Rocce dai volti umani, massi in fila per 4 km, ecco le architetture più colossali del mondo e i loro segreti.
1. I MONOLITI DI STONEHENGE E LA SFINGE
- 1) I MAGICI MONOLITI DI STONEHENGE
Secondo una leggenda, fu Merlino a trasportare per magia a Stonehenge l’anello di pietre che era stato eretto dai giganti in Irlanda.
In realtà la sua costruzione per opera di genti locali è avvenuta in più fasi fra il 3100 e il 1600 avanti Cristo.
Le pietre più esterne, del peso da 25 a 50 tonnellate, provengono da una collina distante 30 km, e furono probabilmente trasportate su slitte che scorrevano su rulli in legno.
Quelle più interne, pesanti da 3 a 5 tonnellate, furono invece trasportate via fiume da una cava del Galles distante oltre 200 km tramite zattere.
Gli archeologi ritengono che Stonehenge fosse una specie di osservatorio astronomico destinato a calcolare il sorgere e tramontare del Sole e le fasi della Luna.
- 2) LA SFINGE-FARAONE
La misteriosa creatura dal corpo di leone che giace ai piedi delle piramidi di Giza scruta il deserto con i suoi cavi occhi di pietra da oltre 4.500 anni.
Secondo gli archeologi, la Sfinge sarebbe stata ricavata dal “cuore” di una collina calcarea dopo che i suoi strati più esterni erano stati usati come materiale da costruzione.
Un ignoto scultore l’avrebbe poi modellata dotandola di una testa con le fattezze del faraone Chefren.
Forse, nel suo aspetto di leone accucciato, doveva vegliare sul complesso funerario delle piramidi.
2. I MOAI “UMANI” DELL’ISOLA DI PASQUA E IL BUDDHA DISTESO
- 3) I MOAI “UMANI” DELL’ISOLA DI PASQUA
Naso pronunciato, labbra serrate con il mento in alto, aspetto severo, sono più di mille le gigantesche statue a forma di volto umano chiamate moai che si ergono sui pendii dell’isola.
Alte fino a 10 metri e pesanti anche 86 tonnellate, sono formate da un unico blocco di tufo vulcanico scolpito direttamente nel fianco del cratere Ranuo Raraku.
Secondo la tradizione orale, i moai avrebbero raggiunto la loro destinazione camminando, ma più realisticamente gli archeologi ritengono che per spostarli gli antichi abitanti usassero corde e un sistema di pali su cui farli rotolare.
Si pensa che raffigurassero gli antenati e avessero lo scopo di proteggere l’isola con il loro sguardo.
- 4) IL BUDDHA “ANTISTRESS” DISTESO
Lunga 15 metri, questa statua fa parte del tempio di Gai Vihara, un complesso di cinque monumenti scavati nella roccia che rappresentano il Buddha in diverse posizioni.
Frutto della passione dell’arte singalese per il gigantismo, è qui raffigurato nella posizione del nirvana.
Tutto in lui trasmette un senso di pace: i piedi sono uniti, la testa appoggiata a una mano, l’altro braccio disteso lungo il corpo, gli occhi socchiusi e il volto colmo di serenità.
Le statue erano state volute dal re Parakramabahu per restaurare il buddismo minacciato dal sopravanzare dell’induismo.
3. LA TOMBA DEI GIGANTI E I MENHIR DI CARNAC
- 5) LA TOMBA DEI GIGANTI
È il nome attribuito in Sardegna alle sepolture collettive della civiltà nuragica, spesso avvolte dal mistero.
Secondo antiche tradizioni popolari, infatti, i sepolcri appartenevano a individui di dimensioni gigantesche che abitavano l’isola in tempi remoti ed erano in grado di comporne le grandi pietre grazie alla loro forza sovrumana.
A vedere la stele arcuata alta più di 4 metri che si erge al centro della facciata di questa tomba situata a Coddu Vecchju (Arzachena) verrebbe quasi da crederci.
Qui i membri del villaggio venivano a rendere omaggio ai morti della comunità.
- 6) I MENHIR DI CARNAC IN FILA PER 4 KM
In questo complesso megalitico bretone gli archeologi hanno contato ben 2.753 pietre ritte, i cosiddetti menhir, disposti su più file per oltre 4 chilometri.
A erigerli, fra il V e il III millennio avanti Cristo, è stata una civiltà quasi sconosciuta.
Alcuni pensano che il sito vada considerato come il più antico tempio a cielo aperto del mondo, altri che sia stato utilizzato come una specie di calendario agricolo per calcolare con precisione il succedersi di solstizi ed equinozi.
4. IL GOLDEN ROCK E I VOLTI DI ANGKOR
- 7) GOLDEN ROCK
Alta 20 metri, è uno straordinario masso di forma arrotondata che si trova in bilico su di uno spuntone roccioso del monte Kyaiktiyo.
È completamente rivestita di sottili foglie d’oro offerte dai pellegrini di fede buddista, e sulla sua cima è stata costruita una piccola pagoda alta circa 7 metri.
Si dice che a tenerla in equilibrio da oltre 2.500 anni, resistendo anche ai terremoti, sia un capello che il Buddha aveva regalato a un eremita.
Il sant’uomo aveva chiesto allora al suo re di trovare una roccia somigliante al suo capo e di costruirvi un santuario.
Il re trovò la roccia in fondo al mare e, grazie ai suoi poteri soprannaturali, la trasportò sul monte, dove si trova tuttora.
Un tale miracolo fa accorrere qui migliaia di fedeli birmani per venerare la roccia.
- 8) I VOLTI DI ANGKOR
Ben 216 giganteschi volti sorridenti sono scolpiti sulle 54 guglie del tempio-montagna di Bayon, costruito agli inizi del XIII secolo dal re khmer Jayavarman VII al centro della capitale Angkor Thom.
Ogni guglia ne ospita quattro, che si affacciano verso i punti cardinali.
Anche se ufficialmente rappresentano Avalokitesvara, il Bodhisattva della compassione per i buddisti, gli studiosi ritengono che le facce fossero modellate su quella del sovrano e avessero lo scopo di vegliare sul regno.
5. LA TOMBA-SANTUARIO DI NEMRUT DAGI E I TESTONI OLMECHI
- 9) LA TOMBA-SANTUARIO DI NEMRUT DAGI
Altari e frammenti di statue gigantesche sono quanto resta della tomba-santuario fatta erigere nel I secolo avanti Cristo dal re Antioco I di Commagene sul monte Nemrut Dagi, a 2.150 metri di altezza: una meta spettacolare per i pellegrini che vi salivano dalle diverse strade sui fianchi della montagna.
Il complesso fungeva infatti anche da santuario all’aperto per il culto dinastico del sovrano.
Col tempo, intemperie e terremoti hanno fatto scempio delle figure scolpite nella roccia, le cui teste mozzate giacciono oggi ai piedi dei colossali corpi di pietra.
- 10) I TESTONI OLMECHI
Faccia appiattita, labbra spesse, naso largo e occhi a mandorla sono i lineamenti delle colossali teste alte più di 3 metri e pesanti fino a 30 tonnellate scolpite nel basalto da un popolo che visse nel Messico dal 1200 al 400 avanti Cristo.
Sinora ne sono state trovate 17, ma gli archeologi non sono ancora riusciti a scoprire come genti che non possedevano animali da tiro e non conoscevano i metalli potessero estrarre e trasportare questi enormi massi da cave distanti 160 km.
Anche il loro scopo è tuttora misterioso. Lo strano elmetto inciso tutto intorno ai testoni farebbe pensare che siano stati scolpiti in onore dei migliori “campioni” del sacro gioco della palla.
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