Che dimensioni hanno davvero i giganti del mare? Perché sono così enormi? Cosa mangiano? E… perché vivono tutti in mare?
Scopriamolo insieme!
1. I RACCONTI FANTASIOSI DEI MARINAI
I marinai, si sa, le sparano sempre grosse.
O meglio, le sparavano quando nessuno poteva verificare certi raccapriccianti racconti sui mostri marini.
Spesso quindi la gente non ci credeva e probabilmente sarebbe stata liquidata come bufala anche l’avventura di due pescatori di aringhe canadesi, del 1873, se non fosse stato per alcuni particolari.
Si trovavano al largo di Terranova, un’isola canadese dell’Oceano Atlantico, insieme al figlio dodicenne di uno dei due, quando intravidero una grossa massa scura sotto il pelo dell’acqua.
Pensando si trattasse di un relitto si avvicinarono e provarono a toccare l’oggetto con un bastone.
Con loro grande orrore la “cosa”, per tutta risposta, si spalancò come un ombrello, mostrando due enormi occhi verdi e un becco simile a quello di un pappagallo, delle dimensioni, dissero, “di un barile da 20 litri”.
La mostruosa creatura, avvolse la barca con i tentacoli cercando di trascinarla a fondo, occupanti compresi.
I due pescatori rimasero impietriti e avrebbero fatto una brutta fine se non fosse stato per il piccolo Tom, che afferrò un’accetta e tranciò di netto due tentacoli del mostro.
Dal pezzo che fu riportato a terra i biologi decretarono che apparteneva nientemeno che a un calamaro gigante, un Kraken, che doveva misurare, tutto compreso, 13 metri e mezzo.
Dell’esistenza dell’Architeuthis, questo il suo nome scientifico, molti avevano dubitato, ma quella fu la prova che non era pura fantasia.
Ma per gigantesco che fosse, il calamarone non era l’unico a vantare dimensioni da record tra gli animali marini.
2. ENORMI, BUONI, ANCORA TRA NOI
Il più grande in assoluto che si sia mai visto sulla faccia della Terra non è né un dinosauro né un’altra specie preistorica, ma un mammifero attuale, la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus).
Una femmina (che è più grande del maschio) può essere lunga oltre 30 metri, cioè quasi tre autobus in fila e pesare come 20 elefanti.
La lingua da sola pesa l’equivalente di un rinoceronte; il cuore è grande come una piccola automobile, l’occhio come un pallone da calcio.
Anche i piccoli (si fa per dire) non scherzano: alla nascita pesano già due tonnellate (circa 25 persone) e crescono ogni giorno l’equivalente del peso di un uomo adulto.
Grande, sia chiaro, non è per forza sinonimo di feroce perché la balenottera è un pacifico filtratore di plancton. E lo stesso vale per il più grosso pesce al mondo, lo squalo balena (Rhincodon typus).
A dispetto del nome non si tratta di un cetaceo, ma di un pesce cartilagineo, lungo intorno ai 13 metri.
Idem per altri due giganti, il cetorino (Cetorhinus maximus) o squalo elefante (12 m) e la manta (Manta birostris) con 7 m di apertura “alare”: tutti enormi e nessuno che aggredisca nulla di più grosso di un gamberetto.
Questi colossi hanno un altro elemento in comune: sono tutti animali acquatici e più precisamente marini. E non a caso: sulla terraferma collasserebbero sotto il loro stesso peso. Sorretti dall’acqua, invece, i vantaggi di essere grossi sono diversi.
Innanzitutto, più grande sei meno sono quelli che possono mangiarti e più sono, invece, quelli che puoi mangiare a tua volta. Inoltre, puoi fare provviste: una balenottera può immagazzinare 30 tonnellate di grasso sottocutaneo, da utilizzare nei periodi di magra, e per farlo mangia ogni giorno l’equivalente del peso di un elefante.
3. PLANCTON: TANTO E NUTRIENTE
Ma allora, perché mangiare krill e non qualcosa di più grosso?
Perché non conviene: i gamberetti planctonici sono assai nutrienti, ma soprattutto sono disponibili in quantità eccezionali.
Si concentrano in enormi “palle” brulicanti, che se sommate si possono misurare nell’ordine dei chilometri cubi. Le balenottere devono solo prenderne una boccata e filtrare l’acqua attraverso i fanoni, le lamine cornee che sostituiscono i denti. Facile.
Ma c’è chi ha “inventato” un sistema ancora più comodo: mangiare mentre respira. Squalo balena, cetorino e manta hanno infatti branchie adatte non solo a catturare l’ossigeno dall’acqua, ma anche a fare da filtro.
Procurarsi molto cibo, quindi, richiede il solo sforzo di respirare. Il Krill è un plancton che sta alla base della catena alimentare marina. Con plancton (dal greco planktos, "vagabondo") si intende il complesso di organismi acquatici galleggianti caratterizzati da un'assenza di moto attivo.
Nel plancton si trovano protozoi, archeozoi, alghe, batteri e organismi eucariotici di vario tipo. Da dove origina la parola “krill”?
Di origine norvegese, questa definizione indica un gruppo di zooplancton composti da numerose specie di piccoli crostacei marini e, secondo dati paleontologici, il krill esiste da un periodo che va da 36 a 60 milioni di anni.
Il Krill è alla base della catena alimentare marina. In natura, il Krill costituisce il nutrimento di numerose specie animali.
Situato alla base della catena alimentare degli oceani, è una fonte incomparabile di proteine (~70%), d acidi grassi Omega-3 (EPA e DHA), di potenti antiossidanti, di astaxtantina e di fosfolipidi, di enzimi digestivi, di aminoacidi essenziali, fibre, vitamine, minerali e oligoelementi.
Il Krill è la specie di plancton animale maggiormente disponibile sul nostro pianeta.
4. IL PIÙ GRANDE PREDATORE VIVENTE
Ma non tutti i “grandi” da record nuotano dentro al cibo, c’è anche chi ha scelto una strada diversa.
Il capodoglio (Physeter macrocephalus), un cetaceo più piccolo di una balenottera, comunque di dimensioni di tutto rispetto (fino a 15 metri il maschio, sui 12 la femmina) è il più grosso predatore vivente.
Munito di denti, mangia calamari abissali, quelli giganti di cui sopra, ma non solo: in uno stomaco di capodoglio sono stati trovati 28.000 cefalopodi.
Vanta anche diversi altri record: una testa enorme, che prende un terzo del corpo e che contiene il cervello più grosso di tutto il mondo animale.
Altri vantaggi dell’essere grossi? Più sei grande, meno consumi; a parità di peso un topolino richiede dieci volte più energia di un rinoceronte.
In acqua, più sei grosso e meno fatica fai a nuotare: un corpo massiccio ha più volume e meno superficie di uno piccolo, quindi maggior forza muscolare e meno attrito.
Ma allora, perché non diventare più grandi ancora? Una balena di 100 metri? 200? Perché c’è un limite: innanzitutto alla quantità di cibo che si può trovare tutto in una volta.
E poi altre parti del metabolismo non reggerebbero: la regolazione della temperatura (troppo poca superficie per disperdere calore), la trasmissione degli impulsi nervosi e la circolazione del sangue (troppa strada da fare).
Tornando ai pesci, sembrerà strano che i tre citati siano tutti cartilaginei, cioè squali o razze. Gli altri pesci sono quelli ossei e anche tra loro c’è un gigante: il regaleco o “re di aringhe” (Regalecus glesne), uno strano “nastro” che misura fino a 15 metri di lunghezza.
È il più lungo ma non il più pesante, titolo che spetta invece al pesce luna (Mola mola) con una tonnellata in media. Questo ha anche un’altra bizzarra particolarità: ha la forma di un’ellisse, cioè un disco più alto che lungo.
In media misura sui 2 metri di diametro ma il record spetta a un esemplare australiano che misurava 3,1 metri per 4,3 di altezza, e pesava 2.200 kg. E pensare che le larve, appena uscite dall’uovo, sono grandi non più di 2-3 millimetri.
5. ALTRE CREATURE (IN)CREDIBILI
Ma quali sono i record tra gli altri animali marini?
Architeuthis dux, il calamaro gigante, può essere anche più grande di quello incontrato dai pescatori dell’Ottocento: può misurare otto volte una persona, ognuna delle sue ventose è grande come una mano e l’occhio, il più grosso del mondo animale, è quasi due volte una testa umana.
Tra le tartarughe marine la più grossa è la liuto (Demochelys coriacea). Pesa fino a 450 kg, per una lunghezza di due metri.
Tra i granchi, quello gigante del Giappone (Macrocheira kaempferi) è lungo fino a 45 cm e c’è una medusa dell’Artico (Cyanea capillata arctica) con un “cappello” del diametro di oltre due metri e tentacoli lunghi 36. Infine, l’anemone di mare più grosso appartiene alla specie Stichodactyla mertensii e può arrivare a un metro di diametro.
E in passato? Esistevano animali ancor più giganti? Non proprio: con ogni probabilità tutti i più grandi sono ancora viventi.
L’unico su cui si è fantasticato è l’antenato del grande squalo bianco, il megalodonte. Quanto poteva essere lungo Carcharodon megalodon?
Su questo gli scienziati non sono concordi perché, essendo un pesce cartilagineo, ne sono rimasti solo i denti fossili e da questi si è cercato di ricavare una stima.
C’è chi dice che il feroce (questo, sì!) mostro misurava 15 m (più verosimile), chi addirittura 37. A dimostrazione che ancora oggi c’è chi le spara grosse...