffata” come comunemente si dice.
L’assuefazione invece ha luogo se essa è iniettata, o assunta sotto forma di crack. - Esiste una dose media giornaliera di droga?
Dal punto di vista medico, no.
Il concetto non è scientifico ma statistico: si tratta appunto di una media, calcolata su un ampio campione, delle dosi assunte dai tossicodipendenti in un giorno per soddisfare il loro bisogno.
Serve per stabilire una demarcazione fra consumo personale e spaccio (attualmente il limite è il possesso del triplo della dose media giornaliera), ma la quantità di droga di cui il tossicodipendente ha bisogno per non star male è individuale. - Fino a che punto ci si può liberare dalla droga?
Completamente, ma è una operazione complessa. Il suo momento principale consiste nello spezzare la dipendenza psicologica, cioè l’impulso del tossicomane ad assumere in continuazione la sostanza per evitare un profondo disagio personale.
Un tipo di dipendenza, questa, che è comune a tutte le droghe, tabacco e alcol compresi.
Ogni intervento va comunque personalizzato, e calibrato in base a una serie di fattori: il tipo di sostanza della quale si abusa, e l’ambiente di vita del tossicodipendente, soprattutto.
Dal punto di vista farmacologico la via principale, per chi fa uso di eroina, è ancora quella del metadone.
Si tratta di un “sostituto” somministrato per via orale, che quindi non produce gli effetti acuti dell’eroina iniettata con una siringa, né i dolori dell’astinenza.
Inoltre il suo uso controllato, all’interno di una struttura sanitaria, può in teoria allontanare il drogato dal giro degli spacciatori.
4. Ci sono altri farmaci che aiutano a guarire e qual'è l'età a rischio?
- Ci sono altri farmaci che aiutano a guarire?
Sì. Da qualche tempo sono comparse sul mercato alcune medicine che vengono somministrate in caso di tossicodipendenze gravi, e solo negli ospedali: Narcan, Naltrexone e Clonodina.
Si tratta di sostanze antagoniste dell’eroina: ciò significa che bloccano quei recettori del cervello sui quali la droga agisce.
In pratica, se un tossicodipendente prende l’eroina dopo che gli è stato somministrato un “antagonista”, non prova nulla.
Così drogarsi, o meglio sentire gli effetti della droga diventa impossibile. Queste sostanze a tutt’oggi hanno dato percentuali di successo nel 50 o 60 per cento dei casi.
Il Narcan si usa soprattutto al pronto soccorso, per bloccare i sintomi di una overdose. Il Naltrexone è invece impiegato in terapia, 7 capsule alla settimana, per sei mesi, ovviamente sotto controllo medico. Spesso Naltrexone e Clonodina vengono combinati (ma solo in ospedale, perché ci sono effetti collaterali, come la bassa pressione): il primo aiuta a vincere la dipendenza psicologica dalla droga, il secondo a sopportare i disagi fisici dell’astinenza.
Questi farmaci dovrebbero, in prospettiva, sostituire proprio il metadone, che dell'eroina è un concorrente (e non un antagonista), non toglie il desiderio di drogarsi e può, in alcuni casi, provocare assuefazione. - L'età a rischio: da 13 a 14 anni
Il pericolo di cadere vittime della droga esiste a tutte le età. Tuttavia particolarmente delicata è l’ adolescenza.
Il rischio si manifesta per la prima volta verso i 13 o 14 anni, un’età che coincide con lo sviluppo sessuale, e porta i giovani a una maggior curiosità e “aggressione” nei confronti della vita.
In genere le ragazze sono più forti, e se cedono alla tossicodipendenza spesso è perché hanno avuto esperienze sentimentali difficili, o addirittura cercano di salvare il proprio fidanzato che si droga.
Più in generale una situazione pericolosa è proprio quella di chi ha un amico che si droga: il giovane infatti si illude generosamente di poterlo aiutare, comportandosi come lui.
Momenti critici sono quelli della separazione o del divorzio dei genitori, la morte di uno dei due, un cambio di residenza o di scuola, se il ragazzo è particolarmente sensibile.
La droga leggera (il cosiddetto lo “spinello”) non è necessariamente una tappa verso la droga “pesante”, ma la cultura che conduce a essa (con fusione esistenziale, curiosità priva di difese, difficoltà ad avere rapporti) è spesso il primo passo in quella direzione.
Ci sono determinati atteggiamenti che, nel nucleo familiare, possono in qualche modo combattere questo rischio?
Certamente. Per esempio non fumare: il fumo è nocivo e bisogna insegnare ai figli a difendersi dalle cose nocive. Utile è anche rinunciare ai medicinali non necessari.
Importante è la pratica sportiva: lo sport (meglio se quelli a contatto con la natura, come canoa o equitazione) insegna l’importanza di vivere in armonia con il proprio corpo.
5. Dieci veleni per il nostro organismo
- Oppio, eroina, morfina
Effetti sul cervello: Calma il dolore, rende euforici, rilassa, fa perdere l’appetito e il senso della fatica.
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): Sì
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Sì
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Stitichezza, disturbi ormonali, indebolimento dei denti
Effetti in caso di forte somministrazione: Rallentamento e arresto del ritmo respiratorio - Cocaina
Effetti sul cervello: Eccita, agita, provoca insonnia, fa perdere il senso della fatica, procura benessere
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): No, in genere
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Psicologica, sì - Fisica, no
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Problemi cardiaci e vascolari, rischi di edema polmonare
Effetti in caso di forte somministrazione: Crisi cardiache, convulsioni - Crack
Effetti sul cervello: Stessi effetti della cocaina, ma aumentati
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): No, in genere
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Psicologica, sì - Fisica, talvolta
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Stessi effetti della cocaina
Effetti in caso di forte somministrazione: Stessi effetti della cocaina - Lsd
Effetti sul cervello: Provoca allucinazioni: per esempio, l’ impressione di uscire dal proprio corpo
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): No
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Psicologica, sì - Fisica, no
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Convulsioni
Effetti in caso di forte somministrazione: Non ci sono sufficienti dati scientifici - Canapa indiana
Effetti sul cervello: Sensazioni di benessere, euforia, fa perdere la nozione del tempo
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): Scarsa
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Psicologica, sì - Fisica, no
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Minor resistenza alle infezioni batteriche
Effetti in caso di forte somministrazione: Non ci sono sufficienti dati scientifici - Tranquillanti e sonniferi
Effetti sul cervello: Calmano gli stati d’ansia, facilitano il sonno, creano problemi di memoria
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): Sì
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Psicologica, sì - Fisica, no
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Perdita d’iniziativa motrice (cioè la voglia di muoversi), stimoli all’appetito
Effetti in caso di forte somministrazione: Rallentamento e arresto del ritmo respiratorio - Ecstasy
Effetti sul cervello: Provoca eccitazione, allucinazioni, toglie le inibizioni e aumenta il desiderio sessuale
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): Sì
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Psicologica, sì - Fisica, no
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Ipertensione, tachicardia, insonnia, dimagrimento
Effetti in caso di forte somministrazione: Crisi cardiache, problemi vascolari al cervello - Anfetamine
Effetti sul cervello: Provocano eccitazione, euforia, perdita d’appetito e del senso della fatica
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): Sì
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Psicologica, sì - Fisica, no
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Ipertensione, anomalie del ritmo cardiaco, insonnia, dimagrimento
Effetti in caso di forte somministrazione: Crisi cardiache, problemi vascolari al cervello - Tabacco
Effetti sul cervello: Eccita, aumenta l’ attività cerebrale, è pericoloso per i neuroni.
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): Sì
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Sia psicologica che fisica
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Angina pectoris, problemi cardiovascolari, infarto, cancro a polmoni, laringe e vescica.
Effetti in caso di forte somministrazione: Non ci sono sufficienti dati scientifici - Alcol
Effetti sul cervello: Eccita, disinibisce, provoca allucinazioni e rallenta i riflessi
Assuefazione (cioè necessità di aumentare le dosi): Variabile
Dipendenza (cioè difficoltà a smettere): Sia psicologica che fisica
Effetti tipici sulle funzioni organiche: Cirrosi epatica, ulcere, cancro a laringe, lingua, fegato, esofago e stomaco
Effetti in caso di forte somministrazione: Quando si raggiungono i 3 grammi d’alcol per litro di sangue: coma etilico
Note
CE' CHI ECCITA E CE' CHI ADDORMENTA
Una classificazione delle sostanze che inducono alterazioni del comportamento, avviene sulla base degli effetti.
- EFFETTI ECCITANTI MAGGIORI
Sono prodotti dai cosiddetti “stimolanti simpatico - mimetici maggiori” , cioè quelle sostanze che eccitano il sistema simpatico (la parte del sistema nervoso che regola l’organismo indipendentemente dalla coscienza).
Sono per esempio la cocaina, le anfetamine, l’acido lisergico (Lsd), la mescalina.
La cocaina, soprattutto sotto forma di crack, è un eccitante e un potente anestetico. Migliora le performance fisiche e mentali, annulla sonno e fatica.
Le anfetamine annullano la fame giacché sono anoressizzanti e danno euforia.
Eccitazione ancora più profonda viene dall’ecstasy, la tipica droga da discoteca, che dopo l’euforia fa però cadere il soggetto in depressione. - EFFETTI ECCITANTI MINORI
Sono provocati essenzialmente dalla nicotina e dalla caffeina. In realtà in questo caso non si può parlare - anche di fronte a un uso massiccio e continuo - di tossicodipendenza.
Si tratta semmai di un “abuso controllato”, che raramente si trasforma in patologie organiche). - EFFETTI CALMANTI
Sono provocati alle sostanze analgesico - stupefacenti, cioè gli oppiacei e i narcotici come l’ eroina e la morfina. Inducono senso di benessere e riducono l’ansia.
Ci sono contraccolpi a carico di tutte le funzioni fisiologiche.
Il tossicodipendente può arrivare a comportamenti criminali pur di procurarsi la droga, indispensabile per evitare le crisi di astinenza. - EFFETTI IPNOTICI
Sono quelli dei cosiddetti tranquillanti “minori” (per distinguerli dai “maggiori”, cioè i veri e propri farmaci psichiatrici).
Si tratta di alcol, barbiturici, tranquillanti, perfino i vapori di colle e solventi, che vengono annusati.
Producono una vasta gamma di effetti, dall’ebbrezza provocata dall’alcol alla diminuzione dell’ansia procurata con i tranquillanti.