Chiocciole e lumache sono molluschi gasteropodi terrestri facilmente distinguibili tra loro per la morfologia del corpo.
Le chiocciole hanno il corpo sovrastato da una conchiglia ben visibile, mentre nelle lumache (o limacce) la conchiglia è assai ridotta e nascosta sotto un mantello carnoso, non visibile dall’esterno.
In Italia vivono numerose specie di gasteropodi terrestri, ma quelle maggiormente dannose alle colture sono rappresentate da poche specie, tra cui Cepaea nemoralis, Cepaea hortensis, Theba pisana, Helix pomatia e Helix aspersa per le chiocciole, varie specie del genere Arion, Deroceras reticulatum e Agriolimax agrestis per le lumache.
Sono animali estremamente voraci capaci di creare in poco tempo gravi danni alle colture dell’orto.
Ecco quali mezzi di difesa mettere in atto per difendere gli ortaggi da chiocciole e lumache.
1. Conoscere le loro abitudini per razionalizzare la difesa
Questi invertebrati sono molto sensibili alla disidratazione (le limacce in particolare, per l’assenza di guscio protettivo), pertanto sono favoriti da condizioni ambientali di elevata umidità atmosferica e del terreno.
I periodi di maggiore presenza di chiocciole e lumache sono quindi quelli primaverili e autunnali, caratterizzati da temperature miti ed elevata piovosità.
Altre condizioni predisponenti le infestazioni sono la presenza di terreni argillosi o limo-argillosi (nei quali le chiocciole e le lumache riescono a muoversi con più agilità) e la presenza di fonti alimentari rappresentate non solo dagli ortaggi, ma anche dai residui di vegetazione e dalle piante spontanee.
Chiocciole e lumache sono attive prevalentemente al crepuscolo o durante la notte, quando l’umidità è più elevata.
Durante il giorno le chiocciole si ricoverano all’interno della conchiglia, aderendo a superfici verticali quali tronchi, muri, rami di alberi e arbusti, mentre le limacce trovano riparo approfondendosi nel terreno, oppure sotto pietre e residui di vegetazione.
Grazie a queste abitudini le limacce, a differenza delle chiocciole, sono in grado di danneggiare non solo le parti aeree delle piante (foglie, fusti, fiori e frutti), ma anche quelle sotterranee (colletto, radici e tuberi).
Negli orti, dunque, sono soprattutto le limacce a creare danni, che si verificano con maggiore frequenza e intensità subito dopo il trapianto o all’emergenza delle piantine dal terreno e prima della raccolta.
Fatta eccezione per poche colture (tra cui, per esempio, aglio e cipolla) tutte le specie orticole sono vulnerabili alla voracità di chiocciole e limacce, in particolare gli ortaggi da foglia (lattughe, bietola da coste e da orto, spinacio, ecc.) ma anche melanzana, peperone, patata, pomodoro, asparago, carciofo, cavoli, finocchio, melone, fragola e numerose altre.
2. Sono ermafrodite e hanno numerosi nemici naturali
Chiocciole e limacce sono ermafrodite (cioè nello stesso individuo sono presenti sia gli organi riproduttivi maschili sia quelli femminili) e si accoppiano reciprocamente.
Una volta fecondate depongono, alcuni centimetri sotto terra, numerose uova, che si schiudono dopo 15-30 giorni. In un anno si susseguono in media 2-3 generazioni.
In natura questi gasteropodi hanno numerosi nemici naturali, tra cui spiccano alcuni insetti (in particolare coleotteri carabidi, come per esempio Carabus violaceus e Carabus auratus), anfibi, rettili, uccelli e mammiferi (soprattutto il riccio).
Per attirarli nell’orto realizzate una siepe composta da differenti specie vegetali dove possano rifugiarsi, riprodursi e alimentarsi.
Per attirare i ricci, lasciate in un angolo dell’orto piccole cataste di legna e di rami entro cui possano nascondersi.
Per preservare gli insetti predatori è invece molto importante una corretta gestione della difesa fitosanitaria, che eviti l’impiego di prodotti insetticidi ad azione abbattente (ossia che agiscono per contatto) e a largo spettro d’azione (compresi quelli di origine biologica).
3. Alcune pratiche agronomiche riducono il rischio di danni e la difesa con mezzi fisici
- Alcune pratiche agronomiche riducono il rischio di danni
Alcune pratiche colturali creano condizioni ambientali sfavorevoli allo sviluppo e all’attività di chiocciole e lumache e concorrono a ridurre i danni che provocano agli ortaggi.
Vediamo quali sono.
• Una lavorazione profonda del terreno prima della messa a dimora delle piantine e ripetute lavorazioni superficiali in copertura (cioè con la coltura in atto) riducono l’umidità del suolo e distruggono sia gli adulti sia le loro uova.
• L’accurato interramento nel suolo dei residui colturali o la loro asportazione subito dopo la raccolta riduce la disponibilità di cibo e di ricoveri entro cui chiocciole e lumache si riparano in caso di condizioni ambientali avverse.
• La razionalizzazione delle irrigazioni evita il permanere di condizioni di elevata umidità a livello del terreno e all’interno degli ortaggi.
Occorre quindi preferire sistemi di irrigazione a goccia rispetto a quelli per aspersione (cioè a pioggia, che sono sempre da evitare se possibile, in quanto possono causare l’insorgenza di dannose malattie di origine fungina) e bagnare nelle ore diurne, preferibilmente nelle prime ore del mattino, anziché alla sera.
- La difesa con mezzi fisici
Nel caso di orti di piccole dimensioni, per difendere le colture dalla voracità di chiocciole e lumache è possibile perimetrare la superficie coltivata con barriere fisiche che impediscano l’ingresso di questi gasteropodi.
Tali barriere possono essere realizzate con lamiere zincate interrate per almeno 5-7 cm e alte fuori terra circa 50 cm, reperibili presso i brico center e/o i magazzini di prodotti per l’edilizia.
4. La difesa con mezzi biologici
Per il controllo di chiocciole e lumache possono essere adottate differenti strategie di carattere biologico a diverso grado di efficacia.
In caso di ridotte presenze può risultare sufficiente la raccolta manuale dei molluschi allontanandoli poi dall’orto o sopprimendoli.
I migliori risultati si ottengono con raccolte quotidiane, intervenendo al crepuscolo o nelle prime ore del mattino.
Altri sistemi si basano sull’uso di trappole per la cattura di massa; tra queste, la tipologia più semplice è costituita da «rifugi controllati» realizzati con pannelli di legno o di plastica, tessuti, sacchi, sottovasi o qualsiasi altro materiale che, disposto sul terreno, funga da riparo per chiocciole e lumache le quali, una volta catturate, possono essere allontanate.
Anche le trappole contenenti birra, di cui questi animaletti sono incredibilmente ghiotti, risultano molto efficaci.
Queste trappole possono essere facilmente realizzate interrando un bicchiere o un vaso di vetro sufficientemente alto (almeno 10-15 cm) lasciato fuori terra circa un centimetro, in modo che non si riempia di terreno.
La trappola va riempita di birra per metà; i molluschi attratti dal suo odore cadono nel bicchiere (o nel vaso) e annegano. È importante rinnovare la birra ogni 2-3 giorni (come anche dopo piogge insistenti) affinché mantenga sempre un odore attrattivo.
In commercio sono oggi disponibili trappole provviste di uno specifico «coperchio» che evita l’annacquamento della birra in caso di pioggia e, quindi, una maggiore autonomia della trappola stessa.
Tutte le sostanze con consistenza granulosa come sabbia, fondi di caffè o cenere di legna asciutti, se distribuiti sul terreno, aiutano a tenere lontane chiocciole e lumache dagli orti poiché rendono difficoltoso il loro movimento.
Per realizzare una barriera efficace occorre distribuire uno strato largo circa 10 cm e spesso 2 cm attorno alle aiole oppure alla base delle piante.
Purtroppo l’effetto è limitato nel tempo, finché la sostanza granulosa resta asciutta; dopo piogge o irrigazioni è infatti necessario ripristinare la barriera.
La cenere di legna e la calce idrata svolgono anche un’azione disidratante nei confronti di chiocciole e lumache, ma è bene non eccedere nel loro uso poiché nel tempo possono alterare il pH del suolo.
Un mezzo di difesa biologico ancora poco diffuso ma certamente interessante è l’impiego di nematodi parassiti, microrganismi invisibili a occhio nudo; quelli attivi contro chiocciole e lumache appartengono alla specie Phasmarhabditis hermaphrodita.
I nematodi si presentano sotto forma di polvere da diluire in acqua e da distribuire sul terreno, tramite irrigazione, alla comparsa dei molluschi, con temperature di almeno 5 °C.
Dopo la somministrazione sul terreno, le larve dei nematodi cercano attivamente chiocciole e lumache e le parassitizzano, portandole a morte entro 1-2 settimane.
5. La difesa con mezzi chimici anche ammessi in agricoltura biologica
Tra i mezzi di difesa a carattere chimico nei confronti dei gasteropodi terrestri quello più noto è l’uso di esche a base di metaldeide.
Questa sostanza agisce per ingestione e per contatto causando la morte dei molluschi per disidratazione.
Le esche sono formulate in granuli da distribuire sul terreno lungo il perimetro dell’orto, preferibilmente di sera.
Per ridurre i rischi di tossicità nei confronti degli animali non bersaglio (come per esempio lombrichi e insetti, ma anche animali domestici) e per allungare l’efficacia del prodotto (in caso di pioggia o irrigazioni i granuli si disgregano perdendo appetibilità) è consigliabile mettere le esche all’interno di specifiche trappole.
Di più recente impiego sono le esche a base di fosfato ferrico. Si tratta di un composto naturalmente presente nell’ambiente che una volta ingerito dai molluschi ne provoca l’inibizione dell’attività alimentare e, dopo 3-6 giorni, la morte.
Sembra che il prodotto sia innocuo nei confronti degli organismi superiori (mammiferi, uccelli e pesci), dei lombrichi, delle api e degli altri organismi utili.
Per questa ragione il fosfato ferrico è ammesso anche in agricoltura biologica e può essere distribuito direttamente su terreno nudo e/o con la coltura in atto.
Le esche a base di fosfato ferrico, inoltre, hanno la capacità di rimanere integre per 1-2 settimane anche dopo piogge o irrigazioni.
Ricordiamo che le esche a base di metaldeide e quelle a base di fosfato ferrico sono reperibili nei più forniti empori agrari e garden center.