Ci sono razze famose in tutto il mondo per eleganza e particolarità.
Mici che per carattere e dettagli fisici attraggono i gusti più sofisticati e rendono felice chi è in cerca di una compagnia fuori dagli schemi.
Il blu del pelo di un Certosino ha l’intramontabile capacità di conquistare anche i più scettici; c’è chi ancora non riesce a farsi una ragione del fatto che un gatto possa avere il pelo di un colore così intenso e unico.
Fino a quando non si immerge nel magico mondo dei Certosini, dei Blu di Russia e dei più rari Korat.
Originalità e stile che uniti al carattere estroverso e alla voglia di giocare e relazionarsi con noi umani li rendono un sogno a occhi aperti.
Ma non solo i “blu” fanno parte di questa categoria: anche i mici dal fascino orientale. Il muso del Siamese, le forme del Thai sono piccoli felini che definire soltanto “particolari” suona quasi come far loro un torto.
E infine, sempre tra i maestri di stile, abbiamo quei gatti che se fossero pietre rappresenterebbero tutte le sfumature della tormalina di terra. I colori caldi dell’Abissino piaceranno a chi cerca un gatto sui generis come il suo carattere, curioso e intelligente.
Senza nulla togliere agli splendidi Somali o ai Singapura, più rari ma davvero unici nel pelo e nello sguardo…
Scopriamo allora quali sono le razze di gatti più eleganti da tenere in casa e vediamo qual è lo stile felino che fa per noi…
1. Certosino, bellezza d'altri tempi
GRIGIO E LUCENTE, ARMONIOSO, CON GLI OCCHI GRANDI E BRILLANTI.
LA BELLEZZA DI QUESTO GATTO, SEMPLICE E RAFFINATA, FA DI LUI UN ANIMALE ENIGMATICO E MISTERIOSO.
ROBUSTO, EQUILIBRATO E UN PO’ PIGRO, È IDEALE PER CHI PASSA GRAN PARTE DEL PROPRIO TEMPO IN CASA...
Il Certosino è una delle razze più antiche.
Si dice che sia stato importato in Europa dall’Oriente per mano dei Cavalieri Templari intorno al 1100, non si sa con precisione se dalla Turchia o dall’Iran.
Una leggenda narra che i Crociati, tornando dalle spedizioni in Terra Santa, nel corso del loro viaggio venissero ospitati dai monaci nelle Certose dove trovavano riparo e potevano medicarsi e rifocillarsi dopo le lunghe battaglie e le traversate.
Per sdebitarsi con i monaci dell’ospitalità offerta regalarono loro una coppia di gatti dall’esotico mantello blu, che avevano la fama d’essere abili cacciatori di topi.
Così, tra i chiostri e la pace delle abbazie, i monaci certosini appunto, noti nella storia per la loro calma proverbiale e la loro educazione alla precisione e alla pazienza, cominciarono ad allevarli per proteggere sia i granai sia le scorte alimentari, e per evitare la distruzione da parte dei topi di preziosi manoscritti.
ELEGANTE E DOLCE - UNA BELLEZZA CHE VA OLTRE
Ciò che fa del Certosino un esemplare d’estrema raffinatezza è il morbido mantello grigio-blu e gli occhi color arancio.
Queste caratteristiche non bastano per affermare che un gatto appartenga a questa razza: non bisogna, infatti, confonderlo con il Blu di Russia o, come spesso accade, con il British blu.
Ma non sarà difficile perché, in verità, sono piuttosto diversi. La corporatura, dal petto alle zampe, è massiccia e robusta.
Ha la testa molto grossa e guance ben sviluppate, il muso, non a punta, sembra stretto rispetto alla testa.
Le orecchie, di media grandezza, sono piazzate in alto, diritte sul cranio e terminano con le punte arrotondate.
Gli occhi, di colore arancione o ramato intenso, sono grandi, aperti, vivaci, vigili e molto espressivi, non eccessivamente rotondi, hanno l’angolo esterno leggermente sollevato.
La coda è spessa alla base e tende ad assottigliarsi leggermente all’estremità. Il pelo è lucido, fitto e non cascante perché è sostenuto dal sottopelo.
La sua pelliccia lanuginosa e particolarmente idrorepellente permette a questo gatto di adattarsi a tutti i climi e di sopportare molto bene l’umidità. Il maschio adulto ha dimensioni decisamente superiori a quelle della femmina.
UN FISICO PRESTANTE DA CACCIATORE RIFLESSIVO
La crescita del Certosino è lenta: la struttura corporea, la colorazione degli occhi e della pelliccia possono dirsi definite solo verso i tre o quattro anni d’età.
Chi sceglie questo gatto non può ignorare la sua indole da cacciatore e, quindi, sarebbe meglio avesse uno spazio esterno protetto dove lasciare che il Certosino sfoghi i suoi istinti.
LO STANDARD LO VUOLE COSÌ:
Generale: deve esserci una netta distinzione tra il Certosino, il British Shorthair e il Blu di Russia.
Testa: larga alla base, cranio ben sviluppato, non bombato, con uno spazio tra le orecchie stretto e piatto; le guance danno alla testa la forma trapezoidale larga alla base e stretta alla sommità.
Naso: largo, diritto e privo di stop.
Muso: l’estremità del muso può fuoriuscire dalla guance.
Orecchie: di media grandezza; piazzate alte sulla testa danno al gatto un aspetto vigile; lievemente rivolte all’esterno.
Occhi: grandi e aperti; non troppo arrotondati; l’angolo esterno leggermente rivolto verso l’alto.
Colore: vivido; dal giallo scuro al rame scuro, senza tracce di verde.
Corpo: solido, forte, muscoloso; petto largo e ben sviluppato; soprattutto gli esemplari di sesso maschile devono sempre apparire massicci rispetto alla taglia.
Zampe: di lunghezza media in rapporto al corpo, muscolose, non troppo alte.
Piedi: grandi.
Coda: di lunghezza media, proporzionata al corpo; più spessa alla base si assottiglia verso la punta; della stessa tonalità del corpo.
Pelliccia: densa, lucida, leggermente lanosa alla base e folta; pelliccia doppia che fa rialzare il pelo di copertura.
Colore: sono ammesse tutte le sfumature del blu: dal grigio-blu pallido al grigio-blu più scuro; in fase di giudizio si dà preferenza a una tonalità più chiara.
CERTOSINI... DA HOLLYWOOD
Un gatto certosino, attore nato, apre Elle, il nuovo film di Paul Verhoeven, un autore che ha segnato l’intera storia del cinema con pellicole iconiche del calibro di RoboCop, Atto di Forza, Basic Instinct.
La scena è stata giudicata impressionante dalla critica: una tazza finisce in frantumi, qualche posata d’argento cade a terra, forse una piccola colluttazione, gemiti direttamente riconducibili al sesso.
E un uomo in tuta nera attillata che aggredisce una donna. In tutto questo, però, è il Certosino a colpire l’attenzione.
Il suo savoir faire e la sua calma sul set hanno sbalordito anche i più “critici dei critici”.
BUONO A SAPERSI - MASCHI E FEMMINE?
I maschi adulti hanno guance ben sviluppate, molto più evidenti di quelle delle femmine. La differenza tra i sessi è importante: la femmina è decisamente più piccola, ha petto meno ampio e ha guance meno sviluppate del maschio, comunque è robusta e muscolosa.
2. Blu di Russia, il fascino del mistero
VIENE ANCHE SOPRANNOMINATO “IL GATTO DELLO SCRITTORE” PER L’AMORE CON CUI SA STARCI ACCANTO SE AMIAMO SCRIVERE.
PARE CHE IL GATTO DI PETRARCA FOSSE PROPRIO DI QUESTA RAZZA...
Il suo pelo fa l’effetto di un camino acceso: impossibile staccargli gli occhi di dosso. Ma non è l’unica caratteristica che ci porta a innamorarci di lui.
L’eleganza è il tratto distintivo di questo micione simpatico e molto equilibrato, l’ideale per una persona pacata che ama passare molte ore in casa a scrivere o studiare e che sappia ricambiare con pari intensità il suo affetto quasi morboso.
Si tratta di un gatto che potremmo definire... “d’altri tempi” poiché lo stress e le giornate piene d’impegni che la vita di oggi ci impone non fanno per lui.
Per questo, si adatterà e vivrà serenamente in una famiglia tranquilla senza bambini irrequieti o rumorosi, che altrimenti gli impedirebbero di oziare in modo pacifico, come il nostro amico ama fare sopra ogni cosa...
Per quanto riguarda le sue origini, invece, sono avvolte da un alone di mistero. Alcuni sostengono che la sua origine sia russa perché in quella nazione, tuttora, vivono esemplari che gli somigliano.
Altri, invece, scartano questa ipotesi e sostengono che sia nato in Inghilterra e che comparve nel 1900 in America.
Di certo si sa soltanto che da tempi immemorabili era presente nel nord-ovest della Russia, particolarmente nella città portuale di Arcangelo.
I marinai che imbarcavano sulle loro navi questo tipo di gatto, con il compito di cacciare i topi, hanno contribuito a farlo conoscere in tutto il mondo. E così è arrivato fino a noi...
GATTI DA ROMANZO
Chi ama i gatti non può non sapere chi è Colette, la scrittrice francese diventata famosa anche grazie al romanzo La gatta, interamente dedicato proprio al suo adorato Blu di Russia, Saha.
Secondo l’anticonformista Colette, impegnata in politica per i diritti delle donne e degli omosessuali, i gatti hanno tutte le qualità che mancano agli essere umani per essere buoni cittadini.
Il personaggio risulta oggi ancora più al passo con i tempi, visto che a Hollywood hanno deciso che uscirà un biopic dedicato a Colette, con protagonista la bellissima Keira Knightley.
Proprio un Blu di Russia sarà selezionato per interpretare Saha, lo storico amore felino della scrittrice.
BUONO A SAPERSI: FEMMINUCCE TUTTO PEPE
Solitamente, nel mondo felino, i maschi sono più comunicativi ed egocentrici. Miagolano e richiamano la nostra attenzione più di quanto non facciano le femmine, in genere più riservate e discrete.
Tutto questo vale solo al di fuori del magico mondo del Blu di Russia in cui le regole sembrano essere state invertite da Madre Natura.
Le gatte, infatti, comunicano in continuazione e in certi casi “parlano con noi” nel vero senso del termine.
Se vogliono che la finestra venga aperta fanno un verso e se hanno fame un altro. E guai a trascurarle...
LO STANDARD LO VUOLE COSÌ:
Testa: corta, cuneiforme, cranio lungo e piatto; di profilo la fronte e il naso formano un angolo convesso a livello delle sopracciglia; fronte diritta; naso diritto.
Orecchie: grandi e piuttosto appuntite, larghe alla base; piazzate verticalmente sul cranio; la pelle delle orecchie è sottile e trasparente.
Occhi: grandi, a forma di mandorla, posizionati ben distanti tra loro; colore verde intenso e brillante.
Zampe: lunghe e sottili; piedi piccoli di forma ovale.
Pelliccia: corta, densa e molto sottile, morbida e setosa; pelliccia doppia; la tessitura è diversa da qualsiasi altra razza.
Coda: relativamente lunga, si affila fino all’estremità.
Corpo: lungo; ossatura media, elegante nel portamento; silhouette aggraziata; collo lungo.
Colore: blu-grigio, netto e uniforme, con un riflesso argentato, distinto; la preferenza va a una tonalità blu-grigia media.
UGUALI... MA DIVERSI
KORAT: Il cugino... diverso
Originario della Thailandia, il Korat è figlio della sua terra.
Fu il re Rama V a stabilire che dovesse prendere il nome dalla “provincia” del Korat, di cui questo gatto era originario, per far conoscere a tutti la fortunata ricchezza di questa zona.
La decisione del sovrano, però, comportò un importante cambiamento nella storia di questo gatto.
Infatti, in Thailandia il micio era meglio conosciuto con il nome di “Sisawat”, termine che significa “colore della prosperità” o “buona fortuna”: si racconta che nell’antico Siam, quando una giovane coppia si sposava, era di buon auspicio regalare un Korat.
I primi esemplari sbarcarono in Europa alla fine dell’Ottocento e, nel 1896, ne venne presentato un esemplare all’esposizione felina del Christal Palace di Londra.
Ma il vero successo arrivò negli States intorno agli anni Sessanta. In Italia solo negli anni Ottanta si iniziò a vederne qualche “timido” esemplare nelle esposizioni specializzate.
Amabile, affettuoso e intelligente, predilige gli ambienti tranquilli dove si sente circondato da armonia e serenità; anche se non ha perso il naturale spirito combattivo.
Per questa sua peculiarità, è un micio decisamente casalingo: dimostra un attaccamento tanto forte alla casa, che riconosce come il proprio territorio.
COM’È FATTO?
TAGLIA: medio piccola, corpo snello e muscoloso.
MANTELLO: corto, grigio blu con riflessi d’argento.
ORECCHIE: grandi, larghe alla base collocate alte.
OCCHI: grandi e rotondi, di color verde acqua marina.
CODA: spessa alla base, sottile all’estremità.
3. Abissino, il vero puma di casa
ENERGICO, SVEGLIO E CURIOSO.
SE IL NOSTRO PEGGIOR NEMICO È LA NOIA SIAMO PRONTI A INIZIARE UNA VITA INSIEME A QUESTO SPLENDIDO GATTO.
HA TUTTE LE CARATTERISTICHE DEI GRANDI FELINI DELLA SAVANA...
L’Abissino, per la sua bellezza “selvaggia”, può essere paragonato a un puma, in miniatura naturalmente.
Si tratta, infatti, di un gatto particolarmente effervescente, vispo, impetuoso e indipendente, ma nello stesso tempo capace di donare molto affetto e tanta dolcezza.
Se vogliamo vivere in sintonia con lui dobbiamo adeguarci alla sua vivacità e voglia di tenerezza: questo significa dedicargli molte attenzioni, assecondarlo, ma soprattutto non stancarci mai di farlo giocare.
Avrà bisogno di spazi, amore, attenzioni e tanta creatività per evitare che a casa si annoi. Per quanto riguarda le origini, è diffusa l’idea che l’Abissino sia un discendente diretto dei felini egizi.
Nella civiltà sorta sulle rive del Nilo, i gatti erano idolatrati come divinità anche per l’eccezionale abilità nella caccia.
La Dea Bastet era rappresentata come una gatta, simbolo di bellezza ed eleganza, e verso la fine dell’Ottocento in Egitto furono scoperte circa 200mila mummie che, sottoposte a esame, mostrarono una spiccata somiglianza con questo gatto.
II riconoscimento ufficiale della razza risale al 1882. La cosa più bella di questo micione? Che all’indipendenza unisce una grande sensibilità e un infinito bisogno di affetto che si manifesta talvolta in maniera insistente.
Detto anche “gatto parlante”, esprime le sue voglie attraverso un miagolio musicale e soave. La caratteristica che salta agli occhi è il colore del mantello, attraente come un fuoco acceso...
CHE CERVELLO!
L’intelligenza felina è tra le frontiere più affascinanti da esplorare per gli etologi di tutto il mondo. Ma la Rete ha redatto il suo verdetto.
Il sito specializzato Cattime.com si è cimentato nell’impresa di classificare l’intelligenza felina, redigendo la graduatoria delle nove razze di gatti più intelligenti del mondo e... chi troviamo sul podio? Proprio lui, l’Abissino!
È un gatto curioso che ama essere al centro dell’attenzione e ha sempre bisogno di un compagno di giochi.
È tra le cinque razze più diffuse nel Nord America, mentre in Europa è meno diffuso.
BUONO A SAPERSI: FACCIAMO ATTENZIONE A...
Sì agli spazi aperti ma attenzione, è indomabile! Spinto dal suo innato desiderio di libertà, rischia di allontanarsi troppo da casa e perdersi.
Questo problema esiste soprattutto per i maschi adulti, mentre le femmine sono più tranquille e casalinghe.
Proteggere con reti balconi e giardini può essere una soluzione! L’alimentazione dell’Abissino merita una particolare attenzione.
Rispetto ai suoi simili consuma una gran quantità di cibo, a causa dell’intensa attività motoria che fa durante il corso della giornata.
Per questo è importante fornirgli tutte le sostanze di cui necessita senza però eccedere nelle quantità per non appesantirlo.
LO STANDARD LO VUOLE COSÌ:
Testa: di medie proporzioni, cuneiforme dai contorni dolci e aggraziati; fronte leggermente arrotondata; naso di lunghezza media.
Zampe: lunghe e sottili in proporzione con il corpo; muscoli e tendini in evidenza, piedi piccoli di forma ovale.
Colori: nero, blu, sorrel, fawn; tutti questi sono anche accettati nella varietà silver, ossia con sottopelo argentato; ticking: 2 o 3 bande di colore diverso su ogni singolo pelo.
Orecchie: medio-grandi, ben aperte e larghe alla base; l’estremità è leggermente arrotondata; piazzate ben distanti sulla volta cranica.
Occhi: grandi, a forma di mandorla, ben distanti tra loro; brillanti ed espressivi; colore ambra, verde o giallo, puro, netto e intenso.
Corpo: di lunghezza media, aggraziato, snello, muscoloso, flessuoso, sodo, petto largo; collo lungo, arcuato e aggraziato.
Coda: piuttosto lunga, larga alla base si affila verso la punta.
UGUALI... MA DIVERSI
SINGAPURA: Cugino... di “ticking”
Questo gatto, nato dall’accoppiamento di Burmesi e Abissini, caratterizzato dall’aspetto minuscolo e delicato, è in realtà molto vispo e ben muscolato.
Le sue proporzioni sono perfettamente aggraziate e sono messe in risalto da una pelliccia morbida, setosa e aderente al corpo.
Si è immediatamente conquistati e inteneriti da questo simpatico felino e il suo bel musetto, dove spiccano due occhi immensi delicatamente sottolineati da un maquillage scuro, rivela subito il suo temperamento curioso e spiritoso.
Ma se la piccola taglia è stata per anni la particolarità più “chiacchierata” tra i catofili, tanto da meritargli addirittura una menzione nel Guinness dei primati, secondo gli esperti è il pelo ticchettato la sua caratteristica principale.
Presente in ogni occasione, pronto a ficcanasare ovunque, quando c’è da combinare un guaio non si tira indietro ma risponde “sono pronto”!
Non teme l’uomo, tanto che ne cerca la vicinanza, e non è geloso verso altri animali.
Ha lo sguardo attento al minimo movimento e due orecchie grandi e mobilissime che lo rendono un ottimo cacciatore, conseguenza di un’esistenza difficile, vissuta cercando di procacciarsi giornalmente cibo fresco: pesce, roditori e volatili.
COM’È FATTO?
TAGLIA: medio piccola, corpo snello e muscoloso.
MANTELLO: corto, fine e setoso, seal sepia ticked.
ORECCHIE: grandi, larghe e dolcemente appuntite.
OCCHI: ovali, grandi, posti leggermente in obliquo; colore da verde brillante a nocciola.
CODA: spessa alla base sottile all’estremità.
4. Siamese, levriero in versione ...miao
DECISAMENTE AGILE NEI MOVIMENTI, DÀ SFOGO ALLA SUA ENERGIA COMPIENDO BALZI VERTIGINOSI E CORSE SFRENATE PER POI APPOLLAIARSI OZIOSO SULLE SPALLE DEL PADRONE E FARSI COCCOLARE.
GIÀ PERCHÉ LUI, IL SIAMESE, È UN EGOCENTRICO E VUOLE SEMPRE ESSERE AL CENTRO DELL’ATTENZIONE.
Questo bel gatto antichissimo, nella sua terra d’origine, il regno del Siam, non godeva dei favori del popolo che al posto suo prediligeva i gatti dal mantello tigrato.
Approdato sul suolo inglese al seguito di un diplomatico in servizio a Bangkok, il Siamese fece scalpore nella terra di Sua Maestà e furono proprio gli inglesi che iniziarono a selezionare questa razza e a diffonderla un po’ ovunque nel mondo, a partire dal loro Paese per poi arrivare negli States.
Di lui è sempre piaciuto il carattere ben determinato. È, insieme all’Orientale, il più espansivo dei gatti.
Definito a ragione un gran chiacchierone, è un gatto estroverso, sportivo e vivace, molto attaccato al suo padrone che gli deve continuamente testimoniare il suo affetto.
La sua voce risuona rauca per commentare ogni azione, ma quando vuole richiamare le attenzioni ecco che i vocalizzi diventano squillanti e insistenti ed è persino in grado di modulare la voce in base a ciò che vuole comunicare... e non demorde finché non ottiene quello che desidera.
La rigorosa selezione del Siamese portata avanti a partire dagli anni Cinquanta ha via via affilato i suoi tratti morfologici e somatici fino all’estremo e oggi questa razza si distingue nettamente dai suoi antenati.
E, come un piccolo levriero, pare quasi disegnato nella galleria del vento.
SIAMESI DA... CRONACA NERA!
«Vuoi riavere la tua gatta? Bene! Mi porti 100 euro e te la riprendi. Mi sembra giusto dopo che per due mesi le abbiamo dato da mangiare e l’abbiamo tenuta come una figlia. Ci siamo affezionati ed è pure ingrassata».
La notizia della minaccia di Simona a Margherita, 35 anni, mamma di due bambini e proprietaria di Sonia, Siamese di 13 anni con il musetto nero a chiazze fulve, fece il giro del mondo rendendo il Siamese “in ostaggio” uno dei gatti più famosi del Web.
La storia si concluse con la riconsegna del gatto alla sua proprietaria.
BUONO A SAPERSI: DAL SIAMESE AL THAI...
La selezione portata avanti dagli allevatori americani a partire dagli anni Cinquanta dette vita al Siamese dal corpo longilineo e affusolato e dai tratti estremizzati che oggi conosciamo, dettando un nuovo standard di razza e lasciando nell’oblio il gatto autoctono dell’antico regno orientale.
Fu grazie all’interessamento di alcuni amanti fedeli al gatto originale che oggi possiamo parlare di Thai.
Alla fine degli anni Ottanta, infatti, un gruppo di appassionati del Siamese apple head (“testa a mela”) decise di portare avanti la selezione del Siamese vecchia maniera, partendo dagli esemplari rimasti. Il riconoscimento ufficiale da parte delle maggiori associazioni avvenne prima in Russia, in seguito in Europa e Stati Uniti.
La denominazione Thai è stata scelta per ricordare il Paese da cui proviene.
LO STANDARD LO VUOLE COSÌ:
Testa: di media grandezza, a forma di cuneo, con linee diritte. Muso fine.
Orecchie: grandi, larghe alla base, appuntite. Posizionate in modo da prolungare la linea delle guance.
Occhi: di media grandezza, a forma di mandorla, blu intenso e profondo.
Corpo: lungo, snello, muscoli sodi, fine ed elegante.
Zampe: lunghe, sottili in proporzione al corpo. Piedi piccoli di forma ovale.
Coda: molto lunga, fine anche alla base, si assottiglia in una punta fine.
Pelliccia: molto corta, fine, lucida, serica e aderente al corpo, priva di sottopelo.
Colori: corpo di colore uniforme, in contrasto con le estremità; estremità (muso, orecchie, zampe e coda) uniformemente colorate.
Sono innumerevoli i colori riconosciuti (seal, blu, chocolate, lilac, cinnamon, fawn, rosso, crema, relative tortie e i tabby).
UGUALI... MA DIVERSI
THAI: Il cugino dalle forme più armoniose
Il Thai ha origini che risalgono a molti secoli or sono.
Tra le rovine di Ayutthaya, l’antica capitale del regno del Siam, fu ritrovato il Libro dei Poemi del Gatto e tra le sue pagine spicca il disegno di un felino domestico dal corpo chiaro e dalle punte colorate, ritratto accanto agli stessi reali, molto simile agli esemplari odierni.
Considerato addirittura sacro, tanto da proibirne l’esportazione se non autorizzata, una coppia di questi esemplari fu donata dallo stesso re del Siam al console britannico Owen Gould nella seconda metà del Diciannovesimo secolo e costui, a sua volta, lo portò in dono alla sorella al suo rientro in patria.
Esposto al pubblico alla prima mostra felina della storia che avvenne al Christal Palace di Londra nel 1871, questo gatto non ebbe il successo meritato.
Solo in seguito si iniziò ad apprezzarne le caratteristiche.
COM’È FATTO?
TAGLIA: media, corpo tonico e muscoloso.
MANTELLO: corto, liscio e setoso, colore del corpo uniforme in contrasto con le estremità.
ORECCHIE: grandi, larghe e poco pelose.
OCCHI: ovali, grandi, di colore blu intenso.
CODA: spessa alla base sottile all’estremità.
5. Somalo, che cervello sorprendente
IL CORPO SNELLO, LE MOVENZE SINUOSE E IL MANTELLO DAL COLORE PARTICOLARE NE FANNO UN GATTO AFFASCINANTE E SPECIALE MA È SOPRATTUTTO IL SUO CARATTERE AD ATTRARRE GLI AMANTI DELLA SPECIE FELINA, ANCHE SE NON È PROPRIO FACILE DA TROVARE...
Le sue origini, seppur antiche, non sono molto chiare: pare che i primi esemplari siano apparsi all’inizio del Novecento.
Successivamente, gli allevatori di Abissini, nelle cui cucciolate apparvero i primi esemplari a pelo lungo, pensarono che tale caratteristica fosse determinata da una mutazione spontanea.
Al giorno d’oggi, invece, le leggi mendeliane confermano “l’intrusione” fortuita, o forse voluta per introdurre sangue nuovo nei pochi esemplari superstiti in seguito ai due Conflitti mondiali, di esemplari di altre razze a pelo lungo.
All’inizio questi soggetti, ritenuti “difettosi”, venivano sterilizzati e donati ad amici e conoscenti; in seguito, però, grazie all'interessamento di alcuni allevatori canadesi e americani, prese forma l’idea di iniziare a selezionare questo gatto il cui aspetto, fiero e baldanzoso, attirava le attenzioni dei neofiti.
Quanto al nome, la scelta cadde quasi automaticamente sulla Somalia, nazione confinante all’Abissinia, non certo per indicarne la provenienza, quanto piuttosto per ricordare la derivazione dalla razza progenitrice: l’Abissino.
Negli Stati Uniti il primo club di razza (Cat Fancier’s Association International Somali Cat Club), nacque nel 1975, mentre tre anni dopo, nel 1978, la razza venne ufficialmente riconosciuta dal Cat Fancier’s Association, la maggiore associazione catofila d’Oltreoceano.
In Europa la razza fu importata alla fine degli anni Settanta e la Federazione Internazionale Felina la riconobbe e la accettò in concorso a partire dal 1982.
Oggi il Somalo non è ancora molto diffuso in Europa e il nostro Paese, purtroppo, non fa certamente eccezione.
Ma, ne siamo certi, la sua indiscutibile bellezza, l’eleganza che lo contraddistingue, il carattere allegro e mansueto e il suo sguardo tenerissimo non tarderanno a conquistare il cuore degli italiani.
CHE TIPO È? LE CARATTERISTICHE
Si tratta di un micio che partecipa attivamente alla vita casalinga, sempre pronto al gioco e alla richiesta di coccole e attenzioni.
Se si possiede un Somalo è pressoché impossibile pensare di rientrare a casa dopo una giornata di lavoro e ignorarlo: sarà lui a venirci incontro con la sua lunga e folta coda portata alta, con sussiego, come un leggero pennacchio, per strofinarsi tra le gambe e accoglierci con un sonoro miagolio di “bentornato”, per poi seguirci ovunque per la casa come il più fedele dei cagnolini.
Agile e intelligente, impara a seguire il padrone ovunque, anche imbragato a un guinzaglio, a condizione che lo si abitui sin dalla tenera età; impara anche ad aprire porte e ante e a curiosare ovunque...
BUONO A SAPERSI: Qualche informazione su questo micio ancora poco conosciuto.
Il Somalo è un Abissino a pelo lungo e non è originario della Somalia, come il nome farebbe intendere. La sua prima apparizione risale al 1950 circa in America.
Nonostante il pelo del Somalo sia molto bello, richiede una cura costante. Proprio la sua bellezza è la sua “rovina”: essendo così spesso, il pelo va spazzolato almeno tre volte a settimana, così da evitare la formazione di nodi.
Solo così manterrà sempre il suo bell’aspetto. Curiosità: il Somalo ha principalmente cinque variazioni di colore, cioè rosso, blu, fulvo chiaro, silver e rossastro.
Gatto molto energico e attivo, non è assolutamente il tipo di gatto che starà tutto il giorno a dormire sul divano: “fare qualcosa” è la parola d’ordine!
Ciò non fa di lui un solitario indipendente, anzi, pretende la nostra compagnia!
SA FARE I CALCOLI! Qualcuno ne è convinto
Secondo studi recenti il Somalo, come altri gatti, essendo dotato di un particolare acume, potrebbe arrivare a fare anche alcuni semplici calcoli o, comunque, possa essere più portato di altre razze per esercizi mentale di questo genere.
Le capacità di calcolo sono considerate come capacità intelligenti.
Gli etologi ipotizzano che numerosi animali abbiano capacità di calcolo elementari, anche se la cosa non è ancora stata dimostrata scientificamente e forse non lo sarà mai.
L’esempio ovvio, osservato da numerosi proprietari, è quello della gatta che conosce il numero di gattini che ha nella sua nidiata ed entra in stato di emergenza se ne manca uno o più di uno mentre appare sollevata nel momento in cui i gattini sono nuovamente nel nido.
La gatta potrebbe dirsi, dunque, capace di fare sottrazioni e addizioni di base. Ciò non significa, peraltro, che questo processo sia cosciente.
LO STANDARD LO VUOLE COSÌ:
Testa: di medie proporzioni, cuneiforme; la fronte leggermente arrotondata.
Orecchie: piuttosto grandi, larghe alla base; l’estremità è leggermente arrotondata con impronta selvaggia (detta anche del pollice) sul dorso e con ciuffetti di pelo alle estremità.
Occhi: grandi, a forma di mandorla e posti ben distanti; il colore è netto e intenso, ambra, giallo o verde; brillanti ed espressivi.
Corpo: di medie proporzioni, snello, longilineo, elegante, muscoloso, dotato di una solida struttura ossea e una buona larghezza del petto.
Zampe: lunghe e diritte, in proporzione con il corpo; i piedi sono piccoli, di forma ovale.
Coda: piuttosto lunga, larga alla base si affila verso la punta, viene portata alta, come un pennacchio, ben ricoperta di pelo.
Pelliccia: molto fine e densa; la tessitura è morbida al tatto; di lunghezza media sul corpo a eccezione delle spalle dove può essere più corta.
Colore: ogni singolo pelo è attraversato da numerose bande di colore contrastante che terminano con la punta scura: detta ticking, questa caratteristica è distribuita su tutto il mantello, più accentuata lungo la spina dorsale, sulla coda e sui piedi. Lo sviluppo del ticking è lento: il colore è definitivo solo verso i due anni di età.