Nel film d’azione hollywoodiano Lucy, l’attore Morgan Freeman – rivestendo il ruolo di un neurologo di fama mondiale – parla ad una sala gremita:
“Si stima che la maggior parte degli esseri umani usi solo il 10% delle proprie capacità cerebrali. Immaginate se potessimo accedere al 100%”.
Purtroppo però, questo non è vero.
Dopo aver visto Lucy, Ramina Adam e Jason Chan, due dottorandi in Neuroscienze della Western University, nell’Ontario, hanno deciso di fare chiarezza.
“Ci siamo resi conto che dovevamo fare qualcosa per contrastare tutta questa disinformazione”, spiega Adam.
Così si sono proposti di raccogliere idee sbagliate sul funzionamento del cervello per poi sfatarle.
Ecco 10 miti da sfatare sul cervello!
1. L'uso del nostro cervello e la musica classica
- 1) Usiamo solo una parte del nostro cervello
Nel 1907, il famoso psicologo William James sostenne:
“Stiamo facendo uso solo di una piccola parte delle nostre risorse mentali e fisiche”.
Successivamente, un giornalista lo citò erroneamente dicendo che una persona media sviluppa solo il 10% delle proprie capacità mentali.
Le scansioni, tuttavia, dimostrano che usiamo ogni parte del nostro cervello, anche se non tutte le regioni sono contemporaneamente attive.
Ecco perché un danno a qualsiasi area del cervello - ad esempio, le conseguenze di un ictus - di solito si traducono in effetti mentali e comportamentali.
- 2) Far ascoltare musica classica ai bambini li rende più intelligenti
Lo stato della Georgia ha cominciato a distribuire CD di musica classica alle famiglie con neonati nel 1998.
Ogni CD includeva un messaggio del Governatore che recitava:
“Spero che a voi e al vostro bambino piaccia e che per il vostro piccolo sia l’inizio dell’intelligenza”.
Anche se tutto ciò è molto affascinante, il cosiddetto “Effetto Mozart” è dubbio.
L’idea era nata da uno studio compiuto nel 1993 presso la University of California, a Irvine, che aveva dimostrato che 36 studenti universitari avevano svolto meglio un test sul Quoziente Intellettivo dopo aver ascoltato Mozart piuttosto che dopo aver svolto esercizi di rilassamento o il silenzio.
Nessuno è stato in grado di replicare tali risultati. Infatti, in una revisione della Harvard University del 1999, 16 studi simili hanno concluso che l’Effetto Mozart non esiste.
2. Le cellule cerebrali e le differenze tra i sessi
- 3) Agli adulti non possono crescere nuove cellule cerebrali
Anche agli uccelli, ai conigli e ai ratti adulti possono crescere nuovi neuroni, ma per 130 anni gli scienziati non sono riusciti a identificare la nuova crescita di cellule cerebrali negli esseri umani adulti.
Tutto è cambiato nel 1998, quando un team svedese ha dimostrato che nuove cellule cerebrali si formano nell’ippocampo, la struttura coinvolta nella conservazione dei ricordi.
Successivamente, nel 2014, un team presso il Karolinska Institute, in Svezia, ha misurato le tracce di carbonio 14 nel DNA in modo da datare l’età delle cellule ed ha confermato che anche il corpo striato, l’area coinvolta nel controllo motorio e nella cognizione, produce nuovi neuroni per tutta la vita.
- 4) Il cervello dell’uomo è più adatto alla matematica e alle scienze, mentre il cervello della donna all’empatia
Ci sono delle piccole differenze anatomiche fra il cervello dell’uomo e quello della donna, questo è certo.
L’ippocampo, coinvolto nella memoria, è solitamente più grande nelle donne, mentre l’amigdala, coinvolto nelle emozioni, è più grande negli uomini (l’opposto di quello che ci si aspetterebbe).
Questo suggerisce quindi che la disparità fra i sessi sia causata da credenze di origine culturale.
Ad esempio, nel 1999, gli psicologi della University of Waterloo in Ontario, hanno sottoposto sia gli uomini che le donne ad un difficile test di matematica e hanno rilevato che le donne lo portarono a termine altrettanto bene degli uomini.
3. Il coma e i cruciverba
- 5) Essere in coma è come essere addormentati: ti svegli indenne e ben riposato
Nei film, il coma sembra innocuo: un paziente sottoposto a cura rimane a letto per qualche mese e si sveglia completamente indenne.
Nella vita reale, chi si risveglia dal coma, spesso soffre di disabilità e hanno bisogno di riabilitazione. Le scansioni del cervello ne spiegano il motivo.
Gli scienziati del French National Center for Scientific Research, nel 2012 hanno scoperto che regioni del cervello ad alto traffico - normalmente vivaci centri di attività, anche durante il sonno - sono stranamente scure nei pazienti in coma (mentre altri settori inspiegabilmente si accendono).
La maggior parte dei coma non dura più di due - quattro settimane. Quindi non credere a tutto ciò che vedete nelle serie TV.
- 6) Fare cruciverba migliora la memoria
Se ti è capitato di disperarti per il cruciverba della domenica, ecco una buona notizia: i neuroscienziati hanno scoperto che fare cruciverba ti rende molto bravo nel fare i cruciverba.
Uno studio del 2011, condotto da alcuni ricercatori presso l’Albert Einstein College of Medicine, ha scoperto che risolvere cruciverba, in un primo momento ha ritardato l’inizio del declino della memoria in individui di età compresa tra 75 e gli 85 anni, ma ha accelerato il declino (per ragioni sconosciute) dopo che la persona ha cominciato a mostrare segni di demenza.
Certo i neuro-scienziati sono d’accordo sul dire che non c’è nulla di male nel farli, ma non aspettatevi di ritrovare subito le chiavi di casa il lunedì mattina!
4. Il metodo di insegnamento degli studenti e bere alcolici
- 7) Gli studenti imparano meglio quando il metodo di insegnamento è affine al loro modo di apprendimento
Nel 2006, un gruppo di psicologi della University of California, a Santa Barbara, ha scoperto che gli studenti non sempre raggiungono risultati migliori quando vengono impartite loro lezioni con il metodo a loro preferito.
Ciò non toglie però, che ognuno abbia un metodo con il quale riesce ad apprendere meglio e più velocemente.
Ad esempio, ci sono principi di massima in base ai quali tutti sembrano imparare meglio, ad esempio attraverso il ripetere, i test e il distanziare le sessioni di apprendimento.
- 8) Bere alcolici uccide le cellule cerebrali
Quella sensazione della testa che gira che si prova dopo tre o quattro bicchieri di vino non è dovuta alle cellule cerebrali che spirano, state tranquilli.
Quando gli scienziati del Bartholin Institute, in Danimarca, hanno confrontato i cervelli di defunti che facevano uso di alcool con quelli di persone che non ne assumevano, hanno scoperto che il numero totale dei neuroni risulta essere lo stesso.
L’alcool, come altre sostanze, può uccidere alcune cellule cerebrali ad alte dosi, ma non un suo uso moderato.
Interferisce con il modo in cui i neuroni comunicano, interessando la capacità dello svolgere un’attività come il camminare, il parlare e il prendere decisioni.
5. L’ESP e i lobi del cervello
- 9) Sappiamo cosa stai pensando: l’ESP è una certezza scientifica
La percezione extrasensoriale (ESP acronimo di Extra-sensory perception), il cosiddetto sesto senso, può essere fatta risalire ad un esperimento del 1930.
Joseph Banks Rhine, un botanico della Duke University, affermò che gli individui ai quali viene mostrata la faccia bianca di un foglio di carta potrebbero indovinare una forma stampata sul retro, presumibilmente leggendo nella mente della persona che propone il test.
Anche se nessun altro tipo di test ha prodotto prove sull’ESP, il mito persiste grazie, in parte, anche alla CIA, che impiegava spie psichiche durante la Guerra Fredda.
I maestri dello spionaggio hanno posto fine alla loro “rete psichica” nel 1995, quando hanno finalmente concluso che l’ESP non può essere un’arma.
- 10) Alcune persone usano il lobo sinistro del cervello (logico) e altre quello destro (creativo)
Nel 1960, Roger Sperry, un neuropsicologo del California Institute of Technology, tagliò le fibre che connettono i due emisferi del cervello in alcuni pazienti con epilessia per ridurre o eliminare le loro convulsioni.
Poi fece un esperimento proiettando delle immagini - lettere, luci e altri stimoli - nell’occhio destro o sinistro dei pazienti.
Sperry scoprì così che l’emisfero sinistro del cervello elabora meglio le informazioni verbali e l’emisfero destro meglio quelle visive e spaziali.
Nel corso dei decenni, tali constatazioni sono state erroneamente interpretate come una posizione di predominanza di un emisfero sull’altro.
Non ci sono però prove per supportare che alcuni tipi di personalità si basano su un emisfero dominante, ma ce ne sono abbastanza per confutare tale tesi.
Nel 2012, ad esempio, gli psicologi della University of British Columbia hanno scoperto che il pensiero creativo attiva una diffusa rete neurale senza favorire entrambi i lati del cervello.
Note
COME RIMANERE CON LA MENTE SVEGLIA
Mentre i cruciverba e la musica classica non ti faranno diventare più intelligente, qui ci sono tre strategie collaudate per mantenere il tuo cervello al massimo delle prestazioni per tutta la vita.
- FAR SCORRERE IL SANGUE
In uno studio del 2014 dell’University of British Columbia in Canada, le donne che avevano camminato a passo svelto per un’ora, due volte a settimana, per sei mesi - e non quelle che facevano un allenamento alla resistenza o che non facevano alcun esercizio fisico - mostravano un aumento del volume cerebrale nelle zone che controllano pensiero e la memoria. - MANGIARE “VERDE”
Un team di ricercatori del Nurses’ Health Study ha monitorato 13.388 donne per decenni e ha scoperto che maggiore era la quantità di legumi mangiati, meglio apparivano nell’apprendimento e nei test di memoria.
Questo potrebbe essere dovuto in parte all’acido folico presente nelle verdure; uno studio a lungo termine su 60 suore cattoliche in Minnesota ha infatti identificato l’acido folico come un fattore chiave nel ritardare l’insorgenza della demenza. - PARLARE CON LA GENTE
Nel 2004, gli scienziati della Johns Hopkins University hanno scoperto che una maggior interazione sociale corrisponde ad un minor declino conoscitivo nelle persone dai 50 anni in su.
Infatti, uno dei principali fattori di rischio di morte negli anziani è l’isolamento sociale: la solitudine ti può davvero uccidere.