Prima di cominciare a spiegare cosa sono i bitcoin, vale la pena fare una premessa che a molti potrebbe sembrare scontata ma invece è fondamentale.
Il valore che noi attribuiamo a una moneta è frutto di una convenzione.
Le banconote di per sé sono solo dei pezzi di carta e se possiamo utilizzarle per ottenere beni e servizi è perché siamo tutti d’accordo sul potere d’acquisto che riconosciamo loro.
Non ha senso affermare che il bitcoin è solo un numero all’interno di un computer o di una rete, perché la banconota potrebbe essere, appunto, solo carta. Affinché le cose cambino, basta che tutti lo decidano.
I bitcoin sono una moneta digitale che gli utenti conservano in portafogli virtuali chiamati wallet. Possono essere usati per fare pagamenti verso negozi o società che li accettano, per trasferire denaro ad altri utenti, o più semplicemente come strumento di speculazione.
Negli ultimi 10 anni un nuovo movimento sociale ha dato vita a un vero ecosistema monetario digitale. La rivoluzione sta nel fatto che il sistema può essere governato dagli utenti della rete.
Un cambiamento epocale che si verifica per la prima volta nella storia dell’umanità. Possibile grazie alla Blockchain, la tecnologia chiave dietro alla maggior parte delle criptovalute.
La Blockchain non è applicabile solo a sistemi di pagamento digitali e alternativi, ma può essere sfruttata in svariati settori come quello della sanità, dell’Internet delle Cose, della burocrazia: per certificare lo scambio di informazioni importanti e sensibili.
Secondo un recente studio dell’agenzia di consulenza Deloitte, il 28% delle maggiori compagne specializzate in tecnologia e finanza ha già investito più di cinque milioni di dollari in tecnologie blockchain.
Torniamo al bitcoin: molti esperti sostengono che sarà l’oro del futuro, a causa delle sue transazioni, più lente e costose rispetto ad altre altcoin.
Rappresenta uno dei primi esempi concreti dell’idea di criptovaluta, descritta originariamente nel 1998 da Wei Dai nella mailing list Cypherpunks.
Bitcoin è caratterizzato dall’impiego della crittografia e dall’assenza di istituzioni finanziarie: nessun potere centrale governa il network della moneta. Scopriamo di più.
1. Il problema della sicurezza e il valore del bitcoin
- Il problema della sicurezza
L'idea di criptovaluta in sé non è innovativa, sin dagli albori di Internet ci sono stati movimenti volti alla creazione di una moneta virtuale, che puntavano all'indipendenza e alla libertà dai sistemi di controllo governativi.
Tuttavia, i teorizzatori non sono mai riusciti a risolvere le problematiche connesse alla natura intrinseca del dato informatico.
In quanto digitale è afflitto da numerosi fenomeni di copia non autorizzata... Basti pensare, per esempio, alla lotta tra cracker e case discografiche.
Ogni metodo utilizzato da queste ultime per evitare la copia contraffata dei brani musicali veniva regolarmente aggirato dai pirati rendendo la tecnologia poco sicura.
Il bitcoin risolve questo grossissimo problema presente fin dalle prime teorie cypherpunks, chiamato double-spending.
Si tratta della possibilità di spendere o creare due volte lo stesso token (gettone o moneta).
Il metodo classico per ovviare al problema è l’utilizzo di un'autorità centrale accreditata che gestisce il sistema combattendo la contraffazione, per esempio aumentando la difficoltà di riproduzione delle banconote e dando ai falsari del filo da torcere.
La svolta avviene nel 2008, quando viene implementata la tecnologia Blockchain per le transazioni in bitcoin.
La blockchain è un registro pubblico dove ogni transazione viene verificata in modo decentralizzato da parte degli utenti della rete, chiamati Miner, che certificano le operazioni sulla moneta tramite un processo di proof-of-work.
Il risultato finale può essere definito effettivamente "oro digitale". Prendendo come esempio il business dei metalli preziosi, il bitcoin diventa una delle prime valute digitali a prova di double-spending, rendendo possibile un aumento di valore credibile.
Il fenomeno ha una portata talmente vasta che oggi viene insegnato e studiato nelle Università di tutto il mondo.
- Il valore del bitcoin
Il valore del bitcoin è determinato dal mercato attraverso la ben nota legge economica della domanda e dell'offerta.
Una particolarità del bitcoin, che fa crescere esponenzialmente il suo valore, è la quantità limitata del numero di monete che si possono coniare (in gergo si dice: minare).
Il valore massimo di monete è di 21 milioni e al momento ne sono state minate circa 17 milioni.
Secondo alcuni calcoli approssimativi il tetto massimo di 21 milioni sarà raggiunto nel 2140.
Questo perché ogni quattro anni il numero di bitcoin
emessi viene dimezzato (secondo l’attuale potenza di calcolo), cosi come la quantità di moneta distribuita a chi scopre i nuovi blocchi (tramite il processo di mining) da aggiungere alla Blockchain.
Un'altra caratteristica del Bitcoin è che il software necessario alla sua creazione è open source e non proprietario.
È stato sviluppato e continua a evolversi grazie a una comunità di volontari che collaborano insieme per risolvere i problemi e migliorare il progetto.
La Bitcoin Foundation, costituita nel 2012, si occupa di coordinare lo sviluppo lato software ed è una società senza scopo di lucro.
Nel caso in cui la fondazione Bitcoin cessasse lo sviluppo tecnico, il lavoro verrebbe comunque portato avanti da sviluppatori volontari.
Anche nell'ipotesi che vede Bitcoin Foundation o un altro soggetto cercare di prendere il controllo del software per minare, l'enorme comunità diffusa si rifiuterebbe di continuare a sviluppare aggiornamenti e migliorie, necessarie per il funzionamento stesso del sistema.
Oltre alla tecnologia dietro ai bitcoin, anche il team alle spalle della criptovaluta è decentralizzato, rendendo il meccanismo più sicuro.
La frammentazione qui rappresenta un punto di forza. Caratteristiche che candidano il sistema Bitcoin a essere eletto tra le invenzioni più importanti degli ultimi 100 anni.
2. Da dove nasce l'idea di Bitcoin
Le criptovalute stanno vivendo una rapidissima evoluzione e diventa sempre più difficile capire quale direzione prenderanno.
Tuttavia, dobbiamo tenere a mente che quanto sta accadendo oggi è frutto di decenni di lavoro e di studio approfondito.
Prima di analizzare la nascita di Bitcoin e delle criptovalute in generale, bisogna capire cosa è successo dal punto di vista storico, sociologico e tecnologico negli anni precedenti, partendo dallo sviluppo della crittografia.
Fino agli anni 70, la crittografia era praticata principalmente da organizzazioni militari e dalle agenzie di spionaggio e controspionaggio.
Con la pubblicazione del testo "Nuove direzioni in crittografia" (di Whitfield Diffie e Martin Heilman) le cose cambiarono. Prima di allora non erano stati divulgati materiali scritti sul tema.
Negli anni '80 David Chaum, noto informatico e crittografo americano, ha iniziato a trattare argomenti come il denaro digitale anonimo. È lui l'inventore di E-cash: app di pagamento elettronico che mira a preservare l'anonimato dell'utente (siamo nel 1983!).
Chaum era convinto del fatto che la privacy delle transazioni fosse essenziale per garantire la democrazia.
E forse ci aveva visto giusto. Tutte le idee innovative riguardanti queste tematiche, alla fine del 1992, portano alla nascita di un piccolo gruppo che inizia a riunirsi mensilmente presso la società di Gilmore Cygnus Solutions, nella San Francisco Bay Area.
L'unione è stata definita umoristicamente Cypherpunk, una crasi tra cypher che significa cifra o codice e cyberpunk (la corrente letteraria e artistica degli anni '80).
I cypherpunk possono essere definiti come attivistiche mirano a un cambiamento sociale e politico attraverso l'uso della crittografia informatica e il rispetto della privacy.
Il loro obiettivo principale è quello di togliere potere ai governi e riconsegnarlo nelle mani dei singoli individui. I primi membri del gruppo lavoravano gomito a gomito in un clima di collaborazione e grande fermento intellettuale.
Nel 1997 Adam Back, crittografo e cryptohacker, crea Hashcash: un meccanismo concepito per limitare lo spam via email, successivamente riutilizzato come parte dell’algoritmo per il mining di bitcoin e altre criptovalute simili.
Più tardi, nel 1998, Wei Dai pubblica la proposta di creazione di b-money, un modo pratico per far rispettare gli accordi contrattuali tra utenti anonimi. I concetti da lui presentati verranno successivamente ripresi e usati nel progetto Bitcoin.
Dieci anni prima di Satoshi un altro informatico, crittografo e ricercatore, Nick Szabo, inizia a concettualizzare e programmare un sistema monetario decentralizzato. Szabo ha lavorato sulla valuta Bit Gold fino al 2005.
L’idea era quella di superare alcuni problemi legati alle valute cosiddette legali (ad esempio il dollaro), come il fatto che vanno incontro a numerosi rischi, tra cui l'inflazione. Bit Gold però non ha mai visto la luce.
La creazione del Bitcoin ha rafforzato l'intero movimento cypherpunk, perché ha permesso a realtà come Wikileaks di continuare a operare grazie alle donazioni in bitcoin, anche dopo il blocco bancario che ha escluso l'organizzazione dai circuiti finanziari mondiali.
Tanti indizi possono farci pensare che sotto il nome di Satoshi Nakamoto, pseudonimo dell'inventore di Bitcoin, si nascondano alcuni cypherpunk. La struttura di Bit Gold, infatti, è quella che si avvicina a Bitcoin più di tutte le altre criptovalute (esistenti o solo teorizzate).
Le idee innovative che in un primo momento vennero messe da parte per difficoltà tecniche e altri motivi contingenti, tutto a un tratto tornarono in vita attraverso il progetto Bitcoin, subito dopo la crisi finanziaria del 2008.
Satoshi o chi per lui ha ripreso in mano e perfezionato il lavoro dei suoi predecessori, realizzando in breve tempo quella che si è rivelata la criptovaluta per eccellenza.
3. Come comprare bitcoin e le cinque regole d'oro
- Come comprare bitcoin
- Usare un Exchange (acquisto indiretto)
Uno dei modi più semplici e veloci per poter acquistare bitcoin è la realizzazione di un account su un sito di scambio di criptovalute online.
Per aprire un conto è solitamente necessario presentare un documento d'identità che verrà verificato dal portale.
Attualmente, esistono centinaia di exchange con gradi variabili di liquidità e affidabilità.
Tra i più conosciuti e utilizzati ricordiamo: Coinbase (sul quale però circolano alcune lamentele in Rete), Bitfinex, Kraken.
Una volta acquistata la somma di bitcoin desiderata attraverso un pagamento con carta di credito o debito, Paypal oppure un bonifico (vanno verificati i costi), il passo da fare è quello di creare un wallet.
Quest'ultimo può essere online, realizzato direttamente sulla piattaforma exchange o da un fornitore di servizi indipendente, oppure può essere un desktop wallet o un mobile wallet.
Ne esistono anche offline, salvati su dispositivo hardware o persino cartacei. A ognuna di queste categorie corrisponde un'ampia selezione di servizi.
Se però scegliamo di conservare i nostri bitcoin direttamente su un exchange bisogna tener conto che in caso di chiusura del portale tutte le criptovalute verranno perse irrimediabilmente.
La maggior parte delle persone confonde la differenza tra wallet ed exchange. È fondamentale capire che sono due cose distinte e molto diverse.
Va scelto un wallet che dia la possibilità di accedere in modo sicuro, tramite passphrase composta da 12 a 24 parole segrete, alle proprie chiavi private indispensabili per disporre della criptovaluta e fare operazioni di vendita, scambio, eccetera.
Potremo anche acquistare beni e servizi in alcune città italiane.
- Fare transazioni dirette tra utenti Bitcoin (acquisto diretto)
Si possono acquistare bitcoin anche in modo diretto.
Piattaforme come LocalBitcoins permettono agli utenti di trovare persone più o meno vicine che vogliano scambiare bitcoin con i contanti o viceversa.
Si possono utilizzare servizi di escrow che stabiliscono un accordo tra venditore e acquirente, secondo il quale la somma di denaro viene depositata presso una terza parte a titolo di garanzia, e rilasciata poi al momento in cui entrambe le controparti portano a termine quello che hanno promesso.
- Usare un ATM bitcoin
Esistono degli sportelli automatici per il prelievo, simili a quelli delle banche, che permettono di acquistare bitcoin inserendo contanti. In Italia ce ne sono circa 10.
Bisogna infilare le banconote, appoggiare il codice QR del nostro wallet sul lettore e i bitcoin verranno depositati direttamente sul nostro account.
- Provare il trading
Infine, si possono fare investimenti senza acquistare direttamente la criptovaluta, utilizzando piattaforme come Plus500, che offrono i cosiddetti contratti per differenza (CFD).
In questo modo possiamo guadagnare sfruttando la volatilità del bitcoin (e altre criptovalute) giocando anche al ribasso (shorting).
È inutile dire che non si avranno realmente in mano criptovalute ma solo un "contratto" con il broker.
Molte app per smartphone permettono di controllare le oscillazioni del valore di bitcoin e tenere monitorati gli investimenti.
- Le cinque regole d'oro
1) Teniamo sempre al sicuro il nostro portafoglio, il cosiddetto wallet, così come facciamo con quello reale nella vita quotidiana.
2) Il valore di Bitcoin non è stabile, dunque può aumentare o diminuire imprevedibilmente.
Per tale motivo non è raccomandabile mantenere i propri risparmi in bitcoin e convertire più di quanto si è disposti a perdere. Si tratta di un investimento ad elevato rischio.
3) Una volta confermata, la transazione non può essere annullata, quindi è bene assicurarsi in anticipo che la persona (o l’organizzazione) a cui si vogliono inviare i soldi sia affidabile.
Controlliamo più volte l'inserimento corretto dell'indirizzo del ricevente. Ci sono malware che cambiano l'indirizzo agendo sui comandi di copia e incolla, inserendone uno simile all'originale ma diverso in pochi caratteri e mandando così i nostri soldi a un'altra persona.
4) Bitcoin non è anonimo, tutte le transizioni vengono raccolte e sono reperibili pubblicamente in un registro condiviso. Quello che non è possibile sapere è il nome vero di chi ha eseguito l'operazione.
5) Si tratta di un tipo di valuta in pieno sviluppo e dal futuro incerto. Il tetto massimo di bitcoin è fissato a 21 milioni e per molti il suo valore è destinato a salire, ma nessuno può giurare che fra 20 anni esisterà ancora.
4. Pagare in bitcoin
La maggior parte dei metodi di pagamento digitali ha una caratteristica che per molte persone rappresenta uno svantaggio: lascia tracce facilmente individuabili da governi e banche.
Se è vero che chi non ha niente da nascondere può non farci troppo caso, è anche vero che per molti mantenere l'anonimato su quello che si compra, si vende o si trasferisce rappresenta una scelta di vita, un'espressione imprescindibile di libertà.
Sappiamo bene che le informazioni al giorno d'oggi sono merce preziosa, perché regalarle inconsapevolmente a chissà chi? Il sistema Bitcoin è nato per questo. Quando si compra qualcosa pagandola in bitcoin, l'operazione viene registrata nella Blockchain, ma nessuno potrà risalire alla nostra identità.
L'utilizzo di questa moneta digitale come metodo di pagamento è tuttavia ancora molto limitato anche se diversi store (soprattutto online) hanno iniziato ad accettarla. Bisogna prestare attenzione al piccolo simbolo Bitcoin nella sezione "Metodi di pagamento" per verificare se un sito accetta o meno questa o un'altra valuta digitale.
Esistono app come BitcoinMap che sfruttano la geolocalizzazione per segnalarci attività commerciali nelle vicinanze "aperte" ai bitcoin. Al contrario di quello che potremmo pensare, in Italia esistono posti dove possiamo pagare in bitcoin: bed&breakfast, librerie, negozi e molto altro.
A Rovereto, città pioniera nel campo degli scambi tramite criptovaluta, i pagamenti in moneta digitale sono accettati anche al bar oppure in edicola. Nella capitale c'è un negozio di orologi di lusso che prevede pagamenti in bitcoin. Il suo motto recita efficacemente "se ti fidi della matematica, ti puoi fidare di Bitcoin".
Ma come funziona? Per inviare e ricevere pagamenti in bitcoin bisogna prima possedere un wallet. Generalmente un wallet è un software compatibile con i PC desktop o i dispositivi portatili. In alternativa può anche essere un componente hardware.
L'accesso al wallet avviene attraverso una chiave privata che ci viene fornita nel momento in cui apriamo un nuovo portafoglio. Un wallet affidabile deve darci la possibilità di crittografare i dati e possibilmente di usare più password, così da garantire un livello di sicurezza superiore, come avviene quando accediamo all'internet banking.
A differenza di quest’ultimo però, il portafoglio digitale per le criptomonete non è riconducibile a una persona tramite codice fiscale o altri dati identificativi. L'unico elemento indispensabile per operare con il wallet è la o le, meglio se sono più di una, chiavi di accesso private.
Dobbiamo quindi conservarle con la massima attenzione per non mettere a rischio i nostri soldi e stare attenti ad accedere al portafoglio solo da dispositivi e reti sicure. I portafogli digitali non memorizzano la valuta: tutto quello che fanno è tenere traccia delle transazioni nella blockchain.
Tramite wallet possiamo comunicare direttamente con la blockchain per inviare e ricevere monete, controllare il saldo e fare transazioni. Le procedure per le transazioni sono molto simili a prescindere dalla tipologia di portafoglio digitale.
Per ogni transazione, sia in entrata sia in uscita, vi è un codice identificativo alfanumerico personale, che definisce l'indirizzo, fondamentale per eseguire i pagamenti. Al posto del codice alfanumerico si può utilizzare il QR code contenente lo stesso address.
Rappresenta un metodo più comodo e rapido rispetto alla digitazione del codice e al momento anche più sicuro rispetto a un copia e incolla. Per poter ricevere un pagamento in bitcoin basterà fornire il proprio address o il QR code.
Questo è un esempio di indirizzo bitcoin: 19BY2XCgbDe6WtTVbTyzM9eR3LYr6VitWK. Come si capisce subito è difficile e noioso riscrivere questa stringa per effettuare un pagamento, ecco spiegato perché il QR code visualizzato sullo smartphone è più pratico.
Il lato positivo per i commercianti è che non serve nessun dispositivo dedicato come pos o simili. Basta un normalissimo smartphone o PC all'interno dell'esercizio commerciale.
I tre passaggi:
II processo di pagamento con criptovaluta è più difficile da spiegare che a farsi. Lo abbiamo, riassunto in tre passaggi.
- Registriamoci a un sito di cambio (exchange) e acquistiamo bitcoin facendo un trasferimento di denaro dal conto in banca.
È possibile fare un bonifico o comprare con carta di credito, anche se spesso con questo sistema ci vengono richieste commissioni più elevate. - Trasferiamo la valuta in un wallet e installiamo nello smartphone l'app che ci permette di pagare e ricevere denaro.
Ora il nostro telefono è anche il nostro portafoglio digitale. - Entriamo in un negozio. Per acquistare un bene o un servizio pagando in bitcoin facciamo una scansione del QR code mostrato dal commerciante. Infine digitiamo la cifra e confermiamo la transazione.
5. I pericoli e le truffe
Tutti i rischi legati alia criptovaluta bitcoin si possono dividere, con alcune eccezioni, in due macrogruppi: da una parte ci sono i rischi per gli utenti e dall'altra quelli intrinseci al sistema stesso.
Anche se la tecnologia su cui si fondano le criptovalute è quanto di più affidabile ci sia attualmente in circolazione, non dimentichiamo un detto che usano ripetere tutti gli esperti in sicurezza: l'anello debole di ogni sistema informatico si trova sempre fra la sedia e il monitor.
In poche parole siamo noi quel punto debole, la nostra distrazione o superficialità sono la causa di molti problemi e disavventure.
Il codice che ci garantisce l'accesso al nostro portafoglio virtuale è inespugnabile, ma se un hacker entra di soppiatto nel nostro computer e noi abbiamo memorizzato la chiave in un documento di Word, il danno è fatto.
Quando il nostro PC viene infettato da un malware di tipo keylogger, che registra i movimenti delle dita sulla tastiera, il pericolo che la passphrase per il wallet ci venga rubata è alto. Idem se qualcuno si impossessa del nostro cellulare contenente la chiave privata.
È di qualche mese fa la notizia di un sito apparentemente innocuo che aiutava le persone a generare chiavi sicure per proteggere il proprio wallet, ma in realtà le memorizzava e le usava per svuotare i portafogli dei malcapitati.
Ci sono, inoltre, dei malware che modificano l'indirizzo durante il processo di copia e incolla cambiando la destinazione delle nostre criptovalute.
- I rischi per gli utenti del sistema
Sappiamo che Bitcoin è un sistema completamente decentralizzato dunque non ha un unico nucleo di controllo. L'intera responsabilità della sicurezza risiede negli utenti.
Ciascuno ha (o meglio dovrebbe avere) la possibilità esclusiva di usare le proprie chiavi private.
Chiavi che sono associate ai corrispondenti bitcoin address. Pertanto la sicurezza dell'utilizzo di Bitcoin come sistema è legata al comportamento di ogni utente.
Lo smarrimento o il furto delle chiavi comporta la perdita del controllo sugli indirizzi bitcoin e, di conseguenza, la perdita della valuta crittografica memorizzata nel wallet collegato.
Bitcoin ha un solido meccanismo di difesa contro l'hacking che funziona grazie ad algoritmi di protezione crittografica. Fino ad ora, dal momento della sua creazione (nel 2009), ha dimostrato una solida sicurezza e affidabilità.
Nonostante questo, i numerosi servizi disponibili online creati da terze parti che gravitano attorno al sistema Bitcoin (stiamo parlando di exchange, web wallet e simili) possono diventare oggetto di ripetuti attacchi da parte degli hacker, facendo perdere agli utenti tutti i propri risparmi.
Perciò l'archiviazione di criptovaluta attraverso tutti i tipi di servizi online, anche i migliori, comporta il rischio di perdere tutto in caso di manomissione del sistema, o di disonestà dei proprietari. Non sono rare le truffe da parte degli stessi exchange, che spariscono col malloppo da un giorno all'altro.
- - L'errore umano e l'ingenuità
Un altro pericolo nell'utilizzo del sistema Bitcoin è dovuto al fatto che le transazioni non possono essere annullate una volta effettuate. In caso di errore, è possibile chiedere un rimborso solo dall'indirizzo Bitcoin al quale sono state inviate le criptovalute, quindi previo accordo del proprietario di tale indirizzo.
Ciò significa che se il destinatario non è una persona corretta, i fondi spariranno e non ci sarà possibile recuperarli.
Gli utenti di Bitcoin possono diventare bersagli di schemi di investimento fraudolenti oppure ad alto rischio senza esserne consapevoli.
Ma ciò è applicabile a qualsiasi altra attività, moneta legale compresa. Queste problematiche non sono legate a Bitcoin ma restano comunque un pericolo da considerare, soprattutto se siamo alle prime armi, conosciamo poco e male il mercato delle criptovalute e tendiamo a fidarci troppo facilmente degli altri.
- - Rischi internial sistema
Nonostante la solidità su cui poggia Bitcoin dal punto di vista tecnologico, ci sono comunque dei rischi legati alla sua stessa "natura". Sono di tre tipi:
1. Tecnici.
2. Legali.
3. Sociali.
I rischi tecnici sono associati alla tecnologia e possiamo suddividerli in vulnerabilità, errori di codice, violazione e imperfezioni varie del sistema.
Vulnerabilità gravi, associate a errori nel codice, che possano portare a conseguenze irreparabili e catastrofiche non sono state finora rilevate. Il sistema Bitcoin ha dimostrato la sua stabilità e solidità per quasi 9 anni ormai.
Si tratta però di una piattaforma in continua evoluzione, perciò può subire cambiamenti nei corso del tempo. Il codice sorgente di Bitcoin è aperto e questo non solo offre maggiore credibilità al sistema, ma consente anche a chiunque di analizzare, cercare errori, vulnerabilità e formulare proposte di sviluppo. Oggi Bitcoin deve far fronte a un numero molto elevato di transazioni per unità di tempo, cosa che alla sua nascita non era stata presa in considerazione. Il modo in cui
questa problematica verrà risolta, influenzerà l'ulteriore sviluppo di Bitcoin.
Attaccare il sistema per appropriarsi delle chiavi che consentono di accedere al portafogli, o comunque arrivare al seed, è praticamente impossibile "passando" per Bitcoin. Può avvenire, come invece abbiamo già sottolineato, che qualche criminale
sfrutti una falla nei servizi online legati a Bitcoin, ci rubi il telefono, o entri di nascosto nei nostro PC, impossessandosi delle chiavi oppure della nostra passphrase.
Per il successo delle criptovalute non è sufficiente il progresso tecnologico, è necessario creare una comunità (la rete degli utenti, minatori e non) e un insieme di infrastrutture (exchange & company), dunque ottenere il riconoscimento dalla
società.
I rischi legali e normativi per Bitcoin derivano dalle azioni delle autorità governative che devono stabilire lo status giuridico della criptovaluta e le regole per un suo utilizzo corretto e sicuro.
Come tutte le cose nuove, non esiste una regolamentazione specifica. Essendo un sistema di trasferimento di denaro non controllato da un singolo centro finanziario, le criptovalute potrebbero a lungo andare sostituire il denaro nazionale e sparirebbe così l'intermediazione finanziaria delle banche.
Ciò rappresenta una seria minaccia per il monopolio statale sul denaro e sulla sua circolazione.
Poiché Bitcoin è un sistema peer-to-peer completamente decentralizzato, gli Stati non hanno un meccanismo pen bloccare le transazioni.
Non possono impedire l'utilizzo delle criptovalute, per farlo dovrebbero disconnettere tutto il mondo da Internet.
Ma un governo può regolare i contatti tra criptovalute e denaro legale, vale a dire exchange, fondi di investimento e altre istituzioni finanziarie legate alle monete digitali.
Alcuni Stati, specialmente quelli autoritari come la Cina, hanno cercato di criminalizzare le operazioni con criptovalute e la loro produzione tramite mining.
I rischi sociali dipendono dalla fiducia che le persone ripongono in questa tipologia di valuta.
Sono problemi legati ai successi e ai fallimenti delle criptomonete, ma anche alle notizie diffuse nell'infosfera, quell'insieme di soggetti che creano e trasferiscono l'informazione (media tradizionali, social, utenti del web, ecc.).
II pensiero sulle criptomonete è ovviamente influenzato da quello che di esse si racconta. Il processo di accettazione delle valute digitali come strumento con un reale potere di acquisto sarà difficile e lungo (se davvero così sarà): anche la moneta cartacea non ha immediatamente sostituito quelle d’oro e d'argento.
Ma una nuova generazione, fedele al progresso tecnologico e stufa della "vecchia" finanza e delle sue crisi devastanti potrebbe accelerare il processo.