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Raccolta differenziata: la guida per i prodotti difficili da identificare

La raccolta differenziata è fondamentale dal punto di vista ambientale ed economico. Ma solo se fatta bene.

Plastica, vetro, umido, indifferenziata o “speciale”? Il polistirolo va nella plastica o nell’indifferenziata?

Il cellophane dove lo butto? I tovaglioli devono finire il loro ciclo nella carta, nell’organico o tra i rifiuti comuni?

Ecco una guida per i prodotti difficili da identificare. Scopriamolo insieme.

1. Se la comunicazione è insufficiente

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Per molti italiani, specialmente coloro che vivono nelle grandi città, la questione dei rifiuti è un problema su cui non dormire la notte.

La Tari è una tariffa che pesa non poco sulle tasche delle famiglie, ma a Roma, Messina, in Campania, solo per citare alcune emergenze più recenti, i sacchi maleodoranti si ammassano fuori dai cassonetti, tra lo sconforto e la sensazione d’impotenza di tanti.

Di fronte alle proteste, i sindaci - come ad esempio Virginia Raggi, prima cittadina della Capitale - promettono di risolvere il problema puntando sulla raccolta differenziata.

Ma i dati parlano di una capacità di smistare le diverse tipologie di scarto domestico non proprio eccellente: a Roma nel 2016 si è fermata al 39%, a Firenze al 46%, Napoli al 24%, a Palermo addirittura all’8% (dati Ispra).

Solo Milano supera il 50%. E questo nonostante la nuova normativa in vigore preveda l’obbligo di raggiungere il 65% entro il 2021.

Di certo non aiuta il fatto che ogni comune è libero di scegliere un metodo di accorpamento dei contenitori diverso da un altro: ad esempio in alcune città la plastica e il vetro vanno nello stesso cassonetto, in altre vanno separati, in altre città ancora addirittura il vetro va separato per colore.

Sicuramente nella capacità della filiera di portare a termine il processo di riciclo si possono rilevare tante responsabilità per dei risultati così lontani da quelli dei Comuni più virtuosi.

Incide anche la pigrizia e la negligenza degli stessi cittadini, ma non sono gli unici responsabili: spesso la comunicazione rispetto a materiali e contenitori di raccolta lascia a desiderare. Il polistirolo va nella plastica o nell’indifferenziata? Il cellophane dove lo butto? I tovaglioli devono finire il loro ciclo nella carta, nell’organico o tra i rifiuti comuni?

Domande come queste sono quotidiane e diffuse tra gli italiani. I comuni più virtuosi fanno un capillare lavoro di comunicazione verso i cittadini, ma spesso gli esempi sul cosa-buttare-dove, riguardano solo i prodotti di più largo utilizzo: piatti di plastica, lattine, avanzi di cibo, mentre moltissimi dubbi rimangono senza risposta.

Da questo punto di vista, è molto utile il dossier “Raccolta differenziata, come farla nel modo giusto” curato dall’associazione dei consumatori Adoc, che spiega in maniera molto dettagliata come separare i propri rifiuti in base al materiale.

Ancora molti consumatori incontrano delle difficoltà nello smaltire correttamente i propri rifiuti domestici e spesso accade che alcuni materiali vengano inseriti nei cassonetti sbagliati, ad esempio i bicchieri di cristallo nella raccolta del vetro oppure gli scontrini fiscali nella carta e nel cartone.

Ci sono infatti numerosi prodotti ‘trabocchetto’ con cui è facile cadere in errore”.

2. Gli errori più comuni e il business degli abiti usati

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  • Gli errori più comuni
    Tra gli errori più comuni, ci sono:
    - gli scontrini fiscali gettati nella raccolta della carta, invece che nel cassonetto del non riciclabile;
    - gli oli vegetali non smaltiti correttamente negli appositi centri di raccolta;
    - il cartone della pizza unto da mettere nell’umido o nell’indifferenziato a secondo dei Comuni;
    - le lampadine nella raccolta del vetro e
    - i piccoli elettrodomestici, che possono essere consegnati nei negozi che li vendono, i quali devono smaltirli gratuitamente.
    La raccolta differenziata offre una valida alternativa al classico smaltimento dei rifiuti eseguito in discarica, offrendo numerosi benefici, sia di ordine ambientale che economico.
    Inoltre è un elemento fondamentale al fine di aumentare il livello di sostenibilità e della qualità della vita.
    Secondo uno studio della Ellen McArthur Foundation, solo in Europa l’economia circolare può generare un beneficio economico da 1.800 miliardi di euro entro il 2030 e aumentare Pil e posti di lavoro.
    Una ragione in più per imparare bene dove vanno buttati i nostri rifiuti.
  • Il business degli abiti usati
    Il settore della raccolta differenziata meno regolamentato è quello degli abiti usati, e forse non è un caso che sia uno di quelli più opachi dal punto di vista della filiera.
    La legge antispreco entrata in vigore nel 2016 prevede l’obbligo di igienizzarli prima di rimetterli in circolazione.
    Ma a giudicare dall’inchiesta in corso coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Firenze, la camorra e diversi operatori del settore con sede in Toscana, aggirerebbero le poche norme stabilite dalla legge italiana per mandare illegalmente i vestiti lasciati nei cassonetti gialli in Tunisia e da lì nei mercati e nelle bancarelle africane, come denunciato da un’inchiesta del settimanale l’Espresso.
    Un giro d’affari di 200 milioni di euro. Quando invece la filiera funziona come dovrebbe la raccolta degli abiti usati serve ad aiutare i più indigenti, tramite la gestione di cooperative sociali e organizzazioni no profit, che li donano o li reimmettono nel mercato, destinando il ricavato a scopi benefici.

3. La lunga vita dell’umido dal piatto alle piante

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La filiera dell’organico è poco conosciuta, eppure le opportunità ottenute dagli scarti alimentari sono moltissime, come l’utilizzo del biogas in campo energetico.

Tante città però scontano ancora un forte ritardo. 

I cumuli di rifiuti durante i periodi di emergenza nelle grandi città fanno più notizia dei tanti risultati ottenuti dai comuni italiani negli ultimi anni. Eppure, come conferma il dossier Comuni Ricicloni 2017 di Legambiente, i passi avanti sono costanti e incoraggianti.

Ci sono 1.500 comuni che in Italia superano il 75% di differenziata e l’Italia può vantare esperienze di avanguardia, come per esempio Milano, la metropoli più importante a livello mondiale per raccolta domiciliare. E ci sono anche tanti capoluoghi di eccellenza anche al Sud, come Cosenza e Catanzaro.

Mentre la raccolta di plastica e vetro procede ormai spedita nella maggior parte dei centri italiani, quella dei rifiuti organici, il cosiddetto umido, raggiunge l’eccellenza ancora a macchia di leopardo e sconta una scarsa consapevolezza da parte degli italiani. Molti i punti di domanda.

A partire da questo: dove finiscono gli scarti del cibo che buttiamo? Quando i rifiuti organici finiscono nel contenitore apposito, vengono presi dal servizio di raccolta differenziata e arrivano negli impianti di trattamento biologico, divisi in impianti di compostaggio e combinati, quelli che fanno anche digestione anaerobica.

La differenza è che questi ultimi producono anche biogas, da cui si può ottenere il biometano che può essere impiegato nei trasporti o per l’energia. Si brucia questo gas, ad esempio, per produrre riscaldamento.

Su 308 impianti presenti in Italia, solo 47 fanno però anche la digestione anaerobica, perché servono grandi dimensioni per ammortizzare l’investimento iniziale. E anche dove esistono, non sono sfruttati al massimo.

Mentre in Italia sono già tanti gli impianti che producono biogas per i trasporti, mancano ancora le disposizioni normative adatte per collegare la produzione alla rete di distribuzione del gas.

Gli impianti per trattare l’organico sono molto carenti nel Centro Sud, tanto è vero che i comuni ricicloni del meridione spesso raccolgono l’organico e lo devono spedire a centinaia di chilometri di distanza, pagando costi di trasporto insostenibili, paradossalmente più alti che buttando tutto in discarica.

È necessario costruire gli impianti di compostaggio. A Roma ce n’è uno aperto nel 2000 ma per servire la città ce ne vorrebbero venti di quelle dimensioni. Tornando alla filiera, tutti gli impianti producono compost, una parola tecnica per indicare il fertilizzante.

Il maggiore impiego lo trova in agricoltura, circa l’80%, mentre il 20% viene impiegato nel florivivaismo. Esistono delle ditte che prendono il compost, lo mescolano con la torba e altri materiali, e fanno il substrato, il terriccio che viene impacchettato e venduto al supermercato o nei negozi specializzati per il giardinaggio.

Agli esperti, in fine, giriamo la domanda di tanti lettori, specie della Capitale, sul perché i cassonetti dell’umido emettono odori nauseabondi.

Quando si pianifica la raccolta si deve tener conto della frequenza, della stagionalità e del numero di utenti. Al di là della tempistica i cassonetti devono essere sempre puliti.

4. Differenziata - La guida completa: Carta - Vetro - Umido - Plastica

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Superare i dubbi amletici davanti ai cassonetti è possibile grazie al dettagliato vademecum, tratto dal dossier di Adoc, che ci aiuta a risolvere il rebus dove-butto-cosa. Salvo indicazione diversa del vostro Comune di appartenenza.

  • Carta
    Agende in carta
    Brik del latte e dei succhi di frutta
    Buste di carta
    Carta da pacchi
    Carta semplice, non unta o bagnata
    Carta velina
    Cartone ondulato
    Cartone per bevande in Tetrapak
    Cartone pizza (solo se pulito)
    Cassette per la frutta in cartone
    Confezioni di carta (farina, zucchero)
    Contenitori carta per uova
    Depliant/brochure carta non plastificata
    Faldone in cartone (senza anelli)
    Giornali e riviste
    Libri
    Quaderni
    Sacchetti di carta
    Scatole di cartone
    Tetrapak
  • Vetro
    Barattoli di vetro
    Bottiglie di vetro
    Vasetti di vetro
  • Umido
    Scarti alimentari di cucina
    Avanzi di cibo, anche crudi
    Bucce della frutta e scarti della verdura
    Alimenti scaduti o avariati
    Scarti di carne e pesce
    Ossa, gusci, lische e noccioli
    Caffè, sia polvere che fondi
    Filtri del tè
    Carta assorbente da cucina
    Cassette per la frutta in legno (spezzettata)
    Cialde compostabili
    Bastoncini e fiammiferi in legno
    Tovagliolini e fazzoletti di carta non colorati e privi di stampa
    Tappi di sughero
    Terriccio, foglie e fiori
    Incensi
    Cenere del camino
  • Plastica
    Barattoli di plastica e metallo
    Bicchieri di plastica
    Blister lenti a contatto vuoti
    Blister pastiglie vuoti
    Bombolette spray non etichettate T e/o F
    Bottiglie e flaconi di plastica
    Busta di nylon
    Busta merendine
    Busta proteggi abiti
    Buste di plastica
    Carta stagnola
    Chiavi
    Confezioni del caffè
    Contenitori detersivo
    Contenitori prodotti igiene personale
    Contenitori in plastica per uova
    Coperchi barattoli per alimenti
    Coperchi vasetti yogurt (carta stagnata)
    Flaconi in plastica
    Fogli alluminio
    Lattine per bevande/olio
    Pellicole per imballaggi (Pluriball)
    Pellicole cellophane
    Pellicole da imballaggio (ad esempio quella per la carta igienica)
    Piatti di plastica
    Polistirolo
    Posate di plastica
    Retine frutta e verdura
    Sacchetti di plastica
    Scatolette pomodoro, tonno
    Stampelle-grucce appendiabiti plastica e/o metallo
    Tappi in plastica, metallo
    Tubetti di dentifricio vuoti
    Vaschette alimenti
    Vaschette alluminio
    Vasetti yogurt
    Vasi in plastica




5. Differenziata - La guida completa: Indifferenziata - Al centro di raccolta - Conferimenti speciali

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  • Indifferenziata
    Accendini
    Aghi e filo da cucito
    Apriscatole
    Assorbenti igienici
    Bacinelle
    Bambole e giocattoli piccoli non elettrici
    Bastoncini per orecchie (cotton fioc)
    Batuffoli di cotone
    Bianchetti
    Bicchieri di cristallo
    Bigiotteria
    Biglietti autobus magnetici
    Bottoni
    Calamite
    Calze di nylon
    Candele
    Carta da forno
    Carta lucida da disegno
    Carta per alimenti
    Carta plastificata
    Carta vetrata
    Cassette audio/video
    Cassette sporche o unte
    Cavi elettrici (piccole quantità)
    Cd/dvd/blu-ray
    Cenere sigaretta e cicche
    Ceramica (cocci)
    Cerniere e chiusure lampo
    Cerotti
    Chewing gum
    Cialde di plastica
    Collant e calze
    Cristallo
    Elastici
    Escrementi animali (lettiere)
    Etichette adesive
    Feltrini
    Fiori finti
    Floppy disk
    Forbici
    Fotografie e pellicole
    Garze
    Giocattoli
    Gomma da masticare
    Gommapiuma
    Graffette e fermagli
    Guanti in lattice
    Lamette
    Lampadine (a incandescenza)
    Lastre/radiografie
    Matite
    Mollette per il bucato
    Nastri adesivi
    Occhiali
    Ombrelli
    Ovatta
    Pannolini
    Peluche
    Penne a sfera - biro
    Penne e pennarelli
    Piastrine per zanzare
    Piatti ceramica e porcellana
    Preservativi
    Rasoi (non elettrici)
    Rullini fotografici
    Sacchetti aspirapolvere
    Schede telefoniche e magnetiche
    Scontrini fiscali
    Siringhe
    Spazzole per capelli
    Spazzolini da denti
    Spugne
    Tamponi per timbri
    Tazzine in ceramica o porcellana
    Utensili piccoli
    Viti, chiodi e bulloni (piccola quantità)
    Zerbini
  • Al centro di raccolta
    Acetone
    Acqua ragia
    Adesivi chimici
    Antenne tv/parabole
    Antiparassitari
    Antiruggine
    Antitarli
    Apparecchiature elettroniche grandi (in alternativa al Raee)
    Apparecchiature elettroniche piccole (in alternativa al Raee)
    Armadi e mobili
    Batterie auto
    Batterie cellulare
    Biciclette
    Bombolette spray etichettate t e/o f
    Calcinacci
    Carrozzine e passeggini
    Cartucce per stampanti
    Caschi
    Cavi elettrici (grandi quantità)
    Cellulari e caricabatteria (in alternativa al Raee)
    Computer (in alternativa al Raee)
    Condizionatori
    Contenitori etichettati t e/o f
    Cornici quadri
    Culle
    Damigiane (vetro)
    Divani
    Fasciatoi
    Girelli
    Lampade (neon, alogene, fluorescenti)
    Legno da potatura
    Materassi
    Mattoni
    Moquettes
    Neon
    Oli vegetali per cottura alimenti
    Orologi
    Pentole e padelle
    Poltrone e sedie
    Potature
    Residui da giardino
    Reti del letto
    Rubinetterie
    Sacchetti di carta
    Sanitari
    Sci
    Smacchiatori/solventi
    Specchi
    Spillatrici
    Stendipanni
    Stucchi
    Stufe
    Televisori
    Tende da esterno e ombrelloni
    Termometri
    Toner
    Valigie
    Vasche da bagno
    Vasi in ceramica/terracotta
    Ventilatori
    Vernici e solventi
    Vetri da serramenti, rotti o in lastre
    Viti, chiodi e bulloni (grande quantità)
    Zanzariere
  • Conferimenti speciali
    Abiti usati
    Farmaci scaduti
    Pile scariche








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