La macchina del tempo esiste: negli Stati Uniti è in costruzione Timeship, una speciale struttura pensata per contenere migliaia di corpi conservati a bassissime temperature, nella speranza di riportarli un giorno in vita.
Cos’è la crioconservazione e quanto sono realistiche le aspettative create dalla crioconservazione umana?
Scopriamolo insieme!
1. La sospensione crionica
Da secoli, fisici, scrittori e filosofi esplorano la possibilità di viaggiare nel tempo, scontrandosi però con ostacoli pressoché insormontabili.
Eppure, su un appezzamento di terreno di 800 acri alla periferia di Comfort, una cittadina del Texas, un gruppo di architetti, ingegneri e scienziati sta costruendo una struttura denominata “Timeship”, o nave del tempo, in grado, sostengono, di traghettare decine di migliaia di individui in un lontano futuro.
La navicella temporale non prevede l’uso di condensatori di flusso, né l’attraversamento di buchi neri alla velocità della luce: Timeship è stata invece progettata per conservare, a bassissime temperature, corpi umani che civiltà future riusciranno, forse, a rianimare.
La tecnologia applicata si chiama sospensione crionica: “Proprio come una navicella spaziale consente agli umani di spostarsi nello Spazio, la nostra Timeship, la nave del tempo, permetterà di viaggiare nel futuro”, ha spiegato Stephen Valentine, direttore e principale artefice del progetto.
Valentine può contare su un budget multimilionario, messo a disposizione da donatori anonimi per costruire la “Mecca della criogenia”. Oltre all’edificio-fortezza pensato per ospitare i soggetti crioconservati, Timeship prevede aree di stoccaggio di campioni biologici di organi, cellule staminali, embrioni e perfino DNA di specie rare o minacciate.
Tutti gli allestimenti saranno energeticamente autosufficienti e sfrutteranno generatori eolici e solari per prevenire il rischio di blackout. L’ubicazione geografica del sito, inoltre, è stata attentamente selezionata per ridurre al minimo la possibilità di terremoti, tornado, tempeste di neve e altre catastrofi per alcune centinaia di anni.
“Per lo stesso motivo, siamo lontani da basi militari e centrali nucleari”, ha aggiunto Valentine, che ha dedicato cinque anni alla ricerca e progettazione del sito, studiando piramidi, antiche sepolture, caveau bancari e fortezze medievali, “tutte costruzioni che hanno resistito all’attacco del tempo”.
Ha perfino consultato esperti che lo hanno consigliato su come proteggere i ghiacciati “viaggiatori nel tempo” dagli effetti del possibile sgancio nelle vicinanze di un ordigno nucleare da due megatoni.
Il frutto di tanta ricerca è un fenomenale ibrido tra un’astronave e un castello, con spesse mura circolari di altezza ridotta che circondano una sorta di camera sepolcrale centrale, dove migliaia di cilindri per crioconservazione verranno depositati in condizioni di massima sicurezza.
I dettagli esatti della tecnica che sarà utilizzata per il congelamento dei corpi non sono stati ancora chiariti, ma è probabile che i fluidi corporei saranno estratti e sostituiti con una speciale soluzione, che aiuterà a proteggere i tessuti dalla formazione di cristalli di ghiaccio.
I contenitori sfrutteranno poi le potenzialità dell’azoto liquido per conservare gli ospiti a una temperatura di circa -130°C. La previsione è di riuscire a mantenere lo stato di sospensione crionica, senza dover ricorrere a fonti di energia né a intervento umano, per periodi fino a sei mesi.
Valentine spera di poter iniziare a testare i primi prototipi dei cilindri dal prossimo anno.
Nella foto sotto, concept che mostra il futuro aspetto di Timeship, la base attualmente in costruzione. Nella parte interna è stoccato l’azoto liquido; le otto strutture quadrate che la circondano ospitano centinaia di corpi crioconservati.
2. La speranza che viene dal freddo
L’idea di preservare sotto zero corpi umani “deanimati”, nella speranza di poterli poi riportare in vita, non è una novità.
Esattamente cinquanta anni fa, James Bedford è stato il primo essere umano a sottoporsi al processo di sospensione crionica e, a oggi, il suo corpo è ancora conservato in una speciale cella frigorifera.
Diverse società offrono da decenni servizi analoghi, spesso ricorrendo a grossolane tecniche di congelamento o commettendo errori nello stoccaggio dei corpi.
Attualmente, il congelamento di cellule staminali, liquido seminale, gameti femminili, embrioni e altri campioni di tessuto umani è diventato una pratica scientifica di routine, al servizio in particolare della medicina riproduttiva in numerosi Paesi.
La vetrificazione, un processo alternativo rispetto al congelamento, che consente il passaggio a uno stato solido amorfo, è stata messa a punto all’inizio degli anni 2000 per superare il problema della formazione di cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule e tra una cellula e l’altra.
Questa evenienza rappresenta, infatti, un grave ostacolo perché può determinare differenze di concentrazione importanti, con conseguente assorbimento e rilascio d’acqua e distruzione della cellula.
Tra il 2002 e il 2003, un’équipe diretta dall’ideatore della vetrificazione, Gregory Fahy, ha utilizzato un cocktail di agenti antigelo e sostanze chimiche per eseguire la crioconservazione di un rene di coniglio. Dopo lo scongelamento e il reimpianto nel donatore, l’organo non ha evidenziato deficit funzionali.
Diverse altre conferme hanno convinto Valentine e i ricchi finanziatori del progetto Timeship che sia giunto il momento di sperimentare la crioconservazione su vasta scala.
Nel 2015, un gruppo di lavoro di una società medicale, la 21st Century Medicine, ha dichiarato di aver messo a punto una tecnica di vetrificazione in grado di preservare il cervello di suini e conigli senza danni apprezzabili.
Nello stesso anno, scienziati di Alcor, impresa partner di Timeship, hanno scoperto che microscopici vermi, surgelati e poi scongelati, non soltanto sopravvivevano ma riuscivano anche a “ricordare” certe associazioni imparate prima di ibernarsi.
Per Valentine e altri esperti di crionica, questi studi dimostrano che, applicando le tecniche scientifiche più avanzate, gli organi umani, tra cui il cervello e il suo contenuto (ricordi, tratti di personalità) potrebbero sopravvivere alla lunga permanenza sottozero.
Tuttavia, la teoria alla base della criopreservazione presenta una falla evidente: fa affidamento su risorse tecnologiche che, al momento, non esistono.
Anche se i cosiddetti “pazienti” fossero conservati perfettamente dopo la morte, non si può far altro che supporre, e sperare, che un giorno gli scienziati del futuro sappiano, e vogliano, rianimarli e curare le malattie che li avevano colpiti.
Brian Grout, presidente della Society for Low-Temperature Biology (Società di studi biologici sulle basse temperature), sostiene che la crionica abbia acquisito credibilità negli ultimi anni e che “sarebbe sbagliato liquidare in blocco l’idea di poter congelare interi corpi umani”.
Precisa, però, che il progetto Timeship presenta, in effetti, un grosso punto debole: al momento, è destinato a fruitori già cadaveri.
“Il grande interrogativo non è se sia possibile rianimare una persona dopo la conservazione a bassissime temperature: è una prospettiva assolutamente verosimile, per il futuro. Il problema è che queste persone sono morte. E se erano morte al momento del trattamento, saranno morte anche quando verranno scongelate”.
3. Prospettive raggelanti
“Crioconservare persone ancora in vita significherebbe collocarle in uno stato di ‘animazione sospesa’ consentendo loro, per esempio, di affrontare lunghe missioni spaziali”, dice Grout.
“È probabile che, in futuro, saranno disponibili le risorse necessarie a guarire malattie oggi incurabili”, aggiunge, “ma sconfiggere addirittura la morte è un altro paio di maniche. Qui non si sta parlando di garantire una conservazione sicura, si sta parlando di riportare in vita persone decedute: un bel salto logico, secondo me”.
Valentine si rifiuta di discutere l’eventualità di ospitare o meno pazienti ancora vivi nella sua Timeship, se le autorità lo consentissero. Dice che la questione deve essere definita a livello medico e legale.
Ritiene però, e non è il solo, che svariate risorse quali l’editing genetico e le nanotecnologie potrebbero, un giorno, modificare la nostra idea di morte e perfino farci “resuscitare”.
Altri futuristi sono invece convinti che riusciremo a caricare digitalmente le nostre menti su computer, liberando finalmente l’Umanità dal vincolo di un involucro fisico.
Affidarsi a ipotesi tanto remote per giustificare il ricorso alla crioconservazione è una bella scommessa: soprattutto se si pensa che i costi della procedura partono da circa 30mila dollari (circa 28mila euro).
Eppure, a chi sa di avere i giorni contati a causa di una malattia, questa speranza, per quanto flebile, deve apparire miracolosa.
Di recente, la triste storia di una quattordicenne inglese è finita sui giornali di tutto il mondo: prima di soccombere al cancro, aveva scritto una lettera esprimendo il desiderio di essere crioconservata.
Un giudice ha decretato che la sua richiesta doveva essere accolta e il suo corpo è stato pertanto inviato negli Stati Uniti.
La ragazzina aveva dichiarato: “Ho soltanto 14 anni e non voglio morire, ma so che succederà. Poter essere criopreservata mi offrirà una chance di essere guarita e risvegliata, magari tra centinaia di anni”.
4. Rompere il ghiaccio
Come sarà, però, il mondo tra qualche centinaio di anni? Nessuno lo sa.
Ma chi dovesse addormentarsi oggi ed essere rianimato allora, dovrà sicuramente affrontare sfide inimmaginabili: intanto, non avrà più proprietà, né famiglia, né amici.
Sicuramente, faticherà a trovare lavoro in una società iper-avanzata rispetto a quella attuale; per non dire di come il Pianeta potrà affrontare una sovrappopolazione sempre più marcata.
“È inutile preoccuparsi di questo ora”, dice Valentine, che liquida velocemente questi interrogativi. “Il mondo, allora, potrebbe essere cambiato secondo modalità che neppure possiamo prevedere! Forse avremo colonizzato altri pianeti, o ci saremo trasformati per adattarci a nuovi ambienti”.
Può esserci del vero, visti gli enormi progressi fatti dalla nostra specie in pochi decenni. Valentine, inoltre, ritiene che siano in arrivo cambiamenti di mentalità rivoluzionari.
“Se gli scienziati, un bel giorno, riuscissero a sottoporre un coniglio a sospensione crionica e poi a riportarlo in vita, queste idee acquisterebbero credibilità immediata. La gente comincerebbe a pensare: ‘Perché farmi seppellire? Perché farmi cremare? Voglio farmi congelare, così un giorno, chissà...’. Potrebbero nascere tante strutture come la mia in tutto il mondo, magari questa opzione diventerà la norma”.
Al momento, Valentine non ha fatto domanda di crioconservazione nella sua Timeship: dice che lo distrarrebbe dalla missione e che farebbe sembrare la sua costruzione una sorta di monumento a se stesso.
Ma il suo entusiasmo e le sue aspettative relative all’ambizioso progetto sono evidenti. Gli ospiti della “nave del tempo” si risveglieranno guariti nel futuro, finalmente liberati dai limiti dell’odierna scienza?
Oppure, l’intero progetto è una costosa pazzia, che priverà migliaia di cadaveri di una degna sepoltura? Non c’è che un modo per scoprirlo: rassegnarsi a una lunga, gelida attesa.
5. Cinque tecniche alternative per sfuggire alla morte e breve storia della crionica
- Cinque tecniche alternative per sfuggire alla morte e breve storia della crionica
L’idea di farvi congelare non vi aggrada? Ecco alcune alternative più o meno realistiche:
1) TRASFERIRE DIGITALMENTE LA MENTE SU COMPUTER
Alcuni ritengono che un giorno, potrebbe essere possibile ricreare in dettaglio il contenuto del nostro cervello caricandolo su potenti computer: i nostri pensieri, ricordi ed esperienze continuerebbero così a vivere senza aver bisogno di un corpo.
Tuttavia, i neuroscienziati al momento faticano a simulare anche il funzionamento di cervelli animali molto primitivi: questa prospettiva, dunque, è ancora piuttosto remota.
2) FARSI IBERNARE
I medici, talvolta, ricorrono all’abbassamento artificiale della temperatura corporea di pazienti gravemente feriti per aver più tempo a disposizione e riuscire a intervenire chirurgicamente.
Raffreddando il corpo umano dai normali 37°C fino a circa a 10°C, si rallentano tutti i processi biologici, ottenendo una sorta di “ibernazione indotta”: si è pensato di ricorrere a una tecnica analoga per indurre un sonno profondo negli astronauti selezionati per missioni spaziali a lungo raggio.
3) ASSEMBLARE CORPI FAI DA TE
Alcuni tessuti umani come le cartilagini e anche certi organi semplici, come la vescica, oggi possono essere “coltivati” in laboratorio utilizzando cellule del paziente e speciali stampanti 3D.
Se questa tecnologia continuerà a svilupparsi, i medici potrebbero essere in grado di ricreare parti del corpo e utilizzarle come pezzi di ricambio per sostituire organi malati o usurati.
4) DIVENTARE “VAMPIRI”
Ricerche sui topi hanno dimostrato che il sangue di esemplari giovani migliora le funzioni mnemoniche, la resistenza e la capacità di autoriparazione tessutale di individui più anziani.
Gli scienziati, dunque, stanno verificando se trasfusioni di sangue umano di donatori in età giovanile possano rallentare o addirittura far regredire il processo di invecchiamento umano.
Grazie a questi studi, i ricercatori sperano inoltre di identificare le sostanze chimiche contenute nel sangue, responsabili del degrado dovuto all’invecchiamento.
5) VIAGGIARE NEL TEMPO
Se fosse possibile, per un certo individuo, viaggiare a una velocità simile a quella della luce, si otterrebbe un rallentamento temporale relativo: ciò significa che, una volta tornato sulla Terra, quel viaggiatore nel tempo scoprirebbe che sono trascorsi migliaia di anni.
A differenza di quanto accade in Ritorno al futuro, però, non ci sarebbe modo di ripartire di nuovo verso il passato.
- BREVE STORIA DELLA CRIONICA
- ANNI‘40:
Il biologo francese Jean Rostand (foto sotto) accerta che temperature estremamente basse modificano le proprietà dei materiali e degli organismi viventi, ponendo le basi della criogenia.
- 1962:
Ispirato dalle opere fantascientifiche di Rostand, un insegnante di fisica e veterano di guerra, Robert Ettinger (foto sotto), pubblica La Prospettiva dell’Immortalità, suggerendo che gli umani potrebbero essere congelati e risvegliati nel futuro.
- 1965:
Negli USA iniziano a formarsi associazioni e imprese che si dedicano al prolungamento della vita umana; viene coniato il termine “crionica”, o “sospensione crionica”, per identificare il movimento avviato da Ettinger.
- 1967:
James Bedford (foto sotto) è la prima persona a sottoporsi a crioconservazione.
Nel 1991, quando il suo corpo viene prelevato per essere esaminato, appare ancora ben preservato ma con segni di danneggiamento, scolorimenti dell’epidermide e “tracce di sangue congelato torno a bocca e naso”.
- 1979:
È l’anno del cosiddetto “Incidente di Chatsworth”: a Los Angeles, nove pazienti precedentemente congelati vengono rinvenuti in stato di decomposizione.
Nei decenni Sessanta e Settanta del secolo scorso, i pionieri della crionica faticano a mantenere le bassissime temperature necessarie per la conservazione. Bedford è l’unica persona crioconservata in quegli anni e tuttora preservata.
- ANNI ‘80:
Le società di crionica iniziano a conservare soltanto la testa e non tutto il corpo delle persone che lo richiedono (si parla, in tal caso, di neuroconservazione).
L’idea alla base di questa pratica è che il cervello umano potrà, un giorno, essere trapiantato, sopravvivere supportato da macchinari, oppure essere trasferito digitalmente su computer.
- 1999:
Nasce il primo bambino da gameti precedentemente congelati; la conservazione sottozero di embrioni, liquido seminale e altri tessuti diventa in breve tempo una pratica di routine.
- 2002/03:
Viene eseguita con successo la prima vetrificazione di un organo intero, un rene di coniglio. Una volta scongelato e ritrapiantato nel donatore, l’organo sembra recuperare la piena funzionalità.
- 2015:
Si dimostra sperimentalmente che microscopici vermi sono in grado di sopravvivere al trattamento di criopreservazione e anche di conservare la memoria di eventi avvenuti prima di essere congelati.
- 2016:
Il progetto Timeship, la “nave del tempo” ideata da Stephen Valentine (foto sotto), prevede lo stoccaggio di migliaia di corpi congelati presso un’apposita struttura in costruzione in Texas.
Si stima che in tutto il mondo ci siano circa 250 persone attualmente in stato di sospensione crionica.