Una mia carissima amica, dopo un recente viaggio in Arabia Saudita, mi raccontava della situazione sui diritti civili delle donne in quel paese e su quanto fosse lontana dagli standard europei tale situazione.
Volete un esempio banale? Sapevate che una donna non può guidare un'autovettura o aprire un conto corrente in banca? E che non e' possibile per le donne lavorare nel settore petrolifero ? Potete facilmente immaginare che, in un paese la cui economica e' fortemente basata sul petrolio, questo equivale a dire che per le donne trovare un impiego non debba essere cosi semplice…
La verità è che in Arabia Saudita sono in vigore leggi e prassi di segregazione, una sorta di “apertheid”, che discriminano pesantemente la condizione delle donne. E' uno dei pochi paesi al mondo dove milioni di persone vengono discriminate sulla base di una loro caratteristica biologica, cioè quella di appartenere al sesso femminile.
Vediamo insieme 5 casi di diritti civili non concessi alle donne in Arabia Saudita.
1. Guidare autovetture
L'Arabia Saudita è l'unico paese al mondo dove vige il divieto assoluto per le donne di guidare autovetture. E la pena per la malcapitata che decide, a suo rischio e pericolo, di sfidare tale divieto... è di 10 frustate. Avete letto bene. Questa è stata la pena che il Tribunale di Jeddah ha deciso di infliggere, nel 2011, ad una donna “colpevole” di aver sfidato il divieto di guidare un’auto.
Il governo arabo obbliga le famiglie abbienti a spendere circa 400 dollari al mese per avere un autista. Le famiglie, invece, che non possono permetterselo, devono fare affidamento sui parenti maschi per accompagnare le donne a lavoro.
Sembra che dal mese di aprile 2013, le donne, dopo un annuncio a sorpresa da parte del Ministero Islamico degli Affari Esteri, possono spostarsi in bicicletta, solamente in alcune aree designate del Paese. Ma lo possono fare rispettando delle condizioni: dovranno essere accompagnate sempre da un maschio, dovranno indossare obbligatoriamente un abaya islamico che le ricopra dalla testa fino ai piedi e potranno circolare in alcune zone ben definite (assolutamente non per spostarsi da un luogo all'altro). Questo viene visto come un piccolo passo verso la corsa all’emancipazione delle donne, anche se le restrizioni discriminatorie restano comunque numerose e la strada da percorrere ancora è molto lunga!
2. Viaggiare e circolare da sole
Attualmente in Arabia Saudita, le donne non possono viaggiare senza l'accompagnatore o senza una espressa autorizzazione. Tale divieto non vale solamente per le donne che hanno compiuto 45 anni di età. Le altre donne, invece, al di sotto di quest'età, che devono viaggiare hanno 2 possibilità: o devono viaggiare accompagnate dal marito o dal padre oppure essere in possesso di un modulo di autorizzazione firmato da un tutore maschio.
Recentemente, il governo saudita ha lanciato nel suo sito, una procedura di "autorizzazione di viaggio on-line", dove il tutore maschio, senza lungaggini burocratiche, può risolvere tutto dal suo pc domestico.
C'è da dire che non sono pochi i maschi che comprendono queste esigenze delle donne di poter uscire di casa e di compiere liberamente dei viaggi in piena libertà. Tuttavia, la maggioranza della società saudita, collega la libertà di movimento femminile all' immoralità e, quindi, impone a loro il divieto assoluto di andare in giro da sole.
3. Attività sportive
Fino a qualche anno fa, le palestre private riservate ad un pubblico femminile, erano permesse ed autorizzate dallo stato Saudita, ma, dopo diverse leggi religiose a sfondo islamico intervenute negli ultimi anni, la polizia religiosa ha deciso di chiuderle definitivamente. Le scuole e le università statali prevedono lezioni di ginnastica solo per i maschi e non esistono corsi di ginnastica per le ragazze o squadre sportive femminili.
Nessuno dei 153 club sportivi regolati dal governo ha una donna tra i suoi membri. Nel paese esistono 29 federazioni sportive ma nessuna offre competizioni femminili.
Human Rights Watch ha chiesto ripetutamente al governo saudita di rispettare il diritto delle donne a praticare un’attività sportiva e al Comitato Olimpico internazionale di prendere provvedimenti contro l’Arabia Saudita. La Carta Olimpica, infatti, prevede l’esclusione del Paese che pratica un qualsiasi tipo di discriminazione.
Dopo molte pressioni a livello inernazionale, le autorità saudite hanno eliminato il divieto di competere alle Olimpiadi imposto sulle donne e per la prima volta hanno inviato a Londra 2012 due atlete (rigorosamente accompagante, ovvero autorizzate, dai rispettivi padri).
4. Lavoro
Alle donne in Arabia Saudita non è permesso fare tutti i tipi di lavoro. Se nasci donna in questo paese, non puoi fare nulla senza il permesso di un tutore maschio. Non puoi lavorare, viaggiare o persino recarti da un medico anche se, da un paio di anni, le donne saudite sono state autorizzate a svolgere qualsiasi lavoro.
Prima potevano svolgere solamente 2 attività ritenute adeguate e appropriate ad una donna, fare il medico o l'insegnante. Oggi possono teoricamente fare qualsiasi lavoro, ma in pratica ciò non accade mai considerato che tutto dipende sempre dalle possibilità concesse dalle loro famiglie. Purtroppo, il più delle volte sono costrette a stare a casa e rinunciare a qualsisi tipo di lavoro.
Le poche ragazze che hanno un lavoro, devono sempre sottostare al controllo di un "guardiano" uomo. A causa di tali restrizioni circa 1,7 milioni di donne non ha un'occupazione, anche se oltre il 50% ha una formazione universitaria.
Molte ragazze lavorano alle casse dei supermercati e presso i negozi di biancheria intima dove vengono impiegate solo ragazze, considerando che l’ingresso a tali negozi, è riservato alle famiglie e è vietato rigorosamente agli uomini soli.
Pensate che fino al 2011 le donne di questo paese non potevano nemmeno votare, anno in cui Re Abdullah ha permesso alle donne di candidarsi e votare, a partire dal 2015. A gennaio del 2013 il re ha anche nominato 30 donne nel consiglio della Shura.
5. Separazione tra sessi opposti
Con una legge emanata nel Febbraio 2013, tutti i negozi dell'Arabia Saudita dove lavorano commessi di entrambi i sessi, dovranno erigere dei muri per separare gli uomini dalle donne. La sharia islamica impone la rigida separazione fra persone di sesso opposto che non hanno legami di sangue e la polizia religiosa ha il compito di pattugliare rigorosamente le strade per garantire che, in pubblico, le donne restino separate dagli uomini.
Quando un turista visita questo paese, la prima cosa che nota è la severa segregazione tra i generi, cioè ogni cosa è divisa tra donne e uomini. Le donne che vogliono mangiare o consumare qualcosa nei caffe’ possono farlo solo in un’area dedicata alle famiglie, la Family Section. Nei centri commerciali quasi tutti i ristoranti e i caffe’ (tipo McDonald's o Starbucks) hanno una sezione dedicata alle famiglie o alle donne sole e una per gli uomini soli. Normalmente la family section di un ristorante e’ organizzata a cubicoli forniti di tende o dei separe’, in modo da impedire a chiunque di vedere oltre.
Ciao, posso avere le fonti dell’articolo? Ti ringrazio!
Ciao Antonella,
la collaboratrice che ha scritto l’articolo ha fatto divere ricerche su internet (anche su siti stranieri) per avere il materiale di base da cui scrivere l’articolo.
Grazie! 🙂
Apartheid, non apertheid.
Beh, che le donne non devono guidare non è mica poi del tutto sbagliato… (sto scherzando, ovviamente!).