Il Weimaraner o Bracco di Weimar appartiene indubbiamente all’aristocrazia canina: eleganza e bellezza non sono uguagliate in lui che da resistenza e rapidità.
Le sue qualità di cacciatore non si discutono; fin dalla più tenera età si dimostra assai ricettivo nei confronti delle nozioni di addestramento che possono essergli inculcate.
In effetti ha una passione sconfinata per la caccia, predilezione che ha conservato intatta a dispetto di quella sua grande eleganza che l’ha introdotto anche nei salotti.
È facile addestrarlo e, contrariamente a ciò che affermano certi cinofili (d’altronde senza fondamento) a proposito delle razze tedesche, è un cane sottomesso, che si piega senza difficoltà ai desideri del padrone.
Non è d’altronde debole di carattere, in particolare il maschio, per il cui addestramento è necessaria un po’ di fermezza.
È peraltro – e i cinofili tedeschi insistono su questo punto – un eccellente cane da guardia, che vigila sul carniere o sull’automobile senza mai abbandonare il suo posto.
Oggi conosceremo l’origine, la storia, il comportamento (e tanto altro) del Weimaraner o Bracco di Weimar: un cane aristocratico, fedele e sorprendentemente dolce. Scopriamolo insieme
1. Origine e storia
È un caso che gli Americani abbiano soprannominato il Weimaraner (noto anche come Bracco di Weimar) The Grey Ghost?
Forse no, se si sa che questo cane, al pari di un fantasma, sorse e poi disparve dal Medioevo...
Se questo cane deve il nome ai granduchi di Sassonia-Weimar, che lo allevarono e lo conservarono gelosamente nel XVIII secolo, sembra, a un esame un po’ più approfondito, che le sue origini siano più specificamente francesi che tedesche.
Esse risalgono, infatti, al XIII secolo, quando Luigi IX di Francia (San Luigi) intraprese la 7a Crociata per liberare i luoghi santi dall’influenza del sultano d’Egitto.
Luigi IX, come è noto, fu fatto prigioniero e dovette rimanere dal 1250 al 1254 in Palestina; quando ritornò in Francia, portò con sé qualche coppia di misteriosi cani grigi, i cui discendenti si dimostrarono per tre secoli i più bei soggetti delle mute reali. Nessuno sa in realtà quale fosse l’aspetto dei Cani Grigi di San Luigi (salvo, beninteso, il colore caratteristico del loro mantello).
Alcuni asseriscono che si trattasse di Griffoni tartari con pelo grigio lupo — questi cani vengono considerati come i progenitori di alcuni dei più antichi cani da seguito francesi, come il Griffone del Nivernese —, mentre altri pensano piuttosto che questi cani siano il risultato di incroci tra soggetti prossimi ai Sant’Uberto e ai Levrieri arabi di Palestina, allo scopo di incrementare nei primi l’impeto e la velocità.
Comunque sia, questi cani furono adottati da una buona parte della nobiltà francese. È possibile conoscere un po’ meglio il loro aspetto a partire dalla fine del Medioevo, ma in un posto che può a prima vista sembrare assai insolito, le isole Canarie. Sul sagrato della cattedrale di Las Palmas si trovano, infatti, due statue di cani la cui rassomiglianza con il Weimaraner attuale è per lo meno stupefacente.
Quali sono le circostanze che portarono questi cani nel suddetto arcipelago? Nessuno lo sa realmente; forse, come alcuni hanno supposto, la loro raffigurazione ha avuto come scopo quello di celebrare l’occupazione delle isole nel 1402 da parte del gentiluomo normanno Jean de Béthencourt? Ciò non toglie che nel XVI secolo gli antenati dei Weimaraner non facessero più parte delle mute reali.
Carlo IX, peraltro notevolmente appassionato di cinofilia, aveva per questi cani una scarsa considerazione: «Sono, invero, cani arrabbiati, cui bisogna spezzare collo e gambe per trattenerli». Il monarca orientava le sue preferenze verso i cani bianchi e fino al XVIII secolo non abbiamo più tracce di cani grigi, a parte un quadro di Van Dyck dipinto verso il 1630, nel quale sono raffigurati dei cani grigi simili al Weimaraner.
Fu in Germania che fecero nuovamente la loro comparsa, alla corte di Carlo Augusto, granduca di Sassonia- Weimar, protettore delle arti e grande amico di Goethe, il quale seppe, come viene ricordato nel libro del dottor Lansard-Oudard, «selezionare questo cane e fissare i suoi caratteri genotipici e fenotipici quali noi li vediamo oggigiorno».
Alcuni autori, tuttavia, mettono in dubbio la parentela tra i Cani Grigi di San Luigi e i Bracchi di Weimar. Essi ritengono sia che il duca di Weimar abbia creato le sue stirpi a partire da un Pointer bianco e arancione e da una cagna di razza sconosciuta, sia che l’allevamento in condizioni di consanguineità stretta di Bracchi Tedeschi abbia comportato in alcuni cuccioli dei canili di Weimar un difetto di pigmentazione.
Questa è in particolare la tesi sostenuta dal cinologo tedesco Strebel. Se si accetta questa ipotesi, bisogna tuttavia constatare che il Pointer non aveva ancora raggiunto allora la reputazione di cui gode oggi e che non era conosciuto al di fuori delle isole britanniche. Sembra, quindi, poco probabile che si sia pensato di utilizzarlo in Germania.
Tuttavia, ammettere che la colorazione grigia sia dovuta a una consanguineità eccessiva non corrisponde ad alcuna verità scientifica, non potendo in nessun caso, infatti, il grigio essere la conseguenza di una qualsiasi degenerazione.
Quello che sembra meno contestabile, invece, è che, in seguito alla dissoluzione del Sacro Romano Impero Germanico da parte di Napoleone I e alla morte del principe Carlo Augusto nel 1828, i cani grigi di Weimar caddero a poco a poco nell’oblio e che solo qualche cacciatore proseguì la selezione.
André Harmand afferma infatti «che si ritrovano le loro tracce negli archivi e in racconti cinegetici del XIX secolo, quando furono utilizzati nella ricerca e custodia di cinghiali e per distruggere lupi e linci ancora numerosi in Europa».
Questi stessi cacciatori tentarono così di abbinare alle caratteristiche di questi cani da seguito — in particolare la finezza dell’odorato — le qualità proprie dei cani da ferma (come il Pointer e il Bracco Tedesco) per farne dei cani da caccia polivalenti. Si dice anche che cercarono di fare del Weimaraner un animale capace di dimostrarsi un buon riportatore in ambiente acquatico.
Questi cani, tuttavia, corsero il rischio di scomparire nella seconda metà del XIX secolo, al punto che l’imperatore Guglielmo I ne autorizzò il possesso solo ai membri della corte che potessero vantare quattro quarti di nobiltà. Così, lo stesso Bismarck, pur essendo primo ministro di Prussia, fu giudicato di estrazione troppo modesta per essere autorizzato a possedere un tale cane.
L’esposizione di una coppia di Weimaraner allo zoo di Berlino provocò un ritorno di interesse. Da quel momento numerosi appassionati si preoccuparono di salvare questi cani. La prima iniziativa consistette nel riconoscimento ufficiale della razza in Germania, che ebbe luogo nel 1896.
Poi, il 20 giugno 1897, i proprietari di Weimaraner si riunirono a Erfurt per fondare il primo club e si diedero regole ferree, riguardanti tanto l’allevamento quanto i mezzi per salvare la razza. Nessuno poteva possedere un Weimaraner senza far prima di tutto parte dell’associazione.
Per quanto concerne l’allevamento propriamente detto, veniva severamente regolamentato, e ogni cane, per essere autorizzato a riprodurre, doveva essere confermato da uno specialista a cui era stato conferito un mandato dall’associazione.
Durante il primo conflitto mondiale e nel periodo fra le due guerre i Weimaraner erano circa un migliaio. Le direttive del club, sotto la presidenza del Maggiore Herber, rimasero ancora molto rigorose e, sebbene fossero state elaborate nel 1925, le basi dell’attuale standard non furono ufficializzate fino al 1969.
Ciò testimonia la politica di sistematica chiusura seguita dal Club, che desiderava innanzi tutto migliorare le qualità e proteggere la purezza della razza, e per il quale invece la diffusione era considerata di secondaria importanza. Fu l’americano Howard Knight (di Providence) a permettere ai Weimaraner di varcare le frontiere.
Questo illuminato cinofilo ebbe, infatti, l’occasione di andare a caccia in Germania, in compagnia di alcuni proprietari di Weimaraner, e fu impressionato dal portamento e dalle qualità venatorie di questi cani; ciò lo spinse ad acquistarne numerosi esemplari (per far ciò riuscì, non senza fatica, a diventare socio del Club).
Avendo portato una coppia di cani a Rhode Island, Knight scoprì ben presto che erano stati sterilizzati, ma non si scoraggiò. Nel 1938 importò un maschio non castrato, Mars aus der Wolfsweide, una femmina da riproduzione, Dorle von Schwarzen Kamp, e una cagna gravida, Aura von Guilberg, che furono alla base dell'allevamento americano.
Howard Knight non vendeva i propri Weimaraner, li regalava ai suoi amici cacciatori. Poi, poco prima della guerra, affidò i suoi canili alla fondazione Gafmar, appartenente ai signori Horn, che controllarono i primi proprietari e allevatori americani.
Nel 1941 fu creato il Weimaraner Club of America, con Knight come presidente; due anni più tardi, l’American Kennel Club riconobbe ufficialmente la razza e, almeno in partenza, adottò le regole dettate dal Club tedesco.
Molto presto, però, specialmente a causa della grandissima estensione degli Stati Uniti, esso si trovò nell’incapacità di controllare adeguatamente la situazione. Era tuttavia diventato in qualche anno uno dei club più prosperi d’oltreoceano e si poteva permettere campagne pubblicitarie nelle riviste specializzate.
Il Weimaraner era ormai un animale molto ricercato, amato dalla polizia per i compiti che era in grado di svolgere; era, inoltre, un brillante concorrente nelle prove di obbedienza e certi esemplari raggiunsero prezzi esorbitanti. In questo modo, grazie a Howard Knight la razza superò senza danni la seconda guerra mondiale.
In Europa, al contrario, ne rimanevano ben pochi esemplari e in Germania era quasi scomparsa. A partire dal 1950 cominciarono a essere importati, specialmente in Germania, i primi cani provenienti dagli Stati Uniti. A. L. Blatt racconta di aver ricevuto un Weimaraner nel 1955, grazie a un appassionato di cani da caccia che lo aveva avuto da un militare americano.
In Gran Bretagna l’allevamento del Weimaraner cominciò alla fine degli anni Cinquanta, conoscendo nei decenni successivi un notevole incremento. Pressappoco a partire dallo stesso periodo, il Weimaraner è stato allevato anche in Italia (ma lo si conosceva già dagli anni Trenta), con una produzione altamente qualificata, che ha ricevuto anche prestigiosi e importanti riconoscimenti nelle prove internazionali di lavoro.
In Francia, questa razza restò per lungo tempo piuttosto rara. Nel 1969 il Libro delle Origini Francese registrò soltanto 16 nascite. L’allevamento francese è rimasto in effetti molto modesto fino al 1975.
Nel 1978 nacque il Circolo degli amatori del Weimaraner, il cui scopo era quello di promuovere questa razza per la caccia e il 1° giugno 1980 questo club è stato definitivamente affiliato alla SCC. In seguito il Weimaraner ha avuto in Francia uno sviluppo crescente, dato che, oltre alle sue attitudini venatorie, sono state riconosciute le sue qualità come cane da compagnia.
2. Comportamento
Il Weimaraner è innanzi tutto un cane da caccia, considerato da alcuni davvero eccellente.
E' un notevole retriever, è cioè in grado di riportare la selvaggina, senza danneggiarla, in qualunque circostanza e su tutti i tipi di terreno.
Il Club della razza è molto fiero di questa caratteristica, che attualmente fa parte delle qualità di base richieste dal test di attitudini naturali (TAN) previsto dal Club stesso.
È specialmente nell’acqua che questo cane si dimostra un retriever di prim’ordine: non esita, infatti, a tuffarsi per afferrare un’anatra; il suo pelo corto ma spesso lo protegge sia dal freddo sia dall’umidità e gli permette di essere un valido cacciatore nelle paludi.
Il Weimaraner può essere utilizzato per la ricerca della selvaggina ferita, ma anche come cane da sangue.
A. Hermand nota che «il suo passo strisciato è molto caratteristico e gli conferisce un’andatura del tutto particolare. Alla lunga si comporta come un buon segugio per la caccia al cervo e al cinghiale».
Ciò, però, non vuole affatto dire che sia meno valido come cane da ferma. Il suo fiuto è eccellente, la sua ferma è stabile, sia per la selvaggina sia per i volatili; si adatta alla caccia da solo, così come alle battute con altri cani.
In effetti ha una passione sconfinata per la caccia, predilezione che ha conservato intatta a dispetto di quella sua grande eleganza che l’ha introdotto anche nei salotti.
È facile addestrarlo e, contrariamente a ciò che affermano certi cinofili (d’altronde senza fondamento) a proposito delle razze tedesche, è un cane sottomesso, che si piega senza difficoltà ai desideri del padrone.
Non è d’altronde debole di carattere, in particolare il maschio, per il cui addestramento è necessaria un po’ di fermezza.
È peraltro - e i cinofili tedeschi insistono su questo punto - un eccellente cane da guardia, che vigila sul carniere o sull’automobile senza mai abbandonare il suo posto. In alcune zone degli Stati Uniti d’America, specialmente nel Wisconsin, è utilizzato come cane poliziotto.
Il Weimaraner, tuttavia, non è ancora molto diffuso fra i cacciatori, né molto conosciuto fra gli allevatori, anche se alcuni specialisti non mettono in dubbio le sue grandi qualità cinegenetiche.
Per K. G. Le Moing, «ferma molto bene [...], il lavoro nell’acqua gli è congeniale», mentre A. L. Blatt afferma che «nessuno dei cani da me addestrati mi ha mai posto dei problemi».
Tutte le qualità che mostra al fianco del cacciatore si ritrovano nella vita di famiglia. Il suo carattere dolce e sottomesso ne fa un compagno piacevole che, malgrado il fisico molto imponente, si sa muovere con calma e discrezione in casa.
Si intende alla perfezione con i bambini; la femmina accetta la compagnia di tutti i piccoli, sui quali veglia gelosamente e, una volta diventati grandi, si dimostra una compagna di giochi ideale, come il maschio d’altronde.
L’integrazione del Weimaraner in una famiglia è dunque molto facile, nella misura in cui non presenta alcuna tendenza a dominare.
Fondamentalmente sano e resistente alle malattie, il Weimaraner ha, tuttavia, una predisposizione agli eczemi, in particolar modo nella zona interdigitale.
Occorre, perciò, provvedere con cura alla pulizia dei piedi, soprattutto dopo una battuta di caccia.
3. Beige o grigio?
Oltre al Weimaraner a pelo corto, qui trattato, esistono diverse altre varietà.
Quella a pelo lungo, veramente spettacolare, è rarissima; peraltro, è formalmente vietato incrociare i soggetti a pelo corto con quelli a pelo lungo.
Notiamo, tuttavia, che in alcune cucciolate di cani a pelo corto possono trovarsi anche cuccioli con manto a pelo lungo, conformemente alle leggi della genetica.
Pelo a parte, il Weimaraner a pelo lungo si distingue per la coda, appena accorciata (di 2 cm circa), e per motivi esclusivamente estetici. Lo standard cita anche una varietà a pelo forte, che attualmente non esiste più.
Il problema di sapere se il mantello del Weimaraner sia beige o grigio può sembrare stravagante. Indubbiamente, così come indica lo standard, il colore non può essere che grigio: grigio argenteo, grigio capriolo, grigio topo, o anche di sfumature intermedie.
Tuttavia, quando si chiede il parere dei genetisti, questi rispondono invariabilmente: eppure il mantello è beige. Allora chi ha torto? In realtà, nessuno.
Si tratta innanzi tutto di un problema di terminologia, problema che in particolare è sorto quando il professor Queinnec presentò nel 1980 una lista delle incompatibilità di colori allo scopo di individuare le inesattezze (e le frodi) di filiazione.
Constatando le numerose ambiguità dei termini tradizionali e le difficoltà relative all'applicazione di questa lista di incompatibilità, la SCC ( Société Centrale Canine) chiese al professor Denis di preparare una nuova nomenclatura dei colori del mantello, tale da non far sorgere il minimo dubbio.
Interrogato sul numero di colori esistenti nei cani, il calcolatore della SCC ne indicò non meno di 260! Da questa 'nomenclatura Denis', basata sulle leggi dell'ereditarietà, risulta in particolare che il Weimaraner è beige.
Il suo colore, infatti, deriva dallo schiarimento del pigmento marrone in base a un processo genetico secondo il quale i granuli di pigmento si ammassano in pacchetti e fanno apparire il colore più tenue.
Basta osservare il tartufo e le unghie di colore chiaro del Weimaraner per constatare che non è un cane nero divenuto grigio per effetto di un fattore genetico che ha favorito la diluizione della pigmentazione, perché allora il tartufo sarebbe di color ardesia.
I lavori del professor Denis e del dottor Costiou hanno permesso di definire 45 colori del mantello di base.
Allo scopo, però, di non andare contro le tradizioni, la commissione zootecnica della SCC accetta che gli allevatori nella redazione di un certificato di nascita facciano seguire al colore di base la sfumatura abitualmente ammessa: per il Weimaraner questa diventa il beige (argenteo).
4. Le razze affini
Il Weimaraner è meno diffuso del Deutscher Kurzhaariger Vorstehhund, l’altro tipo di Bracco Tedesco, il cui destino fra i cani da ferma può essere paragonato a quello del Pastore Tedesco fra i cani da guardia e da difesa.
Il Kurzhaar discende in linea diretta dall'Antico Bracco Tedesco, pesante e massiccio. Una rigorosa selezione e l'apporto di sangue Pointer hanno portato, a partire dagli anni Venti, al cane così come lo conosciamo oggigiorno.
Il Kurzhaar ha molteplici attitudini: è una delle grandi razze di cane da ferma e riscuote molto successo nei fieid-trials; si dimostra inoltre un notevole retriever nelle acque profonde e capace di lavorare bene fra i cespugli.
Nel suo paese d'origine, a queste qualità si aggiungono quelle di cane da sangue e di battitore. Il maschio misura da 62 a 66 cm per un peso di circa 30 kg. Il Kurzhaar ha una testa asciutta, ben cesellata, con una fronte leggermente arcuata, molto caratteristica.
Può essere di vari colori: bruno, roano nei toni di bruno scuro o di bruno chiaro, con o senza macchie bianche; esistono anche cani dal mantello bianco con picchiettature e macchie, così come esemplari dal manto nero.
Il Wizsla, o Bracco Ungherese, è anch'esso affine al Weimaraner. Il suo manto, assai notevole, è monocolore, nei toni del fulvo-giallo molto chiaro, con tartufo e occhi di vario colore, ufficialmente le sue origini ungheresi sono molto antiche, benché abbia ricevuto, fra le due guerre, un apporto Pointer e Kurzhaar.
Alcuni cinofili ritengono che sia una razza molto affine al Weimaraner: entrambi i tipi non sono d'altronde privi di somiglianze sia nella morfologia sia nel manto. Il manto grigio del Weimaraner è in effetti, dal punto di vista genetico, un manto beige.
Il Wizsla è di taglia inferiore al Bracco di origine tedesca, idealmente il maschio deve misurare fra i 56 e i 61 cm per un peso medio di 25 kg. Le sue attitudini, paragonabili a quelle dei suoi parenti tedeschi, sono molteplici: cane da ferma, cane da riporto, segugio; non gli dispiace, inoltre, lavorare nell'acqua.
Esiste un tipo di Bracco ungherese a pelo forte, di corporatura un po' più compatta, imparentato con i cani da ferma tedeschi a pelo duro: Drahthaar, Stichelhaar, Pudel- Pointer. Un altro punto in comune fra il Wimaraner, il Deutscher Kurzhaariger Vorstehhund e il Bracco Ungherese è il fatto che abbiano attitudine alla guardia.
Il Weimaraner a pelo lungo non è privo di somiglianze con un cane da caccia tedesco molto bello, il Langhaar, il cui aspetto ricorda al tempo stesso il Setter Inglese e il Deutscher Kurzhaariger Vorstehhund.
È assai probabile, d'altronde, che il Weimaraner abbia ricevuto un apporto dì sangue da queste due razze, benché la sua lunga storia dimostri che è parente dell'Épagneul Francese.
Il suo manto più caratteristico è il marrone monocolore, ma esistono anche esemplari marrone e bianchi con delle picchiettature. La sua taglia è relativamente grossa (si situa fra gli Épagneul e i Setter): da 63 a 70 cm per un peso di circa 30 kg.
Dopo aver corso il rischio di estinguersi, questo grande Épagneul Tedesco ha oggigiorno nuovi e animati sostenitori, soprattutto nei Paesi Bassi. Langhaar e Weimaraner a pelo lungo sono dunque indubbiamente imparentati.
5. Lo standard della razza
FCI Standard N° 99 /04.12.1998
WEIMARANER
ORIGINE: Germania
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 27.02.1990
UTILIZZAZIONE: Cane da caccia versatile; cane da ferma
CLASSIFICAZIONE F.C.I. Gruppo 7 Cani da ferma continentali
Sezione 1.1 Cani da ferma continentali, Tipo
Bracco
Con prova di lavoro
ASPETTO GENERALE
Cane da caccia da media a grossa taglia. Tipico cane da lavoro, di belle forme, nervoso e con forti muscoli. Dimorfismo sessuale facilmente distinguibile.
PROPORZIONI IMPORTANTI
• Lunghezza del corpo/altezza al garrese: circa 12/11
• Proporzioni per la lunghezza della testa: un po’ più lunga dal tartufo allo stop che dallo stop alla cresta occipitale
• Proporzioni dell’anteriore: la distanza dal garrese al gomito è quasi uguale a quella dal gomito a metà metacarpo.
TEMPERAMENTO E CARATTERE
Versatile, facile da addestrare, vigoroso e appassionato cane da caccia. Tenace nella circa sistematica, ma non troppo vivace. Di ottimo fiuto. Svelto nel rintracciare la selvaggina e altre prede, come pure nel compiere il lavoro dell’uomo, ma mai aggressivo. Affidabile cane da ferma e di lavoro nell’acqua. Notevole inclinazione al lavoro dopo lo sparo.
TESTA
REGIONE DEL CRANIO
Cranio: in armonia con la taglia del cane e le dimensioni del muso. Più largo nei maschi che nelle femmine, ma nei due sessi la larghezza del cranio resta sempre in proporzione alla lunghezza della testa. Fronte con sutura metopica; cresta occipitale da poco a mediamente pronunciata. Arcata zigomatica ben visibile dietro gli occhi.
Stop: pochissimo marcato
REGIONE DEL MUSO
Tartufo: grande, sopravanza la mascella inferiore. Color carne scuro, sul retro tende gradatamente al grigio
Muso: lungo e, particolarmente nei maschi, potente. Visto di profilo sembra squadrato. La parte della mascella che porta i canini e quella che porta i molari, sono ugualmente potenti. Canna nasale diritta, spesso montonina, mai concava.
Labbra: moderatamente pendenti, color carne, come le gengive. Leggera commessura.
Mascelle/Denti: mascelle forti. Dentatura completa, regolare e potente. Incisivi che combaciano completamente (chiusura a forbice).
Guance: muscolose e nettamente delineate. Precisamente una “Testa asciutta”
Occhi: da ambra chiaro ad ambra scuro, con espressione intelligente. Blu cielo nei cuccioli. Rotondi, posizionati un po’ obliquamente. Palpebre ben aderenti.
Orecchi: larghi e piuttosto lunghi, arrivano all’incirca alla commessura labiale. Attaccati alti con base stretta, hanno estremità leggermente arrotondate. In attenzione sono leggermente girati in avanti e piegati.
COLLO: d’aspetto e portamento nobile, la sua linea superiore è leggermente arcuata. Muscoloso, quasi cilindrico, non troppo corto, asciutto. Diventa più forte verso le spalle e s’inserisce armoniosamente nella linea dorsale e nel torace.
CORPO
Linea superiore: dal collo arcuato, con un garrese ben marcato, si unisce gradatamente al dorso che è relativamente lungo e saldo.
Garrese: ben pronunciato.
Dorso: saldo e muscoloso, senza insellatura, non sopraelevato nella sua parte posteriore. Un dorso un po’più lungo non è un difetto, ma fa parte delle caratteristiche specifiche della razza.
Groppa: bacino lungo e mediamente obliquo.
Torace: possente, ma non esageratamente largo; sufficientemente disceso - arriva quasi a livello del gomito – e sufficientemente lungo. Ben cerchiato senza essere a botte. Le costole sono lunghe e lo sterno è ben marcato.
Linea inferiore: risale leggermente, ma il ventre non è troppo retratto.
CODA: attaccata un po’ bassa, al di sotto della linea dorsale, più bassa che nelle altre razze simili. La coda è potente e ben fornita di pelo. A riposo pende, in attenzione e in movimento è portata orizzontalmente o anche più su.
ARTI
ANTERIORI:
In generale: “alti”; asciutti, diritti e paralleli, ma non troppo distanziati.
Spalla: lunga e obliqua. Ben aderente. Potentemente muscolosa. Buona l’angolazione dell’articolazione scapolo-omerale.
Braccio: obliquo, sufficientemente lungo e forte.
Gomiti: liberi e posizionati parallelamente al piano mediano del corpo. Non deviati in dentro né in fuori.
Avambraccio: lungo e diritto e verticale
Carpo: potente e saldo.
Metacarpo: nervoso e leggermente obliquo
Piedi anteriori: potenti e forti. Paralleli all’asse del corpo. Dita ben chiuse e arcuate. Le dita mediane, più lunghe, sono caratteristiche della razza, e quindi non costituiscono un difetto. Unghie da grigio chiaro a grigio scuro. Cuscinetti ben pigmentati, fermi.
POSTERIORI:
In generale: “alti”, asciutti, molto muscolosi. Paralleli, non deviati né in dentro né in fuori.
Coscia: sufficientemente lunga, potente e molto muscolosa.
Ginocchio: forte e saldo.
Gamba: lunga, con tendini ben visibili.
Garretto: potente e saldo.
Metatarso: asciutto, in posizione quasi verticale.
Piedi posteriori: potenti e compatti, senza speroni. Per il resto simili agli anteriori.
ANDATURA: il movimento è sciolto e ricopre molto terreno. Anteriori e posteriori si muovono paralleli gli uni agli altri. Il galoppo è lungo e piatto. Al trotto la linea dorsale rimane orizzontale. L’ambio è indesiderabile.
PELLE: solida. Ben aderente, ma senza esagerazione
MANTELLO
PELO:
Pelo corto – corto ( ma più lungo e fitto che in altre razze simili), forte, molto fitto, liscio e ben adagiato. Senza o con sottopelo molto scarso.
Pelo lungo: morbido e lungo, con o senza sottopelo. Liscio o leggermente ondulato. Al punto d’inserzione degli orecchi lungo e ben ricadente. All’estremità degli orecchi è ammesso il pelo vellutato. La lunghezza del pelo sui fianchi è da 3 a 5 cm.
Sotto il collo, il petto e sul ventre è un po’ più lungo. Buona culotte e frange la cui lunghezza diminuisce verso il basso. Coda con bel pennacchio. Spazio interdigitale fornito di pelo.
Sulla testa il pelo è meno lungo.
Un tipo di mantello simile ad un doppio pelo, con un pelo di copertura di media lunghezza, fitto, ben adagiato, sottopelo denso, frange mediamente sviluppate e culotte, si trova nei cani con patrimonio ereditario misto.
COLORE: grigio argento, grigio capriolo o grigio topo, come pure tutte le sfumature intermedie fra queste tinte. La testa e gli orecchi generalmente un po’ più chiari. Macchie bianche non sono ammesse che in minima misura al petto e alle dita.
Talvolta, al centro del dorso, c’è una striscia scura più o meno marcata, detta “riga d’anguilla”.
I cani che presentano distinte focature dal rosso fuoco al giallo non possono ottenere più di “Buono”- Le focature marroni sono un grave difetto.
TAGLIA:
Altezza al garrese: Maschi 59 –70 cm (altezza ideale da 62 a 67) - Femmine 57– 65 cm (“ “ “ 59 - 63)
Peso: Maschi circa 30 – 40 kg - Femmine circa 25 – 35 kg
DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra deve essere considerata come difetto, e la severità con cui questo difetto sarà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità.
DIFETTI GRAVI:
• Sensibile deviazione nel tipo. Caratteristiche sessuali non tipiche.
• Gravi deviazioni dalla taglia e dalle proporzioni
• Muso: grave difetto ad esempio: spesse labbra pendenti, muso corto o appuntito.
• Mascelle e denti: mancanza di più di due PM1 o M3.
• Occhi: imperfezioni leggere, soprattutto leggeri e parziali difetti alle palpebre.
• Orecchi: definitivamente corti o lunghi, non rigirati.
• Collo con pelle lassa (giogaia). Grave deviazione nella forma e muscolatura.
• Dorso: evidentemente avvallato o cifotico. Groppa più alta del garrese.
• Torace, ventre: torace a botte, insufficientemente disceso o lungo. Ventre levrettato.
• Grave anomalia in posizione: es. insufficienti angolazioni, gomiti deviati in fuori, piedi aperti.
• Posteriore cagnolo o vaccino in modo pronunciato
• Cattivo movimento nelle varie andature, con insufficiente spinta o allungo. Ambio
• Seri difetti come: pelle molto fine o molto grossolana.
• Mescolanza fra le varianti di pelo stabilite dallo standard.
• Mancanza di frange al ventre, sugli orecchi (orecchi di cuoio). Gran quantità di pelo lanoso nella varietà a pelo corto. Pelo particolarmente ricciuto o scarse frange nella varietà a pelo lungo.
• Deviazione dalla tonalità grigia, come giallastro o brunastro. Focature brune
• Forte deviazione dalla corretta taglia o peso (ad es. più di 2 cm. della misura data dallo standard)
• Leggere anomalie del carattere
• Altre grosse mancanze
DIFETTI ELIMINATORI:
• Assoluta mancanza di tipicità, soprattutto cane troppo pesante o troppo gracile.
• Assolutamente sproporzionato
• Assolutamente atipico, come ad es. cane con testa da Bulldog.
• Muso: assoluta mancanza di tipicità, come canna nasale decisamente concava
• Mascelle e denti: enognatismo, prognatismo, mancanza di ulteriori denti di quelli citati.
• Occhi: entropion, ectropion
• Orecchi: assolutamente atipici, come orecchi a sventola.
• Giogaia particolarmente marcata
• Dorso: molto insellato o a carpa. Decisamente alto nella parte posteriore.
• Torace, ventre: torace decisamente a botte o malformato.
• Arti rachitici o deformi
• Zoppìa cronica
• Movimento particolarmente impedito
• Malformazione e danni della pelle
• Parziale o totale mancanza di pelo.
• Macchie bianche oltre che al petto e ai piedi.
• Colori diversi dal grigio. Ampie focature brune
• Spiccatamente sopra o sotto taglia
• Ulteriori malformazioni. Malattie che devono essere considerate ereditarie, come ad es. l’epilessia.
• Anomalie del carattere, ad es. timidezza o paura.
Nella lista non sono naturalmente elencati tutti i difetti che si possono trovare; quelli di cui sopra devono essere considerati come esempi.
N.B. i maschi devono avere due testicoli apparentemente normali, completamente discesi nello scroto.